Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 101 Abruzzo TRACCE STORICHE La Preistoria Il Paleolitico e il Mesolitico Le glaciazioni influirono profondamente sugli insediamenti umani in Abruzzo: esse resero infatti a lungo inabitabili le zone interne, limitando il popolamento alle colline prossime al mare. Il Paleolitico inferiore è, così, documentato soprattutto nella Valle del Vibrata, nell’estremo nord della regione, in stazioni poste intorno ai 200 metri di altitudine che risalgono a 350-300 mila anni fa: una testimonianza assai significativa di questa cultura preistorica è quella costituita dalle amigdale ritrovate presso Corròpoli (Teramo). Nell’interno, invece, l’unico insediamento importante sembra quello di Pòpoli (Pescara), ai margini della Conca Peligna, anticamente occupata da un lago e per questo forse più favorevole allo stanziamento di gruppi umani. L’arretramento dei ghiacciai prima dell’ultima glaciazione (quella di Würm) consentì ai cacciatori di risalire verso quote più elevate e di utilizzare come ripari le grotte, anziché le tende di pelli del periodo precedente. Si sono ritrovate tracce di queste attività ad altitudini notevoli, come sulla Maiella, a 2050 metri di quota, e nella Conca della Maielletta, a 1662 metri. Con l’ultima glaciazione (Paleolitico superiore), si ebbe un ritiro degli insediamenti verso quote più modeste; in questo periodo è documentata la comparsa dell’Homo sapiens, specie umana con abitudini di vita regolari, scandite da spostamenti dettati dalle stagioni e non più dall’irregolare nomadismo. Il più antico insediamento di questo tipo è quello di Campo delle Piane, presso Montebello sul Sangro (Chieti), mentre le valli del Pescara e del Sangro furono le 왘 Manufatti in bronzo e bucchero rinvenuti nella necropoli di Campovalano. Oggetti come questi consentono di fare luce sulla vita e la cultura artistica delle antiche popolazioni italiche stanziate in Abruzzo. direttrici lungo le quali l’Homo sapiens penetrò nell’interno della regione, fnendo per creare un gran numero di stanziamenti in grotte ai margini del lago del Fùcino, oggi prosciugato. All’inizio del Mesolitico (13 000 anni fa) il Fùcino ospitò una civiltà simile a quella di Crô-Magnon, caratterizzata da insediamenti stabili e da un’attività di raccolta di vegetali che cominciarono a integrare la dieta a base di carne. Il Neolitico La cultura neolitica si difuse in Abruzzo circa 6500 anni fa, con lo sviluppo dell’agricoltura, dell’allevamento e della ceramica. Gli scavi che testimoniano questa fase sono quelli del villaggio Leopardi, presso Penne (Pescara), e della valle dell’Orta. L’insediamento più importante è tuttavia quello di Rìpoli, presso Corròpoli, risalente a 5000 anni fa, espressione di una civiltà attestata anche in altre zone della penisola (dalla Campania all’Emilia) e probabilmente dedita a forme di commercio. Circa 4500 anni fa si ebbe un’invasione di popolazioni egeo-anatoliche, dedite alla pastorizia e conoscitrici delle tecniche dell’estrazione e della lavorazione dei metalli. La fusione con le genti indigene le portò ad abbandonare, in parte, la loro specializzazione artigianale e le indusse a dedicarsi all’agricoltura, come è attestato nel villaggio di Ortucchio, nella zona del Fùcino. Soltanto nell’età del bronzo si organizzò davvero l’allevamento basato sulla transumanza; insediamenti databili a quest’epoca sono stati rinvenuti nella valle del Vibrata e in quella di Varri, presso Carsòli, oltre che a Collelongo, nella Marsica. Una nuova ondata migratoria, questa volta da nord, si ebbe nel 1300 a.C., quando genti della civiltà delle terremare crearono una civiltà agri- amigdale pietre appositamente scheggiate, a forma di grande mandorla, usate nel Paleolitico inferiore come armi e come strumenti di lavoro, sfruttandone l’affilatura dei bordi taglienti. Crô-Magnon il cosiddetto “uomo di CrôMagnon” è vissuto nel Pleistocene superiore ed è ritenuto l’artefice dei magnifici complessi di graffiti colorati di Lascaux, in Francia, e di Altamira, in Spagna. Egli prende il nome dalla località Crô-Magnon, in Dordogna, dove i suoi resti sono stati identificati per la prima volta nel 1868. terremare resti di villaggi agricoli preistorici risalenti alla media e tarda età del bronzo (1600-1200 a.C.), così denominati da “terra mara” (o “terra marna”), monticelli di terreno ricco di sostanze organiche, cocci di vasi e ossa di animali, che i contadini dell’Ottocento sfruttavano come deposito di fertilizzante e che solo in seguito si scoprirono essere siti archeologici di grande importanza. Lo sfruttamento ottocentesco di questi siti li ha purtroppo fortemente danneggiati, rendendo più difficile il lavoro di ricostruzione storica degli archeologi. 