Abruzzo - Dea Scuola

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Abruzzo
TRACCE STORICHE
La Preistoria
Il Paleolitico e il Mesolitico Le glaciazioni
influirono profondamente sugli insediamenti
umani in Abruzzo: esse resero infatti a lungo
inabitabili le zone interne, limitando il popolamento alle colline prossime al mare. Il Paleolitico inferiore è, così, documentato soprattutto nella Valle del Vibrata, nell’estremo nord
della regione, in stazioni poste intorno ai 200
metri di altitudine che risalgono a 350-300 mila anni fa: una testimonianza assai significativa di questa cultura preistorica è quella costituita dalle amigdale ritrovate presso Corròpoli
(Teramo). Nell’interno, invece, l’unico insediamento importante sembra quello di Pòpoli (Pescara), ai margini della Conca Peligna, anticamente occupata da un lago e per questo forse
più favorevole allo stanziamento di gruppi
umani.
L’arretramento dei ghiacciai prima dell’ultima
glaciazione (quella di Würm) consentì ai cacciatori di risalire verso quote più elevate e di utilizzare come ripari le grotte, anziché le tende di
pelli del periodo precedente. Si sono ritrovate
tracce di queste attività ad altitudini notevoli, come sulla Maiella, a 2050 metri di quota, e nella
Conca della Maielletta, a 1662 metri.
Con l’ultima glaciazione (Paleolitico superiore), si ebbe un ritiro degli insediamenti verso
quote più modeste; in questo periodo è documentata la comparsa dell’Homo sapiens, specie
umana con abitudini di vita regolari, scandite da
spostamenti dettati dalle stagioni e non più dall’irregolare nomadismo. Il più antico insediamento di questo tipo è quello di Campo delle Piane, presso Montebello sul Sangro (Chieti),
mentre le valli del Pescara e del Sangro furono le
왘 Manufatti in bronzo
e bucchero rinvenuti
nella necropoli di
Campovalano. Oggetti
come questi
consentono di fare luce
sulla vita e la cultura
artistica delle antiche
popolazioni italiche
stanziate in Abruzzo.
direttrici lungo le quali l’Homo sapiens penetrò
nell’interno della regione, fnendo per creare un
gran numero di stanziamenti in grotte ai margini del lago del Fùcino, oggi prosciugato.
All’inizio del Mesolitico (13 000 anni fa) il Fùcino ospitò una civiltà simile a quella di Crô-Magnon, caratterizzata da insediamenti stabili e
da un’attività di raccolta di vegetali che cominciarono a integrare la dieta a base di carne.
Il Neolitico La cultura neolitica si difuse in
Abruzzo circa 6500 anni fa, con lo sviluppo dell’agricoltura, dell’allevamento e della ceramica. Gli scavi che testimoniano questa fase
sono quelli del villaggio Leopardi, presso Penne
(Pescara), e della valle dell’Orta. L’insediamento più importante è tuttavia quello di Rìpoli,
presso Corròpoli, risalente a 5000 anni fa,
espressione di una civiltà attestata anche in altre zone della penisola (dalla Campania all’Emilia) e probabilmente dedita a forme di
commercio.
Circa 4500 anni fa si ebbe un’invasione di popolazioni egeo-anatoliche, dedite alla pastorizia e conoscitrici delle tecniche dell’estrazione
e della lavorazione dei metalli. La fusione con le
genti indigene le portò ad abbandonare, in parte, la loro specializzazione artigianale e le indusse a dedicarsi all’agricoltura, come è attestato nel villaggio di Ortucchio, nella zona del
Fùcino. Soltanto nell’età del bronzo si organizzò davvero l’allevamento basato sulla transumanza; insediamenti databili a quest’epoca sono stati rinvenuti nella valle del Vibrata e in
quella di Varri, presso Carsòli, oltre che a Collelongo, nella Marsica.
