Fede BERTI Zusammenfassung ...e un riconoscente pensiero a

W. Radt (Hrsg.), Stadtgrabungen und Stadtforschung im westlichen Kleinasien, BYZAS 3 (2006) 125–132
Iasos
Fede BERTI
Zusammenfassung
Seit den 1970er Jahren hat die Restaurierung antiker Bauten in Iasos Tradition.
Der Beitrag stellt die neueren Beispiele derartiger Aktivitäten zusammen: Turm am
Westhafen, Grabmal in der Westnekropole (sog. Orologio), hofförmiger Grabkomplex (sog. Fischmarkt), Agora, Odeion, Haus der Mosaiken. Auf die Darstellung
von Ausgrabungen und deren Ergebnissen wird verzichtet.
...e un riconoscente pensiero a Wolfgang Radt, alla sua dottrina, alla sua magistrale opera
in terra turca...
Non vi è dubbio che, negli anni più recenti, a Iasos si sia preferito anteporre allo scavo le
attività connesse al restauro architettonico: una ‘tradizione’ dalla quale Doro Levi, iniziatore dei lavori della Missione, negli anni ‘70 del secolo scorso aveva peraltro gettato solide
basi con alcuni importanti interventi.
Risalgono infatti a quel periodo, oltre che consolidamenti di carattere prevalentemente
statico (ad esempio il rafforzamento della cosiddetta Porta Est, nella parte dell’arco che si
innesta nelle mura di IV sec. a.C.), sia il restauro del Bouleuterion e della pavimentazione
della limitrofa stoa, sia la parziale ricostruzione del complesso funerario che chiamiamo
Mercato del Pesce (Bal›k Pazar›).
I più recenti lavori che ora desidero richiamare alla memoria hanno interessato la torre
del porto occidentale (1996), la tomba a camere sovrapposte denominata l’Orologio della
necropoli occidentale (1997), il Bal›k Pazar› (1992–1995), l’Agora (1999–2000), la Casa
dei Mosaici (1996–2004).
* I lavori qui passati in rassegna sono stati resi possibili dall’interessamento del Ministero per gli Affari Esteri, di Fiat,
di Vehbi Koç Vakf›, di TurbanItalia. Ricordo inoltre con particolare riconoscenza, per il cantiere del Bal›k Pazar›,
Lale Aytaman, allora Vali di Mu¤la, ed Engin Özgen, allora Direttore Generale del Ministero della Cultura.
126
Fede Berti
La torre del porto occidentale
E’ certamente il ‘segno’ architettonico più
caratteristico del paesaggio, il simbolo più
rappresentativo del legame che intercorse
tra la città e il mare, ma un ‘segno’ ridotto
a rudere dal moto delle onde che avevano
causato il crollo del lato meridionale, il più
esposto, e l’indebolimento, alla base, dei
contrafforti sui fianchi settentrionale e occidentale.
Fig. 1 Iasos. L’interno della torre del porto
occidentale dopo il restauro.
Il restauro dell’anno 1996, cercando di salvaguardare il valore architettonico esistente,
ha escluso interpretazioni che portassero a
ricostruzioni basate sul residuale o su confronti. Deroghe, naturalmente, ve ne sono
state: allo spessore del lato meridionale,
eroso in profondità, accenna una sorta di
bassa piattaforma che difende dal mare il
nucleo cementizio originario; al posto del
suolo ricco di calce che costituiva il pavimento della camera inferiore (dove si apriva una cisterna) vi è ora un lastricato irregolare che lascia un piccolo spazio vuoto
tra sè e le pareti (fig. 1).
Alla cura posta nel cogliere ogni informazione superstite (feritoie, imposta di impalcati
lignei, altro) si è affiancata la cura nel dare riconoscibilità al restauro mediante integrazioni murarie tenute in sottopiano e malte acconce: un atteggiamento nei confronti della
relazione nuovo-antico che ha poi improntato anche i successivi interventi.
Allo stato delle cose, a quale periodo risalga la torre rimane cosa incerta poichè non è stata
sanata l’apparente contraddizione tra dati strutturali e dati storici posta in risalto da chi se
ne è occupato1. Qualsiasi nuova analisi tuttavia non potrà prescindere dalle fotografie conservate nell’ Istituto Germanico di Istanbul, dalle quali, in modo inaspettato, risulta che la
torre era merlata: la conoscenza di tale particolare non avrebbe certo avuto influenza sulle
opere di restauro che sono state realizzate, avrebbe bensì chiaramente indirizzato verso soluzioni diverse l’analisi della costruzione e l’ ipotesi della sua ricostruzione.