101 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 102 Abruzzo colo-pastorale (di cui si sono rinvenute tracce a Tortoreto, a Montebello sul Sangro, a Bolognano e nel Fùcino), oltre che insediamenti estivi di pastori sul Gran Sasso. L’età del ferro Nell’età del ferro sono ben ri- conoscibili, in Abruzzo, le caratteristiche della civiltà picena che estendeva la sua infuenza dalle Marche fno ai confni con il Molise, come dimostra la necropoli di Alfedena (L’Aquila), che ha restituito centinaia di tombe. Il carattere aspro del territorio abruzzese ha di certo creato i presupposti per un parziale isolamento di singoli gruppi, che svilupparono, con il passare del tempo, caratteristiche diferenti. Numerose tribù si spartivano la superfcie del territorio che oggi chiamiamo Abruzzo: i Vestini nell’area tra i torrenti Aterno, Pescara e Fino; i Peligni nella conca di Sulmona; i Marsi e gli Equi afacciati sul Fùcino; i Pretuzi lungo il litorale nord; i Marrucini nella zona dell’attuale Chieti e i Frentani a sud. La maggiore divinità di tutti costoro era la dea italica Cerere, nume tu왘 Il Guerriero di Capestrano, la statua in pietra di grandi dimensioni, risalente al VI secolo a.C., che costituisce una delle testimonianze maggiormente significative dell’arte delle antiche popolazioni italiche. 102 telare delle messi, come si conviene a popoli la cui sopravvivenza è afdata all’agricoltura. Importanza crescente acquisì la pratica della transumanza che, oltre ad assicurare foraggio costante alle mandrie, consentiva anche scambi culturali tra le popolazioni della costa e dell’interno. L’età antica Le lotte tra Romani e Sanniti e la fondazione delle colonie A partire dalla seconda metà del VI secolo a.C., le tribù abruzzesi furono sempre più spesso coinvolte nella lotta feroce che opponeva Romani e Sanniti. Già gli Equi avevano combattuto Roma in alleanza con i Volsci, ma ben presto tutte le popolazioni della regione scesero in campo contro Roma, comune nemico, soprattutto dopo l’entusiasmo anti-romano suscitato dalla vittoria sannita del 321 a.C. alle Forche Caudine, presso Benevento. Quando però i Romani ripresero il sopravvento e costrinsero i rivali alla resa, le tribù abruzzesi si allearono con i vincitori. Gli Equi ospitarono sul loro territorio le colonie romane di Carseoli (l’attuale Carsòli) e di Alba Fucens. Una nuova guerra sannitica (la terza) si concluse con un’ulteriore, anche se non decisiva, vittoria romana e poco dopo (290 a.C.) un’altra colonia fu fondata in territorio abruzzese: si trattava di Hadria, l’attuale Atri, nel paese dei Pretuzi. La romanizzazione fu lenta, poiché a lungo Roma rifutò di concedere la cittadinanza alle popolazioni abruzzesi che, pure, le restarono fedeli durante la calata di Annibale in Italia. La decisione dei Romani di confscare una parte delle terre abruzzesi per donarle ai veterani latini creò un difuso malcontento tra la popolazione locale, che esplose nell’aperta ribellione generale del 91 a.C. La confederazione italica, che si formò in questa occasione, pose la propria capitale a Corfnium, nel territorio dei Peligni, lungo la via Claudia Valeria che era stata la prima e principale strada romana nella regione e che collegava Roma a Pescara valicando i monti dell’Appennino. Le operazioni militari furono caute da entrambe le parti e la guerra si risolse attraverso trattative che fnirono per riconoscere la cittadinanza romana a tutti i popoli italici. Iniziava in questo modo un lungo periodo di pace, estremamente propizio allo sviluppo della transumanza; tale fenomeno assunse un’im- Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 103 Abruzzo 왗 Rilievo di età augustea raffigurante una scena agropastorale rinvenuto a Sulmona. portanza talmente grande da interessare anche la legislazione romana: fu emanata un’apposita lex agraria, sia per regolare la tassazione lungo il