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Dental X ...medical devices for human health
33
anni
dental X
dal 1980 al 2013
I prodotti
www.dentalx.it
Dott.ssa Analìa Ibarra Gasparini
Laurea con lode in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l'Università di Bologna.
Master di II livello in Protesi e Implanto-protesi con tecnologie avanzate presso l'Università
di Bologna.
Perfezionamento universitario in Traumatologia Dentale presso l'Università di Verona.
Perfezionamento universitario in Odontologia Forense ed in Scienze Forensi presso
l'Università di Milano.
Svolge la libera professione in Odontoiatria a Thiene (VI) ed è consulente in Odontologia
Forense presso la U.O. di Medicina Necroscopica e Anatomia Patologica Forense di
Vicenza.
La tomografia computerizzata: implicazioni medico legali
La Cone Beam Computed
Tomography (CBCT) è un innovativo
sistema di diagnostica per immagini
di tipo tomografico, che permette una
ricostruzione tridimensionale del
distretto scansionato.
Con la tradizionale diagnostica 2D, le
immagini ottenute presentano un
certo grado di distorsione e di
sovrapposizione, con la con
seguenza che alcune immagini
possono risultare nascoste o
illeggibili. Questo nuovo sistema
diagnostico, invece, non solo
fornisce immagini 3D e non distorte,
che permettono di avere una
rappresentazione corrispondente
alla realtà, ma è anche possibile
visionare la scansione da qualunque
punto di vista, mettendo in evidenza
relazioni tra le strutture che prima
risultavano nascoste. Inoltre, è
possibile isolare i piani di scansione
evidenziando singolarmente
strutture di particolare interesse.
Le indicazioni all'utilizzo della
diagnostica 3D sono le più svariate.
Essa infatti può risultare di grande
beneficio per moltissimi trattamenti
odontoiatrici. Sotto l'ottica medicolegale i vantaggi nell'uso della CBCT
sono numerosi, ed essi cominciano
proprio con il momento diagnostico.
L'etica, la deontologia e la normativa
giuridica riconoscono e tutelano la
salute come principio fondamentale
dell'individuo. Non soltanto “nessuno
può essere obbligato a un de
terminato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge” (art. 32
CC), ma qualsiasi intervento in
campo sanitario non può essere
effettuato se non dopo che la persona
interessata abbia dato il proprio
consenso libero ed informato. Nella
pratica quotidiana, il clinico si trova a
trattare pazienti di ogni estrazione
sociale, con diversi livelli culturali e,
sempre con maggior frequenza, con
diversa provenienza etno-linguistica.
Un valido aiuto per superare la
barriera della difficoltà comunicativa
e della linguistica è sicuramente
l'utilizzo di immagini. Una
rappresentazione 3D del proprio
apparato stomatognatico è di
immediata e universale compren
sione, a prescindere dal livello
culturale o dalla lingua parlata, base
fondamentale per un consenso
veramente informato.
Un altro vantaggio nell'utilizzo della
CBCT rispetto alla diagnostica per
immagini tradizionale è quello della
valutazione e progettazione preoperatoria. La possibilità di rilevare le
relazioni tra le diverse strutture
anatomiche con precisione
millimetrica e soprattutto con la
possibilità di visionarle da qualunque
prospettiva, riduce drasticamente il
verificarsi di situazioni impreviste in
fase operativa. Questo è di grande
beneficio per la serenità con cui sia
l'operatore che il paziente si
presteranno all'intervento odonto
iatrico. Anche di fronte a quelle
situazioni critiche, quali ad esempio
la vicinanza di strutture anatomiche
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come il nervo alveolare inferiore,
un'accurata pianificazione non può
che ridurre l'incombenza di
problematiche lesive. Ed anche
qualora esse si verificassero, una
consapevole accettazione del rischio
da parte del paziente, in primis, e
dell'operatore potrebbe evitare
situazioni di malcontento e
contenzioso.
Oltre alla diagnosi ed al trattamento,
anche la prognosi trae giovamento
dall'utilizzo dell'imaging 3D. Infatti, la
maggiore consapevolezza delle
difficoltà e dei rischi operatori
permette una più accurata stima dei
risultati che si potranno ottenere.
Prendiamo ad esempio un campo di
applicazione del tutto nuovo per la
diagnostica 3D: i trattamenti
endodontici. Grazie alla CBCT è
possibile identificare e isolare il
sistema dello spazio pulpare,
evidenziandone andamento e
variazioni anatomiche, cosa fino ad
oggi impossibile. Ancora una volta,
una chiara consapevolezza della
reale situazione con cui il clinico si
dovrà scontrare, permette una
migliore pianificazione dei trattamenti
possibili. Risultati più predicibili
significa sostanzialmente che le
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aspettative del paziente vengono
esaudite nella maggior parte dei casi
e questo allontana il rischio di
contenziosi medico-legali.
Infine, le immagini che si generano
da una scansione 3D sono files
DICOM, che rappresentano
oggigiorno una base universale di
interscambio di informazioni
biomediche come immagini digitali, e
che rappresentano uno standard de
jure (ufficializzato da ISO). Questo
permette una lettura delle
informazioni a prescindere dallo
strumento informatico utilizzato,
facilitando così ad esempio la
comunicazione tra figure
professionali diverse. Inoltre, questo
tipo di documento informatico ha
piena valenza giuridica e probatoria e
può sicuramente giocare un ruolo
importante in situazioni di
contenzioso medico-legale.
I vantaggi nella pratica clinica sono
innegabili per questa nuova metodica
diagnostica. Ma gli svantaggi? Come
tutte le sistematiche che si avvalgono
delle radiazioni di tipo X, l'unica
controindicazione al loro utilizzo è
data dall'effetto ionizzante che
queste hanno sul corpo umano. La
dose di raggi X a cui il paziente è
sottoposto è maggiore rispetto alla
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diagnostica 2D, ma minore rispetto
alla tomografia computerizzata
tradizionale. Mediamente, la dose a
cui il paziente viene esposto nella
CBCT è di 0,10 – 0,05 mSv. In taluni
casi, avvalendosi degli strumenti di
ultima generazione è possibile
ridurre notevolmente il dosaggio di
radiazioni emesse fino a 0,02 mSv,
avvicinandosi così a quello della
diagnostica 2D. Le più recenti linee
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guida in materia di radioprotezione
individuano un potenziale patogeno
in radiazioni di 50 mSv, dose almeno
500 volte superiore rispetto alla
CBCT.
Ad ogni modo, la decisione finale
spetta sempre e solo al clinico, il
quale dovrà valutare di volta in volta
qual è il rischio per il paziente (età,
presenza di patologie che richiedono
l'uso di altre radiazioni, …) e quali
invece sono i benefici che una
sistematica diagnostica così
innovativa può portare.
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