Una nuova ondata migratoria, questa volta da
nord, si ebbe nel 1300 a.C., quando genti della civiltà delle terremare crearono una civiltà agri-
amigdale
pietre appositamente
scheggiate, a forma di
grande mandorla, usate nel
Paleolitico inferiore come
armi e come strumenti di
lavoro, sfruttandone
l’affilatura dei bordi
taglienti.
Crô-Magnon
il cosiddetto “uomo di CrôMagnon” è vissuto nel
Pleistocene superiore ed è
ritenuto l’artefice dei
magnifici complessi di
graffiti colorati di Lascaux, in
Francia, e di Altamira, in
Spagna. Egli prende il nome
dalla località Crô-Magnon,
in Dordogna, dove i suoi
resti sono stati identificati
per la prima volta nel 1868.
terremare
resti di villaggi agricoli
preistorici risalenti alla
media e tarda età del
bronzo (1600-1200 a.C.),
così denominati da “terra
mara” (o “terra marna”),
monticelli di terreno ricco di
sostanze organiche, cocci di
vasi e ossa di animali, che i
contadini dell’Ottocento
sfruttavano come deposito
di fertilizzante e che solo in
seguito si scoprirono essere
siti archeologici di grande
importanza. Lo sfruttamento
ottocentesco di questi siti li
ha purtroppo fortemente
danneggiati, rendendo più
difficile il lavoro di
ricostruzione storica degli
archeologi.
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colo-pastorale (di cui si sono rinvenute tracce
a Tortoreto, a Montebello sul Sangro, a Bolognano e nel Fùcino), oltre che insediamenti estivi di pastori sul Gran Sasso.
L’età del ferro Nell’età del ferro sono ben ri-
conoscibili, in Abruzzo, le caratteristiche della
civiltà picena che estendeva la sua infuenza
dalle Marche fno ai confni con il Molise, come
dimostra la necropoli di Alfedena (L’Aquila), che
ha restituito centinaia di tombe.
Il carattere aspro del territorio abruzzese ha di
certo creato i presupposti per un parziale isolamento di singoli gruppi, che svilupparono, con
il passare del tempo, caratteristiche diferenti.
Numerose tribù si spartivano la superfcie del
territorio che oggi chiamiamo Abruzzo: i Vestini nell’area tra i torrenti Aterno, Pescara e Fino;
i Peligni nella conca di Sulmona; i Marsi e gli
Equi afacciati sul Fùcino; i Pretuzi lungo il litorale nord; i Marrucini nella zona dell’attuale
Chieti e i Frentani a sud. La maggiore divinità di
tutti costoro era la dea italica Cerere, nume tu왘 Il Guerriero di
Capestrano, la statua in
pietra di grandi
dimensioni, risalente al
VI secolo a.C., che
costituisce una delle
testimonianze
maggiormente
significative dell’arte
delle antiche
popolazioni italiche.
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telare delle messi, come si conviene a popoli la
cui sopravvivenza è afdata all’agricoltura. Importanza crescente acquisì la pratica della transumanza che, oltre ad assicurare foraggio costante alle mandrie, consentiva anche scambi
culturali tra le popolazioni della costa e dell’interno.
L’età antica
Le lotte tra Romani e Sanniti e la fondazione delle colonie A partire dalla seconda metà
del VI secolo a.C., le tribù abruzzesi furono sempre più spesso coinvolte nella lotta feroce che opponeva Romani e Sanniti. Già gli Equi avevano
combattuto Roma in alleanza con i Volsci, ma ben
presto tutte le popolazioni della regione scesero
in campo contro Roma, comune nemico, soprattutto dopo l’entusiasmo anti-romano suscitato dalla vittoria sannita del 321 a.C. alle Forche
Caudine, presso Benevento. Quando però i Romani ripresero il sopravvento e costrinsero i rivali
alla resa, le tribù abruzzesi si allearono con i vincitori. Gli Equi ospitarono sul loro territorio le
colonie romane di Carseoli (l’attuale Carsòli) e di
Alba Fucens. Una nuova guerra sannitica (la terza) si concluse con un’ulteriore, anche se non decisiva, vittoria romana e poco dopo (290 a.C.)
un’altra colonia fu fondata in territorio abruzzese: si trattava di Hadria, l’attuale Atri, nel paese dei
Pretuzi.
