articolo - Festival Pianistico Internazionale

I
GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 7 giugno 2015
52° FESTIVAL PIANISTICO
«Fuoco Barocco: da Bach a noi»
L’INTERVISTA
Il bilancio del direttore artistico, maestro Pier Carlo Orizio
«MUTI E TRIFONOV MEMORABILI»
Marco Bizzarini
M
uti e Harding sul podio, il
pianoforte di Sokolov
accanto a quello di
Trifonov e di Colli, il
violino di Ughi e quello della giovane
norvegese Vilde Frang, le Orchestre
della Radio Svedese e di Kansai accanto
a formazioni di giovani musicisti...
Vario dal punto di vista
generazionale, l’ultimo Festival
pianistico lo è stato anche nel ventaglio
delle musiche proposte, in cui il filone
neobarocco ha letteralmente spaziato
dal Settecento al nostro tempo (come
nel programma dell’ultimo concerto
con Uri Caine e i Virtuosi Italiani).
Si è anche osservato un diverso
orientamento: a fronte di un aumento
di concerti sinfonici, con uno spazio in
espansione per la Filarmonica del
Festival, è diminuito quello di concerti
solistici al Grande, mentre diversi
appuntamenti hanno avuto luogo
all’auditorium San Barnaba. «Dare un
recital pianistico in teatro - spiega il
direttore artistico Pier Carlo Orizio implica oggi una maggiore
responsabilità rispetto al passato. È
anche una scelta legata al repertorio:
per gli autori del Settecento una sala
più piccola può essere preferibile. In
ogni caso, abbiamo deciso di riservare
il Grande a un numero ristretto di
solisti di eccezionali qualità».
Quest’anno i prescelti sono stati il
russo Grigory Sokolov e il concittadino
Federico Colli. Possiamo dedurre che
il Festival ripone molte speranze nel
talento del giovane pianista
sempre facile accompagnarlo perché è
bresciano?
un artista in continua ricerca, tanto che
Credo che Colli sia di grande valore e
nei tre concerti in cui ha suonato con la
di enormi potenzialità. Il pubblico lo
Filarmonica ogni volta ha modificato la
accoglie sempre con calore, non solo
sua interpretazione. D’altronde era la
perché è il pianista di casa,
prima volta che affrontava il
ma anche perché è in grado «Mi ha molto
Quarto di Rachmaninov, e lo
di farci sentire orgogliosi di
stesso valeva per noi. Ma è
colpito anche il
essere bresciani. Il Festival
stata un’esperienza fantastica.
violoncellista
punta molto su di lui.
Altre serate memorabili?
Geringas». E per il
Un altro giovane, Daniil
Mi ha molto colpito il
futuro speranze
Trifonov, ha ottenuto un
concerto del violoncellista
riposte sul
enorme successo
David Geringas. È un
bresciano Colli
affrontando il Quarto
musicista di altissimo livello
Concerto di Rachmaninov
che, in duo con un ottimo
con la Filarmonica del Festival. Che
pianista, ha proposto un Brahms
cosa pensa di questo incredibile
magistrale: tempi giusti, arco tenuto e
talento?
concentrato, qualità di suono, nessun
È straordinario. Certo, non è stato
inutile gesto esteriore, tutta sostanza.
Il Maestro e i giovani. Riccardo Muti con i musicisti dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e della Filarmonica del Festival, nel concerto per la beatificazione di papa Paolo VI // ROBERTO MORA
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II
Domenica 7 giugno 2015 · GIORNALE DI BRESCIA
52° FESTIVAL PIANISTICO
L’ALBUM 2015
DEGNI
DI NOTE
Con i maestri. Riccardo Muti e Pier
Carlo Orizio con i giovani musicisti
della Filarmonica del Festival
Il «Fuoco barocco»
nell’interpretazione
di alcuni
dei musicisti
più applauditi
di questa edizione
Fotografie di
Silvia Lelli (prima in alto a sinistra)
Agenzia Reporter / Umberto Favretto,
Pierpaolo Papetti, Silvestro Paletti
David Geringas. Il violoncellista è
stato splendido nella prima Sonata
di Brahms
Muti, un Maestro della cultura
Uto Ughi e Sokolov, che ritorni
Molto apprezzati anche
il fascino sonoro
di Thiollier ed il
virtuosismo di Dumay
bini», che ha fondato, formato e porta in tournée. L’ha guidata, il 2 giugno, anche al Quirinale e con una parte del proFulvia Conter
gramma proposto al Festival.
Un vero Maestro, che al termine del concerto al Grande ha
parlato delle drammatiche
/ Per assistere al concerto
condizioni della cultura, della
straordinario diretto da Ric- precaria situazione in cui si
cardo Muti per la beatificazio- trovano i giovani musicisti in
ne di Paolo VI, il Grande era Italia, dove mancano le orchefestante e più che esaurito. Il stre, le occasioni per esibirsi...
