C U R R I C U L U M - Dipartimento di Psicologia dei Processi di

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CURRICULUM
AT T I V I T A' D I D A T T I C A
E SCIENTIFICA
di
VINCENZ0 PADIGLIONE
NOME E COGNOME
Vincenzo PADIGLIONE
LUOGO E DATA DI NASCITA Roma, 3.XI.1949
CITTADINANZA
INDIRIZZO
Italiana
Via Vinciguerra 550, 00100-ROMA,
tel.06-50653257
TITOLI UNIVERSITARI E SCIENTIFICI
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Idoneità a professore ordinario (1° fascia) per il settore scientifico
disciplinare M-DEA, 30 Novembre 2010
Conferma a Professore di seconda fascia per il settore scientifico
disciplinare M-DEA (ex MO5X) in aprile 2006
Chiamata a Professore di seconda fascia per il settore scientifico
disciplinare M-DEA (ex MO5X) - Discipline demoetnoantropologiche da
parte della Facoltà di Psicologia 2 (verbale ottobre 2002) – Università di
Roma “La Sapienza”, con presa di servizio decorrenza 30 dicembre 2003
Idoneità a professore di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare
M-DEA (ex MO5X) - Discipline demoetnoantropologiche nella
valutazione comparativa bandita dall’Università di Cagliari (D.R.
13.07.2000 n.1896, avviso pubblicato sulla G.U. n.55 del 14.07.2000),
conclusasi il 26.03.2002 ed i cui atti sono stati approvati con D.R. n. 1604
Vincitore del bando di affidamento per otto anni accademici consecutivi
(dal 1993-94, al 2000-2001) per l'insegnamento di Antropologia culturale
nel Corso di Laurea in Psicologia, Università di Roma "La Sapienza".
Ritenuto "idoneo" per l'ammissione nel ruolo di Ricercatore confermato
(gruppo 34, etno - antropologico), in data 11.IX.1981, con la seguente
motivazione: "Nei suoi lavori il candidato dimostra vastità e profondità di
interessi, notevole capacità problematica e sicura padronanza delle
tematiche affrontate e della relativa letteratura, con risultati che
manifestano le sue notevoli attitudini alla ricerca scientifica".
Nominato Assistente Incaricato di Sociologia dal Consiglio di Facoltà di
Lettere e Filosofia dell'Università di Roma "La Sapienza", in data
16.II.1976.
Vincitore di Assegno ministeriale di formazione scientifica e didattica, in
data 1.VI.1976.
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Laureato in Sociologia con indirizzo antropologico (110/110) presso
l'Università di Trento, in data 20.X.1973, relatore: Prof. Tullio Tentori
POSIZIONI ACCADEMICHE RICOPERTE
(Università di Roma La Sapienza)
• 2003- 2004 - - - - Professore presso la ex Facoltà di Psicologia 2 , ora
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Facoltà di Medicina e Psicologia (corso di Laura in Scienze
Psicologiche), con l’impegno per i seguenti insegnamenti:
antropologia culturale (4, 8, 10 crediti), etnografia della
comunicazione (4, 8, crediti), antropologia museale (4, 8 crediti).
All'interno del corso di Laurea Triennale e Magistrale (Psicologia
della Comunicazione e Marketing, Discipline della Ricerca Psico
sociale, Infermieristica) (per 4 anni accademici Antropologia museale
è stata insegnata in convenzione con la Facoltà di Lettere – Corso di
Laurea in Discipline Etnoantropologiche).
2011–2012 - - - - Docente di Antropologia museale presso La Scuola
di Specializzazione in Beni culturali Demoetnoantropologici del La
Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Storia, Culture,
Religioni. Università Lettere e Filosofia.
2008-2009 - - - - Docente di museografia presso la Scuola di
Specializzazione in Beni culturali DEA dell’Università di Perugia
Dal 2004-2005 al 2009-2010. Affidamento esterno di Antropologia
culturale presso la Facoltà di Psicologia 1, Corso di Laurea Intervento
clinico
Dal 2004-2005 al 2009-2010 Affidamento esterno di Antropologia del
patrimonio (4 crediti) presso la Facoltà di Scienze Umanistiche, Corso di
Laurea in Scienze del Turismo.
a. a. 2002-03 Affidamento esterno di Antropologia del patrimonio presso
la Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea in Discipline
Etnoantropologiche
a.a.1999-2002 Rappresentante della Facoltà di Psicologia, con nomina
rettorale, in seno alla Commissione di ateneo dell’Università di Roma
“La Sapienza” per i Programmi Comunitari.
a.a. 1999-2000 - - - - Membro del consiglio dei docenti del Dottorato
in Scienze demoetnoantropologiche, Facoltà di Lettere e Filosofia,
Università di Roma "La Sapienza".
Nell’a.a. 1999-2000, coordinatore del Corso di Perfezionamento in
“Antropologia dei Patrimoni culturali: riconoscimento, analisi,
valorizzazione”. Facoltà di Lettere e Filosofia.
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• Docente di discipline Dea (Demo-Etno-Antrropologiche) presso un
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Dottorato, 2 Scuole di Specializzazioni e un Corso di Perfezionamento
dell’Università di Roma “La Sapienza” e presso il Corso di
Perfezionamento in Beni Antropologici della Università La Bicocca.
Dal 1998 responsabile - coordinatore locale per l’Università di Roma
“La Sapienza” del Progetto Pilota di istituzione (con altri partners
europei: Università di Barcelona, Università di Salonicco Università di
Nizza – Sophia Antipolis - Coorodinatore del Progetto) del Diploma
Europeo di terzo ciclo (post-Laurea): “Mediterranee, Identites, Cultures
et Mediation du Patrimoine”, finanziato dalla Comunità Europea
(contratto n. 26333-MG2-1-96 –FR- Erasmus –ECDA; CDA - IC. 97-1Erasmus
Dal 1.IX.1981 Ricercatore confermato di Antropologia culturale, a
tempo pieno, in servizio:
• 1981-91, presso la Facoltà di Magistero;
• 1991-92, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, III Università di
Roma;
• 1992- , presso la Facoltà di Psicologia;
Dall'a.a.1993-94 docente affidatario dell'insegnamento di Antropologia
culturale presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Roma "La
Sapienza".
Dall'1.II.1976 al 31.V.1976, assistente incaricato presso la Cattedra di
Sociologia della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Dal 1.VI.1976 al 31.VIII.1981, titolare di Assegno ministeriale di
formazione scientifica e didattica, Cattedra di Antropologia culturale,
Facoltà di Magistero.
Dall'ottobre 1974 al gennaio 1976, addetto alle esercitazioni, presso la
Cattedra di Antropologia Culturale dell'Istituto di Sociologia della
Facoltà di Magistero.
2. Esperienze di didattica in discipline M/DEA di base e specialistiche
presso università straniere
Docente di un ciclo di lezioni
• Professore visitante con insegnamento in portoghese di un corso di 25 + 25
ore di antropologia dei musei e del patrimonio culturale presse due
università brasiliane (Università di Florianopolis e Università di Manaus).
15 ottobre - 15 dicembre
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• Docente di un ciclo di lezioni dal a.a. 2000-2001 al a.a. 2009-2010
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(“Conservation du patrimoine: perspectives anthropologiques” e “Les
musée; creation et médiation”) di 25 ore, realizzati anche grazie alla
mobilità docenti del programma Socrates / Erasmus, presso Università
di Nizza – Sophia Antipolis – nell’ambito del Diploma Europeo di
terzo ciclo (post-Laurea) DEES: “Mediterranee, Identites, Cultures et
Mediation du Patrimoine”.
dal a.a. 1998-99 al a.a. 1999-2000 in qualità di Professore invitato di
Antropologia culturale (30 ore) presso la Facoltà di Scienze Sociali della
Pontificia Università “Angelicum”.
(dal 28-5-2000 al 3-6-2000) di Antropologia culturale in qualità di
Professore visitante (TS, 8 ore) nell’ambito dei programmi di mobilità
Socrates, presso il Departament d’Antropologia Social dell’Universitat di
Barcelona (Spagna).
(primo trimestre de a.a. 1996 - 1997, 30 ore) in qualità di Professore
visitante di Antropologia museale presso l’Università dello Stato di
Roraima a Boavista, Brasile.
(sessione estiva - agosto 1995- riservata a dottorandi, 20 ore) di docente di
Antropologia dello Sport, La Seu d'Urgell, Universitat de Lleida (Spagna).
(a.a. 1989-90) di Antropologia dello Sport (12 ore), Istitut Catala' de
Antropologia, Universitat de Barcelona e Universitat de Lleida (Spagna);
(a.a. 1984-85, ore 8; a.a. 1985-86, ore 8) di Antropologia medica presso
l'Hospital de San Pablo, Facultad de Medicina, Universitad Autonoma de
Barcelona (Spagna);
Inoltre sono stato, nel primo semestre del a.a.1991-92, Visiting Scholar
presso il Berea College, Kentucky, Usa. Nel 1992 mi è stato richiesto di
svolgere una correlazione scritta di una tesi di Dottorato (Rel. C.Salzman)
presso il Dipartimento di Antropologia della McGill University di Montreal
(Canada), e nel 1990 una correlazione con presenza diretta di una tesi di
Dottorato (Rel. L.Prats) presso il Dipartimento di Antropologia e Storia
dell'Università di Lleida (Spagna). A novembre del 2004 sempre
l'Università di Lleida (Spagna) mi ha invitato a partecipare al tribunale per
una tesi di dottorato europeo e a tenere una conferenza sull’antropologia
riflessiva. In Spagna ho tenuto un ciclo di lezioni (10 ore) di antropologia
museale a giugno del 2007 e a maggio del 2010 presso il Master di
Gestione del patrimonio (dir. Xavier Roigé) presso il Departament
d’Antropologia Social dell’Universitat di Barcelona (Spagna). A giugno del
2008 ho tenuto sempre in Spagna una conferenza di antropologia museale e
coordinato un seminario presso l’Università cattolica di Mursia.
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ATTIVITA' SCIENTIFICA
A. Incontri, tradizioni culturali e motivi ispiratori
1. Mi sono laureato con Tullio Tentori in anni in cui Trento, università
d’avanguardia per il movimento studentesco, lo era anche per le scienze
sociali e per il rilievo che in esse andava conquistando l’antropologia
culturale. Oltre a Tullio e a Gualtiero Harrison, vi insegnava anche un altro
Tullio, Carlo Tullio Altan. E tutti e tre promuovevano un’analisi culturale
delle differenze nella nostra contemporaneità. Un progetto innovativo che
rimescolava le carte disciplinari (forti nessi con sociologia e psicologia) e
prefigurava che non solo i dislivelli esterni ed interni di cultura, per rinviare
ad una frequentata categoria ciresiana di quel periodo, ma anche il nostro
stile di vita, i nostri valori potessero essere oggetto di indagine
antropologica.
