il commento dei padri [Gesù] disse loro: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Jn 20,21). Cioè, come il Padre, che è Dio, ha mandato me, anch’io, che sono uomo, mando voi che siete uomini. Il Padre mandò il Figlio, quando stabilì che egli s’incarnasse per la redenzione del genere umano. Egli volle che il Figlio venisse nel mondo a patire, e tuttavia, pur mandandolo a patire, lo amava. Così, il Signore manda gli apostoli che si è scelto non a godere del mondo, ma, come fu mandato lui stesso, a patire nel mondo. Poiché il Figlio è amato dal Padre, pur essendo mandato a patire, così anche i discepoli sono amati dal Signore, pur essendo mandati a patire nel mondo. Per questo, è detto: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”; cioè: Quando vi mando tra gli scandali dei persecutori, vi amo di quello stesso amore con il quale il Padre ama me, pur inviandovi a sopportare tante sofferenze (Comunione d’amore tra Cristo e i discepoli, Gregorio Magno, Hom. 26, 2). Confronta; È lʼottavo altri autori cristiani Mt 28,16-20; giorno di PaMc 16,14-18; Lc squa. Oggi il giorNel Vangelo di oggi, l’apostolo Tommaso fa esperienza proprio della misericordia di Dio, che ha un volto concreto, quello di Gesù, di Gesù 24,36-49 no di Pasqua giunge Risorto. Tommaso non si fida di ciò che gli dicono gli altri Apostoli: «Abbiamo visto il Signore»; non gli basta la promessa di Gesù, che al compimento, e siamo aveva annunciato: il terzo giorno risorgerò. Vuole vedere, vuole mettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato. E qual è la v 19 Gv 9, 20-22: I genichiamati a proclamare la reazione di Gesù? La pazienza: Gesù non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulità; gli dona una settimana di tori di lui risposero: “Sappiamo bontà e la grandezza di Dio tempo, non chiude la porta, attende. E Tommaso riconosce la propria povertà, la poca fede. «Mio Signore e mio Dio»: che questo è nostro figlio e che che ha risuscitato Gesù dai morti. con questa invocazione semplice ma piena di fede risponde alla pazienza di Gesù. Si lascia avvolgere dalla è nato cieco; ma come ora ci veda E in questo modo ci ha dato una misericordia divina, la vede davanti a sé, nelle ferite delle mani e dei piedi, nel costato aperto, e ritrova la non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto speranza di risurrezione e di immortalità. fiducia: è un uomo nuovo, non più incredulo, ma credente […] Vorrei sottolineare un altro elemento: gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo Dice san Giovanni che era il primo giorno la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore, quaa lui: ha l’età, parlerà lui di sé”. Questo dissero della settimana, quindi era cominciata una i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; settimana nuova; ma i discepoli sembra che a 23 aprile 2017 infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo non se ne fossero accorti, erano rimasti nella avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso settimana vecchia, la settimana della Passione, dalla sinagoga. della morte del Signore, una settimana fatta Alleluia, alleluia! Gv 20, 29 Gv 12, 42 : Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero di oscurità e di tenebra. I discepoli si trovano Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto: in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, insieme in una stanza a porte chiuse, perché beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Alleluia. per non essere espulsi dalla sinagoga. hanno paura. E si capisce che abbiano paura, Gv 16, 2: Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, hanno visto il Venerdì Santo: hanno visto la Gv 20, 19-31 viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di terribile violenza contro Gesù, hanno visto tutto rendere culto a Dio. il male che cʼè nellʼuomo, e questo male ha fatto 19 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano 2Cor 6,2 : Egli dice infatti: Al momento favorevole scaturire in loro la paura. Ma questo è il primo ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho giorno della settimana: deve cominciare una chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore soccorso .Ecco ora il momento favorevole, ecco settimana nuova. A dei Giudei, venne Gesù , stette in mezzo e disse loro: «Pace a ora il giorno della salvezza! (A): Incomincia così la settimana: con la voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli v 20 