Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista

"Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di Bruno De Stefano
Fotocopertina da julienews.it
Edito da: Giulio Perrone
Articolo del 16 Luglio 2012 da ilmattino.it
BRUNO DE STEFANO/GIANCARLO SIANI. PASSIONE E MORTE DI UN GIORNALISTA
SCOMODO
Perché un libro su Giancarlo Siani a quasi trent’anni dal suo assassinio? La risposta è
semplice: perché di questo giovane cronista ammazzato il 23 settembre del 1985, un lunedì, si
parla tanto ma si sa ancora pochissimo, e talvolta quel che si sa non corrisponde totalmente
alla realtà.
Si sa pochissimo del suo lavoro, del suo impegno e delle sue aspirazioni; ma soprattutto non si
sa quasi nulla delle faticose indagini che hanno consentito di condannare killer e mandanti. Il
libro che avete tra le mani non racconta solo la storia di un ragazzo di 26 anni finito davanti a un
plotone di esecuzione di Cosa Nostra, ma prova ad andare oltre una semplificazione che lo ha
trasformato in una sorta di «santino»: il giornalista-eroe giustiziato per aver coraggiosamente
svelato le trame segrete della camorra.
Leggendo gli atti delle inchieste emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si
mescolano incomprensibili silenzi, palesi omissioni, tentativi di depistaggio, vuoti di memoria
inspiegabili, goffe e ridicole contraddizioni. Una ragnatela di inganni all’interno della quale Bruno
De Stefano si muove con passione e coraggio. Nel nome di Giancarlo Siani e, finalmente, della
verità.
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"Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di Bruno De Stefano
Articolo del 17 settembre 2012 da corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Siani, le verità giudiziarie di un caso scomodo nel nuovo libro di De Stefano
di Carmine Festa
La vita, il lavoro, la morte del giornalista assassinato 26 anni fa nel volume pubblicato da Giulio
Perrone
Ventisette anni fa al Vomero fu ucciso Giancarlo Siani. Del giovane giornalista, aveva 26 anni,
la memoria è viva. il racconto dei colleghi, il premio in sua memoria, i frequenti riferimenti anche
nella cronaca cittadina, ne hanno fatto una presenza ancora scomoda per chi ha vissuto gli anni
Ottanta a Napoli e in provincia, per chi convive oggi con la memoria di una stagione che ha
sublimato in essa le pericolose contiguità tra la politica e la malavita locale, tra il potere
napoletano e quello più esteso che va oltre il perimetro della regione in cui è nato, ha lavorato e
vissuto fino ai suoi 26 anni il cronista che il Mattino avrebbe assunto un mese dopo il suo
assassinio. «La lettera era pronta - ha sempre sostenuto il direttore di allora Pasquale Nonno e anche Giancarlo lo sapeva».
Ma non c'è solo l'angosciante amarezza per la morte di un collaboratore non ancora assunto
nel racconto che i giornalisti fanno di Giancarlo Siani. Certo, quella è una tra le chiavi di volta ma per addetti ai lavori - che spiega il ricordo vivo nella terra del precariato e del relativo qual è
quella napoletana. Giancarlo Siani è vivo nella mente di molti giornalisti perché la sua fine
consente di non abbandonare quegli anni, quel clima, quei ricordi che costituiscono ancora un
validissimo riferimento per il racconto delle cose di oggi. Bruno De Stefano in «Giancarlo Siani,
passione e morte di un giornalista scomodo» (Giulio Perrone Editore) racconta con un ritmo
incessante quel caso. (Sarà presentato alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, Napoli martedì
prossimo ore 18,30).
La vita, il lavoro, la morte e la ricostruzione delle verità processuale di Giancarlo Siani tengono
insieme un filo che si lega con le incursioni nei particolari che aggiungono riflessione alla storia
ricostruita, un racconto che improvvisamente si annoda alla lettura di Napoli, della su provincia,
del suo giornalismo e della sua malavita di quegli anni che arrivano fino a contaminare questi
del primo decennio del Duemila. Il libro di De Stefano consente un valutazione completa di ciò
che «il caso Siani» è stato ed è ancora. Tra i meriti assoluti del lavoro di De Stefano c'è quello
di articolare la narrazione della storia attraverso l'esibizione di documenti relativi al suo
dipanarsi dentro e fuori le aule di giustizia. Perché il «caso Siani» ha una sua verità
processuale, ma non è chiuso. Lo dimostrano le reazioni alla pronuncia di quel cognome, le
reazioni al ricordo di quegli anni e alle storie di quella malavita organizzata. Ecco perché
immergersi con De Stefano nella trama di questa storia significa far vivere un racconto che non
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"Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di Bruno De Stefano
sarà di morte. I quattro colpi esplosi contro Giancarlo Siani quella sera del 23 settembre 1985 al
Vomero non hanno potuto fermare niente. Neppure la scomodità di un ricordo di una persona e
di un periodo storico che qualcuno si è illuso di eliminare con la fine di un vita. Il giornalista
scomodo resta. Le verità, pure.
