Appunti di per SCIENZE TURISTICHE a cura della Dott. Bernardina Algieri Maggio-Giugno 2006 Appunti di Economia del Turismo 1 Introduzione Il turismo è un fenomeno che nell’era post-industriale e soprattutto negli ultimi anni, ha assunto un ruolo importante nell’economia nazionale e mondiale. Esso contribuisce in modo significativo alla costruzione della ricchezza di un paese, per cui è nata la necessità di studiare il fenomeno turistico in modo organico e scientifico. A tal fine bisogna innanzitutto stabilire in che cosa il turismo consiste, quali sono le variabili che lo interessano, come vengono definite e misurate e, sotto quale aspetto, investigate. Il turismo può essere analizzato alla luce della teoria macroeconomica, della teoria microeconomica e dell’economia internazionale. Parlando di crescita vertiginosa del reddito, rallentamenti e stagnazione della produzione industriale, tasso di inflazione, andamenti del tasso di disoccupazione e variazioni del debito pubblico, non si fa altro che trattare di grandezze macroeconomiche. La macroeconomia, quindi, studia gli aspetti aggregati di un’economia, analizza cioè l’economia nel suo complesso, a livello nazionale e a livello globale. La macroeconomia legata al turismo si occupa delle interconnessioni fra il turismo e le varie grandezze economiche aggregate: PIL, occupazione, livello generale dei prezzi. La microeconomia studia il comportamento e le decisioni dei singoli agenti economici, quali i consumatori, i lavoratori, le imprese, gli investitori, cioè tutti gli individui o le entità che giocano un qualche ruolo nel funzionamento delle nostre economie. La microeconomia applicata al turismo riguarda quindi l’analisi “disaggregata”, riferita cioè al comportamento dei singoli turisticonsumatori e della singola impresa turistica. L’economia internazionale analizza le determinanti del commercio internazionale e le politiche commerciali, i tassi di cambio e l'internazionalizzazione dei mercati finanziari. In riferimento al turismo, vengono studiati gli scambi commerciali di servizi turistici fra diversi paesi e la bilancia turistica. 2 Appunti di Economia del Turismo Prima di iniziare la trattazione è indispensabile dare una serie di definizioni. Innanzitutto cosa si intende per TURISMO, MERCATO TURISTICO e PRODOTTO TURISTICO. Dal WTO (World Tourism Organization) il turismo è definito come: “Le attività delle persone che viaggiano verso, e si trovano in, luoghi diversi dal proprio ambiente abituale, per un periodo complessivo non superiore ad un anno consecutivo a scopo di svago, affari o per motivi diversi dall’esercizio di una attività remunerata all’interno dell’ambiente visitato”. Da ciò segue che è turista colui che intraprende le suddette attività. Il mercato turistico è l’insieme di operatori (consumatore-turista e produttore di turismo) che domandano e offrono il prodotto turistico. IL prodotto turistico è l’insieme dei beni e servizi domandati dal turista durante l’esperienza della sua vacanza. Esso è composto essenzialmente da quattro classi fondamentali di servizi: 1) trasporti; 2) alloggi; 3) attività ricreative; 4) shopping e si configura quindi come un insieme eterogeneo di elementi. I turisti possono essere classificati secondo criteri differenti, il più adoperato fa riferimento alla natura del viaggio realizzato; è possibile perciò distinguere fra: 1) turisti nazionali e internazionali. Nel primo caso si tratta di cittadini che realizzano viaggi all’interno del proprio Paese di residenza, nel secondo, di turisti che si recano fuori dai confini nazionali. 2) turisti con diverse “motivazioni del viaggio”. In quest’ambito si può distinguere il viaggio per: a) vacanza in senso stretto, ossia per tempo libero e svago; b) altre finalità di tipo turistico, cioè lo studio; c) lavoro e professione, cioè congressi, conferenze e viaggi di lavoro. Altre classificazioni possono essere fatte in base all’età, alla composizione del gruppo di viaggio (famiglia, individuale ecc.). Il criterio viene scelto a seconda della finalità dell’analisi da effettuare. 3 Appunti di Economia del Turismo 1.1 I Flussi Turistici Il turismo è un settore in piena espansione, con un tasso di crescita mondiale superiore al 10% annuo (WTO, 2006). Ogni giorno più di 1.000.000 di persone intraprende un viaggio internazionale (Cooper et al. 2006). I flussi turistici possono essere analizzati alla luce degli arrivi, delle presenze straniere e delle entrate valutarie. Per arrivi turistici si intende il numero di turisti che giungono ad una data destinazione. Le presenze sono il numero di pernottamenti in una certa località, ad esempio se un turista pernotta a Barcellona una settimana, verrà registrato come 1 arrivo e 7 presenze. Le entrate valutarie sono gli introiti monetari generati dal turista in quella data località di soggiorno. Se si analizza la tabella 1 si possono dedurre le principali mete di destinazione turistiche mondiali. I dati sono forniti dal World Tourism Organization, un’organizzazione che si preoccupa di monitorare il turismo a livello globale. Nel primo gruppo di colonne è possibile rilevare gli arrivi turistici internazionali dal 2002 al 2004; risulta che le principali mete turistiche sono la Francia, Spagna, Stati Uniti, la Cina e l’Italia. Dal secondo gruppo di colonne si rilevano i mutamenti che si sono verificati nel corso degli anni, questi ultimi vengono determinati ricorrendo ai numeri indici. Se si indicano con T gli arrivi turistici e t l’anno, la variazione percentuale nell’arco temporale Tt –Tt-1, e relativa agli arrivi nell’anno Tt-1 è data da: ∆% = Tt − Tt −1 ⋅ 100 Tt −1 Fra il 2003 e il 2004 il Paese che ha maggiormente subito una contrazione negli arrivi è stato l’Italia con un calo del 6,4%, nel 2003, anche, la Malesia, il Canada e la Cina hanno registrato le riduzioni più marcate. Nel 2004 le economie che hanno sperimentato un boom di visitatori sono state la Malesia, Macao e la Cina con incrementi superiori al 26%. L’andamento dei flussi turistici è molto influenzato da fattori politici, economici, strutturali e naturali. A proposito, basta ricordare l’impatto negativo coseguente ai drammatici eventi dell’11 settembre 2001 e al più recente Szunami. Alcune destinazioni smettono poi di essere alla moda, per cui vedono ridurre l’afflusso di vacanzieri. Nel terzo gruppo di colonne è poi possibile individuare la quota di mercato di ciascun Paese, il così detto market share. Le quote sono indici calcolati come rapporto fra i valori assoluti degli arrivi riferiti agli stati e il totale mondiale espresso in percentuale: Quote% = Ti Tworld 4 ⋅ 100 Appunti di Economia del Turismo dove i = paese, T=arrivi turistici. Nella Figura 1 sono riportati i flussi turistici internazionali in Italia in termini di entrate valutarie. Risulta che la Germania, gli USA, l’Inghilterra, il Giappone e la Francia sono i paesi che convogliano più afflussi monetari nel nostro Paese. La Figura 2 evidenzia la serie storica degli introiti nelle classiche mete turistiche: la Spagna registra gli incrementi più sostenuti, segue la Francia, e infine l’Italia. Roma, Milano e Venezia sono le città italiane che tirano il mercato turistico nazionale (Figura 3). E’ interessante analizzare il contributo percentuale dei tre settori economici (agricoltura, industria e servizi) alla formazione del PIL nelle principali mete turistiche. La tabella 2 evidenzia che, ad eccezione della Cina, in tutte le altre economie il settore dei servizi registra le quote più elevate. Le economie più ricche in genere mostrano forti processi di terziarizzazione: l’apporto dell’agricoltura e dell’industria si è ridotto a fronte di un incremento del settore dei servizi, che include anche il turismo. Per mettere in risalto l’importanza del ruolo del turismo e dei fenomeni di terziarizzazione, si può fare riferimento ai dati sull’occupazione italiana divisa per settori. Secondo le statistiche diffuse dalla Svimez, fra il 1980 e il 2003 gli occupati nel settore dei servizi in Italia sono aumentati da 11068 a 16004 unità. All’interno del settore terziario, quote consistenti di occupati competono al ramo degli alberghi e pubblici esercizi, dei trasporti e comunicazioni, settore direttamente legato al turismo. La causa principale della terziarizzazione delle economie avanzate e della diminuzione di occupazione nell’agricoltura e nell’attività di trasformazione industriale va ricondotta al fatto che la crescita della produttività in agricoltura e nella trasformazione industriale è più intensa rispetto ai servizi. Il maggior tasso di crescita della produttività nelle attività industriali rispetto ai servizi è generalmente dovuto alle più numerose opportunità di innovazioni conseguenti al progresso tecnico e alla più rapida accumulazione di capitale. Tale fenomeno comporta una contrazione di occupazione nel settore ad elevata crescita della produttività, per cui si assiste ad uno spostamento di lavoratori dal settore secondario al terziario, che si consoliderà sempre che cresca in misura sufficiente la domanda di servizi. 