La romanizzazione fu lenta, poiché a lungo Roma rifutò di concedere la cittadinanza alle popolazioni abruzzesi che, pure, le restarono fedeli
durante la calata di Annibale in Italia. La decisione dei Romani di confscare una parte delle
terre abruzzesi per donarle ai veterani latini
creò un difuso malcontento tra la popolazione
locale, che esplose nell’aperta ribellione generale del 91 a.C. La confederazione italica,
che si formò in questa occasione, pose la propria capitale a Corfnium, nel territorio dei Peligni, lungo la via Claudia Valeria che era stata
la prima e principale strada romana nella regione e che collegava Roma a Pescara valicando i monti dell’Appennino. Le operazioni militari furono caute da entrambe le parti e la
guerra si risolse attraverso trattative che fnirono per riconoscere la cittadinanza romana
a tutti i popoli italici.
Iniziava in questo modo un lungo periodo di pace, estremamente propizio allo sviluppo della
transumanza; tale fenomeno assunse un’im-
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왗 Rilievo di età
augustea raffigurante
una scena
agropastorale rinvenuto
a Sulmona.
portanza talmente grande da interessare anche
la legislazione romana: fu emanata un’apposita
lex agraria, sia per regolare la tassazione lungo
il percorso per l’uso dei pascoli diventati demaniali dopo la conquista, sia per dirimere le frequentissime controversie tra pastori e agricoltori
sedentari, innescate dagli inevitabili sconfnamenti del bestiame transumante nei terreni coltivati.
Con la suddivisione augustea l’Abruzzo fu inserito nella Regio IV Sabina et Samnium e la sua storia non si distinse da quella dell’Impero fno all’epoca della sua caduta, quando soprattutto i
territori lungo la costa conobbero il passaggio di
tutte le popolazioni barbariche che percorsero la
penisola e il generale clima di incertezza pose fne alla secolare pratica della transumanza.
Il Medioevo
Longobardi e Franchi I Longobardi, negli an-
ni del loro dominio in Italia (VI-VIII secolo), divisero il territorio abruzzese tra il ducato di Spoleto, a nord, e il ducato di Benevento a sud.
Dopo aver abbattuto il regno longobardo, i Franchi crearono la vasta contea di Marsia allo scopo di contenere eventuali minacce da sud, specialmente a opera dei Saraceni che avevano, a
quel tempo, il controllo dei mari: dal IX all’XI secolo l’Abruzzo rivestì dunque il ruolo di avamposto della feudalità di origine carolingia.
La conquista normanna e l’annessione al
Regno di Napoli Nel 1143 l’Abruzzo fu con-
quistato dai Normanni e incorporato in quel
Regno di Napoli che, pur passando sotto varie
dinastie reali, non doveva più disgregarsi per
settecento anni. La continuità istituzionale consentì il ricrearsi delle condizioni necessarie alla
transumanza e tale fenomeno divenne anzi uno
dei perni dell’economia dell’intera area sudadriatica, con la produzione e la commercializ-
zazione di ingenti quantità di lana, assai richiesta dalla forida industria tessile che si andava
sviluppando in tutta Europa.
Dalla dinastia normanna degli Altavilla il regno
passò per matrimonio a Federico II di Svevia e,
dopo drammatiche vicende, a Carlo (e poi a Roberto) d’Angiò.
Nel XIII secolo si ebbe la rapida crescita della città di Aquila che estese la sua infuenza al punto da diventare la seconda città del Regno, dopo
Napoli.
왔 Boccale in forma
di animale, prodotto
da artigiani longobardi
nel VII secolo d.C.
e conservato a Roma,
presso il Museo
dell’Alto Medioevo.
