XXIV Stagione Teatrale Le Produzioni del Bellini TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI NAPOLI di ANNIBALE RUCCELLO dall'omonimo romanzo di ALBERTO MORAVIA con MARCELLO ROMOLO, RINO DI MARTINO e con LORENZO ACQUAVIVA, ROCCO CAPRARO, MARTINA GALLETTA, LIBORIO NATALI con la partecipazione di DALIA FREDIANI scene e regia ROBERTA TORRE Dal capolavoro letterario Annibale Ruccello nel 1985 trasse la riduzione teatrale de “La Ciociara”, ricevendo il consenso entusiasta di Alberto Moravia. La sensibilità e la provata capacità di Roberta Torre, regista affermata di cinema, la restituisce oggi al teatro con tutta la sua forza dirompente e l’intensa profondità. Donatella Finocchiaro, che tante volte ha dato vita nel cinema ed in teatro a personaggi di potente carica emotiva, è Cesira, la Ciociara, mentre Daniele Russo è Michele, l’uomo del quale è innamorata, l’idealista partigiano che morirà per salvare altre vite umane. I costumi sono di Mariano Tufano, vincitore tra l’altro del David di Donatello per i costumi del film “Nuovo mondo” di Emanuele Crialese. GUERRA DI FANTASMI È passata la guerra e anche la violenza che le ha trafitte: una madre e una figlia oggi stanno litigando per l’acquisto di un’automobile. Così ha inizio la nostra storia…. Come se nulla fosse successo, nella Ciociara di Ruccello a farla da padrone sono i Fantasmi. Fantasmi della brama di avere, possedere oggetti di consumo semplici come può essere un televisore o una macchina nuova. Qui Cesira non è più quella madre sconvolta sul ciglio della strada polverosa a chiedere pietà per la sua povera figlia violata, Rosetta non è quella che non sarà mai più come prima dopo le mani estranee sul suo corpo di bambina: il fantasma di quella violenza si è tramutato in quotidiana banalità come se nulla fosse, l’ha cambiata per sempre in modo subdolo e silenzioso. È questa la vera violenza che nella scrittura di Ruccello ci proietta in un universo dell’orrore dove tutto viene dimenticato in cambio di una normalità apparente e inquietante. […] E dunque se di fantasmi si tratta ho immaginato una messa in scena che possa materializzare i ricordi e il passato, che li traduca in immagini proiettate, che li chiuda in una scatola magica che molto ricorda una vera e propria proiezione da cinema.. Ed ecco quindi che il cinema e il teatro interagiscono strettamente in questa Ciociara, oggi e ieri si mescolano continuamente lasciando ai protagonisti della scena una doppia anima che li rende corpi capaci di interagire con i fantasmi... […] Roberta Torre TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI NAPOLI 20 attori in scena ed orchestra dal vivo scene FRANCESCO ESPOSITO costumi CONCETTA NAPPI disegno Luci SALVATORE PALLADINO arrangiamenti Musicali GIUSEPPE E LUIGI FISCALE direzione Musicale GABRIELLA DE CARLO coreografie EUGENIO DURA Quando si parla di “Varietà” si fa riferimento ad un preciso periodo storico ed ai suoi attoriscrittori che ne furono gli interpreti più significativi, su tutti citerei Maldacea, Petrolini, Totò, o lo stesso Viviani. Nel caso di Granvarietà invece, ho scelto di non porre limiti temporali di repertorio o di genere, di non seguire un percorso filologico ma di attingere a tutto ciò che è “spettacolo”. Il testo, dunque, è nato da una un' ampia ricerca tra filmati di repertorio, vecchi copioni, e, chiaramente, dal patrimonio personale degli attori che avrebbero dovuto poi interpretarlo; il risultato ne è l'esatta conseguenza. Granvarietà è un enorme baraccone, un circo sgangherato, dove un pezzo di Viviani può sovrapporsi ad una canzone di Paolo Conte, dove una canzone di Brecht può scivolare in uno sketch di Nino Taranto, o anche un pezzo popolare come Camon Paisà può sovrapporsi al famosissimo Tic di Giorgio Gaber. La linea che tiene insieme generi e ritmi così diversi è sottile ma ben visibile: un presentatoreclown sconquassato e multiforme accompagnato dal suo sarto personale ed effeminato cuciono la tessitura di questo enorme circo, e lo fanno citando il teatro dell'assurdo o la comicità demenziale dei giorni nostri. Il risultato è uno spettacolo brillante, divertente, gioioso, dal ritmo mozzafiato, i cui protagonisti sono solo e soltanto gli attori-cantanti con il loro talento, qualità imprescindibile in un genere come il Varietà che è fatto di pura comunicazione con il pubblico; e la musica, rigorosamente dal vivo. Canzoni, sketches esilaranti, macchiette, quadri d'insieme di grande impatto emotivo, nulla è sottratto allo spettatore che per due ore potrà dimenticare la rozzezza del linguaggio televisivo contemporaneo e ricordare cosa eravamo capaci di fare un tempo non molto lontano, a teatro come in televisione. Gabriele Russo TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI NAPOLI – NON CAMMINARE SCALZA Dopo i prestigiosi premi Golden Graal 2008 per l'Idea e per la Regia e Miglior Attrice (Betta Cianchini) e la Nomination al Premio ETI Olimpici del Teatro 2009 come Miglior Spettacolo d'Innovazione , dopo lo straordinario successo riscosso tra Milano (al Teatro Franco Parenti) e Roma (al Teatro Quirino e al Teatro Italia), dopo la partecipazione alla XXXI edizione del Festival Internazionale Benevento Città Spettacolo, dove le cortigiane, incalzate dal Melchionna, hanno abusato di ogni anfratto del magnifico palazzo Paolo V, Dignità Autonome di Prostituzione approderà al Teatro Bellini di Napoli nella Stagione 2011-2012. uno spettacolo di LUCIANO MELCHIONNA dal format di BETTA CIANCHINI LUCIANO MELCHIONNA luci CAMILLA PICCIONI costumi MICHELA MARINO EMILIANO GIAYVIA regia LUCIANO MELCHIONNA DadP, la Casa chiusa dell'Arte, dove gli attori come prostitute sono alla mercé dello spettatore. Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano e si lasciano abbordare dai clienti/spettatori che, muniti di dollarini (il denaro locale acquisito con il biglietto d'ingresso), contrattano il prezzo delle singole prestazioni con una Strana Famiglia tenutaria della Casa. Conclusa la trattativa, il “cliente” (uno, due o piccoli e grandi gruppi a seconda delle “perversioni”) si apparta, con l'attore scelto, in un luogo deputato dove fruirà di una o più “pillole del Piacere”: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, atti ad emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, in uno stupore nuovamente sollecitato. Mi paghi prima. E dopo, ancora... se ti è piaciuto! La Grande Prosa TEATRO STABILE DELLE MARCHE Da venerdì 18 a domenica 27 novembre 2011 di WILLIAM SHAKESPEARE e con gli allievi attori de ACCADEMIA NAZIONALE DRAMMATICA “SILVIO D'AMICO” traduzione PATRIZIA CAVALLI consulenza musicale NICOLA PIOVANI regia CARLO CECCHI Questo spettacolo nacque come saggio di diploma degli allievi attori dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica “Silvio D'Amico” da me diretto, nel giugno 2009. E' stato ripreso al 52 “Festival dei due Mondi” e nell'ambito del progetto “Shakespeare in città” organizzato dal Teatro Stabile delle Marche. Si tratta dunque di un gruppo di giovanissimi attori, alcuni dei quali anche musicisti, che affrontano, per la prima volta, l'esperienza di una Compagnia di teatro e di una tournée. Se per l'Accademia mi ero limitato a fare il regista, nello spettacolo che ora presentiamo vi partecipo anche come attore, recitando la parte del dramaturg della troupe degli artigiani. Al di là dell'enorme piacere che io provo a recitare, il mio ingresso nella Compagnia di questi giovanissimi attori in realtà lo sviluppo naturale di un rapporto umano e professionale che, a partire dalle prime, dure prove del saggio, cresciuto in maniera piuttosto felice e sorprendente. Ciò che ci unisce, scavalcando le generazioni, il teatro: ossia la ricerca di quel rapporto attivo fra attori e spettatori, nell'immediatezza del qui e ora della rappresentazione, che solo il teatro ancora può far vivere. E trattandosi del Sogno di una notte d'estate con la complicità divina di William Shakespeare. Carlo Cecchi TEATRO FRANCO PARENTI Da martedì 17 a domenica 22 gennaio 2012 di e con FILIPPO TIMI e con LUCIA MASCINO LUCA PIGNAGNOLI “Nessuna Favola mai perfetta come sembra, per quanto imbalsamata tu possa resistere dietro la bugia di un sorriso, la vita, carnosa, brutale, spietata, una notte magica di Natale busserà alla tua porta, e nulla sarà mai più come prima… Mrs Fairytale e Mrs Emerald, due donne, due amiche, due impeccabili mogli e un terribile e scabroso segreto da nascondere...” Mrs Fairytale: Ogni uomo una trappola, alcuni sono trappole taglienti, altri pozzi vuoti, altri meravigliosi come un veleno irresistibile, ma di base, l'uomo ha l'omicidio nel cuore. Vivo in una farmacia, morirò pulita come una supposta scaduta. C'è qualcosa dentro di me che vive, s'inaugura e io mi sento come se non fossi stata invitata a questa festa. Mrs Emerald: Hai ragione, dobbiamo fare qualcosa, rischiamo di vivere una vita per la pietà di fare felice qualcuno che non siamo noi. Mrs Fairytale: Si, non voglio più essere un pronto soccorso. Mrs Emerald: Dobbiamo imparare ad essere cattive. Mrs Fairytale: Come posso mettere al mondo un figlio senza insegnargli ad essere cattivo? Non dico malvagio, ma almeno cattivo quel tanto che basta per pretendere di essere felice.” Filippo Timi T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO COOP. a.r.l. Da venerdì 3 a domenica 12 febbraio 2012 versione teatrale di TATO RUSSO dal romanzo di Luigi Pirandello con KATIA TERLIZZI RENATO DE RIENZO e altri 11 interpreti scene TONY DI RONZA costumi GIUSI GIUSTINO musiche ALESSIO VLAD regia TATO RUSSO Ho ridotto per la scena molti romanzi. Più d’ogni altro il Mattia Pascal mi ha imposto un ritmo forsennato di rifacimenti e rielaborazioni. Un Pirandello troppo giovane, che in sé covava il germe di tutto quello che sarebbe stato, non era facile da ridurre a un tutt’uno omogeneo. Nel romanzo si rincorrono e si agitano infatti tutti i temi che saranno svolti con coerenza acquisita negli anni successivi e che formeranno poi la poetica costante del teatro pirandelliano: si sommano infatti le esperienze giovanili legate al mondo siciliano con le indagini piccolo-borghesi dei vari giuochi delle parti, per sovrapporsi poi alle tematiche del mito e alle intuizioni parafilosofiche dell’età di mezzo, tutto però con approssimazione e quasi come in una sorta di work in progress, di pirandello in fieri. L’idea registica tuttavia ha concorso a tracciare la strada, ha favorito il percorso drammaturgico e ha dato unità di stile e di intenti alla messinscena. Ho immaginato un gran luogo dei ricordi, uno spazio vuoto di memoria, una perenne evocazione di fantasmi, un sorgere di anime vaganti che man mano prendevano i colori dei personaggi e degli interpreti. Per sottrazione brandelli di memoria sono stati portati via come frammenti di esistenza lontana. E con mia sorpresa sono rimasto incantato da come la stessa impostazione scelta per il racconto drammatico svolgesse dall’interno delle sue ragioni la sua strada naturale. Se la regia è e deve essere un progetto organizzativo di parole pensieri e opere, di uomini e tecniche 3 di comunicazione, mi è parso questa volta che uno spirito guida aleggiasse sulle soluzioni e sulle suggestioni volta per volta ricreate: i fantasmi del racconto si sono incontrati certamente con i fantasmi del teatro e gli attori hanno incominciato a viaggiare con grande naturalezza tra personaggi e maschere. Non mi resta da spiegare altro. Spero che l’intuizione che è alla base della regia e della riscrittura sia colta come un dato non mistificatorio ma perfettamente aderente alla realtà del racconto. Tato Russo EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE - TEATRO DI ROMA Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale Da martedì 28 febbraio a domenica 4 marzo 2012 novecentesca rappresentato senza ombra di dubbio dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione successiva e, oggi, classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale. La resistibile ascesa di Arturo Ui una parabola