percorso per l’uso dei pascoli diventati demaniali dopo la conquista, sia per dirimere le frequentissime controversie tra pastori e agricoltori sedentari, innescate dagli inevitabili sconfnamenti del bestiame transumante nei terreni coltivati. Con la suddivisione augustea l’Abruzzo fu inserito nella Regio IV Sabina et Samnium e la sua storia non si distinse da quella dell’Impero fno all’epoca della sua caduta, quando soprattutto i territori lungo la costa conobbero il passaggio di tutte le popolazioni barbariche che percorsero la penisola e il generale clima di incertezza pose fne alla secolare pratica della transumanza. Il Medioevo Longobardi e Franchi I Longobardi, negli an- ni del loro dominio in Italia (VI-VIII secolo), divisero il territorio abruzzese tra il ducato di Spoleto, a nord, e il ducato di Benevento a sud. Dopo aver abbattuto il regno longobardo, i Franchi crearono la vasta contea di Marsia allo scopo di contenere eventuali minacce da sud, specialmente a opera dei Saraceni che avevano, a quel tempo, il controllo dei mari: dal IX all’XI secolo l’Abruzzo rivestì dunque il ruolo di avamposto della feudalità di origine carolingia. La conquista normanna e l’annessione al Regno di Napoli Nel 1143 l’Abruzzo fu con- quistato dai Normanni e incorporato in quel Regno di Napoli che, pur passando sotto varie dinastie reali, non doveva più disgregarsi per settecento anni. La continuità istituzionale consentì il ricrearsi delle condizioni necessarie alla transumanza e tale fenomeno divenne anzi uno dei perni dell’economia dell’intera area sudadriatica, con la produzione e la commercializ- zazione di ingenti quantità di lana, assai richiesta dalla forida industria tessile che si andava sviluppando in tutta Europa. Dalla dinastia normanna degli Altavilla il regno passò per matrimonio a Federico II di Svevia e, dopo drammatiche vicende, a Carlo (e poi a Roberto) d’Angiò. Nel XIII secolo si ebbe la rapida crescita della città di Aquila che estese la sua infuenza al punto da diventare la seconda città del Regno, dopo Napoli. 왔 Boccale in forma di animale, prodotto da artigiani longobardi nel VII secolo d.C. e conservato a Roma, presso il Museo dell’Alto Medioevo. PERCORSO ARCHEOLOGICO E ARTISTICO Le tracce di epoca pre-romana Molte delle costruzioni delle tribù italiche precedenti all’occupazione romana sono state inglobate in opere successive e non risultano più leggibili. Si sono conservate quelle rimaste all’esterno dei municipi romani: a sud-ovest di Sulmona (L’Aquila), sul monte Mitra, si possono osservare i resti di mura megalitiche, attribuite alla popolazione preromana dei Peligni, mentre a Schiavi d’Abruzzo (Chieti) due templi italici sono databili, con buona approssimazione, tra la fne del II secolo a.C. e l’inizio del successivo. I monumenti di età romana Del periodo ro- mano rimangono molte e importanti vestigia. Chieti era, infatti, la romana Teate e ha conservato i templi del I secolo a.C., il criptoportico, le terme con una grande cisterna scavata nel tufo e il teatro. A Teramo (un tempo Interamna Praetutiorum) è possibile osservare il teatro romano del I secolo d.C. e l’anfteatro, mentre Sulmona (l’antica Sulmo), patria del poeta romano Publio Ovidio Nasone (I secolo a.C.-I secolo d.C.), conserva la cinta muraria e, alle falde del monte Morrone, quanto resta del santuario di Ercole Curino, del I secolo a.C. 103 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 104 Abruzzo 왘 Il teatro della cittadina romana di Alba Fucens, fondata come colonia latina alla fine del IV secolo a.C. Il teatro venne ricavato nelle pendici orientali della collina di San Pietro. 왔 Cristo in trono, affresco nel catino absidale dell’abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacèsia. 왘 L’ambone della basilica Valvense di Corfinio, scolpito nel 1186. 