II Domenica di Pasqua - Parrocchia di San Bernardino Realino

il commento dei padri
[Gesù] disse loro: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Jn 20,21). Cioè, come il Padre, che è Dio, ha mandato me, anch’io, che sono
uomo, mando voi che siete uomini. Il Padre mandò il Figlio, quando stabilì che egli s’incarnasse per la redenzione del genere umano. Egli volle che il Figlio
venisse nel mondo a patire, e tuttavia, pur mandandolo a patire, lo amava. Così, il Signore manda gli apostoli che si è scelto non a godere del mondo,
ma, come fu mandato lui stesso, a patire nel mondo. Poiché il Figlio è amato dal Padre, pur essendo mandato a patire, così anche i discepoli sono amati dal Signore, pur essendo
mandati a patire nel mondo. Per questo, è detto: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”; cioè: Quando vi mando tra gli scandali dei persecutori, vi amo di quello
stesso amore con il quale il Padre ama me, pur inviandovi a sopportare tante sofferenze (Comunione d’amore tra Cristo e i discepoli, Gregorio Magno, Hom. 26, 2).
Confronta;
È lʼottavo
altri autori cristiani
Mt 28,16-20;
giorno di PaMc 16,14-18; Lc
squa. Oggi il giorNel Vangelo di oggi, l’apostolo Tommaso fa esperienza proprio della misericordia di Dio, che ha un volto concreto, quello di Gesù, di Gesù
24,36-49
no di Pasqua giunge
Risorto. Tommaso non si fida di ciò che gli dicono gli altri Apostoli: «Abbiamo visto il Signore»; non gli basta la promessa di Gesù, che
al compimento, e siamo
aveva annunciato: il terzo giorno risorgerò. Vuole vedere, vuole mettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato. E qual è la
v 19 Gv 9, 20-22: I genichiamati a proclamare la
reazione di Gesù? La pazienza: Gesù non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulità; gli dona una settimana di
tori di lui risposero: “Sappiamo
bontà e la grandezza di Dio
tempo, non chiude la porta, attende. E Tommaso riconosce la propria povertà, la poca fede. «Mio Signore e mio Dio»:
che questo è nostro figlio e che
che ha risuscitato Gesù dai morti.
con questa invocazione semplice ma piena di fede risponde alla pazienza di Gesù. Si lascia avvolgere dalla
è nato cieco; ma come ora ci veda
E in questo modo ci ha dato una
misericordia divina, la vede davanti a sé, nelle ferite delle mani e dei piedi, nel costato aperto, e ritrova la
non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto
speranza di risurrezione e di immortalità.
fiducia: è un uomo nuovo, non più incredulo, ma credente […] Vorrei sottolineare un altro elemento:
gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo
Dice san Giovanni che era il primo giorno
la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore, quaa lui: ha l’età, parlerà lui di sé”. Questo dissero
della settimana, quindi era cominciata una
i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei;
settimana nuova; ma i discepoli sembra che
a
23 aprile 2017
infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo
non se ne fossero accorti, erano rimasti nella
avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso
settimana vecchia, la settimana della Passione,
dalla sinagoga.
della morte del Signore, una settimana fatta
Alleluia, alleluia!
Gv 20, 29
Gv 12, 42 : Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero
di oscurità e di tenebra. I discepoli si trovano
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto:
in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano,
insieme in una stanza a porte chiuse, perché
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Alleluia.
per non essere espulsi dalla sinagoga.
hanno paura. E si capisce che abbiano paura,
Gv 16, 2: Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi,
hanno visto il Venerdì Santo: hanno visto la
Gv 20, 19-31
viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di
terribile violenza contro Gesù, hanno visto tutto
rendere culto a Dio.
il male che cʼè nellʼuomo, e questo male ha fatto
19
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano
2Cor 6,2 : Egli dice infatti: Al momento favorevole
scaturire in loro la paura. Ma questo è il primo
ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho
giorno della settimana: deve cominciare una
chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore
soccorso .Ecco ora il momento favorevole, ecco
settimana nuova.
A
dei Giudei, venne Gesù , stette in mezzo e disse loro: «Pace a
ora il giorno della salvezza!