satirica sull'avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta: Brecht, quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, sceglie di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove anni, l'esilio. [...] La resistibile ascesa di Arturo Ui pensato per essere e risulta a tutti gli effetti un imprescindibile esercizio di memoria: di quella memoria di cui perdere le tracce sarebbe un atto immorale e di cui soltanto i classici antichi e moderni sanno farsi portavoce magistrali, dacché in sé realizzano compiutamente l'ideale supremo per di cui ogni opera d'arte deve avere valore di civiltà: BERTOLT BRECHT quest'opera di Brecht lo possiede esplicitamente. musiche originali di HANS-DIETER HOSALLA traduzione MARIO CARPITELLA dramaturg LUCA MICHELETTI scene ANTAL CSABA costumi GIANLUCA SBICCA luci PAOLO POLLO RODIGHIERO regia CLAUDIO LONGHI TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA – MARTHA GRAHMA DANCE COMPANY Da martedì 13 a domenica 18 marzo 2012 con la MARTHA GRAHAM DANCE COMPANY coreografie storiche di MARTHA GRAHAM e originali di JANET EILBER scene e costumi PIER PAOLO BISLERI video ANTONIO GIACOMIN luci NINO NAPOLETANO regia ANTONIO CALENDA «Un genio che solo la morte ha saputo dominare» così lo scrittore e politico francese André Malraux definì l’amico Pablo Picasso, cogliendone appieno in queste poche parole la personalità irregolare, il furore creativo, l’eclettismo, la natura esplosiva e rivoluzionaria. Ed è proprio a questa natura d’artista, a questa indomabile creatività che guarda Antonio Calenda, nell’apprestarsi a porre la figura di Picasso al centro di un nuovo progetto teatrale: «Affrontare Picasso – sostiene infatti il regista – significa rispondere alla sua fantasmagoria, dare voce alla sua irruente visionarietà. Perciò sarà necessario discostarsi dagli stilemi del naturalismo per ricreare invece le tensioni dell’irripetibile atmosfera culturale che circondava Picasso, per ricercare nel mondo delle sue motivazioni interiori attraverso la figurazione evocativa e coreografica, attraverso le sue stesse parole ed i pensieri che riverberano potenti da passi tratti dai suoi scritti, dai suoi poemi, dai testi teatrali». «Vivremo 'Le désir attrapé par la queue' – spiega ancora il regista – come un excursus nel suo immaginario. Questa necessità di evitare causalità e concretezza, di muoverci nell’impalpabile della fantasia, dell’immaginazione di questo grande artista ci ha spinto verso una scelta espressiva inusuale: quella di intrecciare nello spettacolo all’evocazione della pittura di Picasso, il linguaggio coreografico di Martha Graham. Sono segni potenti, dell’arte e dell’espressività del Novecento, codici inestimabili la cui pregnanza riecheggia costantemente nell’immaginario contemporaneo. Ad essi si fonde la recitazione di un maestro della statura, della sapienza scenica e del vigore di Giorgio Albertazzi, un attore che sa fare della parola un esercizio stilistico supremo, sa rendere ogni battuta finissima, poliformica, astratta… Poter contare in scena su un dialogo intenso fra questo e la danza della Martha Graham Dance Company significa assicurare semanticità ulteriore allo spettacolo, liberarlo dagli impacci naturalistici, librarlo in un’atmosfera di allusione astratta che ci appare in qualche modo omologa all’animo del grande pittore, all’eredità che ha lasciato, a ciò che di lui desideriamo raccontare». TEATRO STABILE DI VERONA Da martedì 20 a domenica 25 marzo 2012 di ERIC-EMMANUEL SCHMITT musiche GERMANO MAZZOCCHETTI scene e costumi MARTA CRISOLINI MALATESTA luci ENRICO BERARDI regia ALESSANDRO MAGGI Commedia in un atto. Dopo aver subito un brutto incidente domestico Gilles torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie Lisa, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. Come mai Lisa mente? E perché non vuole darsi fisicamente a Gilles, che pure è fortemente attratto da lei? Per quale motivo Gilles – che afferma di essere completamente privo di memoria – si ricorda di certi particolari del viaggio di nozze? Sono alcuni dei misteri di questo giallo coniugale in cui la verità non è mai ciò che sembra, dove la memoria (e la sua supposta mancanza), la menzogna e la violenza vengono completamente riviste per assumere dei significati nuovi, inaspettatamente vivificanti. Schmitt gestisce la scrittura con grazia e freschezza, giocando briosamente tanto col metateatro quanto con oggetti ostici quali “la verità”, “la colpa” e, soprattutto, “l’amore”. Una macchina narrativa pressoché perfetta che svela impietosamente i meccanismi della coppia e i più intimi recessi dell'animo umano. Piccoli crimini coniugali è un piccolo gioiello che dettaglia il necessario inabissamento all'inferno di Lisa e Gilles nel tentativo, un po' comico, un po' drammatico: sicuramente reale, di riemergere alla serenità come coppia. KHORA.teatro Da martedì 17 a domenica 22 aprile 2012 di EDMOND ROSTAND regia ALESSANDRO PREZIOSI Rostand è forse l'ultimo dei romantici, a metà strada tra Victor Hugo e Victorien Sardou, l’intento è quindi di costruire una commedia tenera e romantica, tutta puntata sul ritmo, che rifugga il monumentale e il fastoso, ma soprattutto coinvolgente come solo il personaggio di Cyrano sa essere, capace com’è di gridare e di piangere con eguale convinzione, e senza privare di risalto e spessore agli altri personaggi, spesso distrattamente appiattiti, dando un’opportunità a giovani talenti emergenti. Khora.teatro con la scelta del Cyrano prosegue nel solco del fortunato allestimento dell’Amleto nel portare in scena un grande classico del teatro rivolta ad un vasto pubblico popolare, pur strizzando come sempre l’occhio nel confezionamento editoriale ai giovani, che realizza in pieno l’obbiettivo di sintesi di parola e immagine, un’opera per antonomasia del teatro di parola , ma per così dire “lirica” dove la parola sostituisca la musica. La traduzione scelta è quella della ormai classica in versi martelliani di Mario Giobbe, cruciale in memorabili