Il processo di acquisto nei mercati business to business Appunti di Tecniche di Vendita Dispensa redatta dal Prof. Marco Galdenzi ad uso degli studenti del Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione Anno accademico 2016/2017 Il marketing business-to-business Il marketing business-to-business ha per oggetto gli scambi di beni e servizi che intervengono tra organizzazioni. “Esistono quattro categorie di acquirenti organizzativi: produttori, intermediari, enti pubblici, altre istituzioni. Considerato nel suo insieme, il marketing rivolto ai produttori e agli intermediari è detto marketing business to business o marketing B2B”1 Questi utilizzano i beni e servizi acquistati per perseguire gli obiettivi che l'organizzazione si prefigge. In tal senso gli acquisti potranno essere finalizzati alla produzione di altri beni o essere rivenduti ad altre aziende o al consumatore finale. Come sottolinea Valla2 comprendere quali sono i meccanismi che intervengono nel processo di acquisto dei beni nei mercati B2B, risulta utile nella formazione dei venditori, in quanto questi possono comprendere meglio le modalità operative del cliente, definire le azioni da attuare nelle diverse fasi del rapporto ed infine cogliere le opportunità nei momenti in cui esse si presentano. Le principali caratteristiche di questi mercati sono: Domanda derivata. La domanda dipende da quella generata dai mercati in cui l’acquirente opera. Quindi per fare delle valutazioni sul suo andamento è necessario analizzare la dinamica dei mercati dei prodotti finali. Nel breve termine la domanda presenta una bassa elasticità al prezzo, dato che se l’incidenza del costo del prodotto sui costi totali o la sua variazione è bassa, l'incremento di prezzo può essere facilmente trasferito sui clienti a valle. Ma anche se l’incremento non potesse essere trasferito al cliente finale, non è sempre facile sostituire nel breve un articolo nell’assortimento di un p.v. o tra i componenti previsti nella distinta base di un prodotto. 1 J.Paul.Peter, James H. Donnelly Jr, Carlo Alberto Pratesi, Marketing, McGraw-Hill, 2013 Valla J.D. Le comportement des groupes d’achatt, in L’action marketing des entrepries industrielles, Parigi, Collection Adetem, 1980 2 1 Al contrario, può presentare una elevata elasticità al prezzo di altri beni sostitutivi del prodotto destinato ai consumatori finali. Può essere soggetta a fluttuazioni, determinate dalle aspettative sull'evoluzione della congiuntura, da politiche speculative, dal costo del denaro. Ha un elevato grado di concentrazione. Le variazioni nella domanda di beni di consumo finale hanno un effetto amplificatore sulle scorte, il cosiddetto effetto Forrester, conosciuto anche come principio di accelerazione, effetto frusta o Bull-whip effect. Il professor Jay Forrester intraprese uno studio che si proponeva di simulare l’andamento della domanda, degli ordini e delle scorte in una catena d'imprese. Tale ricerca evidenziò che, nel tempo, era possibile riscontrare un significativo effetto di amplificazione della domanda nel trasferimento degli ordini dagli attori a valle del Supply network a quelli a monte. Altro aspetto importante, considerato da JayForrester, è quello relativo alle scorte, che lungo la Supply Chain, possono essere soggette a oscillazioni ampie e irregolari. Questo effetto, come detto, viene anche chiamato anche effetto frusta, proprio per il tipo di oscillazione della domanda che esso crea; un minimo movimento, all’estremo della frusta, causa un grande movimento alla sua estremità opposta, generando un effetto “amplificante” della fluttuazione durante il rilancio all’indietro degli ordini lungo la catena logistica. Secondo tale effetto, ad esempio, un cambiamento del 10% della domanda dei rivenditori al dettaglio può provocare una variazione di oltre il 40% della domanda dei produttori. I valori degli ordini trasferiti alla catena di fornitura e l’unità di base dello scambio informativo tendono a essere distorti a causa di politiche e comportamenti adottati dai vari attori del network dettati dalla volontà di ottimizzare la propria prestazione. L’effetto Forrester, dunque, non è generato unicamente da errori di comunicazione e distorsioni della domanda, ma la causa principale è data dal desiderio, da parte di ciascun attore, di ottimizzare localmente la propria posizione. 