Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Caccia al
tesoro di una
vita
Ovvero:
Dove cerco la
felicità?
Questo libretto è di
Luca brogi
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Benedictus
Benedetto il Signore Dio d' Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso,
per bocca dei suoi santi profeti d' un tempo:
Magnificat
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
Cosi egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo é il suo nome:
di servirlo senza timore, in santità e giustizia,
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
di generazione in generazione
la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
E tu, bambino, sarai chiamato
profeta dell' Altissimo
perché andrai innanzi al Signore
a preparargli le strade,
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
per dare al suo popolo
la conoscenza della salvezza,
nella remissione dei suoi peccati,
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall' alto un sole che sorge,
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre,
e nell' ombra della morte
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace.
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per
sempre.
Gloria
Gloria
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Domenica 3 gennaio
L’icona evangelica
Matteo (2, 1-12)
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Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi
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vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei
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Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire
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questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi
dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva
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nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per
mezzo del profeta:
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E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
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Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza
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il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e
informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo
sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
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Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
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precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al
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vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il
bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro
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scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non
tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Mettersi in cammino
Dove i Magi hanno trovato la forza per il loro lungo viaggio, non certo privo di rischi,
anzitutto il rischio del fallimento, della perdita di tempo, del non senso, dell’essere
presi in giro per le loro idee visionarie?
Dove la possiamo trovare noi? Se guardiamo la nostra vita, dov’è la stella? Perché,
per chi siamo venuti qui a vivere questa convivenza?
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
La stella che ci precede o, se volete, l’antefatto da cui partire, è il dono di un
incontro: da quello tra tuo padre e tua madre da cui tu hai avuto origine, allo
sguardo della persona di cui sei innamorato, agli amici che ti hanno invitato (anche
solo come spinta ad esserci, a motivazione per non rimanere a casa)… È una trama
di rapporti che si esprime fisicamente, è questo insieme di persone che mi
circondano qui e nei vari momenti della mia quotidianità.
Questo è il dono che, come la stella per i Magi, ci precede. Ad una condizione però:
la stella va seguita, come fecero i Magi, esponendosi, rischiando, pagando di
persona. Tu sei uscito di casa per essere qui. Hai investito in questa esperienza: hai
scelto. Hai preferito questa ad altre mille modalità – magari anche più attraenti – di
stare insieme. Questo fa la differenza!
Il tesoro nascosto
Il cammino dell'uomo, Martin Buber
«Ai giovani che venivano da lui per la prima volta, Rabbi Bunam era solito raccontare
la storia di Rabbi Eisik, figlio di Rabbi Jekel di Cracovia.
Dopo anni e anni di dura miseria, che però non avevano scosso la sua fiducia in Dio,
questi ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che
conduce al palazzo reale. Quando il sogno si ripeté per la terza volta, Eisik si mise in
cammino e raggiunse a piedi Praga. Ma il ponte era sorvegliato giorno e notte dalle
sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare nel luogo indicato. Tuttavia tornava al
ponte tutte le mattine, girandovi attorno fino a sera. Alla fine il capitano delle guardie, che
aveva notato il suo andirivieni, gli si avvicinò e gli chiese amichevolmente se avesse perso
qualcosa o se aspettasse qualcuno. Eisik gli raccontò il sogno che lo aveva spinto fin lì dal
suo lontano paese. Il capitano scoppiò a ridere: "E tu, poveraccio, per dar retta a un sogno
sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Allora anch'io avrei
dovuto mettermi in cammino per obbedire a un sogno e andare fino a Cracovia, in casa di
un ebreo, un certo Eisik, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa! Eisik, figlio di
Jekel, ma scherzi? Mi vedo proprio a entrare e mettere a soqquadro tutte le case in una
città in cui metà degli ebrei si chiamano Eisik e l'altra metà Jekel!". E rise nuovamente.
Eisik lo salutò, tornò a casa sua e dissotterrò il tesoro con il quale costruì la sinagoga
intitolata "Scuola di Reb Eisik, figlio di Reb Jekel".