1 N. Masturzo, La torre del porto occidentale e le fortificazioni post-classiche di Iasos, in: Iasos di Caria. Un contributo
ferrarese alla archeologia microsiatica. Progetti e lavori di restauro, Atti della Accademia delle Scienze di Ferrara 71
Suppl., 1993/94, 155 ss. (successivamente citato Iasos di Caria. Progetti e lavori di restauro[1993/94]); Il restauro
della torre del porto di Iasos, Bollettino della Associazione Iasos di Caria 3, 1997, 7 s.
Iasos
127
La tomba denominata
l’Orologio
Slanciata e solitaria tra le rovine quasi scomparse della necropoli che si trova ai piedi
del Canac›k Tepe, a circa 1 km dalla città
antica, anche la sagoma di questa tomba
rappresenta un suggestivo complemento
del paesaggio per chiunque giunga a Iasos
da Nord-Est. Recentemente, un villaggio
per vacanze ha ricoperto di cemento parte
della collina e molte cose sono mutate.
Ancora contraddistinto da una certa evidenza monumentale l’ insieme degli edifici
era apparso a Giacomo Guidi2. Egli descrisse un secondo imponente monumento con
nicchie subito oltre l’Orologio e altre sepolture di dimensioni modeste, formate da
un grande lastrone che ricopre due rocce
vicine; proprio queste ultime – lo si vede
ancora oggi – hanno una caratterizzazione
talmente marcata per la rozzezza della strutFig. 2 Iasos. La tomba a camere sovrapposte
tura da suggerire che potessero essere tombe
denominata L’Orologio, veduta laterale.
»preistoriche«, un fatto che le più recenti
ricerche smentiscono riportandone la costruzione a epoche decisamente più recenti. Si è infatti visto che le enormi e rozze lastre
usate per la copertura chiudono più e meno piccole camere funerarie con muri di ottima
fattura e piante variamente articolate.
Il nostro edificio, di piena età imperiale, è a due piani3. Il rude aspetto esteriore che ha
l’opera cementizia (che impiegava mattoni nelle ghiere degli archi del piano superiore)
era in origine mascherato e ingentilito da un ordine marmoreo e da un rivestimento in
stucco ad imitazione dell’opera quadrata, come indicano lacerti, tracce e impronte (di pilastri, di colonnine) qua e là osservabili.
La camera inferiore ha volta a vela e nicchioni poco profondi su due lati; il vano superiore
è un’edicola con tre grandi arcate sui due pilastri angolari destinata – parrebbe – a ospitare una statua poiché presenta il lato posteriore chiuso.
Il restauro ha ovviato alle ingiurie provocate dal tempo con un minuzioso lavoro di consolidamento, che ha fermato con catene il collasso della volta superiore, l’ha protetta dalle
2 G. Guidi, Viaggio di esplorazione in Caria, ASAtene 4/5, 1921/22.
3 N. Masturzo, Il restauro della tomba monumentale chiamata l’Orologio, Bollettino della Associazione Iasos di Caria
4, 1998, 8 s.
128
Fede Berti
acque meteoriche con un rivestimento di lamine di piombo e ha colmato le lacune più e
meno ampie della muratura con gli accorgimenti del caso (fig. 2).
I lavori nell’Agora
Interventi ‘filologici’, quindi, i precedenti, ai quali non si chiedeva che di attenuare o contrastare un degrado evidente o intollerabile. Entrambi hanno avuto come oggetto le emergenze architettoniche che, per così dire, da sempre caratterizzano il paesaggio e che contrassegnavano i punti di arrivo nella città (per mare e per via di terra).
Diversi i presupposti da cui hanno preso l’avvio i restauri nell’Agora4, durati due stagioni,
restauri che viceversa si sono confrontati con un sistema monumentale estremamente più
complesso e con una realtà derivante in gran parte dallo scavo.
Dapprima si è proceduto al consolidamento degli edifici del settore meridionale, ovvero
degli edifici compresi tra l’attuale ingresso e il Cesareo (mura, Bouleuterion, stoa), successivamente ci si è spostati sulle stoai orientale e settentrionale, ciascuna con le proprie pertinenze, e al centro, sulla chiesa di VI sec. d.C.