5 Appunti di Economia del Turismo Tab. 1 Flussi turistici internazionali Turisti internazionali Arrivi (milioni) 2002 2003 Mondo 700 Francia 77 Spagna Market share % Variazioni % 2004 2002-2001 2003-2002 2004-2003 2004 690 763 2.9 -1.4 10.6 100 75 75.1 2.4 -2.6 0.1 9.8 52.3 51.8 53.6 4.5 -1.0 3.5 7.0 USA 43.6 41.2 46.1 -7.1 -5.5 11.9 6.0 Cina 36.8 33 41.8 11 -10.3 26.7 5.5 Italia 39.8 39.6 37.1 0.6 -0.5 -6.3 4.9 UK 24.2 24.7 27.8 5.9 2.1 12.6 3.6 Hong Kong (Cina) 16.6 15.5 21.8 20.7 -6.6 40.6 2.9 Messico 19.7 18.7 20.6 -0.7 -5.1 10.2 2.7 18 18.4 20.1 0.6 2.2 9.2 2.6 Austria 18.6 19.1 19.4 2.4 2.7 1.6 2.5 Canada 20.1 17.5 19.2 1.9 -12.9 9.7 2.5 Turchia 12.8 13.3 16.8 18.6 3.9 26.3 2.2 Malesia 13.3 10.6 15.7 4 -20.3 48.1 2.1 Ucraina 10.5 12.5 15.6 14.6 19.0 24.8 2.0 Polonia 14 13.7 14.3 -6.8 -2.1 4.4 1.9 Grecia Germania 14.2 14 … 0.9 -1.4 … … Ungheria … … 12.2 … … … 1.6 Tailandia 10.9 10 11.7 7.3 -8.3 17.0 1.5 Portogallo 11.6 11.7 11.6 -4.3 0.9 -0.9 1.5 Olanda 9.6 9.2 9.6 1 -4.2 4.3 1.3 Russia 7.9 8.5 9.2 7.3 7.6 8.2 1.2 Arabia Saudita 7.5 7.3 8.6 11.5 -2.7 17.8 1.1 Macao 6.6 6.3 8.3 12.4 -4.5 31.7 1.1 Croazia 6.9 7.4 7.9 6.1 7.2 6.8 1.0 6.5 6.8 7 1.9 4.6 2.9 0.9 Irlanda Fonte: WTO, 2006 6 Figura 1 Flussi turistici internazionali in Italia Figura 2 Serie storica della entrate valutarie in Italia, Francia e Spagna Figura 3 Entrate valutarie nelle città italiane Appunti di Economia del Turismo Tab. 2 Attività economica 9 Appunti di Economia del Turismo Fonte: The World Bank, World Development Report, 2006 10 Appunti di Economia del Turismo 2 IL Turismo e il PIL Il turismo, come già detto, ha assunto un ruolo importante per la crescita economica di un paese. Una delle variabili che rende in maniera più immediata l’attività economica di un paese è il PIL, prodotto interno lordo. Il PIL si può misurare secondo il metodo del prodotto, il metodo della spesa e il metodo del reddito. a) Secondo il metodo del prodotto: Il PIL di un paese è il valore di mercato dei beni e servizi finali nuovi prodotti all’interno di un paese in un determinato arco temporale. I beni e servizi vengono considerati secondo il valore di mercato, cioè al prezzo al quale essi vengono venduti sui mercati. Il vantaggio di utilizzare il valore di mercato è che esso permette di sommare beni e servizi eterogenei. Si immagini di voler misurare il prodotto di una economia che produce 3.000 scooter e 10.000 panini, i cui prezzi sono 2.000 euro per ogni scooter e 1 euro a panino il valore del PIL ammonta a: 3.000*2.000 + 10.000*1=6.010.000 euro Ossia il PIL è il risultato della somma del prodotto fra il prezzo dei beni e servizi (P), e la quantità di essi scambiata (Q). Il PIL include beni e servizi nuovi, vale a dire prodotti nel periodo considerato, e finali, ossia quelli ottenuti nella fase terminale del processo produttivo. Le brioches vendute da un bar sono beni finali, e vengono contabilizzati nel PIL, la farina, il lievito e il burro impiegati per fare le brioches sono beni intermedi e per questo non inclusi nel calcolo del PIL. I beni e servizi devono essere prodotti all’interno del paese per essere contabilizzati nel PIL di quel paese. Il PIL italiano misura tutto ciò che è prodotto in Italia, sia da italiani che da soggetti stranieri. Dal PIL italiano viene invece, escluso quello che è prodotto da soggetti italiani all’ estero. Ad esempio mentre il valore di mercato dei servizi venduti dal Club Med (multinazionale francese) in Italia rientra nel calcolo del PIL italiano, il valore di mercato di un produttore italiano di gelati che ha una pasticceria in Francia, viene contabilizzato nel PIL francese. Accanto al PIL esiste un’altra variabile adottata dal sistema di contabilità nazionale dello SNA e utilizzata dai paesi dell’ONU, che permette di misurare la ricchezza nazionale: il Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Il PNL valuta la ricchezza di un Paese prendendo in considerazione la produzione realizzata 11 Appunti di Economia del Turismo dagli italiani, indipendentemente dal fatto che essi si trovino in Italia o all’estero (è quindi il valore della produzione degli italiani). Nell’esempio precedente, il valore di mercato dei gelati di un produttore italiano che ha una pasticceria in Francia viene contabilizzato sia nel PNL italiano che nel PIL francese. Infine, bisogna valutare il PIL in un determinato arco temporale, di solito un anno. b) Secondo il metodo della spesa: il PIL (Y) o prodotto o reddito o offerta aggregata, si compone di quattro elementi Y = C+I+G+NX C sono i consumi delle famiglie, ossia la spesa delle famiglie in beni e servizi finali sul territorio italiano. I beni e servizi consumati possono essere stati prodotti nel paese o importati. Nei consumi italiani sono inclusi anche i consumi dei turisti stranieri in Italia, mentre sono escluse le spese per turismo all’estero degli italiani. Il consumo è la componente più rilevante del PIL e in Italia contribuisce con più del 60% alla sua formazione. Si possono individuare quattro tipologie di consumo: 1) beni durevoli, destinati ad un uso prolungato nel tempo, come ad esempio automobili, mobili, televisioni; 2) beni semidurevoli, aventi di solito una durata media superiore all’anno, ma di gran lunga inferiore a quella dei beni durevoli. Appartengono a questo gruppo il vestiario e le calzature, la biancheria e gli pneumatici; 3) beni non durevoli, acquistati e consumati nel periodo di riferimento, come generi alimentari, medicinali; 4) servizi come i servizi finanziari, le spese per alberghi e ristoranti. La componente I nella precedente relazione rappresenta gli investimenti, ossia la spesa in beni capitali (esempio attrezzature, macchinari, fabbricati) ed include anche la variazione delle scorte ossia prodotti rimasti invenduti. G esprime la spesa pubblica ed include i consumi delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private (es. sindacati, partiti politici, associazioni religiose). 12 Appunti di Economia del Turismo NX sono le esportazioni nette ossia la differenza fra esportazioni ed importazioni. Le esportazioni sono i beni e servizi prodotti in un paese e venduti all’estero. Le importazioni sono i beni e servizi che un paese compra dall’estero. c) Secondo il metodo del reddito: Il PIL è dato dalla sommatoria di tutti i redditi generati nell’economia in un anno, esso include il reddito dei produttori, i salari dei lavoratori e i profitti. 2.1 PIL reale e PIL nominale Quando si parla di PIL bisogna distinguere fra PIL nominale e PIL reale. Il PIL nominale è il prodotto interno lordo a prezzi correnti, ossia esso descrive l’andamento della produzione includendo sia le variazioni delle quantità prodotte, sia le variazioni dei prezzi dei beni prodotti. Il PIL reale è calcolato a prezzi costanti, ossia esso esprime l’andamento della produzione di beni e servizi frutto solo delle variazioni delle quantità. Il PIL reale è quindi depurato dagli effetti delle variazioni di prezzo (o inflazione). È una grandezza più significativa rispetto al PIL nominale, perché esso misura la produzione in termini di effettivo potere d’acquisto della collettività e valuta quindi, il benessere economico di un paese. Per passare dal PIL nominale al PIL reale è necessario eliminare gli effetti dei prezzi sulla produzione, ciò si fa selezionando un anno base, ossia un anno di riferimento, e utilizzando poi i prezzi di quell’anno per valutare la produzione di beni e servizi in altri periodi. A titolo di esempio, si consideri un paese che produce quattro beni: pane, latte, mele e barrette di cioccolata. Nella tabella sono riportate le quantità prodotte di ciascun bene e i relativi prezzi nell’anno 1 e nell’anno 2. Supponendo l’anno 1 come anno base, è possibile trovare il PIL nominale e reale nei due periodi. Anno 1 quantità pane 100 latte 80 mele 120 cioccolata 76 Anno 2 prezzo (euro/kg) 1,20 1,30 0,90 0,50 quantità pane 108 latte 85 mele 130 cioccolata 85 Il PIL nominale nell’anno 1 è 370 euro, ossia 100 * 1,20 + 80 * 1,30 + 120 * 0 ,90 + 76 * 0 ,50 = 370 13 prezzo (euro/kg) 1,50 1,70 1,20 1,00 Appunti di Economia del Turismo Il PIL nominale nell’anno 2 è 547,50 euro, ossia 108 * 1,50 + 85 * 1,70 + 130 * 1,20 + 85 * 1,00 = 547 ,50 Il PIL reale nell’anno 1 è uguale al PIL nominale dell’anno 1, ossia 100 * 1,20 + 80 * 1,30 + 120 * 0 ,90 + 76 * 0 ,50 = 370 Il PIL reale nell’anno 2 è 399,60 euro, ossia 108 * 1,20 + 85 * 1,30 + 130 * 0 ,90 + 85 * 0 ,50 = 399 ,60 Confrontando il PIL nominale e il PIL reale nell’anno 2 risulta che il PIL reale è più basso. In generale, il PIL reale è inferiore al PIL nominale dello stesso anno poiché esso è depurato dagli effetti dell’aumento dei prezzi. 2.2 Il deflatore del PIL Basandosi sulla doppia rilevazione a prezzi correnti e a prezzi costanti si può calcolare un indice particolare, il deflatore del PIL. Esso è un indicatore dell’inflazione in quanto evidenzia in che misura i prezzi aumentano. Il deflatore del PIL è dato dal rapporto fra PIL nominale e PIL reale riferiti ad uno stesso anno. L’indice espresso in termini percentuali è: Deflatore del PIL = PIL nominale ⋅ 100 PIL reale Nell’esempio precedente il deflatore del PIL nell’anno 2 è pari a: Deflatore del PILanno 2 = Essendo il ( Deflatore del PILanno 1 547,5 ⋅ 100 = 137% 399,6 deflatore del PIL nell’anno 1 pari a 100 370 = ⋅ 100 = 100% ) si può dire che fra l’anno 1 e l’anno 2 i 370 prezzi sono aumentati del 37%. 14 Appunti di Economia del Turismo 3 La domanda e l’offerta aggregata In un’economia chiusa, ossia senza commercio con l’estero, la domanda di beni e servizi si divide in tre componenti: 1) la quantità di beni che le famiglie vogliono consumare (C); 2) la quantità di beni domandata per investimenti (I); 3) la quantità di beni acquistata dal settore pubblico (G) Y = C+I+G offerta domanda aggregata aggregata La produzione o PIL indicata con Y rappresenta l’offerta aggregata, il secondo membro indica la domanda aggregata. Domanda aggregata e offerta aggregata fanno riferimento all’intera economia. Nei paragrafi seguenti ci sposteremo da un’analisi aggregata ad una disaggregata. 