Ricordati bene di questa storia - aggiungeva allora Rabbi Bunam - e cogli il
messaggio che ti rivolge: c'è qualcosa che tu non puoi trovare in alcuna parte del
mondo, eppure esiste un luogo in cui la puoi trovare».
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
in cammino con la testa e con il cuore
APPASSIONATI DELLA REALTÀ (CARD. ANGELO SCOLA)
La vita è un viaggio attraverso la realtà, come il viaggio dei Magi. Un viaggio
nella realtà. Ma la realtà è carica di contraddizioni: bene e male, luce e ombra,
gioia e tristezza… Per questo il nostro viaggio, come quello dei Magi, può
apparirci in certi momenti una follia, come scriveva un poeta inglese, T. Eliot:
“con le voci che cantavano agli orecchi
dicendo che questo era tutta follia”
Il nostro viaggio passa attraverso la contraddizione. Non solo quella riportataci
dalle forti immagini che i giornali e la televisione ci offrono quotidianamente, in
cui la realtà è rappresentata nuda e cruda, nella sua luce e nel suo buio, ma
anche la contraddizione che c’è in te: la tua fatica ad amare, la tua fatica a
studiare; il fascino intenso di un’amicizia donata e l’estrema facilità con cui tu la
sciupi. Il gusto delicato dell’amore che comincia e il rischio di vanificarlo con moti
di egoismo possessivo.
Però, amico, se sei qui non ti conviene stare con la testa immersa nei tuoi
pensieri, con il cuore ingombro delle tue mille preoccupazioni, con le orecchie
tappate, come quando in giro per le strade vi mettete gli auricolari per ascoltare
la musica. Si può vedere tutto e non guardare nulla. Si può pensare a tutto
senza avere davanti nulla.
L’ora delle stelle
COMPIETA DOPO I SECONDI VESPRI DELLA DOMENICA
Convertici, Dio, nostra salvezza.
E placa il tuo sdegno verso di noi.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria. Alleluia
Salmo 90
Ant. Agli angeli il Signore ha ordinato di custodirti; *
sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Tu che abiti al riparo dell’Altissimo *
e dimori all’ombra dell’Onnipotente,
di’ al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, *
mio Dio, in cui confido”.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, *
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne *
sotto le sue ali troverai rifugio.
La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; *
non temerai i terrori della notte,
né la freccia che vola di giorno, †
la peste che vaga nelle tenebre, *
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
Mille cadranno al tuo fianco †
e diecimila alla tua destra; *
ma nulla ti potrà colpire.
Solo che tu guardi, con i tuoi occhi *
vedrai il castigo degli empi.
Poiché tuo rifugio è il Signore *
e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora,
non ti potrà colpire la sventura, *
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli *
di custodirti in tutti i tuoi passi.
Sulle loro mani ti porteranno *
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Camminerai su aspidi e vipere, *
schiaccerai leoni e draghi.
Lo salverò, perché a me si è affidato; *
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta; †
presso di lui sarò nella sventura, *
lo salverò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni *
e gli mostrerò la mia salvezza.
Gloria.
Ant. Agli angeli il Signore ha ordinato di custodirti; *
sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Lettura Breve (Ap 22,4-5)
Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi
sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Responsorio breve
Custodiscimi, Signore.
Custodiscimi, Signore, * come pupilla degli occhi.
Proteggimi all’ombra delle tue ali.
Come pupilla degli occhi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Custodiscimi, Signore, * come pupilla degli occhi.
Cantico di Simeone
Ant. Salvaci, Signore, nella veglia, difendici nel sonno; *
il cuore vegli con Cristo, e il corpo riposi nella pace.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo *
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, *
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti *
e gloria del tuo popolo Israele.
Gloria.
Ant. Salvaci, Signore, nella veglia, difendici nel sonno; *
il cuore vegli con Cristo, e il corpo riposi nella pace.