allestimenti come quello di Gino Cervi del 1953. Nell’allestimento di Khora.teatro lo scontroso spadaccino, dal mostruoso naso, anche se ogni allusione metaforica pare essere scomparsa, o quantomeno relegata nella fase di costruzione del personaggio, è interpretato da Alessandro Preziosi, reduce dai successi televisivi e cinematografici, ma soprattutto dal percorso intrapreso con Amleto, che raccoglie la sfida tutta teatrale di mettere in scena lo scrittore e poeta perennemente in bolletta dall'irresistibile e vitale creatività, che ama mettere in ridicolo i suoi nemici con la straordinaria abilità della spada, leggendaria almeno quanto la lingua, tutta giocata tra trovate comiche e i giochi di parole, pur raggiungendo tra le vette più alte della poesia ottocentesca. La produzione oltre che dallo stesso Alessandro Preziosi, come in tutti gli allestimenti di Khora.teatro è curata da Aldo Allegrini e Tommaso Mattei. Gli Affabulatori FABBRICA S.R.L. TEATRO STABILE DELL'UMBRIA Da venerdì 2 a domenica 4 dicembre 2011 I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune, non temono i processi. i morti perché non possono finire in galera. gli ergastolani perché dalla galera non escono più. Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. e chi ruba due mele? chi ne ruba cento? quando il furto della mela diventa un reato? c’è un limite? c’entra con la qualità della mela? la legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. la statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. non è una bilancia per pesare la frutta. Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. Un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l'istituzione carceraria gli permette di consultare. Chiede aiuto a Mazzini. Un Mazzini silenzioso e sconfitto. scritto, diretto e interpretato da ASCANIO CELESTINI Quand’è che l'avete capito che era finita, Mazzini? quando finisce la rivoluzione? Finisce a Roma nel ’49 con la fine della repubblica? o con le insurrezioni degli anni ’50? Con le impiccagioni e le fucilazioni di Belfiore che faranno guadagnare a Francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore? Con l’insurrezione di Milano del ’53? Qualche migliaio di uomini che assaltano caserme e posti di guardia e sperano nella diserzione dei soldati ungheresi che invece non ci pensano proprio. alla fine vengono giustiziati in 16. Quella volta Marx scrisse che la rivoluzione è come la poesia, non si fa su commissione. Quando è che avete pensato "siamo sconfitti", Mazzini? Ascanio Celestini MIND & ART Da sabato 14 a domenica 15 aprile 2012 Dopo quasi vent’anni dal drammatico 1992 - che ha visto la tragica scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - Giuseppe Ayala ha deciso di raccontare la sua verità, mettendosi alla prova con un nuovo mezzo comunicativo: il teatro. La storia di quegli anni e la straordinaria esperienza vissuta al fianco di Falcone e Borsellino (con i quali condivise la vita professionale quotidiana, ma soprattutto una profonda amicizia), danno vita ad un “incontrospettacolo” che pone l’attenzione sulla Sicilia, su Cosa Nostra, sulla politica e la giustizia italiana di allora… come di oggi. E’ una storia di vittorie enormi, di alcuni fallimenti, di speranze deluse e tanti luoghi comuni, primo fra i quali che “le stragi fermarono il pool anti-mafia”. “Il nostro lavoro non si arrestò per la reazione di Cosa Nostra; noi fummo fermati da pezzi delle istituzioni dello Stato! E’ venuto il momento di chiarirlo” tratto dall'omonimo libro di GIUSEPPE AYALA con GIUSEPPE AYALA FRANCESCA CECI testi di GIUSEPPE AYALA con il contributo di ENNIO SPERANZA musiche ROBERTO COLAVALLE MATTEO CREMOLINI luci PIETRO SPERDUTI proiezioni ALESSIA SAMBRINI collaborazione al progetto MASSIMO NATALE regia, direzione artistica e produzione GABRIELE GUIDI Giuseppe Ayala ENTE TEATRO CRONACA Martedì 14 e mercoledì 15 febbraio 2012 Il tempo non è una spina dorsale e le generazioni non sono vertebre attaccate una dopo l'altra a una colonna. Le generazioni sono pietre che affiorano in mezzo a un guado, a volte distanti un solo passo, a volte lontane da raggiungere. La mia generazione fu molto vicina a quella precedente. Nato in dopoguerra, sono stato coetaneo di rivoluzioni e migrazioni. Quella di Aurora, nipotina ventenne, è invece remota dalla mia. Bisogna attraversare una corrente per collegare il mio tempo col suo. "Il viaggio con Aurora continua" è un racconto sul 1900. C'entra Napoli, come punto di partenza, c'entra la musica con una chitarra lenta in mano mia e un violino veloce sotto le dita della violinista Micaela Zanotti. Racconto per Aurora il mio secolo dal quale lei proviene come un uccello da un uovo. Per lei è un guscio svuotato, per me tuorlo e albume. Le racconto il tempo precedente, che qui sta tutto dentro uno zaino da viaggio. di e con ERRI DEL LUCA e con AURORA DE LUCA (voce cantante) MICAELA ZANOTTI (violino) Erri De Luca Grande Danza dal mondo MAURO GIANNELLI Da martedì 6 a domenica 11 dicembre 2011 musiche ADOLF ADAM coreografie CORALLI regia ANDREJ SOTH In un villaggio durante la vendemmia, tra le viti, una giovane contadina, Giselle, che adora ballare e che darebbe la vita per questa sua passione, si innamora di un giovane, Albrecht, di cui ignora le origini poiché si presenta e la corteggia travestito da popolano: lui è un principe. Giselle e Albrecht danzano gioiosamente nonostante i continui richiami della madre di questa, che la ammonisce per le sue precarie condizioni di salute. Il contendente di Albrecht, geloso di Giselle, notando il mantello di questo e la sua spada, capisce come stanno veramente le cose. La corte, impegnata in una battuta di caccia, entra nel villaggio per trovare ristoro. Tra i varii componenti di questa, c'è anche la promessa sposa di Albrecht, una nobile. Il rivale in amore smaschera il principe davanti a tutti: Giselle, perdutamente innamorata, impazzisce e muore per il dolore. Nel mezzo della notte, Albrecht si reca nella foresta, dove trova la tomba