Un grande business per gli Usa

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Mercoledì 27 Agosto 2014
PRIMO PIANO
2- GEOPOLITICA- Per ogni dollaro investito nella seconda guerra mondiale, ne ricavarono otto
Un grande business per gli Usa
E si assicurarono il controllo dell’Europa occidentale
La Seconda guerra
Dietro l’urgenza dei
PAOLO RAFFONE
mondiale (1942-45) può es- singoli eventi critici (la
a Prima guerra mon- sere ben considerata ancora crisi economico-fi nanziaria
diale (1914-18) fu un come un episodio di chiusu- del 2007-2008, le primaveconflitto europeo, an- ra dei contenziosi rimasti re arabe, la guerra civile
cora una volta sulla dopo il 1918. Questa volta, siriana, la crisi in Ucraina)
scia degli aggiustamenti però, il risultato economico si profi la, infatti, una crisi
della caduta dell’Impero ro- per gli Usa fu di otto dollari più comprensiva di tutte le
mano. Al di là dei richiami per ogni dollaro investito nel determinanti fondamentali
patriottici, il tentativo era di conflitto, e sul piano geopo- dell’ordine internazionale,
semplificare la mappa geo- litico la presa di controllo dal progetto eccezionalmenpolitica d’Europa, e soprat- dell’Europa occidentale, non- te ambizioso di ordine concetutto di dividersi le spoglie ché il passaggio di consegne pito agli inizi degli anni ‘90
dell’Impero Ottomano e di dei territori mediorientali su iniziativa americana, alla
fi no ad allo- legittimità delle istituzioni
quello Aura control- interne e internazionali che
stroungarico.
Con
la
seconda
guerlati dall’In- avrebbero dovuto sostenerlo,
Inoltre, la
ra
mondiale
gli
Usa
g h i l t e r r a , fino allo smottamento dello
Grande guercon il famoso stesso ordinamento politicora, che ebbe
ottennero il passagincontro tra giuridico in senso lato moun effetto
gio delle consegne
Roosevelt e derno, edificato sulla duplice
di riduzione
dei
territori
medio
il re saudita centralità dell’Occidente nel
demografica
orientali
fi
no
ad
allonel 1945 a mondo e dello Stato in Ocsignificativa
ra controllati dall’Inbordo di un cidente.
in Europa,
ghilterra, col famoso
incrociatore
La domanda pressante
ebbe anche
americano.
sul tavolo di tutti i leader
conseguenze
incontro tra RooseLa gestio- mondiali è la seguente: se
economiche
velt e il re saudita
ne militare il dollaro americano è la
e geopolitinel 1945 a bordo di
della Guer- pietra miliare del sistema
che enormi.
un incrociatore Usa
ra fredda e euro-americano e mondiale
Tutti settori
dei suoi co- instauratosi dopo il 1945,
produttivi,
rollari, por- con quali strumenti si può
industriali,
agricoli, dei trasporti, furo- tò ben presto a capire che la perpetuare quella dominanno potenziati, costituendo spinta positiva della Secon- za che finora è stata garanda guerra mondiale sull’eco- tita dagli accordi di Bretton
un vero boom economico.
L’Inghilterra era il prin- nomia del dollaro si stava Woods, dalla Nato e dalla
cipale fi nanziatore degli esaurendo. La dollarizza- superiorità militare e nualleati fino al 1916, quando zione del mondo, iniziata con cleare?
