RIASSUNTI DI ELETTROMAGNETISMO di Renato Campus Giraldo, basati sul testo “Introduzione all'elettromagnetismo – Volume II” di R. Marcon CAP 1: INTRODUZIONE Massa elettrone Me = 9,1 . 10­31 kg Massa protone Mp = 1836 . Me Massa neutrone Mn = 1839 . Me E si ha per quanto riguarda la carica di un elettrone che qe = 1,6 . 10­19 C. CAP 2: PROPRIETA' MATEMATICHE DEI CAMPI • • • • Si definisce la superficie orientata d S come: d S =n⋅dS ⋅n dS=F cos dS quindi il flusso attraverso al superficie S é dato da Il Flusso attraverso dS é dato da d = F ⋅n dS . =∮S F Se =0 allora le linee di forza del campo sono chiuse su se stesse, cioé ciò che entra é uguale a ciò che esce, e quindi il campo é detto solenoidale. ⋅d l come: =∮C F Si definisce la Circuitazione di F Se =0 allora le linee di flusso sono aperte, il campo é detto conservativo. Data una linea chiusa C = C1 + C2 si ha: ∮ F ⋅dl 1∮ F ⋅dl 2=0 ∮C F⋅dl= C C ∮C 1 1 2 ⋅dl 1=∮ F ⋅dl F C 2 L'integrale di linea non dipende dal percorso ma solo dai suoi estremi A e B ∂V ∂V ∂V −∂ V −∂V −∂V ⋅dl=−dV F =− dx dy dz F x = ; F y= ; F z= ∂x ∂y ∂z ∂x ∂y ∂z dove V viene definito come potenziale scalare. B ∫A F⋅dl=V A −V B CAP 3 : CAMPO ELETTRICO NEL VUOTO • La carica elettrica é caratterizzata da: • QUALITA': può essere neutra, positiva o negativa • QUANTITA': la carica é misurabile e soggetta a 3 principi generali (quantizzazione, invarianza relativistica e conservazione della carica). • La carica può essere puntiforme o distribuita, in questo caso si definisce la DENSITA' DI CARICA: = dQ o d Q=⋅d e se é uniforme risulta Q=⋅ • • • 2 1 q 1⋅q2 ⋅ 2 ⋅r12 dove 0=8,85⋅10−12 Nm2 é la costante 4 0 r 12 C F dielettrica nel vuoto, vale per la ij il principio della sovrapposizione degli effetti. Si ha empiricamente la legge di Coulomb F12= F = 1 E= Si definisce il campo elettrico di cariche in quiete con F 4 0 q0 qi 1 E= ⋅r =∑ i Ei ∑ 4 0 i ri2 i ∑i q i⋅q0 r 2i ri da cui si ha Data una superficie S dentro un campo elettrico E si verifica la LEGGE DI GAUSS: ⋅n dS= Q =∮S E 0 DIMOSTRAZIONE: Presa dS orientata, 1 q ⋅ 2⋅r cos ⋅dS 4 0 r ⋅n dS= q ∫ d ⇒ =∮S E 4 0 4 ⋅n dS= E dS cos = d = E ⇒ =∮ E⋅n dS= Q 0 questa é l'espressione della LEGGE DI GAUSS Nel caso di carica esterna si ha che: ∮S E⋅n dS =12=−=0 Nel caso di carica sulla superficie si ha • ∫2 d =2 da cui Q ∮S E⋅n dS = 2 0 Consideriamo ora la circuitazione di E su una qualsiasi linea chiusa C, si ha che: ∮C E⋅dl=0 DIMOSTRAZIONE: = E⋅dl r q r⋅dl q dr ⋅dl = q ⋅∫ dr ⋅ 2 = ⋅ 2 ⇒∮C E 4⋅⋅0 r 4⋅⋅0 r 4⋅⋅ 0 r r 2 0 0 si ottiene cosi la dimostrazione del valore nullo della circuitazione ⋅dl=0 del campo elettrico E : ∮C E La circuitazione di un qualsiasi campo elettrico E lungo una qualsiasi traiettoria C è nulla. Il campo elettrico è conservativo quindi lo si può esprimere come E =−∇⋅V • Si ha ∮ F ⋅dl=L=0 ∮C q 0⋅E⋅dl= C quindi il campo elettrico è caratterizzato da forze conservative e quindi si può scrivere che • ∂V B ∫A E⋅dl =V A−V B ⇔ E x =− ∂ x ; E y =− ∂V ∂V ; E z =− ∂y ∂z Si definisce il potenziale a meno di una costante additiva: ∞ ∞ ∞ dr q r⋅dl q 1 q ∫ ⋅dl= V =∫P E ⋅ = ⋅∫P 2 ⇒ V = ⋅ 2 P 4 0 r 4 0 4 0 r r Si definisce l'energia potenziale U =q⋅V uguale al lavoro necessario per portare una carica q dall'infinito a P contrastando le forze del campo. • Riassumiamo le 2 equazioni integrali che regolano i fenomeni elettrostatici nel vuoto: ⋅n⋅dS =Q LEGGE DI GAUSS CIRCUITAZIONE DEL C.E. e ∮S ⋅E ∮C E⋅dl=0 CAP. 4: CAMPO ELETTRICO E MATERIA • Se consideriamo un corpo di materiale dielettrico polarizzato, il campo di polarizzazione si aggiunge a quello E = E0 EP da cui le due equazioni integrali: all'origine da cui ∮S 0 E⋅n dS =QQ 0 e ∮C E⋅dl=0 Si può tenere conto della polarizzazione introducendo la costante dielettrica del mezzo: ∮S k 0 E⋅n dS=∮S E⋅n dS=Q Dove si sono definite: =0⋅k costante dielettrica assoluta =k −1 suscettività elettrica • E0 = 0 k⋅E lo spostamento e definito D k elettrico, si ha che le equazioni generali dell'elettrostatica si possono scrivere come segue: ∮ D ⋅n dS=Q e ∮ E⋅dl=0 = Occupiamo lo spazio con un mezzo ILO tale che si abbia E S C • Consideriamo il modello di gas di elettroni in un corpo di materiale conduttore. Agiscono le forze coulombiane = FE FC =0 , se il corpo è isotropo, lineare e a temperatura FE e quelle chimiche FC . All'equilibrio F uniforme FC =0 da cui si ha che FE =−FC =0 . In tal caso il CES è anch'esso nullo all'intorno del conduttore. Quindi se il conduttore è carico, la sua carica viene ripartita sulla superficie. Ricordando che E =−∇ V ne discende che all'interno del conduttore il potenziale V è costante e che la superficie dello stesso coincide con una superficie equipotenziale. • Considerato un campo elettrico, alla superficie di un conduttore questo è sempre ortogonale alla stessa e vale S E0= n , questo è il TEOREMA DI COULOMB. 0 DIMOSTRAZIONE: S dS Calcoliamo il flusso uscente: E2⋅n dS E1⋅n dS M = dove dS è 0 abbastanza piccolo da considerare i campi elettrici E1 e E2 uniformi. Inoltre M 0 per dh 0 , inoltre all'interno del conduttore il campo S elettrico E1 è nullo ⇒ E2⋅n = E0⋅n= e poiché E0∥n si ha che: 0 S E0= ⋅n TEOREMA DI COULOMB 0 • Un CE intorno al conduttore cavo si manifesta all'esterno come mostrato in figura: • Si definisce la capacità di un condensatore C= • Nei condensatori in serie si ha: Q = V ∫S S dS ∫S QS dS = se S e S non S S /Q 1 1 ⋅∫ dS ⋅∫ dS 4 0 k S r 4 0 k S r variano, la capacità del condensatore rimane costante nel tempo. Q Più semplicemente C= e si ha nei casi particolari più diffusi: ∣V 1−V 2∣ S • condensatore piano C 0=0 d R 1 R2 • condensatore sferico C 0=4 0⋅ R1−R2 • sfera isolata C 0=4 0 R V A−V D V D −V B Q Q 1 1 e più generalmente ∑ = Ci C V A−V B=V A−V D V DV B = da cui risulta 1 1 1 = C C1 C 2 • Per quanto riguarda i condensatori in parallelo si ha che Q1 Q2 Q Q=Q1 Q2 ⇒ = e quindi C=C 1C 2 , più V A−V B V A−V B V A−V B generalmente