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L'OLOCAUSTO
Con il termine Olocausto, a partire dalla seconda metà del XX secolo, si indica il genocidio perpetrato dalla
Germania governata dal Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (più conosciuto come Partito
nazista e indicato con la sigla NSDAP) e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa.
Il termine "olocausto" definisce originariamente un tipo di sacrificio della religione greca, ebraica, nel quale ciò
che si sacrifica viene completamente arso. Da parte di molti studiosi si preferisce indicare il genocidio degli ebrei
con il termine ebraico shoah (catastrofe, disastro), perché questo è più neutro e non ha connotazioni religiose.
L'antisemitismo di Adolf Hitler, leader del partito venne esposto nel suo libro del 1925, Mein Kampf, che,
inizialmente ignorato, divenne popolare in Germania quando Hitler acquistò potere politico.
Hitler salì al potere in Germania il 30 Gennaio 1933, attraverso regolari elezioni democratiche.
Le tappe fondamentali
Si possono individuare alcuni momenti cruciali nell'evoluzione della politica antisemita condotta dal Partito
nazista: l'emanazione delle Leggi di Norimberga; l'elaborazione e poi l'abbandono del "Piano Madagascar"; le
violenze esercitate durante la "notte dei cristalli"; l'elaborazione dei progetti di deportazione e ghettizzazione; le
violenze esercitate dalla Germania nei confronti degli ebrei durante la sua espansione verso est; l'ideazione e
l'esecuzione del progetto di una "soluzione finale" (Operazione Reinhard) attraverso la "macchina dello
sterminio".
Leggi di Norimberga
Sono dette Leggi di Norimberga le leggi promulgate dal Reichstag (il Parlamento tedesco) il 15 settembre del
1935. Il Reichstag per l'occasione venne convocato appositamente a Norimberga.
Le "leggi di Norimberga" proibivano i matrimoni e i rapporti extraconiugali tra ebrei e non ebrei. Lo scopo era il
mantenimento "della purezza del sangue tedesco", uno dei capisaldi dell'ideologia nazionalsocialista. Infrazioni
alla legge erano considerate reato di oltraggio razziale e punite con il carcere.
Si prevedeva inoltre la divisione della popolazione in "cittadini del Reich" cioè cittadini di sangue tedesco o simile
e semplici appartenenti allo stato cioè i "membri di razze estranee". Venne di fatto stabilita una società divisa in
due classi, cittadini con pieni poteri politici e persone con poteri e diritti limitati.
La creazione di una classe privilegiata in quanto "di sangue tedesco o simili" pose le basi per la futura progressiva
riduzione dei diritti dell'altra classe, questo era infatti lo scopo principale di questa legge. Nella legge stessa non
vengono peraltro mai nominati gli ebrei; due mesi dopo viene però emanato il primo decreto attuativo che traduce
con precisione nella pratica il contenuto della legge fornendo delle definizioni di "ebreo" su base genealogica.
Viene infatti dichiarato "ebreo" chi ha almeno tre nonni ebrei e "meticcio ebreo" chi ha uno o due nonni ebrei.
Tutti coloro che erano classificati come "ebrei" non potevano essere "cittadini del Reich": venne quindi tolto loro
il diritto di voto e vennero esclusi dal pubblico impiego.
In poco tempo questa legge divenne uno strumento di progressiva riduzione dei diritti, aumento dei divieti ed
emarginazione per la popolazione classificata come "ebrea", nei dodici successivi regolamenti attuativi (dal 21
dicembre 1935 al 1 luglio 1943) vennero regolamentati e prescritti: il licenziamento degli ultimi funzionari
pubblici e notai; il divieto di esercizio per medici, dentisti, veterinari, farmacisti e avvocati; scioglimento di
qualsiasi associazione o organizzazione ebrea; l'esclusione dall'assistenza sanitaria e dalle scuole pubbliche; la
perdita della cittadinanza in caso di espatrio e contestualmente il sequestro del patrimonio; il sequestro del
patrimonio in caso di decesso.
