Adorazione Eucaristica
XXIII Domenica
G. Gesù disse:
«Effatà», cioè: «Apriti!». (Mc 7, 34)
T. Loda il Signore,
anima mia.
In piedi
Perché tu sei con me
Solo tu sei il mio Pastore,
niente mai mi mancherà,
solo tu sei il mio Pastore o Signore.
Mi conduci dietro te sulle verdi alture,
ai ruscelli tranquilli, lassù
dov'è più limpida l'acqua per me,
dove mi fai riposare. Rit.
Anche fra le tenebre d'un abisso oscuro
io non temo alcun male perché
tu mi sostieni, sei sempre con me,
rendi il sentiero sicuro. Rit.
Preghiera salmodica
Dal Salmo 145 (146)
G. Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.
T. Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
G. Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
T. Loda il Signore, anima mia.
Seduti
In ascolto
Mc 7, 31-37
G. In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne,
venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Breve silenzio
1
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in
disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli
toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse:
«Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo
della sua lingua e parlava correttamente.
Breve silenzio
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo
proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i
sordi e fa parlare i muti!».
Breve silenzio
L. Tutto ciò che il Signore ha sofferto non era privo di senso, ma aveva un
importante significato figurato, al pari di tutte le azioni divine che ha compiuto;
queste certamente avevano un'efficacia e un valore immediato, ma
annunciavano anche qualche cosa di futuro.
Egli ha aperto gli occhi ai non vedenti. Miracolo celeste l'aver restituito
la luce ai non vedenti, ma con questo voleva indicare che in futuro, rivolto alle
genti che ignoravano Dio, avrebbe illuminato i cuori degli ignoranti con la luce
della sapienza e avrebbe aperto gli occhi del cuore alla contemplazione della
verità. Veri non vedenti sono quelli che non vedendo le cose celesti e
prigionieri delle tenebre dell'ignoranza, venerano cose terrene e fragili.
Restituì l'udito ai sordi. Fino ad allora non si era mai vista tale opera
celestiale, ma con essa il Signore dichiarava che in breve sarebbe avvenuto che
quelli che non conoscevano la verità avrebbero udito e compreso le parole
divine di Dio. E in verità si possono chiamare sordi quelli che non ascoltano le
divine verità e che rifiutano di compiere le azioni dovute.
Fece in modo che le lingue dei muti tornassero a parlare (cfr. Mt 9, 33; Mc
7, 37): straordinaria potenza, già sul momento! Ma in questo miracolo vi era un
altro significato, che manifestava gli eventi futuri: quelli fino ad allora ignari
delle cose celesti, ricevuto l'insegnamento della sapienza, avrebbero potuto
parlare di Dio e della verità. Chi non conosce il disegno di Dio, infatti, è privo
di parola, muto, anche se è il più chiacchierone di tutti. La lingua adempie la
sua funzione naturale quando comincia a dire la verità, cioè a narrare la
potenza e la maestà del Dio unico; finché dice falsità non adempie il suo vero
compito, per questo chi non è in grado di parlare delle cose divine è come un
neonato che ancora non parla.
(Lattanzio, Le istituzioni divine 4, 26, 3-8, SC 377, pp. 208-210).
Breve silenzio
Preghiera d’intercessione
2
G. Fratelli e sorelle, innalziamo la nostra supplica a Dio,
che è il medico di ogni nostra malattia, e diciamogli con fede:
esaudisci, Signore, la nostra preghiera!
T. Esaudisci, Signore, la nostra preghiera!
L. Con quanti sono sordomuti, noi ti preghiamo:
cura e guarisci ogni nostra infermità.
L. Con quanti faticano ad ascoltare la tua Parola, noi ti preghiamo:
donaci la forza di aprire ogni giorno gli orecchi del nostro cuore.
L. Con quanti hanno difficoltà a comunicare, noi ti preghiamo:
metti sulle nostre labbra parole capaci di comunione.
L. Con quanti sono chiusi nella propria autosufficienza, noi ti preghiamo:
rendici attenti alle necessità concrete dei fratelli.
G. Padre, che scegli i piccoli e i poveri
per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno,
aiutaci a dire la tua parola di coraggio
a tutti gli smarriti di cuore,
perché si sciolgano le loro lingue
e tanta umanità malata,
incapace perfino di pregarti,
canti con noi le tue meraviglie.
Per Cristo nostro Signore. T. Amen.
Canto
Benedizione.
Preghiera per il Sinodo sulla famiglia
L’assemblea si volge verso l’Icona della Santa Famiglia.
G. Gesù, Maria e Giuseppe,
T. in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
G. Santa Famiglia di Nazareth,
T. rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.
3
G. Santa Famiglia di Nazareth,
T. mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
G. Santa Famiglia di Nazareth,
T. il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
G. Gesù, Maria e Giuseppe,
T. ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.
Acclamazione di congedo
Il Signore è la mia forza, e io spero in lui.
Il Signor è il salvator. In lui confido, non ho timore,
in lui confido, non ho timore.
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