si ha C=∑ i Ci • Per quanto riguarda l'energia di un condensatore, considerata una carica q si ha che, definita LOP il lavoro necessario per portare una carica dq dalla piastra negativa a quella positiva si ha: 2 2 2 =∫ −dq E =−dq⋅∫ E =dq⋅V 1−V 2 ⋅dl ⋅dl dL op =∫ dF op⋅dl 1 1 1 q ⇒ dL OP= ⋅dq C 1 Q 1 Q2 ⇒ L OP = ⋅∫0 q⋅dq= ⋅ C 2 C 2 1 Q e quindi si ottiene cosi l'espressione dell'energia del condensatore: U C = ⋅ 2 C CAP 5: LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA • Si definisce il campo J come densità di corrente elettrica J =⋅v il flusso di J attraverso S fornisce l'intensità di corrente i=∫S J n dS e dq dQ J⋅n dS = ⇒ i=∫S J⋅n dS = dt dt • Il principio di conservazione della carica elettrica per i fenomeni di trasporto si scrive dQ u dQ i d i=∮S J⋅n dS = =− ⇒∮S J⋅n dS =− ∫ d dt dt dt dQ i Nel caso di correnti stazionarie =i=∮S J⋅n dS =0 quindi J è solenoidale, cioé le sue linee di forza sono dt chiuse su se stesse. • Nel caso di corrente continua si instaura nel circuito un nuovo equilibrio dinamico, essendoci distribuzione di cariche, ci sarà anche un CES Es , per trasportare le cariche serve quindi una forza F s=q⋅E s . All'interno del F generatore c'è la Fm , si ha che Em= m è detto il CAMPO ELETTROMOTORE e non è conservativo. q • . Se F ; si definisce la f.e.m f =∮ F ⋅dl è proporzionale a q Sia una particella in un campo di forze F C q =q⋅E ⇒ f =∮ E ⋅dl allora si ha che F C = E s Em ⇒ f =∮ E ⋅dl= ∮ Es⋅dl ∮ Em⋅dl= ∮ Em⋅dl la f.e.m si calcola solo in base al Consideriamo E C C C C c.e.m. B dl= ∫ Em⋅dl e finalmente E = E s Em=0 ⇒ Em= Es da cui f =∮ E⋅ Nel generatore a morsetti liberi si ha che C A B f =∫ E s⋅dl=V B−V A=V 0 A B e quindi vediamo che la f.e.m è una Nel caso in cui il generatore sia inserito in un circuito si ha f =∫A Em⋅dl caratteristica intrinseca del generatore e non dipende dalla corrente erogata. • Empiricamente risulta che V =U B−U A= f −rI • Per un filo conduttore ILO di sezione S in presenza di solo CES si ha la 1 l LEGGE DI OHM V =V A −V B=r I con R= ⋅ S 1 dl J Consideriamo un tratto infinitesimo di filo, si ha che −dV = ⋅ ⋅JS = dl da cui risulta che S DV J 1 − = ⇒ J = E s⋅ che è la LEGGE DI OHM IN FORMA LOCALE dove = è la RESISTIVITA' dl LOCALE. • = Em Es e poiché In presenza di CEM si ha J =⋅E B VA−VB ∫A Es⋅dl= − Em = J − Em ⇒ Es =E B 1 B ⇒V A −V B= ∫A J⋅dl− Em⋅dl ∫ A 1 B dl ⇒V A −V B= ∫A J S − f AB S 1 l ⇒V A −V B=I − f AB S ⇒V A−V B =RI − F AB LEGGE DI OHM GENERALIZZATA • Supponiamo che agisca solo un CES tra A e B, si ha che la carica ha energie dU A=V A⋅I dt e dU B=V B⋅I dt da cui dU =dU B−dU A =V B−V A I dt=−V A −V B I dt . Questa è l'energia dissipata e perduta per effetto joule, si ha P=V A−V B ⋅I potenza assorbita in [AB]. • Se ci si riferisse a un tratto elementare: dP=−dVI =−dV⋅JS=− dP dP = E s⋅J e se agisce anche un CEM si ha = E⋅J d d • • dV ⋅JSdl ⇒ dP=E s⋅J⋅d da cui infine dl Si hanno le equazioni di Kirchoff: • per la maglia ∑k V k =0 • per il nodo ∑k I k =0 Si ha per i resistori in serie V A−V B=V A−V D V D−V B ⇒ l'espressione della resistenza equivalente R= ∑k Rk . Nel caso di resistori in parallelo si ha I =I 1I 2 ⇒ V A−V B V A−V D V D−V B e quindi si ottiene = I I I I1 I2 I = da cui la resistenza equivalente V A−V B V A−V B V A−V B 1 1 =∑k R Rk CAP 6: IL CAMPO MAGNETICO NEL VUOTO • • B . Per il CMS vale il Posta in un punto O una q0 si nota empiricamente che è soggetta a una forza FB=q0 v ∧ =q0 v ∧ B E principio di sovrapposizione e quindi se si q0 agisce anche un CE si ha che la forza diventa F detta FORZA DI LORENTZ. Un circuito chiuso e orientato in quiete è percorso da corrente I si ha B= SAVART, con o=4 ⋅10−7 la permeabilità magnetica. • Nel caso in cui ci si ponga a una distanza tale che il =∫ dB con conduttore ci appare filiforme, si ha B C r 0 I dl∧ dB= ⋅ 2 detta FORMULA DI BIOT 4 r SAVART. • Nel caso di percorso rettilineo B= • Se consideriamo invece punti interni o troppo vicini non lo si può più considerare filiforme, da cui dq J⋅n dS = ⇒ dI⋅dl= J⋅DS⋅dl quindi dt j⋅d e per la formula di Biot Savart in tal dI⋅dl= caso risulta J ∧r 0 J ∧r 0 dB= ⋅ 2 ⋅d ⇒ B= ⋅∫ 2 ⋅d 4 r 4 r • Si ha la LEGGE DI AMPERE: 0 I ⋅ 2 d ∮C B⋅dl =0⋅I r o I dl∧ la LEGGE DI BIOT ∫ 2 C 2 r DIMOSTRAZIONE: I I B⋅dl B= 0 ⋅dl B= 0 ⋅d⋅d e quindi B⋅dl= 2d 2d 0 I ⋅∮ d con ∈[0 ;2 ] ⇒ ∮C B⋅dl= 2d C =0⋅I . B⋅dl cui la legge di ampere ∮C Se I non si concatena col circuito si ha 0 ∮C d =∫0 2 ∫0 d =2 da 0 d ∫ d =0 0 • Sappiamo che le linee del CM sono chiuse si se stesse quindi ∮S B⋅n dS=0 . • Possiamo quindi dire che le equazioni integrali che regolano il CMS sono le seguenti: n dS =0 ∮C B⋅dl= 0⋅I e ∮S B⋅ • empiricamente possiamo dire che è Considerato invece un circuito C rigido e vincolato immerso in un CMS B sottoposto a: =I dl∧ dF B e FORMULA DI LA PLACE =∫ I dl∧ F B C FORZA DI LA PLACE CAP 7: CAMPO MAGNETICO E MATERIA • Se immergiamo una sostanza in un CM B0 prodotto da una corrente di conduzione I, si ha che questa sostanza subisce una magnetizzazione; che corrisponde alla nascita nel materiale di correnti di magnetizzazione. Ad ogni particella microscopica è possibile associare un vettore densità di corrente di magnetizzazione J ' . ' B0 e si ha ' che si sovrappone a B0 , cosicché il CM totale diventa B= B Queste correnti creano un CM B per quanto riguarda il flusso attraverso una superficie S di contorno C: ∮S B⋅n dS=0 e ∮C B⋅dl =0 I I ' con I =∫ J⋅n dS e I '=∫ J '⋅n dS S • S Consideriamo una costante Km detta permeabilità magnetica, B ∮C ⋅k 0 definisce grazie a questa anche la suscettività magnetica =k m−1 . m ∮ ⋅dl= C B ⋅dl =I con =o⋅k m . Si • Grazie alla legge di Biot­Savart conosciamo il CM B0 nel vuoto è utile considerare che al riempire lo spazio con (detto anche Intensità del CM) B=K m⋅B0 . Definiamo cosi il CAMPO MAGNETICO H un mezzo ILO risulta = B H trasformando cosi le equazioni integrali del CM in: o⋅k m dl=I ∮ B⋅n dS=0 e ∮ H⋅ S • C Consideriamo due circuiti chiusi, sia r12 la distanza di un punto P∈S 2 dall'elemento generico dl 1 . E' associato alla corrente continua I1 in C1 il CM B1 tale che: I I dl ∧r B1= 0 ∫C 1 12 12 LEGGE DI BIOT SAVART 4 r 12 1 Si ha anche il flusso concatenato a C2 che ha espressione 12=∫S B1⋅n2 dS 2 da cui possiamo dire che ∧r dl 12=M 12⋅I 1 con M 12= 0 ∫S ∫C 1 2 12 n2⋅dS 2 . 