(A): Incomincia così la settimana: con la
voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli
v 20 Is 53,5 : Egli è stato trafitto per le nostre
presenza di Gesù. È il Crocifisso, sembrava
colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo
che la sua avventura fosse finita una volta
gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a
che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le
per tutte. E invece no! È lì, è vivo! Ha i segni
B 22
voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi ». Detto
sue piaghe noi siamo stati guariti.
della Passione, ha i segni dei chiodi: quello è
questo, soffiò e disseC loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro
Sal 21, 17-19: Un branco di cani mi circonda, mi
proprio il Crocifisso, ma è vivente. E non solo
accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le
è vivente, ma in mezzo al gruppo dei discepoli
a cui perdonerete i peccati saranno perdonatiD; a coloro a cui non
mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie
dice: «Pace a voi». Si potrebbe parafrasare
perdonerete, non saranno perdonati ». 24Tommaso, uno dei Dodici,
ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: si dicon molte parole, perché vuole dire: “Non
25
chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli disvidono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte.
abbiate paura! Lasciatevi amare! La vita che
sero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli
Gv 19,33: Venuti però da Gesù, vedendo che era
avete davanti è piena di speranza! Dio non vi
già morto, non gli spezzarono le gambe
rifiuta nessuno dei doni necessari alla vostra
disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non
Zc 12,10-11: Riverserò sopra la casa di Davide
vita, potete andare avanti e guardare il futuro
metto il dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di
senza angoscia: «Pace a voi»”.
fianco, io non credo».
grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui
(B): La presenza di Gesù è legata allo stare
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che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il
insieme dei discepoli, e proprio per questo la
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con
lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si
paura è diventata gioia. Ma adesso, che non
loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e
piange il primogenito. In quel giorno grande sarà
hanno più paura, adesso che hanno una spedisse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito
il lamento a Gerusalemme, simile al lamento di
ranza grande nella vita e un amore grande verso
e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e
Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo.
il mondo, sono chiamati ad uscire e ad andare
Ne 8,10 : Poi Neemia disse loro: “Andate, mangiate
in mezzo agli uomini, per continuare quello che
non essere increduloE, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio
carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni
ha fatto Gesù. Gesù ha guarito, ha perdonato
F 29
Signore e mio Dio! ». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu
a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo
e ha liberato dalla propria solitudine gli uomini:
hai creduto; beati quelli che non hanno vistoG e hanno creduto!».
giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattridalle schiavitù e dalle catene che avevano del
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state, perché la gioia del Signore è la vostra forza”.
loro egoismo; questo ha fatto Gesù.
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni, che non
Gv 15,11 : Vi ho detto queste cose perché la mia
(C): Nel cap. 2, 7 del Libro della Genesi, quasi
sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché
gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
proprio allʼinizio della Bibbia, cʼè scritto che
crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,
Gv 17,13: Ma ora io vengo a te e dico questo
Dio per fare lʼuomo ha usato la creta, ha fatto
mentre sono nel mondo, perché abbiano in se
una statua di creta, poi ci ha soffiato dentro lo
abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.
stessi la pienezza della mia gioia.
Spirito della vita, e quella statua è diventata un
Dal Salmo 117 (118)
v 21 Gv 13,15 : Vi ho dato un esempio, infatti,
essere vivente: il soffio di Dio, lo Spirito di Dio.
II domenica di pasqua ✠ Dal Vangelo secondo Giovanni
← paralleli e riferimenti biblici
Prima lettura
Dagli Atti degli apostoli
At 2, 42-48
[Quelli che erano stati battezzati] 42erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il
pane e nelle preghiere. 43Un senso di timore era in tutti, e prodigi
e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44Tutti i credenti
stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; 45vendevano
le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il
bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno erano perseveranti insieme
nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con
letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio e godendo il favore di
tutto il popolo. 48Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla
comunità quelli che erano salvati. Parola di Dio.
Diaconia n. 6, 2 maggio 2017 - pag. 1
Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
Grida di giubilo e di vittoria,
è divenuta la pietra d’angolo.
nelle tende dei giusti:
Questo è stato fatto dal Signore:
la destra del Signore ha fatto prodezze. una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto
il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
le note del testo
Seconda lettura
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
→
1Pt 1, 3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una
speranza viva, 4per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.
Essa è conservata nei cieli per voi, 5che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante
la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. 6Perciò
siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie
prove, 7affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato
a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando
Gesù Cristo si manifesterà. 8Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo,
credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre raggiungete la
mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Parola di Dio.
3
67
Ebbene, il Signore soffia su di noi per questo:
perché dentro di noi ci sia il suo Spirito. E il
suo Spirito è capace di creare, di dare vita;
è capace di rendere anche della gente come
noi capace di amare. È capace di scioglierci
dallʼistinto dominante dellʼegoismo e di rendere il nostro cuore capace di amare. Ebbene,
lo Spirito Santo spezza le catene di egoismo
e di paura che abbiamo, e ci rende capaci di
fare davvero attenzione agli altri, di amare. E
perché lo Spirito Santo fa questo? Ebbene,
la risposta è semplice: perché è lo Spirito di
Gesù, perché Gesù è così.