Orazione
Alla fine del giorno che ha celebrato il Salvatore risorto, a te salga, Padre, la supplica:
donaci di riposare nella pace, sicuri da ogni male, e di ridestarci in letizia al canto delle
tue lodi. Per Cristo nostro Signore.
Ave maria
Dormiamo in pace.
Vigiliamo in Cristo.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Lunedì 4 gennaio
L’ora della luce
CANTICO DI ZACCARIA (PAG. 2)
Ant. Gloria a Dio nell’alto dei cieli *
E pace in terra. Alleluia, alleluia, alleluia
Salmo 26
Ant. Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
Se contro di me si accampa un
esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della
sua dimora,
mi solleva sulla rupe.
E ora rialzo la testa
sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici
d'esultanza,
inni di gioia canterò al Signore.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me!
Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore:
«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia
salvezza.
Mio padre e mia madre mi hanno
abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.
Non espormi alla brama dei miei
avversari;
contro di me sono insorti falsi
testimoni
che spirano violenza.
Sono certo di contemplare la bontà del
Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera
nel Signore.
Gloria.
Ant. Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Salmo 83
Quanto sono amabili le tue dimore, *
Signore degli eserciti!
L’anima mia languisce *
e brama gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne *
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova la casa, *
la rondine il nido,
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, *
mio re e mio Dio.
Beato chi abita la tua casa: *
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza *
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente, *
anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore, *
finchè compare davanti a Dio in Sion.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, *
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. Vedi, Dio, nostro scudo, *
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nei tuoi atri *
è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio *
è meglio che abitare nelle tende degli empi.
Poiché sole e scudo è il Signore Dio; †
il Signore concede grazia e gloria, *
non rifiuta il bene
a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti, *
beato l’uomo che in te confida.
Gloria...
Preghiamo.
La venuta del tuo Unigenito, o Dio, ci salvi dal male, che insidia nel tempo presente,
e guidi i nostri passi al regno eterno. Per Cristo nostro Signore.
PADRE NOSTRO.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Il rischio: l’indifferenza
Credere, amare, resistere
Nek
Perché il problema resta quello di sempre
l'indifferenza un muro trasparente
tutte le volte che di fronte al dolore ho cambiato canale
ho tradito anche me
E ho camminato con il cuore in silenzio
come se il mondo fosse quello di un altro
ed ho ignorato tutti primo me stesso
fino a quando ho sentito che mi importa di te.
Voglio credere amare resistere
forse così io posso dire di esistere
se non mi senti proverò anche ad urlare
perché ti possa arrivare tutto il bisogno che c'è
voglio credere amare resistere
come un respiro sono qui per insistere
se non mi vedi lancerò il mio segnale
perché tu possa accettare che c'è bisogno di te e di me
Come facciamo a non sentire quel grido
come nascondi il sole dietro ad un dito?
Se qualcuno perde , perdono tutti
giù le mani dagli occhi che da fare ce n'è
Nessuno è più forte
nessuno è più forte
io voglio fidarmi
tu ci riesci a fidarti di me
Voglio credere amare resistere
forse così io posso dire di esistere
se non mi senti proverò anche ad urlare
perché ti possa arrivare tutto il bisogno che c'è
voglio credere amare resistere
come un respiro sono qui per insistere
se non mi vedi lancerò il mio segnale
perché tu possa accettare che c'è bisogno di te
Nessuno è più forte
nessuno è più forte
io voglio fidarmi
tu ci riesci a fidarti di me
Credere amare resistere
forse così io posso dire di esistere
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
se non mi senti proverò anche ad urlare
perché ti possa arrivare tutto il bisogno che c'è
voglio credere amare resistere
come un respiro sono qui per insistere
se non mi vedi lancerò il mio segnale
perché tu possa accettare che c'è bisogno di te e di me
La verità ci rende liberi!
“Credere, amare, resistere” per me significa…
Pratica - mente
“Sono convinta che oggi la povertà più grande sia il non sentirsi dono di Dio per gli
altri, l’aver perso la consapevolezza che un filo invisibile ci lega gli uni agli altri per
formare un tessuto di fraternità (R. Tabasso del Sermig).
