UNITÀ 1

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UNITÀ 1: LE PRINCIPALI TEORIE PSICOLOGICHE A DISPOSIZIONE
DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO
Le conoscenze psicologiche comprendono:




LA PERSONALITÀ
RELAZIONE COMUNICATIVA
BISOGNI
PSICOTERAPIE
1.1 LE TEORIE SULLA PERSONALITÀ
PERSONALITÀ: definizione
Insieme delle caratteristiche del comportamento individuale che si mantengono
stabili nel variare degli ambienti e delle circostanze
Secondo il senso comune, la personalità è intesa come…………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Etimologicamente, personalità deriva da “persona” che in latino significa “maschera”. Ci si
riferiva a quella maschera fissa che gli attori indossavano nelle rappresentazioni teatrali per essere
immediatamente riconoscibili nel loro ruolo.
Conoscere la personalità serve per prevedere come si comporta un individuo in un dato
momento e in determinate circostanze
Ci sono diverse teorie sulla personalità
tipologiche ( Sheldon)
dei tratti ( Cattel)
del campo ( Lewin)
psicoanalitiche ( Freud – Adler – Jung – Lacan)
transazionale ( Berne)
TEORIE TIPOLOGICHE: premessa
Ippocrate, medico greco vissuto nel 400 A.C, elabora una teoria della personalità partendo
dall’idea dell’esistenza di una corrispondenza tra caratteristiche fisiche e psicologiche di un
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individuo. Secondo lui, in ognuno di noi ci sono 4 “umori” o fluidi vitali, ciascuno con
caratteristiche specifiche. La prevalenza di uno di questi determina la qualità del temperamento.
Esempio: la prevalenza del

sangue corrisponde ad un temperamento sanguigno, cioè …

flegma ( catarro) corrisponde ad un temperamento flemmatico cioè….

bile gialla corrisponde ad un temperamento collerico, cioè….

bile nera corrisponde ad un temperamento malinconico, cioè….
Collega ciascuno degli aggettivi seguenti alla prevalenza di uno degli umori:
pessimista, vivace, prudente, aggressivo, triste, permaloso, introspettivo, estroverso, impulsivo
LA TEORIA TIPOLOGICA DI SHELDON
Come Ippocrate, anche Sheldon, psicologo statunitense della prima metà del ‘900, parte dalla
corrispondenza tra caratteristiche fisiche e psicologiche.
Le caratteristiche fisiche, tuttavia, anzicchè basarsi sulla presenza di umori corporei, riguardano
l’identificazione di tre strutture corporee che derivano da tra elementi fondamentali dell’embrione
umano ( somatotipi)

s. endomorfico: ( da endoderma, ossia struttura embrionale da cui si sviluppano l’apparato
digerente e respiratorio). L’individuo appare tondeggiante, cioè……

s. mesomorfica: ( da mesoderma, ossia struttura embrionale da cui si sviluppano l’apparato
muscolare e scheletrico, il cuore e i vasi sanguigni). L’individuo appare robusto e
muscoloso, cioè…………

s. ectomorfica: ( da ectoderma, ossia la struttura embrionale da cui si sviluppano la pelle e
il sistema nervoso). L’individuo appare snello, longilineo e non muscoloso, cioè….
Collega ciascuno dei tratti di temperamento seguenti ad ogni somatotipo:
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sedentario, socievole, emotivo, energico, ambizioso, avventuroso, aggressivo, riservato, timido,
inibito, autocontrollato, riflessivo
LA TEORIA DEI TRATTI: CATTEL
Cattel, psicologo statunitense del ‘900, abbandona il punto di partenza precedente basato
sull’esistenza di una corrispondenza tra caratteristiche fisiche e psicologiche.
Elabora una teoria della personalità basata:
a. sulla presenza di caratteristiche esclusivamente psicologiche
b. sull’adozione di un metodo rigorosamente oggettivo: osservazione ed elaborazione
statistica
Con il test 16 PF ( sixteen Personality Factor Questionnaire) individua ben 16 fattori base della
personalità, o tratti stabili che appartengono all’individuo. Ciò che differenzia un individuo
dall’altro è l’intensità di ciascuno di essi.
I tratti sono indagati a uno a uno e ciascuno secondo una scala che va da un minimo ad un
massimo di intensità.
Esempio: relativamente al tratto “fiducia negli altri”, si va da un minimo, cioè sospettosità,
diffidenza, ad un massimo, ossia fiducia incondizionata.
Tale questionario è ancora oggi uno degli strumenti usati nella selezione del personale. Uno, in
quanto la personalità non è solo composta da caratteristiche stabili che appartengono
all’individuo. Ciò che spiega il perché di un comportamento, infatti, non è semplicisticamente la
presenza di un tratto stabile ma l’interazione di fattori stabili , ambientali, di circostanza.
È ciò che comprese Lewin, con la sua teoria “del campo”
LA TEORIA DEL CAMPO: LEWIN
Fu K. Lewin, psicologo tedesco del primo ‘900, ad utilizzare la teoria del campo nello studio del
comportamento umano
Campo: spazio di vita dell’individuo. Insieme di fatti che accadono e il modo in cui
l’individuo se li rappresenta, li vive, li percepisce, sulla base di forze psichiche,
interiori come la motivazione, l’interesse, le esperienze passate….
Secondo questo studioso, il comportamento è la conseguenza diretta di “tensioni
psichiche” o forze che emergono dall’interno dell’individuo, e la situazione
esterna
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Dinamica della personalità e spazio di vita
Secondo Lewin, quindi, non è possibile spiegare il comportamento umano ( comprendere la causa
di un comportamento) secondo la logica comportamentista in base alla quale lo stesso stimolo
esterno attiva sempre la stessa risposta del soggetto.
La spiegazione del comportamento sta nella formula seguente: C = f ( P,A), ovvero il
comportamento è funzione della relazione tra la Persona e l’Ambiente psicologico.
Lo Spazio di vita, cioè l’insieme di Persona e Ambiente psicologico, si divide in regioni
Esempio: la scuola, la famiglia, il tempo libero, ……. Sono regioni dell’ambiente psicologico di
una persona
Anche la Persona comprende un insieme di regioni.
Esempio: la regione interno-personale è quella relativa all’insieme di tutti i processi psichici che
riguardano la sfera cognitiva, affettiva e sociale, come il modo di prestare attenzione, di
memorizzare, di vivere i nostri sentimenti, di seguire un’inclinazione, un interesse…
Perché la teoria del campo può servire a un operatore?
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Analizziamo con un esempio:
Carletto, ragazzino di 14 anni, generalmente tranquillo, riflessivo, un bel giorno risponde in modo
impulsivo al suo amico.
Il suo comportamento è dato dall’interazione tra ambiente psicologico e regione interno personale
In questo caso:
regione interno-personale: …………………………………………………………………………
regione ambiente psicologico: ……………………………………………………………………..
la situazione relativa alla regione interno personale fa sì che Carletto attribuisca all’ambiente
psicologico una valenza negativa
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LE TEORIE PSICANALITICHE DELLA PERSONALITÀ: FREUD – ADLER
FREUD: DUE PUNTI DI VISTA DI STUDIO DELLA MENTE
Freud ha analizzato la mente da due punti di vista diversi
Nella 1° topica, cioè nella prima formulazione della sua teoria, egli descrive la mente dal punto di
vista TOPOGRAFICO
La mente è descritta come la piantina di una casa, formata da tre “locali”
Sono “Locali” che ospitano i nostri contenuti mentali
CONSCIO: ospita i contenuti mentali di cui siamo coscienti
PRECONSCIO: ospita quei contenuti mentali di cui non siamo
temporaneamente coscienti ma che possono affiorare alla coscienza
pensandoci sopra
SUBCONSCIO
INCONSCIO: ospita l’insieme delle pulsioni di odio/amore.
Alimenta quei contenuti mentali rimossi che affiorano nei
Sogni
Lapsus
Atti mancati
Quando alcuni dei contenuti mentali rimossi sono affettivamente molto intensi provocano
disturbi psicologici, come l’isteria. Freud li raccoglie nella categoria “nevrosi”.
Solo attraverso l’aiuto dell’analista, essi possono affiorare alla coscienza e permettere la
guarigione.
Nella 2° topica, cioè nella seconda formulazione della sua teoria, egli descrive la mente dal punto
di vista STRUTTURALE.
La mente è descritta come un soggetto attivo formato da tre strutture, o istanze ( Freud le chiama
proprio così) che sono: : l’ES, l’IO, il SUPER- IO.

