Giovanni Reale In principio era il logos 19 novembre 2012 Il tema proposto è il più difficile ma non incomprensibile L'espressione con cui inizia il vangelo di Giovanni ha due termini che coprono una vasta area semantica. Il primo è Parola, verbum in latino, logos in greco. Con il termine “parola” si intende comunemente il suono che passa ma non è solo questo bensì anche il significato. Un esempio banale: l’elogio o l’insulto come parola passano ma non come concetto. Così di Dio, dice Agostino: tre lettere (dio, in italiano) o quattro (deum, in latino) ma un significato infinito. Si domanda Agostino: cosa significa che in principio era il verbo? Le parole da noi pronunciate dove sono? Si disperdono si sviliscono. Ma esiste un’altra parola che rimane dentro di te. Il fatto che “Dio” sia una parola di tre lettere e due sillabe è di scarso conto ma importa quello che risuona nella tua anima sentendo dire questa parola. Quello che il suono significa risiede nell'intelligenza. Agostino è uno scrittore oggi richiestissimo. Le Confessioni sono il testo più richiesto dopo la Bibbia. Oggi la parola è moltiplicata dai media ma occorre fermarsi su alcune parole. La parola ha un significato sensibile e uno metasensibile. Agostino è platonico e si interroga sulla realtà delle idee. Idea è traslitterazione di idea che in realtà vuol dire forma. Non è dunque una traduzione e noi infatti quando diciamo “idea” pensiamo a qualcosa di astratto e non alla forma della cosa. L'idea, l'essenza non può essere distrutta. Questa è la grande scoperta di Platone: esiste un essere che non vedete con i cinque sensi, come Platone stesso dimostra in modo incontrovertibile. Prima di lui lo si vedeva con la fantasia. Un semplice esempio: non esistono due cose uguali. Però tu riesci a pensare l'identico, quindi pensi cose che non vedi. Agostino è un filosofo tardo antico neoplatonico, non è un medievale, come invece spesso viene ritenuto. Scrive Agostino: prima la tua mente genera un progetto, poi il progetto nasce ma l'opera non esiste ancora e un altro non può ammirarlo prima che sia costruito. Chi può vedere il progetto? Se si loda il progetto dell’uomo secondo una grande realizzazione così la parola di dio: era il suo progetto nel costruire il mondo. Platonicamente: il verbo di dio è la totalità delle cose che possono essere, l'iperuranio. Il filosofo deve farsi capire da tutti il più possibile. La verità non è per alcuni ma per tutti. Se uno scrive in modo non chiaro, non ha le idee chiare. Diceva Galileo: non è difficile scoprire le cose, più difficile è farle capire. È questo il compito di tutti, e soprattutto dei veri filosofi. Per comprendere che in principio era la parola occorre comprendere cosa intendiamo per parola, non è il significato moderno che impoverisce ed uccide il linguaggio. Il verbo è la parola era dio. Scrive Agostino: quando senti verbo non devi considerarlo al pari delle parole che senti quotidianamente che hanno perso peso e valore. Ascolta quello che devi pensare: il verbo era dio, la parola era dio. 1 La parola non è quella fonica bensì quella spirituale. L'altro termine è principio. Vuol dire all'inizio del tempo? No. Dice Agostino: il principio con cui inizia la Bibbia e il vangelo di Giovanni non è in senso metafisico o ontologico. È la parola greca arche: ciò da cui tutto deriva e a cui tutto ritorna. Agostino ammette che il principio possa essere inteso in senso cronologico ma non è così. La creazione è ontologica. Il verbo o parola di dio è detto eternamente. Tutte le cose nell'eterno sono coeterne. Nasce il grande problema la differenza radicale tra eterno e tempo. Eterno: fermezza stabile niente futuro. L'eternità della parola di dio è l'eterna intelligenza. Sono il principio, dice dio: il verbo come principio è anche il fine dell'uomo. Per questo è principio perché è anche il fine che rimane