XXIV
Stagione Teatrale
Le Produzioni
del Bellini
TEATRO BELLINI
TEATRO STABILE DI NAPOLI
di ANNIBALE RUCCELLO dall'omonimo
romanzo di ALBERTO MORAVIA
con
MARCELLO ROMOLO, RINO DI
MARTINO
e con
LORENZO ACQUAVIVA, ROCCO
CAPRARO, MARTINA GALLETTA,
LIBORIO NATALI
con la partecipazione di
DALIA FREDIANI
scene e regia
ROBERTA TORRE
Dal capolavoro letterario Annibale Ruccello nel
1985 trasse la riduzione teatrale de “La Ciociara”,
ricevendo il consenso entusiasta di Alberto
Moravia. La sensibilità e la provata capacità di
Roberta Torre, regista affermata di cinema, la
restituisce oggi al teatro con tutta la sua forza
dirompente e l’intensa profondità. Donatella
Finocchiaro, che tante volte ha dato vita nel
cinema ed in teatro a personaggi di potente carica
emotiva, è Cesira, la Ciociara, mentre Daniele
Russo è Michele, l’uomo del quale è innamorata,
l’idealista partigiano che morirà per salvare altre
vite umane.
I costumi sono di Mariano Tufano, vincitore tra
l’altro del David di Donatello per i costumi del
film “Nuovo mondo” di Emanuele Crialese.
GUERRA DI FANTASMI
È passata la guerra e anche la violenza che le ha
trafitte: una madre e una figlia oggi stanno
litigando per l’acquisto di un’automobile. Così ha
inizio la nostra storia…. Come se nulla fosse
successo, nella Ciociara di Ruccello a farla da
padrone sono i Fantasmi. Fantasmi della brama
di avere, possedere oggetti di consumo semplici
come può essere un televisore o una macchina
nuova. Qui Cesira non è più quella madre
sconvolta sul ciglio della strada polverosa a
chiedere pietà per la sua povera figlia violata,
Rosetta non è quella che non sarà mai più come
prima dopo le mani estranee sul suo corpo di
bambina: il fantasma di quella violenza si è
tramutato in quotidiana banalità come se nulla
fosse, l’ha cambiata per sempre in modo subdolo
e silenzioso. È questa la vera violenza che nella
scrittura di Ruccello ci proietta in un universo
dell’orrore dove tutto viene dimenticato in
cambio di una normalità apparente e inquietante.
[…] E dunque se di fantasmi si tratta ho
immaginato una messa in scena che possa
materializzare i ricordi e il passato, che li traduca
in immagini proiettate, che li chiuda in una
scatola magica che molto ricorda una vera e
propria proiezione da cinema.. Ed ecco quindi
che il cinema e
il teatro interagiscono
strettamente in questa Ciociara, oggi e ieri si
mescolano
continuamente
lasciando
ai
protagonisti della scena una doppia anima che li
rende corpi capaci di interagire con i fantasmi...
[…]
Roberta Torre
TEATRO BELLINI
TEATRO STABILE DI NAPOLI
20 attori in scena
ed orchestra dal vivo
scene
FRANCESCO ESPOSITO
costumi
CONCETTA NAPPI
disegno Luci
SALVATORE PALLADINO
arrangiamenti Musicali
GIUSEPPE E LUIGI FISCALE
direzione Musicale
GABRIELLA DE CARLO
coreografie
EUGENIO DURA
Quando si parla di “Varietà” si fa riferimento ad
un preciso periodo storico ed ai suoi attoriscrittori che ne furono gli interpreti più
significativi, su tutti citerei Maldacea, Petrolini,
Totò, o lo stesso Viviani. Nel caso di
Granvarietà invece, ho scelto di non porre limiti
temporali di repertorio o di genere, di non
seguire un percorso filologico ma di attingere a
tutto ciò che è “spettacolo”. Il testo, dunque, è
nato da una un' ampia ricerca tra filmati di
repertorio, vecchi copioni, e, chiaramente, dal
patrimonio personale degli attori che avrebbero
dovuto poi interpretarlo; il risultato ne è l'esatta
conseguenza.
Granvarietà è un enorme baraccone, un circo
sgangherato, dove un pezzo di Viviani può
sovrapporsi ad una canzone di Paolo Conte,
dove una canzone di Brecht può scivolare in uno
sketch di Nino Taranto, o anche un pezzo
popolare come Camon Paisà può sovrapporsi al
famosissimo Tic di Giorgio Gaber.
La linea che tiene insieme generi e ritmi così
diversi è sottile ma ben visibile: un presentatoreclown sconquassato e multiforme accompagnato
dal suo sarto personale ed effeminato cuciono la
tessitura di questo enorme circo, e lo fanno
citando il teatro dell'assurdo o la comicità
demenziale dei giorni nostri. Il risultato è uno
spettacolo brillante, divertente, gioioso, dal ritmo
mozzafiato, i cui protagonisti sono solo e
soltanto gli attori-cantanti con il loro talento,
qualità imprescindibile in un genere come il
Varietà che è fatto di pura comunicazione con il
pubblico; e la musica, rigorosamente dal vivo.
Canzoni, sketches esilaranti, macchiette, quadri
d'insieme di grande impatto emotivo, nulla è
sottratto allo spettatore che per due ore potrà
dimenticare la rozzezza del linguaggio televisivo
contemporaneo e ricordare cosa eravamo capaci
di fare un tempo non molto lontano, a teatro
come in televisione.
Gabriele Russo
TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI
NAPOLI – NON CAMMINARE SCALZA Dopo i prestigiosi premi Golden Graal 2008 per
l'Idea e per la Regia e Miglior Attrice (Betta
Cianchini) e la Nomination al Premio ETI Olimpici del Teatro 2009 come Miglior Spettacolo
d'Innovazione , dopo lo straordinario successo
riscosso tra Milano (al Teatro Franco Parenti) e
Roma (al Teatro Quirino e al Teatro Italia), dopo
la partecipazione alla XXXI edizione del Festival
Internazionale Benevento Città Spettacolo, dove
le cortigiane, incalzate dal Melchionna, hanno
abusato di ogni anfratto del magnifico palazzo
Paolo V, Dignità Autonome di Prostituzione
approderà al Teatro Bellini di Napoli nella
Stagione 2011-2012.
uno spettacolo di
LUCIANO MELCHIONNA
dal format di
BETTA CIANCHINI
LUCIANO MELCHIONNA
luci
CAMILLA PICCIONI
costumi
MICHELA MARINO
EMILIANO GIAYVIA
regia
LUCIANO MELCHIONNA
DadP, la Casa chiusa dell'Arte, dove gli attori
come prostitute sono alla mercé dello spettatore.
Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera,
adescano e si lasciano abbordare dai
clienti/spettatori che, muniti di dollarini (il
denaro locale acquisito con il biglietto
d'ingresso), contrattano il prezzo delle singole
prestazioni con una Strana Famiglia tenutaria
della Casa. Conclusa la trattativa, il “cliente”
(uno, due o piccoli e grandi gruppi a seconda
delle “perversioni”) si apparta, con l'attore scelto,
in un luogo deputato dove fruirà di una o più
“pillole del Piacere”: monologhi o performances
del teatro classico e contemporaneo, atti ad
emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore,
in uno stupore nuovamente sollecitato.
Mi paghi prima. E dopo, ancora... se ti è piaciuto!
La Grande Prosa
TEATRO STABILE DELLE MARCHE
Da venerdì 18 a domenica 27 novembre 2011
di
WILLIAM SHAKESPEARE
e con gli allievi attori de
ACCADEMIA NAZIONALE
DRAMMATICA “SILVIO D'AMICO”
traduzione
PATRIZIA CAVALLI
consulenza musicale
NICOLA PIOVANI
regia
CARLO CECCHI
Questo spettacolo nacque come saggio di
diploma degli allievi attori dell'Accademia
Nazionale d'Arte Drammatica “Silvio D'Amico”
da me diretto, nel giugno 2009. E' stato ripreso al
52 “Festival dei due Mondi” e nell'ambito del
progetto “Shakespeare in città” organizzato dal
Teatro Stabile delle Marche.
Si tratta dunque di un gruppo di giovanissimi
attori, alcuni dei quali anche musicisti, che
affrontano, per la prima volta, l'esperienza di una
Compagnia di teatro e di una tournée.
Se per l'Accademia mi ero limitato a fare il
regista, nello spettacolo che ora presentiamo vi
partecipo anche come attore, recitando la parte
del dramaturg della troupe degli artigiani.
Al di là dell'enorme piacere che io provo a
recitare, il mio ingresso nella Compagnia di
questi giovanissimi attori in realtà lo sviluppo
naturale di un rapporto umano e professionale
che, a partire dalle prime, dure prove del saggio,
cresciuto in maniera piuttosto felice e
sorprendente.
Ciò che ci unisce, scavalcando le generazioni, il
teatro: ossia la ricerca di quel rapporto attivo fra
attori e spettatori, nell'immediatezza del qui e ora
della rappresentazione, che solo il teatro ancora
può far vivere.
E trattandosi del Sogno di una notte d'estate con
la complicità divina di William Shakespeare.
Carlo Cecchi
TEATRO FRANCO PARENTI
Da martedì 17 a domenica 22 gennaio 2012
di e con
FILIPPO TIMI
e con
LUCIA MASCINO
LUCA PIGNAGNOLI
“Nessuna Favola mai perfetta come sembra, per
quanto imbalsamata tu possa resistere dietro la
bugia di un sorriso, la vita, carnosa, brutale,
spietata, una notte magica di Natale busserà alla
tua porta, e nulla sarà mai più come prima…
Mrs Fairytale e Mrs Emerald, due donne, due
amiche, due impeccabili mogli e un terribile e
scabroso segreto da nascondere...”
Mrs Fairytale: Ogni uomo una trappola, alcuni sono
trappole taglienti, altri pozzi vuoti, altri meravigliosi
come un veleno irresistibile, ma di base, l'uomo ha
l'omicidio nel cuore. Vivo in una farmacia, morirò
pulita come una supposta scaduta. C'è qualcosa
dentro di me che vive, s'inaugura e io mi sento come
se non fossi stata invitata a questa festa.
Mrs Emerald: Hai ragione, dobbiamo fare qualcosa,
rischiamo di vivere una vita per la pietà di fare felice
qualcuno che non siamo noi.
Mrs Fairytale: Si, non voglio più essere un pronto
soccorso.
Mrs Emerald: Dobbiamo imparare ad essere cattive.
Mrs Fairytale: Come posso mettere al mondo un
figlio senza insegnargli ad essere cattivo? Non dico
malvagio, ma almeno cattivo quel tanto che basta per
pretendere di essere felice.”
Filippo Timi
T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO
COOP. a.r.l.
Da venerdì 3 a domenica 12 febbraio 2012
versione teatrale di
TATO RUSSO
dal romanzo di Luigi Pirandello
con
KATIA TERLIZZI
RENATO DE RIENZO
e altri 11 interpreti
scene
TONY DI RONZA
costumi
GIUSI GIUSTINO
musiche
ALESSIO VLAD
regia
TATO RUSSO
Ho ridotto per la scena molti romanzi. Più d’ogni
altro il Mattia Pascal mi ha imposto un ritmo
forsennato di rifacimenti e rielaborazioni. Un
Pirandello troppo giovane, che in sé covava il
germe di tutto quello che sarebbe stato, non era
facile da ridurre a un tutt’uno omogeneo. Nel
romanzo si rincorrono e si agitano infatti tutti i
temi che saranno svolti con coerenza acquisita
negli anni successivi e che formeranno poi la
poetica costante del teatro pirandelliano: si
sommano infatti le esperienze giovanili legate al
mondo siciliano con le indagini piccolo-borghesi
dei vari giuochi delle parti, per sovrapporsi poi
alle tematiche del mito e alle intuizioni
parafilosofiche dell’età di mezzo, tutto però con
approssimazione e quasi come in una sorta di
work in progress, di pirandello in fieri. L’idea
registica tuttavia ha concorso a tracciare la
strada, ha favorito il percorso drammaturgico e
ha dato unità di stile e di intenti alla messinscena.
Ho immaginato un gran luogo dei ricordi, uno
spazio vuoto di memoria, una perenne
evocazione di fantasmi, un sorgere di anime
vaganti che man mano prendevano i colori dei
personaggi e degli interpreti. Per sottrazione
brandelli di memoria sono stati portati via come
frammenti di esistenza lontana. E con mia
sorpresa sono rimasto incantato da come la stessa
impostazione scelta per il racconto drammatico
svolgesse dall’interno delle sue ragioni la sua
strada naturale.
Se la regia è e deve essere un progetto
organizzativo di parole pensieri e opere, di
uomini e tecniche 3 di comunicazione, mi è parso
questa volta che uno spirito guida aleggiasse
sulle soluzioni e sulle suggestioni volta per volta
ricreate: i fantasmi del racconto si sono incontrati
certamente con i fantasmi del teatro e gli attori
hanno incominciato a viaggiare con grande
naturalezza tra personaggi e maschere. Non mi
resta da spiegare altro. Spero che l’intuizione che
è alla base della regia e della riscrittura sia colta
come un dato non mistificatorio ma
perfettamente aderente alla realtà del racconto.
Tato Russo
EMILIA ROMAGNA TEATRO
FONDAZIONE - TEATRO DI ROMA
Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale
Da martedì 28 febbraio a domenica 4 marzo 2012 novecentesca rappresentato senza ombra di
dubbio dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di
paragone per ogni sperimentazione successiva e,
oggi, classico indiscusso e riconosciuto a livello
internazionale.