L’ES: è innato ed è l’insieme delle pulsioni di odio/amore orientate al Principio di piacere. È
inconscio. Si tratta degli impulsi vitali preposti alla soddisfazione dei nostri bisogni, a partire da
quelli primari

L’IO: si forma durante il primo anno di vita. Coincide con la coscienza. È orientato al Principio di
Realtà : cerca, cioè, strategie di soddisfazione dei desideri che siano compatibili con le norme e i
divieti posti dal contesto. Una strategia con cui l’Io soddisfa i desideri è, per esempio, fantasticare,
immaginare e sognare fantasie che vengono dall’inconscio. Un’altra strategia di soddisfazione è il
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saper aspettare il momento giusto: è come se l’io cercasse di acquietare l’ES dicendogli “aspetta…e
vedrai…” . Con la crescita il bambino matura sul piano intellettivo. In questo modo, l’IO trova altre
strategie più “sottili”, “intelligenti” per soddisfare le pulsioni. Ad esempio: trova altre motivazioni,
interessi legati alla vita sociale come coltivare hobbies, impegnarsi in attività sportive, accettare
sfide impegnative…

SUPER-IO: si forma tra i 3 e i 5 anni di vita, in seguito al Complesso di Edipo. È parzialmente conscio.
Il SUPER-IO coincide con l’interiorizzazione di norme e divieti ed impedisce che desideri inconsci
particolarmente intensi, considerati socialmente inaccettabili, affiorino alla coscienza.
LA DINAMICA DELLE TRE STRUTTURE: le tre strutture non operano isolatamente ma interagiscono tra
loro, determinando il comportamento umano
ES
Pulsioni orientate al Principio di Piacere
IO
Pulsioni di Impegno
Super Io
Regole e Divieti/coscienza Morale
orientate al Principio
di Realtà (Interessi,
motivazioni, reazione
agli stimoli ambientali)
Il comportamento umano è la risultante di un’attività di mediazione dell’Io tra Es (il desiderio, ciò che vorrei
Il comportamento umano è la risultante di un’attività di mediazione dell’Io tra Es (il desiderio, ciò che vorrei
fare) e Super io (la norma e il divieto, ciò che devo o non devo fare).
Alla base del comportamento i fattori inerenti le tre strutture si organizzano in modi diversi: alla base di
ogni comportamento c’è una dinamica diversa tra i fattori. Facciamo tre esempi che spiegano come alla
base di diversi comportamenti si verifichi il predominio di un fattore rispetto agli altri o viceversa una
mediazione:
1) Sto parlando con un mio amico il quale mi dà del “tonto”. Provo rabbia, una rabbia talmente
intensa che non riesco a pensare e gli do una sberla. La pulsione dell’Es è una pulsione aggressiva,
una pulsione di rabbia. Se non interviene il Super Io nel rimuovere quell’impulso e canalizzarlo
altrove e l’io non è sufficientemente forte da controllare la pulsione, io agisco l’impulso. L’Es
prevale sugli altri due fattori.
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2) Riprendiamo la situazione precedente, in cui il mio amico mi dà del “tonto”. La cosa mi offende,
sento che qualcosa non va, ma non capisco bene cosa. Non dico nulla, ma a un certo punto mi
viene un gran mal di testa. In questo caso il Super Io ha impedito all’impulso aggressivo di emergere
e lo ha rimosso. La rimozione però non ha funzionato completamente e così il mio impulso
aggressivo viene somatizzato. Somatizzare significa che l’impulso viene scaricato, ma non sull’altra
persona, su di me. Scaricare l’impulso su di me è frutto di un compromesso tra il Super Io, che non
permette che l’impulso venga agito, e l’Es, che comunque ha necessità di scaricare l’impulso. Il
sintomo è un compromesso tra i due fattori. Questo tipo di funzionamento è la base dell’isteria.
3) Ultimo caso: il mio amico mi dà del “tonto”. In questo caso sento che la cosa mi offende e mi fa
arrabbiare. Mi rendo conto però che la mia rabbia è eccessiva rispetto alla provocazione e che
probabilmente il mio amico non intendeva offendermi. A questo punto gli spiego che può anche
evitare di darmi del tonto perché la cosa non mi fa piacere e posso sdrammatizzare con una battuta
ironica, che mi permette di elaborare ulteriormente la pulsione aggressiva. In questo caso c’è un
massiccio intervento di mediazione dell’Io. L’Io percepisce la pulsione dell’Es senza esserne
sopraffatto e sa che non deve esprimerla senza che intervenga il Super Io a rimuoverla. A questo
punto l’Io trova un modo adattivo di scaricare quella pulsione, di elaborare la rabbia e lo fa dando
voce all’emozione: dico al mio amico che mi ha offeso e faccio una battuta: ”comunque non ti
preoccupare, anche i migliori sbagliano”. Questo mi permette di scaricare la mia pulsione
aggressiva senza danni per me o per gli altri.
Come si vede, non sempre è possibile il raggiungimento o il mantenimento di un buon equilibrio
psicologico.
In alcuni casi, il disturbo psicologico è tale da dover ricorrere alla psicoterapia attraverso l’analisi
dell’inconscio mediante l’interpretazione dei sogni e il metodo delle libere associazioni.
Normalmente, però, e quotidianamente, la situazione di equilibrio la manteniamo mettendo in
atto “meccanismi di difesa”, inconsci, come:




