n°7 maggio_2008 Sicuri alla meta Gli assessorati ai trasporti e all’istruzione della Provincia promuovono una campagna di informazione per i giovani al volante di Bianca Guerrini I l maggior numero di morti e feriti ha dai 18 ai 29 anni. Gli incidenti del venerdì e sabato notte rappresentano il 44,6% del totale degli incidenti notturni. Il 30-50% degli incidenti stradali gravi sono dovuto all’abuso di alcol. Queste e molte altre preziose – e penose - informazioni sono alla base della campagna “Tutta la vita davanti”, promossa dagli assessorati all’istruzione e ai trasporti della Provincia di Firenze. Un fascicolo che verrà stampato e distribuito agli studenti delle superiori e diversi appuntamenti dei due assessori nelle scuole, per incontrare i ragazzi e parlare con loro dell’argomento, sono i punti cardine della campagna di sensibilizzazione a una guida sicura da parte dei giovani. Perché divertirsi è giusto e importante, e bere qualche birra ci può stare: ma troppo spesso la disinformazione fa pensare che bastino un caffè o due per tornare lucidi e mettersi al volante. Allora prima leggete attentamente, capite e valutate il problema. Libertà è anche informazione. A volte ritornano di Damiano Fedeli Genio is back, il Genio è tornato. Sì, ragazzi, anche quest’anno si terrà la grande manifestazione che celebra... Continua a pagina 8 La Iena che corre Direttore responsabile: Sabrina Carollo Redazione: Ruggero Bianchi, Maria Novella Ermini, Agnese Fedeli, Damiano Fedeli, Bianca Guerrini, Anita Bucelli, Mattia Hagge Editore: Florence Multimedia Progetto grafico: Adacto Fotografie: archivio fotografico Provincia di Firenze Stampa: Nuova Cesat È uno dei volti televisivi del momento: dal programma di Italia 1 a Striscia ai Raccomandati di Carlo Conti. Andrea Agresti, comico pistoiese, racconta come ha cominciato. Sfiorando la carriera da atleta di Damiano Fedeli «I cialtroni dicevano di studiare all’agrario. Chi amava davvero quella scuola la chiama “Il Barone”. Ecco, io ho studiato al Barone, ovvero all’istituto agrario Barone Carlo de’ Franceschi di Pistoia, la cosa più bella per cui nascere e vivere». Batte ancora forte per la sua scuola il cuore di Andrea Agresti, volto tv fra i più noti, sia come Iena, sia per le sue apparizioni come inviato ai Raccomandati di Carlo Conti o a Striscia la notizia. Pistoiese doc («Per lavoro devo passare dei periodi a Milano, ma appena posso scappo e torno qua. Da casa mia si vede dov’è nato Leonardo da Vinci, oh...»), 33 anni, un ciclone di simpatia. Andrea, com’è stato il tuo rapporto con le scuole superiori? Quando dopo le medie si “fanno le squadre”, con i gruppetti che vanno in una scuola o in un’altra, io mi ritrovai da solo ad andare all’agrario. Me lo ricordo ancora il primo giorno, quando scesi dalla corriera, gli amici delle medie si divisero in gruppi, chi andava al classico, chi allo scientifico. Io, da solo, m’incamminai verso l’agrario. «Non avrò mica fatto una bischerata?», pensai. E invece... E invece? Le superiori sono stata la mia fortuna. Qui conobbi il mio allenatore, Alessandro Parrini. E qui cambiai il mio carattere da timido e pauroso che era in estroverso. Se mi deste la stessa classe e gli stessi professori, ci tornerei subito! Allenatore, dici. In che disciplina? La corsa. Ho sfiorato la carriera professionistica e ho vinto un po’ tutto quello che potevo, dalle prove in pista alla corsa in montagna. La mia specialità erano i 3000 siepi. Me lo ricordo ancora quando in prima superiore entrò il prof in classe urlando «Chi corre a piedi fra voi?». Alzai la mano e mi arruolò nella squadra d’atletica della scuola. Hai detto di aver sfiorato la carriera da professionista... Sì, però per seguirla avevo bisogno, come per quasi tutti gli atleti, di far parte di un gruppo sportivo di qualche arma. Avrei voluto entrare nella Forestale. Amo molto gli animali e mi sarebbe piaciuto sparare in testa (sì sì, proprio così, eheh) ai bracconieri che mettono le tagliole nei boschi. Purtroppo però mi scartarono alla visita militare e dovetti rinunciare. Non so quanto ci piansi... Come sei entrato, poi, nel mondo dello spettacolo? Dopo le superiori ho studiato all’Isef a Firenze. Per pagarmi gli studi universitari, cominciai a lavorare come Dj a radio Sorriso a Pistoia, passando anche per il cabaret, per certe serate nel grossetano in cui si ripagavano a malapena le spese. Da qui alle tv locali, Toscana Tv o Rtv38 e ai contatti che mi hanno portato a fare quello che sto facendo. A laurearmi ce l’ho fatta, ma solo nel 2002. Del resto ho sempre lavorato... Torniamo un attimo a scuola. Quali materie proprio non sopportavi? Beh, tutte quelle che hanno a che fare con i numeri. Una volta per un compito di gestione, si doveva Un ragazzo Sempre fortunato più grande Jovanotti ha incontrato 200 studenti della provincia e ha parlato con loro di sogni, di impegno, di musica e di significato della propria vita. Ecco come è andata Continua a pagina 10 calcolare per quante vacche fosse sufficiente un campo di 78 ettari, tenuto conto di tutte le rotazioni di coltivazioni ecc. ecc. Ebbene, dopo mille conti, a me tornava: una! Una vacca in 78 ettari! Però stava bene, eh... E con le donne, come andava? Penso di esser stato l’unico non tro***nte delle scuole planetarie! Iene, Striscia, i Raccomandati: quale il lavoro che ti soddisfa di più? Beh, tutti i servizi che faccio sono figli miei. Se proprio dovessi scegliere, però, ricordo sempre molto volentieri il servizio con Benigni che ho fatto per le Iene, una gara a colpa di stornelli toscani fra me e lui... A proposito di tempo libero... il tuo libro preferito? Bah, diciamo che di solito non leggo nemmeno le istruzioni dell’orologio... Però ora sto leggendo Don Chisciotte. Mi piacciono molto gli eroi “disadatti”. Quelli bravi e belli francamente non li sopporto! Il film? La mia passione per il cinema è legata ad attori come Al Pacino o De Niro. Mi piacciono i film dove sono doppiati in italiano da belle voci. Ma se dovessi scegliere quello che considero un capolavoro assoluto, direi il Pinocchio di Comencini. È il numero zero, ancora prima dell’uno! Il disco? Il mio, “Agresti domiciliari”, naturalmente! Suono la tastiera e la chitarra in un gruppo che fa metal demenziale... Poi, naturalmente, mi piacciono tutti i dischi dall’80 all’87 degli Iron Maiden! Chi ha voglia di esprimere il proprio parere? Scrivete a: redazione@ florencemultimedia.it Guardando Olimpiadi delle scuole il male negli occhi di Agnese Fedeli Un centinaio di studenti delle scuole superiori, accompagnati da Nedo Fiano... Continua a pagina 2 Non solo basket, pallavolo e calcio, ma anche discipline inusuali come il tennis tavolo, arrampicata e rugby... Continua a pagina 10 2 Attualità Guardando il male negli occhi Un centinaio di studenti delle scuole superiori, accompagnati da Nedo Fiano deportato miracolosamente sopravvissuto al lager - ha visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Questi luoghi di morte sono difficili da descrivere. È quasi un’impresa trovare le parole adatte per trasmettere i sentimenti forti che si provano. Queste sono le loro testimonianze viaggio della memoria Il programma Il volo della memoria è stato organizzato dalla Provincia di Firenze dal 6 all’8 aprile. L’amministrazione ha affittato un charter per portare cento studenti sui luoghi dell’orrore. L’iniziativa è partita dopo la pubblicazione di alcune foto di ragazzi italiani che si erano ritratti con simboli nazisti in un campo di concentramento, a spregio della sofferenza e del dolore testimoniati in quei luoghi. Al “pellegrinaggio” erano presenti anche Nedo Fiano, deportato ad Auschwitz e autore del volume “A 5405. Il coraggio di vivere”, e don Renzo Rossi, figura di spicco della comunità fiorentina. Guarda su YouTube le testimonianze di Nedo Fiano, don Renzo Rossi e Matteo Renzi. Guarda il servizio su www.florence.tv sezione scuole e le due puntate speciali di TG scuola. Il cuore più dei numeri Il percorso è cominciato la sera della domenica, dopo l’arrivo in Polonia, quando Nedo Fiano ha raccontato ai ragazzi la sua esperienza. Il giorno dopo, sveglia all’alba e partenza per Auschwitz; il pomeriggio, visita a Birkenau. La sera, ritrovo con i ragazzi, per condividere emozioni e per capire insieme. Da tutti è emersa l’esigenza forte di non dimenticare la forza emotiva di ciò che avevano visto e soprattutto sentito, qualcosa che va oltre la storia. «I pochi minuti di Nedo, oggi al campo, sono valsi molto più delle due ore di guida; non è solo questione di informazioni, bisognerebbe creare un canale per le emozioni», ha commentato Carlo, uno degli studenti presenti in sala. «Non vorrei dare un peso scolastico a questa cosa, perché è molto di più. Porterò con me la forza del suo racconto, più che i numeri e le percentuali», è stato il commento di Giovanni. E ancora Maria Lisa: «Voglio riuscire a cambiare le statistiche in sensazioni, che sono decisamente molto più forti». Nelle parole dei ragazzi, che non hanno avuto paura di esprimersi, non sono mancate poesia e speranza. «Vorrei usare la frase di Nedo “certe volte da un grande male può nascere un grande bene” per farne uno slogan, perché è questo il nostro dovere», ha affermato Stefano. E Lorenza ha aggiunto «Voglio raccontare quello che è successo, perché è importante far conoscere oltreché ricordare». Attualità <La partenza L’arrivo> o è liebseproo ò non L’uom ntanea, non pu etti grigi, rg o s da al an ei vi La dom è? Dov’è su quli alberi che se v’ do io D e, er rg eg so la casette, tra qu dentro quelle lare avrebbero da raccontarené potessero par trage senza giustificazioni storia di una s proporzioni? quella scritta con la ile Passare sottoa che un numero inimmaginab consapevolezz poteva, come noi, scappare ia di persone non via lontano e salvarsi, lasc he indietro, andare oto che si posa nell’aria, c un senso di vu bra tutto così impossibile,etta si respira. Semche l’immaginazione è costr no così crudele, n limite, oltre il quale arrivanne, a fermarsi a u e tonnellate di capelli di do i le immagini. Duogli, giovani e anziane, non s re. madri, figlie, m inare, si possono solo vede possono immag pette, di