15 Appunti di Economia del Turismo Per Esercitarsi: Esercizio 1. Si considerino i seguenti valori del PIL francese: 2003 2004 PIL reale (miliardi di €) 1406,2 1442,0 Deflatore del PIL (anno base 1995) 110,8 112,7 a) Di quanto è cresciuto il PIL reale dal 2003 al 2004? b) Di quanto è cresciuto il deflatore del PIL nello stesso periodo? c) Quale è il reddito nominale del 2003, misurato sulla base dei prezzi del 1995? d) Quale è il reddito nominale del 2004, misurato sulla base dei prezzi del 1995? e) La crescita del PIL nominale è stata inferiore o superiore a quella del PIL reale? Spiegarne la ragione. ♠ Risultati a) 2,54% b) 1,7% c) 1558,07 d) 1625,13 Esercizio 2. Si supponga che un’economia produca solo 3 tipi di beni: arance, vino e pasta. Nell’anno 1 la produzione e i prezzi erano: Arance Vino Pasta Q1 8000 casse 10000 casse 7000 quintali P1 1 euro 5 euro 0,70 euro Nell’anno 2 la produzione e i prezzi sono: Arance Vino Pasta a) b) c) d) e) f) Q2 9000 casse 10000 casse 5000 quintali P2 1,20 euro 5,50 euro 1,10 euro Quale è il valore del PIL nominale nell’anno 1 e nell’anno 2? Di quanto è cresciuto il PIL nominale dall’anno 1 all’anno 2? Quale è il valore del PIL reale nell’anno 1 e nell’anno 2? Di quanto è cresciuto il PIL reale dall’anno 1 all’anno 2? Determinare il deflatore del PIL nell’anno 2 Determinare la variazione del deflatore del PIL fra anno 1 e anno 2 16 Appunti di Economia del Turismo ♠ Risultati a) Anno 1 62900; Anno 2 71300 b) 13,35% c) Anno 1 62900; Anno 2 62500 d) Il PIL è diminuito di -0,64% e) 114,08% f) 14,08% Esercizio 3. Considerate i seguenti valori del PIL tedesco: PIL nominale (miliardi di $) 2003 2129 2004 2168 Fonte: IMF Deflatore del PIL (anno base 2000) 103,9 105,2 a) Indicare la variazione percentuale del PIL nominale fra il 2003 e il 2004 b) Il deflatore del PIL nello stesso periodo è aumentato o diminuito? e in che percentuale? c) In base ai prezzi del 2000, calcolare il PIL reale del 2003 e del 2004 d) Determinare la variazione di PIL reale fra 2003 e 2004 ♠ Risultati a) 1,83%; b) È aumentato del 1,25% c) Nel 2003 il PIL reale è 2049, nel 2004 è pari a 2060,8 d) ((2060,8-2049)/2049)*100 Esercizio 4. Completa le seguenti affermazioni a) Il deflatore del PIL nel 2006 è definito come il rapporto fra: o o o o PIL nominale nel 2006 e PIL reale nel 2005 PIL nominale nel 2006 e PIL reale nel 2006 PIL reale nel 2006 e PIL nominale nel 2005 PIL reale nel 2006 e PIL nominale nel 2006 b) La scelta dell’anno base nel calcolo del PIL reale: o Influenza sempre la misura del PIL o Non influenza in alcun modo la misura del PIL o Influenza la misura del PIL solo se si usano indici percentuali ♠ Risultati a) seconda definizione esatta b) prima definizione esatta 17 Appunti di Economia del Turismo Esercizio 5. Rispondi alle seguenti domande: a) Qual è la differenza fra beni e servizi intermedi e beni e servizi finali? b) Perché nel calcolo del PIL i beni e i servizi vengono valutati ai prezzi di mercato? c) Perché è importante il PIL per un’economia? 18 Appunti di Economia del Turismo 4 Il Mercato dei beni e servizi Domanda e offerta sono le forze che fanno funzionare le economie di mercato. Nel mercato dei beni e servizi, la domanda sintetizza il comportamento dei consumatori e l’offerta riflette il comportamento dei produttori. Dall’interazione fra la domanda e l’offerta si determina la quantità venduta di ciascun bene e il relativo prezzo di vendita. Il mercato quindi può essere definito come l’insieme degli operatori economici: i consumatori che richiedono beni e servizi e i produttori che producono e fanno affluire quei beni e servizi sul mercato. Le principali forme di mercato sono la concorrenza perfetta, il monopolio, la concorrenza monopolistica e l’oligopolio. Un mercato perfettamente concorrenziale è composto da molti compratori e molti venditori, in modo che nessun singolo compratore o venditore può esercitare un’influenza significativa sui prezzi. Si dice che venditori e consumatori sono price takers. Gli economisti della Chicago School hanno, comunque, messo in evidenza che è possibile avere un mercato perfettamente concorrenziale anche solo con due imprese. I mercati concorrenziali si distinguono poi per il fatto che le imprese operanti sono generalmente di piccole dimensioni, i beni offerti sono omogenei, c’è libertà di entrata e di uscita da parte delle imprese e infine, le informazioni sono perfette, ossia tutti i partecipanti al mercato sono in ogni momento al corrente delle opportunità che il mercato offre. I mercati perfettamente concorrenziali non sono facilmente realizzabili in senso stretto, tuttavia è possibile dire che la maggior parte dei mercati agricoli si avvicina a questa forma di mercato. Il monopolio è una forma di mercato caratterizzata da un unico venditore, che offre un prodotto o un servizio per il quale non esistono sostituti, e tanti compratori. L'impresa monopolista controlla l'intera offerta del bene o servizio, ed è in grado di esercitare un rilevante controllo sul prezzo, cambiando la quantità prodotta, adottando, dunque, un comportamento da price maker. Si dice che il venditore ha potere di mercato. Nei mercati monopolisti il venditore ottiene profitti enormi, perché può aggiustare il prezzo a suo interesse. I monopoli possono essere il risultato di leggi o regolamentazione (monopoli legali, es. sigarette), possono essere frutto dell’esclusività del controllo di input essenziali (es. diamanti grezzi de Beers) oppure possono avere origine dalla struttura dei costi di un dato sistema produttivo (monopolio naturale, es. sono monopoli naturali quelli generalmente legati alla realizzazione di infrastrutture: rete ferroviaria, rete stradale ed autostradale, rete per la distribuzione dell'acqua, del gas, dell'elettricità, porti, aeroporti). I monopoli sono quindi caratterizzati da elevate barriere all’entrata. L'oligopolio è una forma di mercato con pochi ma importanti venditori e tanti consumatori. Nel mercato oligopolistico, l’impresa sa che ogni sua 19 Appunti di Economia del Turismo decisione avrà influenza sulle decisioni della concorrenza, per cui potrà adottare comportamenti di tipo strategico, ossia di effettuare le proprie decisioni di produzione o prezzo in funzione delle scelte effettuate dalle imprese concorrenti. Gli oligopolisti si trovano spesso di fronte ad una duplice scelta di comportamento: a) Instaurare con le altre imprese oligopoliste del mercato accordi e intese di cooperazione sulle condizioni di vendita (qualità, prezzo, quantità, ecc) b) Ingaggiare con quelle stesse imprese una guerra dei prezzi Il problema è che non è possibile conoscere a priori la validità del comportamento da adottare, perché le conseguenze dell’una o dell’altra scelta saranno note solo a posteriori. Nel mercato oligopolistico in generale i profitti realizzati sono superiori a quelli della concorrenza perfetta, ma inferiori a quelli del monopolio. Tuttavia, in caso di guerre di prezzo i profitti potrebbero anche annullarsi. Inoltre, diversamente dalla concorrenza perfetta e dal monopolio, non esiste un modello universale di oligopolio. La concorrenza monopolistica presenta alcune caratteristiche della concorrenza perfetta e altre del monopolio. In particolare, è simile alla concorrenza perfetta in quanto esiste libertà d'ingresso e di uscita dal mercato per la pluralità di imprese presenti. Tuttavia, si differenzia da questo, in quanto i prodotti offerti dalle imprese che operano in tali mercati non sono omogenei, ma sebbene nati per soddisfare lo stesso bisogno, si presentano in modo diverso per le caratteristiche qualitative e il prezzo. Così come nel monopolio, le imprese in concorrenza monopolistica hanno la possibilità di incidere sul prezzo, perché il prodotto che vendono non è uguale per tutte, ma differenziato da impresa ad impresa. Nei mercati a concorrenza monopolistica, le imprese hanno un certo potere di mercato e grazie a questo potrebbero ottenere rilevanti profitti nel breve periodo, anche se questi ultimi risultano inferiori a quelli del monopolio e dell’oligopolio. Il mercato in concorrenza monopolistica è molto diffuso (es. elettrodomestici, abbigliamento, ecc.). Nella seguente tabella sono riportate in modo molto schematico le caratteristiche delle quattro forme di mercato. Bisogna sottolineare che queste sono peculiarità generali i cui confini sono valicabili proprio per la dinamicità delle decisioni economiche intraprese dagli operatori di mercato. 20 Appunti di Economia del Turismo Venditori Compratori Carattere del prodotto Ingresso di nuove imprese Dimensione delle imprese Profitti Riscontro nella realtà PRINCIPALI FORME DI MERCATO Concorrenza Concorrenza Oligopolio perfetta monopolistica Molti Molti Pochi Molti Molti Molti Omogeneo Differenziato Omogeneo o differenziato Libertà di entrata Libertà di entrata Barriere all’entrata Uno Molti Unico Piccole Piccole e grandi Grandi Grandi Nulli In genere, elevati nel breve periodo e nulli nel lungo periodo Molto frequente Possono essere molto elevati In genere, elevatissimi Frequente Poco frequente Poco diffusa 21 Monopolio Barriere all’entrata Appunti di Economia del Turismo 5 La Curva di Domanda Individuale Considerando un unico bene e ad un unico turista consumatore possiamo costruire la domanda individuale in un mercato in concorrenza perfetta. La curva di domanda individuale evidenzia la relazione esistente fra la quantità domandata (qD) di un dato bene e il prezzo (p) dello stesso bene, ipotizzando costanti tutte le altre variabili legate alla domanda (es. il reddito). Se la relazione è lineare, la sua rappresentazione nel piano cartesiano è riportata in Figura 4. La quantità domandata è riportata lungo l’asse orizzontale e il prezzo lungo l’asse verticale. Figura 4 Curva di Domanda p p2 p1 qD q2 q1 q La quantità domandata segue la legge della domanda, ossia la quantità domandata di un bene diminuisce quando il prezzo di quel bene aumenta. La curva di domanda è quindi, inclinata negativamente proprio perché i consumatori sono soliti acquistare una quantità maggiore di un bene per quanto più basso è il prezzo di quel bene. Analiticamente la funzione DIRETTA di domanda viene espressa come: qD = f (p) (1) dove f sta per funzione, per cui la quantità domandata (qD) è funzione decrescente del prezzo (p). In forma esplicita: qD = a - b p 22 (2) Appunti di Economia del Turismo dove qD=la quantità domandata p=il prezzo a,b= costanti positive Nella (2), il termine a esprime la quantità massima di bene domandata dal consumatore quando il prezzo è zero. –b, inclinazione della retta, esprime di quanto varia la quantità domandata (∆qD) al variare unitario di prezzo (∆p). L’inclinazione è negativa poiché fra prezzo e quantità domandata c’è una relazione inversa. L’inclinazione in modulo è data da: ∆q D ∆p =|-b|=b Ad esempio, consideriamo la seguente domanda di lezioni di wind-surf da parte di un turista consumatore: qD = 12 - 2 p Se il prezzo è espresso in euro, 12 rappresenta la quantità massima di lezioni richieste quando il prezzo è zero; -2 indica di quanto diminuisce la quantità di lezioni di wind-surf quando il prezzo aumenta di un euro. La funzione INVERSA di domanda esprime invece il prezzo in funzione della quantità. Essa si ottiene esplicitando p: a 1 − qD b b p = L’inclinazione della domanda inversa in valore assoluto è data da: ∆p ∆q D = − 1 1 = b b si osservi che l’inclinazione è pari al reciproco dell’inclinazione della funzione di domanda diretta. Nell’esempio delle lezioni di wind-surf, la funzione inversa di domanda è: p =6− 1 qD 2 Ulteriori Esempi: 1) Sia qd = 600 – 6p la funzione di domanda diretta, la funzione di domanda inversa è data da pd = (600 – q)/6 da cui pd = 100 – q/6. 