(D): Cʼè una lotta grande da condurre nel
mondo, ed è la lotta contro il male, contro
lʼegoismo, contro la cattiveria, contro la
violenza, contro la falsità… Questa è una
lotta antica, ma che ogni generazione deve
ricominciare in qualche modo daccapo, con
un impegno grande. Il mondo in cui viviamo
non è perfetto; è un mondo dove di cattiveria
ce nʼè tanta, e di falsità anche. E nonostante
questo non dobbiamo avere paura, perché
il Signore dice: «pace a voi». Quindi dentro
al nostro cuore ci deve essere la fiducia e la
serenità e la speranza, ma con questa fiducia
andare nel mondo e incominciate la nostra
lotta. Ma la nostra lotta è contro il male che
cʼè intorno a noi e che cʼè anche dentro di noi
ed è una lotta grande e difficile da compiere.
(E): Il mistero della Pasqua è interpretabile
solo alla luce della rivelazione dellʼAmore:
dellʼamore di Dio che si incarna e diventa
amore umano, che diventa atteggiamento di
accoglienza, di perdono, di benevolenza, di
aiuto, di sostegno reciproco; lì cʼè il significato
della Pasqua, e lì cʼè il cammino dellʼingresso
di questo mondo dentro al mistero di Dio. Mano
a mano che il mondo e la storia vengono trasformati in amore attraverso il dono dellʼamore
che proviene da Dio stesso, attraverso Gesù
Cristo, il nostro mondo entra nel mistero del
suo compimento, dentro al mistero di Dio.
(F): Ciò che Gesù dice a Tommaso non
sembra essere un rimprovero: ʻNon essere
incredulo, ma credente..ʼ. Da una condizione
di incredulità si passa ad una condizione di
fede, per un incontro unico e personale con
il Cristo e con il Cristo nel cui corpo ci sono
i segni dellʼamore che ha avuto per noi. Su
questo non cʼè dubbio. Non è: ʻNon ti vergogni
di essere incredulo..ʼ, ma ʻBene, cʼè, per quello
che vedi e tocchi del Risorto, una condizione
nuova alla quale sei chiamato: questo è quello
che vediamo della tua fede; passare da una
condizione a unʼaltraʼ.
(G): Tommaso accoglie lʼinvito di Gesù e fa una
professione di fede che rappresenta lʼapice di
tutto il quarto vangelo. Egli va oltre la realtà
del corpo di Cristo risorto, perché attraverso i
segni della sua morte in croce – il foro dei chiodi
nelle mani e lʼapertura del costato – riconosce
lʼidentità nascosta di Gesù che coincide con
quella di Dio, il Signore dellʼalleanza: ʻMio
Signore e mio Dio!ʼ.
(H): Il Cristo risorto è il compimento della
nostra storia, perché è un pezzo di mondo
che, attraverso lʼamore e lʼobbedienza a Dio, è
entrato nella eternità del Padre, nella pienezza
di vita del Padre. Lui come primizia. Dietro di
Lui siamo chiamati ad andare tutti noi; e come?
Attraverso la fede e la obbedienza a Gesù.
Prefazio suggerito: “Egli continua a offrirsi
per noi e intercede come nostro Paraclito:
sacrificato sulla croce più non muore e con i
segni della passione vive immortale” (prefazio
III di Pasqua).
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lunque peccato ci sia nella nostra vita. Gesù invita Tommaso a mettere la mano nelle sue piaghe
delle mani e dei piedi e nella ferita del costato. Anche noi possiamo entrare nelle piaghe di Gesù,
possiamo toccarlo realmente; e questo accade ogni volta che riceviamo con fede i Sacramenti.
San Bernardo in una bella Omelia dice: «Attraverso … le ferite [di Gesù] io posso succhiare miele
dalla rupe e olio dai ciottoli della roccia (cfr Dt 32,13), cioè gustare e sperimentare quanto è buono
il Signore» (Sul Cantico dei Cantici 61, 4). É proprio nelle ferite di Gesù che noi siamo sicuri, lì si
manifesta l’amore immenso del suo cuore. Tommaso lo aveva capito. San Bernardo si domanda:
ma su che cosa posso contare? Sui miei meriti? Ma «mio merito è la misericordia di Dio. Non sono
certamente povero di meriti finché lui sarà ricco di misericordia. Che se le misericordie del Signore
sono molte, io pure abbonderò nei meriti» (ivi, 5). Questo è importante: il coraggio di affidarmi alla
misericordia di Gesù, di confidare nella sua pazienza, di rifugiarmi sempre nelle ferite del suo amore.
