L’orientamento Orientarsi con gli astri Il termine orientarsi vuol dire rivolgersi verso Oriente, perché è lì che sorge il Sole. Orientarsi per noi significa individuare sul circolo dell’orizzonte visibile alcuni punti fissi: i punti cardinali. I punti cardinali, utilizzati ormai da molti secoli, sono quattro: il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest. Se ci si vuole orientare di giorno, basta osservare il moto apparente del Sole che sembra muoversi da est verso ovest. Disponendoci con il punto in cui sorge il sole, cioè l’est alla nostra destra e il sud alla sinistra, avremo il nord di fronte e il sud dietro le nostre spalle, oppure, come in figura, se ci poniamo con la nostra sinistra verso est, avremo alla destra l’ovest, di fronte il sud ed alle nostre spalle il nord. Possiamo anche orientarci utilizzando un orologio analogico. Tenendo orizzontale l'orologio, ruotarlo fino a quando la lancetta delle ore punti verso il sole. La bisettrice dell'angolo formato dalla lancetta delle ore e le ore 12 indica la direzione del Sud se si è al mattino, il Nord sarà dalla parte opposta; dopo le dodici, nord e sud sono invertiti. Questi sistemi di orientamento sono però approssimativi, perché solo agli equinozi il Sole sorge esattamente a Est e tramonta esattamente a Ovest per qualsiasi punto del globo, a qualsiasi latitudine. Di notte nell’ emisfero boreale possiamo orientarci con la Stella polare, che indica sempre la direzione del Nord. Nell’emisfero australe si prende invece come riferimento la Croce del Sud, una costellazione ben riconoscibile, che indica pressappoco la direzione del Sud. La Stella polare fa parte della costellazione del Piccolo carro o Orsa minore, costellazione attigua sia al Grande Carro o Orsa Maggiore che a Cassiopea a forma di W. In estate, se poniamo il grande carro alla nostra sinistra, prolungando di cinque volte verso l’alto la linea che unisce le due stelle della parte posteriore del grande carro, si individua la Stella polare, ultima stella del timone del Piccolo carro. In autunno, il Grande carro è molto basso sull’orizzonte e potrebbe non essere visibile per ostacoli interposti. Si prende come riferimento Cassiopea che vedremo alla nostra destra come una W ruotata. In inverno, se poniamo il grande carro alla nostra sinistra, prolungando di cinque volte verso il basso la linea che unisce le due stelle della parte posteriore del grande carro, si individua la Stella polare. Orientarsi con la bussola L’uso della bussola consente di orientarci anche quando non è possibile riferirci al Sole o alle stelle. Questo strumento che sembra fosse conosciuto dai Cinesi già dal 2600 a.C., fu introdotto in Europa da Flavio Gioia ed usato dai navigatori amalfitani nel XII secolo. E’ costituito da un ago magnetizzato libero di ruotare in un piano orizzontale. Grazie al campo magnetico terrestre, l’ago si dispone in modo che la punta colorata si disponga verso il nord e quella bianca verso il sud. In realtà il polo magnetico non coincide con il polo geografico, ed è una zona di estensione variabile che varia nel tempo la sua posizione, non un punto fisso, per cui la direzione del nord segnato dalla bussola potrebbe aver bisogno di un fattore di correzione a seconda della posizione dell’osservatore. Attualmente il Polo nord magnetico si trova in una delle isole Regina Elisabetta, in Canada. Il Polo sud invece è localizzato nella Terra di Adelia (Antartide). Inoltre essi non sono diametralmente opposti come i poli geografici, cioè la loro congiungente non passa per il centro della Terra, ma a circa 1200 km da esso. La direzione segnata dall’ago della bussola, pertanto non coincide esattamente con la direzione del meridiano geografico del luogo, ma forma con questa un angolo detto declinazione magnetica che varia da luogo a luogo e, per una stessa località, muta con il tempo. Come si osserva dalla figura, la declinazione può essere orientale o occidentale, a seconda che l’ago della bussola devi a est o ad ovest. Sarà nulla se l’ago punta sul meridiano passante per il Polo nord. La rosa dei venti Si chiama «rosa dei venti» la disposizione grafica dei venti entro un cerchio, in base ai punti cardinali e alla direzione in cui spirano. In tal modo è possibile individuare delle posizioni intermedie rispetto ai quattro punti