Gli amici di Gesù
Gv 15,15
Nel percorso dei discepoli alla sequela di Gesù c’è un punto di arrivo, una mèta. si potrebbe dire
che il Vangelo, soprattutto quello di Giovanni, sia stato scritto come un itinerario per diventar amici
di Gesù. non basta più essere servi, anche se questo termine nella bibbia rappresenta un titolo
nobile: il servo di Dio è uno che si impegna ad essergli fedele. Ma l’amico è qualcosa di più: è la
relazione con lui: con l’amico si condivide la visione, lo faccio partecipe del mio ideale: l’amico sa
che cosa io desidero, perché mi impegno: con l’amico condivido il senso profondo della vita.
il quarto vangelo parla spesso del “discepolo che Gesù amava”, indicando così non un nome di
persona, ma la relazione profonda che ha con Lui. Allora vi chiedo: che posto ha la qualità della tua
relazione con il Signore? Possiamo dire anche di noi: sono l’amico di Gesù? L’amico è quello che
vuole sapere dove abita Gesù per rimanere con lui (Gv1,37-38). Se sei suo amico sai dove abita e
vuoi rimanere con lui. il discepolo amato da Gesù ha accesso al cuore di Gesù, sa tutto di lui,
conosce il modo di vedere e di valutare di Gesù. nell’ultima cena posa il capo sul cuore di Gesù: era
in seno a Gesù, cuore a cuore. quando hai fatto questa esperienza di intimità con Gesù, da amico ad
Amico? l’amicizia, quella vera, non muore mai. come due amici che si ritrovano dopo tanto tempo:
basta poco per far riaffiorare l’intimità, la comprensione. Gesù ti aspetta così.
Gesù ha degli amici: Lazzaro, Marta e Maria: tre fratelli che vivono questa amicizia con Gesù in
modo intenso. non c’è neanche bisogno di chiamarlo per nome: vengono a riferire a Gesù “colui che
tu ami è malato” (Gv 11,3), come se non ci fossero altri destinatari dell’amicizia, come se Lazzaro
fosse l’unico. Gesù lascia morire il suo amico Lazzaro per potergli manifestare il suo amore in
modo ancora più vistoso e sorprendente. Difronte al sepolcro dell’amico Lazzaro Gesù scoppiò in
lacrime (Gv 11,35), senza vergognarsi delle lacrime. Dimostra di amarlo profondamente, tanto che
la gente dice “guarda come lo amava” (11,36). Colpisce che in tutto l’episodio, anche dopo che
Lazzaro ritorna alla vita, non sia riportata alcuna parola di questo amico di Gesù. È un grande amico
di Gesù e rimane in silenzio, quasi per dirci che non c’è bisogno di tante parole per essere amici di
Gesù e per dargli testimonianza con la propria vita.
Abbiamo parlato degli amici di Gesù, ma qui ci siamo anche noi: il cammino di cellula aiuta noi
stessi a passare da “so qualche cosa di Gesù” ad essere suo amico. ma poi la cellula è fatta non per
noi ma per gli altri, per il nostro oikos. sono le persone che incontriamo, che ci stanno attorno,
alcune sono anche nostri amici, altri solo conoscenti. il compito nostro è di presentare a loro
l’Amico Gesù, perché anche loro possano diventare veri amici di Gesù e si lascino coinvolgere da
Lui. questa è l’evangelizzazione che ci viene richiesta, che termina quando la persona evangelizzata
diventa a sua volta evangelizzatore, quando avrà scoperto la bellezza dell’amicizia con Gesù e si
darà da fare a sua volta per trasmettere ad altri la gioia di questo incontro.
preghiamo con fiducia perché questo si realizzi, e pregate anche per me.
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da cosa si vede che siamo gli amici di Gesù?
hai sperimentato la gioia che una persona evangelizzata diventa a sua volta evangelizzatore?