Aderii con entusiasmo a quella proposta - e nel tempo credo di essergli
rimasto fedele - anche se non le ha giovato l’assai limitato consolidamento
in pratiche di ricerca per noi più caratterizzanti, quali l’etnografia. Si è
dovuto attendere gli anni ottanta e la svolta riflessiva indotta dal
postcolonialismo, dalla globalizzazione, perché il ritorno a casa degli
antropologi, un antropologia del noi, fosse accreditata come una strategia
portante della nostra disciplina.
2. Una parte della mia produzione va considerata come lavoro di costruzione
di uno spazio di ascolto per l'antropologia culturale. Negli anni 70 si era, in
Italia, in una fase storica di frontiera, di avanguardia, per la nostra disciplina.
Una vera comunità scientifica degli antropologi tardava ad istituirsi, come
anche alquanto complessa risultò l'espansione accademica. Così alcuni di noi
scrissero testi dove presentavano, ad una audience intellettuale e soprattutto a
colleghi di altre discipline, le originalità e le potenzialità delle categorie
(cultura, etnocentrismo, relativismo…) e degli approcci specifici (etnografia,
comparativismo, …) dei nostri studi antropologici.
3. Diversa, ma talora contigua con la precedente, è un'altra parte ben più
rilevante della mia produzione scientifica. Anche questa segnata in modo
evidente dalla storia e dalla cultura italiana degli anni 70 e 80. Si tratta di un
uso della ricerca antropologica non esclusivamente finalizzato all'autonomo
sviluppo della Scienza ma esplicitamente motivato dall'impegno civile e dalla
passione etico-politica. Ricordo che negli anni della mia formazione in
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antropologia, questa disciplina in Italia riceveva interesse da più parti proprio
per il visibile impegno sociale che emergeva dalle pratiche teoriche e di
ricerca di alcuni tra i suoi eminenti cultori. Ebbene a questa tradizione tutt'altro che monolitica e statica, capace nei casi migliori di fungere
all'interno dei movimenti di opposizione non da megafono ma da controparte
critica - io mi sento legato. Molti dei miei saggi spero che possano essere
considerati contributi volti ad offrire materiali riflessivi in grado di slargare
orizzonti culturali; quegli orizzonti culturali che le tesi politiche, anche quelle
di opposizione, proprio per il gioco conflittuale attivato, rendevano vieppiù
dogmatici e saturi. Un'opposizione culturale interna all'opposizione politica: è
questa la tensione dialettica (doppiamente dialogica) che anima i miei primi
studi di antropologia del Mediterraneo, quelli sul Meridione, sul folklore, su
Scotellaro; come del resto dovrebbe essere ravvisabile negli studi dedicati al
circo e alla caccia; ricerche queste ultime che realizzai avendo ben presente il
dogmatismo con cui questi mondi culturali venivano interpretati nell'ambito
del movimento ambientalista. Non credo che questa intenzionalità
etico-politica abbia tradito o di per sé reso marginale il contributo
conoscitivo, anche perché ritengo che, tra gli scopi migliori che un ricercatore
etnografo si può dare, vi sia quello di impegnarsi con sistematicità e rigore a
"tradurre mondi culturali che si definiscono in modo refrattario".
4. Un ulteriore motivo di ispirazione della mia attività scientifica risiede
nell'ambizione di volersi misurare con l'intrinseca difficoltà della rilevazione,
dell'analisi e dell'interpretazione culturale. Di questo motivo partecipa quella
parte consistente della mia attività scientifica ravvisabile soprattutto negli
studi sulle forme rituali, sulle pratiche terapeutiche, sui contesti espressivi (es.
comunicazione uomo animale, feste, uso sociale delle emozioni,...) e sulle
pratiche museali; ovvero quelle analisi che esplicitamente si interrogano su
come pervenire alla conoscenza di livelli di significato meno evidenti. Si
tratta di una prospettiva che trova matrice nella ricorrente discorsività sulla
"relativa autonomia del simbolico", a cui fui socializzato attraverso le letture
di de Martino, Lévi-Strauss, Geertz, Sahlins e le polemiche con l'antropologia
sociale e con quella materialista. La mia scelta netta per l'antropologia
simbolica, e per quella riflessiva più recentemente (anni 90) parte da una
visione critica nei confronti di ogni riduzionismo di tipo naturalistico
(esplicito a riguardo è il primo capitolo del Cinghiale cacciatore) procedendo
nel riconoscimento del carattere posizionato e costruttivo dell’osservatore e
della complessità sistemica che la dimensione “culturale” manifesta al suo
interno e realizza nel rapporto con la sfere che usiamo definire “sociale” e
“psicologica”: una complessità che consente ai sistemi di simboli di fungere
da modelli in grado di connettere (magari solo attraverso l'estrinsecazione di
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commenti incrociati e, dunque, culturalmente riflessivi) settori specialistici,
contesti situazionali e discorsivi apparentemente autonomi (medicina, arte,
musei, scienza,...).
5. Da queste premesse la necessità di dispiegare le ricerche in molteplici
direzioni poiché specialmente culture, come quelle mediterranee
contemporanee, possono essere meglio conosciute antropologicamente
affrontando direttamente il problema della loro diversità interna. Intendo dire
che alla base della mia attività scientifica, ormai da alcuni anni (si veda il mio
commento su Current Anthropology del 1979 alle tesi di J. Boissevain esposte
in ''Toward a Social Anthropology of the Mediterranean"), vi è la convinzione
che un’etnografia delle culture del Mediterraneo debba necessariamente
emanciparsi da prospettive naturalistiche e assumere a problema la
complessità sociale e l’implicazione culturale dello sguardo del ricercatore:
dunque, emanciparsi da visioni totalizzanti e “frequentare” luoghi diversi,
fenomeni culturali apparentemente eterogenei, per coglierne le ricorrenze in
termini di modelli, come le differenze anch'esse significative in termini di
strategie contestuali e logiche riflessive.
B. Settori di ricerca
(per ogni area di interesse riporto: motivi ispiratori, accenni di risultati, ed
estremi delle principali pubblicazioni e iniziative scientifiche e culturali
intraprese. Talora potranno notarsi alcune ripetizioni nel riferimento alle
medesime pubblicazioni o iniziative per settori di ricerca diversi)
Intendo segnalare la presenza all’interno del mio curriculum scientifico delle
seguenti linee di ricerca:
1. “Tematiche delle discipline demoetnoantropologiche”
2. “Storia degli studi delle discipline demoetnoantropologiche”.
3. ”Esperienze di ricerca etnografica effettuate nell’area del
Mediterraneo”.
1. “Tematiche delle discipline demoetnoantropologiche”
1.1. SALUTE E MALATTIA
Questa area configura un campo di interesse antropologico che si è andato
assai sviluppando in questi ultimi decenni e che il mio saggio del 1976
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(adottato per alcuni anni presso l’Università di Perugia) ha contribuito ad
introdurre in Italia. Si trattava allora di ricollegare tre tradizioni di studi che
non dialogavano affatto (se si escludono alcuni lavori di T. Seppilli): quella
demologica che in Italia poteva talora vantare ricerche etnografiche assai
specifiche e innovative; l'antropologia medica statunitense, emergente nella
letteratura internazionale e dotata di allora utili categorie (la distinzione tra
illness e disease), ed infine la sociologia critica italiana che invitava a
connettere i processi bio-psichici, ancor più se patologici, alle forme di
vita, agli assetti societari, ai rapporti sociali.
Queste matrici, riviste con la sensibilità dell'antropologia simbolica,
resteranno alla base della mia ricerca successiva che è andata nella
direzione di una decostruzione delle categorie mediche (si veda il saggio
del 1984 sulle malattie psicosomatiche), di un'attenzione crescente al ruolo
di resistenza culturale celato nelle emozioni e nel corpo. Più in generale in
queste ricerche emerge l'assunto che i settings terapeutici occidentali
(biomedicina e psicoterapia) divenuti oggi aree di conflitto e di
pluralizzazione, si configurano come ideali oggetti dello sguardo
etnografico e antropologico.
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1976, "Salute e Malattia: aspetti socio-culturali", Centro Sociale, XXIII, nn.130-2,
pp.3-48.
1981, "I Gruppi di Incontro ovvero le Feste del Dopo '68". I Giorni Cantati, nn.2-3,
pp.116-127.
1984, "Malattie psicosomatiche e recupero delle medicine tradizionali", La Critica
Sociologica, nn.71-2, pp.117-127.
1986, "Antropologia medica: note di metodologia", in Educazione alla Salute, n.13,
pp.2-7; n.14, pp.3-7.
1987, "Culture della vergogna e culture della colpa. Un'ipotesi storico-culturale
sull'inadeguatezze di antropologia e psicoanalisi", L. Ancona e M. Di Giannantoni (a
cura di), Le radici della sofferenza mentale, Roma: Borla, pp.208-232.
1992, "Medicina occidentale, medicine africane. Intervista a Edmerucai", Video
etnografico, Rm1.
1993, in coll. con M.Merlino, "Ritmi Alterati: tossicodipendenza come disturbo della
temporalizzazione" in O. Romanì & J.M.Comelles (coords.) Antropologia de la salud y
de la medicina, vol.2, VI Congreso de Antropologia, Tenerife, pp.57-74. (rist. in
Psicologia Clinica 1995)
1995, "Salute e malattia sotto la lente dell'antropologo culturale", in L'Arco di Giano,
Rivista di Medical Humanities. 9. pp.75-83
1995, in coll. con C. Pontalti, "Fra le generazioni: modelli di connessione simbolica",
in P.Donati ( a cura di) Quarto Rapporto Cisf sulla famiglia in Italia, Cinisello B. (MI):
San Paolo International, pp.187-220.
1996, "Introduzione", Il cavallo a dondolo: sulla relazione uomo-cavallo in ambito
terapeutico-riabilitativo, a cura di N.Angelini, A.Antonangeli, R.Fantone.
Roma:
Lilith, pp.11-16.
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1997, “ Il corpo: inedite visione e nuovi fardelli, in Anna Maria Nenci (a cura di), Il
corpo e l’immagine. Cultura, vissuto e rappresentazione sociale del corpo in Sardegna.
Cagliari: Aied. Pp. 27-36.
1999, (in coll. con G.Pedone, A.Raffaele, U.Telfner) “Intercultura e servizi alla
persona” Arco di Giano, 19:143-153.
2000 " La riproduzione sessuale è anche buona da pensare? A chi appartiene il nostro
corpo? Note di un antropologo culturale su queste ed altre quisquiglie", Archivio
giuridico, 2:105-125.
2000 “Antropologi e psicoanalisti: amici immaginari o altro?”pp.41-57, Koinos, Atti
del convegno su “Gruppo e Rito. Incontri e fraintendimenti tra Psicoanalisi e
Antropologia”, genn.-giug, XXI, 1.