Non saprei definire questo impegnativo lavoro realizzato tra il 1999 e il 2000 se non come un
‘tentativo’ di dare alle cose un diverso ordine; come tale, con il trascorrere del tempo, esso
ha manifestato la propria fragilità. Uno dei problemi consisteva nel trovare una collocazione per le parti dell’alzato delle stoai di età imperiale rimaste (ma non tutte) – per decenni
– nella giacitura di ritrovamento, quindi in uno stato di degrado più e meno avanzato a
causa dell’esposizione, senza allontanarle dal luogo a cui erano destinate e intervenendo
quanto meno possibile su quest’ultimo.
Per le sequenze stratigrafiche e il susseguirsi delle evidenze monumentali che presenta,
l’Agora rappresenta infatti uno dei punti più significativi delle vicende millenarie della
città e, in ragione dei problemi di conservazione che la riguardano e che sentiamo quanto
mai pressanti, volutamente non ne è stata riportata alla luce che una parte: rimangono
coperti dal terreno infatti sia un tratto del portico occidentale con l’angolo di nord-ovest,
sovrastato dal torrione del ‘castello’ dell’istmo, sia una non piccola porzione dell’area mediana.
Inoltre, quale sorte destinare al saggio stratigrafico aperto circa 35 anni addietro, saggio in cui
sono visibili gli edifici dell’età del Bronzo e la necropoli tardo-geometrica, quest’ultima
peraltro già ‘selezionata’ dalle stesse operazioni di scavo, dal momento che pithoi e casse
in argilla vennero tolti dal luogo di giacitura?
In quegli anni, proprio per portare alla luce i sottostanti edifici preistorici non ci si peritò
di rimuovere anche pavimenti, muri e fondazioni di parte della navata meridionale della
chiesa con i suoi annessi: una scelta che non poteva essere ‘ricompensata’ dalla visibilità
4 Sull’agora si veda E. Pagello, Il foro romano imperiale. Considerazioni preliminari, BdA 31/32 Suppl., 1985, 137 s. Per
un progetto ricostruttivo: S. Barbera – E. Pagello, Il progetto di anastylosis dell’agora adrianea, in: Iasos di Caria.
Progetti e lavori di restauro (1993/94), 43 s.
Iasos
129
duratura delle strutture rese deboli e malferme dal procedere dello scavo in profondità, come attesta la rapidità con cui viene
vanificato ogni tentativo di ricomporre
quanto resta sia delle tombe a cista, sia degli edifici precedenti, in particolare quelli
risalenti alla tarda età del Bronzo (TB III),
di assai scarsa consistenza.
Tutto ciò rimane motivo di apprensione.
Personalmente, sono del parere che l’unico rimedio al progressivo ma inarrestabile
degrado sia un nuovo interro: una operazione certamente complessa e da pianificarsi convenientemente nel rispetto delle
norme vigenti e della perspicuità ‘didattica’ del luogo allorquando la edizione dei
materiali e dello scavo a cui lavora un gruppo di colleghi delle Università di Pisa, di
Bristol e dell’Istituto ICEVO del CNR di
Roma sarà completata.
Fig. 3 Iasos. Il rilievo di IV sec. a.C. rubato dal
museo del Bal›k Pazar›.
Per ciò che concerne l’agora di età imperiale (fig.3), lo si è accennato poco sopra,
occorreva precipuamente assicurare stabilità alla serie di blocchi di cornice delle stoai orientale e settentrionale, rimasti in buona
parte nella posizione di caduta al piede degli stilobati. La soluzione scelta è stata quella di
trasferirli all’interno delle stoai stesse ricreando per quanto possibile, nel porticato orientale, la continuità testuale delle due iscrizioni di dedica; è stato lasciato nel luogo di ritrovamento, arretrato rispetto ai restanti, uno dei blocchi iniziali della dedica all’imperatore
Adriano, rinvenuto proprio negli scavi della stoa concomitanti con questi lavori.
Resta viceversa senza una conveniente risposta il problema dello stoccaggio dei restanti
elementi architettonici dell’agora, anche se di numero inferiore rispetto ai blocchi della
trabeazione.
Sono appena avviati – ad esempio – l’assemblaggio, la ricomposizione e la pulitura delle
colonne superstiti (parti di alcune sono reimpiegate in altri edifici); il loro grado di frammentarietà (elevatissimo) e la impossibilità di ripristinarne la forma se non accettando il
principio della ricostruzione si riverberano – ovviamente – sui capitelli, alcuni dei quali
soltanto (e con un valore puramente esemplificativo) hanno ritrovato una ri-collocazione.