PERCORSO ARCHEOLOGICO
E ARTISTICO
Le tracce di epoca pre-romana Molte delle
costruzioni delle tribù italiche precedenti all’occupazione romana sono state inglobate in opere successive e non risultano più leggibili. Si sono conservate quelle rimaste all’esterno dei
municipi romani: a sud-ovest di Sulmona
(L’Aquila), sul monte Mitra, si possono osservare i resti di mura megalitiche, attribuite alla
popolazione preromana dei Peligni, mentre a
Schiavi d’Abruzzo (Chieti) due templi italici
sono databili, con buona approssimazione, tra la
fne del II secolo a.C. e l’inizio del successivo.
I monumenti di età romana Del periodo ro-
mano rimangono molte e importanti vestigia.
Chieti era, infatti, la romana Teate e ha conservato i templi del I secolo a.C., il criptoportico, le
terme con una grande cisterna scavata nel tufo
e il teatro.
A Teramo (un tempo Interamna Praetutiorum)
è possibile osservare il teatro romano del I secolo
d.C. e l’anfteatro, mentre Sulmona (l’antica Sulmo), patria del poeta romano Publio Ovidio Nasone (I secolo a.C.-I secolo d.C.), conserva la cinta muraria e, alle falde del monte Morrone,
quanto resta del santuario di Ercole Curino, del
I secolo a.C.
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왘 Il teatro della
cittadina romana di
Alba Fucens, fondata
come colonia latina alla
fine del IV secolo a.C.
Il teatro venne ricavato
nelle pendici orientali
della collina di San
Pietro.
왔 Cristo in trono,
affresco nel catino
absidale dell’abbazia di
San Giovanni in Venere
a Fossacèsia.
왘 L’ambone della
basilica Valvense di
Corfinio, scolpito nel
1186.
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Ad Albe (L’Aquila) sono visibili due porte dell’antica cinta della colonia Alba Fucens (III-I secolo a.C.), il tempio di Apollo (III secolo a.C.) e il
più antico tempio italico, collocato sulla collina
di Pettorino.
A Corfnio (L’Aquila) due sepolcri monumentali,
detti “Morroni”, costeggiano l’antica via Claudia Valeria, mentre presso la basilica Valvense si
trovano i resti di una villa rustica e un sepolcro
a tumulo. Il foro, il teatro e un’acropoli con i resti di due templi sono visibili a Torricella Peligna (Chieti), mentre a Vasto (Chieti) resta soltanto l’anfteatro dell’antica Histonium, centro
dei Frentani e poi municipio romano.
Il romanico Mentre l’architettura protocristiana
non ha lasciato tracce, se non in cripte di edifci
successivi, il romanico è abbastanza ben rappresentato in Abruzzo anche se molti edifci hanno subito, come del resto è avvenuto un po’ ovunque, rimaneggiamenti (specie di epoca barocca) che
spesso impediscono la lettura delle strutture di
epoca romanica. A Fossacèsia, la chiesa di San
Giovanni in Venere è stata costruita nell’VIII secolo e poi rifatta e ampliata nel 1015 e nel 1165; presenta un portale del Duecento che risente stilisticamente di infussi del romanico pugliese, mentre
l’abside rivela prestiti dall’arte araba. L’interno è di
sobrietà cistercense e la cripta ospita afreschi di
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왗 L’abbazia di San
Clemente a Casauria.
ambone
Luca Pallustro, del 1190. La basilica Valvense
(detta anche di San Pelino) a Corfnio (L’Aquila) è
quanto resta dell’antica abbazia benedettina: presenta un ambone della fne del XII secolo. Nella
stessa cittadina, notevole l’oratorio di Sant’Alessandro (1075-1102) con afreschi del XIV secolo.
L’abbazia di San Clemente a Casauria, presso
Torre de’ Passeri (Pescara), gravemente danneggiata dal sisma dell’aprile 2009, conserva la chiesa
romanica benedettina del XII secolo, sorta su una
precedente costruzione dell’871, a sua volta sovrapposta a un tempio di epoca romana. Le decorazioni del portale, i battenti in bronzo del 1192,
i pregevoli interni introducono alla cripta del IX secolo, resto della prima edifcazione cristiana.
