CURRICULUM AT T I V I T A' D I D A T T I C A E SCIENTIFICA di VINCENZ0 PADIGLIONE NOME E COGNOME Vincenzo PADIGLIONE LUOGO E DATA DI NASCITA Roma, 3.XI.1949 CITTADINANZA INDIRIZZO Italiana Via Vinciguerra 550, 00100-ROMA, tel.06-50653257 TITOLI UNIVERSITARI E SCIENTIFICI • • • • • • • • Idoneità a professore ordinario (1° fascia) per il settore scientifico disciplinare M-DEA, 30 Novembre 2010 Conferma a Professore di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare M-DEA (ex MO5X) in aprile 2006 Chiamata a Professore di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare M-DEA (ex MO5X) - Discipline demoetnoantropologiche da parte della Facoltà di Psicologia 2 (verbale ottobre 2002) – Università di Roma “La Sapienza”, con presa di servizio decorrenza 30 dicembre 2003 Idoneità a professore di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare M-DEA (ex MO5X) - Discipline demoetnoantropologiche nella valutazione comparativa bandita dall’Università di Cagliari (D.R. 13.07.2000 n.1896, avviso pubblicato sulla G.U. n.55 del 14.07.2000), conclusasi il 26.03.2002 ed i cui atti sono stati approvati con D.R. n. 1604 Vincitore del bando di affidamento per otto anni accademici consecutivi (dal 1993-94, al 2000-2001) per l'insegnamento di Antropologia culturale nel Corso di Laurea in Psicologia, Università di Roma "La Sapienza". Ritenuto "idoneo" per l'ammissione nel ruolo di Ricercatore confermato (gruppo 34, etno - antropologico), in data 11.IX.1981, con la seguente motivazione: "Nei suoi lavori il candidato dimostra vastità e profondità di interessi, notevole capacità problematica e sicura padronanza delle tematiche affrontate e della relativa letteratura, con risultati che manifestano le sue notevoli attitudini alla ricerca scientifica". Nominato Assistente Incaricato di Sociologia dal Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma "La Sapienza", in data 16.II.1976. Vincitore di Assegno ministeriale di formazione scientifica e didattica, in data 1.VI.1976. 2 • Laureato in Sociologia con indirizzo antropologico (110/110) presso l'Università di Trento, in data 20.X.1973, relatore: Prof. Tullio Tentori POSIZIONI ACCADEMICHE RICOPERTE (Università di Roma La Sapienza) • 2003- 2004 - - - - Professore presso la ex Facoltà di Psicologia 2 , ora • • • • • • • • Facoltà di Medicina e Psicologia (corso di Laura in Scienze Psicologiche), con l’impegno per i seguenti insegnamenti: antropologia culturale (4, 8, 10 crediti), etnografia della comunicazione (4, 8, crediti), antropologia museale (4, 8 crediti). All'interno del corso di Laurea Triennale e Magistrale (Psicologia della Comunicazione e Marketing, Discipline della Ricerca Psico sociale, Infermieristica) (per 4 anni accademici Antropologia museale è stata insegnata in convenzione con la Facoltà di Lettere – Corso di Laurea in Discipline Etnoantropologiche). 2011–2012 - - - - Docente di Antropologia museale presso La Scuola di Specializzazione in Beni culturali Demoetnoantropologici del La Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Storia, Culture, Religioni. Università Lettere e Filosofia. 2008-2009 - - - - Docente di museografia presso la Scuola di Specializzazione in Beni culturali DEA dell’Università di Perugia Dal 2004-2005 al 2009-2010. Affidamento esterno di Antropologia culturale presso la Facoltà di Psicologia 1, Corso di Laurea Intervento clinico Dal 2004-2005 al 2009-2010 Affidamento esterno di Antropologia del patrimonio (4 crediti) presso la Facoltà di Scienze Umanistiche, Corso di Laurea in Scienze del Turismo. a. a. 2002-03 Affidamento esterno di Antropologia del patrimonio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea in Discipline Etnoantropologiche a.a.1999-2002 Rappresentante della Facoltà di Psicologia, con nomina rettorale, in seno alla Commissione di ateneo dell’Università di Roma “La Sapienza” per i Programmi Comunitari. a.a. 1999-2000 - - - - Membro del consiglio dei docenti del Dottorato in Scienze demoetnoantropologiche, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Roma "La Sapienza". Nell’a.a. 1999-2000, coordinatore del Corso di Perfezionamento in “Antropologia dei Patrimoni culturali: riconoscimento, analisi, valorizzazione”. Facoltà di Lettere e Filosofia. 3 • Docente di discipline Dea (Demo-Etno-Antrropologiche) presso un • • • • • • Dottorato, 2 Scuole di Specializzazioni e un Corso di Perfezionamento dell’Università di Roma “La Sapienza” e presso il Corso di Perfezionamento in Beni Antropologici della Università La Bicocca. Dal 1998 responsabile - coordinatore locale per l’Università di Roma “La Sapienza” del Progetto Pilota di istituzione (con altri partners europei: Università di Barcelona, Università di Salonicco Università di Nizza – Sophia Antipolis - Coorodinatore del Progetto) del Diploma Europeo di terzo ciclo (post-Laurea): “Mediterranee, Identites, Cultures et Mediation du Patrimoine”, finanziato dalla Comunità Europea (contratto n. 26333-MG2-1-96 –FR- Erasmus –ECDA; CDA - IC. 97-1Erasmus Dal 1.IX.1981 Ricercatore confermato di Antropologia culturale, a tempo pieno, in servizio: • 1981-91, presso la Facoltà di Magistero; • 1991-92, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, III Università di Roma; • 1992- , presso la Facoltà di Psicologia; Dall'a.a.1993-94 docente affidatario dell'insegnamento di Antropologia culturale presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Roma "La Sapienza". Dall'1.II.1976 al 31.V.1976, assistente incaricato presso la Cattedra di Sociologia della Facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 1.VI.1976 al 31.VIII.1981, titolare di Assegno ministeriale di formazione scientifica e didattica, Cattedra di Antropologia culturale, Facoltà di Magistero. Dall'ottobre 1974 al gennaio 1976, addetto alle esercitazioni, presso la Cattedra di Antropologia Culturale dell'Istituto di Sociologia della Facoltà di Magistero. 2. Esperienze di didattica in discipline M/DEA di base e specialistiche presso università straniere Docente di un ciclo di lezioni • Professore visitante con insegnamento in portoghese di un corso di 25 + 25 ore di antropologia dei musei e del patrimonio culturale presse due università brasiliane (Università di Florianopolis e Università di Manaus). 15 ottobre - 15 dicembre 4 • Docente di un ciclo di lezioni dal a.a. 2000-2001 al a.a. 2009-2010 • • • • • • • (“Conservation du patrimoine: perspectives anthropologiques” e “Les musée; creation et médiation”) di 25 ore, realizzati anche grazie alla mobilità docenti del programma Socrates / Erasmus, presso Università di Nizza – Sophia Antipolis – nell’ambito del Diploma Europeo di terzo ciclo (post-Laurea) DEES: “Mediterranee, Identites, Cultures et Mediation du Patrimoine”. dal a.a. 1998-99 al a.a. 1999-2000 in qualità di Professore invitato di Antropologia culturale (30 ore) presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università “Angelicum”. (dal 28-5-2000 al 3-6-2000) di Antropologia culturale in qualità di Professore visitante (TS, 8 ore) nell’ambito dei programmi di mobilità Socrates, presso il Departament d’Antropologia Social dell’Universitat di Barcelona (Spagna). (primo trimestre de a.a. 1996 - 1997, 30 ore) in qualità di Professore visitante di Antropologia museale presso l’Università dello Stato di Roraima a Boavista, Brasile. (sessione estiva - agosto 1995- riservata a dottorandi, 20 ore) di docente di Antropologia dello Sport, La Seu d'Urgell, Universitat de Lleida (Spagna). (a.a. 1989-90) di Antropologia dello Sport (12 ore), Istitut Catala' de Antropologia, Universitat de Barcelona e Universitat de Lleida (Spagna); (a.a. 1984-85, ore 8; a.a. 1985-86, ore 8) di Antropologia medica presso l'Hospital de San Pablo, Facultad de Medicina, Universitad Autonoma de Barcelona (Spagna); Inoltre sono stato, nel primo semestre del a.a.1991-92, Visiting Scholar presso il Berea College, Kentucky, Usa. Nel 1992 mi è stato richiesto di svolgere una correlazione scritta di una tesi di Dottorato (Rel. C.Salzman) presso il Dipartimento di Antropologia della McGill University di Montreal (Canada), e nel 1990 una correlazione con presenza diretta di una tesi di Dottorato (Rel. L.Prats) presso il Dipartimento di Antropologia e Storia dell'Università di Lleida (Spagna). A novembre del 2004 sempre l'Università di Lleida (Spagna) mi ha invitato a partecipare al tribunale per una tesi di dottorato europeo e a tenere una conferenza sull’antropologia riflessiva. In Spagna ho tenuto un ciclo di lezioni (10 ore) di antropologia museale a giugno del 2007 e a maggio del 2010 presso il Master di Gestione del patrimonio (dir. Xavier Roigé) presso il Departament d’Antropologia Social dell’Universitat di Barcelona (Spagna). A giugno del 2008 ho tenuto sempre in Spagna una conferenza di antropologia museale e coordinato un seminario presso l’Università cattolica di Mursia. 5 ATTIVITA' SCIENTIFICA A. Incontri, tradizioni culturali e motivi ispiratori 1. Mi sono laureato con Tullio Tentori in anni in cui Trento, università d’avanguardia per il movimento studentesco, lo era anche per le scienze sociali e per il rilievo che in esse andava conquistando l’antropologia culturale. Oltre a Tullio e a Gualtiero Harrison, vi insegnava anche un altro Tullio, Carlo Tullio Altan. E tutti e tre promuovevano un’analisi culturale delle differenze nella nostra contemporaneità. Un progetto innovativo che rimescolava le carte disciplinari (forti nessi con sociologia e psicologia) e prefigurava che non solo i dislivelli esterni ed interni di cultura, per rinviare ad una frequentata categoria ciresiana di quel periodo, ma anche il nostro stile di vita, i nostri valori potessero essere oggetto di indagine antropologica. Aderii con entusiasmo a quella proposta - e nel tempo credo di essergli rimasto fedele - anche se non le ha giovato l’assai limitato consolidamento in pratiche di ricerca per noi più caratterizzanti, quali l’etnografia. Si è dovuto attendere gli anni ottanta e la svolta riflessiva indotta dal postcolonialismo, dalla globalizzazione, perché il ritorno a casa degli antropologi, un antropologia del noi, fosse accreditata come una strategia portante della nostra disciplina. 