2004 (in coll. Antonio Riccio), Preghiere e grazie. Per una etnografia delle forme di
religiosità popolare contemporanea. Roma: Kappa
2010 “Elaborare la tragedia”, pp. 86-95, in Prima persona – percorsi autobiografici,
numero monografico su La strage e il suo ricordo, vol. 23, dicembre., ISSN 1972-7410
2010 “Postfazione”, pp.269-277, in G. Saunders, Il linguaggio dello spirito. Il cuore e
la mente nel protestantesimo evangelico, Pisa: Pacini, ISBN 978-88-6315-202-9.
Per quanto attiene a questa area di interesse, tengo a precisare che dal 1988 sono socio
fondatore della Società italiana di Antropologia medica (Siam), presieduta da T.
Seppilli. Risulto inoltre dal 1991 membro della Society for Psychological Anthropology
(AAA). Ho tenuto un ciclo di lezioni (a.a. 1984-85, a.a. 1985-86) di Antropologia
medica presso l'Hospital de San Pablo, Facultad de Medicina, Universitad Autonoma de
Barcelona (Spagna) e sono stato docente di antropologia medica presso il Corso di
Perfezionamento in Antropologia culturale delle Societa' Complesse (aa.aa.88-90),
Facoltà di Sociologia, Università di Roma "La Sapienza".
Dal 1.XI.1991 sono docente di un insegnamento integrativo, "Setting terapeutici
comparati", presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, Facoltà di
Psicologia, Università di Roma "La Sapienza".
Nel 1985 sono stato membro del comitato scientifico del Convegno internazionale su
"Le radici della sofferenza mentale", Istituto di Psichiatria, Università Cattolica di
Roma "Sacro Cuore".
1.2. FORME DI SOCIALITÀ
Quest'area di ricerca può sembrare ben poco omogenea, ricca come è di
problematiche e di fenomeni assai diversi (amicizia, relazioni familiari,
sport, etichetta quotidiana). Eppure può ritrovare un'unita se si parte da un
presupposto dell'antropologia simbolica di Bateson, che ha guidato la mia
ricerca: "l'unità di relazione corrisponde all'unità di apprendimento". Il che
connette in modo forte e stabile l'ambito delle relazioni a quello delle forme
del sapere, o meglio alcune relazioni ad alcuni modelli culturali. Da qui il
tentativo di esplorare le configurazioni culturali, intrinsecamente potenziali
1
e/o di fatto realizzate, in alcune forme di relazioni sociali per cogliere
ricorrenze, convergenze, simpatie, coazioni. E' dai saggi sull'amicizia,
sull'etichetta, e sullo sport che meglio dovrebbe affermarsi il mio tentativo
di evitare la trappola degli universali della socialità ancorando, seppure con
prudenza, la dinamica culturale a quella storica e relazionale. Più di recente
la prospettiva si è arricchita di sensibilità e rigori propri dell’etnografia
della comunicazione, sempre alimentandosi di tensione riflessiva e
latamente simbolista.
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1978, (introduzione, cura e traduzioni) L'Amicizia, storia antologica di un bisogno
estraniato, Roma: Savelli.
1984, in coll. con M.Canevacci e M.Panunzio (introduzione e cura), Lo Sport tra
Natura e Cultura, Napoli: Guida.
1981, in coll. con altri, "Histoire de Vie et Groupes Primaries: une methodologie
pour l'analyse du phenomenes religieux",Acts 16th., C.I.R.S Losanna,pp.402-423;
rist. trad. Idoc,2-3, 1983, pp.26-30.
1981, "Antropologia dei Nuovi Galatei: le Buone Maniere con Se Stessi", AA.VV.,
Strategie di Manipolazione. Semiotica, Psicoanalisi, Antropologia, Scienza della
comunicazione, Ravenna: Longo,pp.98-106.
1981, "I Gruppi di Incontro ovvero le Feste del Dopo '68". I Giorni Cantati, nn.2-3,
pp.116-127.
1984, "Amicizia e Parentela: due paradigmi della socialità" in M.Giacomarra (a cura
di), L'amicizia e le amicizie. Atti del V Congresso Internazionale di studi
antropologici. Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, Palermo.
1984, "Amicizia", Enciclopedia Pedagogica,Brescia: La Scuola, vol.I,pp.520-528.
1984, "Youth Identities and Time Perception: Italian New Left Adrift during the
Late Seventies", M. Wahba (ed. by), Cultural Identity in Time, Proceeding Fifth
Internat. Confer. Euro-Arab Research Group (EASRG), Chairo: The
Anglo-Egyptian Bookshop, pp.131-157.
1984, "Genitore, Pater, Papà. I tre ruoli della socialità paterna: una prospettiva
storico-comparativa", La Critica Sociologica, n.74, pp.103-118; ristampato in A. Del
Lungo e C. Pontalti (a cura di), Riscoprire il Padre, Roma: Borla, pp.33-60.
1985, "Identità e Socialità nelle autobiografie giovanili", T. Tentori ( a cura di),
L'Antropologia e La Nuova Qualità della Vita, Ricerca Eni, pp.1-98.
1989, "Il matrimonio: un punto di vista antropologico", AA.VV., Il legame
matrimoniale, Milano: Vita e Pensiero, pp.23-39.
1990, "Percorsi antropologici", S.Spinsanti ( a cura di), Maschio e Femmina:
dall'uguaglianza alla reciprocita', Milano: Paoline, pp.25-44.
1990, "Preghiera e Buone Maniere: due generi di successo", V. Padiglione ( a cura
di), Le Parole della Fede. Forme di espressivita' religiosa, Bari: Dedalo, pp.95-114.
1990, "Dell'effervescenza cognitiva: note di un antropologo sullo sport come campo
evocativo", SDS, 20, ott.-dic., pp.32-38.
1992, "L'esport com a fenomen socio-cultural ", Ressò de Ponent, 101, set, pp.4-5.
1992, "I giochi e la società", Lettera dall'Italia, 26, april-giu.,pp.29-30.
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1992, "Maternità e Paternità: note antropologiche in margine al mutamento in atto",
in V. Melchiorre (a cura di), Maschio e Femmina. Nuovi Padri e Nuove Madri, Cisf,
San Paolo International, Milano, pp.55-84.
1994, "Antropologia de l'esport" in Quaderns de l'institut català d'antropologia,
hivern, 1, Barcelona, pp.85-97.
1995, in coll. con C. Pontalti, "Fra le generazioni: modelli di connessione
simbolica", in P.Donati ( a cura di) Quarto Rapporto Cisf sulla famiglia in Italia,
Cinisello B. (MI): San Paolo International, pp.187-220.
1995, "Diversidad y pluralidad en el escenario deportivo" en Javier Olivera y otros,
Le actividades fisicas de aventura en la naturaleza: anàlisis sociocultural. Apunts:
Educacion Fisica y Deportes (41), pp.30-35.
1996, "Sport e culture", in Temi di Psicologia e Sport a cura di G.V.Caprara e
G.P.Lombardo (Dispense del Corso di Perfezionamento in Psicologia dello sport(
Istituto di Scienza dello Sport e Università di Roma "La Sapienza" .
1997, “ Il corpo: inedite visione e nuovi fardelli, in Anna Maria Nenci (a cura di),
Il corpo e l’immagine. Cultura, vissuto e rappresentazione sociale del corpo in
Sardegna. Cagliari: Aied. Pp. 27-36.
2000 " La riproduzione sessuale è anche buona da pensare? A chi appartiene il
nostro corpo? Note di un antropologo culturale su queste ed altre quisquiglie",
Archivio giuridico, 2:95-127
2003 (in coll. con Fr. Staffa) “Antropologia e Sport”, pp.3-53, in Enciclopedia dello
Sport. Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma: Treccani
(2004). “Scritture in famiglia: riti, riflessività e posizionamenti”. Rassegna di
psicologia. vol. 1, pp. 17-34
2006 in coll. con Giorgi S, Appropriazioni: negoziare lo spazio domestico in
famiglia. Età Evolutiva. vol. 85, pp. 62-72 ISSN: 0392-0658
2006 in coll. con Fasulo, A, Loyd H, Children Socialization into Cleaning Practices:
a cross cultural perspective. Discourse & Society. vol. 18 (1), pp. 11-33
2006 in coll. con Fasulo, A, Loyd H, La socializzazione alle pratiche di pulizia:
un'indagine comparativa. Età Evolutiva. vol. 85, pp. 93-103
2007 Tra casa e bottega. Passioni da etnografo. (pp. 5-227). ISBN:
978-88-7890-850-5. ROMA: Kappa.
2007 in coll. con Giorgi S., Pontecorvo C., Appropriations: dynamics of
domestic-space negotiations in Italian middle-class working families. Culture &.
Psychology vol. 13 (2), pp. 147-178 ISSN: 1354-067X.
2007 in coll. con Faticante M., Giorni S., Sulla soglia: istanze di riflessività.
Costruire la relazione in un’etnografia sulle famiglie.Rivista di Psicolinguistica
applicata.. vol. VII, 3,, pp. 53-80 ISSN: 1592-1328.
2007 in coll. con Giorgi S, Faticante M., “Come Mai questa mattina sembrava un
film” Un’etnografia riflessiva in famiglia”. In: Gallini C., Satta G. (a cura di),
Incontri etnografici. Processi cognitivi e relazionali nella ricerca sul campo. (pp.
192-219). Roma: Meltemi
2010 (in coll. con Sabina Giorgi). Etnografo in famiglia. Relazioni, luoghi e
riflessivita'. Roma: Edizioni Kappa, p. 1-254, ISBN: 9788865140222
1
•
2011, in coll. Fatigante M., “O percurso de restitucao: da documentacao
ao patrimonio” pp. 167-192, in Zanella A., & Titoni J., Imagens no
pesquisar: esperimentacoes. Porto Alegre: Ed Dom Quixote
Per quanto riguarda in particolare lo sport, ho tenuto un ciclo di lezioni (a.a. 1989-90) di
Antropologia dello Sport, Istitut Catala' de Antropologia, Universitat de Barcelona e
Universitat de Lleida. Sempre in Spagna ho insegnato (sessione estiva -agosto 1995riservata a dottorandi) Antropologia dello Sport, La Seu d'Urgell, Universitat de Lleida
(Spagna). Negli a.a. 1991-92-93 sono stato docente di Antropologia dello Sport presso il
Corso di Perfezionamento in Psicologia dello Sport, Coni & Facoltà di Psicologia,
Università di Roma "La Sapienza". Sono stato membro del comitato scientifico e
promotore del Convegno internazionale su "Lo sport tra natura e cultura"(1982), Coni,
Roma e del Convegno su "Le scienze sociali per lo sport" (1990), Coni, Roma. E nel
2009 ho partecipato in qualità di relatore invitato al congresso di Scienze sociale dello
sport organizzato presso l'università di Campinas (Brasile)
Svolgo attività di ricerca presso il Seminario / Laboratorio detto LInC – Laboratorio
Interazione e Cultura- del Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e
socializzazione. Ho partecipato al laboratorio e ai seminari in qualità di relatore e
discussant alla attività di formazione e di presentazione di ricerche.