La prima leadership
chiese prestiti agli Usa. Il gli accordi di Bretton Woods,
pil inglese crebbe del 14% negoziati tra 44 paesi nel lu- che è irrinunciabile per gli
(1914-18), quello francese glio 1944 ed entrati in vigore Usa è la dominanza nei rapdecrebbe del 23% rispetto nel 1958, serviva a imporre porti transatlantici, senza i
al 1913 e gli Usa si trovaro- un nuovo standard di domi- quali si vedrebbero ridotti al
no a gestire una seria crisi nio: il sistema monetario e ruolo che essi avevano prima
della Prima
finanziaria (dovuta a nume- finanziario.
guerra monrosi errori di gestione). Nel N o n o s t a n t e
La sconfitta militadiale. Si trat1916 l’Inghilterra convin- ciò, dopo la
ta comunque
se la Francia a fi rmare un sconfi tta mire Usa in Vietnam
di una retroaccordo (Sykes-Picot) per litare in Vie(1969-72) e la crisi
cessione di
la spartizione delle regioni tnam (1969del sistema finanziaun secolo
dell’Impero Ottomano in 72) apparve
rio
statunitense
nel
per diventaMedio Oriente: l’Inghilter- chiaro che si
2007
e
l’installaziore un attore
ra prese così il controllo di doveva procene
della
recessione
influente
tutti i territori produttori di dere a un’ulsolo nell’emipetrolio. Nel 1919, il Tratta- teriore aggiueconomica, stanno
sfero occito di Versailles impose alla stamento del
ponendo serie dodentale del
Germania sconfitta delle sistema euromande
sulla
tenuta
m o n d o. L a
draconiane riparazioni di americano e
dei
sistemi
socioseconda leaguerra che avrebbero dovuto mondiale.
economici euro-ameLa terza
dership che
ricani
rivoluzione
è necessaria
Se il dollaro Usa è
industriale
per gli Usa
la pietra miliare del
dagli anni
per mante‘70 ha portato l’era delle nere un vantaggio mondiale
sistema euro-ametelecomunicazioni
e
dell’inè
nei
confronti
della
Russia,
ricano e mondiale
formatica progressivamente sul piano geostrategico, e
instaurato dopo il
diventate di massa. In coin- dei Brics, sul piano finanzia1945, con quali strucidenza con questo evento è rio. La guerra in Ucraina e
menti si può perpeiniziata la compressione dei le tensioni da nuova Guerra
salari e la crescita delle di- fredda non sembrano affatto
tuare quella domiseguaglianze sociali ed eco- sufficienti. Il caos mondiale,
nazione che è stata
nomiche. Una tendenza che come dicevamo, non è cosa
finora garantita dagli
si è aggravata con il laissez nuova. Tuttavia, con i mezzi
accordi di Bretton
faire finanziario degli anni di oggi si può tentare di goWoods, dalla Nato
‘90, la deregolamentazione vernarlo cercando di trarne
e dalla superiorità
finanziaria e commerciale profitto. Questo sembra essesu scala globale. La cri- re il messaggio di guerra non
militare Usa?
si del sistema finanziario dichiarata degli Usa al resto
americano nel 2007 e poi del mondo.
(2-Fine.
ripagare dei danni alle eco- l’installarsi della recessioLa precedente puntata
nomie civili europee. Invece, ne economica in Europa,
è stata pubblicata il 24
la grande maggioranza di pongono serie domande
agosto 2014)
quelle ingenti somme finì a sulla possibilità di tenuta
ripagare i crediti delle ban- dei sistemi socio-economici
ilsussidiario.net
che Usa.
euro-americani.