2. Una parte della mia produzione va considerata come lavoro di costruzione di uno spazio di ascolto per l'antropologia culturale. Negli anni 70 si era, in Italia, in una fase storica di frontiera, di avanguardia, per la nostra disciplina. Una vera comunità scientifica degli antropologi tardava ad istituirsi, come anche alquanto complessa risultò l'espansione accademica. Così alcuni di noi scrissero testi dove presentavano, ad una audience intellettuale e soprattutto a colleghi di altre discipline, le originalità e le potenzialità delle categorie (cultura, etnocentrismo, relativismo…) e degli approcci specifici (etnografia, comparativismo, …) dei nostri studi antropologici. 3. Diversa, ma talora contigua con la precedente, è un'altra parte ben più rilevante della mia produzione scientifica. Anche questa segnata in modo evidente dalla storia e dalla cultura italiana degli anni 70 e 80. Si tratta di un uso della ricerca antropologica non esclusivamente finalizzato all'autonomo sviluppo della Scienza ma esplicitamente motivato dall'impegno civile e dalla passione etico-politica. Ricordo che negli anni della mia formazione in 6 antropologia, questa disciplina in Italia riceveva interesse da più parti proprio per il visibile impegno sociale che emergeva dalle pratiche teoriche e di ricerca di alcuni tra i suoi eminenti cultori. Ebbene a questa tradizione tutt'altro che monolitica e statica, capace nei casi migliori di fungere all'interno dei movimenti di opposizione non da megafono ma da controparte critica - io mi sento legato. Molti dei miei saggi spero che possano essere considerati contributi volti ad offrire materiali riflessivi in grado di slargare orizzonti culturali; quegli orizzonti culturali che le tesi politiche, anche quelle di opposizione, proprio per il gioco conflittuale attivato, rendevano vieppiù dogmatici e saturi. Un'opposizione culturale interna all'opposizione politica: è questa la tensione dialettica (doppiamente dialogica) che anima i miei primi studi di antropologia del Mediterraneo, quelli sul Meridione, sul folklore, su Scotellaro; come del resto dovrebbe essere ravvisabile negli studi dedicati al circo e alla caccia; ricerche queste ultime che realizzai avendo ben presente il dogmatismo con cui questi mondi culturali venivano interpretati nell'ambito del movimento ambientalista. Non credo che questa intenzionalità etico-politica abbia tradito o di per sé reso marginale il contributo conoscitivo, anche perché ritengo che, tra gli scopi migliori che un ricercatore etnografo si può dare, vi sia quello di impegnarsi con sistematicità e rigore a "tradurre mondi culturali che si definiscono in modo refrattario". 4. Un ulteriore motivo di ispirazione della mia attività scientifica risiede nell'ambizione di volersi misurare con l'intrinseca difficoltà della rilevazione, dell'analisi e dell'interpretazione culturale. Di questo motivo partecipa quella parte consistente della mia attività scientifica ravvisabile soprattutto negli studi sulle forme rituali, sulle pratiche terapeutiche, sui contesti espressivi (es. comunicazione uomo animale, feste, uso sociale delle emozioni,...) e sulle pratiche museali; ovvero quelle analisi che esplicitamente si interrogano su come pervenire alla conoscenza di livelli di significato meno evidenti. Si tratta di una prospettiva che trova matrice nella ricorrente discorsività sulla "relativa autonomia del simbolico", a cui fui socializzato attraverso le letture di de Martino, Lévi-Strauss, Geertz, Sahlins e le polemiche con l'antropologia sociale e con quella materialista. La mia scelta netta per l'antropologia simbolica, e per quella riflessiva più recentemente (anni 90) parte da una visione critica nei confronti di ogni riduzionismo di tipo naturalistico (esplicito a riguardo è il primo capitolo del Cinghiale cacciatore) procedendo nel riconoscimento del carattere posizionato e costruttivo dell’osservatore e della complessità sistemica che la dimensione “culturale” manifesta al suo interno e realizza nel rapporto con la sfere che usiamo definire “sociale” e “psicologica”: una complessità che consente ai sistemi di simboli di fungere da modelli in grado di connettere (magari solo attraverso l'estrinsecazione di 7 commenti incrociati e, dunque, culturalmente riflessivi) settori specialistici, contesti situazionali e discorsivi apparentemente autonomi (medicina, arte, musei, scienza,...). 5. Da queste premesse la necessità di dispiegare le ricerche in molteplici direzioni poiché specialmente culture, come quelle mediterranee contemporanee, possono essere meglio conosciute antropologicamente affrontando direttamente il problema della loro diversità interna. Intendo dire che alla base della mia attività scientifica, ormai da alcuni anni (si veda il mio commento su Current Anthropology del 1979 alle tesi di J. Boissevain esposte in ''Toward a Social Anthropology of the Mediterranean"), vi è la convinzione che un’etnografia delle culture del Mediterraneo debba necessariamente emanciparsi da prospettive naturalistiche e assumere a problema la complessità sociale e l’implicazione culturale dello sguardo del ricercatore: dunque, emanciparsi da visioni totalizzanti e “frequentare” luoghi diversi, fenomeni culturali apparentemente eterogenei, per coglierne le ricorrenze in termini di modelli, come le differenze anch'esse significative in termini di strategie contestuali e logiche riflessive. B. Settori di ricerca (per ogni area di interesse riporto: motivi ispiratori, accenni di risultati, ed estremi delle principali pubblicazioni e iniziative scientifiche e culturali intraprese. Talora potranno notarsi alcune ripetizioni nel riferimento alle medesime pubblicazioni o iniziative per settori di ricerca diversi) Intendo segnalare la presenza all’interno del mio curriculum scientifico delle seguenti linee di ricerca: 1. “Tematiche delle discipline demoetnoantropologiche” 2. “Storia degli studi delle discipline demoetnoantropologiche”. 3. ”Esperienze di ricerca etnografica effettuate nell’area del Mediterraneo”. 1. “Tematiche delle discipline demoetnoantropologiche” 1.1. SALUTE E MALATTIA Questa area configura un campo di interesse antropologico che si è andato assai sviluppando in questi ultimi decenni e che il mio saggio del 1976 8 (adottato per alcuni anni presso l’Università di Perugia) ha contribuito ad introdurre in Italia. Si trattava allora di ricollegare tre tradizioni di studi che non dialogavano affatto (se si escludono alcuni lavori di T. Seppilli): quella demologica che in Italia poteva talora vantare ricerche etnografiche assai specifiche e innovative; l'antropologia medica statunitense, emergente nella letteratura internazionale e dotata di allora utili categorie (la distinzione tra illness e disease), ed infine la sociologia critica italiana che invitava a connettere i processi bio-psichici, ancor più se patologici, alle forme di vita, agli assetti societari, ai rapporti sociali. Queste matrici, riviste con la sensibilità dell'antropologia simbolica, resteranno alla base della mia ricerca successiva che è andata nella direzione di una decostruzione delle categorie mediche (si veda il saggio del 1984 sulle malattie psicosomatiche), di un'attenzione crescente al ruolo di resistenza culturale celato nelle emozioni e nel corpo. Più in generale in queste ricerche emerge l'assunto che i settings terapeutici occidentali (biomedicina e psicoterapia) divenuti oggi aree di conflitto e di pluralizzazione, si configurano come ideali oggetti dello sguardo etnografico e antropologico. • • • • • • • • • • 1976, "Salute e Malattia: aspetti socio-culturali", Centro Sociale, XXIII, nn.130-2, pp.3-48. 1981, "I Gruppi di Incontro ovvero le Feste del Dopo '68". I Giorni Cantati, nn.2-3, pp.116-127. 1984, "Malattie psicosomatiche e recupero delle medicine tradizionali", La Critica Sociologica, nn.71-2, pp.117-127. 1986, "Antropologia medica: note di metodologia", in Educazione alla Salute, n.13, pp.2-7; n.14, pp.3-7. 1987, "Culture della vergogna e culture della colpa. Un'ipotesi storico-culturale sull'inadeguatezze di antropologia e psicoanalisi", L. Ancona e M. Di Giannantoni (a cura di), Le radici della sofferenza mentale, Roma: Borla, pp.208-232. 1992, "Medicina occidentale, medicine africane. Intervista a Edmerucai", Video etnografico, Rm1. 1993, in coll. con M.Merlino, "Ritmi Alterati: tossicodipendenza come disturbo della temporalizzazione" in O. Romanì & J.M.Comelles (coords.) Antropologia de la salud y de la medicina, vol.2, VI Congreso de Antropologia, Tenerife, pp.57-74. (rist. in Psicologia Clinica 1995) 1995, "Salute e malattia sotto la lente dell'antropologo culturale", in L'Arco di Giano, Rivista di Medical Humanities. 9. pp.75-83 1995, in coll. con C. Pontalti, "Fra le generazioni: modelli di connessione simbolica", in P.Donati ( a cura di) Quarto Rapporto Cisf sulla famiglia in Italia, Cinisello B. (MI): San Paolo International, pp.187-220. 1996, "Introduzione", Il cavallo a dondolo: sulla relazione uomo-cavallo in ambito terapeutico-riabilitativo, a cura di N.Angelini, A.Antonangeli, R.Fantone. Roma: Lilith, pp.11-16. 