Piano Madagascar (seconda metà anni Trenta)
Il Piano Madagascar era un progetto concepito dal governo della Germania Nazista per trasferire la popolazione
ebraica dell'Europa sull'isola del Madagascar. L'idea di trasferire gli Ebrei europei in Madagascar non era nuova:
politici e intellettuali antisemiti la proponevano dalla fine dell'Ottocento.
I funzionari del partito nazista si appropriarono dell'idea, e Adolf Hitler la approvò nel 1938. Diversi ufficiali
nazisti vedevano il trasferimento di quattro milioni di Ebrei in Madagascar come di gran lunga preferibile al
graduale processo di deportazione in Polonia.
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Venne coinvolto Adolf Eichmann, che controllava l'ufficio dell'evacuazione Ebraica nel RSHA (Ufficio Centrale
per la Sicurezza del Reich) il quale rilasciò un comunicato ipotizzando il trasferimento di un milione di Ebrei
ogni anno per quattro anni.
In seguito il Regno Unito uscì vittorioso dalla Battaglia d'Inghilterra (una delle battaglie della Seconda guerra
mondiale, si combatte tra luglio-ottobre 1940), e la Germania non fu più in grado di riportare una rapida vittoria.
La flotta inglese non sarebbe stata disponibile per essere usata nelle evacuazioni, e la guerra sarebbe continuata a
tempo indefinito. Si accennò al Madagascar come "super ghetto" in alcune occasioni nei mesi successivi, ma
all'inizio di dicembre il Piano venne di fatto abbandonato.
Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938)
Le politiche antiebraiche della Germania nazista ebbero una svolta con il pogrom (termine di origine russa, che
indica una sommossa popolare antisemita, con conseguenti massacri e saccheggi nei confronti degli ebrei) del 910 novembre 1938, passato alla storia con il nome di «Notte dei cristalli»; organizzato su impulso principale di
Joseph Goebbels (Ministro della Propaganda del governo nazista), il pogrom provocò gravi danni materiali
(815 negozi distrutti, 171 case incendiate, 191 sinagoghe bruciate). Inoltre 36 ebrei vennero uccisi, 36 gravemente
feriti e oltre 20.000 deportati a Dachau (Germania meridionale) e a Buchenwald (Germania centrale).
Emigrazione forzata (1933-1939)
Il 24 gennaio 1939 Hermann Göring (Vice Primo Ministro: è il "numero due" del Regime nazista dopo
Hitler), decise di incrementare al massimo le politiche di emigrazione forzata (iniziate già nel 1933) fino a
rendere la Germania "libera da ebrei". Un ruolo fondamentale nel programma di emigrazione forzata venne
assunto dal tenente colonnello SS Adolf Eichmann. Eichmann, responsabile del "dipartimento giudaico" delle
SS (SS fu la sigla usata per indicare la milizia speciale tedesca destinata a compiti di polizia durante il regime
nazionalsocialista), esperto di questioni ebraiche, aveva partecipato al programma di emigrazione degli ebrei
tedeschi in Palestina (attivato fin dal 1933) e poi nell'ottobre 1938 aveva diretto con successo la sezione
emigrazione costituita a Vienna dopo l'Anschluss (annessione dell'Austria da parte della Germania, nel 1938) che
aveva forzato la partenza di 50.000 ebrei austriaci in sei mesi.
La politica di emigrazione forzata, che era stata perseguita dal Terzo Reich fin dal 1933, non ottenne risultati
decisivi. Dal 1933 al 1938 erano emigrati circa 150.000 ebrei e nel 1939 l'Ufficio di Eichmann, esercitando forti
pressioni, riuscì a far emigrare altre 78.000 persone. Tuttavia il programma di emigrazione in Palestina, favorito
da contatti tra sionisti e agenti tedeschi dell'SD, dovette essere sospeso per i dubbi di Hitler di fronte alla
prospettiva della rinascita di una nazione ebraica in Terra santa. Inoltre anche altre nazioni, come la Svizzera e la
Svezia, ridussero fortemente l'accoglienza; in Polonia, Romania e Ungheria si stavano sviluppando correnti
antisemitiche, la Francia rifiutò di accettare altri ebrei tedeschi, e anche Stati Uniti e Gran Bretagna inasprirono le
leggi sull'immigrazione.
