64 – “LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERÁ IN GIOIA” Parola di Dio “ In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,20-23). “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un poco afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime (1Pt 1,6-9). Per la comprensione - A un superficiale la fede cristiana, che ha come centro Gesù Crocifisso, può sembrare un cammino pieno di tristezza. Ma il Crocifisso è fonte di amore e di gioia. E’ significativo il mosaico che l’artista Ugolino da Belluno ha riprodotto nella sala della penitenzeria del santuario di san Gabriele: un grande cuore, con al centro due immagini di Gesù fuse in una: a destra il Cristo Crocifisso, avvolto da rami di spine; a sinistra il Cristo Risorto, avvolto dagli stessi rami, diventati rami di fiori. - Gesù non è venuto a trasformare la vita umana in una grande croce; è venuto a redimere la croce, a farci capire il significato della croce che fa parte di ogni vita umana, assicurandoci che, seguendo lui, la croce può diventare “gioia indicibile”. Rifletti - Gli Apostoli hanno fatto fatica a capire gli insegnamenti di Gesù sul mistero della Passione. Gesù deve rimproverare e allontanare Pietro che non vuole sentire parlare di croce (Mt 16,23); ricorda che anche i suoi discepoli devono portare la croce dietro a lui per avere la vita; annuncia più volte che egli deve soffrire molto, ma termina sempre annunziando la sua risurrezione (Mt, 16,22). - Prima di iniziare la Passione, Gesù raccoglie i discepoli nell’intimità del Cenacolo per gli ultimi insegnamenti. Ora che è giunta l’ora della croce, egli li rincuora ricordando che il Calvario non è l’ultima meta, ma un passaggio obbligato: “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. E ricorda che anche la gioia di una nuova vita inizia con il dolore: la mamma soffre per donare la vita, ma poi il dolore diventa fecondo e si cambia in gioia. - Così è la vita cristiana: una continua nascita che parte dal dolore e termina nella gioia. Il santo pontefice Paolo VI, definito da qualcuno “il Papa triste”, per il suo carattere riservato e melanconico, per l’Anno Santo del 1975 ci ha lasciato uno dei documenti più belli: l’Esortazione Apostolica “La gioia cristiana”, frutto della Passione e risurrezione di Cristo. Scrive: “E’ il paradosso della condizione cristiana: né la prova, né la sofferenza sono eliminate da questo mondo, ma esse acquistano un significato nuovo nella certezza di partecipare alla redenzione operata dal Signore e di condividere la sua gloria. La pena stessa dell’uomo si trasfigura, mentre la pienezza della gioia sgorga dalla vittoria del Crocifisso, dal suo Cuore trafitto, dal suo Corpo glorificato” (Paolo VI, La Gioia Cristiana, n.III). - I santi hanno sperimentato la gioia che viene dalla croce. San Paolo scrive: “Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (2Cor 7,4). Confronta - Contemplerò Gesù Crocifisso, “che in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce” (Eb 12, 2-3): sperimenterò così che il peso della croce diventa leggero. Nelle prove della vita sentirò vicino la presenza amorosa di Dio Padre, di Gesù che prende su di sé i miei dolori e li trasforma in grazia. Penserò a quanto Gesù mi dirà un giorno: “Prendi parte alla gioia del tuo signore” (Mt 25,21). - Debbo essere portatore di gioia e di speranza con l’esempio e con la parola, specialmente a chi soffre senza fede, secondo l’insegnamento di san Paolo: “Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini” (Fil 4,4). Pensiero di san Paolo della Croce: “Che bel patire con Gesù! Vorrei avere un cuore di Serafino per spiegare le ansie amorose del patire che desiderano i cari amici del Crocifisso; che se qui saranno croci, saranno poi corone di Paradiso” (L. I, 24).