Centrali elettriche: il primo monopolio crolla Fino ad allora le

1919-1938
Centrali elettriche: il primo monopolio crolla
Fino ad allora le autorizzazioni d’installazione venivano assegnate esclusivamente
da singole aziende elettriche e da singoli comuni. Il settore dell’installazione elettrica
condusse perciò numerosi processi contro il monopolio delle centrali. Già nel 1913
l’USIE raggiunse un primo grande successo: le Aziende elettriche bernesi
accordarono una concessione a ben 17 ditte di installazione.
Le forti mancanze di introiti sulla corrente, dovute alla mancata produzione
nell’industria e nell’artigianato negli anni venti,vennero compensate solo con una
intensa erogazione di corrente ad economie domestiche private e a piccole o medie
aziende. Le ditte d’installazione elettrica, tradizionalmente radicate in loco, si
attivarono per acquisire questa clientela che era portatrice ideale di pubblicità. Per
questo le centrali elettriche accordarono man mano sempre più concessioni a ditte
private di installatori finché il monopolio venne definitivamente abrogato.
Telefonia: il secondo monopolio crolla
La lotta del ramo dell’installazione per troncare il monopolio dell’installazione dei
telefoni, attraversa come un filo rosso la storia dell’associazione. Con lunghe e difficili
trattative e divergenze si riuscì a smuovere la Confederazione per far allentare il suo
monopolio. Così venne aperta una nuova e importante fonte di introiti per il ramo
dell’installazione elettrica, scossa dalla crisi. Nel 1921 i primi operatori privati
ottennero, a titolo sperimentale, concessioni per l’installazione di impianti telefonici.
All’inizio degli anni Trenta, i concessionari privati coprivano già il 70% circa del
mercato dell’installazione di telefoni. L’ulteriore richiesta alla Confederazione di
togliere anche il monopolio sugli apparecchi non ebbe alcun riscontro. Questo
monopolio resse fino agli anni ottanta del 20.mo secolo.
Dopo gli anni Venti d’oro, tra il 1924 e il 1928, il crollo della borsa di Nuova York
dell’ottobre 1929 condusse alla grande crisi economica. In Svizzera fu duramente
colpito anche il ramo dell’installazione elettrica.
Provvedimenti della Confederazione ammortizzarono in qualche modo tali effetti.
Grandi progressi tecnici nell’utilizzo della corrente elettrica e sempre nuovi
apparecchi, offrivano un nuovo mercato di lavoro agli installatori elettricisti.
Malgrado le difficoltà economiche, l’associazione crebbe costantemente. Mentre nel
1910 l’USIE contava appena 102 membri, all’inizio del 1931 ne aveva già 464.
Vennero fondati continuamente nuovi comitati locali e sezioni cantonali.
La creazione di un campo di formazione professionale con avvenire
Un ulteriore passo per far fronte alla grande crisi economica la diede l’Ufficio federale
dell’industria e delle arti e mestieri con l’apertura del primo campo professionale per
operai metallurgici in Svizzera nel marzo 1935 ad Hard presso Winterthur. Nel 1936
fu annesso un campo di formazione professionale per installatori elettricisti
disoccupati. Ciò non fu però solo un provvedimento di crisi, ma l’USIE perseguiva
piuttosto l’idea di usare le officine contemporaneamente anche per la formazione
professionale. Si tennero così a Winterthur, fino allo scoppio della seconda guerra
mondiale, dei corsi semestrali per la formazione di installatori elettricisti disoccupati.