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
L’antidoto 1: Accorgersi…
Meraviglioso
Negramaro
E' vero
credetemi è accaduto
di notte su di un ponte
guardando l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo giù uh
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle
forse un angelo
vestito da passante
mi portò via dicendomi
Così ih:
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino il tuo dolore
potrà apparire poi
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La luce di un mattino
l'abbraccio di un amico
il viso di un bambino
meraviglioso
meraviglioso…
meraviglioso
meraviglioso
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La notte era finita
e ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso....
meraviglioso
meraviglioso
meraviglioso
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Ti ricordi l’incontro che abbiamo fatto dopo gli attentati di Parigi? Ti ricordi cosa
aveva detto Sebastien al giornalista? Eccone uno stralcio…:
E tu che cosa hai imparato, gli chiede l’intervistatore, che cosa hai capito in quelle terribili
ore? Io, risponde Sébastien, «oggi capisco che ogni attimo che passo con le persone che mi
sono care, è un dono, è una benedizione. Ogni semplice momento della vita fa parte delle
cose più belle che abbiamo, e non ce ne rendiamo conto. Se non quando ci capita una
specie di elettrochoc, come quello che io ho vissuto. Ho l’impressione di essere nato una
seconda volta. E voglio essere capace di gustare questa nuova vita, che mi è stata offerta.
Quelle poche frasi di un ragazzo che era andato a un concerto, in una sera come tante,
paiono avere la densità di un metallo pesante e prezioso. «Ogni attimo con i miei cari è un
dono». Nel fondo del terrore, paradossale, si apre una tenue luce: la coscienza di quale
benedizione sia essere nati, essere vivi, amare. Come è sembrato chiaro in quegli istanti,
col fiato della morte sul collo, come è sembrato evidente, che la vita è uno splendido dono.
E io, che non me ne ero accorto, sembra di leggere fra le parole di questo sopravvissuto - lo
stupore di chi si batte una mano sulla fronte, costernato: ma come ho fatto, fino ad ora, a
non vedere?».
L’ora delle stelle
COMPIETA DEL LUNEDÌ
Convertici, Dio, nostra salvezza.
E placa il tuo sdegno verso di noi.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria. Alleluia
Salmodia
Ant. Custodiscimi, Signore, perché resti fedele.
Signore, tendi l’orecchio, rispondimi, *
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele; *
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.
Pietà di me, Signore, *
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo, *
perché a te, Signore, innalzo l’anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni, *
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera *
e sii attento alla voce della mia supplica.
Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido *
e tu mi esaudirai.
Fra gli dèi nessuno è come te, Signore, *
e non c’è nulla che uguagli le tue opere.
Tutti i popoli che hai creato verranno †
e si prostreranno davanti a te, o Signore, *
per dare gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie: *
tu solo sei Dio.
Mostrami, Signore, la tua via, *
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice *
che tema il tuo nome.
Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore *
e darò gloria al tuo nome sempre,
perché grande con me è la tua misericordia: *
dal profondo degli inferi mi hai strappato.
Mio Dio, mi assalgono gli arroganti, †
una schiera di violenti attenta alla mia vita, *
non pongono te davanti ai loro occhi.
Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, *
lento all’ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia: †
dona al tuo servo la tua forza, *
salva il figlio della tua ancella.
Dammi un segno di benevolenza; †
vedano e siano confusi i miei nemici, *
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.
Gloria.
Ant. Custodiscimi, Signore, perché resti fedele.
Lettura Breve (1Ts 5,9-10)
Fratelli, Dio ci ha destinati all’acquisto della salvezza per mezzo del Signore nostro
Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo,
viviamo insieme con lui.
Responsorio breve
Conserva ai miei occhi la luce.
Conserva ai miei occhi la luce, * perché non mi sorprenda il sonno della morte.
Guarda e rispondimi, o Dio.