4 r12 Allo scambiare le parti in causa si ha che 12=M 21⋅I 2 e si dimostra che M 12=M 21=M detto coefficiente di mutua induttanza, questo coefficiente può essere espresso come M = 12 = 21 I1 I2 2 2 • 1 Allo stesso modo si può definire la auto induttanza 1=L1 I 1 ⇒ L1= tra loro dalla relazione M =k⋅ L1 L 2 . Se: ∣k∣=0 allora i circuiti sono disaccoppiati • ∣k∣=1 allora i circuiti sono completamente accoppiati • • 1 , risulta cosi che M, L1 e L2 sono legati I1 Considerato il circuito magnetico più semplice, applichiamo alla sua linea media il teorema di Ampère H l=N I B Bl ⇒ =N I ed essendo H = 0⋅k m 0⋅k m 1 l ⋅ si ha ℜ B S =N I ⇒ ℜ⋅=F dove F= N I è la forza Definita la riluttanza come ℜ= 0⋅k m S magnetomotrice. CAP 8: INDUZIONE ELETTROMAGNETICA E CORRENTE DI SPOSTAMENTO • In condizioni statiche le equazione del CEM sono I =∫S J⋅n dS . ∮S D ⋅n dS=Q ∮S B⋅n dS=0 e ∮C E⋅dl=0 dl=I ∮C H⋅ dove Q=∫ d e = B =k⋅ 0 E e H e H infine hanno espressioni D I vettori D , queste sono valide quando i mezzi sono 0⋅k m ILO e possono valere anche nel caso di mezzi non omogenei nel qual caso k e km dipendono dalla posizione. • Con riferimento a un riferimento inerziale Σ si consideri un circuito chiuso C in quiete e sia B variabile nel il circuito C è sede di una corrente indotta tempo, empiricamente vediamo che per effetto della variazione di B −∂ m ⋅n dS da cui risulta che provocata da una f.e.m. agente nel circuito, si ha f i= con m=∫S B ∂t −∂ B f i=∫S ⋅n dS . ∂t ∫ −∂ B⋅n dS . Essendo la f.e.m la circuitazione di un CEM risulta ∮C Ei⋅dl= S ∂t −∂ B = Ei E s . ⋅n dS con E ∂t Questa equazione può sostituire l'equazione della circuitazione del CE, si hanno quindi le seguenti: Nel frequente caso in cui il CEM sia sovrapposto a un altro CE si ha ∮S D ⋅n dS=Q ∫ −∂ B⋅n dS ∮C E⋅dl= S ∂t ∮S B⋅n dS=0 • ∫ ∮C E⋅dl= S Ia EQUAZIONE FONDAMENTALE DEL CEM IIa EQUAZIONE FONDAMENTALE DEL CEM IIIa EQUAZIONE FONDAMENTALE DEL CEM ; si ha che si può considerare istante Consideriamo un circuito aperto C di estremi P e Q immerso in un CM B per istante il conduttore in equilibrio elettrostatico. Quindi si ha che la forza agente sulla carica sarà nulla F = Ei E s=0 essendo inoltre la circuitazione di Es nulla si ha: q Q Q Q Q ∫ E s⋅dl=V ∮ E s⋅dl=∫ E s⋅dl Q −V P ∫ E s⋅dl=V Q−V P −∫ E i⋅dl=0 C P P P P Q ⇒ ∫P E ⋅ i dl=V Q−V P= f PQ Se invece facciamo tendere P a Q (riducendo quindi lo spazio tra i due estremi a una grandezza infinitesimale), si = f i .Il tratto di conduttore C si comporta come generatore di tensione di f.e.m f PQ . ha che V Q−V P =∮ E i⋅dl • Per