I film di animazione
Incantano grandi e piccini, ma come vengono realizzati? Quali sono le nuove tecniche per produrre
cartoni animati e film di animazione sempre più perfetti?
I grandi film di animazione? Opera del genio, della bravura a disegnare o dei bit? Difficile dare una
risposta. Probabilmente tutte e tre le caratteristiche sono importanti.
Scopriamo come vengono realizzati
Anche l'animazione sfrutta quella caratteristica della visione umana detta “persistenza visiva”, per
cui l'immagine resta “impressa nella retina” (o meglio nella parte del cervello che elabora la
visione) per una frazione di secondo in più dopo che l'immagine è sparita dal campo visivo.
In quella stessa frazione di secondo, un'immagine può essere sostituita da un'altra lievemente
diversa, fornendo al cervello l'illusione del movimento.
Ciò che vediamo sullo schermo cinematografico, quindi, non è un altro che una serie di immagini
statiche proiettate in una così rapida successione - 24 fotogrammi al secondo- da riuscire ad
ingannare il nostro occhio
È possibile provare a riprodurre questo effetto realizzando una piccola animazione su un blocco di
carta.
Storia dell'animazione
Il desiderio di animare è antico quanto il mondo. Già l'uomo delle caverne tentava di rendere l'idea
del movimento disegnando sulle pareti animali con zampe multiple.
Dai primitivi tentativi, le tecniche si sono evolute. Il campo dell'animazione è però cresciuto
decisamente negli ultimi dieci anni, con l'arrivo dell'animazione 3D e l'utilizzo dei computer.
Inizialmente i cartoons erano semplici illustrazioni umoristiche in movimento di breve durata; con il
tempo migliorarono le tecniche, fino alla svolta operata da artisti come Walt Disney, e si iniziò a
utilizzare questo mezzo espressivo anche per raccontare storie serie e drammatiche, come
Biancaneve e i sette nani o Bambi.
La tecnica tradizionale
La tecnica che ha dominato la storia dell'animazione - e che tutt'ora viene utilizzata - è quella del
disegno a mano. Nella sua forma più pura è ormai molto rara; sempre più spesso è integrata da
tecnologie più innovative.
È chiamata cel animation, perché gli animatori disegnano i
personaggi e gli oggetti da animare su una carta speciale in acetato
trasparente, detta appunto cel, da sovrapporre al piano degli
sfondi, creati su supporto cartaceo.
Per ottenere durante la proiezione un movimento fluido e verosimile
vengono realizzati 24 disegni per ogni secondo. Possono essere
anche meno, a seconda del tipo di scena e di movimento, ma mai
meno di 6. Un film della durata di 5 minuti richiede dunque tra i
duemila e i settemila disegni.
Gli animatori più esperti realizzano soltanto i momenti chiave di una
scena (di solito 3 o 4, tra cui certamente quello iniziale e quello
finale), tra i quali vengono introdotti, a completamento dei primi, i
disegni intermedi. Sono realizzati da disegnatori meno
bravi, detti “novellini” o “intercalatori”, e servono
soprattutto per rendere più fluido il movimento.
Una volta intervenuti i tecnici degli effetti speciali,
incaricati di creare e animare fumo, pioggia, ombre e
lampi, si riprende tutto con una macchina verticale,
puntata su un piano dove vengono piazzati i fogli trasparenti. La ripresa viene fatta un
fotogramma alla volta.
L'uso del computer
Contenuti tratti da Focus.it – file di Ilaria Infante e Marta Brambilla Pisoni e Wikipedia.it – Storia dell'animazione
L'avvento dei computer ha introdotto numerose novità e ha facilitato ed accelerato la produzione
di film d'animazione.
Una via di mezzo sono i cosiddetti film a tecnica mista. Il computer viene utilizzato soltanto per
creare alcuni personaggi (se non addirittura particolari di un personaggio) o gli sfondi della scena:
attraverso lo scanner le immagini su carta vengono convertite in immagini digitali alle quali
vengono aggiunte illustrazioni a 3 dimensioni realizzate con il computer.
La vera rivoluzione nel mondo dell'animazione risale al 1995, con il lungometraggio
Toy Story. Toy Story è il primo film realizzato interamente in CGI (computer
generated imagery). È un successo seguito a ruota da A Bug's life e Z la
formica.
Il successo è dovuto alla tecnologia? «Nessuna tecnologia potrà mai
trasformare una cattiva storia in una buona storia. Né una tecnologia,
per quanto stupefacente, può intrattenere un pubblico per più di cinque
minuti senza una storia affascinante», spiega Steve Jobs, il fondatore
della Pixar.
La tecnica CGI è completamente basata sull'utilizzo dei computer: gli animatori
non disegnano né colorano le singole scene. I personaggi del cartone animato e gli sfondi vengono
creati al computer e da questo sono animati grazie a speciali programmi che simulano il
movimento.
Il lavoro degli animatori è quindi più simile a quello dei burattinai. Muovono i personaggi, gli
cambiano espressione ed è poi il computer a generare le immagini di ogni singolo fotogramma del
film.
Questa tecnica si presta poi a dare l'illusione delle tre dimensioni ed è più facile per gli animatori
“muovere la telecamera” nella scena, muovendo l'inquadratura e cambiando la prospettiva dello
spettatore. L'animazione computerizzata garantisce la possibilità di alterare e modificare
l'immagine costantemente.
I film più famosi sono stati sviluppati con programmi di modellazione sviluppati apposta,
utilizzando potentissimi computer. Ma in molti casi sono stati utilizzati software già in commercio. E
l'animazione 3D si può sperimentare anche su scala ridotta: esistono programma di animazione
economici che funzionano su pc non particolarmente potenti.
La plastilina e lo stop motion
Per un film di questo tipo, invece, la tecnica con cui è stato realizzato è sempre tridimensionale,
ma non prevede l'uso del computer, se non per fasi brevissime della produzione.
Questo tipo di animazione è chiamata stop-motion. I personaggi sono modellati a
mano con diversi materiali (in questo caso plastilina e silicone) e modificati
leggermente per 24 volte in ogni secondo di ripresa (come avviene per i
cartoni animati tradizionali).
La realizzazione di un cartoon a stop motion è lunga e laboriosa. Tutto
consiste, infatti, nel filmare i modelli in diverse posizioni e poi montare
i diversi fotogrammi alla giusta velocità.
Per questo motivo i lungometraggi realizzati con questa tecnica sono
molto rari. Più frequenti invece alcuni cortometraggi.
Contenuti tratti da Focus.it – file di Ilaria Infante e Marta Brambilla Pisoni e Wikipedia.it – Storia dell'animazione