Perché non mi sorprenda il sonno della morte.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Conserva ai miei occhi la luce, * perché non mi sorprenda il sonno della morte.
Cantico di Simeone
Ant. Perfino i capelli del vostro capo sono contati; *
non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo *
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, *
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti *
e gloria del tuo popolo Israele.
Gloria.
Ant. Perfino i capelli del vostro capo sono contati; *
non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri.
Orazione
Rischiara, o Dio, le nostre tenebre e dalle insidie notturne difendi sempre i tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla Beata Vergine maria
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu, che accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
Dormiamo in pace.
Vigiliamo in Cristo.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
Martedì 5 gennaio
L’ora della luce
CANTICO DI ZACCARIA (PAG. 2)
Ant. Non abbiate paura: il Signore è con voi *
Adoratelo nel vostro cuore.
SALMO 8
Ant. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti, affermi, Signore, la tua potenza.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Gloria.
Ant. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti, affermi, Signore, la tua potenza.
PADRE NOSTRO.
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Alla ricerca della felicità
Milano, 3-6 gennaio 2016
L’antidoto 2: Riconoscere il legame
DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
2016:
«Noi esistiamo in relazione con i nostri fratelli e sorelle, nei confronti dei quali
abbiamo una responsabilità e con i quali agiamo in solidarietà. Al di fuori di questa
relazione, ci si troverebbe ad essere meno umani. E’ proprio per questo che
l’indifferenza costituisce una minaccia per la famiglia umana. Mentre ci
incamminiamo verso un nuovo anno, vorrei invitare tutti a riconoscere questo fatto,
per vincere l’indifferenza e conquistare la pace.
Alcune forme di indifferenza
Certo è che l’atteggiamento dell’indifferente, di chi chiude il cuore per non prendere
in considerazione gli altri, di chi chiude gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o
si scansa per non essere toccato dai problemi altrui, caratterizza una tipologia umana
piuttosto diffusa e presente in ogni epoca della storia. Tuttavia, ai nostri giorni esso
ha superato decisamente l’ambito individuale per assumere una dimensione globale e
produrre il fenomeno della “globalizzazione dell’indifferenza”.
La prima forma di indifferenza nella società umana è quella verso Dio, dalla quale
scaturisce anche l’indifferenza verso il prossimo e verso il creato. È questo uno dei
gravi effetti di un umanesimo falso e del materialismo pratico, combinati con un
pensiero relativistico e nichilistico. L’uomo pensa di essere l’autore di sé stesso, della
propria vita e della società; egli si sente autosufficiente e mira non solo a sostituirsi a
Dio, ma a farne completamente a meno; di conseguenza, pensa di non dovere niente
a nessuno, eccetto che a sé stesso, e pretende di avere solo diritti. Contro questa
autocomprensione erronea della persona, Benedetto XVI ricordava che né l’uomo né
il suo sviluppo sono capaci di darsi da sé il proprio significato ultimo; e prima di lui
Paolo VI aveva affermato che «non vi è umanesimo vero se non aperto verso
l’Assoluto, nel riconoscimento di una vocazione, che offre l’idea vera della vita
umana».
L’indifferenza nei confronti del prossimo assume diversi volti. C’è chi è ben
informato, ascolta la radio, legge i giornali o assiste a programmi televisivi, ma lo fa in
maniera tiepida, quasi in una condizione di assuefazione: queste persone conoscono
vagamente i drammi che affliggono l’umanità ma non si sentono coinvolte, non
vivono la compassione. Questo è l’atteggiamento di chi sa, ma tiene lo sguardo, il
pensiero e l’azione rivolti a sé stesso. Purtroppo dobbiamo constatare che l’aumento
delle informazioni, proprio del nostro tempo, non significa di per sé aumento di
attenzione ai problemi, se non è accompagnato da un’apertura delle coscienze in
senso solidale. Anzi, esso può comportare una certa saturazione che anestetizza e, in
qualche misura, relativizza la gravità dei problemi. «Alcuni semplicemente si
compiacciono incolpando i poveri e i paesi poveri dei propri mali, con indebite
generalizzazioni, e pretendono di trovare la soluzione in una “educazione” che li
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tranquillizzi e li trasformi in esseri addomesticati e inoffensivi. Questo diventa ancora
più irritante se gli esclusi vedono crescere questo cancro sociale che è la corruzione
profondamente radicata in molti Paesi – nei governi, nell’imprenditoria e nelle
istituzioni – qualunque sia l’ideologia politica dei governanti».