La resistibile ascesa di Arturo Ui una parabola
satirica sull'avvento del nazismo nella Germania
dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta:
Brecht, quando ormai la Seconda guerra
mondiale si sta combattendo da due anni, sceglie
di tornare alle origini di uno sfacelo politico che
stava costando il peggio a milioni di esseri umani
e, a se stesso, da nove anni, l'esilio. [...]
La resistibile ascesa di Arturo Ui pensato per essere
e risulta a tutti gli effetti un imprescindibile
esercizio di memoria: di quella memoria di cui
perdere le tracce sarebbe un atto immorale e di
cui soltanto i classici antichi e moderni sanno
farsi portavoce magistrali, dacché in sé
realizzano compiutamente l'ideale supremo per
di
cui ogni opera d'arte deve avere valore di civiltà:
BERTOLT BRECHT
quest'opera di Brecht lo possiede esplicitamente.
musiche originali di
HANS-DIETER HOSALLA
traduzione
MARIO CARPITELLA
dramaturg
LUCA MICHELETTI
scene
ANTAL CSABA
costumi
GIANLUCA SBICCA
luci
PAOLO POLLO RODIGHIERO
regia
CLAUDIO LONGHI
TEATRO STABILE DEL FRIULI
VENEZIA GIULIA – MARTHA
GRAHMA DANCE COMPANY
Da martedì 13 a domenica 18 marzo 2012
con la
MARTHA GRAHAM DANCE
COMPANY
coreografie storiche di
MARTHA GRAHAM
e originali di
JANET EILBER
scene e costumi
PIER PAOLO BISLERI
video
ANTONIO GIACOMIN
luci
NINO NAPOLETANO
regia
ANTONIO CALENDA
«Un genio che solo la morte ha saputo dominare» così
lo scrittore e politico francese André Malraux
definì l’amico Pablo Picasso, cogliendone
appieno in queste poche parole la personalità
irregolare, il furore creativo, l’eclettismo, la
natura esplosiva e rivoluzionaria. Ed è proprio a
questa natura d’artista, a questa indomabile
creatività che guarda Antonio Calenda,
nell’apprestarsi a porre la figura di Picasso al
centro di un nuovo progetto teatrale: «Affrontare
Picasso – sostiene infatti il regista – significa
rispondere alla sua fantasmagoria, dare voce alla sua
irruente visionarietà. Perciò sarà necessario
discostarsi dagli stilemi del naturalismo per ricreare
invece le tensioni dell’irripetibile atmosfera culturale
che circondava Picasso, per ricercare nel mondo delle
sue motivazioni interiori attraverso la figurazione
evocativa e coreografica, attraverso le sue stesse parole
ed i pensieri che riverberano potenti da passi tratti dai
suoi scritti, dai suoi poemi, dai testi teatrali».
«Vivremo 'Le désir attrapé par la queue' – spiega
ancora il regista – come un excursus nel suo
immaginario. Questa necessità di evitare causalità e
concretezza, di muoverci nell’impalpabile della
fantasia, dell’immaginazione di questo grande artista
ci ha spinto verso una scelta espressiva inusuale:
quella di intrecciare nello spettacolo all’evocazione
della pittura di Picasso, il linguaggio coreografico di
Martha Graham. Sono segni potenti, dell’arte e
dell’espressività del Novecento, codici inestimabili la
cui
pregnanza
riecheggia
costantemente
nell’immaginario contemporaneo. Ad essi si fonde la
recitazione di un maestro della statura, della sapienza
scenica e del vigore di Giorgio Albertazzi, un attore
che sa fare della parola un esercizio stilistico supremo,
sa rendere ogni battuta finissima, poliformica,
astratta… Poter contare in scena su un dialogo
intenso fra questo e la danza della Martha Graham
Dance Company significa assicurare semanticità
ulteriore allo spettacolo, liberarlo dagli impacci
naturalistici, librarlo in un’atmosfera di allusione
astratta che ci appare in qualche modo omologa
all’animo del grande pittore, all’eredità che ha
lasciato, a ciò che di lui desideriamo raccontare».
TEATRO STABILE DI VERONA
Da martedì 20 a domenica 25 marzo 2012
di
ERIC-EMMANUEL SCHMITT
musiche
GERMANO MAZZOCCHETTI
scene e costumi
MARTA CRISOLINI MALATESTA
luci
ENRICO BERARDI
regia
ALESSANDRO MAGGI
Commedia in un atto. Dopo aver subito un
brutto incidente domestico Gilles torna a casa
dall’ospedale completamente privo di memoria,
ragiona ma non ricorda, non riconosce più
neppure la moglie Lisa, che tenta di ricostruire la
loro vita di coppia tassello dopo tassello
cercando di oscurarne le ombre. Via via che si
riportano alla luce informazioni dimenticate si
manifestano delle crepe: sono molte le cose che
cominciano a non tornare. Come mai Lisa mente?
E perché non vuole darsi fisicamente a Gilles, che
pure è fortemente attratto da lei? Per quale
motivo Gilles – che afferma di essere
completamente privo di memoria – si ricorda di
certi particolari del viaggio di nozze? Sono alcuni
dei misteri di questo giallo coniugale in cui la
verità non è mai ciò che sembra, dove la memoria
(e la sua supposta mancanza), la menzogna e la
violenza vengono completamente riviste per
assumere dei significati nuovi, inaspettatamente
vivificanti. Schmitt gestisce la scrittura con grazia
e freschezza, giocando briosamente tanto col
metateatro quanto con oggetti ostici quali “la
verità”, “la colpa” e, soprattutto, “l’amore”.
Una macchina narrativa pressoché perfetta che
svela impietosamente i meccanismi della coppia
e i più intimi recessi dell'animo umano. Piccoli
crimini coniugali è un piccolo gioiello che
dettaglia il necessario inabissamento all'inferno
di Lisa e Gilles nel tentativo, un po' comico, un
po' drammatico: sicuramente reale, di riemergere
alla serenità come coppia.
KHORA.teatro
Da martedì 17 a domenica 22 aprile 2012
di
EDMOND ROSTAND
regia
ALESSANDRO PREZIOSI
Rostand è forse l'ultimo dei romantici, a metà
strada tra Victor Hugo e Victorien Sardou,
l’intento è quindi di costruire una commedia
tenera e romantica, tutta puntata sul ritmo, che
rifugga il monumentale e il fastoso, ma
soprattutto
coinvolgente
come
solo
il
personaggio di Cyrano sa essere, capace com’è di
gridare e di piangere con eguale convinzione, e
senza privare di risalto e spessore agli altri
personaggi, spesso distrattamente appiattiti,
dando un’opportunità a giovani talenti
emergenti.
Khora.teatro con la scelta del Cyrano prosegue
nel solco del fortunato allestimento dell’Amleto
nel portare in scena un grande classico del teatro
rivolta ad un vasto pubblico popolare, pur
strizzando
come
sempre
l’occhio
nel
confezionamento editoriale ai giovani, che
realizza in pieno l’obbiettivo di sintesi di parola e
immagine, un’opera per antonomasia del teatro
di parola , ma per così dire “lirica” dove la parola
sostituisca la musica.