2) Così se qd = 200 – 5p avremo pd = (200 – q)/5 da cui pd = 40 – q/5. 23 Appunti di Economia del Turismo 6 Spostamenti lungo la curva di domanda e spostamenti della curva di domanda Come già evidenziato, a parità di altre condizioni, il consumatore modella la sua domanda in relazione al prezzo del bene. Riferendoci alla Figura 5, quando il prezzo del bene aumenta portandosi, per esempio da p1 a p2, la quantità diminuisce da q1 a q2, e sulla curva di domanda il punto A si sposta in B. Lo stesso ragionamento, in senso inverso, vale per una diminuzione di prezzo da p2 a p1. In questo contesto si hanno quindi, spostamenti lungo la curva di domanda. Figura 5 Spostamenti lungo la curva di domanda p B p2 p1 A q2 q1 q = giorni di vacanza in Costa Azzurra La curva di domanda del consumatore si sposta (verso sinistra o verso destra, Figura 6) quando un fattore diverso dal proprio prezzo varia. Gli spostamenti della curva di domanda sono principalmente dovuti a variazioni del: a) reddito disponibile del turista. In generale, quando il reddito aumenta, aumenta la domanda del turista consumatore per cui la sua curva di domanda traslerà a destra verso l’esterno (Figura 6, A). Una diminuzione del reddito farà invece contrarre la domanda del turista e farà spostare la curva di domanda verso sinistra (Figura 6, B). 24 Appunti di Economia del Turismo b) Prezzo di un altro bene. Ipotizzando che un turista sia solito trascorrere un periodo di villeggiatura al mare e consideri una vacanza a Portofino e una vacanza in Costa Smeralda come due beni buoni sostituti. Data una ipotetica curva di domanda per vacanza a Portofino (qport in Figura 6, A), un aumento del prezzo di un bene (vacanza in Costa Smeralda) farà aumentare la domanda per l’altro bene (Portofino) (Figura 6, A), mentre una diminuzione del prezzo di una vacanza in Costa Smeralda contrarrà la domanda di turismo per Portofino (Figura 6, B). c) Preferenze. Se un turista ama trascorrere le sue vacanze al mare e in una località esclusiva in generale aumenterà la sua domanda di turismo per la vacanza a Portofino, spostando la sua curva di domanda verso l’esterno (Figura 6, A). d) Aspettative. Nella prospettiva che a fine settembre le strutture siano più godibili per la bassa stagione è probabile che il turista aumenterà la sua domanda di turismo, facendo spostare la curva di domanda verso l’esterno (Figura 6, A). Se le aspettative sulle condizioni climatiche sono negative la sua domanda si contrarrà (Figura 6, B). Figura 6 Spostamenti della curva di domanda A) B) p p qport qport q= giorni di vacanza a Portofino 25 q = giorni di vacanza a Portofino Appunti di Economia del Turismo 7 Dalla domanda individuale alla domanda collettiva o di mercato La domanda collettiva o di mercato è la somma di tutte le domande individuali di un dato bene o servizio turistico. Graficamente è data dalla somma orizzontale delle curve di domanda individuali. Ciò significa che per determinare la quantità di mercato per ogni dato prezzo si sommano i corrispondenti valori riportati sull’asse delle ascisse delle curve di domanda individuali. Per semplicità consideriamo le domande di vacanza in Costa Azzurra da parte di 2 turisti, supponiamo che al prezzo di 200 Figura 7 Domande individuali Domanda del turista 1 Domanda del turista 2 p p 200 € 200 € 3 38 q = giorni di vacanza in Costa Azzurra 2 20 q = giorni di vacanza in Costa Azzurra euro al giorno il turista 1 è disposto a trascorrere 3 giorni di vacanza, mentre il turista 2, solo 2 giorni. Supponiamo inoltre che il turista 1 sceglierebbe di trascorrerebbe 38 giorni nella località marittima se potesse beneficiare di una vacanza gratis, mentre il turista 2 solo 20 giorni. La curva di domanda di mercato ottenuta dalla somma orizzontale dei due turisti è riportata nel seguente grafico. 26 Appunti di Economia del Turismo Figura 8 Domanda di mercato o collettiva di turismo p 200 € 5 58 q = giorni di vacanza in Costa Azzurra Analiticamente, se le domande individuali sono identiche fra loro la curva diretta di domanda di mercato è data dal prodotto del numero di turisti considerati per la singola domanda individuale. QD = (a - b P)*N dove N = numero totale di turisti consumatori Esempio: 1) Si supponga che 400 turisti identici abbiano la seguente curva di domanda individuale per granite qd = 16 – 2p, la funzione di domanda di mercato è data da Qd = (16 – 2P)*400 da cui Qd = 6400 – 800P. 27 Appunti di Economia del Turismo 8 La Curva d’Offerta Individuale La curva di offerta individuale indica la quantità di un bene o servizio che il produttore è disposto a vendere (qS) per ogni livello di prezzo che egli può ottenere sul mercato. Anche in questo caso si ipotizza una relazione lineare fra quantità offerta e prezzo, perciò la rappresentazione grafica è una retta (Figura 9). La curva ha pendenza positiva perché più alto è il prezzo, maggiore è la quantità che l’impresa desidera produrre e vendere. In altri termini, il produttore che vede salire il P del suo bene è stimolato ad offrirne di più sul mercato, per aumentare il suo guadagno e viceversa in caso di diminuzione del P. Figura 9 Curva d’offerta individuale p p2 p1 q1 q2 q La quantità offerta (qS) dipende dal prezzo di vendita per cui si può scrivere: qD = f (p) + (3) dato che la quantità offerta cresce al crescere del prezzo, si può dire che la quantità è una funzione crescente del prezzo. Un curva di offerta di tipo lineare può essere espressa analiticamente attraverso la seguente equazione: qS = c + d p 28 (4) Appunti di Economia del Turismo Essa rappresenta la curva di offerta diretta, ossia esprime la quantità offerta (qs) in funzione del prezzo di mercato. Il termine noto “c” può assumere valore negativo o può anche essere nullo. Nel primo caso avremo: qS = -c + d p (5) nel secondo: qS = d p (6) Infine, la funzione di offerta può avere la forma qS = c (7) che interpreta il caso in cui l’offerta rimane costante qualunque sia il prezzo praticato. La rappresentazione grafica della (4), (5), (6) e (7) è riportata in Figura 10. Figura 10 Diverse curve d’offerta p p 0 c q 0 Funzione di Offerta Diretta qS = c + d p q Funzione di Offerta Diretta qS = - c + d p p p 0 q 0 Funzione di Offerta Diretta qS = d p c q Funzione di Offerta qS = costante L’inclinazione della curva d’offerta diretta è data da: ∆q S =d ∆p 29 Appunti di Economia del Turismo Essa indica la reattività della quantità offerta alle variazioni di prezzo. Si noti che d è positiva perché fra quantità offerta e prezzo c’è una relazione positiva. La curva inversa di offerta grafica il prezzo in funzione della quantità offerta e, analiticamente, è espressa dalle seguenti equazioni ricavate rispettivamente dalla (4) (5) e (6): pS = -c/d + (1/d)qS pS = c/d + (1/d)qS pS = (1/d)qS E’ importante notare che c/d è il prezzo minimo a cui il venditore offre il suo prodotto. L’inclinazione della curva di offerta è data da: ∆p 1 = ∆q S d Esempio: Sia la funzione diretta di offerta data da qs = 60 + 3p, l’inversa è data da p = (qs – 60)/3 e quindi p = (qs/3) – 20, oppure se qs = p – 100, avremo p = qs + 100. Se inoltre la funzione di offerta diretta è qs = 7p, la funzione di offerta inversa è data da p = qs/7. Così si può avere qs = 8. 30 Appunti di Economia del Turismo 9 Spostamenti lungo la curva d’offerta e spostamenti della curva d’offerta Gli spostamenti lungo la curva d’offerta, così come già visto per la curva di domanda, sono dovuti esclusivamente alle variazioni di prezzo. Se il prezzo aumenta da p1 a p2, la quantità offerta aumenta da q1 a q2. Viceversa, se il prezzo diminuisce da p2 a p1, la quantità offerta diminuisce da q2 a q1. Figura 11 Spostamenti lungo la curva d’offerta p p2 p1 q1 q2 q Gli spostamenti della curva di offerta turistica sono possono essere influenzati da fattori quali: e) il costo dei fattori dell’impresa turistica. In generale, quando il prezzo dei fattori aumenta, l’offerta di beni e servizi turistici diminuisce per cui la sua curva di offerta traslerà a sinistra verso l’alto (Figura 12, A). Viceversa, una diminuzione del costo dei fattori farà aumentare l’offerta dell’impresa turistica e farà spostare la curva di offerta verso destra (Figura 12, B). f) Tecnologia. Un miglioramento del livello tecnologico a disposizione dell’impresa turistica farà aumentare l’offerta del bene turistico (Figura 12, B), mentre un livello tecnologico obsoleto ne contrarrà l’offerta (Figura 12, A). 31 Appunti di Economia del Turismo g) Aspettative. Se un’impresa turistica si aspetta un incremento del flusso turistico, nella sua località aumenterà l’offerta del prodotto turistico (Figura 12, B). In generale, aspettative positive fanno aumentare l’offerta (Figura 12, B), aspettative negative la fanno ridurre (Figura 12, A). h) Condizioni climatiche e ambientali. In generale, condizioni climatiche e ambientali positive fanno aumentare l’offerta (Figura 12, B), condizioni climatiche e ambientali negative la fanno ridurre (Figura 12, A). Figura 12 Spostamenti della curva d’offerta A) B) p p q= giorni di vacanza in Costa Azzurra 32 q= giorni di vacanza in Costa Azzurra Appunti di Economia del Turismo 10 Dall’offerta individuale all’offerta collettiva o di mercato L’offerta collettiva o di mercato è la somma di tutte le offerte individuali di un dato bene o servizio turistico. Graficamente è dato dalla somma orizzontale delle curve d’offerta individuali. Ciò significa che per determinare la quantità offerta di mercato per ogni dato prezzo si sommano i corrispondenti valori riportati sull’asse delle ascisse delle curve d’offerta individuali. Per semplicità si consideri l’offerta di vacanza in Costa Azzurra da parte di 2 imprese turistiche, si ipotizzi che Figura 13 Curve d’offerta individuali Offerta dell’impresa turistica 2 Offerta dell’impresa turistica 1 p p 700 € 700 € 40 € 30 € 6 4 q=giorni di vacanza in Costa Azzurra q=giorni di vacanza in Costa Azzurra ad un prezzo 700 euro l’impresa 1 sia disposta ad offrire 6 