di Giselle, indicata con una croce. Disperato prega davanti alla tomba della ragazza e da lì esce questa trasformata in una villi. La regina delle Villi raduna aduna a sé tutte le sue discepole e insieme a loro inizia a danzare con Albrecht. Il loro intento era quello di far morire per sfinimento il giovane e ci sarebbero riuscite se non fosse intervenuta Giselle a sostenerlo fino all'alba, momento in cui le altre villi sono costrette a svanire. Lo Slovak National Theatre, una delle istituzioni culturali più importanti del paese, è stato fondato nel 1920. Oggi comprende le sezioni di opera, teatro e balletto, ognuna con la sua compagnia stabile professionista. L’inizio dello Slovak Ballet risale al giorno storico del primo balletto, Coppélia di C. Ph. L. Delibes, il 19 maggio 1920 quando il primo Direttore Artistico era Vaclav Kalina. Oskar Nedbal, Direttore dello SND, invitò poi il maestro di balletto italiano Achille Viscusi che ebbe un ruolo importante nel professionalizzare l’ensemble e il repertorio al quale succedette poi il suo allievo. Dopo questo periodo di grandi successi altri Direttori e coreografi seguirono. PERFORMERS VOLANTI SONICS Da martedì 6 a domenica 11 marzo 2012 creato e diretto da ALESSANDRO PIETROLINI coreografie aeree di ILEANA PRUDENTE Dopo anni di show all’aperto i SONICS sono lieti di presentarvi il loro spettacolo MERAVIGLIA a teatro: acrobazie aeree e macchine sceniche imponenti creano un insieme di immagini intrecciate, di sogni vissuti dentro a un altro sogno più grande; la storia di come ognuno di noi spesso si affidi a pozioni magiche o a falsi santi per affrontare il quotidiano dimenticando che l’unico vero “elisir” della vita risiede dentro noi stessi, dentro le nostre emozioni che vengono dallo stupore per le cose semplici “...se solo imparassimo a scollegarci dalla realtà...” ognuno di noi avrebbe dentro di sé il suo pianeta Meraviglia, il luogo in cui contenere l'emozione non convenzionale, il luogo in cui rifugiarsi e a cui rifarsi quando quello che ci sta intorno sbiadisce i contorni dell’essere umano … Adrenalina e stupore sono gli ingredienti di questo spettacolo che non disdegna riflessioni ambientali e che strizza l’occhio alla condivisione tra popoli, una favola moderna e senza presunzione se non quella di trasportare lo spettatore in spazi surreali e indefiniti della fantasia umana, luoghi animati da animali anomali in cui un fiore proveniente da un altro pianeta lotta contro lo smog provocato dall’uomo o dove una carezza si trasforma in una straordinaria storia d’amore sospesa per aria. I Sonics riempiono i cieli, le piazze e finalmente anche i teatri con i loro leggeri acrobati, le imponenti attrezzature, le visioni oniriche del loro immaginario e tutta la multiforme e geniale fantasia del circo moderno e della danza acrobatica dando vita ogni volta ad eventi unici e irripetibili, che lasceranno a bocca aperta… … e al termine non resterà che domandarsi se è stato reale o frutto di un sogno. Musical UNIARTE - CAMBIODISCENA Da martedì 13 a domenica 18 dicembre 2011 musiche e regia di TONY VERDE con PIERO MAZZOCCHETTI e il ballerino LEON testi e scenografie 3D di DANIELA FUSCO coreografie di KRISTIAN CELLINI scenografie di LUCA VALERI CURTI 3A SRL Si preannuncia una delle più interessanti novità della prossima stagione teatrale: L’Arca di Giada, spettacolare musical fantasy 3D live che affascinerà il pubblico di tutta Italia. Il musical si propone come un grande spettacolo multimediale che, unico nel suo genere, abbina realtà e fantasia, personaggi reali e personaggi virtuali. La novità assoluta è nell’impiego di proiezioni tridimensionali di ultima generazione che rendono interattiva la messa in scena e permettono agli attori veri di interagire con le animazioni ed i personaggi virtuali. Fondamentale la musica - composta dal maestro Toni Verde, che cura anche la regia - che incanta con la sua melodia tra opera lirica e opera rock, con il suo lirismo, la sua grinta. Sulla scena un nutrito cast di oltre trenta talentuosi elementi tra attori, cantanti, ballerini e acrobati, diretti nei movimenti dal famoso coreografo Kristian Cellini. L’unione dell’Arcipelago degli Universi viene infranta, l’armonia e la pace soppiantate dall’odio e dalla guerra. La Grande Madre si vede costretta a dividere il territorio nell’Arcipelago del Sole e in quello della Luna. Affida ad entrambi una metà del proprio medaglione nella speranza che un giorno possa essere ricongiunto. È scritto che al centro del monile sarà ricollocata, come un tempo, la preziosa pietra di giada, emblema della concordia. Saranno i protagonisti di questa storia mirabolante d’amore e di coraggio a dover riportare l’ordine universale. Nell'eterna lotta tra il bene e il male il loro viaggio, in luoghi misteriosi e tra creature fantastiche, ci porterà a vivere una stupefacente avventura... DI.ELLE.O. S.r.L. Da domenica 25 dicembre 2011 a domenica 15 gennaio 2012 scritto, diretto e interpretato da NINO D'ANGELO C'era una volta... un jeans e una maglietta il grande one man show autobiografico di Nino D'Angelo, legato proprio a Nu Jeans e 'na Maglietta la canzone che, agli inizi degli anni '80, lo lanciò facendo letteralmente scoppiare il fenomeno Nino D'Angelo. Tutta la vita di un artista racchiusa in una serata, sui palcoscenici dei teatri italiani: dagli anni del “caschetto” ad oggi, una carriera raccontata in terza persona, con il garbato distacco dell'artista nei confronti del personaggio ma con la dovizia di aneddoti di chi vive sulla sua pelle la vita dell'artista. «Sono nato doppio - dice lo stesso D'Angelo - in me convivono il Nino del caschetto degli anni '80 e quello di oggi. Finalmente i due saranno contemporaneamente in scena e parleranno l'uno dell'altro. “C'era una volta... un jeans e una maglietta” sarà una camminata nei ricordi più belli della mia storia di artista: l'ho scritto ricordando la mia prima esperienza di musical con “Core Pazzo” e il teatro-canzone de “Il Signor G” di Gaber». L'artista