La traduzione scelta è quella della ormai classica
in versi martelliani di Mario Giobbe, cruciale in
memorabili allestimenti come quello di Gino
Cervi del 1953.
Nell’allestimento di Khora.teatro lo scontroso
spadaccino, dal mostruoso naso, anche se ogni
allusione metaforica pare essere scomparsa, o
quantomeno relegata nella fase di costruzione del
personaggio, è interpretato da Alessandro
Preziosi, reduce dai successi televisivi e
cinematografici, ma soprattutto dal percorso
intrapreso con Amleto, che raccoglie la sfida tutta
teatrale di mettere in scena lo scrittore e poeta
perennemente in bolletta dall'irresistibile e vitale
creatività, che ama mettere in ridicolo i suoi
nemici con la straordinaria abilità della spada,
leggendaria almeno quanto la lingua, tutta
giocata tra trovate comiche e i giochi di parole,
pur raggiungendo tra le vette più alte della
poesia ottocentesca.
La produzione oltre che dallo stesso Alessandro
Preziosi, come in tutti gli allestimenti di
Khora.teatro è curata da Aldo Allegrini e
Tommaso Mattei.
Gli Affabulatori
FABBRICA S.R.L.
TEATRO STABILE DELL'UMBRIA
Da venerdì 2 a domenica 4 dicembre 2011
I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune,
non temono i processi.
i morti perché non possono finire in galera.
gli ergastolani perché dalla galera non escono più.
Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti
pensano che rubare una mela è un reato da poco. e chi
ruba due mele? chi ne ruba cento? quando il furto della mela diventa un reato? c’è un limite? c’entra con la
qualità della mela? la legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. la statua della
giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in
mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. non è una bilancia per pesare la frutta.
Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il
discorso. Un discorso importante nel quale cerca
di rimettere insieme i pezzi della propria storia,
ma anche di una formazione politica avvenuta in
cella attraverso i tre libri che l'istituzione carceraria gli permette di consultare. Chiede aiuto a
Mazzini. Un Mazzini silenzioso e sconfitto.
scritto, diretto e interpretato da
ASCANIO CELESTINI
Quand’è che l'avete capito che era finita, Mazzini?
quando finisce la rivoluzione?
Finisce a Roma nel ’49 con la fine della repubblica?
o con le insurrezioni degli anni ’50?
Con le impiccagioni e le fucilazioni di Belfiore che faranno guadagnare a Francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore? Con l’insurrezione di Milano del
’53?
Qualche migliaio di uomini che assaltano caserme e
posti di guardia e sperano nella diserzione dei soldati
ungheresi che invece non ci pensano proprio.
alla fine vengono giustiziati in 16.
Quella volta Marx scrisse che la rivoluzione è come la
poesia, non si fa su commissione.
Quando è che avete pensato "siamo sconfitti", Mazzini?
Ascanio Celestini
MIND & ART
Da sabato 14 a domenica 15 aprile 2012
Dopo quasi vent’anni dal drammatico 1992 - che
ha visto la tragica scomparsa di Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino - Giuseppe Ayala ha
deciso di raccontare la sua verità, mettendosi alla
prova con un nuovo mezzo comunicativo: il
teatro. La storia di quegli anni e la straordinaria
esperienza vissuta al fianco di Falcone e
Borsellino (con i quali condivise la vita
professionale quotidiana, ma soprattutto una
profonda amicizia), danno vita ad un “incontrospettacolo” che pone l’attenzione sulla Sicilia, su
Cosa Nostra, sulla politica e la giustizia italiana di
allora… come di oggi.
E’ una storia di vittorie enormi, di alcuni
fallimenti, di speranze deluse e tanti luoghi
comuni, primo fra i quali che “le stragi
fermarono il pool anti-mafia”.
“Il nostro lavoro non si arrestò per la reazione di Cosa
Nostra; noi fummo fermati da pezzi delle istituzioni
dello Stato! E’ venuto il momento di chiarirlo”
tratto dall'omonimo libro di
GIUSEPPE AYALA
con
GIUSEPPE AYALA
FRANCESCA CECI
testi di
GIUSEPPE AYALA
con il contributo di
ENNIO SPERANZA
musiche
ROBERTO COLAVALLE
MATTEO CREMOLINI
luci
PIETRO SPERDUTI
proiezioni
ALESSIA SAMBRINI
collaborazione al progetto
MASSIMO NATALE
regia, direzione artistica e produzione
GABRIELE GUIDI
Giuseppe Ayala
ENTE TEATRO CRONACA
Martedì 14 e mercoledì 15 febbraio 2012
Il tempo non è una spina dorsale e le generazioni
non sono vertebre attaccate una dopo l'altra a
una colonna. Le generazioni sono pietre che
affiorano in mezzo a un guado, a volte distanti
un solo passo, a volte lontane da raggiungere.
La mia generazione fu molto vicina a quella
precedente. Nato in dopoguerra, sono stato
coetaneo di rivoluzioni e migrazioni. Quella di
Aurora, nipotina ventenne, è invece remota dalla
mia. Bisogna attraversare una corrente per
collegare il mio tempo col suo.
"Il viaggio con Aurora continua" è un racconto
sul 1900. C'entra Napoli, come punto di partenza,
c'entra la musica con una chitarra lenta in mano
mia e un violino veloce sotto le dita della
violinista Micaela Zanotti.
Racconto per Aurora il mio secolo dal quale lei
proviene come un uccello da un uovo. Per lei è
un guscio svuotato, per me tuorlo e albume. Le
racconto il tempo precedente, che qui sta tutto
dentro uno zaino da viaggio.
di e con
ERRI DEL LUCA
e con
AURORA DE LUCA (voce cantante)
MICAELA ZANOTTI (violino)
Erri De Luca
Grande Danza
dal mondo
MAURO GIANNELLI
Da martedì 6 a domenica 11 dicembre 2011
musiche
ADOLF ADAM
coreografie
CORALLI
regia
ANDREJ SOTH
In un villaggio durante la vendemmia, tra le viti,
una giovane contadina, Giselle, che adora ballare
e che darebbe la vita per questa sua passione, si
innamora di un giovane, Albrecht, di cui ignora
le origini poiché si presenta e la corteggia
travestito da popolano: lui è un principe. Giselle
e Albrecht danzano gioiosamente nonostante i
continui richiami della madre di questa, che la
ammonisce per le sue precarie condizioni di
salute. Il contendente di Albrecht, geloso di
Giselle, notando il mantello di questo e la sua
spada, capisce come stanno veramente le cose. La
corte, impegnata in una battuta di caccia, entra
nel villaggio per trovare ristoro. Tra i varii
componenti di questa, c'è anche la promessa
sposa di Albrecht, una nobile. Il rivale in amore
smaschera il principe davanti a tutti: Giselle,
perdutamente innamorata, impazzisce e muore
per il dolore. Nel mezzo della notte, Albrecht si
reca nella foresta, dove trova la tomba di Giselle,
indicata con una croce. Disperato prega davanti
alla tomba della ragazza e da lì esce questa
trasformata in una villi. La regina delle Villi
raduna
aduna a sé tutte le sue discepole e insieme a loro
inizia a danzare con Albrecht. Il loro intento era
quello di far morire per sfinimento il giovane e ci
sarebbero riuscite se non fosse intervenuta
Giselle a sostenerlo fino all'alba, momento in cui
le altre villi sono costrette a svanire.