giorni di vacanza, mentre l’impresa 2, solo 4 giorni. Si supponga inoltre, che l’impresa 1 non offra alcunchè ad un prezzo di 30 euro, mentre l’impresa 2 non venda il suo prodotto ad un prezzo di 40 euro. 33 Appunti di Economia del Turismo La curva d’offerta di mercato è ottenuta dalla somma orizzontale delle due imprese ed è riportata nel seguente grafico. Figura 14 Curva d’offerta di mercato p 700 € 40 € 10 q = giorni di vacanza in Costa Azzurra Analiticamente se le curve d’offerta individuali sono identiche fra loro la curva di offerta di mercato è data dal prodotto del numero di imprese turistiche considerate per la singola offerta. QS = (c + d P)*N dove N= numero totale di imprese turistiche 34 Appunti di Economia del Turismo 11 L’equilibrio fra domanda e offerta L’equilibrio di libero mercato si realizza quando la domanda e l’offerta collettiva si uguagliano, ossia quando tutta la quantità di beni e servizi offerti soddisfa la domanda dei consumatori. Date la funzione di domanda diretta QD = a - b P e la funzione di offerta diretta QS = c + d P, l’equilibrio sul mercato è dato dall’intersezione fra domanda e offerta collettiva, è perciò possibile determinare la quantità d’equilibrio, Q* e il prezzo di equilibrio P* tramite la risoluzione del seguente sistema: QD = a - b P QS = c + d P QD=QS Il meccanismo di mercato agisce in maniera che i prezzi tendono ad aggiustarsi finchè non sia raggiunto l’equilibrio. Figura 15 Equilibrio fra domanda e offerta di mercato Prezzo unitario QS P1 Equilibrio P* P2 QD Quantità Q* Si supponga che il prezzo sia inizialmente superiore a quello di equilibrio, ad esempio al livello P1 rappresentato in Figura 15, nel mercato ci sarebbe eccesso di offerta, ossia i produttori offrirebbero più di quanto i consumatori siano disposti ad acquistare. A causa dell’accumulo di prodotto invenduto, i produttori sarebbero spinti a diminuire i prezzi l’intento di vendere l’eccedenza. Il processo continua fino a quando, il prezzo scende al livello di equilibrio. Se, ad esempio, in una nota località turistica il prezzo della granita artigianale fosse al 35 Appunti di Economia del Turismo di sopra dei quello di equilibrio, ciò potrebbe ridurre l’acquisto di granite artigianali da parte dei turisti a favore di quelle confezionate o di altri beni. In seguito all’accumulazione di scorte, e per stimolare la domanda di mercato, i venditori potrebbero decidere di ridurre progressivamente il prezzo del loro prodotto fino a portarlo a quello di equilibrio. Allo stesso modo, se il prezzo fosse al di sotto di quello di equilibrio, ad esempio ad un livello pari a P2, si genererebbe una carenza di produzione ed un eccesso di domanda poiché non tutti i consumatori verrebbero soddisfatti. Il meccanismo di aggiustamento dei prezzi prodotto dal libero mercato, di conseguenza, spingerebbe i prezzi verso l’alto fino al raggiungimento del livello di equilibrio. Per esercitarsi: 1. Data la funzione di domanda diretta QD = 800 - 4 P, dove P è il prezzo espresso in euro, determinare: i) ii) iii) iv) v) di quanto varia la quantità domandata quando il prezzo aumenta di un euro; il significato di 800; la funzione inversa di domanda; l’inclinazione della funzione di domanda inversa in valore assoluto; la rappresentazione grafica della funzione di domanda Data la funzione di offerta QS = -875 + 7 P, si indichi: vi) vii) viii) ix) x) xi) di quanto varia la quantità offerta quando il prezzo diminuisce di un euro; la funzione inversa di offerta; il prezzo minimo di offerta; l’inclinazione della funzione di offerta inversa in valore assoluto; il grafico della funzione di offerta; Determinare infine l’equilibrio di mercato. ♠ Risultati: i) la quantità diminuisce di 4; ii) la quantità massima richiesta dai consumatori quando il prezzo è zero; iii) P=200-0,25Q; iv) |-0,25|; vi) la quantità offerta diminuisce di 7; vii) P=125-1/7Q viii) 125 euro; ix) |-1/7|; 36 Appunti di Economia del Turismo 11.1 Equilibrio simultaneo su due mercati Si supponga ora di considerare simultaneamente due mercati, il mercato dei biglietti aerei (1) e il mercato dei giorni di vacanza a Parigi (2). Le corrispondenti funzioni di domanda e offerta diretta, ipotizzate lineari siano rispettivamente QD1 = 10 - P1 ; QD2 = 10 - 2P2 + P1 ; QS1 = 5 + 4P1 ; QS2 =5 + 4P2 +2P1. Per determinare l’equilibrio simultaneo sui due mercati è necessario trovare prima l’equilibrio del mercato per il bene 1 impostando il sistema a due equazioni e due incognite (QD1 e QS1) e sostituire le soluzioni trovate nel secondo sistema per il bene 2 in modo da trovare i due prezzi e quantità di equilibrio. Soluzione: QD1= QS1 10-P1= 5 + 4P1 => P1=1 e Q1=9 QD2= QS2 10 - 2P2 + P1=5 + 4P2 +2P1 sostituendo il valore di P1 e risolvendo per P2 si ottiene P2=2/3 e Q2=29/3. 37 Appunti di Economia del Turismo Esercizi Svolti I) La domanda settimanale individuale per lezioni di inglese durante una vacanza studio sia di 12 lezioni quando il prezzo è zero, e di zero lezioni quando il prezzo è 100 euro. 1) Determinare l’espressione algebrica della curva di domanda diretta ipotizzando che essa sia lineare: Sapendo che la curva di domanda diretta evidenzia la relazione esistente la quantità di lezioni di inglese domandata e il prezzo delle lezioni offerte si può calcolare la sua espressione algebrica: q=12-12/100p q=12-0,12p quando il prezzo a lezione è 0 la quantità domandata è 12, a un prezzo di mercato pari a 100 invece la quantità domandata è zero. 0,12 indica di quanto diminuisce la quantità domandata all’aumento unitario di prezzo. 2) Supponendo che gli studenti-turisti siano 200 e che le curve di domanda individuali siano identiche, determinare la curva di domanda collettiva e illustrarne il significato: La curva di domanda collettiva indica la relazione esistente fra la quantità totale di servizi domandati dai turisti studenti e il prezzo delle lezioni di inglese ipotizzando costanti i prezzi degli altri beni. Essa è pari alla somma orizzontale delle curve di domanda dei singoli individui. q=(12-0,12p)*200 => Q=2400-24P 3) Sia Qs = -1200+ 156P la curva di offerta di mercato, illustrarne il significato e indicare il prezzo minimo di offerta del corso di inglese: La curva di offerta collettiva mostra il legame fra la quantità totale di lezioni di inglese offerta dalle imprese e il prezzo delle lezioni stesse. Fino a quando il prezzo di mercato non supera 7,69, la quantità offerta è zero. 1/4 indica di quanto deve aumentare il prezzo per stimolare un aumento di una unità della quantità offerta. 38 Appunti di Economia del Turismo P 7,69 Q 4) determinare il prezzo e la quantità di equilibrio e rappresentarli graficamente: P 20 7,69 1920 Q L’equilibrio di mercato si ha quando la domanda collettiva uguaglia l’offerta collettiva, cioè quando QD=QS. Quantità e prezzo di equilibrio si ottengono risolvendo il sistema: QD=2400-24P QS=-1200+156P 2400-24P = -1200 + 156P 180P=3600 P*=20 Q*=1920 39 Appunti di Economia del Turismo II. La curva di domanda individuale di turismo calabrese sia lineare; la quantità domandata sia nulla quando il prezzo dei servizi turistici calabresi è 80 euro al giorno, e a 40 giorni all’anno quando il prezzo dei servizi turistici calabresi è zero. 1. a) Determinare l’espressione algebrica della curva di domanda individuale: nella formulazione diretta: QD = 40 – 0,5 P nella formulazione inversa:. P = 80 – 2Q 1.b) Quando il prezzo diminuisce di un euro, di quanto aumenta la domanda individuale di turismo calabrese? Quando il prezzo diminuisce da 80 a zero, la domanda aumenta da zero a 40; poiché la curva di domanda è lineare, quando il prezzo diminuisce di un euro, la domanda aumenta di 0,5 giorni di vacanza. 1.c) Di quanto deve diminuire il prezzo per far sì che la domanda individuale di turismo calabrese aumenti di un giorno di vacanza? Quando il prezzo diminuisce da 80 a zero, la domanda aumenta da zero a 40; poiché la curva di domanda è lineare, per far sì che la domanda individuale di turismo calabrese aumenti di un giorno di vacanza il prezzo deve diminuire di due euro. 1.d) Si supponga che i potenziali richiedenti di servizi turistici calabresi siano 20 milioni e che le curve di domanda individuali siano identiche. Quale sarebbe la quantità domandata di turismo calabrese se il suo prezzo fosse zero? 20.000.000 * 40 = 800.000.000 1.e) Di quanto aumenta la domanda collettiva di turismo calabrese quando il suo prezzo diminuisce di un euro? 0,5 * 20.000.000 = 10.0000.000 1.f) Scrivere l’espressione algebrica della curva di domanda collettiva o di mercato nella formulazione diretta QD = 800.000.000 – 10.000.000P 1.g) Ipotizzando che la curva di offerta sia Qs = -100.000.000 + 12.500.000P, determinare il prezzo di equilibrio del mercato. 