Is 53,5 : Egli è stato trafitto per le nostre presenza di Gesù. È il Crocifisso, sembrava colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che la sua avventura fosse finita una volta gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le per tutte. E invece no! È lì, è vivo! Ha i segni B 22 voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi ». Detto sue piaghe noi siamo stati guariti. della Passione, ha i segni dei chiodi: quello è questo, soffiò e disseC loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro Sal 21, 17-19: Un branco di cani mi circonda, mi proprio il Crocifisso, ma è vivente. E non solo accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le è vivente, ma in mezzo al gruppo dei discepoli a cui perdonerete i peccati saranno perdonatiD; a coloro a cui non mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie dice: «Pace a voi». Si potrebbe parafrasare perdonerete, non saranno perdonati ». 24Tommaso, uno dei Dodici, ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: si dicon molte parole, perché vuole dire: “Non 25 chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli disvidono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. abbiate paura! Lasciatevi amare! La vita che sero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli Gv 19,33: Venuti però da Gesù, vedendo che era avete davanti è piena di speranza! Dio non vi già morto, non gli spezzarono le gambe rifiuta nessuno dei doni necessari alla vostra disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non Zc 12,10-11: Riverserò sopra la casa di Davide vita, potete andare avanti e guardare il futuro metto il dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di senza angoscia: «Pace a voi»”. fianco, io non credo». grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui (B): La presenza di Gesù è legata allo stare 26 che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il insieme dei discepoli, e proprio per questo la Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si paura è diventata gioia. Ma adesso, che non loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e piange il primogenito. In quel giorno grande sarà hanno più paura, adesso che hanno una spedisse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito il lamento a Gerusalemme, simile al lamento di ranza grande nella vita e un amore grande verso e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo. il mondo, sono chiamati ad uscire e ad andare Ne 8,10 : Poi Neemia disse loro: “Andate, mangiate in mezzo agli uomini, per continuare quello che non essere increduloE, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni ha fatto Gesù. Gesù ha guarito, ha perdonato F 29 Signore e mio Dio! ». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo e ha liberato dalla propria solitudine gli uomini: hai creduto; beati quelli che non hanno vistoG e hanno creduto!». giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattridalle schiavitù e dalle catene che avevano del 30 state, perché la gioia del Signore è la vostra forza”. loro egoismo; questo ha fatto Gesù. Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni, che non Gv 15,11 : Vi ho detto queste cose perché la mia (C): Nel cap. 2, 7 del Libro della Genesi, quasi sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. proprio allʼinizio della Bibbia, cʼè scritto che crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, Gv 17,13: Ma ora io vengo a te e dico questo Dio per fare lʼuomo ha usato la creta, ha fatto mentre sono nel mondo, perché abbiano in se una statua di creta, poi ci ha soffiato dentro lo abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore. stessi la pienezza della mia gioia. Spirito della vita, e quella statua è diventata un Dal Salmo 117 (118) v 21 Gv 13,15 : Vi ho dato un esempio, infatti, essere vivente: il soffio di Dio, lo Spirito di Dio. II domenica di pasqua ✠ Dal Vangelo secondo Giovanni ← paralleli e riferimenti biblici Prima lettura Dagli Atti degli apostoli At 2, 42-48 [Quelli che erano stati battezzati] 42erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. 43Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; 45vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. 48Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. Parola di Dio. Diaconia n. 6, 2 maggio 2017 - pag. 1 Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori Grida di giubilo e di vittoria, è divenuta la pietra d’angolo. nelle tende dei giusti: Questo è stato fatto dal Signore: la destra del Signore ha fatto prodezze. una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo! le note del testo Seconda lettura Dalla prima lettera di san Pietro apostolo → 1Pt 1, 3-9 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, 4per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, 5che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. 6Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, 7affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. 8Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Parola di Dio. 3 67 Ebbene, il Signore soffia su di noi per questo: perché dentro di noi ci sia il suo Spirito. E il suo Spirito è capace di creare, di dare vita; è capace di rendere anche della gente come noi capace di amare. È capace di scioglierci dallʼistinto dominante dellʼegoismo e di rendere il nostro cuore capace di amare. Ebbene, lo Spirito Santo spezza le catene di egoismo e di paura che abbiamo, e ci rende capaci di fare davvero attenzione agli altri, di amare. E perché lo Spirito Santo fa questo? Ebbene, la risposta è semplice: perché è lo Spirito di Gesù, perché Gesù è così. (D): Cʼè una lotta grande da condurre nel mondo, ed è la lotta contro il male, contro lʼegoismo, contro la cattiveria, contro la violenza, contro la falsità… Questa è una lotta antica, ma che ogni generazione deve ricominciare in qualche modo daccapo, con un impegno grande. Il mondo in cui viviamo non è perfetto; è un mondo dove di cattiveria ce nʼè tanta, e di falsità anche. E nonostante questo non dobbiamo avere paura, perché il Signore dice: «pace a voi». Quindi dentro al nostro cuore ci deve essere la fiducia e la serenità e la speranza, ma con questa fiducia andare nel mondo e incominciate la nostra lotta. Ma la nostra lotta è contro il male che cʼè intorno a noi e che cʼè anche dentro di noi ed è una lotta grande e difficile da compiere. (E): Il mistero della Pasqua è interpretabile solo alla luce della rivelazione dellʼAmore: dellʼamore di Dio che si incarna e diventa amore umano, che diventa atteggiamento di accoglienza, di perdono, di benevolenza, di aiuto, di sostegno reciproco; lì cʼè il significato della Pasqua, e lì cʼè il cammino dellʼingresso di questo mondo dentro al mistero di Dio. Mano a mano che il mondo e la storia vengono trasformati in amore attraverso il dono dellʼamore che proviene da Dio stesso, attraverso Gesù Cristo, il nostro mondo entra nel mistero del suo compimento, dentro al mistero di Dio. (F): Ciò che Gesù dice a Tommaso non sembra essere un rimprovero: ʻNon essere incredulo, ma credente..ʼ. Da una condizione di incredulità si passa ad una condizione di fede, per un incontro unico e personale con il Cristo e con il Cristo nel cui corpo ci sono i segni dellʼamore che ha avuto per noi. Su questo non cʼè dubbio. Non è: ʻNon ti vergogni di essere incredulo..ʼ, ma ʻBene, cʼè, per quello che vedi e tocchi del Risorto, una condizione nuova alla quale sei chiamato: questo è quello che vediamo della tua fede; passare da una condizione a unʼaltraʼ. (G): Tommaso accoglie lʼinvito di Gesù e fa una professione di fede che rappresenta lʼapice di tutto il quarto vangelo. Egli va oltre la realtà del corpo di Cristo risorto, perché attraverso i segni della sua morte in croce – il foro dei chiodi nelle mani e lʼapertura del costato – riconosce lʼidentità nascosta di Gesù che coincide con quella di Dio, il Signore dellʼalleanza: ʻMio Signore e mio Dio!ʼ. (H): Il Cristo risorto è il compimento della nostra storia, perché è un pezzo di mondo che, attraverso lʼamore e lʼobbedienza a Dio, è entrato nella eternità del Padre, nella pienezza di vita del Padre. Lui come primizia. Dietro di Lui siamo chiamati ad andare tutti noi; e come? Attraverso la fede e la obbedienza a Gesù. Prefazio suggerito: “Egli continua a offrirsi per noi e intercede come nostro Paraclito: sacrificato sulla croce più non muore e con i segni della passione vive immortale” (prefazio III di Pasqua). 