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Prefazione
Dal 1968 tengo regolarmente corsi di Antropologia
101 (“Introduzione all’antropologia”) in classi che variano dai 375 ai 550 corsisti: il feedback continuo che
ricevo da studenti, assistenti e ricercatori mi permette
di rimanere aggiornato sugli interessi, i bisogni e le
idee di coloro ai quali questo testo è destinato. Sono
fermamente convinto che un buon libro di testo sia
radicato nell’entusiasmo e nel piacere che il suo autore riceve dalla propria esperienza di insegnamento.
Da studente universitario, fui attratto dall’antropologia per il suo ampio respiro e per ciò che era in grado
di rivelarmi sulla condizione umana. Ritengo che l’antropologia culturale abbia raccolto una straordinaria
quantità di conoscenze circa le somiglianze e le differenze umane, e desidero presentarle nelle pagine che
seguono. Credo fortemente nella capacità dell’antropologia di illuminare e di informare. L’oggetto di studio
dell’antropologia è per sua natura affascinante e la sua
particolare attenzione per la diversità aiuta gli studenti
a comprendere i propri consimili esseri umani e interagire con loro in un mondo sempre più interconnesso.
Decisi di scrivere questo libro nel 1972, quando le
introduzioni all’antropologia in circolazione erano in
numero di gran lunga minore rispetto a quello attuale. I testi all’epoca disponibili tendevano a essere eccessivamente enciclopedici: li trovavo troppo prolissi
e troppo poco centrati per il mio corso e rispetto alla
mia visione dell’antropologia contemporanea. L’ambito di studio dell’antropologia stava subendo un rapido cambiamento: gli antropologi scrivevano di una
“nuova archeologia” e una “nuova etnografia”; gli
studi sulla lingua effettivamente utilizzata nelle società stavano rivoluzionando modelli linguistici troppo formali e statici; nell’ambito dell’antropologia culturale, approcci simbolici e interpretativi si andavano
affiancando a quelli ecologici e materialisti.
L’antropologia culturale non ha perso il suo entusiasmo. Dal 1972 cambiamenti profondi si sono prodotti sui popoli e sulle società tradizionalmente oggetto di studio degli etnografi. In antropologia culturale
diventa sempre più difficile sapere quando è opportuno scrivere al presente e quando al passato. Eppure
molti testi ignorano il cambiamento – se non fosse, talvolta, per un capitolo relegato in fondo al volume – e
sono scritti come se l’antropologia culturale e i popoli
che essa studia siano gli stessi della generazione precedente. Un testo ben fatto, oltre a illustrare le basi dell’antropologia culturale, dovrebbe essere in grado di
dimostrarne l’importanza per il mondo attuale. La dodicesima edizione di Antropologia Culturale è incentrata
su un insieme nuovo e originale di obiettivi e temi.
OBIETTIVI
Nello scrivere questo libro mi sono prefissato tre principali obiettivi. In primo luogo, ho voluto offrire un’accurata e aggiornata introduzione all’antropologia culturale. L’antropologia è una scienza, ossia “un ambito
di studio sistematico o un complesso di conoscenze
che mira, attraverso la sperimentazione, l’osservazione
e la deduzione, a fornire spiegazioni attendibili dei fenomeni, in riferimento al mondo materiale e fisico”
(Webster’s New World Enciclopedia 1993, p. 937). L’antropologia culturale è una scienza umanistica volta a scoprire, descrivere e spiegare somiglianze e differenze
sociali e culturali nel tempo e nello spazio. Di uno dei
primi libri di antropologia da me letti, Mirror for Man
(1944) di Clyde Kluckhohn (ed. it. Specchiati uomo!
L’antropologia e la vita moderna, Garzanti, Milano 1952),
mi colpì la descrizione dell’antropologia come “la
scienza delle somiglianze e delle differenze umane” (p.
9). L’affermazione di Kluckhohn sulla necessità di tale
ambito di studio è ancora vera: “L’antropologia fornisce una base scientifica per affrontare il dilemma cruciale del mondo attuale: come possono genti di aspetto
diverso, lingue reciprocamente incomprensibili e stili
di vita differenti convivere pacificamente?” (p. 9).
L’antropologia culturale è una scienza che ha chiari legami con gli studi umanistici, in quanto legge forme di espressione creativa in una prospettiva compa-
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Prefazione
rativa e transculturale. Si potrebbe dire che l’antropologia culturale rientra fra le discipline accademiche
maggiormente umanistiche in virtù del suo intrinseco rispetto per la diversità umana: abitualmente, gli
antropologi culturali ascoltano, registrano e tentano
di descrivere voci e prospettive di varie epoche, luoghi, nazioni e culture. Attraverso i suoi quattro sottoambiti, la grande disciplina nota come antropologia
generale – o semplicemente antropologia – fonde approcci biologici, sociali, culturali, linguistici e storici.
Prospettive molteplici e varie offrono un’idea più
completa di cosa significhi essere uomo rispetto a
quella di discipline accademiche che non dispongono
della stessa ampia visione dell’antropologia.
Il mio secondo obiettivo è stato quello di scrivere
un buon libro per studenti, un libro cioè che risultasse accessibile per approccio e impianto didattico, che
indicasse loro chiaramente il perché l’antropologia
culturale dovrebbe interessarli e come potrebbero servirsene per capire se stessi. Un libro che, discutendo
gli eventi attuali in relazione al nucleo centrale dell’antropologia, indicasse loro in che modo l’antropologia riguarda la loro vita.