9 • • • • • • • 1997, “ Il corpo: inedite visione e nuovi fardelli, in Anna Maria Nenci (a cura di), Il corpo e l’immagine. Cultura, vissuto e rappresentazione sociale del corpo in Sardegna. Cagliari: Aied. Pp. 27-36. 1999, (in coll. con G.Pedone, A.Raffaele, U.Telfner) “Intercultura e servizi alla persona” Arco di Giano, 19:143-153. 2000 " La riproduzione sessuale è anche buona da pensare? A chi appartiene il nostro corpo? Note di un antropologo culturale su queste ed altre quisquiglie", Archivio giuridico, 2:105-125. 2000 “Antropologi e psicoanalisti: amici immaginari o altro?”pp.41-57, Koinos, Atti del convegno su “Gruppo e Rito. Incontri e fraintendimenti tra Psicoanalisi e Antropologia”, genn.-giug, XXI, 1. 2004 (in coll. Antonio Riccio), Preghiere e grazie. Per una etnografia delle forme di religiosità popolare contemporanea. Roma: Kappa 2010 “Elaborare la tragedia”, pp. 86-95, in Prima persona – percorsi autobiografici, numero monografico su La strage e il suo ricordo, vol. 23, dicembre., ISSN 1972-7410 2010 “Postfazione”, pp.269-277, in G. Saunders, Il linguaggio dello spirito. Il cuore e la mente nel protestantesimo evangelico, Pisa: Pacini, ISBN 978-88-6315-202-9. Per quanto attiene a questa area di interesse, tengo a precisare che dal 1988 sono socio fondatore della Società italiana di Antropologia medica (Siam), presieduta da T. Seppilli. Risulto inoltre dal 1991 membro della Society for Psychological Anthropology (AAA). Ho tenuto un ciclo di lezioni (a.a. 1984-85, a.a. 1985-86) di Antropologia medica presso l'Hospital de San Pablo, Facultad de Medicina, Universitad Autonoma de Barcelona (Spagna) e sono stato docente di antropologia medica presso il Corso di Perfezionamento in Antropologia culturale delle Societa' Complesse (aa.aa.88-90), Facoltà di Sociologia, Università di Roma "La Sapienza". Dal 1.XI.1991 sono docente di un insegnamento integrativo, "Setting terapeutici comparati", presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, Facoltà di Psicologia, Università di Roma "La Sapienza". Nel 1985 sono stato membro del comitato scientifico del Convegno internazionale su "Le radici della sofferenza mentale", Istituto di Psichiatria, Università Cattolica di Roma "Sacro Cuore". 1.2. FORME DI SOCIALITÀ Quest'area di ricerca può sembrare ben poco omogenea, ricca come è di problematiche e di fenomeni assai diversi (amicizia, relazioni familiari, sport, etichetta quotidiana). Eppure può ritrovare un'unita se si parte da un presupposto dell'antropologia simbolica di Bateson, che ha guidato la mia ricerca: "l'unità di relazione corrisponde all'unità di apprendimento". Il che connette in modo forte e stabile l'ambito delle relazioni a quello delle forme del sapere, o meglio alcune relazioni ad alcuni modelli culturali. Da qui il tentativo di esplorare le configurazioni culturali, intrinsecamente potenziali 1 e/o di fatto realizzate, in alcune forme di relazioni sociali per cogliere ricorrenze, convergenze, simpatie, coazioni. E' dai saggi sull'amicizia, sull'etichetta, e sullo sport che meglio dovrebbe affermarsi il mio tentativo di evitare la trappola degli universali della socialità ancorando, seppure con prudenza, la dinamica culturale a quella storica e relazionale. Più di recente la prospettiva si è arricchita di sensibilità e rigori propri dell’etnografia della comunicazione, sempre alimentandosi di tensione riflessiva e latamente simbolista. • • • • • • • • • • • • • • • • 1978, (introduzione, cura e traduzioni) L'Amicizia, storia antologica di un bisogno estraniato, Roma: Savelli. 1984, in coll. con M.Canevacci e M.Panunzio (introduzione e cura), Lo Sport tra Natura e Cultura, Napoli: Guida. 1981, in coll. con altri, "Histoire de Vie et Groupes Primaries: une methodologie pour l'analyse du phenomenes religieux",Acts 16th., C.I.R.S Losanna,pp.402-423; rist. trad. Idoc,2-3, 1983, pp.26-30. 1981, "Antropologia dei Nuovi Galatei: le Buone Maniere con Se Stessi", AA.VV., Strategie di Manipolazione. Semiotica, Psicoanalisi, Antropologia, Scienza della comunicazione, Ravenna: Longo,pp.98-106. 1981, "I Gruppi di Incontro ovvero le Feste del Dopo '68". I Giorni Cantati, nn.2-3, pp.116-127. 1984, "Amicizia e Parentela: due paradigmi della socialità" in M.Giacomarra (a cura di), L'amicizia e le amicizie. Atti del V Congresso Internazionale di studi antropologici. Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, Palermo. 1984, "Amicizia", Enciclopedia Pedagogica,Brescia: La Scuola, vol.I,pp.520-528. 1984, "Youth Identities and Time Perception: Italian New Left Adrift during the Late Seventies", M. Wahba (ed. by), Cultural Identity in Time, Proceeding Fifth Internat. Confer. Euro-Arab Research Group (EASRG), Chairo: The Anglo-Egyptian Bookshop, pp.131-157. 1984, "Genitore, Pater, Papà. I tre ruoli della socialità paterna: una prospettiva storico-comparativa", La Critica Sociologica, n.74, pp.103-118; ristampato in A. Del Lungo e C. Pontalti (a cura di), Riscoprire il Padre, Roma: Borla, pp.33-60. 1985, "Identità e Socialità nelle autobiografie giovanili", T. Tentori ( a cura di), L'Antropologia e La Nuova Qualità della Vita, Ricerca Eni, pp.1-98. 1989, "Il matrimonio: un punto di vista antropologico", AA.VV., Il legame matrimoniale, Milano: Vita e Pensiero, pp.23-39. 1990, "Percorsi antropologici", S.Spinsanti ( a cura di), Maschio e Femmina: dall'uguaglianza alla reciprocita', Milano: Paoline, pp.25-44. 1990, "Preghiera e Buone Maniere: due generi di successo", V. Padiglione ( a cura di), Le Parole della Fede. Forme di espressivita' religiosa, Bari: Dedalo, pp.95-114. 1990, "Dell'effervescenza cognitiva: note di un antropologo sullo sport come campo evocativo", SDS, 20, ott.-dic., pp.32-38. 1992, "L'esport com a fenomen socio-cultural ", Ressò de Ponent, 101, set, pp.4-5. 1992, "I giochi e la società", Lettera dall'Italia, 26, april-giu.,pp.29-30. 1 • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1992, "Maternità e Paternità: note antropologiche in margine al mutamento in atto", in V. Melchiorre (a cura di), Maschio e Femmina. Nuovi Padri e Nuove Madri, Cisf, San Paolo International, Milano, pp.55-84. 1994, "Antropologia de l'esport" in Quaderns de l'institut català d'antropologia, hivern, 1, Barcelona, pp.85-97. 1995, in coll. con C. Pontalti, "Fra le generazioni: modelli di connessione simbolica", in P.Donati ( a cura di) Quarto Rapporto Cisf sulla famiglia in Italia, Cinisello B. (MI): San Paolo International, pp.187-220. 1995, "Diversidad y pluralidad en el escenario deportivo" en Javier Olivera y otros, Le actividades fisicas de aventura en la naturaleza: anàlisis sociocultural. Apunts: Educacion Fisica y Deportes (41), pp.30-35. 1996, "Sport e culture", in Temi di Psicologia e Sport a cura di G.V.Caprara e G.P.Lombardo (Dispense del Corso di Perfezionamento in Psicologia dello sport( Istituto di Scienza dello Sport e Università di Roma "La Sapienza" . 1997, “ Il corpo: inedite visione e nuovi fardelli, in Anna Maria Nenci (a cura di), Il corpo e l’immagine. Cultura, vissuto e rappresentazione sociale del corpo in Sardegna. Cagliari: Aied. Pp. 27-36. 2000 " La riproduzione sessuale è anche buona da pensare? A chi appartiene il nostro corpo? Note di un antropologo culturale su queste ed altre quisquiglie", Archivio giuridico, 2:95-127 2003 (in coll. con Fr. Staffa) “Antropologia e Sport”, pp.3-53, in Enciclopedia dello Sport. Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma: Treccani (2004). “Scritture in famiglia: riti, riflessività e posizionamenti”. Rassegna di psicologia. vol. 1, pp. 17-34 2006 in coll. con Giorgi S, Appropriazioni: negoziare lo spazio domestico in famiglia. Età Evolutiva. vol. 85, pp. 62-72 ISSN: 0392-0658 2006 in coll. con Fasulo, A, Loyd H, Children Socialization into Cleaning Practices: a cross cultural perspective. Discourse & Society. vol. 18 (1), pp. 11-33 2006 in coll. con Fasulo, A, Loyd H, La socializzazione alle pratiche di pulizia: un'indagine comparativa. Età Evolutiva. vol. 85, pp. 93-103 2007 Tra casa e bottega. Passioni da etnografo. (pp. 5-227). ISBN: 978-88-7890-850-5. ROMA: Kappa. 2007 in coll. con Giorgi S., Pontecorvo C., Appropriations: dynamics of domestic-space negotiations in Italian middle-class working families. Culture &. Psychology vol. 13 (2), pp. 147-178 ISSN: 1354-067X. 2007 in coll. con Faticante M., Giorni S., Sulla soglia: istanze di riflessività. Costruire la relazione in un’etnografia sulle famiglie.Rivista di Psicolinguistica applicata.. vol. VII, 3,, pp. 53-80 ISSN: 1592-1328. 2007 in coll. con Giorgi S, Faticante M., “Come Mai questa mattina sembrava un film” Un’etnografia riflessiva in famiglia”. In: Gallini C., Satta G. (a cura di), Incontri etnografici. Processi cognitivi e relazionali nella ricerca sul campo. (pp. 192-219). Roma: Meltemi 2010 (in coll. con Sabina Giorgi). Etnografo in famiglia. Relazioni, luoghi e riflessivita'. Roma: Edizioni Kappa, p. 1-254, ISBN: 9788865140222 1 • 2011, in coll. Fatigante M., “O percurso de restitucao: da documentacao ao patrimonio” pp. 167-192, in Zanella A., & Titoni J., Imagens no pesquisar: esperimentacoes. Porto Alegre: Ed Dom Quixote Per quanto riguarda in particolare lo sport, ho tenuto un ciclo di lezioni (a.a. 1989-90) di Antropologia dello Sport, Istitut Catala' de Antropologia, Universitat de Barcelona e Universitat de Lleida. Sempre in Spagna ho insegnato (sessione estiva -agosto 1995riservata a dottorandi) Antropologia dello Sport, La Seu d'Urgell, Universitat de Lleida (Spagna). Negli a.a. 1991-92-93 sono stato docente di Antropologia dello Sport presso il Corso di Perfezionamento in Psicologia dello Sport, Coni & Facoltà di Psicologia, Università di Roma "La Sapienza". Sono stato membro del comitato scientifico e promotore del Convegno internazionale su "Lo sport tra natura e cultura"(1982), Coni, Roma e del Convegno su "Le scienze sociali per lo sport" (1990), Coni, Roma. E nel 2009 ho partecipato in qualità di relatore invitato al congresso di Scienze sociale dello sport organizzato presso l'università di Campinas (Brasile) Svolgo attività di ricerca presso il Seminario / Laboratorio detto LInC – Laboratorio Interazione e Cultura- del Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione. Ho partecipato al laboratorio e ai seminari in qualità di relatore e discussant alla attività di formazione e di presentazione di ricerche. 