104 Ad Albe (L’Aquila) sono visibili due porte dell’antica cinta della colonia Alba Fucens (III-I secolo a.C.), il tempio di Apollo (III secolo a.C.) e il più antico tempio italico, collocato sulla collina di Pettorino. A Corfnio (L’Aquila) due sepolcri monumentali, detti “Morroni”, costeggiano l’antica via Claudia Valeria, mentre presso la basilica Valvense si trovano i resti di una villa rustica e un sepolcro a tumulo. Il foro, il teatro e un’acropoli con i resti di due templi sono visibili a Torricella Peligna (Chieti), mentre a Vasto (Chieti) resta soltanto l’anfteatro dell’antica Histonium, centro dei Frentani e poi municipio romano. Il romanico Mentre l’architettura protocristiana non ha lasciato tracce, se non in cripte di edifci successivi, il romanico è abbastanza ben rappresentato in Abruzzo anche se molti edifci hanno subito, come del resto è avvenuto un po’ ovunque, rimaneggiamenti (specie di epoca barocca) che spesso impediscono la lettura delle strutture di epoca romanica. A Fossacèsia, la chiesa di San Giovanni in Venere è stata costruita nell’VIII secolo e poi rifatta e ampliata nel 1015 e nel 1165; presenta un portale del Duecento che risente stilisticamente di infussi del romanico pugliese, mentre l’abside rivela prestiti dall’arte araba. L’interno è di sobrietà cistercense e la cripta ospita afreschi di Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 105 Abruzzo 왗 L’abbazia di San Clemente a Casauria. ambone Luca Pallustro, del 1190. La basilica Valvense (detta anche di San Pelino) a Corfnio (L’Aquila) è quanto resta dell’antica abbazia benedettina: presenta un ambone della fne del XII secolo. Nella stessa cittadina, notevole l’oratorio di Sant’Alessandro (1075-1102) con afreschi del XIV secolo. L’abbazia di San Clemente a Casauria, presso Torre de’ Passeri (Pescara), gravemente danneggiata dal sisma dell’aprile 2009, conserva la chiesa romanica benedettina del XII secolo, sorta su una precedente costruzione dell’871, a sua volta sovrapposta a un tempio di epoca romana. Le decorazioni del portale, i battenti in bronzo del 1192, i pregevoli interni introducono alla cripta del IX secolo, resto della prima edifcazione cristiana. La cattedrale di Sulmona (L’Aquila) ha subito numerosi interventi nel corso dei secoli ma conserva ancora, nella cripta del Mille, una bizantineggiante Madonna in trono con Bambino del XII secolo. Benché ricostruita dopo le distruzioni del 1944, la cattedrale di Penne (Pescara) conserva una pregevole cripta anteriore al Mille, un crocefsso del Trecento e l’altare del vescovo Oderisio, opera del 1117. moto del 6 aprile 2009 ha causato il crollo di una parte del transetto dell'edifcio. A Lanciano (Chieti) Santa Maria Maggiore, costruita nel 1227 in stile gotico-cistercense, mostra un portale del 1317, mentre la cattedrale di Teramo, edifcata nel XII secolo e ampliata nel XIV, presenta alcuni elementi romanici nella zona sottostante la cupola, ma è per il resto gotica. Particolarmente pregevole il magnifco portale del 1332. 왔 L’interno della chiesa di Santa Maria di Collemaggio, la più importante chiesa romanica dell’Aquila. L’edificio ha tre navate, spartite da arcate ogivali poggianti su pilastri ottagonali. nelle chiese paleocristiane e romaniche, particolare tribuna, rialzata rispetto al livello del suolo e collocata nell’abside e/o di fianco all’altare, che serviva alla lettura dei testi sacri. Era decorata con figure a bassorilievo, ispirate spesso alle controversie dottrinali del periodo: era l’occasione per affermare principi fondamentali della fede, in un tempo in cui le eresie, per esempio quella ariana, provocavano ampi dibattiti sulla Trinità e sulla vera natura di Cristo. Il gotico Il passaggio dal romanico al gotico è av- venuto lentamente e ha prodotto alcune pregevoli opere in cui i due stili convivono con esiti interessanti. Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila, è stata costruita a partire dalla fne del Duecento e ha nella facciata (della metà del XIV secolo) il suo elemento di maggior pregio, con la sapiente geometricità del disegno dato dall’alternarsi di conci bianchi e rosa, che inquadra i tre portali sormontati dagli splendidi rosoni. Il terre- 105 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 106 Abruzzo Con Google Earth® - Abruzzo.kmz MUSEI DI EPOCA PREISTORICA L’Aquila Museo di Scienze Naturali e Umane di San Giuliano Annesso al convento di San Giuliano, presenta sezioni dedicate alla comparsa dell’uomo, alle civiltà antiche del Mediterraneo e alla civiltà cristiana. http://www.musei.it/abruzzo/l-aquila/museo-di-scienze-naturali-e-umane.asp Museo di speleologia “Vincenzo Rivera” Il museo espone materiale sulla nascita ed evoluzione dell’uomo e sulla Preistoria della valle dell’Aterno. http://www.profesnet.it/dabruzzo/estate99/musei.htm