68 lunque peccato ci sia nella nostra vita. Gesù invita Tommaso a mettere la mano nelle sue piaghe delle mani e dei piedi e nella ferita del costato. Anche noi possiamo entrare nelle piaghe di Gesù, possiamo toccarlo realmente; e questo accade ogni volta che riceviamo con fede i Sacramenti. San Bernardo in una bella Omelia dice: «Attraverso … le ferite [di Gesù] io posso succhiare miele dalla rupe e olio dai ciottoli della roccia (cfr Dt 32,13), cioè gustare e sperimentare quanto è buono il Signore» (Sul Cantico dei Cantici 61, 4). É proprio nelle ferite di Gesù che noi siamo sicuri, lì si manifesta l’amore immenso del suo cuore. Tommaso lo aveva capito. San Bernardo si domanda: ma su che cosa posso contare? Sui miei meriti? Ma «mio merito è la misericordia di Dio. Non sono certamente povero di meriti finché lui sarà ricco di misericordia. Che se le misericordie del Signore sono molte, io pure abbonderò nei meriti» (ivi, 5). Questo è importante: il coraggio di affidarmi alla misericordia di Gesù, di confidare nella sua pazienza, di rifugiarmi sempre nelle ferite del suo amore. San Bernardo arriva ad affermare: «Ma che dire se la coscienza mi morde per i molti peccati? “Dove è abbondato il peccato è sovrabbondata la grazia” (Rm 5,20)» (ibid.). Forse qualcuno di noi può pensare: il mio peccato è così grande, la mia lontananza da Dio è come quella del figlio minore della parabola, la mia incredulità è come quella di Tommaso; non ho il coraggio di tornare, di pensare che Dio possa accogliermi e che stia aspettando proprio me. Ma Dio aspetta proprio te, ti chiede solo il coraggio di andare a Lui. Quante volte nel mio ministero pastorale mi sono sentito ripetere: «Padre, ho molti peccati»; e l’invito che ho sempre fatto è: «Non temere, va’ da Lui, ti sta aspettando, Lui farà tutto». Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore. Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore. Adamo dopo il peccato prova vergogna, si sente nudo, sente il peso di quello che ha fatto; eppure Dio non abbandona: se in quel momento inizia l’esilio da Dio, con il peccato, c’è già la promessa del ritorno, la possibilità di ritornare a Lui. Dio chiede subito: «Adamo, dove sei?», lo cerca. Gesù è diventato nudo per noi, si è caricato della vergogna di Adamo, della nudità del suo peccato per lavare il nostro peccato: dalle sue piaghe siamo stati guariti. Ricordatevi quello di san Paolo: di che cosa mi vanterò se non della mia debolezza, della mia povertà? Proprio nel sentire il mio peccato, nel guardare il mio peccato io posso vedere e incontrare la misericordia di Dio, il suo amore e andare da Lui per ricevere il perdono (dall’Omelia di papa Francesco nella Basilica di San Giovanni in Laterano; 7 aprile 2013; Gv 20,19-31). La testimonianza dei Monaci di Tibhirine. (Dagli Atti 2) Quando la Chiesa ci viene raccontata…Vi voglio parlare di mia nonna… Una comunità idilliaca? No! La Chiesa, questa vecchia donna piena di rughe, sempre giovane e bella però quando apre l’album delle sue nozze: l’inizio di una storia di amore! Ecco l’ideale! L’ideale di una vita religiosa trasmessa a tutti noi. Un passato che trova tutto il suo senso nella speranza che incarnava. Se mia nonna si racconta, è perché ci crede ancora... Mia nonna: la Chiesa-Speranza. Una comunità di misericordia. Una foto ingiallita, mia nonna segnata dal tempo, ma pur sempre capace di generare! Perché è la misericordia di Dio che l’ha chiesta in sposa, e la misericordia è un seno materno fecondo. La Nonna-Chiesa, che ci porta nel grembo, trasfigurata dalla gioia di ogni nascita, resa più bella ad ogni battesimo. Una comunità del memoriale. Mia nonna, capace di generare, e quindi ancora giovane: ha sempre l’età della prima nascita, l’età di Maria di Nazaret. Avrà sempre 20 anni, anche sul Calvario. Tutte le sue rughe parlano al cuore. Non sono segni di invecchiamento, quanto solchi segreti di una lunga storia di amore. Il cuore della Chiesa batte il memoriale. Quando sorride, fa rivivere il passato. Ha questo suo modo unico di spezzare il pane, e di aprire il Libro. Tutta la storia è santa quando è lei che la racconta. Fate questo in memoria di me! Nel silenzio. Un silenzio che avvicina tutti. In questo silenzio c’è posto per la moltitudine. I nostri vicini diventano i nostri cugini quando sono a tavola con la nonna. E i nostri cugini sono i nostri fratelli quando la nonna dice che assomigliano a suo Figlio, anche loro come noi. In fondo, il segreto di mia nonna è quello di essere un Tempio aperto... (Père Christian de Chergé, L’autre que nous attendons, 26/4/1981). “Quelli che erano stati battezzati” decidevano di vivere secondo gli insegnamenti di Gesù: condividevano tutto, in comunione tra loro spezzavano il pane, pregavano... Perchè avevano veramente deciso, battezzandosi, di provare a vivere secondo la strada tracciata da Gesù. Questo ci fa pensare all’importanza del