1.3. IL RAPPORTO UOMO - ANIMALE E' negli anni '80 che, mentre proseguivo gli studi sull'amicizia, incominciai ad occuparmi di altre forme - direi ibride - di socialità, delle relazioni che noi costruiamo con gli animali, nel lavoro come nel gioco, venendo, di conseguenza, ad interessarmi delle rappresentazioni quotidiane, etico-politiche o scientifiche che sono inscritte in queste relazioni. Ero particolarmente curioso di fenomeni di "soggettivazione" dell'animale o di "animalizzazione" dell'uomo, resi ancor più evidenti - nella letteratura scientifica, politica e di fiction - dal successo dell'etologia, dell'ambientalismo, dell'animalismo. Il conflitto culturale, che si andava annunciando, invitava a confrontare questi inediti scenari culturali con le pratiche e gli etno-saperi che esprimevano cavalieri, pastori, circensi e cacciatori. Soprattutto questo conflitto sfidava l'antropologia, che in questo campo poteva vantare un'antica e prestigiosa tradizione di studi (si pensi al totemismo, al sacrificio, all'animale aiutante dell'eroe nella narrativa popolare, ecc.). a dispiegare chiavi di lettura, ad un tempo culturalmente specifiche e di ampio respiro. Da qui una serie di analisi culturali che ho svolto sull'immaginario ambientalista, l'equitazione, il circo, ecc. In particolare segnalo la monografia etnografica sulla caccia grossa in Sardegna. 1 Sulla scia di questi lavori, come della problematica della soggettivazione dell'animale, è nata la ricerca sui richiami pastorali e venatori. Mi interessava il linguaggio specifico che viene usato dall'uomo per comunicare con gli animali ma ancor più mi interessavano le assai significative "eccezioni" che vedono questo sistema semiotico impiegato nelle relazioni esclusivamente umane. • • • • • • • • • • • • • • • 1984, "Animale e Uomo nello Sport: equitazione come metafora della socialità", in M.Canevacci, V.Padiglione, M.Panunzio (a cura di), Lo Sport tra Natura e Cultura, Napoli: Guida, pp.165-182. 1986, "L'immaginario ecologico", Prometeo, IV, 14, pp.149-157. 1986, "Simboliche del Circo" in V. Padiglione (a cura di), Gente del Circo. Bestiari ed altra umanità, illustr. B.Madaudo, Roma: Armando Armando. 1987, "G.Bateson. La saggezza dell'antropologo", P.Tamburini ( a cura di), Gregory Bateson. Il Maestro dell'Ecologia della Mente, Bologna: Federazione delle Università Verdi, pp.77-88. 1987, "La fiera ruggisce mansueta. Il ruolo simbolico degli animali nel circo", S.Fabri e M.I. Gaeta ( a cura di), La Biblioteca di Noe', Firenze: Le Monnier, pp.186-189. 1988, "Caccia, Natura, Cultura", Up & Down, nn.9-10, pp.57-73. 1988, "Analisi e commento dei risultati", in L'atteggiamento degli italiani nei confronti del problema ecologico, Ricerca Ispes, pp.4-28. 1988, "Lo zingaro sensale di cavalli", I Giorni Cantati, n.5, pp.17-18. 1989, "Il ritorno alla sacralità della natura ovvero il Parco come spazio festivo", in Parchi nazionali ed aree protette in Italia. Situazioni e Prospettive. Ricerca Ispes, Roma, pp.32-59. 1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in Sardegna, Roma: Armando Armando. 1994, "The Word That Wounds. Between Hunting and Story Telling", in A. Lopasic (ed. by), Mediterranean Societies: Tradition and Change. (pp.33-43) Zagreb: Croatian Anthropological Society ( in parte trad. di un cap. del libro Il cinghiale cacciatore). 1994, "Il richiamo e lo spauracchio: tecniche emozionali di caccia" in P.Piangiarelli ( a cura di), La terra, il fuoco, l'acqua, il soffio. La collezione dei fischietti di terracotta. Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Ed. De Luca, Roma pp. 80-91. 1996, "Introduzione", Il cavallo a dondolo: sulla relazione uomo-cavallo in ambito terapeutico-riabilitativo, a cura di N.Angelini, A.Antonangeli, R.Fantone. Roma: Lilith, pp.11-16. 1998, “Presentazione” a N.Messina, Nessuno è perfetto neanche i cavalli, Roma. Fise, pp.7-9. 2000 (in coll. con D.Botta) “Animal talk. Etnografia della comunicazione pastorale” La ricerca folklorica, 41 1 • • • 2004 “La vita degli animali ci riguarda”, E. Falchetti e S. Carovita (a cura di) A scuola di animali. Pensieri a confronto per un nuovo rapporto. Roma: Muzzio pp. 35-44. 2004 “Il bue ossequioso: da bestia a simbolo a bene culturale” in R.Marinelli ( a cura di), La radici della ritualità. Atti del convegno Bacugno di Posta – 2 agosto 2003. Provincia di Rieti. 2008 “Animalscape. Scenari della diaspora animale nei nostri spazi di vita. Tracce di una mostra” Lares, LXXIV, 1, genn.- april. A riguardo di questa area di interesse, ritengo opportuno menzionare la mia partecipazione a progetti di ricerca sul tema dei conflitti culturali nelle aree protette e sul tema dei saperi naturalistici popolari. Inoltre sono stato docente di Etnoecologia (90-92) presso il Corso di Perfezionamento in Antropologia culturale delle Società Complesse, Facoltà di Sociologia, Università di Roma "La Sapienza". Durante il mio periodo di Visiting Scholar (sett.-dic. 1991) negli Usa ho tenuto conferenze presso il Berea College su "Boar Hunting in Sardinia as Ritual of Domestication", Kentucky, e su "Horsemanship: an anthropological point of view" presso The University of Kentucky, Lexington. Inoltre ho ideato e progettato nel 1985 "ll Museo del Cavallo", Ozieri (SS). Dal 1984 al 1991 ho collaborato su temi di antropologia e storia dell'equitazione e del rapporto uomo-animale per i seguenti periodici: Argos, Airone, Caddhos, Tutto Equitazione, Cavalli e Cavalieri. Nel 1995, sono stato promotore del Convegno interdisciplinare "Benessere animale: verso un'etica bio-centrica" Comune di Roma, Sala della Protomoteca. Negli anni successivi ho realizzato mostre sugli oggetti zoomorfici della nostra contemporaneità presso il Museo di Zoologia di Roma e presso Il Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “L.Pigorini”. 1.4. MUSEI Con la nozione di "antropologia museale" intendo configurare quell'area in cui vengono a convergere due direttrici di ricerca, diverse per tradizioni e competenze: la prima comprende lo studio antropologico del museo come fenomeno occidentale di successo e lo studio etnografico di musei e patrimoni come contesti culturali capaci di risignificare oggetti e tradizioni, di offrire loro una seconda vita, secondo logiche culturali, poetiche e politiche ogni volta da rilevare e interpretate; la seconda direttrice riguarda la competenza antropologica ed etnografica di tipo documentario, filologico, etnografico che tradizionalmente gli antropologi esercitano nei loro musei quando catalogano beni o preparano mostre. Il mio inserimento in questa area avviene quando si rende possibile la convergenza tra queste due competenze: si vanno sperimentando metodi di ricerca innovativi (ad es. l'etnografia dei musei) e realizzando soluzioni 1 espositive non perentorie, capaci di mettere in discussione le fonti stesse dell'autorità istituzionale e culturale. Intendo affermare che alcuni antropologi negli anni 80 (P.Clemente, V. Lattanzi, M.Turci, e il sottoscritto) percepirono come l'antropologia nei e dei musei si stesse configurando come un'area di creatività culturale, di sperimentazione sociale e conoscitiva; una prospettiva sulla crisi che lasciava immaginare possibili vie di uscita, recuperi di progettualità. Del resto la critica del realismo ingenuo (l'illusione di una scrittura etnografica che potesse rispecchiare la realtà) che proprio allora andava emergendo in modo radicale, era stata anticipata dagli antropologi museali. E' proprio la possibilità di sperimentare soluzioni diverse che consentano di forzare la scrittura antropologica e di operare inedite rappresentazioni delle altre culture in progetti museali collaborativi, che ha motivato il mio lavoro di ricerca in questo settore. Anche perché il lavoro progettuale si è reso ancor più carico di tensione conoscitiva. Ho realizzato in qualità di antropologi museale, Museografo curatore, i seguenti musei interpretativi: EtnoMuseo Monti Lepini Roccagorga (Lt) 1999, Museo del Brigantaggio Itri (Lt) 2003, Museo delle Scritture Bassiano (Lt) 2009, Museo delle Terre di Confine Sonnino (Lt) 2007-, Museo etnografico del giocattolo Sezze (Lt) 2005, Museo del Brigantaggio Cellere (VT) 2008-, Museo dell’Infiorata – Genzano (RM) 2010. Ho curaro mostre ed installazioni etnografiche: Che Bambole! Identità etniche in viaggio 2002 (Museo Nazionale Etnografico Pigorini); Animalscape – Animali a forma di oggetti nella nostra vita quotidiana, 2003 (Museo Zoologico di Roma); Esseri fantastici tra di noi 2007 (EtnoMuseo Monti Lepini) ; Cose tra la vita e la morte 2009 (Etnu Nuoro), Risarcimenti. Storie di vita e di attesa 2011 (Sala della Partecipazione Roma) 2012 (Sala Santa Rita – Roma Capitale). Ho realizzato alcuni video etnografici su storie di vita di collezionisti e fondatori di musei. Sono Direttore e fondatore della rivista quadrimestrale AM- Antropologia museale, attiva dal 2001 e inserita dall'Anvur nella classe A delle riviste scientifiche del settore MDEA01 Segnalo le seguenti mie pubblicazioni • • • • • 1994. "Per una lettura antropologica del turismo: un intervento", Ossimori, 5, pp.49-51. 