La rimozione: è un meccanismo di difesa con cui il soggetto cerca di respingere o
mantenere nell’inconscio contenuti psichici sgraditi come esperienze, ricordi che gli
procurano sofferenza, o desideri giudicati imbarazzanti, vergognosi, comunque inadeguati
per essere accettati dalla coscienza.
Esempio: ………………………………………………………………………………………………………………………………
La proiezione: è un meccanismo inconscio per mezzo del quale il soggetto attribuisce ad
altri un proprio tratto negativo.
Esempio: ………………………………………………………………………………………………………………………………
La regressione: è un meccanismo inconscio con cui il soggetto torna a comportamenti
infantili
Esempio: ………………………………………………………………………………………………………………………………
La sublimazione: è un meccanismo inconscio con cui il soggetto finalizza verso obiettivi
socialmente utili una pulsione inconscia come l’odio
Esempio: ………………………………………………………………………………………………………………………………
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Secondo te, perché la conoscenza dei principi fondamentali della psicoanalisi freudiana può
servire a un operatore socio sanitario?
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Psicologo freudiano viennese, si allontana dal maestro e fonda la “Società di Psicologia
individuale”
Freud e Adler a confronto
Leggi attentamente ciascuna affermazione e prova ad individuare se si tratta di concezioni
freudiane, adleriane o concezioni condivise da entrambi
1. L’origine del disturbo psichico ha origine nell’inconscio
2. L’origine di tutti i disturbi psichici sta nella presenza di desideri sessuali infantili, rimossi
inconsapevolmente dal soggetto e finiti nell’inconscio al fine di evitare sentimenti di colpa
per aver amato la madre e odiato il padre…
3. L’origine del disturbo psichico non riguarda solo la dinamica delle forze interiori ( Es, Io,
Super-io) ma può essere causata dalla società
4. Il disturbo psichico può nascere da un senso di disagio che deriva da una situazione di
disadattamento sociale
5. “Volontà di potenza” è un atteggiamento che appartiene alle persone autoritarie
6. Una persona autoritaria ( non autorevole!) “sembra” forte, ma in realtà nasconde la
propria debolezza
7. Chi fa del principale obiettivo di vita l’imporsi sull’altro, costi quel che costi, si difende
inconsapevolmente dalla scarsa autostima: la volontà di potenza compensa, è una
maschera che copre il senso d’inferiorità
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Secondo te, perché la conoscenza dei principi fondamentali della psicoanalisi adleriana può
servire a un operatore socio sanitario?
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L’ANALISI TRANSAZIONALE: ILMODELLO GAB
Anche la teoria elaborata da E. berne, psicologo statunitense di origine canadese del ‘900, è
utile all’operatore. È un modello di lettura delle interazioni sociali usato, ad esempio, nelle
terapie di gruppo quale quella degli alcolisti anonimi.
Richiama la teoria umanistica, secondo cui l’individuo raggiunge un buon equilibrio psicologico
se si “autorealizza”.
Che cosa significa “autorealizzazione”?
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un genitore?
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Secondo la teoria umanistica, una personalità equilibrata la si raggiunge quando l’individuo si
autorealizza, ma l’autorealizzazione si manifesta a condizione che siano presenti 3
componenti: A ( adulto) – B ( bambino) – G ( genitore)
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Prova ad individuare atteggiamenti, comportamenti, modi di dire che evidenzino ciascuna delle
tre componenti
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gioco le tre componenti
G
A
B
G
A
B
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Ora guarda attentamente lo schema seguente e ricava un possibile dialogo
G
B
Prof. Rossi
prof. Bianchi
Il prof. Rossi incontra il collega di materia, prof. Bianchi: i due si confrontano sulla futura scelta di
argomenti inerenti alla programmazione di psicologia per le classi quarte del socio sanitario.
Ricava un possibile dialogo secondo l’indicazione della relazione
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L’importanza della comunicazione nella relazione tra operatore e assistito
La comunicazione è il principale strumento dell’operatore per
Avviare
Mantenere
Concludere una relazione di assistenza e cura
Si attiva e si mantiene un atteggiamento sintonico
È pertanto opportuno che l’operatore conosca alcune tra le teorie che studiano il rapporto tra
comunicazione e relazione
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L’APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE
La psicologia sistemica è fondata da G: Bateson, psicologo e antropologo britannico del ‘900. La
teoria sarà in seguito sviluppata dai ricercatori della scuola di Palo Alto in California, negli anni ’60.
Si chiama psicologia sistemica, per il fatto che cambia il punto di vista da cui partire per analizzare
un comportamento umano o diagnosticare una patologia: per capire l’individuo, non basta
considerarlo nella sua singolarità ma è necessario osservarlo in un sistema. Solitamente, il sistema
con cui egli sta più a contatto è quello familiare. In quest’ottica è dunque possibile inquadrare i
suoi comportamenti, il suo modo di essere, come risposte agli stimoli provenienti da altri soggetti
che rientrano nel sistema. Analogamente, gli stimoli provenienti dagli stessi soggetti del sistema
vanno letti come altrettante risposte agli stimoli che il singolo invia.
Facciamo un esempio: Luca, un adolescente di 15 anni, da tempo si mostra svogliato e passivo
relativamente ai suoi impegni scolastici. L’anno scorso è stato bocciato e quest’anno le cose non
vanno meglio. I genitori sono preoccupati: tentano strategie diverse di persuasione che vanno dal
“lasciar correre”, alla punizione estrema. In famiglia, il clima non è tra i più sereni. I genitori
passano dalla rassegnazione, alla disperazione; l’ansia è lo stato psicologico più presente.
Decidono così di sentire uno psicologo.
Lo psicologo comunica ai genitori il setting: gli incontri avverranno settimanalmente con:
Luca - Luca e genitori – i genitori senza Luca.
Dopo un periodo di osservazione di circa sei mesi, lo psicologo ipotizza un funzionamento di
questo tipo
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il clima
relazionale
si fa sempre
più pesante
i genitori
sono delusi
dai risultati
di Luca
Luca
comincia a
raccontare
bugie
Luca è frustrato e a
scuola va sempre
peggio
i genitori,
disperati, si
arrabbiano
1. Secondo te,lo psicologo avrebbe avuto sufficienti strumenti di osservazione per costruire la
situazione se si fosse concentrato solo su Luca?..............
Perché ?.............................................................................................................................................
2. Di quali strumenti di osservazione si è servito lo psicologo per ricostruire la situazione?
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
Attraverso l’analisi degli scambi comunicativi verbali e non verbali, lo psicologo è riuscito ad
individuare il tipo di relazione tra i familiari.
Se dal modo di comunicare è possibile ricostruire la relazione, acquisendo maggior consapevolezza
sui feed back che il mittente lancia al destinatario con i suoi messaggi, sarà possibile controllare la
comunicazione e di conseguenza migliorerà anche la relazione
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LA PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
Gli psicologi della scuola di Palo Alto, in California, hanno elaborato una teoria della comunicazione come
metodo di analisi.
Secondo questo approccio di studio, il punto di partenza è:
analizzare gli scambi comunicativi tra i componenti di un sistema
individuare la relazione tra i componenti del sistema stesso
Spieghiamo il metodo di lavoro attraverso un diagramma di flusso
INIZIO
INDIVIDUARE IL SISTEMA IN CUI IL
SOGGETTO INTERAGISCE
ANALIZZARE GLI SCAMBI COMUNICATIVI TRA IL SOGGETTO E GLI ALTRI
COMPONENTI DEL SISTEMA INDIVIDUATO
GLI SCAMBI
COMUNICATIVI
SONO CORRETTI?
NO
LA RELAZIONE E’
PATOLOGICA
SÌ
LA RELAZIONE E’
POSITIVA
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Quali possono essere gli scambi comunicativi che sottintendono una relazione patologica?
Alcuni esempi:

RIFIUTO DELLA COMUNICAZIONE
Chiedo a Simone se può andare a fare la spesa
Simone se ne va, sbattendo la porta!
Simone, apparentemente non comunica niente, in realtà ignorando volutamente ciò che ho detto,
rifiuta l’altro !

SQUALIFICAZIONE DELLA COMUNICAZIONE
Mi rivolgo a mia figlia, dicendole:” Confidati con la mamma, lo sai che ti puoi fidare di me..”
Mia figlia:” Sai che ore sono? È tardi, ci vediamo stasera”
La figlia risponde, ma la sua risposta non c’entra niente con la richiesta della madre

RICORRERE A UN SINTOMO
“Che ne dici se stasera andiamo al cinema?”
“Ho un gran mal di testa…”
Il sintomo, che a volte c’è davvero, è la conseguenza di un meccanismo di difesa con cui il soggetto
risolve una situazione che percepisce come imbarazzante, fonte di disagio
Anche il sintomo psichiatrico può essere spiegato come risposta alle relazioni del sistema: l’anoressica
può servirsi della sua malattia come strategia per tenere unita la famiglia