Rimasero attive ancora precarie vie di emigrazione ebraica attraverso Lituania, Unione Sovietica, Shanghai,
Giappone (alcuni Ebrei si rifugiarono infatti in estremo Oriente) e attraverso Spagna e Portogallo; fino al marzo
1941 altri 13.000 ebrei riuscirono a raggiungere illegalmente la Palestina.
Quasi la metà dei circa 400.000 profughi ebrei fuggiti dalla Germania o dai territori dominati dai tedeschi si
stabilirono nei paesi europei e sarebbero rimasti esposti alla macchina del genocidio attivata dal Terzo Reich negli
anni della seconda guerra mondiale.
L'inizio della guerra con l'attacco alla Polonia (1939): progetti di deportazione e
ghettizzazione
L'inizio della seconda guerra mondiale e l'invasione della Polonia da parte della Germania (1 settembre 1939)
provocarono un radicale cambiamento della "questione ebraica" e l'attivazione da parte del Reich di nuove
iniziative sempre più dure; nello spazio di poche settimane la Germania occupò territori in cui vivevano quasi 3
milioni di ebrei.
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Le prime misure contro questa numerosa popolazione ebraica furono immediate: nel corso dell'operazione
Tannenberg (nome in codice di una delle azioni di sterminio dirette contro il popolo polacco, messa in atto nel
1939 durante la seconda guerra mondiale) sette "gruppi operativi speciali" delle SS (Einsatzgruppen) si
incaricarono dell'individuazione e soppressione violenta delle "élite" polacche (potenziali oppositori politici e
intellettuali in grado di salvaguardare la cultura polacca) e degli ebrei. In questa fase i polacchi furono
particolarmente colpiti e circa 39.000 persone furono uccise sommariamente dai tedeschi, mentre la persecuzione
anti-ebraica fu meno sistematica anche se provocò circa 7.000 vittime. Inoltre già alla fine di ottobre 1939 ebbe
inizio l'espulsione degli ebrei presenti nei territori annessi al Reich e la loro deportazione nel Governatorato
Generale (il nome dato dalla Germania nazista all'autorità che governava la parte della Polonia non annessa
direttamente al Reich, dopo la sua occupazione da parte della Wehrmacht, cioè l'esercito tedesco, nel settembre
del 1939). Gli ebrei vennero concentrati in pochi centri urbani in territorio polacco secondo lo schema del ghetto;
anche gli ebrei delle campagne vennero trasferiti in questi centri. Elementi caratterizzanti dei ghetti furono lo
straordinario affollamento, la loro "chiusura", decisa quasi subito, secondo la quale le enclave ebraiche dovevano
essere totalmente isolate dal punto di vista sociale, territoriale ed economico dal resto della città, la diffusione di
fame, malattia e quindi morte.
Il primo ghetto a essere ufficialmente costituito fu quello di Łódź (Polonia) nel dicembre 1939, seguirono poi
Varsavia (Polonia) nell'ottobre 1940, Cracovia (Polonia) nel marzo 1941, Lublino (Polonia) nel marzo 1941,
Kielce (marzo 1941), Radom (Polonia) nell'aprile 1941. La vita degli ebrei in queste aree totalmente isolate e
sovraffollate (il ghetto di Varsavia arrivò a contare 400.000 persone e quello di Łódź 200.000), divenne
estremamente difficile: la fame e le malattie provocarono tassi di mortalità elevatissimi, si diffuse la
microcriminalità, la presenza dei Judenräte (i "consigli ebraici", erano responsabili del governo locale del ghetto
e si occupavano dell'applicazione dei decreti delle autorità di occupazione, ponendosi come interlocutori tra la
popolazione ebraica ed i nazisti) e di una polizia ebraica al servizio dei tedeschi divise la comunità e favorì
recriminazioni e conflittualità, si moltiplicarono rivalità e scontri. Inoltre gli ebrei dei ghetti vennero sfruttati nel
lavoro coatto al servizio dell'apparato produttivo del Reich. L'"Ufficio per l'emigrazione ebraica" diretto dal
tenente colonnello SS Adolf Eichmann studiò i progetti per la deportazione degli ebrei tedeschi, austriaci e del
Protettorato di Boemia e Moravia nel Governatorato Generale, già sovraffollato di ebrei nei ghetti.
