Progettazione efficiente Realizzazioni Esempio di futuro a zero emissioni, tra le colline marchigiane, troviamo la “Leaf House” che già rispetta i paradigmi della nuova Direttiva 2010/31/CE che prevede nuove costruzioni dal 2018 a energia quasi zero. Passiva, efficiente e a zero emissioni 28 PROGETTO ENERGIA/64 - settembre 2010 A cura della Redazione Regione Marche, siamo ad Angeli di Rosora (Jesi, AN), Enrico Loccioni, un imprenditore virtuoso, ha realizzato una piccola palazzina residenziale a zero emissioni di CO2, in linea con quanto stabilito dalla nuova Direttiva EPBD. Questa espressione indica che si usa energia rinnovabile non solo per la climatizzazione, ma anche per tutti gli usi elettrici domestici. In realtà, l’edificio dovrebbe produrre nel tempo più energia di quella consumata, a compensazione anche dell’energia incorporata nei materiali serviti per la sua costruzione. Il modello ispiratore della Leaf House è la casa colonica della tradizione mezzadrile marchigiana con il suo podere, un micro- cosmo autosufficiente e sostenibile, in cui ogni risorsa veniva sfruttata al massimo e nulla veniva sprecato. Il concept energetico Nei sei appartamenti, abitati da collaboratori della Loccioni, troviamo le tecnologie più avanzate: dal riscaldamento al Sono stati adottati anche i principi della bioclimatica: esposizione a Sud con ampie superfici vetrate, protezioni solari per l’estate; buon isolamento termico delle pareti e serramenti di qualità. L’involucro, poi, è stato ottimizzato attraverso una successione di simulazioni dinamiche del suo comportamento energetico, dimensionando tutti i componenti in modo da ottenere il minimo di domanda di energia; il processo di ottimizzazione si fatto convergere sui valori di 16kWh/m2 anno per il riscaldamento invernale e l’acqua calda sanitaria e altrettanto per la climatizzazione estiva. Questi valori sono stati ottenuti prevedendo anche un recuperatore di calore entalpico per l’aria di ventilazione. In realtà, poiché larga parte della domanda di energia, in inverno, è proprio dovuta alla ventilazione, i valori reali risulteranno inferiori a quelli simulati, grazie all’introduzione di un controllo intelligente, che tiene conto dell’effettiva occupazione giornaliera di 14 ore. Nei singoli appartamenti, è installato un sensore di CO2, che indirettamente rivela la presenza di persone attraverso la loro respirazione. Se l’appartamento è vuoto, la ventola che attiva la ventilazione funziona solo a basso regime (per evitare la sensazione di aria stantia al rientro); quando è occupato funziona a piena potenza. Un’ulteriore riduzione della domanda è dovuta alla presenza di un tubo sotterraneo nel quale viene fata passare l’aria esterna di ventilazione quando la sua temperatura è inferiore a 15°C in inverno (un sistema di controllo le fa by-passare il tubo quando la temperatura è superiore). Grazie al fatto che il terreno già a 2-3 metri di profondità mantiene una temperatura costante vicina a quella media stagionale, l’aria viene preriscaldata in inverno e pre-raffrescata in estate. Luce naturale e artificiale Il comportamento estivo dell’edifico è controllato da elementi di protezione solare mobili e comandati manualmente davanti alle finestre a est e a ovest (non ce ne sono a nord). A causa della profondità dell’appartamento, delle piccole dimensioni delle finestre a est e ovest, e della assenza a nord, nella zona cucina degli appartamenti l’illuminazione naturale risulterebbe insufficiente, imponendo l’uso continuato di quella artificiale. Per evitare ciò, sono stati previsti dei tubi di luce che forniscono l’illuminazione naturale necessaria. I tubi di luce utilizzano un materiale riflettente interno che opera come filtro diodico, facendo penetrare cioè solo la parte visibile dello spettro, con notevole vantaggio ai fini dei carichi termici estivi. Gli impianti Una volta messi in atto tutti gli accorgimenti per minimizzare la domanda di ener- gia per la climatizzazione, è stato scelto di installare una pompa di calore geotermica che scambia col terreno attraverso tre sonde verticali da 100 metri ciascuna. L’efficienza prevista della pompa di calore è alta (COP= 4), grazie a due fattori: da una parte la natura del terreno, ricco d’acqua, che favorisce lo scambio termico e dall’altra l’adozione di un sistema di riscaldamento e condizionamento radiante a pavimento, che permette di mantenere relativamente basse temperature del fluido termovettore in