RELAZIONE TRA CONTENUTO DEL MESSAGGIO E MODO IN CUI LO SI DICE
“Chiudi quella portaaa!”
Chi si esprime così evidenzia una relazione con l’altro che può significare
1. Qui comando io, tu devi solo obbedirmi
2. Io conto, tu non sei niente
3. Sono arrabbiato con te
“ Che ore sono?”
“ Te l’ho già detto! Comprati un orologio!! Certo, quando parlo io, tu non ascolti mai”
“E piantalaaaa”
Tra i due, evidentemente, non c’è disaccordo sul contenuto. Il disaccordo sul contenuto è solo una
scusa per litigare. I due litigano perché la loro relazione è in crisi
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In particolare: una buona comunicazione sottintende una buona relazione.
Tecnicamente, nella logica della psicologia della comunicazione, la relazione è data dall’
immagine di sè che ciascun soggetto della comunicazione propone all’altro
L’immagine di sé che ciascuno propone all’altro può provocare tre possibili reazioni
La conferma: l’uno accetta l’immagine di sè che l’altro gli propone
Il rifiuto: l’uno non accetta l’immagine di sè che l’altro gli propone
La disconferma: l’uno non prende nemmeno in considerazione l’immagine di sè che l’altro
gli propone

INCONGRUENZA TRA CONTENUTO E RELAZIONE
“Vieni a casa, piccolo mio..( il tutto mentre il bambino è strattonato in malo modo)”
“Ohhh, tutti zitti: parla il genio della famiglia..” (si tratta di una situazione familiare in cui i
genitori hanno scarsa fiducia nelle capacità del figlio)
“Bambina mia…..lo sai quanto bene ti voglio…se anche tu me ne vuoi…mi devi far felice..” ( il
tutto mentre l’adulto accarezza le gambe della bimba)
“Va’ a dormire, sei stanco..” ( in realtà, il messaggio significa: togliti dai piedi!”
In questi quattro casi, si tratta di una relazione affettiva: più i bambini sono piccoli, più le
conseguenze sul loro sviluppo psicologico saranno gravi
Sai dire perché una comunicazione di questo tipo può essere grave per lo sviluppo del bambino?
………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………

MESSAGGIO PARADOSSALE:
1. CONTRADDIZIONE TRA CONTENUTO E MODO IN CUI VIENE DETTO O CONTRADDIZIONE
INTERNA AL MESSAGGIO
“Sii spontaneo!”
E’ evidente che l’altro si blocca perché :
Il contenuto della comunicazione gli chiede di non obbedire
Il modo in cui si esprime il contenuto gli chiede di obbedire
O l’altro è spontaneo e non obbedisce
O l’altro non è spontaneo e obbedisce
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2. CONTRADDIZIONE TRA CONTENUTI DELLO STESSO MESSAGGIO
“ Sarebbe ora che ti mettessi a dieta, non vedi che pancia ti ritrovi?” “Ma come, ho preparato questo dolce
con tanto amore..e tu neanche lo assaggi?”
Anche in questo caso, è evidente che due messaggi contradditori disorientano il destinatario…
L’APPROCCIO ROGERSIANO
LA TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE
Obiettivo della terapia: riportare lo stato di congruenza tra il Sé e l’Organismo
In questo modo si può riattivare il processo di autorealizzazione
Per riattivare il processo di autorealizzazione diventa necessario impostare il colloquio in modo
non direttivo, per mettere a suo agio il cliente affinchè, libero dall’ansia di essere giudicato, trovi
dentro di sé la strada per autoprogettarsi in piena libertà da ogni condizionamento
Per stabilire un colloquio non direttivo tra terapeuta e cliente è necessario comprendere la
soggettività del cliente
La comprensione della soggettività si attua a queste 3 condizioni
Congruenza ( riferita
al terapeuta)
Accettazione
incondizionata
Che cos’è
Piena consapevolezza
da parte del terapeuta
del suo vissuto
interiore
Capacità di accettare,
non di approvare,
l’altro anche se
portatore di valori
diversi. Ciò, in quanto
il presupposto
Come si manifesta
Attraverso
1. la capacità del
terapeuta di
controllare le
sue emozioni
2. La possibilità
di riferire al
cliente ciò che
suscita in lui,
nel caso ciò
fosse utile per
il cliente stesso
Attraverso l’assenza di
giudizi sul cliente
Perché è importante
Per poter stabilire
1. Una
comunicazione
efficace
2. una relazione
equilibrata e
sincera con il
cliente
Per stimolare il cliente
alla scoperta delle sue
potenzialità ( in
armonia con il proprio
Sé/organismo)
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dell’approccio
umanistico è la
Fiducia nelle
potenzialità positive
del cliente
Empatia
Capacità di
immedesimarsi nel
punto di vista del
cliente,
come se il terapeuta
fosse il cliente stesso
ma senza identificarsi
con il cliente stesso
Attraverso l’ascolto
Per riproporre al
cliente il suo vissuto
attraverso 3 momenti
distinti:
reiterazione:
ripetizione del
contenuto con altre
parole
riflesso dei
sentimenti:
esplicitare i sentimenti
provati dal cliente
chiarificazione:
proporre al cliente
punti di vista diversi
con i quali affrontare i
suoi problemi
Secondo te, guardando la tabella, che caratteristiche avranno i messaggi verbali e non verbali da
parte del terapeuta?
………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………
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Quali sono i suggerimenti pratici che l’operatore socio sanitario può trarre dalla conoscenza delle
teorie sulla comunicazione? Completa le riflessioni seguenti
La teoria sistemico relazionale offre diversi spunti sull’utilità della stessa
1. tra operatore e assistito si forma un ………………………….. comunicativo, in cui
l’operatore invia ………………… ……………….. all’assistito e l’assistito risponde inviando
…………………. ………………. all’operatore
2. È quindi opportuno che l’operatore sia …………………………….. degli effetti di reciprocità
sulla comunicazione perché influenzeranno la loro ………………………………
3. L’operatore dovrà imparare a capire il significato dei messaggi verbali e …………………
…………………… per comprendere meglio i bisogni e i comportamenti dell’assistito
Casi da analizzare pag. 34
1.3 TEORIE DEI BISOGNI
Spesso, sentiamo parlare di “Bisogni della persona”,
oppure di “Motivazione ad agire in un certo modo”
MA
Che cosa sono i bisogni? Che cosa sono le motivazioni? Esiste una relazione diretta tra bisogni e
motivazioni?
Cominciamo con il definire entrambi i concetti
Bisogno = stato di carenza di un organismo
La relazione tra bisogno e motivazione si fa evidente
Quali sono i bisogni?
motivazione = spinta interiore che porta
l’organismo ad attuare comportamenti
finalizzati a colmare la carenza stessa
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Esistono diverse tipologie: ne vedremo alcune
BISOGNI
OMEOSTATICI
Da “Omeostasi”, cioè equilibrio.
Bisogni che emergono quando nell’organismo
si verifica uno squilibrio.
Es: il bisogno di bere
Sento il bisogno di bere quando nel mio
organismo c’è uno squilibrio tra le condizioni
interne, la scarsità d’acqua, e l’ambiente
esterno, l’alta temperatura
Innati, cioè connaturati alla specie
Specifici, cioè ogni specie vivente ne possiede
di specifici ( i bisogni dell’uomo sono diversi
da quelli della scimmia).
Sono bisogni che emergono per garantire
l’adattamento all’ambiente
Es: il bisogno di curiosità
Grazie alla curiosità, un bimbo esplora
l’ambiente e così facendo sviluppa la sua
intelligenza
INNATI SPECIFICI
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BISOGNI
CONSAPEVOLI/INCONSAPEVOLI
Non sempre si è consapevoli dei propri
ACQUISITI
Secondo H. Murray, psicologo statunitense
bisogni .
A volte, è compito dell’ operatore aiutare
esistono bisogni che derivano dalla
la persona a comprenderne alcuni,
pressione sociale: attraverso il confronto
o, al contrario, aiutare il soggetto a liberarsi
tra la propria situazione e quella degli altri
da forme di dipendenza che per lui sono
o una situazione ideale, l’individuo si
bisogni indispensabili
percepisce in uno stato
chiamato di “deprivazione relativa”
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Osserva la piramide dei bisogni di Maslow e indica per ciascuna fascia di bisogni se sono
omeostatici o innati specifici o acquisiti
AUTOREALIZZAZIONE
ESTETICI
bontà – bellezza – verità - giustizia
COGNITIVI
Conoscenza (need for competence)
AUTOSTIMA
Competenza – approvazione - riconoscimento
APPARTENENZA AMORE
Affiliazione – accettazione - affetto
SICUREZZA
Sicurezza – sicurezza psicologica
FISIOLOGICI
Di sopravvivenza: nutrizione – riproduzione – regolazione temperatura corporea…
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Scegli uno dei seguenti bisogni acquisiti secondo la teoria di Murray, e contestualizzalo in
modo che sia evidente il rapporto tra quel bisogno e l’influenza dell’ambiente di appartenenza
Bisogni di:
possesso – proprietà – successo – superiorità – dominio – gregarietà
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LE MOTIVAZIONI: INTRINSECHE - ESTRISENCHE
Abbiamo accennato, all’inizio di questo capitolo, a come bisogni e motivazioni siano in stretto
rapporto.
Quando io percepisco un bisogno, per esempio quello di mangiare, attivo dei comportamenti
finalizzati alla soddisfazione di quel bisogno
MA
Il ruolo delle motivazioni può essere “esterno” o “interno” al bisogno stesso. In psicologia, si
parla di motivazioni estrinseche e intrinseche
Due esempi chiariranno la differenza
Simone, ragazzo molto ambizioso, decide di iscriversi all’università perché è convinto che una
laurea sia importante per trovare un posto di lavoro che gli permetterà di guadagnare
abbastanza per potersi permettere una vita da favola!
Si dà subito da fare: studia tantissimo… ma osserviamo la rappresentazione sottostante
i risultati
non sono
proporziona
ti allo sforzo
Simone
studia molto
Si stanca
sempre di
più
abbandona
l'università
ciò che
studia gli
interessa
sempre
meno
Evidentemente, la spinta interiore ( o motivazione) con cui Simone studia non è alimentata
direttamente dal bisogno di studiare ma dallo scopo che si può raggiungere studiando. Il
bisogno di studiare è solo il mezzo con cui Simone vorrebbe soddisfare altri bisogni, come
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quello di avere prestigio e ricchezza. La motivazione è pertanto una motivazione estrinseca al
bisogno di studiare
Ora, prova tu a completare la stessa situazione descrivendo un circolo virtuoso
Simone è
sempre
stato un
bimbo
curioso
Evidentemente, la spinta interiore ( o motivazione) con cui Simone studia
…………………………………. ……………………………………….. ………………………………..dal bisogno stesso di
studiare.
La motivazione è pertanto una motivazione ……………………………….. al bisogno di studiare
NEED FOR COMPETENCE
Need for competence: esigenza di mettersi alla prova, spesso anche per gioco.
Da studi non solo psicologici ma anche etologici, tale bisogno esiste anche negli animali:
Harlow ci racconta come gli scimpanzé si divertissero a smontare congegni meccanici senza
uno scopo preciso. É noto anche che spesso i predatori cacciano senza poi mangiare le loro
prede.
Che cosa succede a un soggetto che si trova nell’impossibilità di soddisfare il proprio need for
competence? Le conseguenze possono essere devastanti.
Pensa, ad esempio, ad un anziano che entra in una casa di riposo
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L’OPERATORE SOCIO SANITARIO E I BISOGNI
Se i bisogni sono il motore che attiva le motivazioni ad attuare i nostri comportamenti, è
naturale che un’equipe socio sanitaria dovrà prestare attenzione ai bisogni del soggetto in
carico.
In particolare, un operatore dovrà