40 Appunti di Economia del Turismo 800.000.000 – 10.000.000P = -100.000.000 + 12.500.000P => 22.500.000P = 900.000.000 => P = 900.000.000/22.500.000 = 40 1.h) Al prezzo 40, qual è la domanda di turismo calabrese ? QD = 800.000.000 – 10.000.000*40 = 400.000.000 1.i) Al prezzo 40, qual è l’offerta di turismo calabrese ? QS = - 100.000.000 + 12.500.000*40 = 400.000.000 1.l) Cosa accade se si impone un prezzo equilibrio? del 25% più alto di quello di Se si impone un prezzo pari a 40*1,25 = 50, la quantità domandata diventa: QD = 800.000.000 – 10.000.000*50 = 300.000.000 E la quantità offerta: QS = -100.000.000 + 12.500.000*50 = 525.000.000 Si ha quindi un eccesso di offerta pari a 525.000.000 – 300.000.000 = 225.000.000 41 Appunti di Economia del Turismo Per Esercitarsi Esercizio 1. La curva di domanda individuale di turismo toscano sia lineare; la quantità domandata sia pari a zero quando il prezzo dei servizi turistici toscani è di 200 euro al giorno, e pari a 60 giorni all’anno quando il prezzo dei servizi turistici toscani è zero. Illustrare l’espressione algebrica della curva di domanda individuale, nella formulazione diretta e in quella inversa, e rappresentarla graficamente. ♠ Risultati qD=60-(3/10)p e pD=200-(10/3)q Supponendo che i potenziali richiedenti di servizi turistici toscani siano 10 milioni e che le curve di domanda individuali siano identiche, determinare l’espressione algebrica della curva di domanda collettiva o di mercato, nella formulazione diretta e in quella inversa e rappresentarla graficamente. ♠ Risultati QD=600.000.000- 3.000.000P; e PD=200-0.0000003Q Ipotizzando che la curva di offerta sia; Ps = 20 + 0,0000001Qs, determinare l’equilibrio del mercato. Illustrare cosa accade se si impone un prezzo più alto o più basso di quello di equilibrio. ♠ Risultati Q*=3*108 e P*=110 Esercizio 2. La curva di domanda individuale di turismo calabrese sia lineare; la quantità domandata sia pari a zero quando il prezzo dei servizi turistici calabresi è 125 euro al giorno, e pari a 50 giorni all’anno quando il prezzo dei servizi turistici calabresi è zero. a) b) c) Determinare l’espressione algebrica della curva di domanda individuale: nella formulazione diretta e nella formulazione inversa; Quando il prezzo diminuisce di un euro, di quanto aumenta la domanda individuale di turismo calabrese? Di quanto deve diminuire il prezzo per far sì che la domanda individuale di turismo calabrese aumenti di un giorno di vacanza? Si supponga che i potenziali richiedenti di servizi turistici calabresi siano 25 milioni e che le curve di domanda individuali siano identiche, d) e) f) Qual è l’espressione algebrica della curva di domanda collettiva o di mercato nella formulazione diretta? Quale sarebbe la quantità complessivamente domandata di turismo calabrese se il suo prezzo fosse zero? Di quanto aumenta la domanda collettiva di turismo calabrese quando il suo prezzo diminuisce di un euro? 42 Appunti di Economia del Turismo Ipotizzando che la curva di offerta sia Qs = -250.000.000 + 18.000.000P, determinare il prezzo di equilibrio del mercato. g) h) i) Al prezzo di equilibrio, qual è la domanda di turismo calabrese ? Al prezzo di equilibrio, qual è l’offerta di turismo calabrese ? Cosa accade se si impone un prezzo del 20% più alto di quello di equilibrio? Esercizio 3. La domanda mensile per spettacoli cinematografici di ciascun turista sia 30 quando il prezzo è zero, e nulla quando il prezzo è 60 euro. Si chiede: a) l’espressione algebrica della curva di domanda nella sua formulazione diretta e inversa in ipotesi di linearità, b) la curva di domanda collettiva relativa a 20.000 turisti con domande individuali identiche, nella formulazione diretta e inversa, c) il prezzo e quantità di equilibrio in presenza di una curva di offerta di mercato descritta da Ps = 20 + 0,0004Q 43 Appunti di Economia del Turismo 12 Elasticità della domanda L’elasticità misura la sensibilità di una variabile rispetto ad un’altra. In particolare, indica la variazione percentuale di una variabile in risposta ad una variazione dell’1% di un'altra. Per l’analisi della domanda vengono adoperate più nozioni di elasticità e in relazione alla variabile di riferimento scelta, si individuano: l’elasticità della domanda rispetto al prezzo, l’elasticità della domanda rispetto al reddito e l’elasticità della domanda rispetto al prezzo di altri beni. L’elasticità della domanda rispetto al prezzo indica la reattività della quantità domandata a variazioni del prezzo e quindi permette di individuare la variazione % della quantità domandata di un bene in seguito a una variazione percentuale unitaria del prezzo di quel bene. La domanda di un bene è elastica se la quantità domandata reagisce più che proporzionalmente a variazioni del prezzo, cioè una diminuzione dell’1% del prezzo di un bene fa aumentare la domanda per quel bene più dell’1%; si dice anelastica se la reazione è meno che proporzionale. Indicando con Q e P rispettivamente la quantità e il prezzo, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo si può esprimere come: εp = % ∆Q % ∆P dove %∆Q è la variazione percentuale della quantità domandata e %∆P è la variazione percentuale del prezzo. Bisogna notare che la variazione percentuale di una variabile non è altro che la variazione ASSOLUTA di una variabile ( ∆Q e ∆P ) divisa per il suo livello iniziale (Q e P). Se ad esempio l’indice dei prezzi al consumo fosse uguale a 100 all’inizio dell’anno e aumentasse a 120 alla fine dell’anno, la variazione percentuale sarebbe 20/100=0,2 *100= 20%. Pertanto si può scrivere l’elasticità della domanda come: ∆Q εp = ∆Q P Q = ⋅ ∆P ∆P Q P L’elasticità rispetto al prezzo è di solito un numero negativo, perché quando il prezzo di un bene aumenta di solito la quantità domandata diminuisce. Per motivi di ordine pratico si considera il valore in modulo così che il campo di variazione dell’elasticità è 0 ≤ ε p ≤ ∞ . In quest’ambito i valori significativi sono: 44 Appunti di Economia del Turismo εp > -1 la domanda in quel punto è elastica rispetto al prezzo, ossia data una ∆% del prezzo del prodotto, la quantità reagisce più della ∆ di prezzo. εp < -1 la domanda è anelastica rispetto al prezzo, ossia la quantità domandata reagisce meno che proporzionalmente alle variazioni di prezzo. εp = -1 l' elasticità della domanda è unitaria. L’elasticità della domanda rispetto al prezzo dipende in primo luogo dal carattere dei beni e poi da una serie di altri elementi. 1) Beni di prima necessità e beni di lusso. I beni di prima necessità, quali pane, latte, tendono ad avere una domanda anelastica, ossia quando il prezzo di questi alimenti aumenta le persone non diminuiscono drasticamente il loro consumo. I beni di lusso, come il turismo, hanno una domanda elastica. Un aumento del prezzo farà ridurre significativamente la loro domanda. 2) Disponibilità di beni sostituti stretti Beni che hanno buoni sostituti tendono ad avere una domanda elastica, perché per il consumatore è facile sostituirli con altri beni che soddisfano il medesimo bisogno. Se il prezzo per fare vacanza in Italia aumentasse, i turisti preferirebbero cambiare meta rivolgendosi verso luoghi che offrono servizi di qualità a prezzi più bassi. Questo è quanto è avvenuto nel 2004 in Italia, il nostro Paese da quarta meta turistica è passata al quinto posto, soppiantata dalla Cina (WTO, 2006). 3) Orizzonte temporale Nel lungo periodo la domanda tende ad essere più elastica rispetto al breve periodo. Una ragione è che gli individui hanno bisogno di tempo per cambiare le loro abitudini riguardo ai consumi. Se, per esempio, il prezzo della benzina aumenta, la quantità domandata diminuisce di poco nei primi mesi, con l’andare del tempo poi i consumatori tendono a utilizzare auto a più bassi consumi o a privilegiare l’uso di mezzi pubblici. Un’altra ragione va ricondotta al fatto che la domanda di un bene (benzina) potrebbe essere legata alla quantità esistente di un altro bene (auto a basso consumo), quest’ultima per adattarsi alle nuove richieste di mercato ha bisogno di tempo. 45 Appunti di Economia del Turismo 4) Tipologia di mercato Un mercato delimitato in maniera netta tende ad avere una domanda più elastica di un mercato i cui confini sono più vaghi, perché è più semplice trovare dei sostituti a beni specifici. Ad esempio, il cibo ha una domanda anelastica, dal momento che non ha sostituti; i rigatoni al sugo hanno una domanda più elastica perché possono essere sostituiti da diversi primi piatti. 12.1 Inclinazione ed elasticità della domanda rispetto al prezzo C’è una relazione fra l’inclinazione della curva di domanda lineare e l’elasticità. L’inclinazione mette in rapporto la variazione di due variabili, mentre l’elasticità ne mette in relazione le variazioni percentuali. In effetti, l’inclinazione è anche una misura della reattività, ma la sua grandezza dipende dall’unità di misura della domanda e del prezzo. Il prezzo espresso in euro e sterline darebbe risultati differenti. La ∆% , invece, fa sì che l’elasticità sia indipendente dall’unità di misura adottata. Ep = ∆Q P ⋅ ∆P Q ↓ inclinazione curva di domanda Mentre l’inclinazione della curva di domanda lineare è costante, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo deve essere misurata in un punto particolare della curva di domanda perché essa varia lungo la curva. Ad esempio, si consideri la curva di domanda Q= 8 – 2 P Lungo questa curva l’inclinazione ∆Q/∆P è costante ed uguale a -2, mentre l’elasticità varia. Muovendosi, infatti, lungo la curva verso il basso, il rapporto P/Q diminuisce e quindi l’elasticità diminuisce in valore assoluto. Viceversa muovendosi verso l’alto il P aumenta e la Q diminuisce per cui il rapporto P/Q aumenta. Sapendo che Ep= -2 (P/Q), per Q=0 allora Ep= -infinito, per P=0 Ep= 0, per P=2 e Q=4 Ep = -1. 46 Appunti di Economia del Turismo Figura 16 L’elasticità lungo la curva di domanda P Ep=| -∞ | Q= 8 – 2 P Ep> | -1 | Ep= | -1 | 2 Ep< | -1 | Ep= 0 4 Q La Figura 17 mostra due curve di domanda che indicano diverse reazioni del mercato alle variazioni di prezzo. Per ogni combinazione di prezzo e quantità, quanto più ripida è la pendenza della curva, tanto meno elastica è la domanda, e viceversa. I prodotti dell’industria turistica attinenti alle vacanze sono associati a una curva di domanda elastica, dove un piccolo aumento di prezzo determina una grande diminuzione della domanda. Figura 17 Domanda elastica ed anelastica P P QD elastica Q QD anelastica Q 47 Appunti di Economia del Turismo Casi particolari si hanno quando la curva di domanda è infinitamente elastica e quando la curva è completamente anelastica. Figura 18 Domanda infinitamente elastica ed anelastica P P QD infinitamente elastica QD completamente anelastica P* Q Q* Q Con curve infinitamente elastiche vi è un unico prezzo P* al quale i consumatori saranno disposti ad acquistare quel bene; la domanda cade a zero persino al più piccolo aumento del prezzo al di sopra di tale livello, e per ogni diminuzione di prezzo, la quantità domandata cresce senza limiti. Con curve di domanda completamente anelastiche, i consumatori acquisteranno una quantità fissa Q*, qualunque sia il prezzo. Ritornando all’arco temporale è possibile tracciare le domande di breve e di lungo periodo che permettono a colpo d’occhio di vedere come l’elasticità della domanda rispetto al prezzo è maggiore nel lungo periodo. 