valigie, ar c s di i, n ti ti Quintali di ves tenuti ad innocenti che che sono apparon la propria vita il biglietto hanno pagato ccolo inscenato da un folle i per uno spettaono davanti agli occhi, occh lo animale, scorr no mai dimenticare, guai se ano che non potrann esistono parole che poss he facessero. No rovare a descrivere quello c quanto meno p o. gli occhi vedon e quelle ceneri, quelle Eppure tra tuttelle forche, quei forni, lì fucilazioni, qu che è morto con ognuno era anche Dio, o gesto d’amore che rimane to di loro. L’unic re a chi l’amore è stato fatlo, è possibile regala forza prima di quel cancel dimenticare per e per loro. to morire con loroché l’uomo è stato lascia è er i P s e é? h lui c Ma perch male. È stato Dio. E perché el n e h c an , o n er no lib ani di sangue, sporcato le m to lasciato fare così tanto tte all’uomo è stamente non ci saranno mai tu, male? Probabil tti i perché. Probabilmenteare le risposte a tuo visto cosa è capace di f ora che abbiamorderemo, e spenderemo la peta. l’uomo, noi ricché tutto questo non si ri nostra vita per Mai. lducci Giovanni Fucà, Ba “Con i tuoi occhi” 3 4 Attualità Una lezione per l’oggi Siamo tornati da Cracovia da tre giorni. Anzi, siamo tornati da tre giorni dopo aver visitato Auschwitz. Ho vissuto quest’esperienza in modo diverso da come immaginavo sarebbe stata. Quando durante il volo di andata mi è stato chiesto cosa mi aspettavo dal viaggio, ho genericamente risposto che credevo che avrei affrontato un’esperienza senza alcun dubbio forte. Ripensandoci adesso invece è stato qualcosa di più. Mi ha certamente impressionato vedere quella quantità infinita di capelli, quelle protesi ammassate che ricordavano tanto arti amputati, ma mentre visitavamo il campo non ho avuto modo di rifletterci. Forse per le cerimonie un po’ “pompose”, i flash dei giornalisti che ci accecavano o magari anche perché mentre visitavo quei posti ero mossa da un atteggiamento troppo “storico e razionale”, ma tutti i pensieri relativi a ciò che è stato in quegli anni mi sono venuti dopo. Mi sono venuti pensieri sull’enorme stupidità umana, stupidità che sembra aumentare col passare degli anni. Mi chiedo come sia possibile continuare a commettere atrocità come se il passato non ci avesse insegnato niente. Sembra che l’uomo si rifiuti di aprire gli occhi, di vedere che se non rispetta l’altro, che se non si interviene prontamente quando i diritti di altri essere umani vengono brutalmente violati, si arriva allo sterminio freddo e sistematico di sei milioni di persone solo perché credono in un altro dio, parlano un’altra lingua o hanno la pelle di colore diverso. Io credo che non ci dobbiamo limitare a guardare e soffrire su ciò che è già stato: dobbiamo sfruttare ciò che oramai ci ha dato dolore, disperazione e che ci ha fatto vergognare di essere uomini per migliorare il nostro futuro. Forse nel mondo non ci sono più persone rinchiuse nei lager nazisti ma ci sono uomini e donne che vengono torturati in carcere, ceceni che sono stati massacrati per la loro etnia, monaci buddisti rinchiusi in carcere perché manifestano pacificamente e ragazzi islamici che vengono impiccati perché omosessuali. Non sarebbe forse il caso di intervenire prima che la situazione ci sfugga di mano? Diletta Gasparo, Leonardo da Vinci Difficile capire Sono tornata veramente cambiata da questo viaggio, questa esperienza mi è servita molto per crescere sia a livello culturale sia nel modo di pormi con la mia famiglia e con i miei coetanei. Ci avete chiesto di scrivere idee, pensieri e io nel mio piccolo provo ad esprimere qualcosa anche se ancora ho delle difficoltà a parlare di ciò che ho provato... Mi sono ritrovata tantissimo in alcuni discorsi che sono stati fatti dai ragazzi ultima sera e mi è dispiaciuto non aver potuto parlare ma le forti emozioni che ho provato non me l’hanno permesso... La mia domanda è come è possibile che l’uomo possa essere cosi cattivo? Perché questo? Perché verso dei poveri esseri umani? Io ci ho pensato molto sia prima, sia dopo, sia durante tutto il viaggio e non riesco a darmi tuttora una risposta, non capisco, io non avrei potuto mai fare una cosa del genere e non capisco perché cose simili accadono ancora oggi giorno. Non capisco come la malvagità dell’uomo possa arrivare a fare tutto questo, si possono portare due semplici esempi le guerre e i genocidi in Africa e le guerre e le rivolte che ci sono in oriente... Il mio cuore piange quando sente tutto questo, si rattrista diventa cupo e si domanda il perché. Io mi sento tanto formica in questi momenti, tanto formica che viene calpestata, ma che però vuole far sentire la sua voce, per far sentire e raccontare tutte quelle forti emozioni che ha provato, vuole farsi portavoce di Nedo Fiano vuole che tutti sappiano la sua storia e vuole che quelle due parole che ha detto e che mai dimenticherò da altri non vengano dimenticate: semplicemente MAI PIÙ MAI PIÙ... Spero che il mio messaggio a qualcosa serva, perché le persone dopo le mie semplici parole abbiamo delle cose su cui pensare e riflettere... In questo momento è questo il messaggio che voglio trasmettere a tutti. Benedetta Massai, Salvemini-Duca D’Aosta Il coraggio di parlare Sono stato colpito dalle parole di Nedo Fiano, che ci ha raccontato la sua testimonianza ed è riuscito a commentare così i suoi ricordi: “Certe volte da un grande male può nascere un grande bene”. Certo, è difficile soprattutto per lui accettare quello che è successo, ma con grande coraggio ha saputo comunicarcelo, coinvolgendoci in prima persona, riportando le urla di comando degli ufficiali tedeschi, canticchiando la canzone di marcia al ritmo della quale facevano ritorno dalla giornata di lavoro, mentre venivano contati. Mi sono sentito commosso dai suoi discorsi interrotti dal silenzio, in una platea di giovani ammutoliti, dal ricordo degli occhi della madre, del suo amico Giulio Levi, deceduto sul lavoro perchè costretto a lavorare nella neve senza zoccoli di legno. È stata per me un’esperienza unica, sono rimasto senza fiato di fronte alle bocche buie dei forni crematori, nelle celle di prigionia strette dove venivano rinchiusi i deportati, guardando i nostri volti immobili e ghiacciati. La domanda che mi è tornata più volte alla mente è stata:”Ma come è potuto succedere?”, “Com’è potuto accadere che un “imbianchino”, un “assassino” (parole di Nedo) sia riuscito ad organizzare tali stragi di fronte a una nazione immobile?”, “dov’era Dio in quei momenti?”... Come ha precisato Don Renzo i nostri comportamenti di fronte a questa domanda possono essere due: negare l’esistenza di Dio, negando di conseguenza ogni possibilità di una sua esistenza, o accettare Dio come un mistero, considerando così qualche probabilità. Mi è piaciuto molto come la Provincia ha saputo organizzare i vari momenti (visita al campo, testimonianza, condivisioni e riflessioni) e il rapporto che si è instaurato con il Presidente Matteo Renzi da parte di tutti i ragazzi. Anche l’agenda della memoria, con le foto e le testimonianze ha giocato la sua parte. Penso sia stata un’occasione in cui oltre a visitare un luogo tristemente noto alla storia, ho saputo riflettere sull’importanza della memoria, del passaggio di testimone, passando da spettatori ad attori e sui valori veramente importanti della vita. Stefano Morozzi , Giotto Ulivi Attualità 5 E IL VENTO SI POSERÀ “Arbeit macht frei” forse non vorrei ma il dovere, l’impegno, mi chiama mi sussura : “su, entra, ama!” Certo non sembra realtà ma tutto purtroppo è verità. Gli occhi si gonfiano si perdono nell’immenso, nel buco nero di questa crudeltà in cui è caduto l’uomo con impensabile brutalità. Certo, ogni dettaglio è marchiato a fuoco nel ricordo come quel numero disperato tatuato sulla pelle viva di un innocente deportato: montagne di valige, occhiali, scarpe, pentole, vestiti, capelli. Capelli... donne e uomini e bambini privati della propria dignità, donne “non-colpevoli” uccise, violentate psicologicamente da “non-uomini” per un perverso “gioco” intriso e strabordante di malignità. Vestitino rosso, logorato sulla spalla. Vestitino rosso, ti immagino, piccolo proprietario, innocente e spaventato, aggrappato alla mano di chi ti ha generato. Vestitino rosso, pochi anni, due forse tre. Vestitino rosso, cosa ci fai in questo inferno? Vestitino rosso, così piccolo, ma così enorme, lancinante, veloce, scattante ad impossessarti del mio respiro ormai strozzato. Tutto rigurgita violenza, sangue, e morte ora tocca a noi, devo essere forte dobbiamo essere forti perchè “MAI PIÙ “ ci siano altri milioni di questi morti. “MAI PIÙ “ uomo che uccide uomo, “MAI PIÙ “ perdita della libertà, “MAI PIÙ “ questo inferno di crudeltà. La forza della testimonianza Siamo sei ragazze del liceo Gramsci che hanno partecipato al progetto della Provincia di Firenze “Il volo della memoria”. Dal 6 all’8 aprile siamo state in Cracovia per visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, accompagnati da Nedo Fiano, un ex-deportato sopravvissuto all’eccidio. È stato un viaggio indimenticabile, pieno di forti emozioni che per sempre ci accompagneranno nella nostra vita. Una volta dentro Auschwitz i nostri sguardi erano persi davanti a tale malignità che aveva accecato l’uomo. Trovandosi davanti a 2 tonnellate di capelli delle donne uccise, a migliaia di scarpe, valige, occhiali, pentole, bambole fracassate e vestitini logorati di piccoli innocenti non si può certo rimanere impassibili a quella sensazione di vuoto e paura che ti stringe e ti toglie il respiro. Camminare negli stessi luoghi dove migliaia di persone vagavano prive di ogni speranza, senza avere in mano il proprio futuro, la cui vita era legata a un sottilissimo filo, era quasi surreale. Noi che ci lamentavamo della pioggia, scaladati dai nostri piumini, dalle nostre comode scarpe, riparati sotto un ombrello, non potevamo credere che delle persone avessero calpestato quella stessa terra con indosso una casacca di cotone e ai piedi degli zoccoli di legno, nonostante la neve, la pioggia, il gelo. Nedo Fiano, in piedi su una sedia dentro una di quelle squallide baracche, ci ha raccontato la sua storia: la morte del padre, del nipote,del migliore amico Giulio Levi,e la perdita della madre, ma non di quei suoi occhi verdi che gli hanno sempre dato la speranza di andare avanti. Alla fine di ogni suo discorso, Nedo ci incitava a essere paladini della libertà, a non dimenticare quanto è successo, a urlarlo ad amici, parenti, conoscenti, compagni. Noi sicuramente non lo dimenticheremo mai e ne faremo tesoro per tutta la vita. Tornate a casa, l’indifferenza dei professori ha bloccato per un momento la nostra necessità di esprimerci ma, forti di questa esperienza, cercheremo di portare a termine il nostro dovere di divulgare ciò che ci ha segnato per questi brevi ma intensi tre giorni. Un ringraziamento particolare a Nedo che ci ha accompagnati e alla provincia che ci ha dato questa grande possibilità. Alessandra, Miriam, Martina, Giuditta, Silvia, Alessandra Liceo Gramsci Noi ora impegnati come responsabili attori, ADESSO, il futuro è già adesso, per impedire all’uomo un nuovo, tale, disumano e impensabile REGRESSO. Miriam Lascialfari, Liceo Gramsci Vivere per capire (Emanuele Gregni, Vasari Firenze) 6 Apr “[... il riuniti ] dopo cen e: p testim er ascolt a ci siamo ex d onianze are le toc fonda eportato s di Nedo Fi canti cam ano me Con i suoi r ntale di Au pato al de un accon schw stino profo it t lacrim ndo del cu i è riuscito z: La Morte o a . e di tr istezz re, facendo toccarmi n a, dol m ore e i versare el rabbia .