Osservare il soggetto nelle sue manifestazioni verbali e non verbali
Rilevarne i disagi
Individuare insieme a lui quei bisogni che stanno alla base di comportamenti scorretti
Aiutare il soggetto ad acquisire consapevolezza circa bisogni che potrebbero
promuovere la sua crescita
Iniziare un percorso che fissi nuovi obiettivi
Accompagnarlo nella realizzazione degli stessi
IL racconto di una ragazza anoressica – dal libro di:
MICHELA MARZANO: “Volevo essere una farfalla” Ed. MONDADORI
INTRODUZIONE
Michela Marzano, docente di filosofia morale all’università Descartes di Parigi, è l’autrice di un libro
sull’anoressia: un libro che rappresenta la testimonianza di chi l’anoressia l’ha incontrata, combattuta e
in qualche modo superata; “in qualche modo” perché “le ferite non si cancellano mai… e allora può
sempre accadere che il vuoto si spalanchi all’improvviso.. ma questo fa parte del gioco della vita…
ANORESSIA E MATURITA’
Una possibile chiave di lettura del libro è l’immaginare la malattia come simbolo di un percorso di
separazione/individuazione: in ogni fase di vita, c’è un parallelismo tra il modo di vivere il “sintomo” e
le scelte di vita, il modo di relazionarsi agli altri e gli obiettivi prioritari che la protagonista intende
perseguire.
1^ Fase: Identificazione
Michela è una bambina che è stata a lungo desiderata: finalmente la madre rimane incinta. Per Michela
è l’inizio di quella che definisce una trappola: da questo momento si sentirà il peso di una
responsabilità troppo grande per lei, la responsabilità di prolungare quella condizione di gioia nei
genitori per avere messo al mondo una figlia che non li deludesse mai. In particolare, la bambina vive
la fase edipica in maniera intensa e prolungata. Il padre è il suo eroe, le regole non si discutono, la vita
è uno scorrere continuo di doveri da portare a termine, di obiettivi ambiziosi da raggiungere. La vita
appare come uno spazio utile ad essere riempito di allori, trofei conseguiti con fatica, dedizione,
assenza di distrazioni…..in una parola, una vita che non ha posto, né rispetto per il proprio Io, con le
sue specificità e anche debolezze.
Il testo riporta spesso questo modo di sentire
“Nella quotidianità in cui tutto è misurato, calcolato, controllato..”
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“Arrivata in Normale, è stato il trionfo del dovere ….se il più bravo aveva fatto 6 esami il primo anno ..
Io allora ne ho fatti nove. E in due anni li ho finiti tutti”
Identificazione e anoressia
In questo senso, la rinuncia al cibo diventa piano piano l’espressione di un obiettivo maledettamente
ambizioso, il più ambizioso in assoluto. Il pensiero di Michela è: se riesco a dominare una pulsione così
forte come la fame, allora posso controllare tutto. “Anni persi a punirmi per ogni caloria di troppo che
avevo la debolezza di ingoiare. Anni persi a mangiare e vomitare tutto..” . Michela frequenta la
Normale di Pisa: si tratta di un periodo in cui il Dover essere si contrappone alle passioni naturali; il
cibo, passione naturale, alimenta il senso di colpa. Sappiamo come la protagonista arriverà alla laurea
con un peso corporeo di 35 kg e perdita di capelli.
Secondo te, qual è il bisogno più grande di Michela?
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I vantaggi dell’anoressia
Perché l’anoressia è un ideale così importante, anzi il più importante? Secondo l’esperienza di Michela,
un corpo anoressico è un linguaggio, l’unico linguaggio in grado di comunicare col mondo…
Anoressia è
annulla
compimento del senso del dovere secondo le regole del Padre
adattamento all’altro come assenza di peso per l’altro: il proprio io non pesa perchè si
nella volontà dell’altro ( da qui il titolo del suo libro…)
assenza di peso, leggerezza, come una farfalla che vola libera senza dipendere da
nessuno. Liberarsi dal peso di piacere sempre a qualcuno perché da quel qualcuno non
si può fare a meno di dipendere, pena la perdita del suo amore.
Anoressia e amore
Anche la vita sentimentale di Michela, non solo la brillante carriera, passa attraverso l’anoressia. In
primo luogo, l’amore verso il padre. Si è accennato all’inizio al fatto di trovarsi in presenza di un
complesso edipico prolungato. Modellare il proprio io sull’io paterno riducendolo ad una sagoma
gelatinosa trasforma ogni desiderio, ogni obiettivo o progetto del padre di Michela, in desiderio,
obiettivo e progetto di Michela, pena la perdita dell’amore paterno. La protagonista richiama questa
modalità paterna di amare la figlia, a condizione che la figlia non lo deluda. “ Per anni ho pensato che
rinunciare all’ideale, non essere più esattamente ciò che mio padre voleva che fossi, avrebbe significato
la fine…” E come tutte le storie di “amore verso il padre” che si rispettino, anche l’innamoramento di
Michela per Alessandro, “il cavaliere errante che amai perdutamente..” rappresenta il bisogno di
ritrovare l’oggetto originale del desiderio: “Freud direbbe che amiamo qualcuno perché ci ricorda
l’oggetto del nostro primo grande amore…amare qualcuno è sempre e solo ritrovare l’oggetto perso
quando eravamo bambini…e riuscire almeno una volta a trasformare l’assenza in una presenza.. Ma la
storia finisce sempre allo stesso modo: lui la cerca e la seduce; lei s’innamora; e quando, per lei, lui
diventa tutto, lui se ne va.”
Sappiamo come questa storia d’amore idealizzato e dunque impossibile abbia segnato per la
protagonista una svolta cruciale: il tentato suicidio. “E’ il 14 settembre del 1997..è meglio morire che
decidere di non essere più esattamente quella persona che si è fatto di tutto per essere…quella che
merita di vivere..” Da qui, l’esperienza nel reparto psichiatrico di Pisa, una cura di pillole, la promessa
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di uscire dal baratro: “ la sola promessa che vale è…dimenticare Alessandro. Terminare la mia tesi di
dottorato”.
Sappiamo anche che da questo momento, dopo una serie di vicende tormentate quali il trasferimento
a Parigi, un matrimonio presto finito, la ripresa di un’analisi che finalmente sarà decisiva, inizia la
“rinascita”. Su quest’ ultima fase, torneremo più avanti: essa rappresenta infatti la fase finale del
processo di separazione/individuazione in cui l’individuo raggiunge uno stato d’identità completo.
Vedremo allora come Michela, finalmente, ritroverà se stessa lasciando spazio alle esigenze più
nascoste, ai suoi desideri, ai suoi difetti(!) tenuti compressi in un angolo profondo del suo Sé per
troppo tempo.
2^ Fase: Opposizione
Contrariamente a quanto potremmo pensare, il percorso di separazione/individuazione è scandito da