Lo Slovak National Theatre, una delle istituzioni
culturali più importanti del paese, è stato fondato
nel 1920. Oggi comprende le sezioni di opera,
teatro e balletto, ognuna con la sua compagnia
stabile professionista.
L’inizio dello Slovak Ballet risale al giorno storico
del primo balletto, Coppélia di C. Ph. L. Delibes, il
19 maggio 1920 quando il primo Direttore
Artistico era Vaclav Kalina.
Oskar Nedbal, Direttore dello SND, invitò poi il
maestro di balletto italiano Achille Viscusi che
ebbe un ruolo importante nel professionalizzare
l’ensemble e il repertorio al quale succedette poi
il suo allievo. Dopo questo periodo di grandi
successi altri Direttori e coreografi seguirono.
PERFORMERS VOLANTI SONICS
Da martedì 6 a domenica 11 marzo 2012
creato e diretto da
ALESSANDRO PIETROLINI
coreografie aeree di
ILEANA PRUDENTE
Dopo anni di show all’aperto i SONICS sono
lieti di presentarvi il loro spettacolo
MERAVIGLIA a teatro: acrobazie aeree e
macchine sceniche imponenti creano un insieme
di immagini intrecciate, di sogni vissuti dentro a
un altro sogno più grande; la storia di come
ognuno di noi spesso si affidi a pozioni magiche
o a falsi santi per affrontare il quotidiano
dimenticando che l’unico vero “elisir” della vita
risiede dentro noi stessi, dentro le nostre
emozioni che vengono dallo stupore per le cose
semplici “...se solo imparassimo a scollegarci dalla
realtà...” ognuno di noi avrebbe dentro di sé il suo
pianeta Meraviglia, il luogo in cui contenere
l'emozione non convenzionale, il luogo in cui
rifugiarsi e a cui rifarsi quando quello che ci sta
intorno sbiadisce i contorni dell’essere umano …
Adrenalina e stupore sono gli ingredienti di
questo spettacolo che non disdegna riflessioni
ambientali e che strizza l’occhio alla condivisione
tra popoli, una favola moderna e senza
presunzione se non quella di trasportare lo
spettatore in spazi surreali e indefiniti della
fantasia umana, luoghi animati da animali
anomali in cui un fiore proveniente da un altro
pianeta lotta contro lo smog provocato dall’uomo
o dove una carezza si trasforma in una
straordinaria storia d’amore sospesa per aria.
I Sonics riempiono i cieli, le piazze e finalmente
anche i teatri con i loro leggeri acrobati, le
imponenti attrezzature, le visioni oniriche del
loro immaginario e tutta la multiforme e geniale
fantasia del circo moderno e della danza
acrobatica dando vita ogni volta ad eventi unici e
irripetibili, che lasceranno a bocca aperta…
… e al termine non resterà che domandarsi se è
stato reale o frutto di un sogno.
Musical
UNIARTE - CAMBIODISCENA
Da martedì 13 a domenica 18 dicembre 2011
musiche e regia di
TONY VERDE
con
PIERO MAZZOCCHETTI
e il ballerino
LEON
testi e scenografie 3D di
DANIELA FUSCO
coreografie di
KRISTIAN CELLINI
scenografie di
LUCA VALERI CURTI
3A SRL
Si preannuncia una delle più interessanti novità
della prossima stagione teatrale: L’Arca di
Giada, spettacolare musical fantasy 3D live che
affascinerà il pubblico di tutta Italia.
Il musical si propone come un grande spettacolo
multimediale che, unico nel suo genere, abbina
realtà e fantasia, personaggi reali e personaggi
virtuali.
La novità assoluta è nell’impiego di proiezioni
tridimensionali di ultima generazione che
rendono interattiva la messa in scena e
permettono agli attori veri di interagire con le
animazioni ed i personaggi virtuali.
Fondamentale la musica - composta dal maestro
Toni Verde, che cura anche la regia - che incanta
con la sua melodia tra opera lirica e opera rock,
con il suo lirismo, la sua grinta. Sulla scena un
nutrito cast di oltre trenta talentuosi elementi tra
attori, cantanti, ballerini e acrobati, diretti nei
movimenti dal famoso coreografo Kristian
Cellini.
L’unione dell’Arcipelago degli Universi viene
infranta, l’armonia e la pace soppiantate
dall’odio e dalla guerra. La Grande Madre si
vede costretta a dividere il territorio
nell’Arcipelago del Sole e in quello della Luna.
Affida ad entrambi una metà del proprio
medaglione nella speranza che un giorno possa
essere ricongiunto. È scritto che al centro del
monile sarà ricollocata, come un tempo, la
preziosa pietra di giada, emblema della
concordia. Saranno i protagonisti di questa storia
mirabolante d’amore e di coraggio a dover
riportare l’ordine universale. Nell'eterna lotta tra
il bene e il male il loro viaggio, in luoghi
misteriosi e tra creature fantastiche, ci porterà a
vivere una stupefacente avventura...
DI.ELLE.O. S.r.L.
Da domenica 25 dicembre 2011
a domenica 15 gennaio 2012
scritto, diretto e interpretato da
NINO D'ANGELO
C'era una volta... un jeans e una maglietta il
grande one man show autobiografico di Nino
D'Angelo, legato proprio a Nu Jeans e 'na
Maglietta la canzone che, agli inizi degli anni '80,
lo lanciò facendo letteralmente scoppiare il
fenomeno Nino D'Angelo. Tutta la vita di un
artista racchiusa in una serata, sui palcoscenici
dei teatri italiani: dagli anni del “caschetto” ad
oggi, una carriera raccontata in terza persona,
con il garbato distacco dell'artista nei confronti
del personaggio ma con la dovizia di aneddoti di
chi vive sulla sua pelle la vita dell'artista.
«Sono nato doppio - dice lo stesso D'Angelo - in me
convivono il Nino del caschetto degli anni '80 e quello
di
oggi.
Finalmente
i
due
saranno
contemporaneamente in scena e parleranno l'uno
dell'altro. “C'era una volta... un jeans e una
maglietta” sarà una camminata nei ricordi più belli
della mia storia di artista: l'ho scritto ricordando la
mia prima esperienza di musical con “Core Pazzo” e
il teatro-canzone de “Il Signor G” di Gaber».