[…]” 8 Aprile: “[…] la parte più forte del viaggio ormai era passata, ma io non ho smesso di pensare a tutto quello che ho visto, e a tutte le parole che sono uscite dalle labbra vissute di Nedo. […]in aereo ho avuto il tempo di riflettere su tutto quello che mi era accaduto in questi brevi ma intensi giorni, sono molto contento di aver potuto affrontare questo viaggio perché quando ora toccherò di nuovo il suolo di Firenze, non sarò più quello che ero prima[…]” Il sapere non è mai troppo, e io penso che più noi giovani viviamo queste esperienze così forti ma istruttive, più si riduca il rischio che un’indomani possiamo commettere gli stessi errori, perché i libri insegnano, ma non insegnano mai come vivere i fatti in prima persona. Ad esempio, la nostra guida era molto istruita ma lei non mi ha fatto nascere nessuna emozione, al contrario di Nedo. 7 Aprile: “[…] mi sono alzato prima del previsto, di preciso poco prima delle cinque, perché avevo sempre in testa le parole di Nedo. Dopo una doccia fredda sono riuscito ad allentare un po’ le emozioni, ma quando siamo giunti nel campo di Auschwitz, ho iniziato a sentirmi disorientato, triste, freddo dentro, avevo perso la cognizione del tempo, tutto accompagnato da una sensazione di nullità, di non-vita. Mi sentivo come un deportato, in quei momenti era come se non avessi più la vita tra le mie mani, mi sentivo inutile e impotente. Quando siamo entrati nel primo dei Block che abbiamo visitato, mi è accaduta una cosa che non scorderò mai, non so se era tutto un fatto psicologico dovuto al luogo e dalle emozioni, ma appena ho sfiorato con una mano una parete all’interno di una stanza mi sono visto passare davanti agli occhi un fotogramma, breve ma nitido e intenso. Per quel breve quarto di secondo ho visto una cosa che difficilmente potrò rimuovere dalla mia testa, ma soprattutto dal mio cuore. Ho visto un uomo, magro, calvo che indossava una divisa a strisce grigie e azzurre mal ridotta. Ma la cosa che più mi ha colpito è che quest’uomo era ricurvo come bloccato da qualcosa; la fame e il freddo, e si appoggiava con una mano lì, proprio nel punto dove io mi stavo appoggiando per riprendere fiato dall’affaticamento provocato da tutte quelle sensazioni. Una cosa che mi ha turbato di questa visione, è che assistevo alla scena alle spalle di questo deportato sofferente, e vedevo la scena come se fossi disciolto nell’aria, proprio come le ceneri di tutte quelle povere vittime assassinate ingiustamente e brutalmente da una malvagità dovuta dall’idea pazza, insana, impossibile da concepire in un cervello normale, di un individuo nazista, razzista ed imperialista, che non ha fatto altro che bloccare ed eliminare i due diritti dell’uomo che a parer mio nessuno dovrebbe toccare; la vita e la libertà. La sera Nedo ci ha commentato con i suoi occhi quello che noi avevamo visto coi nostri. Con i suoi occhi che avevano vissuto quelle scene in prima persona e anche questa sera mentre ascoltavo le sue testimonianze e gli interventi dei mie compagni, ho versato lacrime.” Attualità 6 Capire attraverso i sentimenti, perché non accada mai più Urla in tedesco, suoni e rumori, la porta del treno che si apre, la voce della madre, e poi immagini, gli occhi verdi di sua madre, che non riescono a nascondere la preoccupazione non espressa con le parole, il mostro, che li “accoglie” appena scesi dal treno, e di nuovo, per l’ultima volta, quegli occhi verdi che gli dicono addio, un abbraccio......questo è ciò che più rimane della testimonianza di Nedo Fiano, e che fa stare male, anche se rimane difficile riuscire a sentire, a capire, perchè il dolore è fuori dalla nostra portata, noi che ci disperiamo per qualsiasi problema, e forse in parte è giusto così, perchè questa è la vita, non abbiamo nessun mezzo per riuscire a capire la disperazione, quella vera, quella che supera i limiti umani e che distrugge le persone fino a portarle ad essere morte ancor 7 Aprile 2008 C’è una panchina qui, confinata fra due alberi alti e folti, c’è erba ovunque, di un verde acceso... provo a immaginarmi un prato che si estende all’infinito davanti ai miei occhi, davanti a me seduta su questa panchina: ...quando quell’ uomo ha parlato degli occhi verdi di sua madre, allora ho capito il Campo .. vedere una “baracca” in pietra non mi dà nulla, è così brutto da dire, è come se fossi insensibile, come se non mi toccasse davvero, come se questa storia fosse solo una storia, come se non appartenesse alla MIA storia... so cosa c’è dietro un cartello con scritto “block 21” eppure non lo vedo, non lo immagino... poi Lui, Nedo, parla ancora, dice poche cose, mette insieme qualche verbo ed ecco che tutto sembra così tragicamente VERO ...Penso Ancora Alla CENERE... quando guardo il verde stridente a contrasto col grigio di tutto il selciato, delle pietre, dell’aria .. e vedo solo CENERE .. bambini e persone che scivolano abbandonate sotto il velo d’acqua d’un fiume ...I bambini... penso al mio fratellino... come erano piccoli quei vestitini senza corpo, senza nessuna Vita .. penso al mio fratellino che crede che al mondo ci sia solo il bene... La morte è sempre dura da accettare, ci si rassegna, si cerca un motivo più grande... ma questa? Dove si trova il SENSO dietro a tutto questo? ...POCHI uomini sono riusciti a plagiarne MOLTI, MOLTI uomini sono riusciti a cancellarne MILIONI... prima di venire uccise. Allora forse di Auschwitz, ancor più delle spiegazioni della bravissima guida, fatte però spesso di numeri e di dati storici, seppur incredibili e disarmanti, ancor più della morte che in quei luoghi regna sovrana, ai nostri cuori arriva la sofferenza, la sofferenza quotidiana portata agli estremi, i capelli, ai quali noi teniamo tanto, rasati e trasformati in tappeti, le pentole, le scarpe, tutti gli oggetti di vita quotidiana dai quali i deportati venivano brutalmente privati, l’idea, come ci ha detto Nedo, di mangiare nelle ciotole come i cani, senza posate, e poi la pioggia, che rende tutto estremamente scivoloso, e pensare che i prigionieri non potevano permettersi di scivolare, perchè se perdevano il passo venivano bastonati, e pensare che per tutte le volte che sono scivolato io di bastonate sarei morto. Possiamo capire solo se portiamo nei nostri sentimenti le idee che ci sono state trasmesse, xkè con la mente si può imparare, ma per capire quello che è successo, almeno in parte bisogna sentirlo! Se riusciamo a compiere questo passaggio, e in questo io vedo la grande fortuna che abbiamo avuto nel poter visitare quei luoghi, perchè hanno permesso alle idee di concretizzarsi in una realtà, e a quella realtà di colpire i nostri cuori con una forza travolgente, allora è certo che niente di simile potrà mai ripetersi, e che se dovesse ripetersi ci sarebbero persone pronte a tutto pur di impedirlo, come ha detto Nedo, ci saranno dei “paladini della libertà”! Andrea Rosichini. Balducci penso al mio mondo... alla fragile convinzione che mi assicura che a me non può succedere, che oggi, nel 2008, questo orrore NON PUÒ ACCADERE ANCORA .. ...appiattisco l’erba sotto i miei piedi mentre me ne sto ancora seduta su questa panchina con alle spalle una storia che non è poi così lontana come credessi... Trovo una spiegazione, non rasserenante, non piacevole... ma la trovo... è LA POTENZA, IL POTERE... L’ UOMO PUÒ Se ha sistematizzato la morte rendendola un semplificato processo di fabbrica, senza sentimento, senza indignazione, senza rimorso o vergogna... SIGNIFICA CHE L’UOMO PUÒ FARE TUTTO ...anche nel male. In qualunque tempo. L’uomo ha il potere su altre persone, sulla loro vita, sui loro pensieri, su ciò che sono... la mia fragile convinzione si affievolisce notevolmente... ...