1.3. IL RAPPORTO UOMO - ANIMALE
E' negli anni '80 che, mentre proseguivo gli studi sull'amicizia, incominciai
ad occuparmi di altre forme - direi ibride - di socialità, delle relazioni che
noi costruiamo con gli animali, nel lavoro come nel gioco, venendo, di
conseguenza, ad interessarmi delle rappresentazioni quotidiane,
etico-politiche o scientifiche che sono inscritte in queste relazioni. Ero
particolarmente curioso di fenomeni di "soggettivazione" dell'animale o di
"animalizzazione" dell'uomo, resi ancor più evidenti - nella letteratura
scientifica, politica e di fiction - dal successo dell'etologia,
dell'ambientalismo, dell'animalismo. Il conflitto culturale, che si andava
annunciando, invitava a confrontare questi inediti scenari culturali con le
pratiche e gli etno-saperi che esprimevano cavalieri, pastori, circensi e
cacciatori. Soprattutto questo conflitto sfidava l'antropologia, che in questo
campo poteva vantare un'antica e prestigiosa tradizione di studi (si pensi al
totemismo, al sacrificio, all'animale aiutante dell'eroe nella narrativa
popolare, ecc.). a dispiegare chiavi di lettura, ad un tempo culturalmente
specifiche e di ampio respiro. Da qui una serie di analisi culturali che ho
svolto sull'immaginario ambientalista, l'equitazione, il circo, ecc. In
particolare segnalo la monografia etnografica sulla caccia grossa in
Sardegna.
1
Sulla scia di questi lavori, come della problematica della soggettivazione
dell'animale, è nata la ricerca sui richiami pastorali e venatori. Mi
interessava il linguaggio specifico che viene usato dall'uomo per
comunicare con gli animali ma ancor più mi interessavano le assai
significative "eccezioni" che vedono questo sistema semiotico impiegato
nelle relazioni esclusivamente umane.
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1984, "Animale e Uomo nello Sport: equitazione come metafora della socialità", in
M.Canevacci, V.Padiglione, M.Panunzio (a cura di), Lo Sport tra Natura e Cultura,
Napoli: Guida, pp.165-182.
1986, "L'immaginario ecologico", Prometeo, IV, 14, pp.149-157.
1986, "Simboliche del Circo" in V. Padiglione (a cura di), Gente del Circo. Bestiari
ed altra umanità, illustr. B.Madaudo, Roma: Armando Armando.
1987, "G.Bateson. La saggezza dell'antropologo", P.Tamburini ( a cura di), Gregory
Bateson. Il Maestro dell'Ecologia della Mente, Bologna: Federazione delle
Università Verdi, pp.77-88.
1987, "La fiera ruggisce mansueta. Il ruolo simbolico degli animali nel circo",
S.Fabri e M.I. Gaeta ( a cura di), La Biblioteca di Noe', Firenze: Le Monnier,
pp.186-189.
1988, "Caccia, Natura, Cultura", Up & Down, nn.9-10, pp.57-73.
1988, "Analisi e commento dei risultati", in L'atteggiamento degli italiani nei
confronti del problema ecologico, Ricerca Ispes, pp.4-28.
1988, "Lo zingaro sensale di cavalli", I Giorni Cantati, n.5, pp.17-18.
1989, "Il ritorno alla sacralità della natura ovvero il Parco come spazio festivo", in
Parchi nazionali ed aree protette in Italia. Situazioni e Prospettive. Ricerca Ispes,
Roma, pp.32-59.
1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in Sardegna,
Roma: Armando Armando.
1994, "The Word That Wounds. Between Hunting and Story Telling", in A.
Lopasic (ed. by), Mediterranean Societies: Tradition and Change. (pp.33-43)
Zagreb: Croatian Anthropological Society ( in parte trad. di un cap. del libro Il
cinghiale cacciatore).
1994, "Il richiamo e lo spauracchio: tecniche emozionali di caccia" in P.Piangiarelli
( a cura di), La terra, il fuoco, l'acqua, il soffio. La collezione dei fischietti di
terracotta. Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Ed. De Luca, Roma
pp. 80-91.
1996, "Introduzione", Il cavallo a dondolo: sulla relazione uomo-cavallo in ambito
terapeutico-riabilitativo, a cura di N.Angelini, A.Antonangeli, R.Fantone. Roma:
Lilith, pp.11-16.
1998, “Presentazione” a N.Messina, Nessuno è perfetto neanche i cavalli, Roma.
Fise, pp.7-9.
2000 (in coll. con D.Botta) “Animal talk. Etnografia della comunicazione pastorale”
La ricerca folklorica, 41
1
•
•
•
2004 “La vita degli animali ci riguarda”, E. Falchetti e S. Carovita (a cura di) A
scuola di animali. Pensieri a confronto per un nuovo rapporto. Roma: Muzzio pp.
35-44.
2004 “Il bue ossequioso: da bestia a simbolo a bene culturale” in R.Marinelli ( a
cura di), La radici della ritualità. Atti del convegno Bacugno di Posta – 2 agosto
2003. Provincia di Rieti.
2008 “Animalscape. Scenari della diaspora animale nei nostri spazi di vita. Tracce
di una mostra” Lares, LXXIV, 1, genn.- april.
A riguardo di questa area di interesse, ritengo opportuno menzionare la mia
partecipazione a progetti di ricerca sul tema dei conflitti culturali nelle aree protette e
sul tema dei saperi naturalistici popolari. Inoltre sono stato docente di Etnoecologia
(90-92) presso il Corso di Perfezionamento in Antropologia culturale delle Società
Complesse, Facoltà di Sociologia, Università di Roma "La Sapienza". Durante il mio
periodo di Visiting Scholar (sett.-dic. 1991) negli Usa ho tenuto conferenze presso il
Berea College su "Boar Hunting in Sardinia as Ritual of Domestication", Kentucky, e su
"Horsemanship: an anthropological point of view" presso The University of Kentucky,
Lexington. Inoltre ho ideato e progettato nel 1985 "ll Museo del Cavallo", Ozieri (SS).
Dal 1984 al 1991 ho collaborato su temi di antropologia e storia dell'equitazione e del
rapporto uomo-animale per i seguenti periodici: Argos, Airone, Caddhos, Tutto
Equitazione, Cavalli e Cavalieri.
Nel 1995, sono stato promotore del Convegno interdisciplinare "Benessere animale:
verso un'etica bio-centrica" Comune di Roma, Sala della Protomoteca. Negli anni
successivi ho realizzato mostre sugli oggetti zoomorfici della nostra contemporaneità
presso il Museo di Zoologia di Roma e presso Il Museo Nazionale Preistorico ed
Etnografico “L.Pigorini”.
1.4. MUSEI
Con la nozione di "antropologia museale" intendo configurare quell'area in
cui vengono a convergere due direttrici di ricerca, diverse per tradizioni e
competenze: la prima comprende lo studio antropologico del museo come
fenomeno occidentale di successo e lo studio etnografico di musei e
patrimoni come contesti culturali capaci di risignificare oggetti e tradizioni,
di offrire loro una seconda vita, secondo logiche culturali, poetiche e
politiche ogni volta da rilevare e interpretate; la seconda direttrice riguarda
la competenza antropologica ed etnografica di tipo documentario,
filologico, etnografico che tradizionalmente gli antropologi esercitano nei
loro musei quando catalogano beni o preparano mostre.
Il mio inserimento in questa area avviene quando si rende possibile la
convergenza tra queste due competenze: si vanno sperimentando metodi di
ricerca innovativi (ad es. l'etnografia dei musei) e realizzando soluzioni
1
espositive non perentorie, capaci di mettere in discussione le fonti stesse
dell'autorità istituzionale e culturale. Intendo affermare che alcuni
antropologi negli anni 80 (P.Clemente, V. Lattanzi, M.Turci, e il
sottoscritto) percepirono come l'antropologia nei e dei musei si stesse
configurando come un'area di creatività culturale, di sperimentazione
sociale e conoscitiva; una prospettiva sulla crisi che lasciava immaginare
possibili vie di uscita, recuperi di progettualità. Del resto la critica del
realismo ingenuo (l'illusione di una scrittura etnografica che potesse
rispecchiare la realtà) che proprio allora andava emergendo in modo
radicale, era stata anticipata dagli antropologi museali.
E' proprio la possibilità di sperimentare soluzioni diverse che consentano
di forzare la scrittura antropologica e di operare inedite rappresentazioni
delle altre culture in progetti museali collaborativi, che ha motivato il mio
lavoro di ricerca in questo settore. Anche perché il lavoro progettuale si è
reso ancor più carico di tensione conoscitiva. Ho realizzato in qualità di antropologi museale,
Museografo curatore, i seguenti musei interpretativi: EtnoMuseo Monti Lepini Roccagorga (Lt)
1999, Museo del Brigantaggio Itri (Lt) 2003, Museo delle Scritture Bassiano (Lt) 2009, Museo
delle Terre di Confine Sonnino (Lt) 2007-, Museo etnografico del giocattolo Sezze (Lt) 2005,
Museo del Brigantaggio Cellere (VT) 2008-, Museo dell’Infiorata – Genzano (RM) 2010. Ho
curaro mostre ed installazioni etnografiche: Che Bambole! Identità etniche in viaggio 2002
(Museo Nazionale Etnografico Pigorini); Animalscape – Animali a forma di oggetti nella nostra
vita quotidiana, 2003 (Museo Zoologico di Roma); Esseri fantastici tra di noi 2007
(EtnoMuseo Monti Lepini) ; Cose tra la vita e la morte 2009 (Etnu Nuoro), Risarcimenti.
Storie di vita e di attesa 2011 (Sala della Partecipazione Roma) 2012 (Sala Santa Rita – Roma
Capitale). Ho realizzato alcuni video etnografici su storie di vita di collezionisti e fondatori di
musei. Sono Direttore e fondatore della rivista quadrimestrale AM- Antropologia museale,
attiva dal 2001 e inserita dall'Anvur nella classe A delle riviste scientifiche del settore MDEA01
Segnalo le seguenti mie pubblicazioni
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•
1994. "Per una lettura antropologica del turismo: un intervento", Ossimori, 5,
pp.49-51.
1994. "Musei e patrimoni: esercizi a decostruire", in "Antropologia museale" Annali
del Museo di San Michele all'Adige, 7, pp.149-174.
1995, "Per una centralità dell'etnografia nei musei", Etnoantropologia, 3-4,
pp.238-247.
1995, Presentazione del video "Paolona alla Toletta: videonote sulle tecniche del
corpo femminili" pp.46-7, Presentazione di "Roccagorga per via: visioni, memorie
e punti di vista. Un CD-I per l'EtnoMuseo Monti Lepini." , 69-70. "Interventi al
dibattito", in Materiali di Antropologia visiva 5, Bollettino AICS ottobre 1995,
pp.Roma 25 maggio 1995.