2 Esiste poi un altro elemento caratterizzante l’effetto Forrester: lo sfasamento dell’andamento degli ordini che passano da valle verso monte all’interno della Supply chain. In tal senso, bisognerà considerare il tempo che può intercorrere tra la creazione della domanda in una certa sezione della Supply chain, la sua trasmissione e la soddisfazione da parte dei fornitori. I tempi di processo degli ordini, la produzione e il trasporto causano, degli sfasamenti temporali delle volte anche particolarmente rilevanti. Ad esempio se si verifica un incremento delle vendite per il dettagliante in gennaio, è ipotizzabile che il grossista verrà impennarsi le sue vendite con un certo di ritardo, per esempio in febbraio, e così via per i successivi attori a monte. Evidentemente gli attori più penalizzati saranno quelli che si troveranno a monte della catena. In sintesi l’effetto Bull-Whip può essere così schematizzato per punti: effetto di amplificazione della domanda nel trasferimento degli ordini da valle a quelli a monte con oscillazioni ampie delle scorte; desiderio di ottimizzare localmente la propria produzione; presenza di un certo sfasamento tra i picchi che si verificano nell’andamento della domanda e degli ordini. Nell’esempio riportato di seguito è stata considerata una Supply chain composta da quattro attori: un dettagliante, un grossista, un produttore e un fornitore. (Tabella 1) Come evidenziato nell’ultima riga dell’ultima colonna a destra, si suppone che la domanda del mercato finale al dettagliante si riduca da 100 pezzi nel periodo 1 a 95 pezzi nei successivi periodi. Ciò impatta sulla dinamica degli ordini, della produzione e delle scorte di tutti gli attori della catena. Per semplicità si supponga che tutti gli attori adottino la stessa politica di gestione delle scorte: avere a magazzino alla fine di ciascun periodo un quantitativo di prodotti (Sf) pari alla domanda relativa allo stesso periodo. In pratica ogni attore ha deciso di avere scorte di magazzino in grado di soddisfare la domanda dei propri clienti per un periodo. La scorta all’inizio del periodo 1 (Si) sia di 100 pezzi per tutti gli attori. Per semplicità si considerino tutti i lead time nulli. 3 All’inizio del periodo 1, il dettagliante ha 100 pezzi a magazzino (Si) e si trova a dover soddisfare una domanda di 100 pezzi. Dal momento che intende avere a magazzino alla fine del periodo 1 un numero di pezzi (Sf) pari alla domanda,, che è di 100 pezzi, provvede ad acquistare dal grossista 100 pezzi (Acquisti= Sf - Si + domanda). Il grossista, dovendo soddisfare una domanda di 100 pezzi da parte del dettagliante provvede a richiedere al produttore 100 pezzi. Analogamente tutti gli altri attori. a Per i periodi successiv successivii al primo si prosegue nello stesso modo. Il Grafico seguente3 riporta l’andamento della domanda per il dettagliante, il grossista, il produttore e il fornitore. Si noti come a fronte di una 3 Romano P. Danese P., “Supply chain management” La gestione dei processi di fornitura e distribuzione 4 domanda finale di mercato relativamente stabile, si generino delle fluttuazioni sempre più ampie spostandosi a monte lungo la catena di fornitura. Gli ordini sono spesso di importo elevato e, in molti casi, la maggior parte del fatturato di un'impresa viene realizzato con un numero relativamente basso di acquirenti, almeno se raffrontato alle dimensioni dei mercati di consumo finale. 2. Comportamenti d'acquisto dei clienti. Gli acquirenti presentano caratteristiche di maggiore razionalità rispetto al consumatore finale, ed anche se le decisioni sono influenzate da una pluralità di fattori, sono in grado di specificare le proprie aspettative. Esprimono elevate capacità di comparazione tra offerte diverse e di verifica tra prestazione ricevuta e concordata. Il processo d'acquisto può essere complesso e coinvolgere molteplici funzioni e livelli gerarchici. Il potere contrattuale detenuto dall'acquirente di questi prodotti è superiore a quello degli acquirenti di beni di consumo. 