è rimasta la memoria in mezzo all’erba, all’ombra di alberi che crescono ancora... io mi sento libera... sento che solo io ho IL POTERE su me stessa e non ce l’ho su nessun altro... distolgo gli occhi dalla striscia di prato sotto i miei piedi che non si estende all’infinito... e piano alzo lo sguardo ... e sono in piedi dietro a un muro con sopra il filo spinato... io libera dove nessuno qui lo è stato.” Annalisa Papi, Balducci Il pericolo vivo del pregiudizio Sono passati sessant’anni dall’enorme, devastante genocidio; SESSANT’ANNI. E ancora sento dire che la comunità ebraica non è altro che una setta, l’omosessuale contro natura, lo zingaro la feccia della società, il musulmano un terrorista. Stragi come quelle del ‘900 sono fondate sulla bramosia di potere di pochi, sulla paura di altri e questo è un fatto: quello che molti evitano di dire è che, in fondo, se vogliamo trovare i colpevoli, se vogliamo trovare coloro che hanno PERMESSO che tutto ciò accadesse, non dobbiamo fare altro che puntare il dito contro noi stessi. NOI abbiamo reso possibile l’olocausto, noi come nazione e soprattutto come persone: così come niente può nascere da un terreno sterile, così gli ideali nazisti non avrebbero potuto attecchire sulla popolazione se già la mentalità non fosse stata in qualche modo predisposta verso quella direzione. E i pregiudizi sono il fertilizzante, il concime di quello stesso terreno che è la nostra coscienza. Mi chiedete cosa porterò con me di ritorno da questo strabiliante viaggio. Le lacrime di Nedo Fiano; gli occhi spenti di alcuni detenuti che mi fissavano dalle cornici appese alle pareti; il peso di due tonnellate di capelli che sembravano gravare tutte quante sulle nostre spalle.. ed è vero che fin quando uno spettacolo simile non te lo ritrovi davanti agli occhi, stenti a crederci, non realizzi. Ho portato via con me un po’ di quei sogni rimasti chiusi a marcire in migliaia di valige accatastate le une sulle altre, distrutte e polverose, con ancora però evidente il nome del loro possessore, gli indirizzi di coloro che le prepararono con cura, in attesa di un futuro migliore, convinti che OŚwięcim fosse non la loro ultima destinazione, bensì un rifugio provvisorio. Ed è tornata indietro con me la voglia di raccontare, il bisogno di far immaginare agli altri ciò che io ho visto con i miei occhi. Voglio che le persone capiscano cosa può nascere da un semplice pregiudizio; cosa l’uomo è capace di fare quando non riesce a distinguere il limite, il confine tra la propria idea e l’oppressione. La società ha sicuramente fatto enormi passi avanti dal dopoguerra ad oggi, ma non ha ancora fatto abbastanza. Il pregiudizio è nella natura dell’uomo, una forma di istinto di sopravvivenza: ma è proprio la sopravvivenza che rischia di estinguersi. Dietro a ogni pregiudizio c’è una vita che ostacoliamo, c’è una libertà cui impediamo di respirare. Viola de Carli, Liceo Machiavelli Capponi Attualità 7 Oltre la comprensione razionale Oltre a vivere personalmente l’esperienza dell’incontro con una forma di male insuperabile, noi possiamo sentirci testimoni perché ciò che abbiamo vissuto possa servire anche a chi è rimasto a casa. Ci è stato così chiesto di scrivere le nostre impressioni, quello che la visita ci ha lasciato. Per quanto mi riguarda è difficile a distanza di poco tempo dal ritorno a casa ordinare e riscrivere le sensazioni e i pensieri che sono nati dentro di me. Non so descrivere bene quello che mi aspettavo dal viaggio; ci aspettiamo sempre qualcosa da quello che facciamo o viviamo. Ma questa volta è stato diverso. Probabilmente perché si tratta di un fatto che riguarda me stessa ma soprattutto tutto il mondo e adesso capisco che se ne parla molto, ma si conosce poco. Infatti, prima di partire io, come la maggior parte degli studenti, avevo già la mia idea a proposito dei campi, dei totalitarismi e di tutto ciò che riguarda questa pagina di storia. Ma appunto il mio giudizio si basava su una pagina del manuale dove i fatti sono scritti con una distaccata divisione di ciò che è bene e ciò che è male. La cosa che però pretendevo da questo viaggio era quella di non venir toccata da sentimenti di commozione e basta; pretendevo di comprendere razionalmente la realtà con cui sono venuta a contatto. Per questa ragione all’inizio non comprendevo pienamente ciò che ci raccontava e trasmetteva Nedo, il deportato che ha fatto il viaggio insieme a noi. Entrare ad Auschwitz è stata una strana sensazione in particolare attraversare l’ingresso con la famosa scritta: ”Arbeit macht frei”; qualche passo più avanti e, voltandoti, avevi perso l’orientamento (almeno per chi entrava per la prima volta). Sentivo dentro di me lo smarrimento e la transitorietà del tempo perché in quel preciso luogo, nemmeno settanta anni fa, tutto era circondato da grida, urla, disperazione in lingue tra loro incomprensibili, mentre adesso tutto taceva; noi eravamo lì per non perdere completamente le ultime note di quei momenti e poterle ricordare. Dentro alcuni Block è stato allestito un museo con gli oggetti ritrovati dopo la liberazione del campo. Davanti a ciò che ho visto l’unica cosa che ho potuto fare è stata quella di rimanere attonita; probabilmente oggi siamo troppo abituati a vivere di numeri calcoliamo e misuriamo tutto, ma il numero esatto di quanta gente è morta non lo sappiamo, il numero esatto di quante scarpe sono state ritrovate non lo sappiamo, e di quanti pettini e spazzolini, di quante valigie, di quanti occhiali, di quanti capelli tagliati… ecco, questo non lo sappiamo: io non ero abituata a provare niente davanti a tale “spettacolo” perché non l’avevo mai vissuto. Ma ancora più grande è stato l’impatto con Birkenau perché appena entrati, proprio dal cancello attraverso cui arrivava la ferrovia per il treno, ci trovavamo davanti una serie di costruzioni uguali tra loro, intervallate da filo spinato, delle quali non si vedeva la fine ovunque ci voltassimo. La pioggia che casualmente cadeva rendeva il terreno composto di sassi piuttosto grandi fangoso e scivoloso tanto che per noi, dotati dell’ultimo paio di scarpe disponibile sul mercato, era difficoltoso muoversi abilmente. Questi sono gli aspetti principali che mi hanno colpito, anche se devo confessare che le sensazioni che ho cercato di trasmettere sono giunte a me dopo la conclusione del viaggio. Infatti, quando ancora mi trovavo in Polonia, a causa forse della formalità della situazione non riuscivo a comprendere bene quello che stavo vivendo. Tornata a casa però ho ripreso la mia quotidianità ed ho iniziato a pensare che se le mie scarpe non sono abbastanza comode io non cammino, se non porto sempre sul mio naso gli occhiali non distinguo le persone, se devo percorrere 5km prendo la macchina, se il mio letto d’inverno non è abbastanza caldo non mi addormento e pretendo due paia di calzini. È qui che mi sono tornate alla mente le immagini dei letti storti di Birkenau, le latrine e gli zoccoli di legno. A questo proposito condivido molto il pensiero che ci ha espresso don Renzo Rossi, anch’egli presente nel nostro viaggio. Davanti agli episodi dei campi di concentramento e sterminio è normale chiedersi dove si trovava Dio in quel momento. Io parlo da credente e anche i miei occhi Lo vedono impiccato alla forca proprio come racconta Wiesel che don Renzo ha citato. Ma noi ragazzi con le nostre testimonianze, come tutti i ragazzi che hanno visitato questi luoghi del male ed hanno raccontato, siamo secondo me la prova che Dio non può essere sconfitto e che “da un grande male può nascere un grande bene”. Alessandra Paladini Leonardo Da Vinci La tenia Mi ricordo che all’ingresso del campo c’era un distinto signore. Aveva giacca e cravatta, non parlava, ti squadrava solo con gli occhi. Distribuiva a ciascuno di noi una piccola pastiglia, di colore grigio; non capivo bene di cosa si trattasse e decisi infatti di osservarla più attentamente: c’era scritto “Tenia”. La ingerii senza pensarci troppo, quasi indifferentemente, sicuramente non consapevole. Dopo pochi minuti mi accorsi che qualcosa al mio interno si stava attaccando alle pareti dello stomaco: un morso, una fitta mi percorse il ventre appena scorsi l’insegna di ingresso “Arbeit macht frei”. Era un dolore secco, brusco, improvviso. Da lì in poi cominciai lentamente ad indebolirmi: via via che entravo nei vari blocchi, vedevo le immagini e gli oggetti un progressivo senso di vuoto iniziò ad attanagliare le mie viscere; era come se un piccone stesse scavando fosse sulle pareti dello stomaco. Toglieva brandelli di carne e litri di sangue, ed iniettava vuoto, vuoto, vuoto. Mi sentii pervaso da un plumbeo senso di angoscia, di impossibilità, di orrore. Mi accorsi che anche io ero un piccolo tesserino al mondo, che potevo essere spazzato via da un semplice scherzo della sorte. Ed il cielo me lo ricordava in ogni istante: grigio, pesante, qualche goccia ogni tanto e una sottile atmosfera surreale che lasciava adito a poca speranza. In contemporanea quel piccolo parassita proseguiva il suo sporco lavoro, succhiando energia al mio motore vitale; fagocitava ogni singola molecola che si fosse trovata sul suo cammino e diventava sempre più massiccio. Ed io ero lì, passivo, spettatore di uno dei più grandi dolori dell’anima: il senso di vuoto. Perché alla fine è proprio della razza umana cercare sfogo in una sensazione, positiva o negativa che sia; è naturale tentare di razionalizzare un sentimento astratto incanalandolo all’interno di un concetto. Il problema però era che in questo luogo ogni concetto era troppo limitato e limitante per poter essere espresso: mi trovavo di fronte al nulla, di fronte all’annichilimento dell’umanità e tutto ciò non sapeva pienamente liberarsi in precise parole. Non mi restò altro che ascoltare il rumore dei passi, il fruscio delle foglie, il fischio del vento; osservare i piccoli mattoncini scarlatti, i fili spinati, i pavimenti logorati: ogni crepa nel muro del silenzio era un’offesa a quella anime innocenti. E così mi avviai lentamente verso il cancello, verso quelle 3 lugubri parole, simbolo di morte: lì, all’ingresso c’era sempre il distinto signore, gelido e roccioso in ogni movimento; mi scrutò nuovamente, forse memore della mia precedente perplessità, e mi appoggiò sulle spalle una pesante coperta grigia, una sorta di oggetto ricordo. Cominciai a camminare goffamente, come caricato di un gravoso peso, talmente grande che anche la Tenia abbandonò il mio acido stomaco, soffocata dalla cassa toracica. Tornai mestamente a casa. Lì riposi la spessa coperta in un angolo dell’armadio e mi sedetti sul mio letto: le spalle erano affaticate e la schiena molto dolorante; anche lo stomaco cominciò a pungere in un punto solo, probabilmente là dove il parassita aveva preso dimora. Poi mi abbandonai sul cuscino con occhi spalancati, consapevole che il peso di quella coperta e il segno di quella cicatrice sarebbero rimasti a lungo impressi nella mia memoria. Carlo Terzaroli, Liceo Balducci Genio 8 A volte ritornano È di nuovo il suo momento: riflettori accesi sul Genio Fiorentino, la manifestazione che propone le eccellenze del nostro territorio, dall’arte al cinema, dalla musica all’economia, alla scienza, alla