La cattedrale di Sulmona (L’Aquila) ha subito numerosi interventi nel corso dei secoli ma conserva
ancora, nella cripta del Mille, una bizantineggiante
Madonna in trono con Bambino del XII secolo.
Benché ricostruita dopo le distruzioni del 1944, la
cattedrale di Penne (Pescara) conserva una pregevole cripta anteriore al Mille, un crocefsso del Trecento e l’altare del vescovo Oderisio, opera del 1117.
moto del 6 aprile 2009 ha causato il crollo di una
parte del transetto dell'edifcio. A Lanciano (Chieti) Santa Maria Maggiore, costruita nel 1227 in
stile gotico-cistercense, mostra un portale del 1317,
mentre la cattedrale di Teramo, edifcata nel XII
secolo e ampliata nel XIV, presenta alcuni elementi romanici nella zona sottostante la cupola,
ma è per il resto gotica. Particolarmente pregevole il magnifco portale del 1332.
왔 L’interno della chiesa di Santa Maria di
Collemaggio, la più importante chiesa romanica
dell’Aquila. L’edificio ha tre navate, spartite da arcate
ogivali poggianti su pilastri ottagonali.
nelle chiese paleocristiane
e romaniche, particolare
tribuna, rialzata rispetto
al livello del suolo e collocata
nell’abside e/o di fianco
all’altare, che serviva alla
lettura dei testi sacri.
Era decorata con figure
a bassorilievo, ispirate spesso
alle controversie dottrinali
del periodo: era l’occasione
per affermare principi
fondamentali della fede,
in un tempo in cui le eresie,
per esempio quella ariana,
provocavano ampi dibattiti
sulla Trinità e sulla vera
natura di Cristo.
Il gotico Il passaggio dal romanico al gotico è av-
venuto lentamente e ha prodotto alcune pregevoli
opere in cui i due stili convivono con esiti interessanti. Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila, è stata costruita a partire dalla fne del Duecento e ha nella facciata (della metà del XIV
secolo) il suo elemento di maggior pregio, con la
sapiente geometricità del disegno dato dall’alternarsi di conci bianchi e rosa, che inquadra i tre
portali sormontati dagli splendidi rosoni. Il terre-
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Con Google Earth® - Abruzzo.kmz
MUSEI DI EPOCA PREISTORICA
L’Aquila
Museo di Scienze Naturali e Umane di San Giuliano
Annesso al convento di San Giuliano, presenta sezioni dedicate alla
comparsa dell’uomo, alle civiltà antiche del Mediterraneo e alla civiltà cristiana.
http://www.musei.it/abruzzo/l-aquila/museo-di-scienze-naturali-e-umane.asp
Museo di speleologia “Vincenzo Rivera”
Il museo espone materiale sulla nascita ed evoluzione dell’uomo e
sulla Preistoria della valle dell’Aterno.
http://www.profesnet.it/dabruzzo/estate99/musei.htm
Campli (TE)
Museo Archeologico Nazionale
Sono esposti reperti archeologici risalenti all’età del bronzo medio
e recente (XVI-XII secolo a.C.); sono documentati gli scavi della necropoli protostorica di Campovalano (X-II secolo a.C.).
http://turismo.provincia.teramo.it/arte-e-cultura/
musei/museo-archeologico-nazionale-dabruzzo
Chieti
Museo Archeologico Nazionale dell’Abruzzo (Villa Comunale)
Sono raccolti reperti provenienti da necropoli dell’Abruzzo preromano
databili dal IX al IV secolo a.C., in particolare quella di Campovalano. È esposta un’importante raccolta di sculture preromane, in particolare lo splendido Guerriero di Capestrano, del VI secolo a.C., e
le tre stele con incisioni in lingua paleosabellica, provenienti da Penna Sant’Andrea.