5 3. La natura dei rapporti tra fornitore ed acquirente. Le condizioni dello scambio sono quasi sempre oggetto di negoziazione (prezzo, modalità di pagamento, consegne, …). La complessità delle esigenze dell'acquirente o dei prodotti forniti, spesso implica lo sviluppo di forme di collaborazione con il fornitore, che perdurano nel tempo. I criteri d’acquisto La persona che ricopre il ruolo di acquirente non opera per sé stessa, bensì per conto dell'impresa utilizzatrice, ovvero dall'ente per il quale questa persona agisce. Quindi il suo comportamento poggia su motivazioni di natura organizzativa o istituzionale ed è finalizzato al conseguimento degli obiettivi dell'impresa. I criteri di acquisto si ricollegano a considerazioni di natura economica (redditività, budget, analisi costi-benefici), quindi valutati in base ad elementi oggettivi. Le variabili fondamentali che orientano la decisione possono individuarsi, in prima approssimazione: nel prezzo nel livello qualitativo nei servizi connessi al prodotto. In merito al prezzo occorre rilevare che le scelte degli acquirenti di rado sono condizionate in modo esclusivo da esso, infatti in genere si tende ad attribuire un maggiore significato al valore di acquisto. Questo racchiude in se: il prezzo d'acquisto, il livello di affidabilità e di rendimento, il grado di adattabilità al sistema produttivo, le modalità e i termini di pagamento, ecc. L'adozione del concetto di valore d'acquisto può comportare che ad un prodotto con un prezzo di listino minore, ma un insieme di costi addizionali palesi o latenti, possa essere preferito un prodotto che abbia un prezzo superiore ma allineato con il valore che l’acquirente ritiene di ricevere a fronte del prezzo pagato. 6 Il valore del bene così inteso è: Soggettivo: Un prodotto/servizio non ha un valore intrinseco, ma soggettivo; quello che vale per un cliente non vale per l’altro … Relativo: è relativo a quello di ogni altra offerta che può soddisfare lo stesso bisogno … Dinamico: la percezione di valore cambia nel tempo e dipende da fattori macro e micro … Multidimensionale: il valore è il rapporto tra la combinazione dei benefici ottenibili e il costo sostenuto per acquisirli Il valore ha più dimensioni, alcune di queste sono più facili da misurare ed hanno una valenza oggettiva come ad esempio il valore economico e quello tecnico funzionale. Mentre altre dimensioni sono più difficili da valutare con come ad esempio gli aspetti intangibili e quelli emozionali. Il valore economico È speculare al costo-sacrificio sopportato dal cliente È espresso in modo esplicito e facilmente confrontabile È importante valutare il costo complessivo (es. manutenzione, costi di sostituzione, accessori, ecc.) Il valore tecnico funzionale Si riferisce alle caratteristiche tecniche e alle performance che riescono a esprimere È facilmente visibile e confrontabile con altri prodotti concorrenti Queste dimensioni sono differenti in base alle caratteristiche del cliente specifico Il valore intangibile Tempo: oggi il tempo ha sempre più valore, per cui se si è in grado di non far perdere tempo ai clienti, il valore percepito aumenta 7 Semplicità: semplificare un problema complesso aiuta a risparmiare tempo e sforzo psico-fisico nel pensare e nel decidere Rischio: il pericolo che si corre nell’acquisto e nell’utilizzo di un prodotto/servizio Innovazione: il livello di novità contenuto in un prodotto/servizio può influenzarne il valore percepito, ma le caratteristiche del cliente ne influenzano la valutazione 8 Il valore emozionale L’acquisto di un prodotto/servizio è legato a dimensioni edonistiche (di ricerca del piacere), che includono concetti estetici ed emozionali, poco misurabili Immagine Oltre al prezzo, nel business to business, particolare rilevanza viene attribuita alla variabile “qualità”, cioè dalla combinazione delle proprietà e degli attributi che consentono al bene di essere efficacemente destinato ad un predeterminato impiego. Gli altri elementi che vengono presi in considerazione sono i servizi offerti con il bene (consegne, finanziamenti, assistenza, formazione, ecc) e la reputazione del fornitore, ovvero il prestigio e la considerazione di cui egli gode agli occhi dell'acquirente. Una ricerca effettuata dal Centro Estero Camere di Commercio dell’Emilia Romagna presso le grandi catene distributive internazionali, attraverso interviste fatte ai responsabili degli uffici acquisti, evidenziava che un ruolo fondamentale nella valutazione di un prodotto/fornitore è ricoperto dal servizio complessivo offerto. “Il big buyers chiede al fornitore una serie di servizi che non riguardano soltanto la tempestività delle consegne o il display. Chiede capacità di fare nuove proposte; capacità di modificare l’offerta in funzione di nuove esigenze, disponibilità e prontezza nel trattare eventuali reclami, controlli qualità”4 La reputazione del fornitore può assumere una importanza specifica quando tale immagine si trasferisca, più o meno direttamente nel prodotto realizzato, o più in generale sull’immagine del cliente qualificandolo e valorizzandolo agli occhi dei successivi destinatari. Si pensi ad esempio alle automobili che adottano impianti audio di marchi prestigiosi o sedili in pelle di Poltrona Frau, ma anche prodotti di marca in grado di qualificare l’assortimento di un punto vendita. 