1996, "Presentazione" in A.A.V.V., L'invenzione dell'identità e la didattica delle
differenze, Atti del convegno della Sezione di Antropologia museale dell'Aisea.
Edizione ET, Milano. pp.13-26.
1
•
1996, in coll. con D. Occhiuzzi "La moda sopra i sessanta", in J. Vibaek (a cura di),
Per una storia del costume mediterraneo II, pp.263-285, Università di Palermo: Arti
Grafiche Siciliane.
• 1998, “L’effetto cornice. Le mediazioni del patrimonio e la competenza
antropologica. Etnoantropologia 6-7:137-154.
• 1998, “Musei e antropologia”, Ossimori 9-10: 126-128.
• 1999, “Del buon uso dello stupore”. La ricerca folklorica, 39:43-47.
• 2000, (in coll. con S.Gatti) “Representar la tragèdia: l’estil passional dels museus de
la Resistéencia”, L’Avenc. Historia, Cultura, Pensament, 247:38-46
• 2000, “Ma chi mai aveva visto niente”. Il Novecento, una comunità, molti racconti.
Catalogo EtnoMuseo Monti Lepini. Roma: Kappa, 1-235
• 2002 “Editoriale. Casaa”. Antropologia museale, I, 1.p.5
• 2002 “Piccoli etnografici musei”, Antropologia museale, I, 1, pp.20-24.
• 2002 “Editoriale: Demo cosa?”, Antropologia museale, I, 2, p.5.
• 2003 “Editoriale: La variante DEA”, Antropologia museale, I, 3, p.5.
• 2003 “Dalla lingua biforcuta dell’antropologo museale”, Antropologia museale, I, 3,
pp.47-49.
• 2003 “Ricordo di Tullio Tentori”, Antropologia museale, I, 3, pp.80-81..
• 2003 “Museo del brigantaggio di Itri”, Antropologia museale, I, 5, pp.34-37.
• 2003 “Significati didattici del museo scientifico didattico”, in E.Falchetti e
S.Caravita (a cura di), Musei scientifici e formazione scolastica. Atti del convegno
Roma – Museo civico di Zoologia. ANMS (Ass. Naz. Musei scientifici) pp.11-114
• 2003 “Pequenos museos etnograficos” (pp. 537-548), in J. A. Gonzalez Alcantud
(ed.) Patrimonio y Pluralidad. Nuevas Directiones en Antropologia Patrimonial,
Granada : Centro de Investigationes Etnologicas A. Ganivet.
• 2004 “Ritorno al futuro”, Antropologia museale, I, 6, p.5.
• 2004 “Il bue ossequioso: da bestia a simbolo a bene culturale” in R.Marinelli ( a
cura di), La radici della ritualità. Atti del convegno Bacugno di Posta – 2 agosto
2003. Provincia di Rieti.
• 2004 “We are still here”, Antropologia museale, anno 3, 8, autunno, p.5
• 2004 “Presentazione”, in A.Riccio, E.Di Fazio, C.Fransechetti, L’EtnoMuseo Monti
Lepini di Roccagorga. I Musei del Lazio e il loro territorio. Roma: E.de Rosa.
• 2005 “Pittori della crisi. Valenze patrimoniali e pratiche rituali”, in A.M Damigella
e N. Cardano, I XXV della Campagna Romana. Roma: De Luca d’Arte.
• 2005 “L’allestimento nei piccoli musei etnografici: nuovi orizzonti teorici tra
antropologia e arte” in M. Pirovano e C. Simoni ( a cura di), Cose e memorie in
scena. Strumenti ed esperienze per i musei della cultura materiale. Centro Servizi
Musei della provincia di Brescia, pp.63-80.
• 2005 “Del buon uso del visualismo. La lezione di Jean Rouch”. pp.5-6. AM –
Antropologia museale, anno 3, 10.
• 2005 “Etnografico nome di Museo”, pp.41-46, AM – Antropologia museale, anno 3,
12.
• 2005 (in col, con Lattanzi V. Inscrizioni antropologiche. Connessioni deboli,
risonanza forte. In: Bottini A.,. a cura di, Il rito segreto. Misteri in Grecia e a Roma.
(vol. 1, pp. 279-288). Milano: Mondadori Electa . Ministero per i Beni e le Attività
1
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culturali. Soprintendenza Archeologica di Roma. Catalogo della mostra Roma
Colosseo 22 luglio 2005 - 8 gennaio 2
2006 “L’invisibile che è di casa nei musei”, pp.26-31, AM – Antropologia museale,
anno 4, 13.2006 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Culture visive:
parole chiave degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14
2006 “Souvenir” pp.84-6, in numero speciale “Culture visive: parole chiave degli
antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14
2006, Storie contese e ragioni culturali. Catalogo del Museo del Brigantaggio di
Itri, Itri: Odisseo (pp. 1-236).
2006 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Culture visive: parole
chiave degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 4, 14 .
2008 Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di sopravvivenza. Imola
(BO): Editrice La Mandragora, vol. 1, p. 1-276, ISBN: 978-88-7586-263-3
2009 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Etnografia del
contemporaneo: temi e pratiche degli antropologi”, AM – Antropologia museale,
anno 6, 22.
2008 “Storie al plurale e ucronie: il Museo del Brigantaggio di Cellere”, Am –
Antropologia museale, 18, pp.36-8.
2008 “Animalscape. La diaspora animale nei nostro quotidiano. Note ai margini di
una mostra” Lares, LXXIV, 1, genn.- april.
2008 “L’etnografo e il regista. Sguardi e pratiche a confronto in un’esperienza
pluriennale di antropologia visiva”, La ricerca folklorica, n. 57, aprile
2008 “La Ordenacion en los pequenos museos etnograficos: nuovos horizontes
teoricos entre antropologia y arte”, pp.203-208 in ( Dir. J.L.A: Ponga, J.D.
Gonzalez y C.P. Sanchez) Teoria y Praxis de la Museografia Etnografica. Zamora:
Jambrina
2009 “Contestualizzare”, numero speciale “Etnografia del contemporaneo: temi e
pratiche degli antropologi”, AM – Antropologia museale, anno 6, vol. 22.
2009 “ Cinque presenze della scrittura nei piccoli etnografici musei”, pp. 37-46 in
La parola scritta nel museo. Lingua, accesso, democrazia a cura di A. Andreini. Atti
del convegno del 17 ottobre Arezzo, Regione Toscana – Settore Musei, pp. 20-29
2009 in coll. Fatigantie M. “Dalla documentazione al patrimonio. Il percorso di
restituzione di un'etnografia in famiglia”, Etnografia e Ricerca Qualitativa, 2,
maggio agosto, pp.205-225
2010 “El lugar donde todas las palabra se concretan. Cinco presencias de la
escrittura en pequenos museos etnograficos”, pp.15-33, in Sphera Publica.
“Patrimonio cultural. Nuevas formas de traitamiento / nuoevos sentidos”. ISBN:
11809210.
2010 in coll. Pietro Clemente, “ Oggi, nel corso della vita: riti di passaggio”, in AM
– Antropologia museale, vol. 25-26. pp.XXXIX-L, ISSN1971-4815
2010 “Elaborare la tragedia”, pp. 86-95, in Prima persona – percorsi autobiografici,
numero monografico su La strage e il suo ricordo, vol. 23, dicembre., ISSN
1972-7410
2011, “Museografia scientifica riflessiva. Compimenti e sfide”. Pp. 351-354, in
Museologia scientifica – Memorie N. 6/2010 • Atti del XVIII Congresso ANMS
1
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Musei scientifici italiani verso la sostenibilità. Stato dell’arte e prospettive. Roma
3-5 dicembre 2008, Bolsena 6-7 dicembre 2008 a cura di E. Falchetti, G. Forti
2011, “Quando il museo si regala l’etnografia, L’EtnoMuseo Monti Lepini”, in Il
museo verso una nuova identità. Esperienze museali di nuova concezione in Italia e
nel mondo, Atti del convegno internazionale di studi, 31 maggio – 1 giugno 2007,
vol. I, a cura di Mariaclaudia Cristofano, Claudia Palazzetti, Gangemi, Roma 2011
2011 (in coll. con Fulvia Caruso) Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi. Catalogo del
Museo del Brigantaggio di Cellere. Arcidosso (GR): Edizioni Effigi.
2011, “Museografia scientifica riflessiva. Compimenti e sfide”. Pp.
351-354, in Museologia scientifica – Memorie N. 6/2010 • Atti del
XVIII Congresso ANMS Musei scientifici italiani verso la
sostenibilità. Stato dell’arte e prospettive. Roma 3-5 dicembre 2008,
Bolsena 6-7 dicembre 2008 a cura di E. Falchetti, G. Forti.
2012, Curatela - Villaggi di capanne nei Lepini. Una prospettiva
etnoarcheologica, pp. 1-406, Roma: Kappa
2012 Dal racconto al silenzio, dalla patrimonializzazione alla riappropriazione.
Vicissitudini di un artefatto popolare, pp. 7-76, in Villaggi di capanne nei
Lepini. Una prospettiva etnoarcheologica, Roma: Kappa
In merito a questa area di interesse, segnalo qui di seguito le principali iniziative da me
assunte. Sono membro dal 1991 della Society for Museum Anthropology (AAA), nonché
promotore e membro del Comitato Direttivo (biennio 92-94, 96 ...) della sez. di
Antropologia Museale dell'Aisea. Durante il periodo del mandato sono stati ideati e
realizzati convegni e seminari di grande rilevanza per la nascente comunità degli
antropologi museali italiani.
Sono stato docente di Antropologia museale presso il Corso di Perfezionamento in
Antropologia culturale delle Societa' Complesse, Facoltà di Sociologia, Università di
Roma "La Sapienza" (a.a. 1992- 1997) e ho insegnato la medesima disciplina nell’ a.a.
1998-99 presso il Corso di perfezionamento in Antropologia dei patrimoni culturali,
della Facoltà di Lettere e Filosofia, della Università di Roma La Sapienza. Inoltre
durante il periodo passato negli Usa come Visiting Scholar (sett.-dic. 1991) ho tenuto
una conferenza su "Ethnographic Video and Museum Design" presso il Dipartimento di
Antropologia della University of Kentucky, Lexington. Infine ho insegnato (primo
semestre a.a. 1994-95) come professore visitante Antropologia museale presso
l’Università di Boavista dello Stato del Roraima, Brasile.
Per quanto riguarda l'attività museografica in campo antropologico, segnalo di aver nel
1985 co- ideato e progettato "ll Museo del Cavallo", Ozieri (SS). Dal 1990 sono stato
impegnato, in qualità di ideatore e responsabile scientifico del Progetto di allestimento
dell'EtnoMuseo Monti Lepini, Roccagorga (LT). L'EtnoMuseo è stato inaugurato e ne
risulto direttore scientifico. Dal 2003 è stato insignito del Premio Qualità dalla Regione
Lazio e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti in convegni internazionali per
l’innovazione dimostrata a livello di prospettiva scientifica e di museografia
collaborativa.