Il Bal›k Pazar›
E’ un monumento funerario singolare, imponente e complesso, quasi sovradimensionato
per la città, che in età imperiale non fu certamente una metropoli. Già Doro Levi lo aveva
130
Fede Berti
Fig. 4 Iasos. Casa dei mosaici: integrazione di lacuna con ripresa dello schema geometrico del disegno.
scelto perché divenisse il luogo di raccolta dei ritrovamenti di epigrafi e sculture: un’idea
che, ripresa in un più ampio progetto realizzato tra il 1992 e il 1995 con il determinante
sostegno delle autorità locali e del Ministero per la Cultura di Ankara, ha portato a una
vera e propria ricostruzione dell’edificio, al quale si assegnavano nuove funzioni.
Per ciò che riguarda il tempio funerario, Levi e l’architetto Gino Pavan si erano limitati ad
accennarne il volume ricostruendo il podio-cella e parte del lato posteriore sino all’imposta
del tetto; inoltre, ferma restando l’originalità del braccio occidentale del quadriportico, a
essere ricostruito era stato il braccio settentrionale. Nel luogo erano state portate le iscrizioni, una parte dei materiali di scavo (in cassette) e, con alcuni grandi pezzi scultorei, la
ricomposizione del frontescena del Bouleuterion.
Avviare il nuovo cantiere ha significato tracciare un diverso tratto strada di accesso al paese,
poi scavare i lati orientale e meridionale del quadriportico sopra cui passava proprio la
strada, ricostruirli, allestire le sezioni espositive5.
Non è questa la sede per elencare quali deroghe abbiano anche qui allontanato la ricostruzione da quell’approccio ‘lieve’ all’antico che ho richiamato poco sopra e che resta un
optimum teorico, poiché dare all’edificio una destinazione ha fatto sì che alcune scelte
divenissero funzionali per il contenuto più che per il contenitore. Le linee dell’intervento
5 F. Berti, L’Antiquarium di Iasos e il Bal›k Pazar›. Temi e suggestioni di una esposizione, in: Iasos di Caria. Progetti e
lavori di restauro (1993/94) 127 s.; R. Parapetti, Il complesso del Bal›k Pazar›. Studi di restauro e di anastilosi, in: Iasos di Caria. Progetti e lavori di restauro (1993/94) 115 s.
Iasos
131
Fig. 5 Iasos. L’angolo sud-orientale dell’agora dopo i lavori più recenti.
erano tracciate in forma sufficientemente perspicua dallo stato di fatto, sebbene alcuni
dati mancassero (il raccordo angolare tra le volte dei porticati, ad esempio, era a vela o a
unghia?); l’aver fatto ricorso a materiali diversi dagli originari vuole evidenziare l’ipoteticità di alcune delle soluzioni adottate (non conosciamo, ad esempio, quale forma avesse il
tetto dei corpi di fabbrica sopraelevati in corrispondenza delle esedre e dell’ingresso e, per
rimarcare ciò, la ‘generica’ copertura a doppio spiovente che si è realizzata ha impiegato
legno e non pietra).
In breve, il lavoro è rimasto circoscritto al quadriportico con le sue pertinenze settentrionali e non ha toccato il tempio funerario per intraprenderne una nuova e più ampia ricostruzione; lo scavo non è intervenuto sulle parti dell’edificio che si sviluppano all’esterno
dei portici orientale e meridionale.
Non che ciò abbia comportato un percorso operativo meno complesso e intenso: ma abbiamo realizzato un museo-antiquarium che, per motivi disparati, non ha poi saputo (o potuto) mantenere fede alle premesse sottese al progetto di realizzazione per ciò che riguarda
la fruizione da parte dei visitatori. Non solo: di fronte al più che comprensibile timore di
dover subire altri furti (fig. 4) o tentativi di furto dopo quelli già perpetrati, la direzione del
Museo Archeologico di Milas ha trasferito dal Bal›k Pazar› alla propria sede tutto ciò che,
di dimensioni minuscole (iscrizioni, sculture e frammenti architettonici), potesse essere
ancora sottratto.