1994. "Musei e patrimoni: esercizi a decostruire", in "Antropologia museale" Annali del Museo di San Michele all'Adige, 7, pp.149-174. 1995, "Per una centralità dell'etnografia nei musei", Etnoantropologia, 3-4, pp.238-247. 1995, Presentazione del video "Paolona alla Toletta: videonote sulle tecniche del corpo femminili" pp.46-7, Presentazione di "Roccagorga per via: visioni, memorie e punti di vista. Un CD-I per l'EtnoMuseo Monti Lepini." , 69-70. "Interventi al dibattito", in Materiali di Antropologia visiva 5, Bollettino AICS ottobre 1995, pp.Roma 25 maggio 1995. 1996, "Presentazione" in A.A.V.V., L'invenzione dell'identità e la didattica delle differenze, Atti del convegno della Sezione di Antropologia museale dell'Aisea. Edizione ET, Milano. pp.13-26. 1 • 1996, in coll. con D. Occhiuzzi "La moda sopra i sessanta", in J. Vibaek (a cura di), Per una storia del costume mediterraneo II, pp.263-285, Università di Palermo: Arti Grafiche Siciliane. • 1998, “L’effetto cornice. Le mediazioni del patrimonio e la competenza antropologica. Etnoantropologia 6-7:137-154. • 1998, “Musei e antropologia”, Ossimori 9-10: 126-128. • 1999, “Del buon uso dello stupore”. La ricerca folklorica, 39:43-47. • 2000, (in coll. con S.Gatti) “Representar la tragèdia: l’estil passional dels museus de la Resistéencia”, L’Avenc. Historia, Cultura, Pensament, 247:38-46 • 2000, “Ma chi mai aveva visto niente”. Il Novecento, una comunità, molti racconti. Catalogo EtnoMuseo Monti Lepini. Roma: Kappa, 1-235 • 2002 “Editoriale. Casaa”. Antropologia museale, I, 1.p.5 • 2002 “Piccoli etnografici musei”, Antropologia museale, I, 1, pp.20-24. • 2002 “Editoriale: Demo cosa?”, Antropologia museale, I, 2, p.5. • 2003 “Editoriale: La variante DEA”, Antropologia museale, I, 3, p.5. • 2003 “Dalla lingua biforcuta dell’antropologo museale”, Antropologia museale, I, 3, pp.47-49. • 2003 “Ricordo di Tullio Tentori”, Antropologia museale, I, 3, pp.80-81.. • 2003 “Museo del brigantaggio di Itri”, Antropologia museale, I, 5, pp.34-37. • 2003 “Significati didattici del museo scientifico didattico”, in E.Falchetti e S.Caravita (a cura di), Musei scientifici e formazione scolastica. Atti del convegno Roma – Museo civico di Zoologia. ANMS (Ass. Naz. Musei scientifici) pp.11-114 • 2003 “Pequenos museos etnograficos” (pp. 537-548), in J. A. Gonzalez Alcantud (ed.) Patrimonio y Pluralidad. Nuevas Directiones en Antropologia Patrimonial, Granada : Centro de Investigationes Etnologicas A. Ganivet. • 2004 “Ritorno al futuro”, Antropologia museale, I, 6, p.5. • 2004 “Il bue ossequioso: da bestia a simbolo a bene culturale” in R.Marinelli ( a cura di), La radici della ritualità. Atti del convegno Bacugno di Posta – 2 agosto 2003. Provincia di Rieti. • 2004 “We are still here”, Antropologia museale, anno 3, 8, autunno, p.5 • 2004 “Presentazione”, in A.Riccio, E.Di Fazio, C.Fransechetti, L’EtnoMuseo Monti Lepini di Roccagorga. I Musei del Lazio e il loro territorio. Roma: E.de Rosa. • 2005 “Pittori della crisi. Valenze patrimoniali e pratiche rituali”, in A.M Damigella e N. Cardano, I XXV della Campagna Romana. Roma: De Luca d’Arte. • 2005 “L’allestimento nei piccoli musei etnografici: nuovi orizzonti teorici tra antropologia e arte” in M. Pirovano e C. Simoni ( a cura di), Cose e memorie in scena. Strumenti ed esperienze per i musei della cultura materiale. Centro Servizi Musei della provincia di Brescia, pp.63-80. • 2005 “Del buon uso del visualismo. La lezione di Jean Rouch”. pp.5-6. AM – Antropologia museale, anno 3, 10. • 2005 “Etnografico nome di Museo”, pp.41-46, AM – Antropologia museale, anno 3, 12. • 2005 (in col, con Lattanzi V. Inscrizioni antropologiche. Connessioni deboli, risonanza forte. In: Bottini A.,. a cura di, Il rito segreto. Misteri in Grecia e a Roma. (vol. 1, pp. 279-288). Milano: Mondadori Electa . Ministero per i Beni e le Attività 1 • • • • • • • • • • • • • • • • • culturali. Soprintendenza Archeologica di Roma. Catalogo della mostra Roma Colosseo 22 luglio 2005 - 8 gennaio 2 2006 “L’invisibile che è di casa nei musei”, pp.26-31, AM – Antropologia museale, anno 4, 13.2006 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Culture visive: parole chiave degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14 2006 “Souvenir” pp.84-6, in numero speciale “Culture visive: parole chiave degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14 2006, Storie contese e ragioni culturali. Catalogo del Museo del Brigantaggio di Itri, Itri: Odisseo (pp. 1-236). 2006 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Culture visive: parole chiave degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14 . 2008 Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di sopravvivenza. Imola (BO): Editrice La Mandragora, vol. 1, p. 1-276, ISBN: 978-88-7586-263-3 2009 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Etnografia del contemporaneo: temi e pratiche degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 6, 22. 2008 “Storie al plurale e ucronie: il Museo del Brigantaggio di Cellere”, Am – Antropologia museale, 18, pp.36-8. 2008 “Animalscape. La diaspora animale nei nostro quotidiano. Note ai margini di una mostra” Lares, LXXIV, 1, genn.- april. 2008 “L’etnografo e il regista. Sguardi e pratiche a confronto in un’esperienza pluriennale di antropologia visiva”, La ricerca folklorica, n. 57, aprile 2008 “La Ordenacion en los pequenos museos etnograficos: nuovos horizontes teoricos entre antropologia y arte”, pp.203-208 in ( Dir. J.L.A: Ponga, J.D. Gonzalez y C.P. Sanchez) Teoria y Praxis de la Museografia Etnografica. Zamora: Jambrina 2009 “Contestualizzare”, numero speciale “Etnografia del contemporaneo: temi e pratiche degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 6, vol. 22. 2009 “ Cinque presenze della scrittura nei piccoli etnografici musei”, pp. 37-46 in La parola scritta nel museo. Lingua, accesso, democrazia a cura di A. Andreini. Atti del convegno del 17 ottobre Arezzo, Regione Toscana – Settore Musei, pp. 20-29 2009 in coll. Fatigantie M. “Dalla documentazione al patrimonio. Il percorso di restituzione di un'etnografia in famiglia”, Etnografia e Ricerca Qualitativa, 2, maggio agosto, pp.205-225 2010 “El lugar donde todas las palabra se concretan. Cinco presencias de la escrittura en pequenos museos etnograficos”, pp.15-33, in Sphera Publica. “Patrimonio cultural. Nuevas formas de traitamiento / nuoevos sentidos”. ISBN: 11809210. 2010 in coll. Pietro Clemente, “ Oggi, nel corso della vita: riti di passaggio”, in AM – Antropologia museale, vol. 25-26. pp.XXXIX-L, ISSN1971-4815 2010 “Elaborare la tragedia”, pp. 86-95, in Prima persona – percorsi autobiografici, numero monografico su La strage e il suo ricordo, vol. 23, dicembre., ISSN 1972-7410 2011, “Museografia scientifica riflessiva. Compimenti e sfide”. Pp. 351-354, in Museologia scientifica – Memorie N. 6/2010 • Atti del XVIII Congresso ANMS 1 • • • • • Musei scientifici italiani verso la sostenibilità. Stato dell’arte e prospettive. Roma 3-5 dicembre 2008, Bolsena 6-7 dicembre 2008 a cura di E. Falchetti, G. Forti 2011, “Quando il museo si regala l’etnografia, L’EtnoMuseo Monti Lepini”, in Il museo verso una nuova identità. Esperienze museali di nuova concezione in Italia e nel mondo, Atti del convegno internazionale di studi, 31 maggio – 1 giugno 2007, vol. I, a cura di Mariaclaudia Cristofano, Claudia Palazzetti, Gangemi, Roma 2011 2011 (in coll. con Fulvia Caruso) Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi. Catalogo del Museo del Brigantaggio di Cellere. Arcidosso (GR): Edizioni Effigi. 2011, “Museografia scientifica riflessiva. Compimenti e sfide”. Pp. 351-354, in Museologia scientifica – Memorie N. 6/2010 • Atti del XVIII Congresso ANMS Musei scientifici italiani verso la sostenibilità. Stato dell’arte e prospettive. Roma 3-5 dicembre 2008, Bolsena 6-7 dicembre 2008 a cura di E. Falchetti, G. Forti. 2012, Curatela - Villaggi di capanne nei Lepini. Una prospettiva etnoarcheologica, pp. 1-406, Roma: Kappa 2012 Dal racconto al silenzio, dalla patrimonializzazione alla riappropriazione. Vicissitudini di un artefatto popolare, pp. 7-76, in Villaggi di capanne nei Lepini. Una prospettiva etnoarcheologica, Roma: Kappa In merito a questa area di interesse, segnalo qui di seguito le principali iniziative da me assunte. Sono membro dal 1991 della Society for Museum Anthropology (AAA), nonché promotore e membro del Comitato Direttivo (biennio 92-94, 96 ...) della sez. di Antropologia Museale dell'Aisea. Durante il periodo del mandato sono stati ideati e realizzati convegni e seminari di grande rilevanza per la nascente comunità degli antropologi museali italiani. Sono stato docente di Antropologia museale presso il Corso di Perfezionamento in Antropologia culturale delle Societa' Complesse, Facoltà di Sociologia, Università di Roma "La Sapienza" (a.a. 1992- 1997) e ho insegnato la medesima disciplina nell’ a.a. 1998-99 presso il Corso di perfezionamento in Antropologia dei patrimoni culturali, della Facoltà di Lettere e Filosofia, della Università di Roma La Sapienza. Inoltre durante il periodo passato negli Usa come Visiting Scholar (sett.