http://www.euromuse.net/nl/musea/museum/
view-m/museo-archeologico-nazionale-della/?sprache=5
Corfinio (AQ)
Museo di Antichità corfiniesi
Espone il frutto degli scavi archeologici nella regione dell’antica Corfinium, in particolare armi italiche e romane, epigrafi, oggetti in bronzo e in terracotta.
http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvAquila/
Corfinio/m_capitolare_antich.it.html
MUSEI DI EPOCA MEDIEVALE
L’Aquila
Museo Nazionale d’Abruzzo (Castello Cinquecentesco)
Si possono osservare sculture lignee e icone medievali, tra cui quelle, ancora bizantineggianti, della fine del XIII secolo, nonché opere
di oreficeria a partire dal XII secolo. La sezione numismatica presenta
eccellenti pezzi romani e bizantini.
http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvAquila/Aquila/m_naz_d_abruzzo.it.html
Atri (TE)
Museo Capitolare
Accostato al chiostro della cattedrale, espone oreficeria e sculture in
legno realizzate a partire dal XIII secolo.
http://www.comune.atri.te.it/index.asp?todo=musei1a
Celano (AQ)
Museo d’arte sacra nella Marsica
(Castello Piccolomini)
Sono esposte sculture in pietra e in legno a partire dal VI secolo, dipinti dal XIII e oreficeria dal XII. Particolarmente importanti sono
il reliquiario del XIII secolo, la Croce degli Orsini (1334), il Trittico di Alba Fucens (XIV secolo).
http://www.italyone.com/Abruzzo/ProvAquila/
Celano/m_arte_sacra_marsica.it.html
Loreto Aprutino (PE)
Antiquarium (Chiostro della chiesa di San Francesco)
Offre una completa ricostruzione della storia di Loreto dalla Preistoria
al Medioevo, esponendo i reperti provenienti dal santuario italico-romano
di Poggioragone, dalle necropoli di Paterno e di Colle Carpini.
http://www.abruzzovacanze.net/vr.php/it/1669
MUSEI DI EPOCA ROMANA
L’Aquila
Museo Nazionale d’Abruzzo (Castello Cinquecentesco)
Il museo comprende, nella sezione archeologica, reperti provenienti soprattutto da Amiternum, Forcona e Peltuinum, importanti centri italici e romani situati nella conca dell’Aquila, oltre a monete di epoche diverse, rinvenute ad Alba Fucens e a Corfinium, e altre di età imperiale.
http://www.musei.it/abruzzo/l-aquila/museo-nazionale-d-abruzzo.asp
Chieti
Museo Archeologico Nazionale (Villa Comunale)
Espone sculture romane rinvenute in vari siti abruzzesi e reperti italici che documentano il popolamento preromano della regione.
http://www.informagiovani-italia.com/
chieti_museo_archeologico_nazionale.htm
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AREE ARCHEOLOGICHE
APERTE AL PUBBLICO
L’Aquila
Frazione San Vittorino: area archeologica Amiternum.
Città di fondazione sabina e patria dello storico romano Sallustio, deriva il proprio nome dal fiume Aterno. Dell’epoca romana si conservano
il teatro e l’anfiteatro. Il primo, di età augustea, sorge al centro del
nucleo storico e la sua cavea è ricavata dal fianco di una collina: con
un diametro di 80 m, poteva contenere fino a 2000 spettatori. L’anfiteatro (I secolo d.C.) è invece collocato all’esterno della città e presenta 48 arcate su due piani, interamente conservate: con la sua ampiezza (68 x 53 m) poteva contenere fino a 6000 spettatori.
http://www.imonumenti.it/625/m_3091.html
Montenerodomo (CH)
Località Santa Maria di Palazzo: Parco archeologico di Iuvanum.
Il municipio romano fu collocato nell’area prima occupata da un santuario italico. È oggi composto da un teatro e da due templi, mentre si conservano ampie tracce della viabilità antica.
http://www.emmeti.it/Arte/Abruzzo/ProvChieti/
Montenerodomo/par_arch_iuvanum.uk.html
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