fasi che secondo quanto c’insegna la psicologia dello sviluppo seguono una successione cronologica. Il
bambino, infatti, raggiunge un’identità chiara passando per l’identificazione genitoriale prima, per una
fase di opposizione verso i 3 anni di vita e finalmente raggiungendo l’ultima tappa che si colloca in età
giovanile. Per Michela, le cose non sono andate esattamente così: la fase di opposizione compare
intorno agli anni ’80, in piena fase adolescenziale.
Trasgressività e identità
L’adolescenza, come per tutti i ragazzi, è un periodo “tormentato”. La libido sessuale, direbbe Freud, si
sveglia dal torpore e con essa il problema della soddisfazione dei desideri: non solo quelli sessuali in
senso stretto, tutti i desideri, in generale. Ciò, perché rappresentano la spinta dell’io a ridisegnarsi, a
ridefinirne i contorni dopo un lutto in cui si abbandonano i riferimenti familiari e si va incontro alla
sperimentazione di comportamenti, valori, idee diversi ,nell’alveo più protetto del gruppo dei pari.
Michela ha dalla sua un fardello più pesante. Porta su di sé il peso insopportabile di un’infanzia passata
nella ricerca disperata di giustificarsi per ciò che di sbagliato ha fatto; vive nella paura di perdere
l’amore del padre senza il quale non sopporta di vivere; giudica il suo bisogno di “dipendere” come un
vincolo insopportabile da cui vorrebbe liberarsi. E allora? Non le resta che gridare il suo dolore
nell’unica maniera in cui è capace: “l’unico modo che avevo trovato di ribellarmi a mio padre era stato
fregarmene di tutto quello che avevo sempre fatto, fregarmene di tutto quello in cui avevo sempre
creduto. Avevo soprattutto bisogno di affermare la mia specificità e allontanarmi dal passato”. Il
gettarsi nelle braccia del primo venuto; l’introduzione di un’abitudine al fumo compulsivo; i primi
sintomi dell’anoressia sono il suo modo di opporsi all’altro “ Il fumo aveva esattamente lo stesso ruolo
del cibo. Entrava e usciva. Come gli uomini”. Il corpo anoressico è un modo per attirare l’attenzione su
di sé. “E’ il solo modo che ho trovato perché possiate vedermi come sono. Perché sono ALTRO rispetto a
quello che pensate, MA senza il vostro amore non sono nulla”.
3^ Fase: ristrutturazione
“Mi ci sono voluti tanti anni prima di accettare che le cose andassero un po’ per conto loro.
Raccontando mille e mille volte le stesse cose. Le stesse paure. Finché pian piano ho cominciato a
rendermi conto che accanto agli stessi perché senza risposta c’erano anche altre sensazioni..” Anni di
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analisi, tentativi non sempre andati a buon fine quali, tra gli altri, la partecipazione a gruppi di mutuo
aiuto hanno pian piano condotto Michela a guardare serenamente se stessa e il suo passato, ad
accettare che le ferite non si cancellano perché fanno parte della sua storia, a guardare in faccia la
realtà con le sue tristezze e le sue paure, senza lasciarsi annullare; ad imparare a sopportare la
sofferenza sapendo che basta fermarsi e aspettare, per non farsi travolgere; ad accettare la bambina
sempre in colpa e che piangeva, la persona in corsa per raggiungere ideali quasi impossibili, la
ragazzina trasgressiva e arrabbiata come parti vive della sua identità, di un’identità che ha imparato a
riconoscere e ad amare, così come ama la vita.
L’amore “possibile”
Il lungo viaggio di accettazione della realtà regala a noi lettori alcune riflessioni sulla natura dell’amore.
La storia di Michela con Alessandro è una storia d’amore impossibile, e come dice lei, ciò che è
impossibile non è reale. “Solo nell’impossibile l’altro non ha difetti. Ma l’amore non può mai annullare
l’alterità della persona amata. L’altro non è mai a nostra completa disposizione”. La descrizione
dell’amore reale, dunque, corrisponde alla quotidianità: “Di occhi cerchiati dalla fatica. Di piatti da
lavare impilati nel lavandino..La condivisione non fa sognare nessuno. Ma ti fa vivere. Quando sai che
qualunque cosa accada, lui ti è accanto. C’è, in fondo, è l’unico ad amarti come sei”. Proprio
sull’accettazione dell’altro, così com’è, sta la chiave per comprendere il cambiamento di Michela: se
l’altro ti accetta così come sei, hai smesso di rincorrere il tuo Sé idealizzato come se quel Sé fosse
esattamente il desiderio dell’altro. La riflessione sulla concezione dell’amore di Lacan chiarisce: “amare
significa dare a chi non lo vuole quello che non si ha”. Michela incomincia a liberarsi dal “giudice” e
“oggetto d’amore” che l’ha accompagnata fino a quel momento . Liberandosi del padre nel momento
in cui si rende conto che lui non aveva sempre ragione, che lei era così com’era, è pronta per una
nuova e reale storia d’amore con Jacques.
I bisogni di controllo, di perfezione, di amore idealizzato, di fuga dalla realtà hanno lasciato il posto a
bisogni di immersione nella realtà: quale ostacolo ha superato Michela?
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Ora che Michela ha fatto pace con il mondo reale, con se stessa, quali saranno i suoi obiettivi?
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1.4 LA PSICOLOGIA CLINICA E LE PSICOTERAPIE
“Praticare la psicoterapia non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare
qualcosa per sé; si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo
normale, e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti” Carl Rogers ( 1902 – 1987)
Spiega il significato di queste parole
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Pensi che ci sia una coerenza tra le parole di Rogers e la psicologia umanistica?
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Psicologia clinica e psichiatria
Ci sono differenze importanti tra la psicologia clinica e la psichiatria
Psichiatria
Psicologia clinica
Un disturbo del comportamento può presentare un aspetto
organico
psicologico
Si concentra sull’aspetto organico ( lesione
Si concentra sull’aspetto psicologico (
cerebrale, disfunzione neurologica ) della
pensieri, azioni, sentimenti, emozioni…)della
malattia
persona sofferente
Si concentra più sulle caratteristiche oggettive Si concentra più sugli aspetti soggettivi della
della malattia
malata
Si basa su terapie farmacologiche
Si basa su terapie psicanalitiche ( terapie
(psicofarmaci, cioè farmaci che agiscono sul
sull’uso della parola)
comportamento)
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Un esempio: la cura della depressione
Scrivi di fianco ad ogni domanda, se si tratta di una domanda posta dallo psichiatra o dallo
psicologo clinico, o da entrambi