-dic. 1991) ho tenuto una conferenza su "Ethnographic Video and Museum Design" presso il Dipartimento di Antropologia della University of Kentucky, Lexington. Infine ho insegnato (primo semestre a.a. 1994-95) come professore visitante Antropologia museale presso l’Università di Boavista dello Stato del Roraima, Brasile. Per quanto riguarda l'attività museografica in campo antropologico, segnalo di aver nel 1985 co- ideato e progettato "ll Museo del Cavallo", Ozieri (SS). Dal 1990 sono stato impegnato, in qualità di ideatore e responsabile scientifico del Progetto di allestimento dell'EtnoMuseo Monti Lepini, Roccagorga (LT). L'EtnoMuseo è stato inaugurato e ne risulto direttore scientifico. Dal 2003 è stato insignito del Premio Qualità dalla Regione Lazio e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti in convegni internazionali per l’innovazione dimostrata a livello di prospettiva scientifica e di museografia collaborativa. Seminario di ricerca, organizzazione e cura di Mostra Risarcimenti. Storie di vita e di attesa. Installazione etnografica a cura di Vincenzo Padiglione dal 13 al 26 luglio 2012. Roma Sala Santa Rita. Collaborazione tra studenti e Senza fissa dimora. Enti 1 organizzatori: Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione. Sapienza Università di Roma, Esercito della Salvezza, Roma Capitale. 2. “Storia degli studi delle discipline demoetnoantropologiche” La chiave storica è stata utilizzata di sovente per presentare le differenti prospettive che si sono succedute in tema di analisi di singoli fenomeni, festa, amicizia, preghiera, sport, musei, ecc. Ma i saggi più compiutamente di storia degli studi hanno inteso in prevalenza seguire e documentare la centralità dell’antropologia nel pensiero contemporaneo. L’ipotesi è che il successo della prospettiva etno-antropologica fosse da attribuire a quel suo ragionare con ampio respiro che si alimentava però di esperienze dirette. Quel suo modo di incedere riflessivo a) che suggeriva di valorizzare nella pratica e nella scrittura etnografica i ruoli riflessivi dell'osservato e dell’osservatore, e b) che dava enfasi ai minuti processi di mediazione, trasposizione (es. la scrittura) che l’indagine richiede. E soprattutto quel concepire la ricerca come una continua elaborazione intersoggettiva del limite prospettico (ovvero come tentativo di attivare una pubblica intersoggettività per comprendere il proprio sé culturale attraverso la comprensione dell’altro culturale) secondo direttrici espresse all’estero da Rabinow (1977) ma ancor prima in Italia da de Martino. Questa linea di studi ha trovato differenti espressioni. Se ne trova una chiara traccia nella prefazione all’edizione italiana, da me curata del manuale di E.A.Schultz e R.H.Lavenda ( Antropologia culturale, Bologna: Zanichelli). Ma una più articolata rappresentazione è ravvisabile nel volume Interpretazione e differenze del 1977, dove si ambisce a presentare alcuni lineamenti della storia dell'antropologia culturale contemporanea dal punto di vista delle soluzioni che sono state proposte per elaborare la fine del colonialismo e la crisi di paradigmi positivistici. In particolare cerco di delineare la svolta riflessiva assunta dall'antropologia del dopoguerra e di ricostruire - talora disperdendo la trattazione in rivoli diversi - quel processo culturale che ha portato l'Etnografo e il Nativo ad essere ruoli sempre più interscambiabili tra individui di diverse culture, ovvero a riconoscere competenze interpretative ai nativi e auto-implicazione del ricercatore nell'oggetto della ricerca. Nella seconda parte del volume il discorso si incentra sulle biografie intellettuali di quattro antropologi assai diversi (Lévi-Strauss, de Martino, Bateson, Scotellaro). Verso di loro, nel corso della mia formazione, ho contratto un grosso debito, che non mi vincola però all'ortodossia (condividendoli tutti non potrei che essere infedele a ciascuno), ma mi incoraggia a considerare le distinte tradizioni da loro inaugurate tutt'ora aperte e dinamiche. Così questi 'ritratti' sono da 2 considerarsi interpretazioni personali e presentiste, volte soltanto a rendere utilizzabili, almeno parzialmente, sistemi di pensiero e 'sensibilità' per molti versi ancora vitali. Sempre da segnalare nel quadro dei saggi di storia degli studi le ricostruzoni di posizioni teoriche e dibattiti nell’ambito della museografia di intessere demoetnoantropologico; ricostruzioni sempre orientate a far risaltare prospettive e direttrici cariche che valenze riflessive. • • • • • • • • • • • • • • • • • 1976, in coll. con A. Sobrero, "Criteri sociologici di interpretazione del suicidio", Rassegna di Servizio Sociale, XV, 1, pp.54-66. 1978, "Gli antropologi di fronte alla Festa", La Critica Sociologica, n.48, pp.186-192. 1979, "Osservatore e Osservato: problemi di conoscenza e rappresentazione. La vicenda Scotellaro", Problemi del Socialismo, XX, 15, pp.167-209; ristampato in AA.VV., Orientamenti Marxisti e Studi Antropologici Italiani, Milano: Angeli, l980. Trad. in A. Mancini, P. Giordano, E. Pozzi (ed. by), Italiana : Litterature and Society, Colunbus (Oh), 1992 pp.195-236. 1979, "Comment to ''Toward a Social Anthropology of the Mediterranean by J. Boissevain''", Current Anthropology, XX, march, p.89. 1981, "Il Relativismo culturale", Nuov.Encicl.Univ.,Roma:Curcio, pp.247-50. 1982, "Intervento al dibattito su ''Orientamenti marxisti e studi antropologici italiani''", Ann. Fond.Basso, vol.IV, Milano: Angeli, pp.445-8. 1983, "L'antropologia in Italia", Annuario 1983, Grande Enciclopedia Universale Curcio, Roma: Curcio, pp.228-291. 1984, "Per un interscambio tra Letteratura e Scienze Sociali: il Biografico e i suoi Generi", M.I.Macioti (a cura di), Biografia, Storia e Societa', Napoli: Liguori, pp.167-180. 1987, "G.Bateson. La saggezza dell'antropologo", P.Tamburini ( a cura di), Gregory Bateson. Il Maestro dell'Ecologia della Mente, Bologna: Federazione delle Università Verdi, pp.77-88. 1989, “Antropologia delle organizzazioni: strumento analitico o codice espressivo?", Rivista di Psicologia Clinica, n.3, pp.328-347. 1997. Interpretazione e differenze culturali, Roma: Kappa. 1997, “Visualizzare un pensiero: la cinematografia demartiniana”. Ossimori, 8: 69-74. 1999 “I paradossi di Gregory Bateson”, in Ecologia della Mente, 22, Dicembre, 2:156-160. 1999, Revisione e “Prefazione all’edizione italiana”, E.A.Schultz e R.H.Lavenda, Antropologia culturale, Bologna: Zanichelli, pp.XIII-XVII. 2001 “Due paradossi e un autore: Bateson e la svolta riflessiva” in A. Cotugno e G.Di Cesare ( a cura di) Territorio Bateson, Roma: Meltemi pp.88-118. 2003 (in coll. A. Fasulo) “Le immagini nei testi di Psicologia. Retorica visuale e discorso scientifico” pp. 161-166, in Cultura & Differenze. Workshop di Psicologia Culturale (a cura di) G. Mantovani e C. Zucchermaglio. 2005 “Pittori della crisi. Valenze patrimoniali e pratiche rituali”, in A.M Damigella e N. Cardano, I XXV della Campagna Romana. Roma: De Luca d’Arte, pp.36-48. 2 • • • • • • • 2005 “Del buon uso del visualismo. La lezione di Jean Rouch”. AM – Antropologia museale, anno 3, 10, pp.5-6 2005 “Etnografico nome di Museo”, pp.41-46, AM – Antropologia museale, anno 3, 12. 2010 “Opera aperta” in Am – Antropologia museale, vol. 23, pp.66-69, ISSN1971-4815 2010 “Intervista a U:Fabietti e F.Remotti su C.Lévi-Strauss” in Am – Antropologia museale, anno 9vol. 23, pp.20-31, ISSN1971-4815 2010 “FantAntropologia. Esercizi più o meno ironici di immaginazione antropologica”, in AM – Antropologia museale, vol. 25-26. pp.5-10, ISSN1971-4815 2010 “Postfazione”, pp.269-277, in G. Saunders, Il linguaggio dello spirito. Il cuore e la mente nel protestantesimo evangelico, Pisa: Pacini, ISBN 978-88-6315-202-9. 2010, “Promesse, delusioni e compimenti”, pp. 141-155, IL '68 DEGLI ETNOLOGI Ricordi con rabbia e senza nei 40 anni del Museo di San Michele. Atti di SPEA68 (Seminario Permanente di Etnografia Alpina - 12° ciclo) Annali SM 23 / 2010 Tra le iniziative riguardanti la storia degli studi delle discipline Dea, vorrei segnalare, oltre alle numerose conferenze da me tenute anche all’estero sulla storia dell’antropologia italiana in connessione con il panorama degli studi internazionali, la partecipazione come discussant al convegno organizzato dalla Cattedra di Antropologia culturale I (Prof. P. Clemente) nel 1995 sulla Storia dei nostri studi; la promozione di seminari, quali: a) “…per formazione e per mestiere sono un antropologo. Riflettendo su Gregory Bateson”. Aula Magna, Facoltà di Psicologia, Università di Roma “La Sapienza”; b) “La cinematografia demartiniana. Autori e contesti”, Associazione Internazionale Ernesto de Martino. Scuola Nazionale di Cinema. Roma. 3. ”Esperienze di ricerca etnografica effettuate nell’area del Mediterraneo” Il Mediterraneo si è mantenuto come un costante riferimento areale nell'ambito della mia esperienza di ricerca etnografica. Riferimento, per la verità, non sempre da me problematizzato come tale o sotto l'etichetta - di matrice anglosassone - Mediterranean studies. Ma assunto semmai come sfida a innovare l'antropologia proiettando la sua luce verso fenomeni culturali complessi e di "casa nostra". Un "luogo" dove era essenziale porsi il problema di come raccordare lo sguardo etnografico ad altre prospettive (storia, critica letteraria, italianistica, semiotica, sociologia, ecc.) che avevano maturato saperi rilevanti e talora già socialmente radicati. Un tener conto di livelli di significato inediti e vieppiù riflessivi che, dal mio punto di vista, ben si poteva coniugare sia con quell'attenzione antropologica per 2 fenomeni culturali di lunga durata (festa, caccia, comunicazione uomo animale, ..) sia con lo sguardo rivolto a indizi e dettagli proprio del setting etnografico. Volendo attribuire dal punto di vista tematico un comun denominatore a differenti indagini, che si sono succedute in questo ambito areale nel corso di oltre 35 anni di mio lavoro, vi colgo un ricorrente interesse per gli "usi della tradizione": persistenze, resistenze e reincanto. Laddove "la tradizione" non configura (si veda il mio saggio del 1995, "Per una centralità dell'etnografia nei