gastronomia di Damiano Fedeli e Bianca Guerrini G enio is back, il Genio è tornato. Sì ragazzi, anche quest’anno si terrà la grande manifestazione che celebra la bellezza, l’inventiva, la capacità di creare tipiche del territorio di Firenze: il Genio Fiorentino, appunto. Giunto alla quarta edizione, dopo il successo raccolto negli anni scorsi, il genio si terrà dal 15 al 25 maggio a Firenze e nei 44 comuni della sua provincia. Ormai il GF – oh, non confondiamolo con il Grande Fratello! – è diventato un marchio. Un simbolo non solo del patrimonio artistico e culturale che ci circonda, ma anche della vivacità di Firenze, della voglia di innovare e rinnovarsi. La cultura del nostro territorio è il fiore all’occhiello non solo dell’Italia intera, ma di tutto il mondo. Basta guardare le strade, in questi giorni: sentire parlare fiorentino, tra tanti accenti e lingue diverse, sommersi da turisti internazionali, è quasi impossibile. E noi, orgogliosi di una simile tradizione, ma anche consapevole della forza e dell’obbligo morale di proseguire sulla stessa strada che ne deriva, non solo celebriamo le nostre radici con il Genio Fiorentino, ma troviamo il modo di proseguirne il tracciato, di alimentare questa enorme fiamma di genio che ha illuminato, e che continua a farlo, il nostro mondo. E voi, che fate: state a guardare? Internettiamoci Colorato, ricco, e soprattutto interattivo. Da quest’anno il sito del Genio Fiorentino, www.geniofiorentino.it, conta su di voi. Foto, video, riflessioni e lettere saranno pubblicate nello spazio del sito aperto a tutti. Per scambiare impressioni, inviare suggerimenti, complimenti (!) o critiche, ma anche – anzi soprattutto – per spedire le vostre immagini di Firenze e della provincia, i vostri posti geniali, quelli che amate di più e che secondo voi esprimono al meglio la grandezza del nostro territorio. Mandate i vostri materiali agli indirizzi che trovate pubblicati sul sito! Dove inoltre potrete trovare tutti i dettagli di tutti gli eventi del genio, le foto e i video realizzati durante la manifestazione (andate a cercarvi!), la geolocalizzazione degli appuntamenti, le notizie e le curiosità. Collegatevi! L’aperitivo? Geniale! L’aperitivo brasiliano, quello giapponese, quello alla francese. La birra inglese, le patatine americane. EBBASTA!!! In occasione del Genio Fiorentino, dal 15 al 25 maggio, molti dei locali più fighi di Firenze e dintorni proporranno un aperitivo diverso, fatto con prodotti locali. E allora sotto con la finocchiona, la pappa col pomodoro, la fettunta e i crostini toscani, il tutto innaffiato da autentici vini doc. E chi lo sa, magari festeggiare la serata con le stesse cose che mangiava Leonardo, potrebbe aiutare a stimolare la testa per il compito di fisica della settimana dopo… E il 12 tutti a festeggiare Sarà una grande festa, la festa dell’anno a cui non mancare per niente al mondo. La sera del 12 maggio, al Teatro Verdi, il Presidente della Provincia Matteo Renzi introdurrà il Genio Fiorentino ai presenti. Musica, video, divertimento e confronto per una serata in cui l’orgoglio di appartenere a questa terra verrà condiviso in allegria. La serata è aperta a tutti, ed è gratuita. Per maggiori dettagli telefonare allo 055.2760378 Genio 9 Cartoni animati in bit Monsters and Co, Toy Story, gli Incredibili, Ratatuille, Nemo, tanto per citarne alcuni. La Pixar è una delle case di produzione che ha rivoluzionato la storia del cartone animato con lungometraggi per bambini di qualità e innovazione eccellenti. Proprio gli animatori della celebre casa americana condurranno un workshop in Palazzo Medici per raccontare con esempi e dimostrazioni pratiche come si svolge il processo di animazione, quali sono i trucchi, come nascono le idee per i successi cinematografici di animazione. Il 22 e 23 maggio, in sala Est Ovest, dalle 9.30 si terranno per chiunque voglia intervenire le lezioni con gli specialisti di oltreoceano. Per riportare a Firenze, da cui gran parte della produzione di cartoni animati è partita, una fetta di genialità. Tocco con scoppio Saranno tra di voi Dalla canta Cellini Il Censis vi indagherà. Per capire meglio come vivete gli eventi del Genio Fiorentino, quali vi piacciono e quali no, cosa vorreste vedere tra le manifestazioni e a quali iniziative preferite partecipare, gli esperti di indagini condurranno una ricerca nelle scuole superiori, durante il mese di maggio. Un modo per offrirvi l’opportunità di esprimere la vostra opinione, per cambiare le cose o comunque per far sentire la vostra voce. Approfittatene! FLORENCE TV Grazie alla Florence Tv (www.florence.tv) – si potranno seguire in diretta via internet gli eventi più significativi del Genio 2008 e rivedere i servizi televisivi sugli eventi della kermesse che non avete potuto seguire dal vivo. L’affresco “Live” Se sentirete un botto, dal 15 al 25 maggio, ogni giorno all’una del pomeriggio, non spaventatevi. È il modo inusuale scelto dalla Provincia per sottolineare lo svoltolamento di un’illustrazione realizzata da Silvano “Nano” Campeggi, storico creatore di oltre tremila manifesti cinematografici. I suoi bozzetti saranno esposti all’una dal balcone della presidenza di Palazzo Medici: ogni giorno uno diverso, pensato apposta per il Genio Fiorentino. È una delle tecniche più antiche e prestigiose, estremamente popolare nel Rinascimento e ora caduto in disuso. L’affresco è un metodo di pittura difficile, che richiede grande maestria e capacità. Un saggio di questa elegante e difficoltosa tecnica artistica sarà visibile “in progress” a Palazzo Medici proprio durante il Genio Fiorentino. Il 24 maggio il maestro Giampaolo Talani, con i suoi collaboratori, eseguirà dalle 15 alle 19 un affresco nel cortile di Michelozzo, dal titolo “Il Genio Fiorentino”; l’opera sarà donata alla Provincia. Il calendario degli eventi principali 15 maggio Lucio Dalla canta Benvenuto Cellini, chiesa di Santo Stefano al Ponte Vecchio 15 maggio L’esercito di Terracotta di Giuliano Ghelli, Cortile dei Muli, Palazzo Medici Riccardi 16-17-18 maggio Premio internazionale Vallombrosa Gregor von Rezzori Quando si dice che qualcuno è una faccia di bronzo, non gli si fa certo un complimento. Eppure ce n’è una di facce di bronzo, a Firenze, che per la sua bellezza lascia senza fiato. È la statua del Perseo di Benvenuto Cellini, sotto la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria. Per celebrare il grande scultore del Cinquecento, il Genio ha in programma un evento con Lucio Dalla che canterà il tormento con cui l’artista ha realizzato questo suo capolavoro. Per realizzare Perseo, Cellini impiegò infatti nove anni, volendo fondere la statua in un pezzo unico. Diventò una sorta di ossessione per lui: addirittura gli venivano alte febbri e fu costretto persino a fondere le stoviglie di casa pur di finirla. Dalla ne canterà le vicende nell’evento inaugurale del Genio. Anche lo scorso anno il Genio celebrò un maestro del Rinascimento fiorentino grazie alle musiche di un grande cantautore contemporaneo: fu Vinicio Capossela a presentare uno spettacolo in cui mise in musica le Rime di Michelangelo. Guarda il video su www.florence.tv! 17 maggio 100 Cantori per Firenze, strade di Firenze 22 maggio “Cavalcanti” A Sung Dramedy in 3 acts (1931-1933) di Ezra Pound (Dramedia Cantata), Palazzo Davanzati L’evoluzione dell’animazione: da Firenze alòla Pixar, Palazzo Medici Riccardi 23 maggio Quando Firenze era capitale del Carosello, Palazzo Medici Riccardi 24 maggio Vivaldi torna alla Pergola, Sala della Pergola 24 maggio Talani, l’affresco e il genio, Cortile di Michelozzo Palazzo Medici Riccardi 25 maggio Raffaello versus Leonardo, Palazzo Medici Riccardi Evento giornaliero, dal 15 al 25 maggio Nano Campeggi: i bozzetti del Genio, Palazzo Medici Riccardi Musica 10 Un ragazzo fortunato Jovanotti ha incontrato 200 studenti della provincia e ha parlato con loro di sogni, di impegno, di musica e di significato della propria vita. Ecco come è andata Guard sulla Flao Jovanotti www.florrence Tv! canale “ ence.tv, scuole”. di Ruggero Bianchi I ndossava una maglietta gialla con la scritta “Free Tibet please”. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha incontrato di recente 200 studenti delle scuole superiori della provincia di Firenze, in Palazzo Medici. È stata l’occasione per parlare con lui, fargli le domande più curiose, confrontarsi su temi importanti come la musica, il viaggio, la letteratura. Scherzare e cantare per più di due ore con l’autore di “Fango”, “Serenata rap” e “L’ombelico del mondo”. Jovanotti ha coinvolto gli studenti con i suoi racconti e con il suo entusiasmo. Ha parlato ai ragazzi dei suoi molti viaggi, degli incontri che hanno cambiato la sua vita, per esempio quello con il Dalai Lama, con il giornalista fiorentino Tiziano Terzani o con il cantante degli U2, Bono. Gli studenti lo hanno sommerso con le loro domande. Vichi: Grazie di essere qui Lorenzo! Ti ascolto da quando avevo 9-10 anni, sono cresciuta con le tue canzoni. Ora sei qui e ti chiedo: secondo te, quanto è importante per i ragazzi ascoltare musica? Lorenzo: La musica è tutto, è la pancia della nostra educazione. E’ importante, per i ragazzi ma anche per i più grandi, cercare di ascoltare tutto. Giulio: In che anno hai scritto l’Ombelico del Mondo? A cosa ti sei ispirato? L: A essere sincero l’avevo già scritta nel 1993, poi l’ho rifatta nel 95. L’idea mi è venuta in una discoteca londinese, ero insieme a Gianna Nannini. Mi sono venute in mente alcune parole di una strofa e le ho scritte su una salvietta per ricordarmele. Francesco: Quando ho ascoltato il disco nuovo per la prima volta, mi sono salite le lacrime agli occhi, mi sono commosso da quanto era bello. Come si fa a cantare con così tanto amore? L: Io penso che se ti commuovi ascoltando la musica, significa che anche tu hai tutta quella sensibilità dentro, altrimenti non sentiresti queste emozioni. Federico: Senti, ma come mai nella canzone “Tanto3” ripeti continuamente “tanto tanto tanto tanto tanto tanto?”