Additare come sostanziali soltanto questi due aspetti (una scarsa frequentazione, furti) del
processo che ha avuto inizio con l’inaugurazione del museo non è corretto in quanto alcune
132
Fede Berti
importanti iniziative hanno avuto come cornice proprio il Bal›k Pazar› (i concerti, ad esempio), eppure il bilancio di dieci anni di attività appare sconfortante, soprattutto perché,
come ho osservato sfiorando il tema delicato e inquietante del furto, ben poco ora rimane
dell’originario assetto da noi dato ai materiali. Essendo quattro le sezioni in cui erano suddivisi (la scultura con alcuni pregevoli documenti di periodo arcaico e tardo-classico, i monumenti e le iscrizioni funerarie, le testimonianze epigrafiche, l’architettura), era la sezione
epigrafica, in costante accrescimento nonostante la limitatezza dello spazio, a rappresentare
un vero e proprio caposaldo per la conoscenza di Iasos, costituita come era dal 90% dei
testi da noi ritrovati a partire dal 1969.
La casa dei mosaici
Nell’edificio, che rappresenta bene l’architettura residenziale ‘colta’ della prima età imperiale nella città e che, sfruttando una posizione di rara suggestione paesaggistica, costituisce una delle mete preferite dei visitatori, si è attivato dal 1996 il cantiere di scavo della
Scuola di Specializzazione del Dipartimento di Scienze Archeologiche della Università di
Cagliari.
E’ quindi più che comprensibile il fatto che da alcuni anni proprio lì si lavori, alternando
lo scavo al restauro6.
Per una migliore conservazione delle decorazioni parietali e pavimentali, ovvero degli affreschi e dei mosaici, era necessario realizzare una copertura e si è progettata una struttura
modulare (e suscettibile di ampliamenti) in legno e policarbonato. E’ stata portata a termine nel 2000. Si sono utilizzati quale elemento generatore del ‘nuovo’ i muri esistenti,
consolidati e sopraelevati irregolarmente per l’inserimento dei montanti su cui appoggiano ‘vele’ trasparenti, leggere, di inclinazione diversa, una per stanza. Poiché la struttura non
doveva entrare in competizione con il paesaggio, non è stata caratterizzata da un punto di
vista architettonico: la pendenza delle falde non emerge dal profilo della collina e si adegua al naturale pendio del terreno, il colore della verniciatura e il riflesso traslucido del
policarbonato non contrastano con i colori circostanti.
Il restauro dei pavimenti, che si estendono su una superficie di ca. 230 m2 (sono esclusi i
nuovi tratti di mosaico riportati in luce nel 2003), ha avuto inizio nel 2002 e procede
tutt’ora: un intervento nuovo e tecnicamente diverso dal precedente, che, realizzato negli
6 Per i vari aspetti del restauro e dei lavori di copertura si vedano M. Ricci, Il restauro degli affreschi della “Casa dei
Mosaici”, in: Iasos di Caria. Progetti e lavori di restauro (1993/94) 197 s.; M. Manara, Interventi di valorizzazione e
salvaguardia dell’area monumentale di Iasos, in: ibidem 187 s.; La copertura della “casa dei mosaici”, Bollettino della Associazione Iasos di Caria 7, 2001, 15 s.; F. Berti – M. Del Gaudio – M. Siboni, Esperienze italiane di restauro
musivo all’estero: il caso dei pavimenti della “casa dei mosaici” a Iasos, Turchia, in: X Colloquio AISCOM, Lecce
2004, (in corso di stampa).
In quanto allo scavo e ai suoi risultati: S. Angiolillo – R. Cicilloni – M. Frau – P. Passeroni, Relazione preliminare sulle campagne di scavo 1996–97 a Iasos, Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari n. s. 1999, 255
s.; S. Angiolillo, Un impianto per la lavorazione dell’olio a Iasos, in: Architettura, arte e artigianato nel Mediterraneo dalla Preistoria all’Alto Medioevo. Atti della Tavola Rotonda Internazionale in memoria di Giovanni Tore,
Cagliari 17–19 dicembre 1999 (2001) 339 s.; S. Angiolillo – M. Giuman – M. A. Ibba – A. Stiglitz, La terza campagna
di scavo nella ‘Casa dei Mosaici’, Bollettino della Associazione Iasos di Caria 10, 2004, 13 s.
Iasos
133
anni ‘80 e destinato ad ‘arginare’ le lacune più che a colmarle, non attenuava certamente
l’impressione di frammentarietà dell’insieme, derivante in particolare dallo stato di fatto
del mosaico della pastas e degli ambulacri del peristilio.