musei", Etnoantropologia, 3-4) un naturale fenomeno del divenire storico ma una costruzione simbolica grazie alla quale la gente stabilisce connessioni con un passato significativo e viene a caratterizzare di valore e autorità particolari forme culturali. Chiaramente tale prospettiva si rendeva assai utile nello studio dei processi di patrimonializzazione, in riferimenti ai quali i musei possono essere considerati in modo riflessivo ad un tempo prodotto e causa. Tre specifiche aree del Mediterraneo sono state oggetto di indagini da me condotte: il Molise, la Sardegna e il Lazio. In tutte e tre queste regioni l'attenzione ha privilegiato soggetti e contesti agro-pastorali nel tentativo di rilevare, interpretare e trasporre in scritture antropologiche problemi, saperi, e in generale sistemi simbolici che non godevano di rappresentazione o che avevano consolidato nella loro rappresentazione pubblica immagini riduttive, negative o idealizzanti che fossero. Appena laureato, nel 1973, scelsi di eleggere come "campo" il Molise interno. In particolare studiai il rapporto che gli emigrati avevano costruito con le loro comunità d'origine; un rapporto simbiotico in cui la "tradizione" diveniva ad un tempo una risorsa per re-identificazioni ed un'area di conflitto diffuso. Dalle "feste dell'emigrante" passai allo studio etnografico di altre feste e culti popolari, sino ad occuparmi in un saggio specifico del 1978 delle prospettive e degli studi antropologici sulla festa, e in un altro articolo (prima apparso su La critica Sociologica, e poi in un'antologia) di un esame critico degli orizzonti teorici proposti da antropologi italiani (Lanternari, Cirese, Lonbardi Satriani) per interpretare casi di folk revival. Dalla seconda metà degli anni '80 incomincia a incuriosirmi professionalmente della Sardegna, sinora rimasta per me solo un luogo affettivo, in quanto terra natia di mio padre. Da prima, in vista della realizzazione di un Progetto di un Museo del cavallo, studiai le tradizione equestri soggiornando a Ozieri e Foresta Burgos. Negli anni successivi intrapresi quella che considero la mia ricerca etnografica sinora più compiuta, e cioè lo studio delle pratiche venatorie in Sardegna. Entrambi questi due interessi (equitazione e caccia) mi spinsero a frequentare il mondo pastorale. Non tanto e non solo perché tra gli allevatori erano frequenti gli appassionati di caccia e di cavalli ma soprattutto perché le ideologie pastorali uniformavano i discorsi e le rappresentazioni che della caccia e (in parte) degli sport equestri esprimevano sovente in Sardegna anche non allevatori. Così, nella traduzione antropologica da me operata della caccia al cinghiale come una forma di teatro collettivo, sottolineai l'aura pastorale (scrissi a riguardo di "festa pastorale"), ovvero enfatizzai la centralità e l'influenza che le pratiche dell'allevamento sembravano avere avuto nei minuti dettagli in cui si estrinsecava 2 l'azione venatoria, nella trama di significati che gli attori sociali esprimevano nello loro interpretazioni. Il cinghiale cacciatore ha ricevuto numerose recensioni (ricordo quelle apparse sull'American Anthropologist a firma di G.Saunders e sul L'Indice da parte di C.Gallini) ed è di frequente citato nella letteratura internazionale sull'argomento (M.Albert-Lorca sulla rivista L'Homme e V.Valeri sulla rivista di Chicago History of Religions). Successivamente sono tornato ad interessarmi - nell'ambito di una ricerca 40% promossa della Università di Cagliari (Prof. G. Angioni) delle pratiche degli allevatori sardi seguendo un interesse specifico: il modo in cui viene costruito e messo in scena un sistema semiotico in grado di consentire la comunicare interspecifica, ovvero di rendere i pastori in grado di farsi capire dagli animali. E' mia intenzione proseguire questa ricerca in direzione comparativa avvalendomi delle rilevazioni effettuate sulle pratiche pastorali del Basso Lazio. Appunto il Lazio meridionale e specificatamente l'area agro-pastorale dei Monti Lepini costituiscono il terreno delle principali ricerche effettuate negli anni 90. Si tratta di ricerche etnografiche orientate soprattutto a costituire il corpus documentario dell'EtnoMuseo Monti Lepini e, come si dovrebbe evincere da alcuni saggi e dal catalogo, si è inteso privilegiare non solo l'interpretazione locale ma anche la polifonia di voci in essa presente. Chiaramente nel lavoro di ricerca antropologica (in parte finalizzata alla costituzione di un museo) sull'area culturale dei Monti Lepini, ha ritrovato attenzione la problematica dell'invenzione e degli usi della tradizione, ovvero il problema della costruzione sociale dell'identità culturale. Più di recente sono stato impegnato nella progettazione e realizzazione di due musei tematici sul brigantaggio (Itri e Cellere) ritenendo che questa tematica potesse offrire un’inedita interpretazione della cultura locale. Non solo e non tanto quella relativa ai tempi in cui i cosiddetti briganti furono protagonisti dell’area laziale nelle zone di confine, quanto la cultura locale contemporanea che con ricorrenza eleva il brigante a simbolo dell’identità, a marchio commerciale per marketing territoriale. Il percorso espositivo intende far riflettere il visitatore sulla nascita e sulla fortuna, nazionale e locale, di un’etichetta “Brigante”. Mette in scena, grazie a scenografie concettuali e paesaggi storiografici, pannelli collage e installazioni visuali, le interpretazioni del brigantaggio: sia quelle che lo hanno istituito come fenomeno specifico sia quelle che ne hanno rivisitato e dilatato il senso, contrapposta la valenza. Ragioni della repressione come del fascino, dello sterminio come del recupero, vengono mostrate evocando la dinamica storica e la risonanza culturale, reinscrivendole cioè in pratiche militari di conquista, in tecnologie e strategie di comunicazione, in politiche locali di patrimonializzazione. L’esposizione pretende di essere antropologica, o se si vuole in senso ampio etnografica, in quanto suggerisce temi e convenzioni entro cui le vite dei briganti hanno dovuto definirsi. Ricostruisce le logiche interne ai principali contesti culturali che nei due secoli passati hanno inventato e alimentato il brigantaggio come fenomeno unitario. • • 1976,"Emigranti e comunita' d'origine nel Mezzogiorno interno: note su un rapporto simbiotico", Studi Emigrazione / Etud Emigration, XVI, 41, pp.62-101. 1977,"In margine al dibattito sul folklore", La Critica Sociologica, 43, pp.95-111; ristampato in F.Ferrarotti (a cura di), Antropologia, Marxismo e Storicismo, Milano: Angeli, l978. 2 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1978,"Gli antropologi di fronte alla Festa", La Critica Sociologica, n.48, pp.186-192. 1978,in coll. con R. Menarini, "Il Miracolo della Vergine delle Tre Fontane", in F.Saija ( a cura di), Questione meridionale, religione e classi subalterne, Napoli: Guida, pp.309-328. 1979,"Il Diavolo Contadino di Tufara", in R.Cipriani (a cura di), Sociologia della cultura popolare in Italia, Napoli: Liguori, pp.196-213. 1984,"La Festa e il suo opposto: note antropologiche sulla condizione festiva nella societa' post-industriale", Idoc, XV, nn.6-7, pp.61-68. 1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in Sardegna, Roma: Armando Armando. 1994, "Il richiamo e lo spauracchio: tecniche emozionali di caccia" in P.Piangiarelli ( a cura di), La terra, il fuoco, l'acqua, il soffio. La collezione dei fischietti di terracotta. Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Ed. De Luca, Roma pp. 80-91. 1994, "Andare a mangel: osservazioni sull'identità zingara", Ossimori. Periodico di Antropologia e Scienze Umane., 4, pp.43-48. 1994, "The Word That Wounds. Between Hunting and Story Telling", in A. Lopasic (ed. by), Mediterranean Societies: Tradition and Change. (pp.33-43) Zagreb: Croatian Anthropological Society ( in parte trad. di un cap. del libro Il cinghiale cacciatore). 1996, in coll. con A.Riccio "Il culto di Sant'Erasmo: note di antropologia simbolica". Atti del Convegno "Il Culto dei santi nel Lazio meridionale fra storia e tradizioni popolari", Etnostorica, 4:127-147. 1997, in coll. con A.Riccio "Coerenze contestuali nei racconti di grazie" in Interpretazione e differenze culturali, Roma: Kappa. 2000 (in coll. con D.Botta) “Animal talk. Etnografia della comunicazione pastorale” La ricerca folklorica, 41. 2000, “Ma chi mai aveva visto niente”. Il Novecento, una comunità, molti racconti. Catalogo EtnoMuseo Monti Lepini. Roma: Kappa, 1-235. 2002 (in coll. Antonio Riccio), Che cosa mi hai fatto Maria? Etnostorica, Archivio per le tradizioni popolari del Lazio Meridionali, n.10. Anagni: Istituto di storia e di arte del Lazio meridionale, pp.1-105. 2004 (in coll. Antonio Riccio), Preghiere e grazie. Per una etnografia delle forme di religiosità popolare contemporanea. Roma: Kappa 2007 (a cura di), Tra casa e bottega. Passioni da etnografo. (pp. 5-227). ISBN: 978-88-7890-850-5. Roma: Kappa. 