. Ma che vuol dire? L: Beh, non vuol dire niente! La parola “tanto” è pura energia. Voglio raccontarti anche come è nato questo ritornello: stavo ascoltando una base di basso, che faceva “tan-dadan-da-dan-dan-dan”. Il ritornello di questa canzone è nato quindi da un giro di basso. Non sempre si deve dire qualcosa! Le canzoni nascono da un suono, da un’idea. Claudia: Come valuti il fatto che da internet si possono scaricare gratuitamente le canzoni? L: Gli artisti in questo modo guadagnano meno. I più preoccupati di questo fatto sono i discografici. Io vi consiglio di scaricare quello che volete per conoscere la musica il più possibile, ma se pensate che ci sia un artista che vale davvero, di quell’artista prendete gli album originali, perché su un album un cantante può aver speso anche due anni della propria vita. Vieri: Quanto ha inciso sulla tua vita Madre Teresa di Calcutta? L: Quello che mi ha colpito più di tutto è il contrasto tra il suo corpo così minuto e la sua forza, smisurata. Per me Madre Teresa di Calcutta è una persona che ce l’ha fatta, perché è riuscita a essere se stessa. Gherardo: Cosa provi quando sali sul palco? L: È bellissimo, perché mi trasformo. Sul palco sono solo “entusiasmo” e faccio cose che nella vita reale non farei mai. Per esempio faccio dei salti molto alti. Jovanotti infine si è espresso a favore di una legge a tutela dei giovani artisti. «Bisognerebbe tutelare la musica e prevedere accessi facilitati e sgravi per chi fa esibire i giovani musicisti». Chi c’era? Hanno partecipato all’evento l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, l’Istituto professionale per ciechi Nicolodi, il Liceo Classico Dante, l’Istituto professionale per i Servizi Sociali Elsa Morante-Ginori Conti, l’Istituto tecnico Salvemini-Duca D’Aosta, l’Istituto professionale per servizi commerciali e turistici Leonardo da Vinci, l’Istituto di istruzione superiore Sassetti-Peruzzi, l’Istituto di istruzione superiore Vasari di Figline Valdarno e l’Istituto Dante Alighieri. Sport Olimpiadi delle scuole, un successo 11 Il torneo interscolastico provinciale ha offerto la grande opportunità di vedere e provare tantissime discipline diverse e soprattutto di incontrare gli studenti degli istituti del territorio di Agnese Fedeli N on solo basket, pallavolo e calcio, ma anche discipline inusuali come il tennis tavolo, arrampicata e rugby. I 2.400 studenti delle scuole superiori che hanno partecipato alla prima edizione delle Olimpiadi delle Scuole - la grande manifestazione sportiva ideata dalla Provincia di Firenze in collaborazione con il Coni Firenze – si sono affrontati nelle più svariate discipline sportive. La grande festa dello sport, è iniziata, come accade in tutti i giochi olimpici che si rispettino, con l’accensione di una fiaccola simbolica: un’occasione per riflettere sulle Olimpiadi di Pechino e sul percorso dell’altra fiamma olimpica, che sta facendo molto discutere. La cerimonia di apertura si è tenuta il 18 aprile 2008, nella sede dei Canottieri di Firenze, sotto Ponte Vecchio. Ad animarla, un intrattenitore, molte autorità e soprattutto l’entusiasmo di tanti ragazzi pronti a sfidarsi nella prima delle tante competizioni, il canottaggio. Quello delle Olimpiadi delle Scuole diventerà un appuntamento fisso ogni anno, per sensibilizzare gli studenti e i professori all’importanza dello sport per un’educazione completa: un’occasione di sport prima di tutto, rivolto a tutte le scuole superiori del territorio. ri I primi vincito gare 1° classificati maschili: otti Michele Michel ombi e Francesco Z otti) (Cavour-Pacin agherini prof. Andrea M gare 1° classificati a Merolla femminili: Luci zzi e Bianca Peru co Capponi) (Liceo linguisti L ombardi prof. Giovanni Amicizia e divertimento nei commenti Francesca, Liceo Scientifico Pontormo: “Le Olimpiadi delle scuole sono più un gioco che una gara, non sono una vera competizione, però sono un buon modo per fare sport a scuola”. Ambra, Tornabuoni: “Le Olimpiadi sono un modo per provare uno sport nuovo e divertirsi, conoscendo anche ragazzi e ragazze di altre scuole”. All’inaugurazione hanno partecipato gli studenti della prima disciplina del medagliere, il canottaggio a due, il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, l’assessore alla Pubblica istruzione Elisa Simoni, il Presidente del Coni Provinciale Paolo Ignesti, il responsabile delle attività sportive della Provincia Fabrizio Balducci, il Presidente dei Canottieri Firenze Massimo Cavallina. Sara, Liceo Scientifico Pontormo: “Iniziative come queste sono un punto di riferimento per incontrare gli altri studenti”. Dalle scuole Tutto d’un POF 12 Proseguono gli appuntamenti formativi delle scuole. Arte e teatro nel mirino di Maria Novella Ermini Scopriamo gli uffizi Camminare attraverso i luoghi dell’arte in esclusiva senza la folla. Il progetto “Scopriamo gli Uffizi”, promosso dall’Associazione Amici degli Uffizi, dà la possibilità agli studenti di partecipare a una serie di incontri guidati il lunedì mattina, a museo chiuso. Anna e Giada del liceo Michelangelo hanno raccontato in questo modo l’esperienza fatta… G li Uffizi, culla di storia e arte, costituiscono la più illustre galleria italiana e una delle più note al mondo, orgoglio indiscusso della nostra città. Essendo meta “obbligatoria” per qualsiasi turista, risulta assai difficile per noi fiorentini poter gustati indisturbati le mirabili opere di questo luogo. Noi, studenti del liceo Michelangiolo, appassionati di storia dell’arte, siamo stati fortunati ad avere avuto questa opportunità: infatti, unici visitatori degli Uffizi, nel giorno di chiusura, abbiamo potuto immergerci con la massima tranquillità in un’atmosfera capace di farci rivivere epoche tanto lontane… Ed ecco che quindi abbiamo potuto attraversare la galleria quasi interamente deserta, ci siamo potuti sedere, per ascoltare con maggiore comodità ciò che ci descriveva la guida, nella famosa Tribuna di Francesco I e poi ci siamo potuti appostare “veneranti” di fronte alla Venere di Botticelli, quasi in religioso silenzio… Equamente distribuiti in tutta la stanza, solitamente tra le più affollate. Scontato dire che è stata veramente una bella esperienza, soprattutto perché purtroppo non capita spesso di poter osservare “dal vivo” ciò che studiamo tutti i giorni sui libri… e a maggior ragione in simile tranquillità. Comunque, al di là di questa rara opportunità che ci è stata offerta, le visite di mostre e musei risultano essere diventate alquanto infrequenti, probabilmente per il fatto che i programmi ministeriali tendono a dare maggiore importanza all’apprendimento tra le mura scolastiche, sottovalutando l’aspetto “pratico”. Allo stesso modo riteniamo che anche materie come storia dell’arte trovino poco spazio all’interno, per esempio, dell’orario scolastico, in cui addirittura in una sezione sperimentale come la nostra, sono presenti soltanto due ore, mentre invece nelle sezioni non sperimentali è presente vergognosamente un’ora sola. Concludiamo dunque col dire che sarebbe di nostro gradimento poter godere più volte di altre esperienze simili, o quasi, a questa, in modo tale da approfondire lo studio di quel poco che i libri e le misere due ore ci offrono. Anna Calò e Giada Giuliotti, classe II C, liceo classico Michelangiolo. Dalle scuole 13 festival il fiorentino 14 spettacoli per 14 istituti. Il Festival Il Fiorentino si sta svolgendo in un’atmosfera di grande entusiasmo da parte dei giovani partecipanti. Sul palcoscenico del teatro Cantiere Florida e del teatro Puccini i ragazzi stanno inscenando con passione e stanno mettendo a frutto tutto ciò che è stato insegnato loro durante l’anno scolastico sull’arte teatrale. Tutti sono adesso in trepida attesa di sapere l’esito della decisione della giuria incaricata di assegnare gli otto premi in palio (miglior testo, miglior regia, miglior attore e attrice protagonista, miglior attore e attrice non protagonista, miglior scenografia, migliori costumi). Intanto leggiamo i loro commenti… È il primo anno che partecipo con il mio gruppo al Festival Il Fiorentino, ma è da quando sono entrata a scuola che seguo il corso di teatro. È un’esperienza che mi è piaciuta fin dall’inizio perché è bello inscenare gli spettacoli e dà tanta soddisfazione. Uno degli aspetti più interessanti è che lavoriamo tutti insieme e, facendolo, diamo vita a qualcosa di bello. Chiara Piazzai, liceo scientifico Gramsci È bello recitare ed è bello farlo in inglese. Il nostro gruppo infatti ha inscenato un’opera in lingua originale e non credo che sia una cosa usuale. Spero che progetti di questo tipo portino i giovani a interessarsi al teatro. Esperienze così sono divertenti occasioni di scambio tra studenti. Il nostro spettacolo parla di amore e integrazione razziale, dà quindi un messaggio molto bello: non esistono confini e disuguaglianza. Partecipare a progetti così per ragazzi della nostra età significa mettersi in gioco. Miriam Altamura, istituto Sassetti-Peruzzi Iniziative così ci uniscono l’un l’altro, uniscono le etnie. È importante fare esperienze di questo tipo per noi ragazzi, soprattutto per chi frequenta una scuola come la nostra dove ci sono tanti studenti stranieri. Io sono filippino e per me è stato importante fare un’esperienza come questa. Ho trovato nuovi amici sul palcoscenico. È il terzo anno che partecipo al progetto teatrale e lo ripeterei ancora molto volentieri. Sara Malagrino, istituto Sassetti-Peruzzi Glenn Salute, istituto Sassetti-Peruzzi L’unica cosa che chiederei è di fare più sopralluoghi nei luoghi in cui si svolgerà la visita. Ellen Bartomioli liceo Machiavelli Un’esperienza bellissima che rifarei subito. L’aspetto più interessante è stato il contatto col pubblico, il parlare con persone sconosciute. Maria Vittoria Valacchi liceo Castelnuovo Chiara Morelli liceo scientifico Gramsci FAI: giornate di primavera Far conoscere ai ragazzi luoghi del territorio meno conosciuti ma dalla straordinaria bellezza. Durante l’anno scolastico, le classi hanno visitato insieme a un delegato del Fai e ai professori i luoghi in cui avrebbero poi fatto da guide; dopo questi sopralluoghi È il primo anno che partecipo a questo progetto. Ho fatto da guida con due mie compagne a Palazzo Sacrati Strozzi dalla mattina al pomeriggio alle 3. Un’esperienza davvero