si racconterà nel corso di tutto lo spettacolo, aiutato anche dalle immagini e dagli spezzoni dei suoi film, dai flashback visivi, dal mondo dei neomelodici, dalle sue pellicole di grande successo, dai premi vinti di recente con il Cinema d'Autore di Pupi Avati e con le musiche scritte per il film Tano da Morire di Roberta Torre, dai Festival di Sanremo a cui ha partecipato e dai suoi successi internazionali. Momento clou sarà l'omaggio all'alter ego, del “Nino di oggi” al “Nino con il caschetto”. Nello show, accompagnato da un'orchestra sul palco, eseguirà gran parte delle sue canzoni di ieri e di oggi: dal grande autore alla canzone “di giacca” a quella della sceneggiata e dei neomelodici. Sarà un Nino D'Angelo a tutto tondo, quello della passione per il Teatro di Raffaele Viviani e dell'ammirazione per Sergio Bruni; sarà soprattutto un viaggio nei ricordi e nei sogni di intere generazioni che hanno vissuto un vero e proprio fenomeno culturale e di costume, insomma uno show da non perdere. Eventi Internazionali CIRCO E DINTORNI ALESSANDRO SERENA Da martedì 24 a domenica 29 gennaio 2012 scritto, diretto e interpretato da DAVID LARIBLE con GENSI, il clown bianco e il Maestro STEPHAN KUNZ disegno luci MIRKO OTERI È considerato il più grande clown al mondo. David Larible si è esibito con successo in quattro continenti, ha entusiasmato il pubblico del Madison Square Garden di New York (120.000 persone in un solo week end!). Ha vinto il prestigioso “Clown d’Oro” di Monte Carlo. Fra i suoi ammiratori Jerry Lewis e Woody Allen. Ma tutto questo non basta a descriverlo. Rapisce, seduce, commuove. Arriva in punta di piedi, lo sguardo distratto, le mani in tasca e il passo incerto. Pochi gesti e pochi movimenti trasformano il suo incedere in una strepitosa risata e una valanga di divertimento. Uno stile inconfondibile che attinge dalla tradizione circense del clown Augusto, passa per la Commedia dell’Arte e s’incontra con Charlie Chaplin. Lo spettacolo, nel quale alterna gag visuali a brani musicali (suona cinque strumenti) è la storia di un inserviente che diventa artista coinvolgendo anche gli spettatori. Con lui sul palcoscenico il raffinato clown bianco catalano Gensi e il pianista tedesco Stephan Kunz. David trasforma anche noi, il pubblico. E al termine dello spettacolo, dopo averci fatto abbandonare la maschera allo spettatore, può abbandonare la sua per riprendere con umiltà da dove aveva iniziato: essere un uomo qualunque. Con l’anima del clown. Il clown dei clown. AD ARTE SPETTACOLI - FAMILIE FLÖZ, THEATERHAUS STUTTGART THEATER DUISBURG Da martedì 27 marzo a domenica 1 aprile 2012 di ANNA KISTEL SEBASTIAN KAUTZ THOMAS RASCHER FREDERIK ROHN HAJO SCHÜLER MICHAEL VOGEL regia di MICHAEL VOGEL “La scorciatoia per il paradiso passa per l'Inferno!” Strane cose accadono nel tranquillo Hotel Paradiso, un piccolo albergo di montagna gestito con pugno di ferro dalla anziana capo-famiglia. Ci sono quattro stelle che orgogliosamente troneggiano sull'entrata e una fonte che promette la guarigione di malattie fisiche e psichiche. Ma si intravedono nubi all'orizzonte. Il figlio sogna il vero amore mentre combatte una dura battaglia con la sorella per mantenere il controllo sulla gestione dell'albergo. La donna del piano ha un problema di cleptomania e il cuoco ha una passione, quella di macellare, non solo animali... Quando il primo cadavere affiora, tutto l'albergo scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui impossibile fuggire. La chiusura dell'albergo sembra a questo punto solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere non porta mai bene! FAMILIE FLÖZ in versione noir! Un giallo sulle Alpi pieno di umorismo, sentimenti travolgenti e un tocco di melanconia... FAMILIE FLÖZ è un gruppo teatrale composto da gente di teatro... attori/attrici, musicisti/e, ballerini/e, registi/e, creatori/trici di maschere, disegnatori luci, costumisti, drammaturghi e altre belle persone provenienti da più di 10 nazioni. “Si tratta di una delicata quanto volgare Famiglia, che apparentemente ha raggiunto per la prima volta la superficie terrestre attraverso un profonda ferita nella crosta terrestre...” Questa l'immagine con cui nel 1996 la FAMILIE FLÖZ si presentata per la prima volta alla ribalta della scena teatrale e che in breve l'ha resa celebre fra il pubblico di tutta Europa. Tale immagine anche una metafora del metodo creativo di un gruppo di teatranti che ha scelto il continuo spostamento e la “scoperta” come suo orizzonte. Ciascuno spettacolo viene a svilupparsi in un continuo processo di lavoro collettivo, teso a risvegliare un suo proprio cosmo popolato da figure che emergono dai sotterranei della fantasia di ognuno dei componenti della Familie. Piccolo Bellini TEATRO A VAPORE Dal 15 novembre al 20 dicembre 2011 Festival di Corti Teatrali Direzione Artistica di GIANMARCO CESARIO La prima edizione ebbe luogo nel novembre del 2005, e si tenne nello spazio off “IL FORMICAIO”, da cui il nome, nel periferico quartiere di Soccavo ed ebbe come padrino l’attore e regista Lucio Allocca, presidente della giuria per tre edizioni e tuttora presidente onorario del comitato organizzativo. La seconda e terza edizione furono ospitate ad Agnano presso la sala del centro polisportivo Adrian Club, nei pressi della solfatara di Pozzuoli, per approdare, per tre anni, al Teatro Sancarluccio, storica fucina della nuova drammaturgia napoletana a cavallo tra gli anni '70 ed '80. Da quest’anno la manifestazione, che avrà luogo nel mese di novembre, si arricchisce di novità: tre differenti sezioni, che ne allargano il raggio d’azione nel cinema, con LA CARTE DELLA FORMICA MOVIE (dopo il numero zero dello scorso anno), curata dal regista Giuseppe Bucci, e nella letteratura, con la neonata SCRIVERE A CORTE, curata da Claudio Finelli. Due sezioni che vanno ad aggiungersi alla rassegna principale, dedicata al teatro breve che sarà ospitata nel prestigioso Auditorium del TEATRO BELLINI di Napoli, grazie all’interessamento di