2008 Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di sopravvivenza. Imola (BO): Editrice La Mandragora, vol. 1, p. 1-276, ISBN: 978-88-7586-263-3 2010 (in coll. con Sabina Giorgi). Etnografo in famiglia. Relazioni, luoghi e riflessivita'. Roma: Edizioni Kappa, p. 1-254, ISBN: 9788865140222 2011 (in coll. con Fulvia Caruso) Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi. Catalogo del Museo del Brigantaggio di Cellere. Arcidosso (GR): Edizioni Effigi 2012, introduzione e cura - Villaggi di capanne nei Lepini. Una prospettiva etnoarcheologica, pp. 1-406, Roma: Kappa 2 VIDEO ETNOGRAFICI ED OPERE MULTIMEDIALI • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1991, "Paolina alla toletta", Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini. 1991, "Un fardello per copricapo", Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini. 1991, "Donne lepine aggiustaossa" Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini 1992, "Intervista a Edmerucai", Video etnografico, ASL Rm1, Roma 1993, "Roccagorga per via: visioni, memorie e punti di vista", Prototipo CD-Interattivo, EtnoMuseo Monti Lepini, Isediform 1997, (con co-regia di L.Pizzi) "La corsa ‘gli porce. Bassiano '96”, Video etnografico 15’, EtnoMuseo Monti Lepini (presentato a VideaMus Museo Naz. Arti e Tradizioni Popolari, Roma 15.4.1997 1999 “Monumenti agro-pastorali: la capanna lepina” CD-Rom EtnoMuseo Monti Lepini. 1999 “La moda sopra i sessanta”, CD-Rom, EtnoMuseo Monti Lepini. 2001 (co-regia di L.Pizzi), “Cosa mi hai fatto Maria? Pellegrinaggio alla Madonna di Canneto, Agosto 2000”. Video etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini. 2001, (co-regia di L.Pizzi), “Tre giorni prima di Pasqua”. Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini, Università di Roma “La Sapienza”, Terra d’ombra srl. 2001, ”Le scene romane: una rappresentazione della cultura popolare” Documentazione antropologica per la realizzazione di un CD-Rom, Museo di Roma in Trastevere. 2001, (co-regia di L.Pizzi), “Fuochi e racconti dell’epifania nell’Agro pontino, Gennaio 2001”. Video etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini. 2002 (in coll. con L.Pizzi), “Peccato che non si sente il profumo. Infiorata di Genzano.” Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl. 2003. (in coll. con L.Pizzi), “Mariano De Pasquale e il museo di Piana delle Orme”, Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl. 2003. (in coll. con L.Pizzi),“Domenico Agostinelli e il museo del mondo”, Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl. 2003. (in coll. con L.Pizzi), “Maria Petrucci e il museo Casa Raniero”, Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl. 2004 (in coll. con L.Pizzi), “Madonnina del Monte Benedetta. Le passate a Marta”, Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl. 2011“Undici storie di vita e di attesa” . Dipartimento dei Processi di Sviluppo e Socializzazione & Esercito della Salvezza. Roma REALIZZAZIONE DI MUSEI • 1993, Progetto museografico, direzione scientifica e testi dell’EtnoMuseo Monti Lepini, Roccagorga (LT). Il museo è stato allestito ed è operante. 2 • • • • • • • • 1999 - 2008 (in coll. con Vito Lattanzi) Ideazione, Progetto museografico, direzione scientifica e cura dell’allestimento de Il museo delle Terre di confine, Sonnino (LT). Il museo è stato inaugurato a luglio del 2008 1998 Ideazione, Progetto museografico, cura dell’allestimento e direzione scientifica de Il museo delle scritture Aldo Manuzio. Bassiano (LT). L’inaugurazione è stata effettuata nel 2008 2001-03 Progetto museografico, direzione scientifica e testi de Il museo del Brigantaggio, Itri (LT). Il museo è stato allestito nel 2003 ed è operante. 2004 Ideazione, progettazione scientifico – museografica e cura dell’allestimento di Ludus, Museo Etnografico del Giocattolo, Sezze (Lt) inaugurato a settembre del 2005 ed attualmente operante. Marzo 2005 – settembre 2007 – (in coll. con Fulvia Caruso) Ideazione, progettazione scientifico – museografica e cura dell’allestimento del Museo del Brigantaggio di Cellere (VT) . Aprile 2006 - 2010 – Ideazione progettazione scientifico – museografica dell’allestimento del Museo dell’Infiorata di Genzano (Roma) 2007- incorso – Ideazione e progetto scientifico museologico del Museo dell'Identità di Sardegna, Sassari 2008 – 2010 – (in coll, con F. Marano) Ideazione e progetto scientifico museologico del Museo dei Sassi, Matera. REALIZZAZIONE DI MOSTRE • • • • • • • • 2001 Ideazione e cura della mostra Che banbole! Immagini di identità in viaggio. EtnoMuseo Monti Lepini, Palazzo Baronale. La mostra è itinerante e per sei mesi (aprile – ottobre 2002) è risultata visitabile presso il Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “Pigorini” di Roma 2002 (28 settembre – 4 ottobre) Ideazione e cura della mostra: Memorie d’Autunno. Libri e stampe di interesse deomoetnoantropologico della Biblioteca Provinciale. Biblioteca provinciale di Roma. Palazzo Valentini. 2002 (5 ottobre – 5 novembre) Ideazione e cura della mostra Comunque usati. Animali a forma di oggetto. Museo civico di Zoologia. Roma. Aprile 2002 – maggio 2003 Ideazione e cura della mostra Animalscape. La diaspora animale nel nostro quotidiano. Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “Pigorini” di Roma. Dicembre 2004. Ideazione e cura (in coll. con E. Di Fazio) della mostra Bon Natale e Anno Novo. I pastori musici nei riti di fine anno. EtnoMuseo Monti Lepini, Roccagorga (LT). Giugno 2007 (con N.Truglia), Ideazione e cura dell'installazione etnografica: Esseri fantastici tra di noi (Etnu Nuoro e EtnoMuseo Monti Lepini) Luglio 2009 Ideazione e cura dell'installazione etnografica: Cose tra la vita e la morte (Etnu Nuoro). Luglio 2010 (con P.Clemente) Ideazione e cura della mostra collettiva: Riti di passaggio. Oggi nel corso della vita. Palazzo Lanfranchi, Matera 2 • 2011 - 2012 Ideazione e cura della mostra: Risarcimenti. Storie di vita e di attesa (Sala della Partecipazione Roma and Sala Santa Rita – Roma Capitale, Italy). Attività editoriali dal 2001 direttore della rivista quadrimetrale AM – Antropologia museale ( ed. La Mandragora) giunta al n. 30 e collocata in “A” dall'ANVUR tra le riviste scientifiche del settore MDEA . Dal 2007 co-curatore (con la collega psicologa conversazionista Alessandra Fasulo) della Collana “Chiasmi. Antropologia psicologia e psicologia culturale” dell’editore Kappa in Roma MEMBERSHIP DI ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE • • • • • • • • • • 1982-87 membro dell'Euro-Arab Social Research Group (Easrg). 1988... socio fondatore e membro del comitato direttivo della Societa' italiana di Antropologia medica (Siam). 1989-1996 membro del comitato scientifico del Centro internazionale per lo studio della famiglia (Cisf). 1991-95 membro del primo e del secondo Comitato Direttivo dell'Associazione Italiana di Studi Etno-Antropologici (Aisea). 1991-2004 membro dell' American Anthropological Association, della Society for Psychological Anthropology, della Society for Museum Anthropology. 1992-94, 1999-2000 membro del Comitato Direttivo della sez. di Antropologia Museale dell'Aisea. 1999-2000 Coordinatore della Sezione di Antropologia museale dell’Aisea. Dal 2001 al 2004 Vice-presidente di Antropologia museale: Società per la museografia e i beni demoetnoantropologici., Dal 2004 membro dell'ICELF (Italian Center on Everyday Lives of Families) is part of an international research project on the everyday lives of families in different countries (Italy, Sweden and the United States). dal 2001 al 2012 membro del direttivo della Società per la museografia e i beni demoetnoantropologici (Simbdea) presieduto dal Prof. P.Clemente. CONFERENZE E RELAZIONI PANELS (NELL'ULTIMO ANNO) 25 novembre Relazione: “Accessibilità culturale nei musei”. Museo provinciale etnografico di Serravalle (Belluno). 23 ottobre 2012 Introduzione e organizazione odel seminario: “Musei e gioco: un punto di vista antropologico riflessivo” Festival Internazionale dei Giochi di trada, Tocati (Verona, Italy). 2 9 ottobre 2012 4 ottobre 2012 18 maggio 2012 10 mggio 2012 10 aprile 2012 22 marzo 2012 16 marzo 2012 Conferenza: Narrar uma apropriação: Narrativas de Colecionadores. Social Anthropology PhD Programs, USFC (Brazil). Conferenza: Espaço Museal. Utopias, heterotopias, distopias. V colóquio de História e Arte: Utopias, Utopia, USFC (Brazil). Conferenza: Piccoli musei ribelli. Tesi di antropologia museale. Master in Management of the Cultural Heritage of the Universitat de Barcelona and Dean of the Faculty of Geography and History of the UB15.4 (Spain). Relazione: Costruire chronoscapes. Temporalità ibride in musei del Brigantaggio. Seminar on “Antropologia e Storia: un rapporto problematico”. Dipartimento di Storia, Culture, Religioni, "Sapienza" Università di Roma (Italy). Relazione: Ethnographic Installations at Large: How to Recognize Them. How to Make Them. International Colloquium: “Beyond Modernity: Do Ethnography Museum Need Ethnography?”. Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, Rome (Italy). Conferenza: Camerette ed altri spazi dei giovani romani (Teenage Rooms and Other Youth Spaces). Facoltà di Architettura, Università Roma 3 (Italy). Relazione: Il corpo meraviglioso del brigante: una rappresentazione di successo. 8th Congress SIEF Bildlore - Bassano del Grappa (Italy). In fede Vincenzo Padiglione Roma 12 dicembre 2012 2 ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI - VINCENZO PADIGLIONE • • • • • • • • • • • • • • • • LIBRI 1978, Al di la' del Folklore, Bergamo: Minerva Italica, pp.1-160 (testo divulgativo per le scuole medie superiori). 1978, (introduzione, cura e traduzioni) L'Amicizia, storia antologica di un bisogno estraniato, Roma: Savelli, pp.1-275. 1984, in coll. con M.Canevacci e M.Panunzio (introduzione e cura), Lo Sport tra Natura e Cultura, Napoli: Guida, pp.1-278. 1986, (introduzione e cura), Gente del Circo, bestiari ed altra umanita', illustr. B.Madaudo, Roma: Armando Armando, pp.l-135. 1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in Sardegna, Roma: Armando Armando, pp.l-315. 1990, (introduzione e cura) Le Parole della Fede. Forme di espressività religiosa, Bari: Dedalo, pp.1-263. 1997, Interpretazione e differenze, La pertinenza del contesto. Roma: Kappa, 1-433. 2001, “Ma chi mai aveva visto niente”. 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