bella. Perché mi ha dato la possibilità di studiare un palazzo tra i meno conosciuti della città. Io e tutta la mia classe chiederemo che ci venga data l’opportunità di aderire di nuovo a questa iniziativa. Alessandro Baldini Machiavelli hanno studiato le caratteristiche dei vari siti artistici per poter svolgere al meglio il ruolo di “ciceroni”. In occasione delle Giornate di primavera del 5 e del 6 aprile sono stati aperti al pubblico ben 550 beni in 240 città italiane. L’impegno dei ragazzi è stato premiato con un attestato spendibile in termini di crediti formativi. Partecipare a questo progetto è stato davvero interessante e divertente, spero davvero di poterlo rifare. Valentina Vannucci Machiavelli L’aspetto più significativo di questa iniziativa è che ti avvicina al mondo del lavoro, ti fa vedere come si lavora nel campo dell’arte. A me personalmente è piaciuto molto. Una significante esperienza pratica. È importante aver potuto scoprire un palazzo di un così grande valore nel territorio della provincia di Firenze. Nel nostro territorio ci sono delle meraviglie sconosciute ai più ma ricche di fascino. Progetti di questo tipo aiutano a far maturare noi giovani nel contatto con gli altri e ci educano al rispetto dei valori, anche di quelli culturali. Enrico Fratini liceo Machiavelli È stato un lavoro faticoso ma appagante. Guidare persone sconosciute attraverso un edificio di solito chiuso al pubblico è un’esperienza che fa crescere la fiducia in se stessi. Giacomo Riccardi liceo Castelnuovo Io e la mia classe abbiamo fatto da “ciceroni” all’educatorio di Fuligno a Firenze. È stato bello guidare i visitatori attraverso la “sala decorata” di Bicci di Lorenzo. Un lavoro interessante che mi ha dato autonomia e sicurezza. Alberto Milo Bottinelli liceo Castelnuovo Un’esperienza nuova e costruttiva. A soli 17 anni spiegare a dei quarantenni è una cosa che non capita tutti i giorni e vale molto più di 10 giorni di scuola. Giulio Fratini liceo Castelnuovo La cosa più bella è che al termine della visita le persone ci hanno ringraziato. Li abbiamo condotti attraverso le sale dell’educatorio di Fuligno per più di un’ora e questo ci ha dato la possibilità di “vendere la nostra merce” al meglio. Marco Burigana liceo Castelnuovo Provincia 14 Fucina di imprenditori Dal 1986 la Scuola di Scienze Aziendali forma i giovani al lavoro d’impresa di Anita Bucelli P raticamente il 100% degli studenti del corso di gestione d’impresa trova lavoro dopo lo stage. Un vero primato, soprattutto di questi tempi, per una scuola di specializzazione. E una volta tanto non si tratta di una istituzione privata sistemata in qualche lontanissimo campus d’oltreoceano, bensì della Scuola di Scienze Aziendali di Sorgane, a Firenze. Una scuola che ha trovato il modo di eliminare la distanza tra scuola e mondo del lavoro. Da oltre vent’anni la Scuola di Scienze Aziendali di Sorgane, nata per iniziativa di Assindustria, Camera di Commercio, Comune e Provincia di Firenze, si propone di formare i futuri “quadri” d’azienda. Lo fa con corsi di gestione di impresa e di marketing, seguiti da stage pratici di inserimento nelle oltre 1000 aziende che appoggiano la scuola. Per accedervi è necessario il diploma di scuola superiore, oltre a superare un esame di ammissione (vedi box per i dettagli). «Un antidoto al bamboccionismo» l’ha definita il Presidente della Provincia di Firenze che lo scorso marzo è intervenuto all’Assemblea dei soci della scuola, dichiarandosi entusiasta dell’alto livello dell’offerta educativa alla quale gli studenti rispondono prontamente. Ed è proprio l’opportunità lavorativa ciò che ha spinto Sara, 20 anni, ad iscriversi subito dopo il diploma: «Ho pensato che frequentare l’università non mi avrebbe dato la stessa sicurezza per il mio futuro lavorativo - racconta – Dopo i primi sei mesi in cui ci hanno fornito nozioni di cultura economica generale ed aziendale, stiamo entrando nella fase di specializzazione». Sara ha scelto “Gestione amministrativa” per approfondire quei problemi che affronterà nel suo futuro impiego attraverso esempi concreti illustrati da veri imprenditori e dirigenti aziendali. Marco invece ha 24 anni e qualche esperienza lavorativa alle spalle: «Ho scelto il corso di Marketing perché prevede tre mesi di stage all’estero»; il suo sogno è quello di avviare un’attività propria. Conoscere, saper essere, saper fare Nasce nel 1986 per iniziativa di Assindustria, Camera di Commercio, Comune e Provincia di Firenze. Si rivolge ai giovani dai 18 ai 26 anni con diploma di Scuola Secondaria Superiore. La durata è di 18 mesi di cui 12 in aula e 6 di stage. I primi 6 mesi in aula sono comuni a tutti, gli altri 6 mesi sono di specializzazione. I corsi di specializzazione sono due: Marketing, distribuzione e tecniche di vendita; Gestione amministrativa, contabilità dei costi e logistica. Fondamentale l’insegnamento delle lingue straniere oltre all’inglese: tedesco, spagnolo, russo, cinese mandarino, giapponese, arabo. Gli insegnanti sono docenti madrelingua. LA CURIOSITÀ Le “quote rosa” della scuola sono superiori alle iscrizioni maschili: 59% ragazze e 41% ragazzi. Sembra inoltre che le giovani donne rispondano più volentieri alle offerte di lavoro all’estero. È richiesto l’obbligo di frequenza. Sono previste frequenti verifiche ed esami selettivi, individuali e/o di gruppo. Il corpo docente è costituito da imprenditori, dirigenti e anche professori universitari. La maggior parte degli stage si conclude con l’assunzione dei partecipanti; la scuola collabora con i non assunti, proponendo i loro curricula alle 1000 aziende con cui essa è in contatto. Esperienze interessanti sono gli stage all’estero per gli studenti di marketing: Australia, Stati Uniti, Canada, Cile, Cina e tutta l’Europa Occidentale. I costi non sono superiori a quelli di un corso universitario: lo studente versa entro i primi 12 mesi una quota di iscrizione ed una cauzione che gli verrà rimborsata durante lo stage. Le prove di ammissione al Corso in “Gestione d’Impresa” sono soprattutto dedicate all’analisi delle potenzialità psicoattitudinali, della cultura e delle motivazioni dei candidati, insieme alla loro capacità di rispondere con logica, buon senso e creatività a problemi non previsti. CONTATTI: Scuola di Scienze Aziendali Via Tagliamento 16 50126 Firenze Tel. 055-6820681 Fax 055-6820536 e-mail: [email protected] www. scuolascienzeaziendali.it Ragazzi Un caloroso rock n’ roll a tutti! Gli Holes in the Ground sono un gruppo che ha voglia di “divertirsi e fogassi all’inverosimile”. E pare decisamente riuscirci di Mattia Hagge T utto iniziò l’anno passato - dopo otto anni di pianoforte classico e uno di blues jazz - quando decisi di iniziare a orientarmi verso il rock. Iniziai ascoltando i Coldplay, e facendo cover di loro brani al piano. Passai poi ai Pink Floyd, grazie ai quali iniziai ad amare la chitarra e decisi così di prendere delle lezioni da un amico che ha un gruppo da tanti anni, Francesco (chitarrista dei Rumorerosa). Lui, oltre ad insegnarmi le basi tecniche, mi fece conoscere molti gruppi e sotto-generi del rock. Dopo un mese, all’incirca a febbraio, venni a conoscenza del fatto che un mio carissimo amico, Alessio (fra le altre cose mio coetaneo), prendeva lezioni di basso anche lui da Francesco. Così, iniziammo a suonare insieme qualche canzone dei Radiohead e degli Oasis. Vista la preparazione di entrambi, le canzoni riuscivano bene, ma era comunque ancora un passatempo casalingo. Verso aprile fui informato a proposito di un concorso musicale amatoriale, organizzato a Greve in Chianti, dove abito. La tentazione di parteciparvi fu irresistibile e andai subito alla ricerca di un cantante e di un batterista. Purtroppo non trovai nessuno dei due e così chiesi a un mio amico pianista, se voleva cimentarsi nella batteria. In poco tempo, aveva imparato a suonare i tempi di base. Visto che la mia preparazione alla chitarra non era ancora del tutto sufficiente, dovendo anche cantare, chiamai un amico chitarrista che accettò entusiasta di suonare con noi. Preparammo la cover di Wonderwall degli Oasis. Poi cercammo un nome da dare alla band che rendesse l’idea della nostre intenzioni musicali: fantasia, tanta voglia di divertirsi e ‘’fogassi all’inverosimile’’ ai concerti. Inizialmente eravamo un po’ perplessi. Ma una volta, mentre ero in casa a sentire un pezzo dei Greenday, dissi Nei primi mesi del 2008 abbiamo “boia, questa canzone fa davvero le iniziato a comporre delle canzoni che buhe n’terra!”. Detto fatto, quel motto incideremo in vista di un primo cd. diventò il nostro nome (tradotto in Per ora questa è la storia della nostra inglese “Holes in the Ground”). Dopo band, che speriamo abbia un futuro il concorso, il batterista se ne andò; moooolto produttivo. tuttavia, mi mise in contatto con Riccardo, batterista formidabile, che nonostante avesse solo 13 anni, aveva Ps: Ringrazio un’esperienza incredibile. Dopo tutti i miei alcune settimane, se ne andò anche il insegnanti di chitarrista, a cui non piaceva il genere musica (Lorenzo di canzoni che suonavamo. Schultetus, Si creò così la formazione attuale: Fabio Albertosi, Mattia, detto anche “i’Kagge”, al Francesco piano-tastiera, chitarra e vocalist; Baggiani e Alessio, o “I’Napo” al basso; Riccardo, Margherita ma anche “Zecca” alla batteria e Vienni)! seconda voce. Per tutta l’estate, ci dedicammo alla preparazione di cover di generi di rock molto diversi fra loro Riccardo Marchi: ha 14 (dai Coldplay, anni, è nato il 20/03/1993, ai Nirvana, dai Greenday ai frequenta l’Istituto Tecnico Linking Park), non Agrario Statale di Firenze. solo per imparare E’ il batterista del gruppo. a conoscerci musicalmente ma anche per trovare Alessio Napodano: ha 17 un orientamento anni, è nato il 5/ 03/ 1991, musicale prima frequenta l’Istituto Alberghdi iniziare a sviluppare canzoni iero Aurelio Saffi di Firenze. nostre. Verso E’ il bassista del gruppo. agosto, capimmo che i generi più affini al nostro stile Mattia Hagge: ha 16 anni, è erano l’alternative, nato il 1/11/1991, frequenta il post-brith rock e il liceo classico Michelanil piano rock. Le nostre band giolo di Firenze. E’ il pianidi riferimento sta-tastierista, chitarrista, divennero così cantante del gruppo. i Radiohead, i Muse e i Coldplay. Gli Holes chi? Giovani e politica Uno studente del Galileo ha scritto un saggio in questi giorni in libreria «Ogni schieramento non cerca un dialogo, un accordo, un confronto nel pieno rispetto, un’apertura politico-ideologica». Tommaso Soldi ha 16 anni ed è un moderato. Ha scritto un saggio, in libreria in questi giorni, che si intitola “Vivere l’Oggi costruendo il Domani” in cui espone il suo modo di vedere la politica come impegno sociale non fatto di estremismo, bensì di accettazione delle «differenze culturali e religiose mantenendo tuttavia un acceso ricordo ed un mantenimento del nostro passato e delle nostre tradizioni unito ad un sano senso di modernizzazione e di sviluppo». Il suo libro è uno strano oggetto, di questi tempi: un volume sull’impegno politico dei giovani, sulla voglia dell’autore inserirsi nel contesto sociale armonizzando le parti, evitando lo scontro, ma soprattutto impegnandosi. Nel tempo di YouTube, quando i ragazzi sono spesso additati come gli imperatori del disinteresse, della superficialità e della violenza, Tommaso dà voce a quella larga parte che, a volte silenziosa, non si arrende e vuole incidere con le proprie azioni, con la propria vita, sull’andamento delle cose pubbliche. Senza urlarlo, ma con la forza conciliante della pacatezza. 