Maestro guidava la sua orche- Riccardo Muti è preoccupato
stra, la Giovanile «Luigi Cheru- che i giovani possano perdere
bini», cui si sono aggiunti alcu- leali, rinunciare all’arte, oppuni elementi della Filarmonica re (come fanno tanti) debbadel Festival. Era l’occasione no prendere il treno e andare
per osservare il suo gesto, mi- all’estero, dove invece la musica è considerata
surato, che scatta
fondamentale. Un
impetuosamente, Tra i debutti,
discorsoimportani balzi, gli accenni entusiasmo
te il suo, che ha ina passi di danza, il per il dominio
curiosito alcuni e
sorriso alla fine. tecnico della
fatto riflettere molMa spesso gli bati. E meno male.
sta un’occhiata violinista
Questa attenzioper ottenere le di- norvegese Vilde
ne per i giovani la
namiche che vuo- Frang
dimostrano iGranle; lascia liberi i ragazzi, limitandosi a guardarli, di: pensiamo a Uto Ughi, ad
concentrato; apparentemen- esempio, tornato al Festival
te senza sforzo, ottiene una di- con Bruno Canino e in stato di
sciplina assoluta. Che viene grazia per una serata applauanche dall’affetto, dalla rico- ditissima dedicata al ricordo
di Agostino Orizio. Pensiamo
noscenza per lui.
al discorso di Radu Lupu nel
Dalla parte dei giovani. Muti 2006, quando ritirò il Premio
sta dalla parte dei giovani, li ri- intitolato ad Arturo Benedetti
spetta, li incoraggia in ogni Michelangeli.
Tra le star che faranno ricormodo. Lo dimostra la «Cheru-
Da ricordare
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L’ex enfant prodige e la debuttante (a Brescia). Il maestro Daniel Harding con la violinista Vilde Frang // REPORTER FAVRETTO
dare il 52° Festival sono da citare Daniel Harding alla testa
dell’eccellente Swedish Radio
Symphony Orchestra, il violoncellista David Geringas, in
gran forma, splendido nella
prima Sonata di Brahms. E
poila bravura e il fascino sonoro di François-Jöel Thiollier,
la superba lezione di Sokolov
nella Sonata di Schubert, la
raffinatezza, l’assieme, l’alta
qualità del quintetto Lukas
Hagen and Friends, il virtuosismo trascinante e l’espressività del violinista Augustin Dumay.
Tra le star va posto anche
Daniil Trifonov, pianista che,
a soli 24 anni e al di là della tecnica strepitosa, possiede una
personalità artistica già inconfondibile. E non bisogna dimenticare i giovani in ascesa,
che hanno acceso l’entusiasmo: per la freschezza ed il dominio tecnico la violinista norvegese VildeFrang nel Concerto di Brahms, per lo slancio, la
fantasia ed il bellissimo suono il pianista bresciano Federico Colli, protagonista di due
serate consecutive con programmi molto diversi. //
Daniel Harding sempre più bravo
evitando retorica ed enfasi
Daniel Harding, l’ex
enfant prodige di
Oxford che ha
inaugurato il 52° Festival
dirigendo la Swedish Radio
Symphony Orchestra, pochi
mesi prima aveva aperto la
stagione della Fondazione
Teatro Grande con la
Filarmonica della Scala.
Al Festival, con la sua eccellente
«macchina da guerra» svedese,
ha conquistato per la «Sinfonia
fantastica» di Berlioz.
Dimenticato giustamente il
«programma», Harding, con
gesto nitido e autorevole, ha
concertato splendidamente:
cercando le linee portanti e
dando risalto alle timbriche
particolari, è riuscito ad evitare
retorica ed enfasi, svelando i
misteri dell’immensa partitura.
Sempre più bravo.
III
GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 7 giugno 2015
52° FESTIVAL PIANISTICO
Augustin Dumay. Il violinista ha
anche diretto la Kansai
Philharmonic Orchestra
Filarmonica del Festival. La
compagine «in residence», che ha
suonato più volte
Il direttore:
una Filarmonica
«in crescendo»
Pier Carlo Orizio. Con Sergey Galaktionov, spalla della Filarmonica // PH. MORA
Anno secondo
La compagine
si è misurata
con un repertorio
assai variegato
Nel programma di questa
edizione è aumentato lo spazio dedicato alla Filarmonica
del Festival, compagine «in residence» di cui il musicista bresciano Luca Ranieri è responsabile artistico. Con la direzione
di Pier Carlo Orizio e di altri ma/
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estri, la Filarmonica ha eseguito un repertorio molto variegato dal ’700 ai giorni nostri, con
autori quali Bach, Pergolesi,
Brahms, Dvorak, Respighi, Prokofiev, Rachmaninov, per arrivare fino a una novità di Sofia
Gubaidulina.Alcuni strumentisti dell’orchestra si sono poi
uniti all’Orchestra giovanile
Cherubini nel concerto straordinario diretto da Riccardo Muti. Giocando col titolo del Festival, si potrebbe parlare di una
vera e propria «prova del fuoco» (non solo «barocco») per
una compagine giunta al suo
secondo anno di attività.