L'attacco della Germania all'Unione Sovietica (1941): violenze nei confronti degli ebrei
residenti su territorio sovietico
La fase di pianificazione dell'invasione dell'Unione Sovietica (operazione Barbarossa: denominazione in
codice tedesca per l'invasione dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale, nel 1941) ebbe
conseguenze decisive anche per la popolazione ebraica dell'est. Nei territori sovietici che furono occupati dalla
Wehrmacht (esercito tedesco) nei primi mesi dell'invasione risiedevano 4 milioni di ebrei; circa 1,5 milioni
riuscirono a fuggire abbandonando le proprie case e trasferendosi verso est insieme alle truppe sovietiche in
ritirata, ma gli altri, concentrati prevalentemente nelle aree urbane, subirono le micidiali conseguenze dell'arrivo
dell'invasore tedesco. In un incontro con Hermann Göring (Vice Primo Ministro: è il "numero due" del
Regime nazista dopo Hitler), Heydrich discusse una nuova "soluzione per la questione ebraica"; la proposta
verteva sulla deportazione di tutti gli ebrei europei all'est, probabilmente nell'estremo nord sovietico, dove
sarebbero stati tenuti sotto sorveglianza.
Nell'aprile 1941 furono costituiti, sulla base delle esperienze precedenti in Polonia, quattro gruppi operativi mobili
delle SS (Einsatzgruppen) incaricati di eliminare qualunque opposizione nei territori occupati, di mantenere
l'ordine e di sterminare membri del partito comunista, eventuali partigiani ed ebrei. Inoltre una direttiva di
Heydrich del giugno 1941 stabilì che, oltre a eliminare tutti i funzionari ebrei, fossero incoraggiati pogrom
antiebraici sfruttando i diffusi sentimenti antisemiti presenti nelle popolazioni e nelle minoranze nazionaliste dei
Paesi Baltici, della Bielorussia e dell'Ucraina.
A partire dal luglio 1941 si scatenò nelle terre dell'est un'ondata di violenze, di massacri e di stermini di massa:
alla fine di luglio 1941 Heinrich Himmler (capo delle SS, ovvero la milizia speciale tedesca destinata a compiti
di polizia durante il regime nazionalsocialista) diramò un "ordine esplicito" in cui prescriveva ad alcune
formazioni SS di uccidere "tutti gli ebrei", e in una successiva comunicazione parlò di fucilare, se ci fosse stato
bisogno, anche donne e bambini che quindi in futuro non avrebbero potuto trasformarsi in vendicatori.
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Particolarmente micidiale risultò l'operato delle Einsatzgruppen nei Paesi Baltici: i nazionalisti locali di Lituania e
Lettonia scatenarono pogrom sanguinosi.
Gli Einsatzgruppen uccisero circa 1.000 persone al mese; i compiti venivano svolti con precisione burocratica e
con un'attenta pianificazione logistica; le tecniche di sterminio erano standardizzate. Le vittime venivano condotte
nei pressi di fossati anticarro o crateri di granata o erano costrette a scavare loro stesse delle fosse; quindi
venivano uccise con il fuoco di mitragliatrice o armi leggere. In alcuni reparti era in azione "specialisti nel tiro alla
nuca", altri impiegavano il tiro di squadra a distanza, un altro metodo impiegato era il cosiddetto "sistema delle
sardine" che prevedeva di far distendere sul fondo del fossato il primo gruppo e poi di sterminarlo con il fuoco
incrociato dall'alto, seguito da altri cinque o sei gruppi successivi che venivano fatti distendere sopra i cadaveri.