Seminario di ricerca, organizzazione e cura di Mostra Risarcimenti. Storie di vita e di
attesa. Installazione etnografica a cura di Vincenzo Padiglione dal 13 al 26 luglio 2012.
Roma Sala Santa Rita. Collaborazione tra studenti e Senza fissa dimora. Enti
1
organizzatori: Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione.
Sapienza Università di Roma, Esercito della Salvezza, Roma Capitale.
2. “Storia degli studi delle discipline demoetnoantropologiche”
La chiave storica è stata utilizzata di sovente per presentare le differenti
prospettive che si sono succedute in tema di analisi di singoli fenomeni,
festa, amicizia, preghiera, sport, musei, ecc. Ma i saggi più compiutamente
di storia degli studi hanno inteso in prevalenza seguire e documentare la
centralità dell’antropologia nel pensiero contemporaneo. L’ipotesi è che il
successo della prospettiva etno-antropologica fosse da attribuire a quel suo
ragionare con ampio respiro che si alimentava però di esperienze dirette.
Quel suo modo di incedere riflessivo a) che suggeriva di valorizzare nella
pratica e nella scrittura etnografica i ruoli riflessivi dell'osservato e
dell’osservatore, e b) che dava enfasi ai minuti processi di mediazione,
trasposizione (es. la scrittura) che l’indagine richiede. E soprattutto quel
concepire la ricerca come una continua elaborazione intersoggettiva del
limite prospettico (ovvero come tentativo di attivare una pubblica
intersoggettività per comprendere il proprio sé culturale attraverso la
comprensione dell’altro culturale) secondo direttrici espresse all’estero da
Rabinow (1977) ma ancor prima in Italia da de Martino. Questa linea di
studi ha trovato differenti espressioni. Se ne trova una chiara traccia nella
prefazione all’edizione italiana, da me curata del manuale di E.A.Schultz e
R.H.Lavenda ( Antropologia culturale, Bologna: Zanichelli). Ma una più
articolata rappresentazione è ravvisabile nel volume Interpretazione e
differenze del 1977, dove si ambisce a presentare alcuni lineamenti della
storia dell'antropologia culturale contemporanea dal punto di vista delle
soluzioni che sono state proposte per elaborare la fine del colonialismo e la
crisi di paradigmi positivistici. In particolare cerco di delineare la svolta
riflessiva assunta dall'antropologia del dopoguerra e di ricostruire - talora
disperdendo la trattazione in rivoli diversi - quel processo culturale che ha
portato l'Etnografo e il Nativo ad essere ruoli sempre più interscambiabili
tra individui di diverse culture, ovvero a riconoscere competenze
interpretative ai nativi e auto-implicazione del ricercatore nell'oggetto della
ricerca. Nella seconda parte del volume il discorso si incentra sulle
biografie intellettuali di quattro antropologi assai diversi (Lévi-Strauss, de
Martino, Bateson, Scotellaro). Verso di loro, nel corso della mia
formazione, ho contratto un grosso debito, che non mi vincola però
all'ortodossia (condividendoli tutti non potrei che essere infedele a
ciascuno), ma mi incoraggia a considerare le distinte tradizioni da loro
inaugurate tutt'ora aperte e dinamiche. Così questi 'ritratti' sono da
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considerarsi interpretazioni personali e presentiste, volte soltanto a rendere
utilizzabili, almeno parzialmente, sistemi di pensiero e 'sensibilità' per
molti versi ancora vitali. Sempre da segnalare nel quadro dei saggi di storia
degli studi le ricostruzoni di posizioni teoriche e dibattiti nell’ambito della
museografia di intessere demoetnoantropologico; ricostruzioni sempre
orientate a far risaltare prospettive e direttrici cariche che valenze riflessive.
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1976, in coll. con A. Sobrero, "Criteri sociologici di interpretazione del suicidio",
Rassegna di Servizio Sociale, XV, 1, pp.54-66.
1978, "Gli antropologi di fronte alla Festa", La Critica Sociologica, n.48,
pp.186-192.
1979, "Osservatore e Osservato: problemi di conoscenza e rappresentazione. La
vicenda Scotellaro", Problemi del Socialismo, XX, 15, pp.167-209; ristampato in
AA.VV., Orientamenti Marxisti e Studi Antropologici Italiani, Milano: Angeli,
l980. Trad. in A. Mancini, P. Giordano, E. Pozzi (ed. by), Italiana : Litterature and
Society, Colunbus (Oh), 1992 pp.195-236.
1979, "Comment to ''Toward a Social Anthropology of the Mediterranean by J.
Boissevain''", Current Anthropology, XX, march, p.89.
1981, "Il Relativismo culturale", Nuov.Encicl.Univ.,Roma:Curcio, pp.247-50.
1982, "Intervento al dibattito su ''Orientamenti marxisti e studi antropologici
italiani''", Ann. Fond.Basso, vol.IV, Milano: Angeli, pp.445-8.
1983, "L'antropologia in Italia", Annuario 1983, Grande Enciclopedia Universale
Curcio, Roma: Curcio, pp.228-291.
1984, "Per un interscambio tra Letteratura e Scienze Sociali: il Biografico e i suoi
Generi", M.I.Macioti (a cura di), Biografia, Storia e Societa', Napoli: Liguori,
pp.167-180.
1987, "G.Bateson. La saggezza dell'antropologo", P.Tamburini ( a cura di), Gregory
Bateson. Il Maestro dell'Ecologia della Mente, Bologna: Federazione delle
Università Verdi, pp.77-88.
1989, “Antropologia delle organizzazioni: strumento analitico o codice
espressivo?", Rivista di Psicologia Clinica, n.3, pp.328-347.
1997. Interpretazione e differenze culturali, Roma: Kappa.
1997, “Visualizzare un pensiero: la cinematografia demartiniana”. Ossimori, 8:
69-74.
1999 “I paradossi di Gregory Bateson”, in Ecologia della Mente, 22, Dicembre,
2:156-160.
1999, Revisione e “Prefazione all’edizione italiana”, E.A.Schultz e R.H.Lavenda,
Antropologia culturale, Bologna: Zanichelli, pp.XIII-XVII.
2001 “Due paradossi e un autore: Bateson e la svolta riflessiva” in A. Cotugno e
G.Di Cesare ( a cura di) Territorio Bateson, Roma: Meltemi pp.88-118.
2003 (in coll. A. Fasulo) “Le immagini nei testi di Psicologia. Retorica visuale e
discorso scientifico” pp. 161-166, in Cultura & Differenze. Workshop di Psicologia
Culturale (a cura di) G. Mantovani e C. Zucchermaglio.
2005 “Pittori della crisi. Valenze patrimoniali e pratiche rituali”, in A.M Damigella
e N. Cardano, I XXV della Campagna Romana. Roma: De Luca d’Arte, pp.36-48.
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2005 “Del buon uso del visualismo. La lezione di Jean Rouch”. AM – Antropologia
museale, anno 3, 10, pp.5-6
2005 “Etnografico nome di Museo”, pp.41-46, AM – Antropologia museale, anno
3, 12.
2010 “Opera aperta” in Am – Antropologia museale, vol. 23, pp.66-69,
ISSN1971-4815
2010 “Intervista a U:Fabietti e F.Remotti su C.Lévi-Strauss” in Am – Antropologia
museale, anno 9vol. 23, pp.20-31, ISSN1971-4815
2010 “FantAntropologia. Esercizi più o meno ironici di immaginazione
antropologica”, in AM – Antropologia museale, vol. 25-26. pp.5-10,
ISSN1971-4815
2010 “Postfazione”, pp.269-277, in G. Saunders, Il linguaggio dello spirito. Il cuore
e la mente nel protestantesimo evangelico, Pisa: Pacini, ISBN 978-88-6315-202-9.
2010, “Promesse, delusioni e compimenti”, pp. 141-155, IL '68 DEGLI
ETNOLOGI Ricordi con rabbia e senza nei 40 anni del Museo di San Michele.
Atti di SPEA68 (Seminario Permanente di Etnografia Alpina - 12° ciclo)
Annali SM 23 / 2010
Tra le iniziative riguardanti la storia degli studi delle discipline Dea, vorrei segnalare,
oltre alle numerose conferenze da me tenute anche all’estero sulla storia
dell’antropologia italiana in connessione con il panorama degli studi internazionali, la
partecipazione come discussant al convegno organizzato dalla Cattedra di Antropologia
culturale I (Prof. P. Clemente) nel 1995 sulla Storia dei nostri studi; la promozione di
seminari, quali: a) “…per formazione e per mestiere sono un antropologo. Riflettendo
su Gregory Bateson”. Aula Magna, Facoltà di Psicologia, Università di Roma “La
Sapienza”; b) “La cinematografia demartiniana. Autori e contesti”, Associazione
Internazionale Ernesto de Martino. Scuola Nazionale di Cinema. Roma.
3. ”Esperienze di ricerca etnografica effettuate nell’area del
Mediterraneo”
Il Mediterraneo si è mantenuto come un costante riferimento areale
nell'ambito della mia esperienza di ricerca etnografica. Riferimento, per la
verità, non sempre da me problematizzato come tale o sotto l'etichetta - di
matrice anglosassone - Mediterranean studies. Ma assunto semmai come
sfida a innovare l'antropologia proiettando la sua luce verso fenomeni
culturali complessi e di "casa nostra". Un "luogo" dove era essenziale porsi
il problema di come raccordare lo sguardo etnografico ad altre prospettive
(storia, critica letteraria, italianistica, semiotica, sociologia, ecc.) che
avevano maturato saperi rilevanti e talora già socialmente radicati. Un tener
conto di livelli di significato inediti e vieppiù riflessivi che, dal mio punto
di vista, ben si poteva coniugare sia con quell'attenzione antropologica per
2
fenomeni culturali di lunga durata (festa, caccia, comunicazione uomo
animale, ..) sia con lo sguardo rivolto a indizi e dettagli proprio del setting
etnografico. Volendo attribuire dal punto di vista tematico un comun
denominatore a differenti indagini, che si sono succedute in questo ambito
areale nel corso di oltre 35 anni di mio lavoro, vi colgo un ricorrente
interesse per gli "usi della tradizione": persistenze, resistenze e reincanto.
Laddove "la tradizione" non configura (si veda il mio saggio del 1995, "Per
una centralità dell'etnografia nei musei", Etnoantropologia, 3-4) un naturale
fenomeno del divenire storico ma una costruzione simbolica grazie alla
quale la gente stabilisce connessioni con un passato significativo e viene a
caratterizzare di valore e autorità particolari forme culturali. Chiaramente
tale prospettiva si rendeva assai utile nello studio dei processi di
patrimonializzazione, in riferimenti ai quali i musei possono essere
considerati in modo riflessivo ad un tempo prodotto e causa.