Campli (TE) Museo Archeologico Nazionale Sono esposti reperti archeologici risalenti all’età del bronzo medio e recente (XVI-XII secolo a.C.); sono documentati gli scavi della necropoli protostorica di Campovalano (X-II secolo a.C.). http://turismo.provincia.teramo.it/arte-e-cultura/ musei/museo-archeologico-nazionale-dabruzzo Chieti Museo Archeologico Nazionale dell’Abruzzo (Villa Comunale) Sono raccolti reperti provenienti da necropoli dell’Abruzzo preromano databili dal IX al IV secolo a.C., in particolare quella di Campovalano. È esposta un’importante raccolta di sculture preromane, in particolare lo splendido Guerriero di Capestrano, del VI secolo a.C., e le tre stele con incisioni in lingua paleosabellica, provenienti da Penna Sant’Andrea. http://www.euromuse.net/nl/musea/museum/ view-m/museo-archeologico-nazionale-della/?sprache=5 Corfinio (AQ) Museo di Antichità corfiniesi Espone il frutto degli scavi archeologici nella regione dell’antica Corfinium, in particolare armi italiche e romane, epigrafi, oggetti in bronzo e in terracotta. http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvAquila/ Corfinio/m_capitolare_antich.it.html MUSEI DI EPOCA MEDIEVALE L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo (Castello Cinquecentesco) Si possono osservare sculture lignee e icone medievali, tra cui quelle, ancora bizantineggianti, della fine del XIII secolo, nonché opere di oreficeria a partire dal XII secolo. La sezione numismatica presenta eccellenti pezzi romani e bizantini. http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvAquila/Aquila/m_naz_d_abruzzo.it.html Atri (TE) Museo Capitolare Accostato al chiostro della cattedrale, espone oreficeria e sculture in legno realizzate a partire dal XIII secolo. http://www.comune.atri.te.it/index.asp?todo=musei1a Celano (AQ) Museo d’arte sacra nella Marsica (Castello Piccolomini) Sono esposte sculture in pietra e in legno a partire dal VI secolo, dipinti dal XIII e oreficeria dal XII. Particolarmente importanti sono il reliquiario del XIII secolo, la Croce degli Orsini (1334), il Trittico di Alba Fucens (XIV secolo). http://www.italyone.com/Abruzzo/ProvAquila/ Celano/m_arte_sacra_marsica.it.html Loreto Aprutino (PE) Antiquarium (Chiostro della chiesa di San Francesco) Offre una completa ricostruzione della storia di Loreto dalla Preistoria al Medioevo, esponendo i reperti provenienti dal santuario italico-romano di Poggioragone, dalle necropoli di Paterno e di Colle Carpini. http://www.abruzzovacanze.net/vr.php/it/1669 MUSEI DI EPOCA ROMANA L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo (Castello Cinquecentesco) Il museo comprende, nella sezione archeologica, reperti provenienti soprattutto da Amiternum, Forcona e Peltuinum, importanti centri italici e romani situati nella conca dell’Aquila, oltre a monete di epoche diverse, rinvenute ad Alba Fucens e a Corfinium, e altre di età imperiale. http://www.musei.it/abruzzo/l-aquila/museo-nazionale-d-abruzzo.asp Chieti Museo Archeologico Nazionale (Villa Comunale) Espone sculture romane rinvenute in vari siti abruzzesi e reperti italici che documentano il popolamento preromano della regione. http://www.informagiovani-italia.com/ chieti_museo_archeologico_nazionale.htm 106 AREE ARCHEOLOGICHE APERTE AL PUBBLICO L’Aquila Frazione San Vittorino: area archeologica Amiternum. Città di fondazione sabina e patria dello storico romano Sallustio, deriva il proprio nome dal fiume Aterno. Dell’epoca romana si conservano il teatro e l’anfiteatro. Il primo, di età augustea, sorge al centro del nucleo storico e la sua cavea è ricavata dal fianco di una collina: con un diametro di 80 m, poteva contenere fino a 2000 spettatori. L’anfiteatro (I secolo d.C.) è invece collocato all’esterno della città e presenta 48 arcate su due piani, interamente conservate: con la sua ampiezza (68 x 53 m) poteva contenere fino a 6000 spettatori. http://www.imonumenti.it/625/m_3091.html Montenerodomo (CH) Località Santa Maria di Palazzo: Parco archeologico di Iuvanum. Il municipio romano fu collocato nell’area prima occupata da un santuario italico. È oggi composto da un teatro e da due templi, mentre si conservano ampie tracce della viabilità antica. http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvChieti/ Montenerodomo/par_arch_iuvanum.uk.html