01 Introduzione alla neuropsicologia

Introduzione alla Neuropsicologia
Definizione di Neuropsicologia
La Neuropsicologia è la disciplina che studia:
• I processi relativi al rapporto mente-cervello,
• Le relazioni tra funzioni cerebrali e
comportamento,
• Le relazioni tra processi cognitivi e le
strutture cerebrali,
• Gli effetti delle lesioni cerebrali sui processi
cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio,
memoria, ragionamento ecc).
Definizione di Neuropsicologia
•La Neuropsicologia cognitiva è la disciplina
accademica che studia gli effetti delle lesioni
cerebrali allo scopo di decifrare il
funzionamento cognitivo normale forti
legami con la Psicologia cognitiva
• La Neuropsicologia clinica è la disciplina
applicata che si occupa della diagnosi e
riabilitazione dei disturbi cognitivi (agnosie,
afasie, amnesie ecc.) in seguito a lesione
cerebrale
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Le informazioni della Neuropsicologia
cognitiva possono essere utili in
quanto i risultati ottenuti da soggetti
con deficit cerebrali nei compiti
cognitivi possono essere spiegati da
teorie che appartengono alla
Psicologia cognitiva. Diventa così
possibile utilizzare le informazioni
tratte dal comportamento dei pazienti
con lesioni cerebrali per confutare le
teorie proposte dagli psicologi
cognitivi e proporre nuove teorie del
funzionamento cognitivo normale.
Le funzioni cognitive consentono
all’uomo di comprendere
l’ambiente in cui vive
Esse comprendono funzioni a
rappresentazione corticale focale e
funzioni di estrema importanza, quali
l’attenzione e la memoria, che non
possono essere ricondotte ad una
singola area corticale, ma
rappresentano un sistema integrato
indispensabile alle funzioni primarie
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Neuroradiologia
Neuroanatomia
Neurofarmacologia
Neurochimica
NEUROPSICOLOGIA
Disciplina Psicologica che studia i processi
superiori
(memoria, linguaggio, percezione...)
attraverso il Metodo Scientifico
Medicina nucleare
NEUROPSICOLOGIA CLINICA
Neurologia clinica
Si occupa di Diagnostica e Trattamento di
disturbi del SNC che determinano ripercussioni
sulle funzioni cognitive
Neurochirurgia
Neurofisiologia
Psicologia clinica
Psicologia sperimentale
Attuali psicologi cognitivi
Gli PSICOLOGI SPERIMENTALI
COGNITIVI seguono le
metodologie tradizionali della
psicologia cognitiva, senza
costruire modelli computazionali;
fanno ricerca su soggetti normali.
Gli psicologi sperimentali
cognitivi formulano le proprie
teorie esclusivamente in forma
linguistica (es. esiste un
magazzino di M.B.T., uno di
M.L.T. etc...), mediante descrizioni
verbali vaghe da un punto di vista
scientifico.
Gli SCIENZIATI COGNITIVI
costruiscono modelli
computazionali e prendono molto
sul serio la metafora del
calcolatore; focalizzano la loro
attenzione sui programmi di
simulazione come metodo per
aumentare la loro comprensione
dell’attività cognitiva.
Gli scienziati cognitivi producono
programmi da implementare sul
calcolatore che rappresentano le
teorie cognitive, avendo reso
espliciti tutti i dettagli. Questo è
un ottimo metodo per vedere se
la teoria stessa abbia senso.
I NEUROPSICOLOGI COGNITIVI
si occupano dello studio dei
deficit cognitivi in soggetti con
lesioni cerebrali localizzate per
trarre informazioni sui
meccanismi cognitivi normali. Si
occupano dunque dello studio
dei processi cognitivi in pazienti
con lesioni cerebrali nella
speranza che questo consenta di
fare luce anche sul
funzionamento normale di tali
processi.
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Neuropsicologia clinica
Si occupa delle alterazioni delle funzioni cognitive
derivanti da lesioni o disfunzioni dei substrati
neuronali
Le sue attività si rivolgono a:
- accertamento diagnostico
- quantificazione del danno e follow up a distanza
- riabilitazione cognitiva
Indagine neuropsicologica
Ha lo scopo di analizzare le modalità con cui un dato
percettivo viene elaborato fino alla realizzazione di un
Comportamento.
Dall’analisi di modalità e comportamento possono
essere programmati interventi riabilitativi specifici per
le funzioni che risultano compromesse
Assunti teorici della neuropsicologia
1) MODULARITA’.
L’architettura dei processi mentali umani è costituita da componenti distinte (moduli).
Il sistema cognitivo è modulare, nel senso che vi sono diversi elaboratori cognitivi indipendenti. Una
lesione cerebrale danneggia tipicamente solo alcuni di questi moduli, lasciando intatti gli altri.
La nozione di modularità è strettamente associata al nome di Fodor, che ha cercato di identificare
le principali caratteristiche distintive dei moduli (1983):
- incapsulamento informazionale (significa che ciascun modulo opera in modo totalmente
indipendente dal funzionamento degli altri moduli);
- specificità di dominio (indica che ogni modulo può elaborare soltanto un certo tipo di input, es.
parole, volti);
- obbligatorietà di elaborazione (significa che non è possibile controllare in modo volontario il
funzionamento di un singolo modulo);
- innatezza (vuol dire che i moduli sono innati, nel senso che sono congeniti).