Fotocopertina ed articolo del 17 Settembre 2012 da julienews.it
Presentazione del libro "Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di
Bruno De Stefano
Alla Feltrinelli Libri e Musica Presentazione del libro "Giancarlo Siani. Passione e morte di un
giornalista scomodo" di Bruno De Stefano - Giulio Perrone - Con l’autore intervengono Enza
Alfano e Marcello Anselmo
I processi e le sentenze hanno stabilito che Siani è stato trucidato per aver scritto che il clan
nuvoletta aveva venduto il boss Valentino Gionta ai carabinieri, facendolo arrestare: una
manciata di righe che non contengono nessuna verità sconvolgente. Ma il ventiseienne Siani
stava raccogliendo materiale sui rapporti tra camorra, politica e affari. E stava scrivendo un
libro, di cui non c’è traccia. Qualcuno lo ha tradito da vivo e anche da morto.
Di Giancarlo Siani, giovane cronista del Mattino, ammazzato il 23 settembre del 1985 si sa poco
o niente, è diventato – giustamente – uno degli eroi della lotta contro la camorra, un emblema
per la ricerca della verità, ma del suo lavoro, del suo impegno, delle sue aspirazioni, e
soprattutto di quelle faticose indagini che hanno condannato killer e mandanti per il suo omicidio
non si sa quasi nulla.
Bruno de Stefano, ha cercato di andare oltre la semplificazione che ha trasformato Giancarlo
Siani in un “giornalista-eroe” giustiziato per avere svelato le trame segrete della camorra.
Leggendo gli atti delle inchieste, emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si
mescolano omissioni, depistaggi, inspiegabili vuoti di memoria, impacciate contraddizioni.
Bruno De Stefano: giornalista, è nato a Somma Vesuviana (Napoli) nel 1966. Ha seguito la
cronaca nera e giudiziaria per molti quotidiani nazionali: «Paese Sera», «Il Giornale di Napoli»,
«Il Corriere del Mezzogiorno», «City». Tra le sue pubblicazioni: Napoli criminale, I boss della
camorra, L’Italia delle mazzette, 101 storie di camorra che non ti hanno mai raccontato. Tutti
per l’editore Newton Compton.
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"Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di Bruno De Stefano
Articolo del 20 Settembre 2012 da ilmattino.it
Premio Siani 2012, l'eredità di Giancarlo ai giovani cronisti
di Marco Piscitelli
NAPOLI - Il 23 settembre di ventisette anni fa la camorra uccideva il giovane cronista del
Mattino Giancarlo Siani. Appena giunto sotto casa sua a bordo della sua auto - una Mehari
verde - il giornalista (aveva da pochi giorni compiuto 26 anni) fu assassinato brutalmente dai
killer della camorra.
Il 24 settembre del 2012, nella "Sala Siani" del quotidiano Il Mattino, saranno consegnati i premi
per ricordare la figura del giornalista napoletano. A vincere la nona edizione del "Premio Siani"
sono stati, ex aequo, Maria Falcone con Francesca Barra per il libro «Giovanni Falcone, un
eroe solo» e Bruno De Stefano con il volume «Giancarlo Siani. Passione e morte di un
giornalista scomodo».
A ripercorrere in una videintervista le tappe di questa triste vicenda, raccontarne i retroscena e
svelare il senso del premio intitolato alla memoria del cronista, sono Paolo Siani (fratello di
Giancarlo), Geppino Fiorenza ("Associazione Giancarlo Siani" e "Associazione Libera") e il
magistrato Armando D'Alterio presidente della giuria del premio, procuratore della Repubblica di
Campobasso che, nel 1993, riaprì le indagini sull'omicidio del giovane giornalista: inchiesta che
portò all'arresto di quanti erano coinvolti nell'omicidio del giornalista napoletano.
All'interno dell'articolo i seguenti video:
Video Youtube
Premio Giancarlo Siani 2012 (di Marco Piscitelli)
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"Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo" di Bruno De Stefano
Video Youtube
Premio Siani, l'intervista al pm che riaprì le indagini (di
Marco Piscitelli)
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