In altri casi, l’indifferenza si manifesta come mancanza di attenzione verso la realtà
circostante, specialmente quella più lontana. Alcune persone preferiscono non
cercare, non informarsi e vivono il loro benessere e la loro comodità sorde al grido di
dolore dell’umanità sofferente. Quasi senza accorgercene, siamo diventati incapaci di
provare compassione per gli altri, per i loro drammi, non ci interessa curarci di loro,
come se ciò che accade ad essi fosse una responsabilità estranea a noi, che non ci
compete. «Quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci
dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro
problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… Allora il nostro cuore
cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di
quelli che non stanno bene».
Vivendo in una casa comune, non possiamo non interrogarci sul suo stato di salute,
come ho cercato di fare nella Laudato si’. L’inquinamento delle acque e dell’aria, lo
sfruttamento indiscriminato delle foreste, la distruzione dell’ambiente, sono sovente
frutto dell’indifferenza dell’uomo verso gli altri, perché tutto è in relazione. Come
anche il comportamento dell’uomo con gli animali influisce sulle sue relazioni con gli
altri, per non parlare di chi si permette di fare altrove quello che non osa fare in casa
propria.
In questi ed in altri casi, l’indifferenza provoca soprattutto chiusura e disimpegno, e
così finisce per contribuire all’assenza di pace con Dio, con il prossimo e con il creato.
L’indifferenza cerca spesso pretesti: nell’osservanza dei precetti rituali, nella quantità
di cose che bisogna fare, negli antagonismi che ci tengono lontani gli uni dagli altri,
nei pregiudizi di ogni genere che ci impediscono di farci prossimo.»
In quali forme si esprime la mia indifferenza?
Pratica - mente
“Essere fratelli e sorelle vuol dire riconoscerci come bisognosi della stima,
dell’interesse, della curiosità dell’altro/a perché in fondo “tu mi sei prezioso e la tua
umanità mi rende più uomo, più donna, più vero con me stesso, più capace di vivere”.
A questo punto sento che dovremo imparare a dire grazie per tutte le persone che ci
hanno aiutato con la loro presenza ad essere quello che siamo ogni giorno.
“La verità abita negli incontri umani, non ha altro posto per manifestarsi” (Z. Bauman)
“Saper cogliere la propria gioia nella gioia degli altri è il segreto della felicità” (G.
Bernanos)
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L’ora delle stelle
COMPIETA DEL MARTEDÌ
Convertici, Dio, nostra salvezza.
E placa il tuo sdegno verso di noi.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria. Alleluia
Salmodia
Ant. Insegnami a compiere il tuo volere, *
perché sei tu il mio Dio.
Signore, ascolta la mia preghiera, †
porgi l’orecchio alla mia supplica, tu che sei fedele, *
e per la tua giustizia rispondimi.
Non chiamare in giudizio il tuo servo: *
nessun vivente davanti a te è giusto.
Il nemico mi perseguita, *
calpesta a terra la mia vita,
mi ha relegato nelle tenebre *
come i morti da gran tempo.
In me languisce il mio spirito, *
si agghiaccia il mio cuore.
Ricordo i giorni antichi, †
ripenso a tutte le tue opere, *
medito sui tuoi prodigi.
A te protendo le mie mani, *
sono davanti a te come terra riarsa.
Rispondimi presto, Signore, *
viene meno il mio spirito.
Non nascondermi il tuo volto, *
perché non sia come chi scende nella fossa.