inverno (meno di 30°C) e relativamente alte in estate (oltre 17°C). Inoltre, col pavimento radiante, in gran parte dell’estate si prevede di fare uso del cosiddetto “free cooling”, raffreddando il pavimento senza fare uso della pompa di calore, dato che l’acqua proveniente dagli scambiatori geotermici è sufficientemente fredda per lo scopo, anche usando il necessario scam- s condizionamento estivo, dalla domotica al collegamento internet a banda larga. In un edificio carbon neutral, bisogna, innanzitutto, minimizzare la domanda di energia, ovunque sia possibile. Il primo passo è stato quello di progettare l’edificio in modo da richiedere il minimo di energia per garantire le condizioni di comfort termico al suo interno. L’involucro verticale, che garantisce un isolamento acustico pari a 43dB, è composto da: • 2 cm di Intonaco plastico; • 18 cm di polistirolo espanso (λ di 0,036W/mK); • 1,5 cm di malta di cemento; • 30 cm di Poroton • 2 cm di intonaco in malta di gesso. Schema della stratificazione dell’involucro opaco. Progettazione efficiente Realizzazioni Abbiamo intervistato il Prof. Federico M. Butera del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano, esperto di energia a livello nazionale e internazionale. Smart House a emissioni zero P.E.: Edifici a zero emissioni, finalmente anche in Italia? Butera: Sì, abbiamo anche in Italia esempi di edifici a emissioni zero, o che almeno come tali vengono presentati. In realtà, se si va a guardare un po’ più da vicino, si scopre che la dizione “emissioni zero” si riferisce solo al riscaldamento, a volte anche al condizionamento, e alla produzione di acqua calda. In questi casi la dizione è impropria, perché in qualsiasi edificio si hanno anche consumi di energia per alimentare tutte le apparecchiature elettriche domestiche e per illuminare. Inoltre ci sono i consumi derivanti dalla cottura dei cibi. Non è una improprietà da poco, se si considera l’energia primaria che viene messa in gioco (due volte il consumo elettrico), e le emissioni che ne derivano. 30 P.E.: Cosa ci può dire dell’edificio realizzato da Loccioni? Butera: Enrico Loccioni è un imprenditore lungimirante che opera nel settore dei sistemi di misura, controllo e regolazione e ha deciso di realizzare una piccola palazzina residenziale totalmente a zero emissioni di CO2, che prefigura l’edilizia dello sviluppo sostenibile. Per arrivare a questo risultato l’involucro è stato ottimizzato attraverso una successione di simulazioni dinamiche del suo comportamento energetico, dimensionando tutti i componenti in modo da ottenere una bassissima di domanda di energia (meno di 15kWh/m2 anno per riscaldamento e produzione acqua calda e ancora meno per il condizionamento). P.E.: E l’aspetto economico? Butera: Seconso il progetto, la produzione elettrica fotovoltaica è superiore ai consumi, allo scopo di compensare, negli anni, l’energia incorporata nei materiali di cui è fatto l’edificio: l’impronta ecologica energetica della palazzina è uguale alla sua impronta geometrica – come negli organismi vegetali in natura. E veniamo alla convenienza economica. Il fotovoltaico, si sa, si ripaga in circa 10 anni grazie al conto energia. L’accurata progettazione, supportata da ottimizzazioni eseguite mediante simulazioni, permette di minimizzare gli extra costi sia nell’involucro che negli impianti. Si stima che i maggiori costi relativi all’involucro e all’impianto di climatizzazione, rispetto a una palazzina della stessa qualità realizzata secondo i limiti di consumo imposti dalla legge, si ripaghino in circa 10 anni. Gli elettrodomestici ad alta efficienza, le lampade a basso consumo e i sistemi di controllo si ripagano in meno di 5 anni. Stando così le cose, un edificio a emissioni zero come quello di Angeli di Rosora può costituire un investimento tanto remunerativo quanto gli impianti fotovoltaici, che stanno sorgendo come funghi in tutto il Paese. PROGETTO ENERGIA/64 - settembre 2010 P.E.: Perché allora si tratta di un esempio raro, se non unico? Butera: Tre le ragioni principali. La prima è la mancanza di una ampio numero di esperienze che rassicurino chi investe: occorre un imprenditore lungimirante e coraggioso, oggi. La seconda deriva dalla maggiore complessità della progettazione; progettare un edificio a zero emissioni richiede un alto livello di competenza specifica, purtroppo ancora rara. La terza ragione è di ordine culturale. Chi compra un appartamento tende al minimo costo capitale, non