Tre specifiche aree del Mediterraneo sono state oggetto di indagini da me
condotte: il Molise, la Sardegna e il Lazio. In tutte e tre queste regioni
l'attenzione ha privilegiato soggetti e contesti agro-pastorali nel tentativo di
rilevare, interpretare e trasporre in scritture antropologiche problemi,
saperi, e in generale sistemi simbolici che non godevano di
rappresentazione o che avevano consolidato nella loro rappresentazione
pubblica immagini riduttive, negative o idealizzanti che fossero.
Appena laureato, nel 1973, scelsi di eleggere come "campo" il Molise interno. In
particolare studiai il rapporto che gli emigrati avevano costruito con le loro comunità
d'origine; un rapporto simbiotico in cui la "tradizione" diveniva ad un tempo una risorsa
per re-identificazioni ed un'area di conflitto diffuso. Dalle "feste dell'emigrante" passai
allo studio etnografico di altre feste e culti popolari, sino ad occuparmi in un saggio
specifico del 1978 delle prospettive e degli studi antropologici sulla festa, e in un altro
articolo (prima apparso su La critica Sociologica, e poi in un'antologia) di un esame
critico degli orizzonti teorici proposti da antropologi italiani (Lanternari, Cirese,
Lonbardi Satriani) per interpretare casi di folk revival.
Dalla seconda metà degli anni '80 incomincia a incuriosirmi professionalmente della
Sardegna, sinora rimasta per me solo un luogo affettivo, in quanto terra natia di mio
padre. Da prima, in vista della realizzazione di un Progetto di un Museo del cavallo,
studiai le tradizione equestri soggiornando a Ozieri e Foresta Burgos. Negli anni
successivi intrapresi quella che considero la mia ricerca etnografica sinora più compiuta,
e cioè lo studio delle pratiche venatorie in Sardegna. Entrambi questi due interessi
(equitazione e caccia) mi spinsero a frequentare il mondo pastorale. Non tanto e non
solo perché tra gli allevatori erano frequenti gli appassionati di caccia e di cavalli ma
soprattutto perché le ideologie pastorali uniformavano i discorsi e le rappresentazioni
che della caccia e (in parte) degli sport equestri esprimevano sovente in Sardegna anche
non allevatori. Così, nella traduzione antropologica da me operata della caccia al
cinghiale come una forma di teatro collettivo, sottolineai l'aura pastorale (scrissi a
riguardo di "festa pastorale"), ovvero enfatizzai la centralità e l'influenza che le pratiche
dell'allevamento sembravano avere avuto nei minuti dettagli in cui si estrinsecava
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l'azione venatoria, nella trama di significati che gli attori sociali esprimevano nello loro
interpretazioni. Il cinghiale cacciatore ha ricevuto numerose recensioni (ricordo quelle
apparse sull'American Anthropologist a firma di G.Saunders e sul L'Indice da parte di
C.Gallini) ed è di frequente citato nella letteratura internazionale sull'argomento
(M.Albert-Lorca sulla rivista L'Homme e V.Valeri sulla rivista di Chicago History of
Religions).
Successivamente sono tornato ad interessarmi - nell'ambito di una ricerca 40%
promossa della Università di Cagliari (Prof. G. Angioni) delle pratiche degli allevatori
sardi seguendo un interesse specifico: il modo in cui viene costruito e messo in scena
un sistema semiotico in grado di consentire la comunicare interspecifica, ovvero di
rendere i pastori in grado di farsi capire dagli animali. E' mia intenzione proseguire
questa ricerca in direzione comparativa avvalendomi delle rilevazioni effettuate sulle
pratiche pastorali del Basso Lazio. Appunto il Lazio meridionale e specificatamente
l'area agro-pastorale dei Monti Lepini costituiscono il terreno delle principali ricerche
effettuate negli anni 90. Si tratta di ricerche etnografiche orientate soprattutto a
costituire il corpus documentario dell'EtnoMuseo Monti Lepini e, come si dovrebbe
evincere da alcuni saggi e dal catalogo, si è inteso privilegiare non solo l'interpretazione
locale ma anche la polifonia di voci in essa presente. Chiaramente nel lavoro di ricerca
antropologica (in parte finalizzata alla costituzione di un museo) sull'area culturale dei
Monti Lepini, ha ritrovato attenzione la problematica dell'invenzione e degli usi della
tradizione, ovvero il problema della costruzione sociale dell'identità culturale.
Più di recente sono stato impegnato nella progettazione e realizzazione di due musei
tematici sul brigantaggio (Itri e Cellere) ritenendo che questa tematica potesse offrire
un’inedita interpretazione della cultura locale. Non solo e non tanto quella relativa ai
tempi in cui i cosiddetti briganti furono protagonisti dell’area laziale nelle zone di
confine, quanto la cultura locale contemporanea che con ricorrenza eleva il brigante a
simbolo dell’identità, a marchio commerciale per marketing territoriale. Il percorso
espositivo intende far riflettere il visitatore sulla nascita e sulla fortuna, nazionale e
locale, di un’etichetta “Brigante”. Mette in scena, grazie a scenografie concettuali e
paesaggi storiografici, pannelli collage e installazioni visuali, le interpretazioni del
brigantaggio: sia quelle che lo hanno istituito come fenomeno specifico sia quelle che
ne hanno rivisitato e dilatato il senso, contrapposta la valenza. Ragioni della repressione
come del fascino, dello sterminio come del recupero, vengono mostrate evocando la
dinamica storica e la risonanza culturale, reinscrivendole cioè in pratiche militari di
conquista, in tecnologie e strategie di comunicazione, in politiche locali di
patrimonializzazione. L’esposizione pretende di essere antropologica, o se si vuole in
senso ampio etnografica, in quanto suggerisce temi e convenzioni entro cui le vite dei
briganti hanno dovuto definirsi. Ricostruisce le logiche interne ai principali contesti
culturali che nei due secoli passati hanno inventato e alimentato il brigantaggio come
fenomeno unitario.
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1976,"Emigranti e comunita' d'origine nel Mezzogiorno interno: note su un rapporto
simbiotico", Studi Emigrazione / Etud Emigration, XVI, 41, pp.62-101.
1977,"In margine al dibattito sul folklore", La Critica Sociologica, 43, pp.95-111;
ristampato in F.Ferrarotti (a cura di), Antropologia, Marxismo e Storicismo, Milano:
Angeli, l978.
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1978,"Gli antropologi di fronte alla Festa", La Critica Sociologica, n.48,
pp.186-192.
1978,in coll. con R. Menarini, "Il Miracolo della Vergine delle Tre Fontane", in
F.Saija ( a cura di), Questione meridionale, religione e classi subalterne, Napoli:
Guida, pp.309-328.
1979,"Il Diavolo Contadino di Tufara", in R.Cipriani (a cura di), Sociologia della
cultura popolare in Italia, Napoli: Liguori, pp.196-213.
1984,"La Festa e il suo opposto: note antropologiche sulla condizione festiva nella
societa' post-industriale", Idoc, XV, nn.6-7, pp.61-68.
1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in Sardegna,
Roma: Armando Armando.
1994, "Il richiamo e lo spauracchio: tecniche emozionali di caccia" in P.Piangiarelli
( a cura di), La terra, il fuoco, l'acqua, il soffio. La collezione dei fischietti di
terracotta. Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Ed. De Luca, Roma
pp. 80-91.
1994, "Andare a mangel: osservazioni sull'identità zingara", Ossimori. Periodico di
Antropologia e Scienze Umane., 4, pp.43-48.
1994, "The Word That Wounds. Between Hunting and Story Telling", in A.
Lopasic (ed. by), Mediterranean Societies: Tradition and Change. (pp.33-43)
Zagreb: Croatian Anthropological Society ( in parte trad. di un cap. del libro Il
cinghiale cacciatore).
1996, in coll. con A.Riccio "Il culto di Sant'Erasmo: note di antropologia
simbolica". Atti del Convegno "Il Culto dei santi nel Lazio meridionale fra storia e
tradizioni popolari", Etnostorica, 4:127-147.
1997, in coll. con A.Riccio "Coerenze contestuali nei racconti di grazie" in
Interpretazione e differenze culturali, Roma: Kappa.
2000 (in coll. con D.Botta) “Animal talk. Etnografia della comunicazione
pastorale” La ricerca folklorica, 41.
2000, “Ma chi mai aveva visto niente”. Il Novecento, una comunità, molti racconti.
Catalogo EtnoMuseo Monti Lepini. Roma: Kappa, 1-235.
2002 (in coll. Antonio Riccio), Che cosa mi hai fatto Maria? Etnostorica, Archivio
per le tradizioni popolari del Lazio Meridionali, n.10. Anagni: Istituto di storia e di
arte del Lazio meridionale, pp.1-105.
2004 (in coll. Antonio Riccio), Preghiere e grazie. Per una etnografia delle forme di
religiosità popolare contemporanea. Roma: Kappa
2007 (a cura di), Tra casa e bottega. Passioni da etnografo. (pp. 5-227). ISBN:
978-88-7890-850-5. Roma: Kappa.
2008 Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di sopravvivenza. Imola
(BO): Editrice La Mandragora, vol. 1, p. 1-276, ISBN: 978-88-7586-263-3
2010 (in coll. con Sabina Giorgi). Etnografo in famiglia. Relazioni, luoghi e
riflessivita'. Roma: Edizioni Kappa, p. 1-254, ISBN: 9788865140222
2011 (in coll. con Fulvia Caruso) Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi. Catalogo del
Museo del Brigantaggio di Cellere. Arcidosso (GR): Edizioni Effigi
2012, introduzione e cura - Villaggi di capanne nei Lepini. Una prospettiva
etnoarcheologica, pp. 1-406, Roma: Kappa
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VIDEO ETNOGRAFICI ED OPERE MULTIMEDIALI
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1991, "Paolina alla toletta", Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini.
1991, "Un fardello per copricapo", Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini.
1991, "Donne lepine aggiustaossa" Video etnografico, EtnoMuseo Monti Lepini
1992, "Intervista a Edmerucai", Video etnografico, ASL Rm1, Roma
1993, "Roccagorga per via: visioni, memorie e punti di vista", Prototipo
CD-Interattivo, EtnoMuseo Monti Lepini, Isediform
1997, (con co-regia di L.Pizzi) "La corsa ‘gli porce. Bassiano '96”, Video etnografico
15’, EtnoMuseo Monti Lepini (presentato a VideaMus Museo Naz. Arti e Tradizioni
Popolari, Roma 15.4.1997
1999 “Monumenti agro-pastorali: la capanna lepina” CD-Rom EtnoMuseo Monti
Lepini.
1999 “La moda sopra i sessanta”, CD-Rom, EtnoMuseo Monti Lepini.
2001 (co-regia di L.Pizzi), “Cosa mi hai fatto Maria? Pellegrinaggio alla Madonna di
Canneto, Agosto 2000”. Video etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti
Lepini.
2001, (co-regia di L.Pizzi), “Tre giorni prima di Pasqua”. Video etnografico,
EtnoMuseo Monti Lepini, Università di Roma “La Sapienza”, Terra d’ombra srl.