Queste tecniche combinavano la macabra efficacia con la necessità di mantenere impersonali le esecuzioni per
conservare il morale e la solidità nervosa degli esecutori dei massacri.
In Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina oltre che alle fucilazioni si fece ricorso ad autocarri a gas
provenienti da Berlino che fornirono un servizio mobile di gassazione.
La soluzione finale: l'Operazione Reinhard (1941-1943)
Il termine "soluzione finale della questione ebraica" fu usato dai nazionalsocialisti a partire dalla fine del 1940,
dapprima per definire le deportazioni verso est della popolazione ebraica che si trovava allora nei territori
controllati dalla Wehrmacht (esercito tedesco), poi, dall'agosto del 1941, per riferirsi allo sterminio sistematico
della stessa, che oggi viene comunemente chiamato Olocausto, o Shoah. Questo eufemismo serviva da una parte a
mimetizzare il genocidio verso l'esterno, dall'altra per una giustificazione ideologica, come se davvero si
risolvesse un problema di portata mondiale. Di certo nell'estate del 1941 il termine "Soluzione Finale" aveva
assunto ormai l'accezione di genocidio.
L'andamento delle operazioni militari condotte dalla Germania a est, contro l'Unione Sovietica fu molto diverso
dalle previsioni dei dirigenti tedeschi e dopo il fallimento della battaglia di Mosca (settembre 1941-gennaio1942),
che vide l'esercito tedesco sconfitto, divenne irrealizzabile un progetto di deportazione di massa nell'estremo nord
sovietico. Negli ultimi tre mesi del 1941 Hitler mostrò qualche incertezza sulle decisioni da prendere; la decisione
di procedere allo sterminio potrebbe essere stata presa in considerazione dal Führer nel mese di ottobre e resa
definitiva e irreversibile a dicembre dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti (dicembre 1941).
Il 20 gennaio 1942 si tenne a Berlino la cosiddetta Conferenza di Wannsee (si tenne in una villa sulle rive del
lago); presieduta da Heydrich, vide la partecipazione di quattordici persone tra segretari di stato e alti funzionari,
compreso Eichmann con funzioni di segretario, ed esaminò a fondo i dettagli burocratico-amministrativi del
progetto di "soluzione finale della questione ebraica" .
Heydrich calcolò in circa 11 milioni le persone coinvolte nel progetto di soluzione finale ed elencò
dettagliatamente le varie comunità ebraiche europee (comprese quelle di Gran Bretagna, URSS, Svizzera). Parlò
di deportazione, di lavori forzati per i fisicamente idonei, di trasferimento al campo di Theresienstadt (Repubblica
Ceca) di vecchi, invalidi e dei decorati veterani di guerra. La gran massa di ebrei non rientranti in queste categorie
sarebbe stata immediatamente sterminata.
Reinhard Heydrich fu una delle menti principali dietro all'olocausto. "Operazione Reinhardt" era il nome in codice
dato dai nazisti al progetto di sterminio degli ebrei. L'esecuzione dell'Aktion Reinhardt fu lo stadio iniziale
dell'olocausto (tra fine 1941 e 1943). L'Aktion Reinhardt trasferiva lo sterminio in campi di concentramento in
sostituzione dei massacri mobili operati dalle milizie SS per ovviare a diversi inconvenienti. Era considerato un
sistema più "umano" di portare avanti le esecuzioni di massa, non perché vi fossero minori sofferenze per i
condannati, ma perché risultava meno provante per coloro che compivano le esecuzioni. Le esecuzioni di massa
con fucili e mitragliatori avevano un effetto avverso sulla stabilità mentale e la coscienza delle unità di SS
incaricate delle esecuzioni (Einsatzgruppen). Durante l'Aktion Reinhard venne utilizzato il gas per uccidere le
persone, astraendo così l'atto stesso di uccidere; fu l'inizio di una metodologia "industriale" di esecuzioni capitali,
mai prima d'allora conosciuta dalla razza umana.