Al mattino fammi sentire la tua grazia, *
poiché in te confido.
Fammi conoscere la strada da percorrere, *
perché a te si innalza l’anima mia.
Salvami dai miei nemici, Signore, *
a te mi affido.
Insegnami a compiere il tuo volere, †
perché sei tu il mio Dio. *
Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana.
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Alla ricerca della felicità
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Per il tuo nome, Signore, fammi vivere, *
liberami dall’angoscia, per la tua giustizia.
Gloria.
Ant. Insegnami a compiere il tuo volere, * perché sei tu il mio Dio.
Lettura Breve (1Pt 5,8-9)
Fratelli, siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente
va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede.
Responsorio breve
A quanti invocano il Signore.
A quanti invocano il Signore, * egli si fa vicino.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono.
Egli si fa vicino.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
A quanti invocano il Signore, * egli si fa vicino.
Cantico di Simeone
Ant. Siate temperanti e vigilate, *
perché il vostro nemico come leone ruggente si aggira, cercando chi
divorare.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo *
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, *
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti *
e gloria del tuo popolo Israele.
Gloria.
Ant. Siate temperanti e vigilate, *
perché il vostro nemico come leone ruggente si aggira, cercando chi
divorare.
Orazione
Illumina, Padre, la nostra notte e dona ai tuoi servi un riposo senza colpa; incolumi al
nuovo giorno ci conducano gli angeli e ci ridestino alla tua luce. Per Cristo nostro
Signore.
Ave maria
Dormiamo in pace.
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Vigiliamo in Cristo.
Mercoledì 6 gennaio
L’esito: il tesoro trovato in casa
Quello che fa la differenza tra chi trova la felicità e chi non la trova stà in
un’alternativa radicale: quella tra essere vagabondi o essere pellegrini! Scriveva il
Cardinale Scola:
«Noi, evoluti occidentali del Terzo Millennio, siamo uomini impagliati, vagabondi
“comodi”, mentre i Magi sono pellegrini. Ecco l’alternativa. I Magi seguono la stella,
perseguono mèta, sanno dove andare. Ed è come se questo creasse un ordine nelle
cose. Questo crea un “cosmo”, un universo ordinato. Quando la tua ragazzi ti dice:
“Ci vediamo domani sera alle sei”, tu imposti tutto il tuo tempo in modo da essere
pronto per le sei meno cinque. La mèta impone un ordine! Magari poi tu arrivi alle
sei, e lei alle sei e venti non è ancora arrivata… Ma questa è un’altra questione! Avere
una mèta ordina gli affetti ed ordina il lavoro. Siamo chiamati ad essere pellegrini,
Ho cercato e ho trovato (Bruno Forte)
“Siamo venuti per adorarlo”: così affermano i Magi alla vista del Bambino. Nella notte
del mondo, nella notte del cuore, essi si sono fatti pellegrini, guidati da una stella, per
andare alla ricerca di Colui che dà senso alla vita e alla storia. I Magi rappresentano tutti
i cercatori della verità, pronti a vivere l’esistenza come esodo, in cammino verso
l’incontro con la luce che viene dall’alto, a cui aprirsi nell’adorazione che cambia il
cuore e la vita.
Cercare la verità è una lotta per il credente come per il non credente che sia all’altezza
di questa verità! Allora, la sola, vera notte del mondo è quella di chi non si riconosce in
esodo, pellegrino verso una patria desiderata, ricercata e attesa.
L’uomo è un cercatore di verità perché è un cercatore di senso, qualcuno che cerca l
parola che riesca a vincere l’ultimo orizzonte della morte e dia valore alle opere e ai
giorni, offrendo dignità e bellezza alla tragicità del nostro vivere e del nostro morire.
Perciò la condizione dell’essere umano è quella del pellegrino. L’uomo non è qualcuno
che sia arrivato alla mèta, ma è un cercatore della patria lontana, è chi da questo
orizzonte si lascia permanentemente provocare, interrogare, sedurre.
