Pa s s a t o di V. Cardarelli I ricordi, queste ombre troppo lunghe del nostro breve corpo, questo strascico di morte che noi lasciamo vivendo i lugubri e durevoli ricordi, eccoli già apparire: melanconici e muti fantasmi agitati da un vento funebre. E tu non sei più che un ricordo. Sei trapassata nella mia memoria. Ora sì, posso dire che che m'appartieni e qualche cosa fra di noi è accaduto irrevocabilmente. Tutto finì, così rapito! Precipitoso e lieve il tempo ci raggiunse. Di fuggevoli istanti ordì una storia ben chiusa e triste. Dovevamo saperlo che l'amore brucia la vita e fa volare il tempo. Autunno di V. Cardarelli Già lo sentimmo venire nel vento d'agosto, nelle pioggie di settembre torrenziali e piangenti e un brivido percorse la terra che ora, nuda e triste, accoglie un sole smarrito. Ora che passa e declina, in quest'autunno che incede con lentezza indicibile, il miglior tempo della nostra vita e lungamente ci dice addio. Gabbiani di V. Cardarelli Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro in perpetuo volo. La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch'essi amo la quiete, la gran quiete marina, ma il mio destino è vivere balenando in burrasca. Vincenzo Cardarelli I m i ei p e n s i e r i di Rabindranath Tagore Hai colorato i miei pensieri e i miei sogni, come gli ultimi riflessi della tua gloria, Amore, trasfigurando la mia vita per la prossima bellezza della morte. Come il sole, al tramonto, ci lascia intravedere un angolo di cielo, hai mutato il mio dolore in gioia immensa. Per incanto, Amore, vita e morte sono diventate per me la stessa grande meraviglia. C r e d e vo di Rabindranath Tagore Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine mancandomi oramai le forze. Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa e le provviste esaurite. Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo in una oscurità pregna di silenzio. Scopro invece che i tuoi progetti per me non sono finiti e quando le parole ormai vecchie muoiono sulle mie labbra nuove melodie nascono dal cuore; e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri un nuovo paese mi si apre con tutte le sue meraviglie. Se il giorno è finito di Rabindranath Tagore Se il giorno è finito se gli uccelli non cantano più se il vento ormai stanco è cessato stendi su di me il velo dell'oscurità più fitta come hai avvolto la terra nella coltre del sonno e al tramonto teneramente hai chiuso i petali dei fiori appassiti del loto. Prima che il suo viaggio finisca libera dalla vergogna e dalla povertà il viandante che ha la bisaccia vuota, le vesti lacere e polverose e ogni energia esaurita. Rinnova la sua vita come un fiore sotto il mantello della tua dolce notte. N o n ce l a r e di Rabindranath Tagore Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio. Dillo a me, solo a me, in segreto. Tu che sorridi tanto gentilmente, sussurralo sommessamente, il mio cuore l'udrà, non le mie orecchie. La notte è fonda, la casa è silenziosa, i nidi degli uccelli son coperti di sonno. Dimmi tra lacrime esitanti, tra sorrisi titubanti, tra dolore e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore. Il giorno in cui di Rabindranath Tagore Il giorno in cui fiorì il loto, ahimè, la mia mente era persa e io non me ne accorsi. Il mio cestino rimase vuoto e il fiore inosservato. Ogni tanto però una tristezza mi prendeva mi svegliavo dal mio sogno e sentivo nel vento del sud la presenza dolce di una strana fragranza. Quella vaga dolcezza come desiderio tormentava il mio cuore sembrava l'alito ardente dell'estate in cerca di soddisfazione. Non sapevo allora che era così vicina che era già mia che questa dolcezza perfetta era fiorita nel profondo del mio cuore. Il mio viaggio di Rabindranath Tagore A lungo durerà il mio viaggio e lunga è la via da percorrere. Uscii sul mio carro ai primi albori del giorno, e proseguii il mio viaggio attraverso i deserti del mondo lasciai la mia traccia su molte stelle e pianeti. Sono le vie più remote che portano più vicino a te stesso; è con lo studio più arduo che si ottiene la semplicità d'una melodia. Il viandante deve bussare a molte porte straniere per arrivare alla sua, e bisogna viaggiare per tutti i mondi esteriori per giungere infine al sacrario più segreto all'interno del cuore. I miei occhi vagarono lontano prima che li chiudessi dicendo: "Eccoti!" Il grido e la domanda: "Dove?" si sciolgono nelle lacrime di mille fiumi e inondano il mondo con la certezza: " lo sono! " Un posto in mezzo a tutti di Rabindranath Tagore Guardo la folla dei fratelli e chiedo un posto in mezzo a tutti, dove non c’è poltrona da pagare né segno alcuno di separazione, dove né onore c’è né disonore : un posto in mezzo a tutti. Dove non sono maschere né veli e ognuno vede il volto del fratello nella sua verità : dove il « mio » non esiste né regna l’egoismo ; dove altissimo il dono del Signore ricolmerà ogni cuore. Guardo la folla dei fratelli e chiedo un posto in mezzo a tutti. R. Tagore E d è s u b i t o s e ra di S. Quasimodo Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. Specchio di S. Quasimodo Ed ecco sul tronco si rompono gemme: un verde più nuovo dell'erba che il cuore riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul botro. E tutto mi sa di miracolo; e sono quell'acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c'era. N at a l e di S. Quasimodo Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno: ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l'asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v'è pace nel cuore dell'uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri? Lamento per il Sud di Salvatore Quasimodo La luna rossa, il vento, il tuo colore di donna del Nord, la distesa di neve … Il mio cuore è ormai su queste praterie, in queste acque annuvolate tra le nebbie. Ho dimenticato il mare, la grave conchiglia soffiata dai pastori siciliani le cantilene dei carri lungo le strade dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie, ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru nell’aria dei verdi altipiani per le terre e i fiumi della Lombardia. Ma l’uomo grida dovunque la sorte d’una patria. Più nessuno mi porterà nel Sud. Oh, il Sud è stanco di trascinare morti in riva alle paludi di malaria, è stanco di solitudine, stanco di catene, è stanco nella sua bocca delle bestemmie di tutte le razze che hanno urlato morte con l’eco dei suoi pozzi, che hanno bevuto il sangue del suo cuore. Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti, costringono i cavalli sotto coltri di stelle, mangiano fiori d’acacia lungo le piste nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse. Più nessuno mi porterà nel Sud. E questa sera carica d’inverno è ancora nostra, e qui ripeto a te Il mio assurdo contrappunto di dolcezze e di furori, un lamento d’amore senza amore. di S. Quasimodo Il girasole piega a occidente e già precipita il giorno nel suo occhio in rovina e l'aria dell'estate s'addensa e già curva le foglie e il fumo dei cantieri. S'allontana con scorrere secco di nubi e stridere di fulmini quest'ultimo gioco del cielo. Ancora, e da anni, cara, ci ferma il mutarsi degli alberi stretti dentro la cerchia dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno e sempre quel sole che se ne va con il filo del suo raggio affettuoso. Non ho più ricordi, non voglio ricordare; la memoria risale dalla morte, la vita è senza fine. Ogni giorno è nostro. Uno si fermerà per sempre, e tu con me, quando ci sembri tardi. Qui sull'argine del canale, i piedi in altalena, come di fanciulli, guardiamo l'acqua, i primi rami dentro il suo colore verde che s'oscura. E l'uomo che in silenzio s'avvicina non nasconde un coltello fra le mani, ma un fiore di geranio. Salvatore Quasimodo Il Silenzio di Giuseppe Ungaretti Conosco una città che ogni giorno s'empie di sole e tutto è rapito in quel momento Me ne sono andato una sera Nel cuore durava il limio delle cicale Dal bastimento verniciato di bianco ho visto la mia città sparire lasciando un poco un abbraccio di lumi nell'aria torbida sospesi. P ra t o di Giuseppe Ungaretti La terra s'è velata di tenera leggerezza Come una sposa novella offre allibita alla sua creatura il pudore sorridente di madre. Stella di Giuseppe Ungaretti Stella, mia unica stella, nella povertà della notte sola, per me, solo, rifulgi, nella mia solitudine rifulgi; ma, per me, stella che mai non finirai d'illuminare, un tempo ti è concesso troppo breve, mi elargisci una luce che la disperazione in me non fa che acuire. L a n o t te b e l l a di Giuseppe Ungaretti Quale canto s'è levato stanotte che intesse di cristallina eco del cuore le stelle Quale foresta sorgiva di cuore a nozze Sono stato uno stagno di buio Ora mordo come bambino la mammella lo spazio Ora sono ubriaco d'universo S o n o u n a c r e a t u ra di Giuseppe Ungaretti Come questa pietra del S. Michele così fredda così dura così prosciugata così refrattaria così totalmente disanimata Come questa pietra è il mio pianto che non si vede La morte si sconta vivendo Ti p o r t e r ò di Giuseppe Ungaretti Come allodola ondosa Nel vento lieto sui giovani prati, Le braccia ti sanno leggera, vieni. Ci scorderemo di quaggiù, E del mare e del cielo, E del mio sangue rapido alla guerra, Di passi d'ombre memori Entro rossori di mattine nuove. Dove non muove foglia più la luce, Sogni e crucci passati ad altre rive, Dov'è posata sera, Vieni ti porterò Alle colline d'oro. L'ora costante, liberi d'età, Nel suo perduto nimbo Sarà nostro lenzuolo Giuseppe Ungaretti Ricordo di Marie A. Un giorno di settembre, il mese azzurro, tranquillo sotto un giovane susino io tenni l'amor mio pallido e quieto tra le mie braccia come un dolce sogno. E su di noi nel bel cielo d'estate c'era una nube ch'io mirai a lungo: bianchissima nell'alto si perdeva e quando riguardai era sparita. E da quel giorno molte molte lune trascorsero nuotando per il cielo. Forse i susini ormai sono abbattuti: Tu chiedi che ne è di quell'amore? Questo ti dico: più non lo ricordo. E pure certo, so cosa intendi. Pure il suo volto più non lo rammento, questo rammento: l'ho baciato un giorno. Ed anche il bacio avrei dimenticato senza la nube apparsa su nel cielo. Questa ricordo e non potrò scordare: era molto bianca e veniva giù dall'alto. Forse i susini fioriscono ancora e quella donna ha forse sette figli, ma quella nuvola fiorì solo un istante e quando riguardai sparì nel vento. B.Brecht Il fumo bertold brecht "La piccola casa sotto gli alberi sul lago. Dal tetto sale il fumo. Se mancasse Quanto sarebbero desolati La casa, gli alberi, il lago!" Poesie indimenticabili E CRESCENDO IMPARI....... E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose. Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi... La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,... non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari..., la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova. Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose.... ...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve. E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri. E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami. E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici. E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi. E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità. E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami... E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia. E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston. E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità. ( Anonimo ) Inizio pagina