Il tipo di integrazione adottata per uno dei ‘grandi’ vuoti (il tappeto centrale di uno dei
vani settentrionali in origine decorato da un rosone policromo, il cui disegno geometrico
è stato ripreso e colorato) sembra che abbia sciolto le incertezze che si nutrivano e – sia sul
piano del metodo, sia sul piano della armonia dell’insieme – che abbia indicato la scelta
come corretta. Si tratterà di applicarla ora alle non poche, vaste e restanti lacune dei tratti
di pavimentazione non ancora ripristinati.
Özet
Iasos’ta 1970’li y›llardan beri gelenek oldu¤u üzere antik yap›lar onar›lmaktad›r.
Makalede, bu çal›flmalardan yeni birkaç örnek sunulmaktad›r: Bat› limanda kule,
bat› nekropolde mezar (Orologio denilen), avlu biçimli mezar kompleksi (Bal›k pazar› denilen), agora, odeion, mozaik evi. Kaz› ve sonuçlar› de¤erlendirme d›fl›ndad›r.
BYZAS 3
STADTGRABUNGEN UND STADTFORSCHUNG
IM WESTLICHEN KLEINASIEN
– GEPLANTES UND ERREICHTES –
Internationales Symposion 6./7. August 2004 in Bergama (Türkei)
Herausgegeben von
Wolfgang Radt
Inhalt
Vorwort
Adolf HOFFMANN ............................................................................................................................................................................................... VII
Einführung
Wolfgang RADT
Aizanoi
Klaus RHEIDT
.............................................................................................................................................................................................................
1
.................................................................................................................................................................................................................
5
Alexandria Troas
Elmar SCHWERTHEIM .................................................................................................................................................................................... 11
Allianoi
Ahmet YARAfi
...............................................................................................................................................................................................................
19
Aphrodisias
Christopher RATTÉ ............................................................................................................................................................................................... 37
Blaundos
Axel FILGES .................................................................................................................................................................................................................... 49
Daskyleion
Tomris BAKIR
...............................................................................................................................................................................................................
61
Didyma
Andreas FURTWÄNGLER ............................................................................................................................................................................. 73
Ephesos
Friedrich KRINZINGER
...................................................................................................................................................................................
81
Herakleia
Anneliese PESCHLOW-BINDOKAT .............................................................................................................................................. 101
Hierapolis of Phrygia
Francesco D’ANDRIA
Iasos
Fede BERTI
......................................................................................................................................................................................
113
..................................................................................................................................................................................................................
125
Ilion
Charles Brian ROSE ........................................................................................................................................................................................... 135
Kaunos
Cengiz IfiIK
...................................................................................................................................................................................................................
Knidos
Christine BRUNS-ÖZGAN
.........................................................................................................................................................................
167
.............................................................................................................................................................................
179
.......................................................................................................................................................................................................
187
Limyra
Thomas MARKSTEINER
Loryma
Winfried HELD
159
Lykien
Martin ZIMMERMANN ................................................................................................................................................................................. 199
Magnesia
Orhan B‹NGÖL ....................................................................................................................................................................................................... 215
Metropolis
Recep MER‹Ç ............................................................................................................................................................................................................. 227
Milet
Volkmar von GRAEVE
.....................................................................................................................................................................................
241
Patara
Fahri IfiIK ........................................................................................................................................................................................................................ 263
Pergamon
Wolfgang RADT
......................................................................................................................................................................................................
Perge
Halûk ABBASO⁄LU
.........................................................................................................................................................................................
279
289
Phokaia
Ömer ÖZY‹⁄‹T ........................................................................................................................................................................................................ 303
Priene
Wulf RAECK
................................................................................................................................................................................................................
315
Sagalassos
Marc WAELKENS .................................................................................................................................................................................................. 325
Sardis
Crawford H. GREENEWALT, Jr.
Alt-Smyrna
Meral AKURGAL
........................................................................................................................................................
359
...................................................................................................................................................................................................
373
Troia
Manfred O. KORFMANN ............................................................................................................................................................................ 383
Abbildungsnachweis ........................................................................................................................................................................................................ 395
Anschriften der Autoren
...........................................................................................................................................................................................
Produktion und Vertrieb
Zero Prod. Ltd.
Arslan Yata¤› Sok. Sedef Palas, 35/2 Cihangir 34433 Istanbul-Turkey
Tel: +90 (212) 244 75 21 - 249 05 20 Fax: +90 (212) 244 32 09
[email protected]
[email protected]
www.zerobooksonline.com
397