CARTA CANTA
DI
L
Giorgio Armani
rigurgita di riserve
DI ANDREA
GIACOBINO
P
ur in un anno che lo ha visto transare per quasi 240
milioni di euro con il fisco, Giorgio Armani è riuscito
a rafforzare il suo gruppo dal punto di vista patrimoniale. I risultati civilistici 2013 della Giorgio Armani spa hanno visto il bilancio chiudersi con un utile di oltre
41 milioni, destinato a riserva straordinaria, rimpinguando
così i quasi 615 milioni di riserve esistenti. Il profitto della
capogruppo si confronta con i quasi 208 milioni di utile del
precedente esercizio, ma la spiegazione del calo è tutta nella
voce «oneri straordinari». Si tratta del versamento di 235,3
milioni all’Agenzia delle entrate per definire gli obblighi fiscali
2002-2009. Lo stilista ha deciso di pagare dopo che la verifica
dell’Agenzia iniziata nel 2013 aveva eccepito che la controllata
svizzera nel periodo 2002-2009 sarebbe dovuta essere considerata fiscalmente residente in Italia. La Giorgio Armani spa,
che a fine 2009 aveva incorporato il veicolo elvetico e costituto
nella Confederazione una stabile organizzazione, ha comunque deciso di chiudere la vertenza col fisco nostrano «al fine
di prevenire lunghi e onerosi contenziosi e concentrarsi sulla
propria attività imprenditoriale». La capogruppo dello stilista,
che ha rivalutato di 36,1 milioni la controllata Usa Giorgio
Armani Corporation tornata in utile, ha incassato una cedola
di 84 milioni dalla GA Operations. Nel portafoglio figurano poi
titoli Safilo per 1,7 milioni e lo 0,15% di Luxottica, in carico
per 2,1 milioni. Il gruppo Armani ha chiuso il consolidato 2013
con un aumento del 4,5% dei ricavi, al record di 2,1 miliardi
e 410 milioni di risultato operativo (+18,2%).
Grazie a Greco dalle famiglie Boroli-Drago
Vale oltre 120 milioni l’effetto di Mario Greco per le famiglie Boroli e Drago, che azzerando le loro posizioni in Unicredit portano a casa una plusvalenza di 45 milioni. Sono i numeri
più significativi del bilancio 2013 di B&D Holding, cassaforte
presieduta da Marco Drago e che controlla oltre la De Agostini
anche le quotate Gtech e Dea Capital. La stessa cassaforte che
ha deciso di accantonare interamente a riserva l’utile di 24,3
milioni segnato nell’esercizio. Un bilancio importante poiché è
il primo dal completamento della riorganizzazione societaria
delle holding, che ha visto nascita e messa a regime della nuova
accomandita. Un bilancio segnato da un net asset value cresciuto del 30% a 2,3 miliardi, grazie agli incrementi di valore
sia di De Agostini sia di B&D Finance, la subholding che raggruppa le attività finanziarie. Relativamente a queste l’effetto
sul 2,3% detenuto in Assicurazioni Generali grazie all’ottimo
2013 borsistico del titolo del Leone di Trieste, ha determinato
una rivalutazione della quota di 127 milioni detenuta tramite Dea Partecipazioni per un valore di carico di 648 milioni
(pari a 17,1 euro ad azione), quota che si somma allo 0,17%
di Generali posseduto da B&D Finance. L’azzeramento della
presenza in Unicredit è avvenuto in due momenti. Nel corso
del 2013 vendendo tutte le azioni dell’istituto per 28 milioni
con una plusvalenza di 13 milioni e quest’anno vendendo la
totalità dei cashes aventi come sottostante i titoli della banca
di piazza Gae Aulenti per 64 milioni, con una plusvalenza
nel conto economico consolidato 2014 della holding pari a 18
milioni. I conti del gruppo dei Boroli-Drago segnalano una
tenuta dei ricavi a 4,9 miliardi (-4% sul 2012), con un ebitda
a 1,1 miliardi, un ebit a 647 milioni in crescita dai 623 milioni
dell’anno prima e un risultato netto di 2 milioni in linea col
precedente esercizio. Nella lettera ai soci Drago sottolinea il
miglioramento della posizione finanziaria netta da 3,9 a 3,8
miliardi «grazie all’attenzione portata alla generazione di cassa in tutte le nostre partecipate e alla pulizia di portafoglio». I
ricavi da attività editoriali sono stati di 1,1 miliardi (-10,3% sul
2012) con un ebitda di 43 milioni (-4 milioni), quelli del settore
media & communication di 635 milioni (-7%), con un ebitda
di 44 milioni (-19 milioni), quelli di giochi & servizi di oltre 3
miliardi stabili sul 2012 con un ebitda di oltre un miliardo
(+3,4%). Le attività finanziarie hanno visto ricavi per 93 milioni (+3 sul 2012) e un ebitda di 48 milioni (+19 milioni).
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