Gabriele e Daniele Russo. Il tema di quest’anno è “BUONI E CATTIVI”, ed è lo stesso su cui si dovranno confrontare i partecipanti in tutte e tre le sezioni. A presiedere la giuria della sezione teatro, per il secondo anno, il regista Gerardo D’Andrea, artefice di un gemellaggio della rassegna con il suo PositanoTeatroFestival, che dall’edizione 2011 ospita tre tra i corti più meritevoli. Il programma definitivo del Festival sarà reso noto nel prossimo mese di ottobre. LE PECORE NERE SRL Dal 22 novembre al 18 dicembre 2011 di MAURIZIO DE GIOVANNI con ANGELA DE MATTEO PEPPE MIALE regia MASSIMO DE MATTEO “Un goal ti fa esultare, si sa, e vincere una partita è importante ed emozionante. Battere, poi, per esempio, a Torino, la Juve 1 a 3 (la presa di Torino), è assistere al miracolo. Ma vincere uno scudetto... vincere uno scudetto è... una cosa... che ti lascia senza parole, ti stringe il cuore e resti muto, senza peso. E'… una cosa… che ti fa piangere, solo piangere, di felicità, assoluta, perché hai vissuto la vita giusta, quella in cui la tua squadra, la tua città (una a caso…), hanno vinto lo scudetto”. Me l’ha detto Peppe, un amico mio tifoso (uno a caso…). E chi non c'era, o perché non ci è potuto essere o perché addirittura non era ancora nato il dieci maggio dell'ottantasette? Cosa si è perso di quel "giorno felice"? Raccontare. Ecco quale deve essere il nostro impegno, il nostro dovere piacere, la nostra necessità che si rinnova in una nuova avventura: lo spettacolo del racconto. Il racconto di una giornata preceduta da una notte insonne sospesa tra l'ansia e il pianto. E non può essere che un’esplosione di ricordi di istanti felici che generano movimento, perché al contrario di quelli di beckettiana memoria non determinano staticità, ma sono un magma in eruzione, energia vitale di riscatto , di rinnovamento. I protagonisti non sono immobilizzati, ma gravidi e pronti a partorire. Se ci fosse Winnie a raccontare, testimone oculare di quel giorno felice fatidico, non lo farebbe interrata fin sopra alla vita, dentro un monticello, ma sbucando come un pennacchio dal cono di un vulcano (uno a caso…) mai spento e gravido di magma-ricordi. Una città, un padre, un figlio, un meccanico, un ragazzo di bottega, una madre in sogno, un altro padre, un altro figlio, un altro mondo…. Tutti raccontano. Massimo De Matteo VESUVIO TEATRO Dal 25 dicembre 2011 al 22 gennaio 2012 con ROBERTO DEL GAUDIO VITTORIO RICCIARDI LUCA BAGAGLI MAURIZIO VILLA FEDERICO ODLING Nel nome di Ciccio – Omaggio a Nino Taranto Nel nome di Ciccio è una esilarante carrellata di canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale. Un omaggio al grande Nino Taranto. I Virtuosi di San Martino, alla loro maniera, rivisitano la "Macchietta", forma prediletta dagli autori Pisano e Cioffi che hanno inventato decine e decine di personaggi: dal celeberrimo Ciccio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da Carlo Mazza e Rosa Pezza a Cosima. Diciamo personaggi perché la Macchietta disegna piccole storie di piccoli uomini, buffi, strambi, sempre esilaranti, tutte riconducibili a sgambetti di linguaggio e di situazioni, all'interno delle quali queste figure rivelano la loro crisi e la loro drammatica comicità. Si tratta dunque di teatro musicale in senso stretto, e non è un caso che questa forma di arte scenica fosse frequentata dai più grandi attori del Novecento: Nicola Maldacea, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Totò, Aldo Fabrizi, lo stesso Taranto e perfino un giovane Eduardo. La Repubblica di Salotto Una ricognizione comica, ironica, sprezzante, “politically incorrect” dell’Italia di oggi, divisa tra nuovi autoritarismi ed esaltazione ottimistica di modelli televisivi, mediatici, fondati sul consumo e sull’arricchimento facile. Con, di pari passo, il declino della cultura di opposizione, incapace di produrre modelli di riferimento realmente alternativi, e che finisce con l’allinearsi alle proposizioni del potere, relegandosi in salotti dalle frequentazioni sempre più trasversali, all’interno dei quali si riperpetrano e si consolidano le forme sociali dominanti. Con la solita comicità cattiva, i Virtuosi compiono un viaggio teatrale e musicale in questa nuova Italia, ispirandosi a Berhnard, a Petrolini, a Brecht, orchestrando questo percorso secondo modalità care a Kurt Weill, attingendo da forme musicali eterogenee. TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI NAPOLI Dal 31 gennaio al 26 febbraio 2012 Bad People Show è un viaggio in ciò che sarebbe potuto essere e non è, una sorta di sliding doors in cui si aprono e si chiudono porte, qualche volta sono quelle giuste, altre volte quelle sbagliate, porte e situazioni in cui talvolta si diventa quello che non si è, in cui una scelta può determinare un nuovo modo di essere. Dinamiche che rendono l'uomo piccolo, reattivo, autolesionista e in contrasto con se stesso. Ci troveremo in uno show, un test-quiz in cui non esistono risposte esatte, in cui l'ospite/attore verrà sollecitato e messo alla prova dagli altri attori/conduttori/personaggi, talvolta anche dal pubblico che sarà giudice e deus ex machina della messinscena. Da Shakespeare a Dostoevskij a De Filippo, cullati dalle musiche dei Pink Floyd fino ad arrivare ai Muse, in un turbine di sovrapposizioni, contrasti e accostamenti che renderanno Bad People Show un universo in cui perdersi senza ritrovarsi. Uno show in chiaroscuro, senza colori netti e definiti, ma ricco di sfumature e riflessioni il cui punto d'approdo dovrebbe essere una domanda, banale, come sempre: esistono i... Bad People? Gabriele Russo testo e regia di GABRIELE RUSSO Cast da definire LIBERA SCENA ENSEMBRE Dal 6 marzo al 1 aprile 2012 di MANLIO SANTANELLI con MARIO PORFITO LELLO SERAO regia RENATO CARPENTIERI Due uomini sulla cinquantina: l’uno riservato, l’altro prodigo della propria intimità; l’uno attento a non offendere il comune senso del pudore, l’altro capace di pensare e dire soltanto cose spudorate; l’uno morbosamente