Federico Colli. Il giovane bresciano
è uno degli interpreti sui quali si
punterà anche in futuro
«Sono molto contento della
nostra orchestra - commenta il
maestro Orizio - e penso già al
prossimo anno. Una delle composizioni più difficili sinora affrontate è stata la Sinfonia Classica di Prokofiev, proposta con
successo a Brescia, Bergamo e
anche a Ravenna. Il prossimo
"test" per la Filarmonica riguarderà la musica del periodo classico, non per caso al centro del
programma del 2016. Autori
come Haydn e Mozart consentono infatti di evidenziare, meglio di qualsiasi altro repertorio, pregi e difetti di una formazione orchestrale. Guardiamo
a modelli come la Chamber Orchestra of Europe, gruppi che
suonano sì con strumenti moderni, ma con un approccio
esecutivo aggiornato, alla ricerca di un suono e di un fraseggio
appropriati per quel repertorio».
Maestro di generosità. Com’è
stata, per i giovani musicisti
della Filarmonica, l’esperienza con Riccardo Muti? «Entusiasmante. Lo stesso Muti, dopo l’esecuzione, ha ricevuto i
ragazzi in camerino. Ma vorrei
sottolineare un aspetto importante di quel concerto. Viviamo in un mondo in cui si va
sempre più veloce, eppure il
maestro Mutiha dedicato quattro giornate di prove per mettere a punto il programma. Non
so quanti direttori dei nostri
giorni, anche meno famosi di
lui, sarebbero stati così generosi: molti avrebbero affidato il
compito a un proprio collaboratore e si sarebbero presentati solo alla vigilia o magari il
giorno stesso del concerto. Ma
questo lavoro è stato utilissimo per mettere a punto i dettagli più fini, come l’equilibrio sonoro in pianisssimo tra timpani, gran cassa e tamburo
nell’Ouverture dei "Vespri siciliani" di Verdi. Dunque i ragazzi dell’Orchestra Cherubini e i
giovani della nostra Filarmonica, con questa esperienza, hanno potuto vivere in prima persona i valori dell’approfondimento musicale e dell’armonioso gioco di squadra indispensabile per suonare insieme». // M. BIZ.
Uri Caine. Il pianista americano ha
«aggiornato» il Barocco con il suo
tocco di musicista eclettico
IL TEMA
Grazie anche alla varietà delle possibili interpretazioni
UN FUOCO DA CUI BACH
ESCE SEMPRE VINCITORE
Fulvia Conter
E
ra un tema vastissimo, quello del
52° Festival, espresso in modo
sintetico e appassionato, rivolto
particolarmente ai giovani,
detentori dell’impeto, della conoscenza,
cioè del fuoco. Il messaggio era chiaro:
non solo Bach, ma il Barocco, inteso come
fonte inesauribile ed ineludibile di forme,
generi, artifici compositivi, stile.
Assunto quindi Bach come riferimento,
nei programmi comparivano opere o
direttamente ispirate al Barocco o che ne
contengono elementi decifrabili e
portanti. Dal Barocco in poi, fino alla
musica del ’900 e contemporanea: le tre
grandi «B» (Bach, Beethoven, Brahms), ma
anche Mozart, Mendelssohn, Schumann,
Rachmaninov, Schoenberg...
Ma se ci fosse in palio un premio per il
compositore più amato ed atteso, proprio
dai giovani, questi sarebbe esattamente
Johann Sebastian, il più conosciuto e
saccheggiato, quindi attuale. Con
interpretazioni che variano: non solo per
la personalità, ma anche per l’età, la
visione, la cultura dell’interprete.
Bach al pianoforte e non al clavicembalo
è ormai più che lecito, usuale. Vi sono poi
le trascrizioni per pianoforte, ma anche
dall’organo all’orchestra. Si sono scoperte
quelle di Respighi, una rarità proposta
dalla Filarmonica del Festival, che
Rilettura drammatica. Grigory Sokolov
confermano la maestria del Respighi
orchestratore e riflettono l’epoca che
Come dicono i violoncellisti quando
faceva di Bach una specie di santo da
affrontano le Suites, l’interpretazione di
celebrare (Respighi lavorò in Germania).
Bach non è mai uguale, perché «prende».