battesimo e a come oggi, non sempre, l’essere battezzati sia segno di questa decisione di sequela. Dobbiamo forse prendere più sul serio questo sacramento che ci è dato, non per tradizione di uomini, ma come mezzo per entrare e per partecipare sempre più pienamente alla vita di Cristo. ….e, sempre secondo quello che ci raccontano gli atti degli apostoli nella prima lettura, la misura della divisione delle proprie sostanze, era il “bisogno di ciascuno”.. Credo che ognuno di noi, se si fa seriamente interrogare da questa Parola, abbia di che riflettere. Capita spesso che, pur di non sentirci in difetto, “manipoliamo” il concetto di bisogno a nostro favore: noi abbiamo bisogno di un sacco di cose; gli altri (soprattutto quelli che sono veramente nel bisogno e che ci vengono a “disturbare”) devono poi adattarsi, abituarsi a fare con quello che hanno, perchè mica tutto gli è dovuto... il telefonino (così come altre cose che noi possediamo in abbondanza) non è mica obbligatorio per vivere! E così, di scusa in scusa, siamo disposti a fare tante cose buone, ma a dividere le nostre facciamo tanta fatica... a condividere noi stessi, la nostra vita, ancora di più. Eppure, il segno di riconoscimento di Gesù quando appare ai discepoli per dare loro la Sua pace, sono le ferite delle mani e del costato. E anche Tommaso, che non era presente, rivendica il diritto di vedere e addirittura di toccare, di mettere il dito “nel segno dei chiodi”! In quelle ferite che sono il segno del suo Amore fino alla fine per l’umanità e per ognuno di noi; quelle ferite che segnano il cuore (e spesso anche il corpo) di chi ha il coraggio di amare l’altro veramente, fino in fondo; di mettersi al suo posto, di soffrire per lui e con lui, di lasciarsi trapassare dal dolore dell’altro senza rimanere indifferenti, ma facendolo nostro, come ha fatto Lui. In cambio, la Sua Pace (da una diaconia in famiglia). perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Ez 37,9 : Egli aggiunse: “Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano””. Rm 4, 17: come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli - davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono. Sap 15,11: perché disconosce colui che lo ha plasmato, colui che gli inspirò un’anima attiva e gli infuse uno spirito vitale. Gal 5,22 : Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; vv 22-23 Mt 16,19 : A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Mt 19,18 : Gli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso Ez 36,25-38 : Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Vi libererò da tutte le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia. Moltiplicherò i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non soffriate più la vergogna della fame fra le nazioni. Vi ricorderete della vostra cattiva condotta e delle vostre azioni che non erano buone e proverete disgusto di voi stessi per le vostre iniquità e i vostri abomini. Non per riguardo a voi io agisco - oracolo del Signore Dio -, sappiatelo bene. Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o casa d’Israele. Così dice il Signore Dio: Quando vi avrò purificati da tutte le vostre iniquità, vi farò riabitare le vostre città e le vostre rovine saranno ricostruite. Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante appariva un deserto, sarà di nuovo coltivata e si dirà: “La terra, che era desolata, è diventata ora come il giardino dell’Eden, le città rovinate, desolate e sconvolte, ora sono fortificate e abitate”. Le nazioni che saranno rimaste attorno a voi sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò che era distrutto e coltivato di nuovo la terra che era un deserto. Io, il Signore, l’ho detto e lo farò. Così dice il Signore Dio: Lascerò ancora che la casa d’Israele mi supplichi e le concederò questo: moltiplicherò gli uomini come greggi, come greggi consacrate, come un gregge di Gerusalemme nelle sue solennità. Allora le città rovinate saranno ripiene di greggi di uomini e sapranno che io sono il Signore”. v 23 1Cor 15,17 : ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 1Gv 3,14 : Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 2Cor 5, 18-21 : Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. 2Cor 5, 14 : L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. 2Cor 6, 2 : Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso .Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Diaconia n. 6, 2 maggio 2017 - pag. 2