L'artista si racconterà nel corso di tutto lo
spettacolo, aiutato anche dalle immagini e dagli
spezzoni dei suoi film, dai flashback visivi, dal
mondo dei neomelodici, dalle sue pellicole di
grande successo, dai premi vinti di recente con il
Cinema d'Autore di Pupi Avati e con le musiche
scritte per il film Tano da Morire di Roberta Torre,
dai Festival di Sanremo a cui ha partecipato e
dai suoi successi internazionali.
Momento clou sarà l'omaggio all'alter ego, del
“Nino di oggi” al “Nino con il caschetto”. Nello
show, accompagnato da un'orchestra sul palco,
eseguirà gran parte delle sue canzoni di ieri e di
oggi: dal grande autore alla canzone “di giacca” a
quella della sceneggiata e dei neomelodici. Sarà
un Nino D'Angelo a tutto tondo, quello della
passione per il Teatro di Raffaele Viviani e
dell'ammirazione per Sergio Bruni; sarà
soprattutto un viaggio nei ricordi e nei sogni di
intere generazioni che hanno vissuto un vero e
proprio fenomeno culturale e di costume,
insomma uno show da non perdere.
Eventi Internazionali
CIRCO E DINTORNI
ALESSANDRO SERENA
Da martedì 24 a domenica 29 gennaio 2012
scritto, diretto e interpretato da
DAVID LARIBLE
con
GENSI, il clown bianco
e il Maestro
STEPHAN KUNZ
disegno luci
MIRKO OTERI
È considerato il più grande clown al mondo.
David Larible si è esibito con successo in quattro
continenti, ha entusiasmato il pubblico del
Madison Square Garden di New York (120.000
persone in un solo week end!). Ha vinto il
prestigioso “Clown d’Oro” di Monte Carlo. Fra i
suoi ammiratori Jerry Lewis e Woody Allen. Ma
tutto questo non basta a descriverlo. Rapisce,
seduce, commuove. Arriva in punta di piedi, lo
sguardo distratto, le mani in tasca e il passo
incerto. Pochi gesti e pochi movimenti
trasformano il suo incedere in una strepitosa
risata e una valanga di divertimento. Uno stile
inconfondibile che attinge dalla tradizione
circense del clown Augusto, passa per la
Commedia dell’Arte e s’incontra con Charlie
Chaplin.
Lo spettacolo, nel quale alterna gag visuali a
brani musicali (suona cinque strumenti) è la
storia di un inserviente che diventa artista
coinvolgendo anche gli spettatori.
Con lui sul palcoscenico il raffinato clown bianco
catalano Gensi e il pianista tedesco Stephan
Kunz. David trasforma anche noi, il pubblico. E
al termine dello spettacolo, dopo averci fatto
abbandonare la maschera allo spettatore, può
abbandonare la sua per riprendere con umiltà da
dove aveva iniziato: essere un uomo qualunque.
Con l’anima del clown. Il clown dei clown.
AD ARTE SPETTACOLI - FAMILIE
FLÖZ, THEATERHAUS STUTTGART THEATER DUISBURG
Da martedì 27 marzo a domenica 1 aprile 2012
di
ANNA KISTEL
SEBASTIAN KAUTZ
THOMAS RASCHER
FREDERIK ROHN
HAJO SCHÜLER
MICHAEL VOGEL
regia di
MICHAEL VOGEL
“La scorciatoia per il paradiso passa per l'Inferno!”
Strane cose accadono nel tranquillo Hotel
Paradiso, un piccolo albergo di montagna gestito
con pugno di ferro dalla anziana capo-famiglia.
Ci sono quattro stelle che orgogliosamente
troneggiano sull'entrata e una fonte che promette
la guarigione di malattie fisiche e psichiche. Ma
si intravedono nubi all'orizzonte. Il figlio sogna il
vero amore mentre combatte una dura battaglia
con la sorella per mantenere il controllo sulla
gestione dell'albergo. La donna del piano ha un
problema di cleptomania e il cuoco ha una
passione, quella di macellare, non solo animali...
Quando il primo cadavere affiora, tutto l'albergo
scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le
alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui
impossibile fuggire.
La chiusura dell'albergo sembra a questo punto
solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere
non porta mai bene!
FAMILIE FLÖZ in versione noir! Un giallo sulle
Alpi pieno di umorismo, sentimenti travolgenti e
un tocco di melanconia...
FAMILIE FLÖZ è un gruppo teatrale composto
da gente di teatro... attori/attrici, musicisti/e,
ballerini/e, registi/e, creatori/trici di maschere,
disegnatori luci, costumisti, drammaturghi e altre
belle persone provenienti da più di 10 nazioni.
“Si tratta di una delicata quanto volgare Famiglia,
che apparentemente ha raggiunto per la prima volta la
superficie terrestre attraverso un profonda ferita nella
crosta terrestre...” Questa l'immagine con cui nel
1996 la FAMILIE FLÖZ si presentata per la prima
volta alla ribalta della scena teatrale e che in
breve l'ha resa celebre fra il pubblico di tutta
Europa. Tale immagine anche una metafora del
metodo creativo di un gruppo di teatranti che ha
scelto il continuo spostamento e la “scoperta”
come suo orizzonte. Ciascuno spettacolo viene a
svilupparsi in un continuo processo di lavoro
collettivo, teso a risvegliare un suo proprio
cosmo popolato da figure che emergono dai
sotterranei della fantasia di ognuno dei
componenti della Familie.
Piccolo Bellini
TEATRO A VAPORE
Dal 15 novembre al 20 dicembre 2011
Festival di Corti Teatrali
Direzione Artistica di
GIANMARCO CESARIO
La prima edizione ebbe luogo nel novembre del
2005, e si tenne nello spazio off “IL
FORMICAIO”, da cui il nome, nel periferico
quartiere di Soccavo ed ebbe come padrino
l’attore e regista Lucio Allocca, presidente della
giuria per tre edizioni e tuttora presidente
onorario del comitato organizzativo. La seconda
e terza edizione furono ospitate ad Agnano
presso la sala del centro polisportivo Adrian
Club, nei pressi della solfatara di Pozzuoli, per
approdare, per tre anni, al Teatro Sancarluccio,
storica fucina della nuova drammaturgia
napoletana a cavallo tra gli anni '70 ed '80.
Da quest’anno la manifestazione, che avrà luogo
nel mese di novembre, si arricchisce di novità:
tre differenti sezioni, che ne allargano il raggio
d’azione nel cinema, con LA CARTE DELLA
FORMICA MOVIE (dopo il numero zero dello
scorso anno), curata dal regista Giuseppe Bucci,
e nella letteratura, con la neonata SCRIVERE A
CORTE, curata da Claudio Finelli.
Due sezioni che vanno ad aggiungersi alla
rassegna principale, dedicata al teatro breve che
sarà ospitata nel prestigioso Auditorium del
TEATRO
BELLINI
di
Napoli,
grazie
all’interessamento di Gabriele e Daniele Russo.
