Lezione 10. L’equilibrio del mercato finanziario: la struttura dei tassi d’interesse Titoli con scadenza diversa hanno prezzi (e tassi di interesse) differenti. Due titoli di durata diversa emessi dallo stesso soggetto (stesso rischio di controparte): un periodo per quello a breve termine (tasso corrente iS0); più periodi per quello a più lunga scadenza (tasso corrente iZ0). Investire a lunga o a breve? Confrontare il rendimento del titolo a lunga (investimento a lungo termine) con la sequenza di rendimenti che si ottengono investendo la somma in un titolo a breve e rinnovando l’investimento alla scadenza per un numero di periodi corrispondenti alla durata del titolo a lunga (investimento rolled over). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 1 Esempio 1. Arbitraggio tra titoli a scadenza diversa. Investire una unità monetaria in un titolo a cinque periodi che garantisce oggi un tasso d’interesse i50 per tutti e cinque i periodi, o in uno con scadenza a un periodo che offre oggi il tasso i10 e rinnovare per quattro volte l’investimento a breve ai tassi i1t (t=1,..., 4) che si formeranno all’inizio dei successivi quattro periodi? Se si conoscono con certezza i tassi d’interesse futuri, in equilibrio si deve avere: (1+i50)5 = (1+i10) (1+i11) (1+i12) (1+i13) (1+i14) Tutti acquistano (vendono) il titolo a lunga se il termine a primo membro è maggiore (minore) di quello a secondo membro: il prezzo sale (scende) e il tasso d’interesse scende (sale), fino al raggiungimento dell’equilibrio. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 2 Nei logaritmi: 5log(1+i50)=log(1+i10)+log(1+i11)+log(1+i12)+log(1+i13)+log(1+i14) Approssimando (per valori di i vicini a zero è log(1+i) ≅ i): 0 1 2 3 4 i + i + i + i + i 1 1 1 1 i50 ≅ 1 5 Il tasso a lunga corrente è (circa) uguale alla media aritmetica dei tassi a breve dei cinque periodi. Più in generale: 1 z −1 t i ≅ ∑ iS z t =0 0 Z (“Z” indica una qualsiasi durata maggiore del periodo unitario “S”). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 3 Nella realtà i tassi di interesse a breve futuri non sono conosciuti con certezza dagli agenti. Due possibilità: 1. E’ presente un mercato a termine, in cui la liquidazione di una compravendita avviene in un periodo futuro rispetto a quello di sottoscrizione del contratto e i tassi sulle operazioni future sono contrattualmente noti oggi. Se vi è un elevato numero di arbitraggisti tra pronti e termine, il tasso iZ0 è circa pari alla media aritmetica dei tassi a termine iSft dei corrispondenti t periodi: 1 z −1 ft i ≅ ∑ iS z t =0 0 Z dove ifS è un tasso uniperiodale a termine e t è il periodo iniziale di attuazione del contratto. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 4 2. Non vi è certezza sui tassi d’interesse futuri e la scelta si fonda sulle aspettative degli operatori sui tassi d’interesse a breve futuri alle diverse scadenze. Ogni agente investe a lunga o a breve a seconda delle sue aspettative sui rendimenti relativi dei titoli. Se sono numerosi, i tassi correnti a più lunga scadenza esprimono la valutazione corrente delle attese (medie) del mercato sui tassi d’interesse di breve periodo futuri: z −1 1 iZ0 ≅ ∑ iSet z t =0 (iSet è il valore atteso del tasso di interesse a breve all’inizio del t-esimo periodo). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 5 Nella realtà, le informazioni disponibili riguardano i tassi d’interesse correnti alle diverse scadenze: derivare dalla struttura dei tassi a lunga le aspettative medie di mercato circa la tendenza (al rialzo o al ribasso) dei tassi a breve. Esempio: 2 titoli a lunga con scadenza contigua, al periodo Z e al periodo (Z+1). Esprimiamo il loro rapporto come sequenza di tassi a breve termine, per ottenere l’espressione del tasso d’interesse a breve atteso per il periodo Z: ∏ (1 + i ) Z (1 + i ) (1 + i ) Z +1 0 Z +1 0 Z Z = et S t =0 Z −1 ∏ (1 + i ) = 1 + iSeZ et S t =0 i0Z+1 e i0Z sono i tassi di interesse correnti sui titoli di durata (Z+1) e Z periodi (entrambi noti) e iSet è il tasso d’interesse atteso, all’inizio del periodo t, su un titolo della durata di un periodo. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 6 Nei logaritmi: (Z + 1)log(1 + iZ0 +1 ) − ( Z ) log(1 + iZ0 ) = log(1 + iSeZ ) Dato che log(1+i) ≅ i: 0 eZ 0 (Z+1) iZ +1 – Z iZ ≅ iS 0 Aggiungendo e sottraendo iZ otteniamo: iSeZ ≅ iZ0 + (Z+1)( iZ0 +1 – iZ0 ) il tasso a breve atteso per un dato periodo (Z+1) − investimento della durata di un periodo da effettuare all’inizio del periodo (Z+1) − implicito nella struttura corrente dei tassi a lunga è dunque ricavabile (con buona approssimazione) dal rendimento di due titoli a lunga di opportuna scadenza e dalla scadenza del titolo. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 7 La struttura per scadenza dei tassi correnti, contenendo la struttura implicita di tutti i tassi a termine di breve periodo, permette di ricavare i valori dei tassi a breve futuri attesi presenti in un dato momento sul mercato. Il mercato fornisce informazioni sulle tendenze dei tassi d’interesse futuri. Gli operatori che si attendono oggi un tasso a breve al tempo t maggiore di quello, iSet, implicito nella attuale situazione di mercato, investono in titoli con scadenza a t periodi e reinvestono la somma in un titolo a breve per l’ulteriore periodo. L’arbitraggio, influenzando la domanda e l’offerta dei titoli, determina variazioni nella loro quotazione, fino a quando non si determina un prezzo di equilibrio che riflette l’opinione media degli operatori sui tassi futuri di breve periodo. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 8 I tassi a termine “impliciti” esprimono una condizione di indifferenza: è equivalente effettuare un investimento/finanziamento per T anni o effettuare la stessa operazione per un periodo inferiore, rinnovandola per il tempo residuo. Esempio. Un investitore vuole investire a 2 anni e osserva: i01=2,50%; i02=2,78%. Opzioni possibili: 1. acquistare un titolo con scadenza a 2 anni; 2. acquistare un titolo a 1 anno e, alla scadenza, reinvestire la somma ottenuta per un ulteriore anno al tasso che si trova sul mercato in quel momento. Le operazioni sono finanziariamente equivalenti se il tasso a un anno fra un anno, i11, è pari al valore X che soddisfa l’uguaglianza: (1+0,0278)2 = (1+0,025)(1+X). Equazione è soddisfatta se: X = (1+0,0278)2/(1+0,025) – 1 = 0,0306. Il tasso a termine equivalente è i11=3,06%. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 9 La curva dei rendimenti e la struttura intertemporale dei tassi d’interesse La disponibilità di una serie di tassi a lunga a diverse scadenze consente di: • disegnare la curva dei rendimenti (yield curve), ossia la relazione tra rendimento e vita residua di un titolo privo di rischio; • ricostruire la struttura esistente in un punto nel tempo dei tassi a termine impliciti per l’intero intervallo di scadenze. Lo scarto fra il tasso a lunga e a termine in corrispondenza della stessa scadenza informa circa le attese del mercato per un rialzo o un ribasso dei tassi d’interesse. La curva dei rendimenti può essere inclinata positivamente (all’aumentare della scadenza i tassi aumentano) o negativamente (all’aumentare della scadenza i tassi diminuiscono). Può anche essere piatta (tassi a breve uguali a quelli a lunga). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 10 Nel caso di una curva dei rendimenti inclinata positivamente (normale), si ha: iSeZ ≅ iZ0 + (Z+1)( iZ0 +1 – iZ0 ) e (i0Z+1 – i0Z ) > 0 Per ogni scadenza, i tassi a termine ieZS sono maggiori dei tassi correnti i0Z per le medesime scadenze: se il tasso a lunga relativo a una data scadenza è pari alla media di tutti i precedenti tassi a breve, l’aumento del tasso corrente a lunga nel passaggio da una scadenza a quella successiva richiede che il corrispondente tasso futuro a breve sia più elevato. Se la curva dei rendimenti è inclinata negativamente (curva invertita), si ha: iSeZ ≅ iZ0 + (Z+1)( iZ0 +1 – iZ0 ) e i0Z+1 - i0Z < 0 Per ogni scadenza, i tassi a termine ieZS sono minori dei tassi correnti i0Z per le medesime scadenze. E se la curva è piatta? G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 11 Se la curva dei rendimenti è crescente, la curva dei tassi a termine si trova sempre al di sopra di essa. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 12 Cosa accade se si ha un tratto decrescente e poi crescente? G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 13 Lo scarto fra il tasso a lunga e quello a termine, dovuto all’arbitraggio operato dagli agenti sulla base delle aspettative sui tassi d’interesse futuri, segnala le loro prospettive future. ¾ Attese di aumenti dei tassi attesi impliciti a breve: tassi a lunga crescenti ¾ Attese di riduzione dei tassi attesi impliciti a breve: tassi a lunga decrescenti Le attese rialziste o ribassiste sono collegate a: Inflazione (l’attesa di un suo aumento implica un maggior tasso di rendimento che compensi la perdita di potere di acquisto del valore nominale dell’investimento finanziario; attese di tassi crescenti; curva dei rendimenti crescente; viceversa, in presenza di attese disinflazionistiche) Evoluzione ciclica dell’economia (fasi espansive/recessive accompagnano attese di tassi crescenti/decrescenti) Politica monetaria attesa G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 14 Altre spiegazioni dello scarto tra tassi a lunga e tassi a breve (pendenza della curva dei rendimenti) si basano sull’ipotesi fondamentale che i titoli con scadenza diversa non siano tra loro perfetti sostituti: chi emette i titoli preferisce fondi a lunga scadenza; chi investe preferisce scadenze più brevi. 1) Premio per la liquidità. Per indirizzare fondi sui titoli a più lunga scadenza, gli investitori richiedono un premio per la liquidità; i tassi a lunga sono più elevati di quanto non sarebbero per effetto esclusivamente delle attese sui tassi futuri. La preferenza degli investitori per i titoli più liquidi deriva da: • incertezza sulle necessità future di fondi; • incertezza sull’andamento dei tassi d’interesse nel lungo periodo; scadenze più brevi garantiscono minori rischi di perdite in conto capitale. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 15 2) Esistenza per gli investitori di un habitat preferito. I mercati dei titoli con scadenze differenti sono “segmentati”: tanti sotto-mercati in cui operano condizioni di domanda e offerta diverse. Gli investitori privilegiano un orizzonte temporale breve; i prenditori di fondi uno lungo. Poiché per i titoli a più breve termine prevale la domanda e per quelli a più lungo termine l’offerta, la curva dei rendimenti ha una inclinazione positiva. Le sue modificazioni sono spiegate da variazioni dei fattori di domanda e offerta dei singoli segmenti del mercato finanziario. I tassi impliciti costituiscono una valutazione “media” del contributo pesato di attese, liquidità e habitat alla determinazione dei tassi alle diverse scadenze. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 10 Pagina 16