15 A.A.A. Cercasi canta Peppers - Greennte per gruppo rock, stile R Floyd, Dire Stra Day (ma eventualmente aned Hot Chili anni, preferibilmits ecc.), di età compresa fra che Pink chiamate ARTU ente del quartiere 5. Per co i 14 e 16 (340/2273909) RO a casa (tel. 055/366519),ntattarmi sul cellulare desantis.dico o scrivete all’indirizzo simo@virgilio .it Mi chiamo B er 6 anni. Ascolto nardo, ho 16 anni e suon Deep Purple, Ir principalmente musica rock o la chitarra da stiamo cercandoon Maiden… Suono con un : Led Zeppelin, qualcuno che vu un cantante per creare un batterista e gr ole unirsi al gr uppo? Scrivete uppo. C’è all’indirizzo: b numerosi arbara_bosc [email protected]. Provocando Firenze Spettacolo seleziona per noi gli appuntamenti più caldi sul fronte della musica dal vivo a Firenze in MAGGIO Concerti, dj sessions, live act, serate clubbing. Triston Palma - Sab 10 ore 22 Palasport – via Rialdoli, Scandicci www.switchproject.net ingresso gratuito Grande reggae con una delle punte di diamante della scena giamaicana. MANDELA FORUM Viale Paoli - www.bitconcerti.it tel. 055 667566 - inizio concerti ore 21 Jovanotti - Lun 12 ore 21 posti numerati 43,70/36,80/32,20 euro Il Safari Tour del rapper di Cortona. Con tutti i nuovi brani e i grandi successi SASCHALL L.no Aldo Moro - tel. 055 6504112 inizio concerti ore 21 www.bitconcerti.it - www.sashall. Afterhours - Mar 13 ore 21 16 euro - Il gruppo milanese di Manuel Agnelli: un disco “avventuroso”, brani diversi, voglia di sperimentare, pop, rock, elettronica. Ven 30 La Musica del Cuore Happening culturale, artistico ed informativo. La voce di Barbara Innocenti e quattro scuole toscane di ballo. Gran finale del Dj latino Caramelo - 15 Euro per Emergency ALTRI CONCERTI Lucio Dalla - Gio 15 ore 21 Chiesa S. Stefano al Ponte Piazza S. Stefano www.bitconcerti.it - 21 euro L’artista bolognese dedica questo concerto-spettacolo tra musica e letture al genio fiorentino Benvenuto Cellini. Gregor Samsa - Gio 15 ore 21 Sala Vanni - Piazza del Carmine, 14 tel 055 287347 www.musicusconcentus.com Atmosfere rarefatte e ritmi indolenti, per questa band rivelazione del post-rock Usa. Giovanni Allevi Ven 16/Sab 17 ore 20,45 Teatro Verdi – via Ghibellina 99 www.bitconcerti.it tel 055 212320/2396242 28,75/2317,25 euro Il genietto della tastiera coinvolge un’orchestra sinfonica. In bilico Le idee fanno paura? di Matteo Renzi ([email protected]) Quando in famiglia ci sono un nonno o uno zio che riescono a fare qualcosa di grande, per molto tempo tutti sono contenti, entusiasti, orgogliosi. Si fa molta fatica a trovare nel mondo intero una famiglia più ricca di nonni e zii di cui essere orgogliosi della famiglia fiorentina. La provincia di Firenze ha infatti visto nascere o crescere alcuni tra i più grandi geni di tutti i tempi. Pensate a Leonardo da Vinci e Dante Alighieri, pensate a Michelangelo e Galileo, pensate a Brunelleschi e ai grandi pittori del Rinascimento. Ma anche ad invenzioni come il telefono o il motore a scoppio, alla nascita della moda o del calcio. Abbiamo una storia insomma che dà i brividi. Una storia unica e straordinaria. Da quattro anni la Provincia organizza una manifestazione chiamata “il Genio Fiorentino”. Si tratta di un contenitore di eventi, culturali e turistici, con l’obiettivo di ricordare il passato, certo. Ma anche e soprattutto di costruire il futuro. Perché di questo abbiamo bisogno. Vivere la storia meravigliosa di Firenze non come un souvenir da sfruttare e magari da vendere ai turisti, ma come uno stimolo per fare cose sempre nuove, per rischiare, per osare, per non aver paura di mettersi in gioco. Il Genio Fiorentino punta a dare un’occasione in più per migliorare la qualità del turismo nel nostro territorio. Ma punta soprattutto tra classica e pop. AUDITORIUM FLOG - FLOG W LIVE via M. Mercati, 24/B - tel. 055 487145 inizio spettacoli ore 21.30 www.flog.it Ven 23 Les Italiens, che Orchestra! Progetto dedicato alla musica degli anni ‘50. Gio 1 Shantel & Bucovina Orchestra - Dj di lungo corso, Shantel ha aperto la strada all’idea stessa di balkan clubbing - 15/13 euro VIPERTHEATRE via Lombardia/via Pistoiese tel. 055 318056 - inizio spettacoli ore 22 www.viperclub.eu Massimo Ranieri - Ven 23 ore 21 Politeama Pratese - via Garibaldi 33 info 0574 603758 www.politeamapratese.com L’eterno scugnizzo della musica italiana. Nick Cave & The Bad Seeds Ven 30 ore 21,15 Sesto d’Estate - Parco Villa Solaria viale Gramsci/Via Strozzi tel. 055 667566 - www. bitcoconcerti.it Un grandissimo della musica internazionale fresco di uscita discografica. Il singer australiano sfodera grinta e chitarre come ai bei tempi. Gigi D’Alessio - Sab 31 ore 21 Cittadella del Carnevale Viareggio 46/38/29 euro - info 0577 391787 Spettacolo d’impronta teatrale, a stabilire la scaletta è lo stesso pubblico... a valorizzare i motivi per cui uno è fiero e orgoglioso di essere fiorentino. Motivi che vengono dal nostro passato, ma ci spingono a fare i conti con la realtà e a costruire i domani. Per questo le ragazze e i ragazzi delle scuole sono gli interlocutori numero uno del Genio Fiorentino. Perché respirare futuro è per voi naturale. E il titolo che abbiamo scelto per quest’anno, tratto da una frase di Vasco Pratolini, “Le idee non fanno paura a chi ne ha” è un ulteriore modo per stimolare a pensare, riflettere, proporre, vivere e non vivacchiare. Quello che ciascuno di voi può e probabilmente deve fare. In questo numero di Ottoemezzo trovate alcune informazioni sul Genio Fiorentino 2008. Altre sono Sab 3 Caparezza - Dopo anni di assenza, torna con un nuovo album Le dimensioni del mio caos, un disco j’accuse. Ven 9 Fabri Fibra - Rapper italiano dalle rime scomode, una buone dose di follia e qualche argomento di spessore. Sab 10 Punkreas - storica punkband milanese. Ven 16 il ragamuffin dei Sud Sound System. Sab 17 Gem Boy spassosa rock-band demenziale sul sito www.geniofiorentino.it. Non vi chiediamo di partecipare a tutti gli eventi, specie in un periodo così delicato per l’anno scolastico che si avvia alla conclusione. Ma di dare un occhio e di far sentire la vostra voce sì. Quali sono le vostre idee per il futuro di questo territorio? Quali i principali problemi? Come vivere con più consapevolezza questa eredità così importante ma anche difficile da gestire? Sono temi cui cercheremo di dare risposta con il Genio Fiorentino 2008. Ci piacerebbe farlo anche col vostro contributo. Perché essere cittadini di questo territorio non è solo un dato casuale. È una grande responsabilità, è un grande orgoglio, è una grande sfida. Non vi pare? Gio 22 Motorpsycho Parte da Firenze il nuovo tour dei padrini della psichedelia scandinava - 22 euro. Ven 23 Enrico Ruggeri Il cantautore italiano torna alle origini con un album rock - 15 euro. Sab 24 Casino Royale Plays Ska Ritorno al passato, quando la band suonava reggae e ska - 15 euro Unplugged Live Music Club ore 21/02 via de’ Saponai 14 www.unpluggedmusicclub.it ingresso gratuito Ven 2 Il blues/soul dei Cool Cats Ven 9 Il country rockabilly degli Street Clerks Sab 10 Il rock/blues della Unneband Sab 17 Il folk di Hubert Rapisardi Ven 23 Antonello Minnei cantante-polistrumentista, nuovo progetto combat-folk Sab 31 Festa di fine stagione con mega jam session. TENAX Via Pratese, 46 - tel 055 308160 www.tenax.org Sab 3 Kalabrese & Onur Ozer. Matteo Renzi Presidente della Provincia di Firenze Puoi rispondere alla “provocazione” del Presidente Renzi scrivendo direttamente a: [email protected] oppure su You Tube, dal sito www.matteorenzi.it Mer 7 Le Vibrazioni La rock-band italiana più amata. Dal pop all’hard rock anni’70 - 10 euro Gio 8 Luca Barbarossa Il cantautore romano tra pop d’autore e rock ballad - 10 euro Ven 9 Julie’s Haircut. Sab 10 Marta sui Tubi. Dom 11 Mondo Marcio Il più oscuro rapper dell’italica canzone. Ven 16 Xiu Xiu. Sab 17 Melody Fall - La nuova boy band italiana del momento 15 euro Sab 10 Loco Dice + Alex Neri Sab 17 Mega-party di chiusura, con Ricardo Villalobos. Demiurgo del sound minimal, il dj cileno/tedesco è venerato come una pop-star: house, elettronica ’80 e ritmi tribali. Storytellers’ Tales Public House - Via Palazzuolo 27r concerti ore 22.30 www.ilpopolodelblues.com Ven 9 Lorenzo Semprini: le “Dirty Roads” del folk-rock americano. Gio 29 Da Nashville Will Hoge, nuovo rock a stelle e strisce. Florence Vintage Market Lungarno Anna Maria Luisa De’ Medici, 8 - info prenotazioni brunch 055 211093/333 2067116; 335 8390356 - ingresso libero Dom 18 davanti al Ponte Vecchio in riva all’Arno, ospite la Società Canottieri, mostra mercato di abiti e accessori vintage donna e uomo, rarità Levi’s, Gucci, Chanel. Dalle 13.30 alle 16 brunch all’americana, pomeriggio dj set e musica dal vivo, tramonto con aperitivo. Ingresso libero.