Il tema di quest’anno è “BUONI E CATTIVI”, ed è lo
stesso su cui si dovranno confrontare i
partecipanti in tutte e tre le sezioni.
A presiedere la giuria della sezione teatro, per il
secondo anno, il regista Gerardo D’Andrea,
artefice di un gemellaggio della rassegna con il
suo PositanoTeatroFestival, che dall’edizione 2011
ospita tre tra i corti più meritevoli.
Il programma definitivo del Festival sarà reso
noto nel prossimo mese di ottobre.
LE PECORE NERE SRL
Dal 22 novembre al 18 dicembre 2011
di
MAURIZIO DE GIOVANNI
con
ANGELA DE MATTEO
PEPPE MIALE
regia
MASSIMO DE MATTEO
“Un goal ti fa esultare, si sa, e vincere una partita è
importante ed emozionante. Battere, poi, per esempio,
a Torino, la Juve 1 a 3 (la presa di Torino), è assistere
al miracolo. Ma vincere uno scudetto... vincere uno
scudetto è... una cosa... che ti lascia senza parole, ti
stringe il cuore e resti muto, senza peso. E'… una
cosa… che ti fa piangere, solo piangere, di felicità,
assoluta, perché hai vissuto la vita giusta, quella in
cui la tua squadra, la tua città (una a caso…), hanno
vinto lo scudetto”.
Me l’ha detto Peppe, un amico mio tifoso (uno a
caso…).
E chi non c'era, o perché non ci è potuto essere o
perché addirittura non era ancora nato il dieci
maggio dell'ottantasette? Cosa si è perso di quel
"giorno felice"?
Raccontare. Ecco quale deve essere il nostro
impegno, il nostro dovere piacere, la nostra
necessità che si rinnova in una nuova avventura:
lo spettacolo del racconto.
Il racconto di una giornata preceduta da una
notte insonne sospesa tra l'ansia e il pianto.
E non può essere che un’esplosione di ricordi di
istanti felici che generano movimento, perché al
contrario di quelli di beckettiana memoria non
determinano staticità, ma sono un magma in
eruzione, energia vitale di riscatto , di
rinnovamento.
I protagonisti non sono immobilizzati, ma
gravidi e pronti a partorire.
Se ci fosse Winnie a raccontare, testimone
oculare di quel giorno felice fatidico, non lo
farebbe interrata fin sopra alla vita, dentro un
monticello, ma sbucando come un pennacchio
dal cono di un vulcano (uno a caso…) mai
spento e gravido di magma-ricordi.
Una città, un padre, un figlio, un meccanico, un
ragazzo di bottega, una madre in sogno, un altro
padre, un altro figlio, un altro mondo….
Tutti raccontano.
Massimo De Matteo
VESUVIO TEATRO
Dal 25 dicembre 2011 al 22 gennaio 2012
con
ROBERTO DEL GAUDIO
VITTORIO RICCIARDI
LUCA BAGAGLI
MAURIZIO VILLA
FEDERICO ODLING
Nel nome di Ciccio – Omaggio a Nino Taranto
Nel nome di Ciccio è una esilarante carrellata di
canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal
vastissimo
repertorio
del
teatro
di
avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale.
Un omaggio al grande Nino Taranto.
I Virtuosi di San Martino, alla loro maniera,
rivisitano la "Macchietta", forma prediletta dagli
autori Pisano e Cioffi che hanno inventato
decine e decine di personaggi: dal celeberrimo
Ciccio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da
Carlo Mazza e Rosa Pezza a Cosima. Diciamo
personaggi perché la Macchietta disegna piccole
storie di piccoli uomini, buffi, strambi, sempre
esilaranti, tutte riconducibili a sgambetti di
linguaggio e di situazioni, all'interno delle quali
queste figure rivelano la loro crisi e la loro
drammatica comicità. Si tratta dunque di teatro
musicale in senso stretto, e non è un caso che
questa forma di arte scenica fosse frequentata
dai più grandi attori del Novecento: Nicola
Maldacea, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani,
Totò, Aldo Fabrizi, lo stesso Taranto e perfino
un giovane Eduardo.
La Repubblica di Salotto
Una ricognizione comica, ironica, sprezzante,
“politically incorrect” dell’Italia di oggi, divisa
tra nuovi autoritarismi ed esaltazione ottimistica
di modelli televisivi, mediatici, fondati sul
consumo e sull’arricchimento facile. Con, di pari
passo, il declino della cultura di opposizione,
incapace di produrre modelli di riferimento
realmente alternativi, e che finisce con
l’allinearsi alle proposizioni del potere,
relegandosi in salotti dalle frequentazioni
sempre più trasversali, all’interno dei quali si
riperpetrano e si consolidano le forme sociali
dominanti. Con la solita comicità cattiva, i
Virtuosi compiono un viaggio teatrale e
musicale in questa nuova Italia, ispirandosi a
Berhnard, a Petrolini, a Brecht, orchestrando
questo percorso secondo modalità care a Kurt
Weill, attingendo da forme musicali eterogenee.
TEATRO BELLINI
TEATRO STABILE DI NAPOLI
Dal 31 gennaio al 26 febbraio 2012
Bad People Show è un viaggio in ciò che sarebbe
potuto essere e non è, una sorta di sliding doors
in cui si aprono e si chiudono porte, qualche
volta sono quelle giuste, altre volte quelle
sbagliate, porte e situazioni in cui talvolta si
diventa quello che non si è, in cui una scelta può
determinare un nuovo modo di essere.
Dinamiche che rendono l'uomo piccolo, reattivo,
autolesionista e in contrasto con se stesso. Ci
troveremo in uno show, un test-quiz in cui non
esistono risposte esatte, in cui l'ospite/attore
verrà sollecitato e messo alla prova dagli altri
attori/conduttori/personaggi, talvolta anche dal
pubblico che sarà giudice e deus ex machina della
messinscena.
Da Shakespeare a Dostoevskij a De Filippo,
cullati dalle musiche dei Pink Floyd fino ad
arrivare ai Muse, in un turbine di
sovrapposizioni, contrasti e accostamenti che
renderanno Bad People Show un universo in cui
perdersi senza ritrovarsi. Uno show in chiaroscuro, senza colori netti e definiti, ma ricco di
sfumature e riflessioni il cui punto d'approdo
dovrebbe essere una domanda, banale, come
sempre: esistono i... Bad People?
Gabriele Russo
testo e regia di
GABRIELE RUSSO
Cast da definire
LIBERA SCENA ENSEMBRE
Dal 6 marzo al 1 aprile 2012
di
MANLIO SANTANELLI
con
MARIO PORFITO
LELLO SERAO
regia
RENATO CARPENTIERI
Due uomini sulla cinquantina: l’uno riservato,
l’altro prodigo della propria intimità; l’uno
attento a non offendere il comune senso del
pudore, l’altro capace di pensare e dire soltanto
cose spudorate; l’uno morbosamente geloso dei
ricordi, l’altro pronto a metterli all’asta.