“ Da quanto tempo si sente depresso?”

“Sta assumendo un farmaco specifico?”

“ Ricorda se più o meno nello stesso periodo da quando è iniziata la sua sofferenza ha
vissuto un’esperienza dolorosa?”

“Ne vuole parlare?”

“ Soffre d’insonnia o di ipersonnia?”

“ Si ricorda qualche sogno che l’ha particolarmente colpita? Me ne vuole parlare?”

“Generalmente si sente una persona soddisfatta dei suoi progetti?”

“In generale, di fronte ad un problema, ha un atteggiamento costruttivo?”

“ Si ricorda di qualche episodio particolare della sua infanzia?”

“Ha mai eseguito un esame sulla funzionalità neuronale?”

“Quali sintomi sono più frequenti?”

“Data l’insonnia, le propongo l’assunzione di questo sonnifero…”
Dall’analisi dei quesiti precedenti, emerge una differenza fondamentale tra i due aspetti di
cura:
1. Lo psichiatra si concentra sulla malattia; lo psicologo, sulla persona malata
2. Lo psichiatra affronta la cura dei sintomi; lo psicologo cerca di comprenderne la cause
Ricorda: le cure dello psichiatra possono essere complementari a quelle dello psicologo clinico.
Gli psicofarmaci sono utili nella riduzione dei sintomi; le psicoterapie sono utili nel rimuovere
le cause del sintomo o nell’aiutare la persona a trovare risorse utili alla soluzione del problema
o per imparare a convivere al meglio con situazioni di difficoltà.
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LE PSICOTERAPIE
LE PSICOTERAPIE
Gli approcci teorici studiati l'anno scorso propongono:
o una visione della malattia mentale
) coerenti con l'indirizzo psicologico di riferimento
o un trattamento psicoterapeutico
Proponiamo alcuni esempi di modelli psicoterapeutici
TEORIA PSICOANALITICA (Freud 1856 - 1939)
Presupposti teorici
Meccanismi di difesa
Origine delle patologie mentali
Visione dell'uomo
L'attività di mediazione
l'uomo è un insieme di tre
dell' IO si serve di meccanismi
strutture (Es - lo - Super-io)in
diversi di difesa da uno stato di
rapporto dinamico:
angoscia, come quella
l'ES, sede delle pulsioni,
nevrotica derivante dal timore
spinge l'individuo alla
che l'IO non riesca a
soddisfazione dei desideri
controllare l'energia istintiva
attraverso l'eliminazione delle
dell'ES
pulsioni ( stati di eccitazione
. Ne citiamo solo alcuni
o proiezione:
corporei)
Il SUPER - IO ( insieme di
meccanismo tramite cui si
divieti e regole interiorizzati
attribuiscono pensieri,
attraverso l'educazione) forma
emozioni che causano
la coscienza morale che fa
angoscia ad altre persone
o regressione:
sentire l'individuo in colpa per
aver commesso o anche solo
meccanismo tramite cui si
pensato qualcosa di
ritorna con il pensiero o con
riprovevole
il comportamento ad un
L'IO, struttura interposta tra Es
livello di sviluppo
e Super - io, media, secondo il
precedente
o rimozione:
principio di realtà tra la
soddisfazione dei desideri sotto
meccanismo tramite cui si
la spinta del principio del
impedisce ad un pensiero, un
piacere e il divieto del Super ricordo di divenire cosciente
io. E' condizione per la
formazione del pensiero
razionale e della volontà che
permettono all'individuo di
Secondo Freud, le patologie
valutare le conseguenze di un
nascono da un'attività di
comportamento istintivo e di
mediazione insufficiente da
trovare, sotto la spinta del
parte dell'IO
principio di realtà, un
compromesso con i desideri,
secondo modalità rispettose
delle norme sociali.
Es: rimandare ad un momento
più opportuno ciò che si ha
Metodi usati in psicoterapia
L'ipnosi
l'interpretazione dei sogni e
le libere associazioni.
L'interpretazione dei sogni è
uno strumento idoneo a
scoprire il contenuto latente
(nascosto alla coscienza),come
un desiderio sessuale o
un' esperienza traumatica
nmossa.
voglia di fare
l
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Il caso di Anna O. - intervento terapeutico: l'ipnosi (praticata da Freud nei primi anni di studio)
Sintomo: impossibilità di bere nonostante la sete
Trauma rimosso: aver visto bere in un bicchiere il ripugnante cane della dama di compagnia
Liberazione dal sintomo attraverso il racconto dell'esperienza in ipnosi e guarigione
Sogno: "Un salmone per cena" - intervento terapeutico: l'interpretazione dei sogni
Una paziente racconta il suo sogno. "Volevo dare una cena ma non avevo niente in casa, tranne un
po' di salmone affumicato ... era domenica ... dovetti abbandonare l'idea di dare una cena .. "
Analisi: il marito della paziente era un onesto macellaio di cui la moglie era gelosa per via delle sue
frequenti lodi nei confronti di un'amica, che, tra l'altro, aveva espresso il desiderio di farsi invitare
a cena per le eccellenti doti di cuoca della moglie.
1 ° conclusione: il sogno, che per Freud è la realizzazione di un desiderio, era la chiara
dimostrazione del "desiderio" della moglie di non dare la cena per evitare che l'amica, mangiando
bene, ingrassasse e finisse per piacere ancor di più al marito attratto dalle donne "formosette"
MA:
Come si spiegava la presenza del salmone che, guarda caso, non piaceva alla paziente di Freud ma
incontrava il gusto dell'amica?
2° conclusione: la moglie era talmente gelosa dell 'amica che nel sogno si era identificata con lei (
aveva infatti in casa il suo cibo preferito). Si era messa al posto dell'amica nel sogno, perché questa
le stava rubando il posto accanto a suo marito e perché voleva prendere il posto dell'amica nell'alta
stima di lui.
TEORIA SISTEMICO-RELAZIONALE (Watzlavick- Beavin - Jackson - Palo Alto Californiaanni '50 - '60)
Presupposti teorici
Origine delle patologie mentali
Metodi usati in psicoterapia
La comunicazione umana
Una comunicazione
Attraverso colloqui diretti con
verbale e non verbale è intesa
disfunzionale è indicatore di
il paziente e il "sistema" in cui
come una sequenza di scambi
una relazione disfunzionale.
è inserito ( generalmente la
interpersonali all'interno di un
L'ipotesi di Watzlavick e coll.
famiglia) gli operatori
D analizzano gli scambi
sistema come la coppia, il
è la seguente: la patologia
gruppo, un' organizzazione.
mentale è conseguenza di una
interattivi tra il soggetto
Da questa premessa consegue
relazione disfunzionale
"disturbato"e i membri del
che ogni atto comunicativo è
gruppo secondo un principio
indicatore di una relazione
di causalità circolare
D inquadrano il "sintomo"
interpersonale: se la
comunicazione è disfunzionale,
del soggetto disturbato come
anche la relazione è disturbata.
risposta funzionale al
Questo è il motivo per cui la
mantenimento di un equilibrio
funzione di comunicazione
nel sistema familiare
analizzata dagli autori di Palo
Alto è quella "pragmatica",
2
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ovvero quella funzione del
linguaggio che modifica il
comportamento.
Il processo comunicativo viene