Va ricordato che i primi campi di concentramento nazionalsocialisti erano stati fondati nel 1933, pochi mesi dopo
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l'ascesa al potere di Hitler. Il loro scopo era stato quello di rinchiudere e controllare oppositori politici, criminali
comuni, omosessuali. La politica nazista del primo periodo non includeva tra le categorie da internare gli ebrei.
Alcuni ebrei erano stati internati nei campi di concentramento ma perché reputati oppositori politici e non come
forma di persecuzione della razza ebraica (a differenza di quanto avvenne in seguito). Nonostante le condizioni di
vita terribili, che andarono via via peggiorando e le numerose morti, questi campi non erano progettati, a
differenza di quelli dell'Operazione Reinhard, per l'omicidio di massa.
Quattro campi di sterminio con camere a gas vennero costruiti durante l'Aktion Reinhardt: Chełmno, Bełżec,
Sobibór e Treblinka (tutti in Polonia). Come minimo 1,7 milioni di persone vennero sterminate in questi campi,
utilizzando il gas di scarico (in buona parte monossido di carbonio) di alcuni motori di carriarmati russi,
successivamente ad Auschwitz-Birkenau venne utilizzato un gas anti-parassitario letale: il tristemente noto
Zyklon-B a base di acido cianidrico. Strategicamente posizionati in zone scarsamente popolate della Polonia
Orientale, ma ben serviti da linee ferroviarie, Belzec, Sobibor e Treblinka furono utilizzati per lo sterminio degli
ebrei dell'Europa orientale. A differenza dei campi di concentramento già esistenti e di Auschwitz, che divenne in
seguito il simbolo della Shoah, dove una buona parte dei prigionieri veniva fatta lavorare fino all'esaurimento
prima di venire assassinata (vi era stato stabilito un impianto di carburanti e gomma sintetica della I.G. Farben
cioè un'azienda di prodotti chimici), i campi dell'Operazione Reinhard vennero creati con l'unico scopo di
uccidere gli ebrei che vi giungevano nel più breve tempo possibile.
Nell'ottobre 1943, nel corso di due discorsi tenuti ai generali SS, Heinrich Himmler (capo delle SS, ovvero la
milizia speciale tedesca destinata a compiti di polizia durante il regime nazionalsocialista) parlò in modo esplicito
dello "sterminio del popolo ebraico". Motivò la decisione di uccidere anche donne e bambini parlando di
"soluzione chiara" e di "non avere il diritto di uccidere gli uomini e lasciare che i loro figli crescano per poi
vendicarsi"; espresse apertamente che si era dovuta prendere la "difficile decisione" di far scomparire dalla terra il
popolo ebraico. Presentò lo sterminio come un impegno duro, difficile ma "glorioso" e fondamentale per la
sopravvivenza del popolo tedesco.
Auschwitz-Birkenau (Polonia)
Le deportazioni sistematiche ad Auschwitz-Birkenau (dove dal settembre del 1941 venne impiegato per le
gassazioni per la prima volta su larga scala lo Zyklon B cioè acido cianidrico) degli ebrei europei ebbero inizio
nel luglio 1942: le squadre SS procedevano alla selezione degli internati, circa il 25% delle persone di ogni
convoglio (quelli ritenuti fisicamente "adatti al lavoro") veniva temporaneamente trasferito, in media per un
periodo di circa tre mesi, nei campi di lavoro del lager per essere sfruttati come manodopera schiava in condizioni
di vita estreme. Gli altri venivano immediatamente uccisi nelle camere a gas. I sopravvissuti venivano
periodicamente selezionati e poi inviati nelle camere di sterminio mentre alcuni venivano utilizzati dai medici e
biologi presenti ad Auschwitz (tra cui il dottor Josef Mengele) per un'ampia varietà di esperimenti medici.