geloso dei ricordi, l’altro pronto a metterli all’asta. Anche nella professione i due non potrebbero essere più dissimili, più antitetici, dal momento che il primo è un tecnico del diritto, uno stimato penalista che trasuda rigore e deontologia, mentre il secondo commercia in prodotti non meglio identificati, e trasuda, trasuda alla lettera. Due tipi come questi, presi separatamente, ancora non sarebbero in grado di dare vita a un caso – la vita è bella perché è avariata, si diceva nell’avanspettacolo – se il caso non congiurasse opportunamente per farli incontrare. O meglio rincontrare. La premessa della vicenda, in verità, è delle più plausibili: il Riservato e lo Spudorato a suo tempo sono stati compagni di scuola. L’occasione per cui si ritrovano, magari, è un tantino più inconsueta: lo Spudorato, approfittando di una coincidenza aerea, un pomeriggio riemerge dal tempo che fu e si presenta dal Riservato. E con quella breve visita gli manda al diavolo non soltanto il pomeriggio. Manlio Santanelli Teatro Scuola TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI Non è sempre necessaria l'ispirazione quando si decide di mettere in scena un testo soprattutto NAPOLI di WILLIAM SHAKESPEARE adattamento e regia CARMEN POMMELLA se si tratta di una delle opere più rappresentate al mondo e “Romeo e Giulietta” è senza alcun dubbio la tragedia più vivisezionata nell'arte teatrale. Ecco perché dopo un primo “rigetto” mi sono fatta coinvolgere dalla mera freschezza della tragedia e con semplicità mi sono catapultata nella storia senza preoccuparmi di cercare motivazioni o ispirazioni innovative. E' un'opera, per quanto la categoria nella quale si pone ci lascia pensare il contrario, attualissima, violenta, rumorosa, irruenta e quindi accessibile all'orecchio dei giovani. Il contrasto forte tra le continue lotte impulsive delle due famiglie, l'amore fragile dei due innocenti amanti ostacolati dal fato, la morte causata solo dall'impeto della passione e della violenza, insomma tutto ciò che viene raccontato non è affatto lontano dall'attuale vita quotidiana. Nel mio adattamento le due famiglie sono tra le poche scampate ad una guerra di chissà quale epoca; l'azione quindi, si svolge tra i resti di una città dove aleggia ancora nell'aria la tragedia passata; ma ciò non basta a calmare l'ira e la violenza, violenza che viene placata di tanto in tanto da una voce fuori campo triste, fioca, quasi a rappresentare la resa umana. Da questo grigiore è facile immergersi nel romanticismo fresco e travolgente dei due amanti tanto da rendere anche le lunghe scene d'amore finalmente piacevoli all'ascolto come a placare quel ritmo angoscioso e sfrenato del resto dell'opera. In questo adattamento gli avvenimenti, dopo la tragica morte di Mercuzio e Tebaldo, assumono una velocità “supersonica” tale da rielaborare il finale in una serie di sovrapposizioni di scene quasi a voler subito arrivare alla fine della storia; storia che conosciamo già all'apertura del sipario e che quindi non ha bisogno di suspence. L'anello di congiunzione tra la poeticità del testo e il linguaggio giovanile è rappresentato dalle musiche scelte. L'orientamento è scivolato subito sul genere più vicino ai giovani; e sono rimasta sorprendentemente affascinata, nel tradurre alcuni testi, dai significati non dissimili dai versi Shakespiriani. Carmen Pommella Weekend a Teatro con mamma e papà TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI Un uomo incontra un bambino. Lo incontra in NAPOLI un luogo difficile, un deserto, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. L’uomo è un aviatore: ha avuto un incidente e sta cercando di riparare il suo aereo. Il bambino, nel rivolgergli la parola la prima volta, gli chiede un disegno, ma non un disegno qualsiasi: il disegno di una pecora. Da questa bizzarra richiesta inizia il vero viaggio di quell’uomo. Un viaggio che lo porterà a conoscere pianeti lontani, re, lampionai, uomini d’affari, una rosa, una volpe. Attraverso il racconto delicato di quel fanciullo venuto da chissà dove ritroverà quello che aveva perso: la capacita e la grazia di guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Ricordandoci che quello che cerchiamo potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua. Paolo Cresta IL PRINCIPE E L'AVIATORE da “Il Piccolo Principe” di ANTOINE DE SAINT-EXUPERY adattamento e regia di PAOLO CRESTA con LA COMPAGNIA DEI GIOVANI DEL TEATRO BELLINI TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI NAPOLI Gianni Rodari ci ha lasciato in eredità un mondo variopinto e in continuo movimento popolato dai personaggi delle sue filastrocche, dei suoi racconti, dei suoi testi teatrali. Il grande scrittore ha più volte dichiarato di aver scritto prendendo spunto dall'esperienza, dal confronto diretto con i ragazzi, perché è l'esperienza che suggerisce nuove idee, che stimola la creatività. Ho scritto questo testo teatrale tentando il più possibile di rendere omaggio al suo grande insegnamento. E' con i sogni che ho voluto giocare, lasciando che le maschere di Pulcinella e Arlecchino fossero protagoniste di un viaggio fantastico durante il quale si imbattono nei più svariati personaggi... Rodari mi ha regalato tanti sogni: spero fortemente di poterne regalare qualcuno anch'io, a tutti coloro che vorranno fermarsi ad ascoltare. Stella Gabbanelli “RACCONTANTO RODARI” di CHIARASTELLA GABBANELLI liberamente tratto da GIANNI RODARI con LA COMPAGNIA DEI GIOVANI DEL TEATRO BELLINI regia PINO L'ABBATE Le rassegne Le iniziative Centro Culturale Accademia D’Arte Drammatica Del Teatro Bellini I° ANNO DEL VIII TRIENNIO DI STUDI - 2011/2013 • Direttore LUCIANO MELCHIONNA • Recitazione LUCIANO MELCHIONNA, GABRIELE RUSSO, PATRIZIA HALTMAR • Dizione DANIELE RUSSO • La lezione dei maestri RAFFAELE LA CAPRIA • Incontri con artisti del mondo ROBERT SARALP ISA DANIELI • Espressione corporea e danza LAURA ZACCARIA • Canto GABRIELLA DE CARLO • Pedagogia vocale CRISTINA DE MIRANDA • Verità e gioco ROSA MASCIOPINTO