cardinali. Suddividendo ancora la rosa dei venti si può arrivare a ben trentadue direzioni diverse. La classificazione dei venti a seconda della loro provenienza è stata considerata da un punto di osservazione situato sull'isola di Zante (quella del Foscolo per intenderci, sita a Sud-Est dell'Italia, vicino alla costa greca che si affaccia sul Mar Ionio), scopriamo che a Nord-Est c'e' la Grecia (da cui proviene appunto il vento Grecale), a Sud-Est la Siria (da cui proviene appunto il vento Scirocco), a Sud-Ovest la Libia (da cui proviene appunto il vento Libeccio) e a Nord-Ovest Roma (da Roma "caput mundi" da cui proviene appunto il vento Maestrale che guarda caso significa "maestro dei venti"). Tramontana da nord freddo e secco (I) (polare) freddo e umido (D) Grecale (o Greco) da nord-est Levante da est Libeccio da sud- vento che segue ovest perturbazioni spira raffiche freddo e asciutto (vento spira invernale) raffiche a tempo asciutto, cielo sereno e visibilità ottima a tempo buono e cielo sereno fresco di debole inten- spira sità (vento invernale) raffiche Scirocco da sud- caldo, da secco passa il spira est Mediterraneo e diventa raffiche (Sahara) umido Mezzogiorno da sud effetto debolissimo a accompagnato da pioggia a porta pioggia, nebbie, scarsa visibilità porta pioggia, le Nasce e cessa cessato, porta velocemente tempo buono e cielo sereno Ponente Maestrale da ovest vento estivo, fresco e tipico delle pomeridiano coste laziali da nord- vento asciutto ed è un tipico del tempo freddo, ovest vento di burrasca Mediterraneo asciutto e invernale centrale sereno Tempo vero, civile e fusi orari L’ora di ciascuna località si chiama ora locale (detta anche ora vera), ed è valida per tutti i luoghi situati sullo stesso meridiano sul quale transita il Sole . Ma l’ora vera è estremamente scomoda da utilizzare: muovendosi da una determinata località anche di pochi kilometri verso Est oppure verso Ovest, bisognerebbe spostare continuamente le lancette dell’orologio. Alcuni stati, per ovviare a tale inconveniente stabilirono di adottare per tutto il territorio l’ ora nazionale che è l’ora vera passante per il meridiano della capitale. Nonostante ciò i problemi rimanevano, difatti tra stato e stato, non solo potevano esserci differenze di ore, ma addirittura di minuti e secondi, pertanto nel 1859 l’astronomo italiano Quirico Filopanti ideò un sistema molto pratico che è ormai adottato quasi universalmente. La superficie terrestre è stata divisa in 24 «spicchi», detti fusi orari, ognuno dei quali copre 15° di longitudine (360°:24=15). Tra un fuso e quello adiacente c’è la differenza di un’ora. Come ora, per tutto il fuso, si assume quella che corrisponde al meridiano centrale del fuso. Tale ora è detta ora civile. Il primo fuso orario è quello che ha al centro il meridiano zero, cioè quello passante per Greenwich. Tutti i luoghi lungo lo stesso meridiano adottano il tempo civile di Greenwich che viene considerato come riferimento e pertanto viene detto tempo universale. Poiché la Terra ruota da Ovest verso Est, se passiamo da un fuso all’altro andando verso Est dobbiamo spostare le lancette dell’orologio in avanti di un’ora, perché ci spostiamo verso luoghi dove il Sole è già sorto; se andiamo verso Ovest dobbiamo spostare le lancette dell’orologio indietro. Se da Greenwich ci spostiamo verso est di un fuso orario, l’orologio sarà messo un’ora avanti, è il fuso orario in cui c’è l’Italia e l’ora del fuso è quella del meridiano passante per l’Etna. Per paesi che non rientrano in un unico fuso orario, i limiti dei fusi non sono segnati dai meridiani geografici, ma seguono i confini politici, in modo da evitare che qualche porzione del territorio di uno stato abbia un’ora diversa da quella adottata nella gran parte del pianeta. Il tredicesimo fuso orario – quello opposto al fuso centrato sul meridiano di Greenwich si chiama linea del cambiamento di data (con un andamento che non segue fedelmente il meridiano). Si è stabilito così in quanto tale linea cade sull’Oceano Pacifico in zone marine o regioni disabitate. Per chi oltrepassa tale linea dovrà ripetere la data del giorno in corso se procede verso Est (ad esempio dall’Asia verso l’America), mentre dovrà spostare la data al giorno successivo se procede verso Ovest (ad esempio dall’America all’Asia).