48 Appunti di Economia del Turismo Figura 19 Elasticità di breve e lungo periodo P QD di breve periodo QD di lungo periodo Q L’elasticità della domanda rispetto al reddito è la variazione percentuale della quantità domandata Q in seguito a una variazione % unitaria del reddito R ∆Q εR = ∆Q R Q = ⋅ ∆R ∆R Q R Se l’elasticità rispetto all’elasticità di moneta è negativa ( ε R p 0 ), cioè le presenze turistiche diminuiscono all’aumentare del reddito, si dice che la località turistica offre un turismo inferiore. Se l’elasticità è positiva ( ε R f 0 ) il turismo è un bene normale, poiché le presenze aumentano con l’aumentare del reddito. In questo caso si deve distinguere se: a) 0 p ε R p 1 la domanda è anelastica dato che le presenze aumentano in maniera meno che proporzionale rispetto all’aumento del reddito; b) ε R f 1 la domanda è elastica perchè le presenze aumentano in maniera più che proporzionale rispetto all’aumento del reddito; questo è il caso delle località che offrono un turismo di lusso come la Costa Smeralda, Portofino o Capri. c) ε R = 1 la domanda ha elasticità unitaria dato che le presenze aumentano in maniera proporzionale rispetto all’aumento del reddito; 49 Appunti di Economia del Turismo Se l’elasticità è nulla ( ε R = 0 ) le presenze turistiche risultano indipendenti dalla disponibilità di reddito. In questo caso si può dire che il turismo sceglie una data località per abitudine e/o affezione. L’elasticità incrociata della domanda rappresenta la variazione percentuale della quantità domandata di un bene x per una variazione percentuale unitaria del prezzo di un altro bene y. ∆Q x ε x ,y = Qx ∆Q x Py = ⋅ ∆Py ∆Py Q x Py 50 Appunti di Economia del Turismo Per Esercitarsi Esercizio 1. Date le seguenti funzioni di domanda ed offerta diretta: Qd =140 – 2 P Qs = 30 + 3 P Si determini l’elasticità della domanda rispetto al prezzo, in valore assoluto nel punto di equilibrio. Determinare infine, il ricavo totale nel punto di equilibrio. ♠ Risultati Q*=96 e P*=22 Ed=0,46; Ric=2112 Esercizio 2. Data la funzione di domanda diretta Qd =300 – 1/2 P Si determinino il prezzo e la quantità per cui l’elasticità di domanda rispetto al prezzo è in valore assoluto pari a 2. ♠ Risultati Q*=100 e P*=400 Esercizio 3. La curva di domanda del mercato di coca cola è data da Qd = 3 – P. Determinare: (a) l’equilibrio di mercato (Q*,P*) quando la curva di offerta è data dalla funzione Qs= P; (b) il valore della elasticità della domanda in corrispondenza del prezzo di equilibrio P*; (c) il tipo di elasticità; (d) il ricavo totale corrispondente all’equilibrio di mercato. ♠ Risultati Q*=1,5 e P*=1,5 E=1, Elasticità unitaria, Ric=2,25 Esercizio 4. Rappresentare graficamente la seguente curva di domanda di servizi turistici toscani Qd =120 – 0,4 P, ricavare poi la curva di domanda inversa e calcolare il valore dell’elasticità della quantità domandata rispetto al prezzo (E) in corrispondenza dei seguenti valori P= 250; 150; 100. ♠ Risultati P=300 - 2,5Q E=5; 1; 0,5 51 Appunti di Economia del Turismo Esercizio 5. Rappresentare graficamente la seguente curva di domanda di servizi turistici toscani Qd =140 – 0,5 P, ricavare poi la curva di domanda inversa e calcolare il valore dell’elasticità della quantità domandata rispetto al prezzo (E) in corrispondenza dei seguenti valori P= 200; 140; 100. ♠ Risultati P=280 - 2Q E=2,5; 1; 0,56 Esercizio 6. Rispondi alle seguenti domande a) Se l’elasticità ha valore superiore a uno, la domanda è elastica o anelastica? b) Se l’elasticità ha valore zero, la domanda è perfettamente elastica o perfettamente anelastica? c) L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è superiore nel breve o nel lungo periodo? Perché? 52 Appunti di Economia del Turismo 13 Offerta, Domanda e Politica Economica Come già visto i mercati sono spesso uno strumento efficiente per organizzare l’attività economica. Essi se lasciati liberi di funzionare permettono il raggiungimento dell’equilibrio grazie al meccanismo dei prezzi. I prezzi, infatti, dal momento che sono il risultato delle decisioni dei consumatori e produttori si aggiustano sempre in modo tale da bilanciare la domanda e l’offerta di mercato. Tuttavia, eventi di varia natura influenzano domanda e offerta, facendo variare di conseguenza quantità e prezzo di equilibrio. Si profila, dunque, un possibile intervento dello Stato nel sistema economico. Lo Stato interviene nel mercato attraverso provvedimenti di Politica Economica con l’obiettivo di stimolare e di produrre effetti benefici per il Paese. Tra gli economisti ci sono pareri discordi sulla necessità dell’interveto dello Stato nell’economia e sul ruolo della politica economica. Secondo i classici il mercato è scevro da inefficienze o rilevanti imperfezioni. Queste ultime se si verificano hanno carattere di temporaneità e sono in ogni caso superabili, per cui lo Stato deve astenersi da ogni azione di ingerenza economica. L’argomentazione moderna ammette che il mercato produce imperfezioni che comportano costi sociali, ma si sostiene anche che lo Stato stesso non è scevro da imperfezioni, per cui il costo sociale dell’intervento può essere superiore a quello che si ha conservando il libero operare del mercato. Questa interpretazione mette in evidenza l’inefficienza della correzione. Secondo le due visioni lo Stato deve avere carattere MINIMALE, cioè deve limitarsi ai compiti minimi garantendo giustizia, difesa e diritti. La tesi secondo cui lo Stato deve avere un ruolo minimale ebbe grande impulso a partire dagli anni ‘80, soprattutto ad opera di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, che sostennero il disimpegno dello Stato dall'economia, la privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore e la fine di ogni chiusura doganale (neoliberismo). I sostenitori del neoliberismo, sostengono che favorendo la libertà di mercato si ha una generale crescita dell'economia in termini di PIL e di livello di scambio tra paesi lontani; questo processo porterebbe verso un livello di benessere sempre maggiore per tutti. Ciò sembra provato dalla notevole crescita economica registrata negli Stati che hanno adottato questa politica, prima fra tutti gli Stati Uniti, e dal collasso delle economie pianificate, la vecchia Unione Sovietica e i Paesi dell’Est. Le tesi neoliberiste sono state di recente supportate dalle principali organizzazioni internazionali (Banca mondiale, WTO, FMI) affinché molti paesi del Terzo Mondo - dal Myanmar al Pakistan - e dell'Europa centro-orientale adottino sistemi in cui lo Stato non abbia alcuna ingerenza nella vita economica. Un’ulteriore visione è l’argomentazione keynesiana o post-keynesiana che postula la necessità degli interventi di politica economica da parte dello Stato in 53 Appunti di Economia del Turismo quanto il mercato può fallire e quindi non allocare in modo ottimale le risorse o giungere a soluzioni inique. L’intervento dello Stato nell’economia può a volte annullare gli impulsi che, normalmente guidano l’allocazione efficiente delle risorse. Analizziamo, quindi, gli effetti provocati da alcuni tipi di provvedimenti di politica economica in un libero mercato concorrenziale. 14 I Prezzi regolamentati Una forma di intervento dello Stato nell’economia è il controllo dei prezzi di beni e servizi. I prezzi dei prodotti o dei servizi, infatti, possono essere regolamentati o non regolamentati: sono regolamentati quando esiste una legge che stabilisce una fascia di fluttuazione entro cui possono variare; non sono regolamentati quando, in seguito all’interazione tra domanda e offerta, si aggiustano liberamente in modo tale da determinare un prezzo per il quale la quantità domandata dai consumatori coincide con la quantità offerta dai produttori (il prezzo di equilibrio di libero mercato). I prezzi dei beni possono essere regolamentati attraverso l’emanazione di provvedimenti di politica economica che stabiliscono: - un vincolo superiore di prezzo (“pavimento di prezzo”) al quale un bene può essere venduto; - un vincolo inferiore di prezzo (“tetto di prezzo”) al quale un bene può essere venduto. L’argomentazione a favore del controllo dei prezzi nel settore turistico è espressa in termini di promozione della crescita dell’industria turistica e prevenzione dello sfruttamento monopolistico dei turisti attraverso la richiesta di prezzi superiori a quelli dovuti, una pratica che può danneggiare la reputazione della destinazione turistica. In Italia alcuni esempi di prezzi regolamentati sono dati dai beni di prima necessità quali il pane e il latte, esempi di prezzi non regolamentati sono il prezzo dei biglietti aerei (nel 2004 hanno registrato un aumento del +16,8%), i tabacchi (+9,8%); le parcelle degli avvocati (+18,1%). 15 Pavimento di Prezzo Poiché i consumatori di un bene desiderano sempre un prezzo più basso e i produttori un prezzo più alto, i loro interessi divergono. Se i consumatori sono in grado di esercitare una pressione politica superiore, il governo varerà un provvedimento per determinare un vincolo di prezzo inferiore a quello di equilibrio, così che il prezzo del bene non può salire oltre una data soglia (tetto 54 Appunti di Economia del Turismo di prezzo). Se invece i produttori fossero più influenti, o lo Stato volesse proteggere un particolare settore, il provvedimento governativo determinerebbe un vincolo superiore di prezzo. Iniziamo ad occuparci di quest’ultimo caso. Supponiamo che lo Stato intervenga in modo da favorire la produzione di un bene, ad esempio il tartufo di Pizzo, fissando un prezzo al di sopra del prezzo di equilibrio tra domanda e di offerta. Il prezzo così fissato costituisce il pavimento di prezzo, cioè il prezzo legale al di sotto del quale non si può scendere. Figura 20 Pavimento di prezzo: il caso del tartufo di Pizzo P P’ P* 0 Q’ Q* Q^ Q Un esempio efficace di pavimento di prezzo è rappresentato dalle leggi sul salario minimo che stabiliscono il prezzo più basso – legalmente ammesso – della manodopera. La parte sinistra della Figura 21 descrive il mercato del lavoro di un dato settore, ad esempio il trasporto aereo: i lavoratori stabiliscono l’offerta di lavoro mentre le imprese determinano la domanda. In assenza di interventi governativi, il salario W, si aggiusta in modo tale che la quantità offerta sia uguale alla quantità domandata. 