La grande tentazione per l’uomo, allora, sarà quella di fermare il cammino, di sentirsi
arrivati, non più esuli in questo mondo, ma possessori, dominatori di un oggi che
vorrebbe arrestare la fatica del cammino.
Il dramma dell’uomo moderno non è la mancanza di Dio, ma il fatto che egli non soffra
più di questa mancanza. Tu sarai morto quando il tuo cuore non vivrà più l’inquietudine
e la passione del domandare, il desiderio del cercare ancora…
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anche se continuamente tentati di essere vagabondi. Infatti la tentazione di vivere
come un vagabondo – magari in poltrona invece che sulla strada – riguarda anche
me, riguarda anche te.»
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Che cosa è la felicità?
L’augurio del papa per il nuovo anno
"Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticare
che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in
declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Mi piacerebbe che
ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza
incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul
palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non
è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi
allegri con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato. Essere felici è riconoscere
che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di
crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che
sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della
propria storia. È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare
un'oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici non è avere
paura dei propri sentimenti. È saper parlare di sé. È aver coraggio per ascoltare un
"No".
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta. È baciare i figli, coccolare i
genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono. Essere felici è
lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”. È avere il coraggio di dire:
“Perdonami”. È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”. È avere la
capacità di dire: “Ti amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ... Che nelle tue
primavere sii amante della gioia. Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza. E che
quando sbagli strada, inizi tutto daccapo. Poiché così sarai più appassionato per la
vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usare le lacrime per
irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai ....
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!"
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Le pietre nella mia vita
«Un esperto in time management, tenendo un seminario ad un gruppo di
studenti, usò una dimostrazione che rimase per sempre impressa nelle loro menti.
Per colpire nel segno il suo uditorio di menti eccellenti, propose un quiz,
poggiando sulla cattedra di fronte a sé un barattolo di vetro, di quelli solitamente
usati per la conserva di pomodoro.
Chinatosi sotto la cattedra, tirò fuori una decina di pietre, di forma irregolare,
grandi circa un pugno, e con attenzione, una alla volta, le infilò nel barattolo.
Quando il barattolo fu riempito completamente e nessun'altra pietra poteva essere
aggiunta, chiese alla classe: "Il barattolo è pieno?".
Tutti risposero di sì.
"Davvero?".
Si chinò di nuovo sotto il tavolo e tirò fuori un secchiello di ghiaia.
Versò la ghiaia agitando leggermente il barattolo, di modo che i sassolini
scivolassero negli spazi tra le pietre.
Chiese di nuovo, "Adesso il barattolo è pieno?".
A questo punto, la classe aveva capito.
"Probabilmente no" rispose uno.
"Bene" replicò l'insegnante.
Si chinò sotto il tavolo e prese un secchiello di sabbia, la versò nel barattolo,
riempiendo tutto lo spazio rimasto libero.
Di nuovo, "Il barattolo è pieno?".
"No!" rispose in coro la classe.
"Bene!" riprese l'insegnante.
Tirata fuori una brocca d'acqua, la versò nel barattolo riempiendolo fino all'orlo.
"Qual è la morale della storia?", chiese a questo punto.
Una mano si levò all'istante "La morale è, non importa quanto fitta di impegni sia
la tua agenda, se lavori sodo ci sarà sempre un buco per aggiungere
qualcos'altro!".
"No, il punto non è questo".
"La verità che questa dimostrazione ci insegna è: se non metti dentro prima le
pietre, non ce le metterai mai." Quali sono le "pietre" della tua vita? Ricorda di
mettere queste "pietre" prima, altrimenti non entreranno mai.
Se ti esaurisci per le piccole cose (la ghiaia, la sabbia), allora riempirai la tua vita
con cose minori di cui ti preoccuperai non dando mai veramente "quality time"
alle cose grandi e importanti (le pietre).
Questa sera, o domani mattina, quando rifletterai su questa storiella, chiediti
"Quali sono le 'pietre' nella mia vita?" Metti nel barattolo prima quelle.»
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