Molti psicologi hanno criticato gli ultimi due criteri; se le assunzioni dei primi due rimangono valide, i
dati tratti dallo studio di pazienti con lesioni cerebrali possono ancora essere usati per dare la
caccia ai moduli cognitivi.
Secondo Fodor i moduli sono associati a strutture neurali localizzate; non sarebbero invece
modulari i processi “centrali” come la memoria, il ragionamento e la soluzione di problemi.
Le architetture modulari della mente, sono spesso rappresentate sotto forma di diagrammi di flusso
dell’informazione con un’organizzazione non gerarchica delle diverse componenti. A seguito della
lesione di una componente specifica, il paziente farà uso delle parti del sistema non danneggiato.
I dati della neuropsicologia moderna sembrano suggerire un’organizzazione modulare dei sistemi
cognitivi, infatti, qualsiasi modifica apportata ad un sistema che non fosse organizzato in modo
modulare, determinerebbe variazioni in più parti del sistema e non soltanto alla sottocomponente
che necessitava del cambiamento o del miglioramento.
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Assunti teorici della neuropsicologia
2) ISOMORFISMO.
Corrispondenza tra l’organizzazione funzionale della mente e quella neurologica del cervello.
Vi è qualche relazione significativa tra il modo in cui il cervello è organizzato sul piano fisico ed il
modo in cui sono organizzati la mente ed i suoi moduli cognitivi.
Isomorfismo significa che due entità (cervello e mente), hanno la stessa struttura o forma. Ci si
aspetta, dal punto di vista della modularità, ad esempio, che ogni modulo cognitivo avrà anche una
sua diversa collocazione fisica nel cervello e che tutte le rappresentazioni fisiche di ogni dato
modulo saranno in zone adiacenti della corteccia cerebrale.
Questa corrispondenza tra moduli e struttura neurale è a livello di circuiti complessi che
probabilmente interessano più aree cerebrali, non a livello di precise aree cerebrali come
teorizzano i modelli della neuropsicologia classica.
Le lesioni cerebrali possono dunque compromettere i processi mentali in modo selettivo.
Mente
Cervello
Assunti teorici della neuropsicologia
3) LESIONI CEREBRALI.
Lo studio dell’attività cognitiva in soggetti che hanno subito lesioni cerebrali ci può fornire
moltissime informazioni sul modo in cui gli stessi processi si svolgono in soggetti normali; questo
importante assunto è strettamente collegato agli altri.
Un importante presupposto è che la prestazione di un paziente cerebroleso rispecchia l’attività
dell’insieme delle componenti del suo sistema cognitivo, meno quella/e danneggiata/e dalla lesione
cerebrale (presupposto della costanza).
A seguito della compromissione di una componente specifica, i pazienti possono sviluppare
strategie nuove, che i soggetti normali di solito non utilizzano; il presupposto della costanza rimane
valido se queste si basano su componenti del sistema normale risparmiate dalla lesione cerebrale.
L’assunzione che almeno nel soggetto adulto (nell’infanzia è possibile che l’organizzazione
funzionale dia luogo a sistemi qualitativamente diversi da quello normale), i processi mentali non
vadano incontro ad una riorganizzazione post-lesionale che ne modifichi l’architettura in modo
qualitativo è difficile da verificare in modo diretto. Diversi meccanismi neurobiologici possono
partecipare al recupero funzionale, dalla riduzione della diaschisi alla creazione di nuove
connessioni sinaptiche.
Dati di questo genere suggeriscono che il sistema nervoso sia provvisto di buone capacità
plastiche, per poter far fronte, almeno in parte, al danno funzionale causato da una lesione. Questo
non implica, tuttavia, che l’organizzazione post-lesionale sia qualitativamente diversa da quella
normale.
In conclusione, il presupposto che dopo una lesione cerebrale i processi mentali non vadano
incontro a modificazioni qualitative, che ne alterino l’architettura, va trattato con molta cautela e
ponderato caso per caso.
Assunti teorici della neuropsicologia
4) SINDROMI.
La maggior parte dei pazienti può essere classificata in termini di sindromi che si basano sulla cooccorrenza di un insieme di sintomi.
L’approccio tradizionale delle ricerche di neuropsicologia ha spesso utilizzato il termine sindrome;
si indicava con questa espressione il fatto che un insieme di sintomi o di menomazioni veniva
osservato di solito congiuntamente e ciascun insieme di sintomi co-occorenti veniva usato per
definire una sindrome separata.
L’approccio basato sulle sindromi è raccomandabile per diversi motivi: permette di mettere un certo
ordine nei vari casi di pazienti con danni cerebrali che sono stati studiati assegnandoli ad un
numero relativamente ridotto di categorie; è anche utile per identificare con facilità le aree del
cervello che sono primariamente responsabili di specifiche funzioni cognitive.
Lo svantaggio di questo approccio è l’enfatizzazione delle somiglianze tra i pazienti che si sostiene
soffrano della medesima sindrome. E’ possibile che tutti i sintomi osservati o le menomazioni che si
dice formino la sindrome, possano venire osservati negli stessi pazienti perché i processi cognitivi
hanno una localizzazione anatomica in zone adiacenti e non perché alla base ci sono dei processi
cognitivi sottostanti in comune.
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