55 Appunti di Economia del Turismo Figura 21 Mercato del lavoro del settore del trasporto aereo Mercato non regolamentato Mercato regolamentato Nella parte destra della Figura 21 si descrive invece un mercato del lavoro nel quale viene imposto un livello minimo di salario: se il salario minimo è superiore a quello di equilibrio, l’offerta di lavoro è in eccesso rispetto alla domanda: il risultato è la disoccupazione. In un dato settore o di una data area, il salario minimo aumenta la retribuzione di chi ha un lavoro, ma annulla il reddito di coloro che non hanno un lavoro e non riescono a trovarne. In particolare, i lavoratori più qualificati ed esperti non sono influenzati dalla legge sul salario minimo, poiché le loro retribuzioni di equilibrio sono molto più elevate del limite inferiore e dunque, per tali categorie di lavoratori, il limite non è vincolante. Il salario minimo ha maggiori effetti sui giovani, soprattutto su quelli in cerca di prima occupazione. La retribuzione di equilibrio di questi ultimi tende a essere bassa perché essi rappresentano la categoria meno qualificata ed esperta della forza lavoro; in aggiunta, spesso sono disponibili ad accettare salari bassissimi, pur di essere acquisire esperienze a svolgere una mansione e, quindi, riuscire a qualificarsi. 56 Appunti di Economia del Turismo Vediamo come si determina l’equilibrio di mercato in presenza di un pavimento di prezzo nel seguente esempio Esempio: Data la funzione di domanda diretta Qd = 400 – 4P e la funzione di offerta diretta Qs = 40 + 2P si calcoli l’equilibrio del mercato e come esso vari se lo Stato stabilisca un prezzo del 10% al di sopra di quello di equilibrio. ALGORITMO DI RISOLUZIONE: 1. Si calcola l’equilibrio tra domanda ed offerta tramite la soluzione del sistema: ⎧⎪Q d = a − bP ⎨ s ⎪⎩Q = c + dP 2. Si trova il nuovo prezzo dopo l’imposizione del pavimento di prezzo P’: P’ = P* + aP* dove a è la percentuale dell’incremento di prezzo di equilibrio di libero mercato 3. Si calcola il nuovo equilibrio in presenza di pavimento di prezzo con la regola del ‘lato corto’ l’equilibrio è dato da P’ e Q’, con Q’ la quantità domandata in corrispondenza di P’ (Figura 20). 4. Si trova infine l’eccesso di offerta in corrispondenza del pavimento di prezzo, che lo Stato poi comprerà come acquirente di ultima istanza 57 Appunti di Economia del Turismo Soluzione: 1. L’equilibrio del mercato si ottiene risolvendo il sistema: ⎧⎪Q d = 400 − 4P ⎨ s ⎪⎩Q = 40 + 2P Per Qd = Qs, 400 – 4P = 40 + 2P, si ottiene P* = 360/6 = 60 e Q* = 160. 2. Con un pavimento di prezzo del 10% si otterrà P’ = 0.1P* + P* = 60 + 0.1(60) = 66. 3. L’equilibrio dopo l’intervento dello Stato è P’ = 66 e Q’ = 136, dove la quantità di equilibrio è fissata con la così detta regola del ‘lato corto’: Q’ = 400 – 4(66) = 136. 4. L’eccesso di offerta sarà pari a 172-136. 172 è la quantità che i venditori offrono in presenza di pavimento di prezzo, Q^ = 40 + 2(66) = 172 Figura 22. Figura 22 Rappresentazione grafica dell’esercizio sul pavimento di prezzo P Eccesso di Offerta E P’ = 66 P* = 60 0 Q’ = 136 Q* = 160 Q^ = 172 Q In corrispondenza del prezzo P’, si ha un eccesso di offerta dato da Q^ - Q’ = 172 – 136 = 36. Lo Stato si propone come acquirente di ultima istanza, acquistando l’eccesso di offerta. 58 Appunti di Economia del Turismo 16 Tetto di Prezzo Il Tetto di Prezzo è un limite posto dallo Stato tale che esso risulti inferiore rispetto a quello di equilibrio di mercato Poiché il prezzo è più basso di quello di equilibrio si viene a determinare un eccesso di domanda rispetto all’offerta. Si determina così sul mercato una scarsità del bene perciò alcuni individui che vorrebbero acquistare il prodotto non possono farlo. In presenza di scarsità del bene si verifica qualche forma di razionamento. Il meccanismo di razionamento più tipico è la “coda”, riesce ad approvvigionarsi solo chi è disposto a mettersi in fila presto ed aspettare per ottenere il bene. Si noti che sebbene il tetto di prezzo viene fissato per favorire i consumatori non tutti ne traggono vantaggio: alcuni riescono ad acquistare il bene a prezzi bassi anche se a costo di lunghe attese in coda, altri non riescono affatto ad acquistare il prodotto (esempi: code al distributore di benzina in USA per le leggi che regolavano la benzina, e code per comprare i beni di prima necessità in Russia). Figura 23 Tetto di prezzo P P* P’’ 0 Q’’ Q* Q^ Q Un altro esempio di tetto di prezzo è rappresentato dall’equo canone, questo ha lo scopo di controllare i canoni di locazione degli immobili per rendere le spese di affitto meno onerose. Sebbene le autorità pubbliche hanno intenti apprezzabili nell’adottare tali provvedimenti, gli obiettivi che con essi si raggiungono non sempre sono quelli desiderati. È indispensabile individuare gli effetti di breve da quelli di lungo periodo indotti dalle leggi sull’equo canone. 59 Appunti di Economia del Turismo Figura 24 Effetti di breve e lungo periodo dell’equo canone Osservando la Figura 24 si vede che se il canone di affitto viene portato ad un prezzo più basso del prezzo di equilibrio, in concomitanza si genera sul mercato una carenza di abitazioni da dare in affitto. Confrontando i due diagrammi si rileva che nel breve periodo la carenza è limitata, mentre nel lungo periodo essa è molto marcata. Nel breve periodo la domanda e l’offerta sono anelastiche, infatti le persone in cerca di appartamenti sono relativamente poco sensibili al canone di locazione e i proprietari di appartamenti hanno bisogno di tempo per adeguarsi alle nuove condizioni del mercato. Nel lungo periodo, invece, l’abbassamento del canone porta i proprietari di immobili a ridurre l’offerta, mentre spinge la domanda di locazione a crescere. Il risultato dell’intervento Statale, contrario sicuramente alle aspettative del policy maker, comporta quindi una carenza di appartamenti disponibili. Esempio: Data la funzione di domanda diretta Qd = 600 –2P e la funzione di offerta diretta Qs = 300 + P. Determinare l’equilibrio del mercato e l’effetto della introduzione di un tetto di prezzo pari al 10% in meno rispetto al prezzo di equilibrio iniziale. 60 Appunti di Economia del Turismo ALGORITMO DI RISOLUZIONE: 1. Si calcola l’equilibrio tra domanda ed offerta tramite la soluzione del sistema: ⎧⎪Q d = a − bP ⎨ s ⎪⎩Q = c + dP 2. Si trova il nuovo prezzo dopo l’imposizione del tetto di prezzo P’: P’’ = P* + aP* dove a è la percentuale della riduzione di prezzo di equilibrio di libero mercato 3. Si calcola il nuovo equilibrio in presenza di pavimento di prezzo con la regola del ‘lato corto’ l’equilibrio è dato da P’’ e Q’’, con Q’’ la quantità domandata in corrispondenza di P’ (Figura 20). 4. Si trova infine l’eccesso di domanda in corrispondenza del tetto di prezzo Soluzione: 1: L’equilibrio iniziale si ottiene risolvendo il sistema: ⎧⎪Q d = 600 − 2P ⎨ s ⎪⎩Q = 300 + P 600 – 2P = 300 + P otteniamo P* = 300/3= 100 e Q* = 400. 61 Appunti di Economia del Turismo Figura 25 Rappresentazione grafica dell’esercizio tetto di prezzo P P* = 100 P’’ = 90 0 Q’’ = 390 Q* = 400 Q^ = 420 Q 2: Con un tetto di prezzo del 10% inferiore del prezzo di equilibrio, si avrà P’’ = 100 - 0.1(100) = 90. 3: In corrispondenza di tale prezzo la quantità offerta è Q’’ = 300 + 90 = 390. L’equilibrio, dopo l’ intervento dello Stato, è dato, tramite la regola del ‘lato corto’, da P’’ = 90 e Q’’ = 380. 4: L’ eccesso di domanda è 420 – 380 = 40 62 Appunti di Economia del Turismo Esercizio svolto Il numero di bottiglie Chardonnay richieste all’anno è QD = 1.000.000 –60.000 P, dove P è il prezzo per bottiglia in euro. La quantità offerta è QS = 40.000P. Determinare: a) La funzione inversa di domanda e di offerta; 1.000.000 1 − ⋅ QD 60.000 60.000 domanda P= => P = 16 ,7 − 0 ,000016 ⋅ QD P= 1 ⋅ QS funzione inversa di domanda 40.000 b) Quantità e prezzo di equilibrio; funzione inversa di QD=QS => 1.000.000 –60.000 P = 40.000 P => P* = 10 Q* = 400.000 c) L’elasticità della domanda rispetto al prezzo nel punto di equilibrio di mercato e specificarne il tipo; εp = ∆Q P 10 ⋅ => ε p = −60.000 ⋅ ε p = −1,5 ∆P Q 400.000 d) Il ricavo nel punto di equilibrio; R= P*Q = 10*400.000 = 4.000.000 Supposto che il governo introduca un vincolo di prezzo superiore a quello di equilibrio del 20%. Determinare: e) Il valore del nuovo prezzo regolamentato; 20 = 2 = > prezzo regolamentato è 10+2=12 il 20% di 10 è 10 ⋅ 100 63 Appunti di Economia del Turismo Eccesso di offerta 12 10 280 000 400 000 f) 480 000 600 000 Q Il nuovo equilibrio sub-ottimale rispetto all’equilibrio di concorrenza perfetta; P = 12 sostituendo P nella funzione di domanda otteniamo Q = 280.000 g) L’eventuale eccesso di offerta o eccesso di domanda; Si verifica un eccesso di offerta pari a 480.000-280.000= 200.000 h) Perché l’intervento dello Stato riduce la felicità della collettività; Calcolare l’elasticità nel nuovo punto di equilibrio sub-ottimale e il corrispondente ricavo. 12 ∆Q P εp = ⋅ ε p = −60.000 ⋅ = −2.57 280.000 ∆P Q i) R= P*Q = 12*280.000 = 3.360.000 Come si nota il ricavo in caso di prezzo regolamentato risulta inferiore a quello in libera concorrenza. 64 Appunti di Economia del Turismo Per esercitarsi Esercizio 1. Le funzioni di domanda e offerta aggregate di un mercato perfettamente concorrenziale sono date, rispettivamente,da Q = 30 – P e Q = P. Determinare l’equilibrio del mercato e l’eccesso di offerta conseguente alla introduzione di un pavimento di prezzo (P’) pari al 20% superiore del prezzo di equilibrio (P*). Calcolare infine, il ricavo totale in equilibrio concorrenziale e in caso di prezzo regolamentato. Discutere i risultati ♠ Risultati Q*=15 e P*=15 P’=18 e Q’=12; eccesso d’offerta=6; Ricconcor=225, Ricregol=216 Esercizio 2. Le funzioni di domanda e offerta aggregate di un mercato perfettamente concorrenziale sono date, rispettivamente,da Q = 12 – P e Q = 2P. Determinare l’equilibrio del mercato e l’eccesso di domanda conseguente alla introduzione di un tetto di prezzo pari al 50% inferiore del prezzo di equilibrio. ♠ Risultati Q*=8 e P*=4 P’’=2 e Q”=4; eccesso di domanda=8 Esercizio 3. Rispondere alle seguenti domande: a) Che cosa produce la carenza di un bene e cosa provoca un’eccedenza? b) Perché molti economisti si oppongono alle politiche di regolamentazione dei prezzi? c) Cos’è il salario minimo e perché produce disoccupazione? d) Fate qualche esempio di prezzi regolamentati in Italia. 65