pensando ai costi di esercizio: gas ed elettricità, che pure ci sono e che possono essere molto più bassi se si spende di più in una casa a più alta qualità energetica. Le cose stanno cambiando, però, grazie soprattutto alla irresistibile corsa verso l’alto del costo dell’energia, e ci incamminiamo inevitabilmente verso una nuova edilizia che non consuma fonti fossili, come impone la nuova Direttiva EPBD approvata a maggio: a partire dal 31/12/2020 tutti gli edifici nuovi dovranno essere ad “energia quasi zero”, quelli pubblici dal 2018.. biatore di calore. In estate, il pavimento radiante permette di controllare solo il calore sensibile; per il controllo dell’umidità è previsto un deumidificatore per appartamento, che è attivo quando è attiva la ventilazione. Se si aprono le finestre perché le condizioni ambientali esterne lo consentono, il sensore di CO2 rileva una concentrazione molto bassa grazie all’elevato numero di ricambi d’aria che si attivano, e quindi sia la ventilazione meccanica che la deumidificazione non hanno più luogo, evitando inutili sprechi di energia. L’acqua piovana viene raccolta e utilizzata per tutti gli usi in cui non è necessario che sia potabile, ed è prevista sia la raccolta differenziata dei rifiuti che un forte incentivo al riuso dei contenitori. All’ultimo piano è situato il loft Whirlpool Zeos (Zero Emission Carbon Space) e rappresenta un’opportunità unica per sperimentare concetti innovativi, uno spazio ideale per mostrare e testare prodotti ecologici ed educare il consumatore a una sensibile coscienza ecologica. Le soluzioni di building automation presenti aumentano l’efficienza degli impianti e offrono una gestione semplice e funzionale. La casa è dotata di un monitoraggio continuo della qualità dell’aria intera e di ventilazione meccanica con recupero di calore. Premi e riconoscimenti La Leaf House del Gruppo Loccioni ha avuto numerosi riconoscimenti: •È in corsa per il prestigioso Ruban D’Honeur del European Business Award promosso dalla HSBC. •L’8 giugno 2010, al Quirinale, Enrico Loccioni e Graziella Rebichini Loccioni hanno ritirato il Premio Nazionale per l’Innovazione, giunto alla seconda edizione, dedicato alle eccellenze italiane che si sono distinte per capacità innovative e creative nell’ambito di aziende, università, amministrazioni, enti o anche singoli ideatori. •Premiati il 14 Aprile 2010, presso la Fiera di Roma, come vincitori del Premio Impresa Ambiente 2010, il più alto riconoscimento italiano per le aziende private e pubbliche che si sono distinte per Sviluppo Sostenibile, Rispetto Ambientale e Responsabilità Sociale. •Targa di riconoscimento per l’efficienza energetica all’interno del Premio Sviluppo Sostenibile 2009 promosso dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile per la Leaf Community. Grande attenzione si è posta anche ai consumi elettrici secondari dell’impianto, cioè quelli relativi alle pompe di circolazione, che sono a velocità variabile regolata dalla domanda di calore e freddo (negli impianti convenzionali si usa invece una valvola a tre vie per la regolazione, con la pompa che va sempre alla massima potenza). L’acqua calda sanitaria è prodotta per il 50% circa da un impianto solare e per il resto dalla pompa di calore. Al fine di minimizzare i consumi elettrici in cucina è previsto che gli elettrodomestici siano tutti di classe A+, ma non solo. Considerato che sia nella lavabiancheria che, soprattutto, nella lavastoviglie la maggior parte del consumo elettrico deriva dal riscal- damento dell’acqua mediante resistenza elettrica, in ciascun appartamento il circuito dell’acqua calda si estende, come quello dell’acqua fredda, all’alimentazione di questi elettrodomestici che, quindi, dovranno essere del tipo a due ingressi. Sempre al fine di ridurre il più possibile il consumo elettrico, gli occupanti sono fortemente sollecitati a fare uso di apparecchiature elettroniche a basso consumo, quali televisori a LCD e laptop invece di PC. Tutte le apparecchiature elettroniche verranno dotate di sistemi automatici per il controllo dello standby. Le luci condominiali sono a LED. Un ulteriore dispositivo, a cui si attribuisce una grande importanza, fa parte della dotazione di ogni appartamento: quello che è stato battezzato “il cruscotto”, in analogia a quello dell’au- tomobile. Si tratta di un display nel quale compaiono, o si possono richiamare, tutti i dati di consumo istantanei e cumulati nel tempo. Questo