Riassunto Tesi di Laurea - Enrico Boni.pages

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Dipartimento di Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi
Corso di Laurea Magistrale in Scienze economico-aziendali
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Classe n. LM-77 - Economia aziendale, direzione amministrativa e professione
LE AZIONI PROPRIE NEL FUNZIONAMENTO DELL'ASSEMBLEA SOCIALE
L’acquisto delle azioni proprie è un fenomeno che rileva, sia dal punto di vista
economico che giuridico, aspetti particolari e contraddittori. L’istituto nel suo
complesso sembra infatti appartenere ad un tertium genus, poiché mostra sia i
caratteri dell’investimento che, parzialmente, quelli della diminuzione del
capitale sociale: i proteiformi effetti che si palesano sono direttamente legati alla
sopraggiunta qualità di socio assunta dalla società stessa, in seguito all’acquisto
dei propri titoli.
Indipendentemente dalla qualificazione della natura dell’atto, l’acquisto delle
azioni proprie è, operativamente, un atto gestorio. La proposta di acquisto è
formalizzata dall’organo amministrativo e la decisione se portare a compimento
l’atto è a loro affidata. L’art. 2357 cod. civ. stabilisce tuttavia che la suddetta
operazione debba essere preventivamente autorizzata dall’assemblea ordinaria
dei soci e che questa limiti il campo di discrezionalità in ordine al numero di
titoli, ai tempi di esecuzione, comunque per un massimo di diciotto mesi, al
corrispettivo minimo e massimo.
I legislatori comunitario e nazionale, obbligando gli amministratori ad attenersi a
quanto stabilito, secondo il criterio maggioritario, dalla volontà sociale, ed a
rispettare gli altri criteri disciplinati dallo stesso art. 2357 cod. civ., hanno
riconosciuto all’operazione di acquisto delle azioni proprie valenza sia
all’esterno, con il fine di tutelare i terzi creditori dalle perdite del patrimonio
societario, che all’interno della società, cercando di rendere l’operazione neutra
sul piano organizzativo.
L’assemblea sociale, sede nella quale, secondo le maggioranze previste dagli
articoli 2368 e 2369 cod. civ., si esprimono la volontà e gli interessi dei singoli
azionisti, assume un ruolo centrale nelle operazioni di acquisto ed alienazione
delle azioni proprie, anche alla luce della soppressione del limite di acquisto delle
azioni proprie per le società che non fanno ricorso al mercato dei capitali di
rischio ed alla rinnovata incisività con la quale il legislatore ha riformato l’art.
2357-ter, sospendendo il diritto di voto in capo alle azioni proprie ma imponendo
che questa vengano conteggiate nel calcolo dei quorum assembleari.
La potenziale situazione di stallo in cui l’assemblea di una società per azioni
chiusa, in assenza di una consolidata maggioranza assoluta, si troverebbe con il
possesso di anche una sola azione propria, fa rilevare l’importanza, in questo
contesto, delle operazioni dispositive sulle azioni proprie come mezzo per poter
riequilibrare l’andamento dell’assemblea sociale ovvero come mezzo
discriminatorio della minoranza degli azionisti a favore della maggioranza.
In questo contesto normativo l’analisi cerca di individuare le maggiori
problematiche presentate dalla disciplina delle operazioni sulle azioni proprie,
riferendosi in particolare modo alle società per azioni non quotate sui mercati
regolamentati, alla luce delle ultime modifiche della disciplina nazionale e
comunitaria.
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Relatore:
Chiar.mo Prof. Alessandro Morini
Tesi di Laurea Magistrale
Enrico Boni
Matricola n. 1005444
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ANNO ACCADEMICO 2012/2013
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