Sonderkommandos (squadre speciali) dirette dalle SS e costituite da ebrei ai quali veniva imposto il compito, si
occupava del funzionamento delle camere a gas e dei crematori: taglio dei capelli, estrazione dei cadaveri,
recupero dei beni delle vittime, incenerimento dei corpi.
Il 19 marzo 1944 la Wehrmacht occupò l'Ungheria: Eichmann arrivò subito a Budapest dove diede inizio al
rastrellamento degli ebrei; il 14 maggio 1944 ebbero inizio deportazioni ad Auschwitz. Tra maggio e giugno 1944
con l'annientamento degli ebrei ungheresi il campo di Auschwitz raggiunse l'apice della sua attività di sterminio,
le vittime mensili quadruplicarono e la capacità dei nuovi inceneritori venne portata a 132.000 cadaveri al mese.
Nel campo di sterminio di Auschwitz vennero deportati come minimo 1.100.000 ebrei, provenienti da Ungheria,
Polonia, Francia, Paesi Bassi, Grecia, Boemia e Moravia, Germania e Austria, Slovacchia, Belgio, Jugoslavia,
Italia, Norvegia.
Liberazione dei campi e "marce della morte" (1944-1945)
Il catastrofico peggioramento della situazione bellica tedesca sui fronti di guerra tra 1944 e 1945 provocò un
ultimo cambiamento dei piani tedeschi riguardo al problema ebraico: si decise quindi di abbandonare i campi
dell'est esposti all'avanzata dell'esercito sovietico (Armata Rossa) distruggendoli per cancellare le tracce del
genocidio; si stabilì inoltre il trasferimento forzato dei detenuti superstiti di nuovo in Germania (i prigionieri
malati o non in grado di affrontare il viaggio in carri bestiame o a piedi sarebbero stati uccisi).
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Alla fine del 1944 Heinrich Himmler (capo delle SS, ovvero la milizia speciale tedesca destinata a compiti di
polizia durante il regime nazionalsocialista) ordinò di accelerare la distruzione di Auschwitz ma l'operazione non
era ancora compiuta quando le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo il 27 gennaio 1945, trovando ancora
prigionieri malati, edifici, documenti ed enormi quantità di effetti personali delle vittime. Dai documenti
dell'Armata Rossa risulta che vennero liberati 2.819 prigionieri e furono trovati 348.820 abiti maschili e 836.255
cappotti e abiti femminili.
Nelle ultime settimane della guerra i prigionieri superstiti vennero trasferiti dalle SS a ovest in campi di
detenzione in Germania per evitare che venissero liberati; i deboli e i malati vennero uccisi sommariamente prima
dell'evacuazione dei campi. Quelli in grado di sopportate il viaggio vennero costretti a estenuanti "marce della
morte" attraverso cittadine di campagna fino a nuovi campi sovraffollati dove furono falcidiati dalla fame e dalle
malattie. 80.000-100.000 ebrei morirono in quest'ultima fase della guerra.
Le vittime
I calcoli delle vittime durante il genocidio degli ebrei d'Europa sono ancora oggi oggetto di dibattito nelle fonti.
La cifra più comunemente accettata è di 5.700.000 morti. La fase del vero e proprio sterminio ebbe inizio nel
1941, quando vennero uccisi 1,1 milioni di ebrei prevalentemente all'est dagli Einsatzkommandos (una cifra dieci
volte più alta di quella del 1940), mentre l'anno con il maggior numero di morti fu il 1942, il periodo
dell'operazione Reinhard, con 2,7 milioni di ebrei uccisi. Il numero delle vittime discese invece nel 1943, con
500.000 morti, e nel 1944, con 600.000 ebrei sterminati, principalmente ad Auschwitz.
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