E va ricordato l’estro, la profondità con
La dimensione spirituale muove l’animo e
cui Thiollier ha fatto sua la Fantasia in do
la fantasia, per cui può toccare le
minore, poi l’intima dolcezza di
corde della passionalità,
cui ha circondato la Pastorale in
La dimensione
Fa; e poi la freschezza, il piglio
spirituale muove commuovere. Così lo intesero i
romantici e i tardo-romantici
scarlattiano con cui Federico
l’animo e la
che lo ampliarono, aggiunsero,
Colli ha attaccato il «Concerto
fantasia, tocca le
raddoppiarono. Mentre Mozart,
italiano», che nel «Presto» finale
Genio assoluto, lo spiega, ne
ha una densità contrappuntistica corde della
passionalità
dipana le linee
tutta tedesca. E ancora Sokolov,
e commuove
contrappuntistiche e ne fa
che ha impresso alla prima
qualcosa di moderno, come la
Partita, solitamente festosa, un
Fuga per Quartetto d’archi in Mi, che è
carattere drammatico, contrastato, reso
uno studio, di cui fa tesoro per il Quintetto
più intenso dalla lentezza della Sarabande.
in Do, proposto da Hagen & Friends in una
Modi di suonare diversi per «tocco»,
delle più belle serate di questo Festival.
fraseggio, intenzioni musicali.
IV
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Domenica 7 giugno 2015 · GIORNALE DI BRESCIA
52° FESTIVAL PIANISTICO
CON LA FILARMONICA
PIANISTI
SOLISTI
Daniil Trifonov. Con la Filarmonica del
Festival ha affrontato per la prima
volta il Quarto di Rachmaninov
Ramin Bahrami. Il pianista bachiano
per eccellenza è stato anche il primo
ad esibirsi nell’edizione di quest’anno
L’ANTICIPAZIONE
Accanto a Mozart e Haydn, in un’edizione che Pier Carlo Orizio vuole dedicare al classicismo
«NEL 2016 RISCOPRIREMO MUZIO CLEMENTI»
Marco Bizzarini
D
opo il «fuoco barocco» che ha
metaforicamente acceso
l’edizione di quest’anno, il
Festival pianistico
internazionale di Brescia e Bergamo è
pronto ad affrontare un nuovo capitolo: il
classicismo.
Nel 2016 l’attenzione principale si
concentrerà su Mozart e Haydn, ma con
l’aggiunta di un terzo protagonista a
sorpresa.
Normalmente, quando si pensa alla
«Wiener Klassik», vengono subito in mente
i nomi di Haydn, Mozart e Beethoven, ma
in questo caso il Festival proporrà una
lettura alternativa, sostituendo l’ultimo
membro della triade con l’italiano
(naturalizzato inglese) Muzio Clementi,
uno dei padri indiscussi della moderna
tecnica pianistica, anche se la sua musica è
poco presente nei programmi odierni.
«Abbiamo deciso di puntare su Clementi
- precisa il direttore artistico Pier Carlo
Orizio - per mettere a confronto due civiltà
musicali d’importanza decisiva nel
passaggio tra Sette e Ottocento: Vienna e
Londra. Nato a Roma nel 1752, Clementi si
mise precocemente in luce come uno dei
più brillanti virtuosi del suo tempo, tanto
che nel 1781 partecipò a un leggendario
duello con Mozart, suggellato dall’assoluta
parità fra i contendenti. Poi il musicista si
trasferì in Inghilterra, dove fu
sorprendentemente attivo come pianista,
compositore, didatta, editore e perfino
costruttore di pianoforti, conquistandosi
anche la stima di Beethoven. Si tratta
dunque di una figura di primo piano a
livello europeo».
Sembra tuttavia che la musica di
Clementi, dopo sporadici tentativi di
rivalutazione nel secondo Novecento, sia
oggi molto trascurata...
È vero, e credo che dipenda dal fatto che
a questo compositore sono mancati i
grandi interpreti. Con due significative
eccezioni: Arturo Benedetti Michelangeli e
Vladimir Horowitz. Entrambi ebbero una
profonda ammirazione per Clementi, ma lo
eseguirono solo in occasioni sporadiche.
Michelangeli aveva perfino intenzione di
dedicargli un concorso pianistico da
realizzarsi in collaborazione con la Rai:
progetto che tuttavia non venne mai
realizzato.
Che finalità si propone il Festival
dell’anno venturo?
Vorremmo finalmente rilanciare la
musica di questo autore. Cerchiamo
pianisti che eseguano le sue Sonate con la
stessa passione con cui affrontano Mozart.
Clementi ha anche scritto Sinfonie, di cui
almeno una è un capolavoro assoluto.
Anticipazioni sugli ospiti?
Il programma è in fase di definizione.
Comunque un interprete di riferimento per
il repertorio mozartiano sarà sicuramente
Alexander Lonquich.