Anche nella professione i due non potrebbero
essere più dissimili, più antitetici, dal momento
che il primo è un tecnico del diritto, uno stimato
penalista che trasuda rigore e deontologia,
mentre il secondo commercia in prodotti non
meglio identificati, e trasuda, trasuda alla
lettera.
Due tipi come questi, presi separatamente,
ancora non sarebbero in grado di dare vita a un
caso – la vita è bella perché è avariata, si diceva
nell’avanspettacolo – se il caso non congiurasse
opportunamente per farli incontrare. O meglio
rincontrare.
La premessa della vicenda, in verità, è delle più
plausibili: il Riservato e lo Spudorato a suo
tempo sono stati compagni di scuola.
L’occasione per cui si ritrovano, magari, è un
tantino
più
inconsueta:
lo
Spudorato,
approfittando di una coincidenza aerea, un
pomeriggio riemerge dal tempo che fu e si
presenta dal Riservato.
E con quella breve visita gli manda al diavolo
non soltanto il pomeriggio.
Manlio Santanelli
Teatro Scuola
TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI Non è sempre necessaria l'ispirazione quando si
decide di mettere in scena un testo soprattutto
NAPOLI
di
WILLIAM SHAKESPEARE
adattamento e regia
CARMEN POMMELLA
se si tratta di una delle opere più rappresentate
al mondo e “Romeo e Giulietta” è senza alcun
dubbio la tragedia più vivisezionata nell'arte
teatrale. Ecco perché dopo un primo “rigetto”
mi sono fatta coinvolgere dalla mera freschezza
della tragedia e con semplicità mi sono
catapultata nella storia senza preoccuparmi di
cercare motivazioni o ispirazioni innovative.
E' un'opera, per quanto la categoria nella quale
si pone ci lascia pensare il contrario,
attualissima, violenta, rumorosa, irruenta e
quindi accessibile all'orecchio dei giovani.
Il contrasto forte tra le continue lotte impulsive
delle due famiglie, l'amore fragile dei due
innocenti amanti ostacolati dal fato, la morte
causata solo dall'impeto della passione e della
violenza, insomma tutto ciò che viene
raccontato non è affatto lontano dall'attuale vita
quotidiana.
Nel mio adattamento le due famiglie sono tra le
poche scampate ad una guerra di chissà quale
epoca; l'azione quindi, si svolge tra i resti di una
città dove aleggia ancora nell'aria la tragedia
passata; ma ciò non basta a calmare l'ira e la
violenza, violenza che viene placata di tanto in
tanto da una voce fuori campo triste, fioca, quasi
a rappresentare la resa umana. Da questo
grigiore è facile immergersi nel romanticismo
fresco e travolgente dei due amanti tanto da
rendere anche le lunghe scene d'amore
finalmente piacevoli all'ascolto come a placare
quel ritmo angoscioso e sfrenato del resto
dell'opera.
In questo adattamento gli avvenimenti, dopo la
tragica morte di Mercuzio e Tebaldo, assumono
una velocità “supersonica” tale da rielaborare il
finale in una serie di sovrapposizioni di scene
quasi a voler subito arrivare alla fine della
storia; storia che conosciamo già all'apertura del
sipario e che quindi non ha bisogno di suspence.
L'anello di congiunzione tra la poeticità del testo
e il linguaggio giovanile è rappresentato dalle
musiche scelte.
L'orientamento è scivolato subito sul genere più
vicino
ai
giovani;
e
sono
rimasta
sorprendentemente affascinata, nel tradurre
alcuni testi, dai significati non dissimili dai versi
Shakespiriani.
Carmen Pommella
Weekend a Teatro
con mamma e papà
TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI
Un uomo incontra un bambino. Lo incontra in
NAPOLI
un luogo difficile, un deserto, a mille miglia da
qualsiasi abitazione umana. L’uomo è un
aviatore: ha avuto un incidente e sta cercando di
riparare il suo aereo. Il bambino, nel rivolgergli
la parola la prima volta, gli chiede un disegno,
ma non un disegno qualsiasi: il disegno di una
pecora. Da questa bizzarra richiesta inizia il
vero viaggio di quell’uomo. Un viaggio che lo
porterà a conoscere pianeti lontani, re,
lampionai, uomini d’affari, una rosa, una volpe.
Attraverso il racconto delicato di quel fanciullo
venuto da chissà dove ritroverà quello che
aveva perso: la capacita e la grazia di guardare il
mondo con gli occhi di un bambino.
Ricordandoci che quello che cerchiamo potrebbe
essere trovato in una sola rosa o in un po’
d’acqua.
Paolo Cresta
IL PRINCIPE E L'AVIATORE
da “Il Piccolo Principe” di
ANTOINE DE SAINT-EXUPERY
adattamento e regia di
PAOLO CRESTA
con
LA COMPAGNIA DEI GIOVANI
DEL TEATRO BELLINI
TEATRO BELLINI TEATRO STABILE DI
NAPOLI
Gianni Rodari ci ha lasciato in eredità un mondo
variopinto e in continuo movimento popolato
dai personaggi delle sue filastrocche, dei suoi
racconti, dei suoi testi teatrali.
Il grande scrittore ha più volte dichiarato di aver
scritto prendendo spunto dall'esperienza, dal
confronto diretto con i ragazzi, perché è
l'esperienza che suggerisce nuove idee, che
stimola la creatività. Ho scritto questo testo
teatrale tentando il più possibile di rendere
omaggio al suo grande insegnamento. E' con i
sogni che ho voluto giocare, lasciando che le
maschere di Pulcinella e Arlecchino fossero
protagoniste di un viaggio fantastico durante il
quale si imbattono nei più svariati personaggi...
Rodari mi ha regalato tanti sogni: spero
fortemente di poterne regalare qualcuno anch'io,
a tutti coloro che vorranno fermarsi ad ascoltare.
Stella Gabbanelli
“RACCONTANTO RODARI”
di
CHIARASTELLA GABBANELLI
liberamente tratto da
GIANNI RODARI
con
LA COMPAGNIA DEI GIOVANI
DEL TEATRO BELLINI
regia
PINO L'ABBATE
Le rassegne
Le iniziative
Centro
Culturale
Accademia
D’Arte Drammatica
Del Teatro Bellini
I° ANNO DEL VIII TRIENNIO DI
STUDI - 2011/2013
• Direttore
LUCIANO MELCHIONNA
• Recitazione
LUCIANO MELCHIONNA,
GABRIELE RUSSO, PATRIZIA
HALTMAR
• Dizione
DANIELE RUSSO
• La lezione dei maestri
RAFFAELE LA CAPRIA
• Incontri con artisti del mondo
ROBERT SARALP
ISA DANIELI
• Espressione corporea e danza
LAURA ZACCARIA
• Canto
GABRIELLA DE CARLO
• Pedagogia vocale
CRISTINA DE MIRANDA
• Verità e gioco
ROSA MASCIOPINTO