San Bernardo arriva ad affermare: «Ma che dire se la coscienza mi morde per i molti peccati?
“Dove è abbondato il peccato è sovrabbondata la grazia” (Rm 5,20)» (ibid.). Forse qualcuno di
noi può pensare: il mio peccato è così grande, la mia lontananza da Dio è come quella del figlio
minore della parabola, la mia incredulità è come quella di Tommaso; non ho il coraggio di tornare,
di pensare che Dio possa accogliermi e che stia aspettando proprio me. Ma Dio aspetta proprio te,
ti chiede solo il coraggio di andare a Lui. Quante volte nel mio ministero pastorale mi sono sentito
ripetere: «Padre, ho molti peccati»; e l’invito che ho sempre fatto è: «Non temere, va’ da Lui, ti
sta aspettando, Lui farà tutto». Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci
afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore. Per Dio noi non siamo numeri, siamo
importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta
più a cuore. Adamo dopo il peccato prova vergogna, si sente nudo, sente il peso di quello che ha
fatto; eppure Dio non abbandona: se in quel momento inizia l’esilio da Dio, con il peccato, c’è già
la promessa del ritorno, la possibilità di ritornare a Lui. Dio chiede subito: «Adamo, dove sei?», lo
cerca. Gesù è diventato nudo per noi, si è caricato della vergogna di Adamo, della nudità del suo
peccato per lavare il nostro peccato: dalle sue piaghe siamo stati guariti. Ricordatevi quello di san
Paolo: di che cosa mi vanterò se non della mia debolezza, della mia povertà? Proprio nel sentire
il mio peccato, nel guardare il mio peccato io posso vedere e incontrare la misericordia di Dio, il
suo amore e andare da Lui per ricevere il perdono (dall’Omelia di papa Francesco nella Basilica
di San Giovanni in Laterano; 7 aprile 2013; Gv 20,19-31).
La testimonianza dei Monaci di Tibhirine.
(Dagli Atti 2) Quando la Chiesa ci viene raccontata…Vi voglio parlare di mia nonna…
Una comunità idilliaca? No! La Chiesa, questa vecchia donna piena di rughe, sempre giovane e bella
però quando apre l’album delle sue nozze: l’inizio di una storia di amore! Ecco l’ideale! L’ideale di
una vita religiosa trasmessa a tutti noi. Un passato che trova tutto il suo senso nella speranza che
incarnava. Se mia nonna si racconta, è perché ci crede ancora... Mia nonna: la Chiesa-Speranza.
Una comunità di misericordia. Una foto ingiallita, mia nonna segnata dal tempo, ma pur sempre
capace di generare! Perché è la misericordia di Dio che l’ha chiesta in sposa, e la misericordia è
un seno materno fecondo. La Nonna-Chiesa, che ci porta nel grembo, trasfigurata dalla gioia di
ogni nascita, resa più bella ad ogni battesimo.
Una comunità del memoriale. Mia nonna, capace di generare, e quindi ancora giovane: ha sempre
l’età della prima nascita, l’età di Maria di Nazaret. Avrà sempre 20 anni, anche sul Calvario. Tutte le
sue rughe parlano al cuore. Non sono segni di invecchiamento, quanto solchi segreti di una lunga
storia di amore. Il cuore della Chiesa batte il memoriale. Quando sorride, fa rivivere il passato.
Ha questo suo modo unico di spezzare il pane, e di aprire il Libro. Tutta la storia è santa quando
è lei che la racconta. Fate questo in memoria di me! Nel silenzio. Un silenzio che avvicina tutti. In
questo silenzio c’è posto per la moltitudine. I nostri vicini diventano i nostri cugini quando sono a
tavola con la nonna. E i nostri cugini sono i nostri fratelli quando la nonna dice che assomigliano
a suo Figlio, anche loro come noi.
In fondo, il segreto di mia nonna è quello di essere un Tempio aperto... (Père Christian de Chergé,
L’autre que nous attendons, 26/4/1981).
“Quelli che erano stati battezzati” decidevano di vivere secondo gli insegnamenti di
Gesù: condividevano tutto, in comunione tra loro spezzavano il pane, pregavano...
Perchè avevano veramente deciso, battezzandosi, di provare a vivere secondo la strada
tracciata da Gesù. Questo ci fa pensare all’importanza del battesimo e a come oggi, non
sempre, l’essere battezzati sia segno di questa decisione di sequela. Dobbiamo forse
prendere più sul serio questo sacramento che ci è dato, non per tradizione di uomini,
ma come mezzo per entrare e per partecipare sempre più pienamente alla vita di Cristo.