2001, ”Le scene romane: una rappresentazione della cultura popolare”
Documentazione antropologica per la realizzazione di un CD-Rom, Museo di Roma
in Trastevere.
2001, (co-regia di L.Pizzi), “Fuochi e racconti dell’epifania nell’Agro pontino,
Gennaio 2001”. Video etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini.
2002 (in coll. con L.Pizzi), “Peccato che non si sente il profumo. Infiorata di
Genzano.” Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra
d’ombra srl.
2003. (in coll. con L.Pizzi), “Mariano De Pasquale e il museo di Piana delle Orme”,
Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl.
2003. (in coll. con L.Pizzi),“Domenico Agostinelli e il museo del mondo”, Video
Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl.
2003. (in coll. con L.Pizzi), “Maria Petrucci e il museo Casa Raniero”, Video
Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl.
2004 (in coll. con L.Pizzi), “Madonnina del Monte Benedetta. Le passate a Marta”,
Video Etnografico, Regione Lazio, EtnoMuseo Monti Lepini e Terra d’ombra srl.
2011“Undici storie di vita e di attesa” . Dipartimento dei Processi di Sviluppo e
Socializzazione & Esercito della Salvezza. Roma
REALIZZAZIONE DI MUSEI
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1993, Progetto museografico, direzione scientifica e testi dell’EtnoMuseo Monti
Lepini, Roccagorga (LT). Il museo è stato allestito ed è operante.
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1999 - 2008 (in coll. con Vito Lattanzi) Ideazione, Progetto museografico, direzione
scientifica e cura dell’allestimento de Il museo delle Terre di confine, Sonnino
(LT). Il museo è stato inaugurato a luglio del 2008
1998 Ideazione, Progetto museografico, cura dell’allestimento e direzione scientifica
de Il museo delle scritture Aldo Manuzio. Bassiano (LT). L’inaugurazione è stata
effettuata nel 2008
2001-03 Progetto museografico, direzione scientifica e testi de Il museo del
Brigantaggio, Itri (LT). Il museo è stato allestito nel 2003 ed è operante.
2004 Ideazione, progettazione scientifico – museografica e cura dell’allestimento di
Ludus, Museo Etnografico del Giocattolo, Sezze (Lt) inaugurato a settembre del
2005 ed attualmente operante.
Marzo 2005 – settembre 2007 – (in coll. con Fulvia Caruso) Ideazione, progettazione
scientifico – museografica e cura dell’allestimento del Museo del Brigantaggio di
Cellere (VT) .
Aprile 2006 - 2010 – Ideazione progettazione scientifico – museografica
dell’allestimento del Museo dell’Infiorata di Genzano (Roma)
2007- incorso – Ideazione e progetto scientifico museologico del Museo
dell'Identità di Sardegna, Sassari
2008 – 2010 – (in coll, con F. Marano) Ideazione e progetto scientifico
museologico del Museo dei Sassi, Matera.
REALIZZAZIONE DI MOSTRE
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2001
Ideazione e cura della mostra Che banbole! Immagini di identità
in viaggio. EtnoMuseo Monti Lepini, Palazzo Baronale. La mostra è itinerante e
per sei mesi (aprile – ottobre 2002) è risultata visitabile presso il Museo Nazionale
Preistorico ed Etnografico “Pigorini” di Roma
2002 (28 settembre – 4 ottobre)
Ideazione e cura della mostra: Memorie
d’Autunno. Libri e stampe di interesse deomoetnoantropologico della Biblioteca
Provinciale. Biblioteca provinciale di Roma. Palazzo Valentini.
2002 (5 ottobre – 5 novembre)
Ideazione e cura della mostra Comunque
usati. Animali a forma di oggetto. Museo civico di Zoologia. Roma.
Aprile 2002 – maggio 2003
Ideazione
e
cura
della
mostra
Animalscape. La diaspora animale nel nostro quotidiano. Museo Nazionale
Preistorico ed Etnografico “Pigorini” di Roma.
Dicembre 2004.
Ideazione e cura (in coll. con E. Di Fazio) della mostra
Bon Natale e Anno Novo. I pastori musici nei riti di fine anno. EtnoMuseo Monti
Lepini, Roccagorga (LT).
Giugno 2007 (con N.Truglia), Ideazione e cura dell'installazione etnografica:
Esseri fantastici tra di noi (Etnu Nuoro e EtnoMuseo Monti Lepini)
Luglio 2009
Ideazione e cura dell'installazione etnografica: Cose tra la vita e
la morte (Etnu Nuoro).
Luglio 2010
(con P.Clemente) Ideazione e cura della mostra collettiva: Riti di
passaggio. Oggi nel corso della vita. Palazzo Lanfranchi, Matera
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2011 - 2012
Ideazione e cura della mostra: Risarcimenti. Storie di vita e di
attesa (Sala della Partecipazione Roma and Sala Santa Rita – Roma Capitale,
Italy).
Attività editoriali
dal 2001 direttore della rivista quadrimetrale AM – Antropologia museale ( ed. La
Mandragora) giunta al n. 30 e collocata in “A” dall'ANVUR tra le riviste scientifiche del
settore MDEA .
Dal 2007 co-curatore (con la collega psicologa conversazionista Alessandra Fasulo) della
Collana “Chiasmi. Antropologia psicologia e psicologia culturale” dell’editore Kappa in
Roma
MEMBERSHIP DI ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE
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1982-87 membro dell'Euro-Arab Social Research Group (Easrg).
1988... socio fondatore e membro del comitato direttivo della Societa' italiana di
Antropologia medica (Siam).
1989-1996 membro del comitato scientifico del Centro internazionale per lo studio
della famiglia (Cisf).
1991-95 membro del primo e del secondo Comitato Direttivo dell'Associazione Italiana
di Studi Etno-Antropologici (Aisea).
1991-2004 membro dell' American Anthropological Association, della Society for
Psychological Anthropology, della Society for Museum Anthropology.
1992-94, 1999-2000 membro del Comitato Direttivo della sez. di Antropologia
Museale dell'Aisea.
1999-2000 Coordinatore della Sezione di Antropologia museale dell’Aisea.
Dal 2001 al 2004 Vice-presidente di Antropologia museale: Società per la museografia
e i beni demoetnoantropologici.,
Dal 2004 membro dell'ICELF (Italian Center on Everyday Lives of Families) is part
of an international research project on the everyday lives of families in different
countries (Italy, Sweden and the United States).
dal 2001 al 2012 membro del direttivo della Società per la museografia e i beni
demoetnoantropologici (Simbdea) presieduto dal Prof. P.Clemente.
CONFERENZE E RELAZIONI PANELS (NELL'ULTIMO ANNO)
25 novembre
Relazione: “Accessibilità culturale nei musei”. Museo provinciale
etnografico di Serravalle (Belluno).
23 ottobre 2012 Introduzione e organizazione odel seminario: “Musei e gioco: un
punto di vista antropologico riflessivo” Festival Internazionale dei
Giochi di trada, Tocati (Verona, Italy).
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9 ottobre 2012
4 ottobre 2012
18 maggio 2012
10 mggio 2012
10 aprile 2012
22 marzo 2012
16 marzo 2012
Conferenza: Narrar uma apropriação: Narrativas de
Colecionadores. Social Anthropology PhD Programs, USFC
(Brazil).
Conferenza: Espaço Museal. Utopias, heterotopias, distopias. V
colóquio de História e Arte: Utopias, Utopia, USFC (Brazil).
Conferenza: Piccoli musei ribelli. Tesi di antropologia museale.
Master in Management of the Cultural Heritage of the Universitat de
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Relazione: Costruire chronoscapes. Temporalità ibride in musei del
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Relazione: Ethnographic Installations at Large: How to Recognize
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Conferenza: Camerette ed altri spazi dei giovani romani (Teenage
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Roma 3 (Italy).
Relazione: Il corpo meraviglioso del brigante: una rappresentazione
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(Italy).
In fede Vincenzo Padiglione
Roma 12 dicembre 2012
2
ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI - VINCENZO PADIGLIONE
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LIBRI
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1978, (introduzione, cura e traduzioni) L'Amicizia, storia antologica di un
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1984, in coll. con M.Canevacci e M.Panunzio (introduzione e cura), Lo
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1986, (introduzione e cura), Gente del Circo, bestiari ed altra umanita',
illustr. B.Madaudo, Roma: Armando Armando, pp.l-135.
1989, Il Cinghiale Cacciatore. Antropologia simbolica della caccia in
Sardegna, Roma: Armando Armando, pp.l-315.
1990, (introduzione e cura) Le Parole della Fede. Forme di espressività
religiosa, Bari: Dedalo, pp.1-263.
1997, Interpretazione e differenze, La pertinenza del contesto. Roma:
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2001, “Ma chi mai aveva visto niente”. Il Novecento, una comunità, molti
racconti. Catalogo EtnoMuseo Monti Lepini. Roma: Kappa, pp.1-181.
2002 (in coll. Antonio Riccio), Che cosa mi hai fatto Maria? Etnostorica,
Archivio per le tradizioni popolari del Lazio Meridionale, n.10. Anagni:
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2006 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Culture visive:
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2007 (a cura di), Tra casa e bottega. Passioni da etnografo. (pp. 5-227).
ISBN: 978-88-7890-850-5. Roma: Kappa.
2008 Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di
sopravvivenza. Imola (BO): Editrice La Mandragora, vol. 1, p. 1-276,
ISBN: 978-88-7586-263-3
2009 “Presentazione e cura” pp.6-8, numero speciale “Etnografia del
contemporaneo: temi e pratiche degli antropologi”, AM – Antropologia
museale, anno 6, 22.
2010 (in coll. con Sabina Giorgi). Etnografo in famiglia. Relazioni,
luoghi e riflessivita'. Roma: Edizioni Kappa, p. 1-254, ISBN:
9788865140222
2011 (in coll. con Fulvia Caruso) Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi.
Catalogo del Museo del Brigantaggio di Cellere. Arcidosso (GR): Edizioni
Effigi
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2012, introduzione e cura - Villaggi di capanne nei Lepini. Una
prospettiva etnoarcheologica, pp. 1-406, Roma: Kappa
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2012 (in coll. con V.Lattanzi), Storie estreme e storie future.
Catalogo Museo delle Terre di Confine. Roma. Artemide
1.
ARTICOLI
1971, in coll. con G.Baiardelli, R. Menarini, C.Raspollini, "La
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antropologico",
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1976, in coll. con A. Sobrero, "Criteri sociologici di interpretazione del
suicidio", Rassegna di Servizio Sociale, XV, 1, pp.54-66.
1976,"Emigranti e comunità d'origine nel Mezzogiorno interno: note su un
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1976, "Salute e Malattia: aspetti socio-culturali", Centro Sociale, XXIII,
nn.130-2, pp.3-48.
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pp.186-92.
1978, in coll. con R. Menarini, "Il Miracolo della Vergine delle Tre
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classi subalterne, Napoli: Guida, pp.309-328.
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