calcolare la corrente indotta ci poniamo nelle condizioni di primo ordine che sono qui elencate: • • I CM sono generati da magneti permanenti e circuiti chiusi con esclusione dei campo prodotti a singole cariche in moto. La corrente nel circuito C, non potendo variare nel tempo è a singolo valore. Istante per istante ha lo stesso valore in tutte le sezioni di C Nel caso più semplice se la f.e.m indotta fi è costante anche la corrente indotta i è costante e si ha Ri= f i . Se la corrente i varia allora alla variazione di m si aggiunge la variazione del flusso autoindotto, si ha cosi ∂ Ri= f i f a= f ⇒ Ri= f i − a essendo, come abbiamo visto prima a=L⋅i si rimpiazza nell'espressione di ∂t di prima ottenendo R⋅i= f i−L . dt Se nel circuito inseriamo un generatore di tensione di f.e.m f g risulta Ri= f i f a f g e se R è la resistenza f totale si può sempre scrivere che i= . R • • Consideriamo un circuito con generatore ideale di tensione e un induttore di induttanza L e resistenza interna RL. di di Si ha RL⋅i= f g f a da cui RL⋅i=V A −V C f a =V A−V C −L e finalmente V A−V C =R L⋅i L . dt dt Da cui V A−V C ⋅idt=R L⋅i 2 dtL⋅i di ; vediamo che una parte dell'energia sarà dissipata nel resistore, il resto verrà immagazzinato nell'induttore. Possiamo cosi ottenere l'espressione dell'energia dell'induttore: i i 1 2 U C =∫0 Li di=L⋅∫0 di e quindi U C = L⋅i è L'ENERGIA DELL'INDUTTORE. 2 d m Studiamo l'induzione EM di movimento ora, C per effetto del moto è sede di una forza f i=− con dt ⋅n dS , per definizione si ha f =∮ F ⋅dl e poiché le cariche mobili di C hanno velocità v sono m=∫S B i C q ⋅dl . =q e quindi f i=∮C v ∧B sottoposte alla forza di Lorentz data da F v ∧B Q dl= f PQ Nel caso di circuito aperto si ha V Q−V P =∫P v ∧ B⋅ • Nel caso generale di f.e.m indotta si ha sovrapposizione f i=∫S − DI FARADAY NEUMANN LENS (o di FARADAY­HENRY). • ∂B questa è la LEGGE ⋅n dS∮C v ∧ B ⋅dl ∂t Ora vogliamo vedere se un CE variabile è accompagnato da un CM, si ha dl=I ∮C H⋅ da cui ∂D ∂D è il TERMINE DI MAXWELL. ⋅n dS =i T dove Js= ∂t ∮ B ⋅dl= ∫ ∂0⋅E ⋅n dS . Vediamo che la dl= Consideriamo il caso per cui J =0 , si ha nel vuoto che ∮C H⋅ S 0 ∂t dl= f m una forza magnetomotrice si ha una f.m.m indotta di variazione di CE produce un CM e definito ∮C H⋅ ∫ dl= J ∮C H⋅ S ∂t espressione: B ∮ H⋅ dl ⋅dl= C 0 Il termine di Maxwell ha le dimensioni di una densità di corrente e viene definita DENSITA' DI CORRENTE DI ∂D SPOSTAMENTO J ' S . Si definisce la CORRENTE DI SPOSTAMENTO iS =∫S ⋅n dS da cui possiamo ∂t esprimere la corrente totale come i=ii s . f mi=∮C • Si possono scrivere le LEGGI GENERALI DELL'ELETTROMAGNETISMO PER I MEZZI IN QUIETE: ∮S D ⋅n dS=∫ ⋅d =Q ∫ − ∂ B⋅n dS ∮C E⋅dl= S ∂t ∮S B⋅n dS=0 ∫ J ∂ J ⋅n dS=i dl= ∮C H⋅ T S ∂t =q⋅ F v ∧ I campi sono definiti tramite la FORZA DI LORENTZ F B e con riferimento alle sostanze isotrope e lineari si hanno le EQUAZIONI DI COSTITUZIONE DEI MEZZI: = B = 0⋅k⋅ D E e H 0⋅k m