….e, sempre secondo quello che ci raccontano gli atti degli apostoli nella prima lettura, la misura
della divisione delle proprie sostanze, era il “bisogno di ciascuno”.. Credo che ognuno di noi, se
si fa seriamente interrogare da questa Parola, abbia di che riflettere. Capita spesso che, pur di
non sentirci in difetto, “manipoliamo” il concetto di bisogno a nostro favore: noi abbiamo bisogno
di un sacco di cose; gli altri (soprattutto quelli che sono veramente nel bisogno e che ci vengono
a “disturbare”) devono poi adattarsi, abituarsi a fare con quello che hanno, perchè mica tutto gli
è dovuto... il telefonino (così come altre cose che noi possediamo in abbondanza) non è mica
obbligatorio per vivere! E così, di scusa in scusa, siamo disposti a fare tante cose buone, ma a
dividere le nostre facciamo tanta fatica... a condividere noi stessi, la nostra vita, ancora di più.
Eppure, il segno di riconoscimento di Gesù quando appare ai discepoli per dare loro
la Sua pace, sono le ferite delle mani e del costato. E anche Tommaso, che non era
presente, rivendica il diritto di vedere e addirittura di toccare, di mettere il dito “nel segno
dei chiodi”! In quelle ferite che sono il segno del suo Amore fino alla fine per l’umanità
e per ognuno di noi; quelle ferite che segnano il cuore (e spesso anche il corpo) di chi ha il
coraggio di amare l’altro veramente, fino in fondo; di mettersi al suo posto, di soffrire per
lui e con lui, di lasciarsi trapassare dal dolore dell’altro senza rimanere indifferenti, ma
facendolo nostro, come ha fatto Lui. In cambio, la Sua Pace (da una diaconia in famiglia).
perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
Ez 37,9 : Egli aggiunse: “Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice
il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su
questi morti, perché rivivano””.
Rm 4, 17: come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti
popoli - davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai
morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Sap 15,11: perché disconosce colui che lo ha plasmato, colui che gli inspirò un’anima attiva e gli infuse
uno spirito vitale.
Gal 5,22 : Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia,
pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà,
mitezza, dominio di sé;
vv 22-23 Mt 16,19 : A te darò le chiavi del regno dei
cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli,
e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
Mt 19,18 : Gli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non
ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non
testimonierai il falso
Ez 36,25-38 : Vi aspergerò con acqua pura e sarete
purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e
da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò
dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore
di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito
dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi
farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete
il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Vi libererò da tutte
le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò
e non vi manderò più la carestia. Moltiplicherò i frutti
degli alberi e il prodotto dei campi, perché non soffriate
più la vergogna della fame fra le nazioni. Vi ricorderete
della vostra cattiva condotta e delle vostre azioni che
non erano buone e proverete disgusto di voi stessi per
le vostre iniquità e i vostri abomini. Non per riguardo
a voi io agisco - oracolo del Signore Dio -, sappiatelo
bene. Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o
casa d’Israele. Così dice il Signore Dio: Quando vi avrò
purificati da tutte le vostre iniquità, vi farò riabitare le
vostre città e le vostre rovine saranno ricostruite. Quella
terra desolata, che agli occhi di ogni viandante appariva
un deserto, sarà di nuovo coltivata e si dirà: “La terra, che
era desolata, è diventata ora come il giardino dell’Eden,
le città rovinate, desolate e sconvolte, ora sono fortificate
e abitate”. Le nazioni che saranno rimaste attorno a voi
sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò che era
distrutto e coltivato di nuovo la terra che era un deserto.
Io, il Signore, l’ho detto e lo farò. Così dice il Signore
Dio: Lascerò ancora che la casa d’Israele mi supplichi
e le concederò questo: moltiplicherò gli uomini come
greggi, come greggi consacrate, come un gregge di
Gerusalemme nelle sue solennità. Allora le città rovinate
saranno ripiene di greggi di uomini e sapranno che io
sono il Signore”.
v 23 1Cor 15,17 : ma se Cristo non è risorto, vana
è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
1Gv 3,14 : Noi sappiamo che siamo passati dalla
morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama
rimane nella morte.
2Cor 5, 18-21 : Tutto questo però viene da Dio, che
ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a
noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che
riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando
agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola
della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo
ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta.
Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare
con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo
fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo
diventare giustizia di Dio.
2Cor 5, 14 : L’amore del Cristo infatti ci possiede; e
noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque
tutti sono morti.
2Cor 6, 2 : Egli dice infatti: Al momento favorevole ti
ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso
.Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno
della salvezza!
Diaconia n. 6, 2 maggio 2017 - pag. 2