dispositivo si prevede possa avere un ruolo molto importante nella formazione di un comportamento “virtuoso”. Il consumo elettrico medio per famiglia ad Ancona è di circa 2.100kWh/anno (a livello nazionale è stimato in 2.700kWh/anno), con tutti gli accorgimenti impiegati nella palazzina, il consumo elettrico non dovrebbe superare, secondo le valutazioni fatte, i 1.500kWh/anno; per sicurezza, comunque, si è ipotizzato che esso si attesti sui 2.000kWh/anno. Tutti i consumi sono monitorati, comunque, e già dopo il primo anno di occupazione si possono avere dati più attendibili. s All’ultimo piano è situato il loft Whirlpool Zeos (Zero Emission Carbon Space) e rappresenta un’opportunità unica per sperimentare concetti innovativi. s Consumi elettrici ridotti s Schema di funzionamento invernale (Sx) ed estivo (Dx) della Leaf House. Progettazione efficiente Realizzazioni 32 s Tubi solari (Solarspot). s s Sistema di produzione, stoccaggio e riutilizzo di idrogeno per la generazione elettrica (Enel). Impianto fotovoltaico I consumi elettrici, minimizzati con gli accorgimenti sopra descritti, sono tutti coperti secondo progetto dall’impianto fotovoltaico integrato nella copertura dell’edificio. Al fine di compensare anche i consumi energetici per la cottura (mediante GPL, stimati 760kWh/anno termici) essi sono stati valutati come energia elettrica supplementare da fornire con l’impianto fotovoltaico e da immettere in rete. In conclusione, il consumo totale calcolato di energia elettrica della palazzina è pari a poco meno di 20.000kWh/ anno, corrispondenti a circa 1.150 kg di CO2, qualora l’elettricità fosse fornita dalla rete. Nel nostro caso, invece, essa è tutta fornita da circa 150 m2 di collettori fotovoltaici (19,8kWp) integrati nella copertura dell’edificio. Rinnovabili e idrogeno In via del tutto sperimentale, Enel ha installato un sistema di produzione, stoccaggio e riutilizzo di idrogeno per la generazione elettrica. L’energia generata dai pannelli solari fotovoltaici, nei momenti di massima insolazione viene PROGETTO ENERGIA/64 - settembre 2010 I nomi dell’intervento Oggetto: Leaf House Luogo: Angeli di Rosora – Jesi (AN) Progetto architettonico: Arch. Pacifico Ramazzotti Progetto termico: Trillini Engineering Consulenze energetiche: Ing. Federico M. Butera AEchitetture Sostenibili; Ing. Giovanni Poillucci e Loccioni Facility Team Isolamento termico: Alpac; Centro dell’isolante Argilla espansa: Leca Laterlite Massetto ad alta conduttività: LecaBlock Serramenti: Internorm Tetto lamellare: Centro Legno Pavimento radiante: Rehau Unità di trattamento aria: Roccheggiani Pompa di calore geotermica: Viessmann; Pozzi geotermici: Geotermia Elettropompe: Grundfos Pannelli fotovoltaici e termici: Schüco Inverter per FV: SMA Italia Tubi solari: Solarspot Componentistica elettrica: BTicino Sensoristica: Eco Control; Trafag Sonde temperatura: Endress Hauser Domotica e controllo: Siemens; Cisco Systems; Enel Elettrodomestici: Whirpool Apparecchi di illuminazione: iGuzzini Accumulo e trattamento acque: Rototec utilizzata, oltre che per soddisfare i bisogni energetici della Leaf House, anche per alimentare un elettrolizzatore in grado di scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno. L’idrogeno prodotto viene accumulato in un sistema che utilizza idruri metallici e riconvertito, grazie a una pila a combustibile, in elettricità disponibile nelle ore in cui non c’è produzione di energia dal sole. Questa tecnologia è, allo stato attuale, la frontiera dello stoccaggio energetico ed è al centro di intensi studi e dimostrazioni, in particolare per ciò che riguarda le sue applicazioni per i trasporti terrestre e marittimo e per ottimizzare la gestione di fonti rinnovabili in siti non connessi con la rete elettrica. Green Community La palazzina è solo un tassello di un progetto più ampio, che ha preso il nome di Green Community. È, infatti, in uno stadio avanzato di progettazione un nuovo stabilimento produttivo, che sarà caratterizzato da consumi energetici estremamente bassi, mentre è già in funzione una coppia di coclee che sfruttano un piccolissimo salto d’acqua (meno di un metro) di un canale che attraversa la proprietà, con una potenza di quasi 40kW. Una vecchia cascina, pure ricadente nell’area dell’insediamento produttivo, è stata ristrutturata, ed è riscaldata con un impianto a biomassa. Tutto è rinnovabile nella green community, anche la mobilità, con l’impiego di mezzi di trasporto elettrici. u