Nel corso delle dodici edizioni di questo volume,
mi sono proposto di scrivere il più attuale, tempestivo e aggiornato libro di testo in circolazione. Cerco di
essere imparziale e obiettivo nel presentare approcci
vari e talvolta divergenti, rendendo note le mie idee e
scrivendo in prima persona quando mi sembra opportuno. Colleghi che hanno utilizzato altri libri di testo lamentano il fatto che alcuni autori sono talmente
decisi nel voler presentare ogni plausibile teoria su
un determinato argomento – per esempio il ruolo delle arti nella società – da far smarrire gli studenti nell’ampia gamma di possibilità. L’antropologia non dovrebbe essere resa a tal punto complicata da risultare,
per studenti principianti, impossibile da comprendere e apprezzare: l’autore del libro, così come un docente, deve essere in grado di guidare gli studenti.
Il mio terzo obiettivo è stato quello di scrivere un
libro che potesse essere apprezzato, oltre che dagli
studenti, anche dai docenti. L’organizzazione di questo testo è volta a illustrare i concetti chiave e le basi
dell’antropologia, discutendo al contempo alcune importanti questioni attuali. Ho cercato di creare un testo che risultasse leggibile, accattivante, ampiamente
illustrato e aggiornato, e che contenesse molti materiali di supporto, ivi inclusi supplementi utili sia agli
studenti sia ai docenti.
ORGANIZZAZIONE
La dodicesima edizione di Antropologia Culturale, con
il contributo di attentissimi revisori, illustra i fondamenti della disciplina, nonché importanti questioni e
approcci attuali.
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La Parte prima, Le dimensioni dell’antropologia, presenta l’antropologia come una disciplina integrata
suddivisa in quattro ambiti, con dimensioni sia accademiche sia applicate, che esamina la diversità
umana biologica e culturale nello spazio e nel tempo. L’antropologia viene presentata come una scienza comparativa e olistica, che segue gli approcci biologico, sociale, culturale, linguistico e storico. Vengono esplorati i legami fra l’antropologia e altri ambiti di studio, ossia altre scienze naturali così come
anche scienze sociali e discipline umanistiche. Viene
inoltre presentata una panoramica delle teorie e delle metodologie che l’antropologia ha sviluppato nel
corso della sua storia . Nel progettare questa parte,
avevo in mente in particolare uno degli obiettivi che
mi sono prefisso per questo testo: presentare un ambito di studio olistico con quattro sottoambiti e due
dimensioni.
La Parte seconda, Diversità culturale, si apre con
una discussione sul concetto di cultura e le sue radici
nell’evoluzione biologica umana. Segue un esame
dell’etnicità, in relazione alla razza e alla sua costruzione sociale. In questa sezione del libro emerge come cultura e linguaggio siano legati tramite l’apprendimento, la condivisione e l’utilizzo del pensiero simbolico. All’analisi di importanti concetti, teorie e descrizioni si affianca un ampio ventaglio di esempi etnografici e studi di casi. La seconda parte esamina in
che modo la diversità socioculturale si manifesta e si
esprime in ambiti come la lingua, i sistemi economici
e politici, la famiglia e la parentela, il matrimonio, i
sessi, la religione e le arti.
Dopo aver esplorato, la diversità nei principali ambiti della vita culturale, nella Parte terza, Il mondo che
cambia, vengono esaminate le loro trasformazioni ed
espressioni nel mondo moderno. Questa parte rappresenta una delle principali differenze fra questo libro di antropologia e gli altri, in quanto essa fornisce
le risposte a molte importanti domande. Come e perché è emerso il sistema mondiale moderno? In che
modo il capitalismo mondiale ha influenzato i modelli di stratificazione e disuguaglianza fra le nazioni
e all’interno di esse? Che cosa hanno rappresentato il
colonialismo, l’imperialismo e i loro retaggi? Che cosa è stato il comunismo e cosa è avvenuto dopo la sua
caduta? Quali effetti producono lo sviluppo economico e la globalizzazione sui popoli, sulle società e sulle
comunità presso le quali gli antropologi da sempre
conducono le loro ricerche? Come i popoli interpretano e mettono a confronto attivamente il sistema mondiale e i prodotti della globalizzazione? Quali fattori
minacciano la continuazione della diversità umana?
Cosa possono fare gli antropologi per salvaguardare
tale diversità?
Conrad Phillip Kottak
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Prefazione
L’EDIZIONE ITALIANA
Per rendere il testo più adatto al lettore italiano, il testo
ha subito una profonda revisione, in accordo con le
differenze culturali e linguistiche esistenti tra la società
americana e quella nostra. Per perseguire questo obiettivo sono stati pertanto apportati i seguenti interventi:
• Integrazione del Capitolo 2 Panoramica delle teorie
antropologiche con riferimenti alla scuola francese,
irrinunciabili per gli studenti italiani ed europei, e
agli studi demoetnoantropologici italiani;
• Inserimento del Capitolo 3 Metodi dell’antropologia
culturale;
• Inserimento dell’Appendice 6A Processi cognitivi;
• Sostituzione e integrazione degli esempi del testo con esempi relativi alla realtà italiana ed europea;
• Inserimento di schede L’approfondimento dedicate a
studi italiani.
A integrazione del testo, sul sito internet www.ateneonline.it/kottak sono disponibili materiali di supporto: i docenti possono trovare, per ciascun capitolo, i
lucidi in formato PowerPoint e un set di domande;
per gli studenti sono invece presenti link utili di approfondimento.