stabile cui dobbiamo ritornare Si chiede Agostino: cosa faceva dio prima di creare il cielo e la terra? Perché il mondo non è eterno? Agostino dimostra che è uno pseudo problema. Chi è creatore del tempo? Dio. Prima di creare il mondo non c'era il prima e non c'era il dopo. Noi pensiamo calati nel mondo, ma prima della creazione del mondo non c'era il tempo. Dio precede tutti i tempi e prima della creazione del tempo non c'era il tempo. Di dio non puoi dire che è era e sarà (come erroneamente recitano alcune formule). Agostino dice: i tuoi anni sono un solo giorno. Il tuo oggi è l'eternità. Se uno non segue questo non riesce a uscire dalla dimensione del tempo. Tu sei prima di tutti i tempi La profondità di Agostino quando scrive questo è la più profonda. Agostino amplia Platone, il più grande filosofo dell’antichità. Qualcuno dice: Aristotele è più grande. Sì, ma Aristotele non sarebbe senza Platone. L'eternità dell'essere è scoperta da Parmenide la riprende Platone nel Timeo: i giorni le notti non esistevano prima della generazione del mondo. È lì che nasce il tempo. Dio non ti condiziona ma sa già quanto accadrà. Ancora nel Timeo: il tempo imita l'eternità e si muove ciclicamente secondo presente passato futuro. Per questo Platone è il più richiesto dei filosofi antichi. La parola imprime un contenuto metasensibile il concetto non passa. Principio quindi è: nel principio. Il verbo è parola eterna e ha parlato all'uomo nel tempo. Pascal: la prova più grande di Gesù Cristo sono le profezie. Quando un solo uomo avesse composto un solo libro su come sarebbe venuto Gesù sarebbe incredibile, ma per quattro secoli è stato aspettato. Come mai dopo la venuta di Cristo sono scomparsi i profeti? Nessun ebreo mi ha risposto. La parola di Dio si è manifestata attraverso i fatti. Il verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. I filosofi antichi sono riusciti a vedere l’al di là. Quello che non hanno visto è lo strumento con cui attraversare il mare della vita. Platone: ci fosse la nave andremmo, ma c’è solo la zattera. Il difetto dei filosofi è la superbia. La ubris hegeliana: io vi porto la Sofia. Così però la filosofia è finita. Lo strumento che Cristo ha portato è la croce. Agostino: vogliamo pervenire alla stabilità eterna ma dobbiamo rimanere nel secolo. Gesù ha preparato il legno su cui attraversare. 2 Nessuno può attraversare il mare di questo secolo se non è portato dalla croce. Ci ha portato lo strumento per farci pervenire alla stabilità. Diceva Hegel:il mio pensiero è il pensiero di Dio. È la ubris. Conclusione Lo stile di Agostino: dalla confessioni in poi lui è pieno di citazioni della Bibbia. Tarsia. (importanza del citare e riferimento a Bacone) Alcuni dei passi da lui citati sono un intreccio di varie parti. La Tarsia non ha un significato solo letterario ma trascendente. Giovanni ha iniziato il vangelo con la parola. Dice Cristo: le mie parole non passeranno. Camus che si dice ateo ne L’uomo in rivolta afferma: l'uomo si è sempre ribellato a due mali, la morte e il dolore. Dio è venuto ha sofferto ed è morto. Quindi a Dio non ci si può ribellare. Domande 1. Quale valore della “parola” sottolinea Reale? Che nesso ha tale valore con la questione degli universali? 2. Perché l’italiano “idea” non è la corretta traduzione del corrispettivo termine greco? 3. Che nesso c’è tra l’iperuranio platonico e la creazione cristiana? 4. Che riferimento ha fatto Reale a Galileo? 5. E a Hegel? Spiega in particolare il concetto di ubris. 6. Quale valore del termine “principio” troviamo in Agostino? 7. Che nesso ha tale valore con la creazione? E con quanto afferma Platone nel Timeo? 8. Cosa significa che la parola di Dio si è manifestata? In quale dei discorsi letti di Benedetto XVI parla di tale manifestazione? 9. Quale riferimento al Fedone ha fatto Reale al termine della lezione? 10. E a Camus? 3