definito secondo 5 assiomi.
A titolo di esempio,
proponiamo il l ? assioma:
Non si può non comunicare"
E' facile intuire come il non
comunicare sia sintomatico di
una relazione problematica!
I Rituali Familiari: storia della famiglia dei Casanti
E' la storia di una famiglia agricolo - patriarcale dei primi del '900.
Fonda la propria sopravvivenza e ricchezza sull'armonia di tutti i suoi membri nel susseguirsi delle
generazioni, attraverso il rispetto di regole fisse imposte dal capo famiglia.
Nasce il "mito familiare", cioè una sorta di obiettivo supremo da perseguire ad ogni costo: consiste nel
dovere di ogni componente di adeguarsi alle regole della famiglia, considerata valore assoluto al di sopra
di desideri e aspirazioni individuali.
E' così che Nora,la figlia più piccola del figlio minore del capofamiglia, potenzialmente la più carina e
intelligente del clan, si "annulla" in nome della necessità di non destare invidia e competizione tra gli
altri componenti familiari (zii e cugine). La sua vita è costellata dall'insuccesso scolastico e più avanti si
ammala di anoressia.
I terapeuti che l'hanno in cura comprendono che il "sintomo" di Nora è la risposta al mantenimento
dell' equilibrio familiare ..
Inducono allora la famigliola di Nora ad instaurare un "rituale contrapposto" a quello della totalità del
clan che avesse i seguenti scopi:
D Delineare la famiglia nucleare come unità distinta dal clan patriarcale
D Valorizzare desideri e aspirazioni di ogni membro
D Ridare a Nora il suo posto di membro a pieno diritto nel suo nucleo familiare
Col tempo, Nora ebbe modo di comprendere il proprio "sacrificio" in nome della sopravvivenza del clan.
Avendo inconsciamente compreso l'amarezza della zia nei suoi confronti per ritrovarsi due figlie che non
erano brillanti quanto lei, aveva deciso di "oscurare se stessa" per evitare la competizione con le cugine,
al fine di mantenere l'armonia
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PSICOTERAPIA COGNITIVA
La psicoterapia cognitiva parte dal presupposto che i comportamenti e gli atteggiamenti dell’uomo
dipendono dal suo specifico modo di pensare e quindi, il disagio psicologico è prodotto da un’elaborazione
di informazioni distorta
Diventa possibile evidenziare nei pazienti “mentalmente disturbati” specifici stili di pensiero: per esempio,
lo stile di pensiero del depresso è diverso da quello della persona ansiosa
Scopo della psicoterapia cognitiva è
□ individuare processi di pensiero inappropriati
□ rendere consapevole il paziente della disfunzionalità dei pensieri
□ trasformare i pensieri stessi in modo che siano più efficaci
In altre parole, una specifica situazione produce emozioni e comportamenti che sono influenzati dal
modo di percepire ( interpretare) del soggetto.
L’attribuzione di significato avviene attraverso l’applicazione di schemi mentali, cioè credenze, ipotesi sul
mondo che il soggetto matura in età precoce, grazie all’identificazione con gli altri significativi ( es:
attaccamento e costituzione di modelli operativi interni)
Si possono così sedimentare schemi cognitivi equilibrati o disfunzionali riguardo alla relazione io –
mondo
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ESEMPI
□
Generalizzazione: estrapolare una legge generale da un episodio isolato e poi applicarla a
situazioni non coerenti all’episodio.
Un uomo viene lasciato dalla fidanzata e pensa per questo che nessuna donna lo amerà mai
□
Pensiero dicotomico: catalogare gli eventi in uno dei due estremi, senza considerare le
posizioni intermedie.
Se gli eventi vengono divisi in “successo” – “fallimento”, uno studente che viene bocciato pensa di
essere un fallito
□
Astrazione selettiva: valutare una situazione considerando solo un dettaglio del contesto e
prescindendo dagli altri ugualmente rilevanti.
Etichettare una persona come tossicodipendente solo perché frequenta certi locali, piuttosto che altri.
Durante la psicoterapia, il terapeuta non spiega al paziente in modo diretto al paziente che le sue
argomentazioni sono la conseguenza di schemi distorti, farà piuttosto delle domande le cui risposte
evidenzieranno la disfunzionalità.
Al paziente verrà poi insegnato a riconoscere i pensieri disfunzionali, a tenerli sotto controllo durante
la quotidianità per osservare se ne emergono a connotazione negativa e per prendere consapevolezza
se incidono sul comportamento.
La terapia cognitiva è di breve durata ( dalle 12 alle 16 settimane).
Il terapeuta ha una parte attiva, insieme al paziente, perché contribuisce al cambiamento dello stile di
pensiero
E’ particolarmente indicata per pazienti con buone capacità cognitive.
E’ particolarmente efficace per la cura di: depressione, ansia, manie, attacchi di panico, disturbi
ossessivo – compulsavi
PSICOTERAPIA COMPORTAMENTALE
Nasce verso la fine degli anni ’50 negli Stati Uniti.
Si fonda sul presupposto che il comportamento produce conseguenze piacevoli o spiacevoli per il
soggetto.
La modifica dei comportamenti disfunzionali parte dall’intenzione di correggere certi errori del
pensiero, perchè:
pensare
in altre parole:
valutare una situazione
attuare un comportamento coerente con la valutazione
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Il comportamento è conseguenza di un’interpretazione soggettiva della situazione che si vive
La modifica di un comportamento si avvale di rinforzi positivi ( incoraggiare il comportamento) –
rinforzi negativi( scoraggiano un comportamento)
Il rinforzo negativo scoraggiando comportamenti disfunzionali promuove l’apprendimento di
comportamenti nuovi.
Anche in questo tipo di terapia, il terapeuta è direttivo: ha il compito
□
nelle prime sedute,
di capire il problema del paziente ( gravità e frequenza)
di conoscere le variabili correlate a quel comportamento
□
successivamente,
il terapeuta stilerà una gerarchia di situazioni ritenute dal paziente particolarmente sgradevoli: questa
lista sarà il programma di lavoro, cioè ne costituirà gli obiettivi.
Strumenti:
1) Immaginazione guidata: si aiuta il paziente ad immaginare una situazione da lui riconosciuta
come fonte di disagio. In questo modo è possibile scoprire quali sono i comportamenti che lui
stesso ritiene disfunzionali ma che non riesce a non mettere in atto
2) Role – playing: simulazione di una situazione spiacevole, in cui il terapeuta impersona un ruolo.
Al termine, il terapeuta chiede al paziente le sue impressioni e insieme si procederà
all’elaborazione della situazione per giungere ad una ristrutturazione cognitiva. Con uno schema
cognitivo più idoneo, il paziente ha modo di cambiare le risposte precedenti.
Terapia breve, indicata per modificare comportamenti specifici. Adatta alla cura di disturbi d’ansia,
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