4 Giorgio Pellicelli, Big Buyers. Il Marketing della grande distribuzione. Il sole 24 ore, 1991, Milano 9 Le motivazioni degli acquirenti B2B, oltre che da una ricerca delle combinazione ottimale tra i parametri precedenti può derivare anche da particolari cause, tra le quali: particolari condizioni di mercato e/o di situazioni congiunturali che modificano le normali abitudini di acquisto di determinati beni (es. In presenza di forti oscillazioni dei prezzi i clienti possono decidere di anticipare o ritardare definiti acquisti); l'esistenza di accordi o di normative vincolanti le scelte di acquisto; l'influenza esercitata da fattori psicologici individuali, quali il prestigio, le convinzioni soggettive, ecc. I soggetti che partecipano al processo decisionale La possibilità che al processo di acquisto possono prendere parte, con responsabilità differenti, una molteplicità di soggetti, rappresenta una peculiarità degli acquisti nei settori B2B. La complessità delle interrelazioni decisionali influenti sull'acquisto, varia notevolmente, soprattutto in rapporto alle differenze riscontrabili nella struttura organizzativa dell’acquirente. Queste possono infatti essere piccole imprese o esercizi commerciali tradizionali con uno o pochi addetti o grandi società con uffici acquisti dotati di numerose risorse, anche estremamente specializzate, si pensi ai grandi gruppi industriali o alla GDO. Ogni situazione di acquisto tende pertanto ad evidenziare differenti e specifici ruoli. In questo senso Webster e Wind5 definiscono l’unità decisionale del processo di acquisto come “centro acquisti”, costituito da un insieme di soggetti o gruppi che partecipano al processo decisionale. 5 Webster e Wind, Organizational Buying Behvior. 10 I ruoli svolti dagli appartenenti al centro acquisti sono: iniziatore influenzatore; decisore; compratore; utilizzatore. L'iniziatore, rappresenta colui a cui far risalire l'avvio dell'iniziativa dell'acquisto. L’influenzatore, è colui che per il ruolo ricoperto all’interno dell’organizzazione, è in grado di esercitare pressioni ed influenze sulle decisioni di acquisto. A questo gruppo appartiene anche il “gate-keeper”, ovvero chi controlla il flusso di informazioni necessarie per assumere le decisioni. Il decisore non è un ruolo che trova riscontro in una funzione prevista in organigramma, ma varia sulla base della tipologia di prodotto acquistato. Il compratore è colui che ha l’autorità formale di scegliere il fornitore e definire le modalità di acquisto. L’utilizzatore, al quale va però attribuita una interpretazione più ampia di quella letterale. Esso, infatti, non è solo colui che utilizza materialmente il bene come strumento di produzione, ma anche chi dovrà collocarlo sul mercato. Come si vede, la composizione del centro acquisti è complessa ed inoltre varia in funzione del tipo di decisione che deve essere presa. Nelle piccole realtà lo stesso soggetto può ricoprire più ruoli. 11 Per gli acquisti di routine e per gli acquisti invariati, la responsabilità può essere delegata al solo ufficio acquisti che emetterà un ordine simile ai precedenti. Se la fornitura viene negoziata con lunghe scadenze temporali (es. una volta l'anno) sarà comunque oggetto di un riesame complessivo per valutare le nuove esigenze emerse nel frattempo e quindi il gruppo decisionale assumerà una maggiore consistenza e coinvolgerà tutte le funzioni interessate al prodotto o al servizio oggetto di trattativa. Con l'aumentare della complessità della decisione, aumenta ovviamente il numero delle persone e delle funzioni coinvolte e si innalza anche il livello gerarchico dei componenti. Ciascun soggetto partecipante alle decisioni di acquisto tenderà ad impostare il proprio comportamento non soltanto in funzione delle aspettative connesse allo specifico ruolo ricoperto, ma anche in rapporto a numerose variabili di natura psico-sociologica ed organizzativa. I diversi soggetti che compongono i centri di acquisto sono portati a sopravvalutare la propria influenza e responsabilità a scapito di quella degli altri gruppi ed a valutare secondo una propria scala, l'importanza dei vari elementi del mix di acquisto e ad attribuire una priorità ed una ponderazione diverse ai criteri di scelta adottati. Ad esempio la produzione sarà interessata alle prestazioni tecniche, nelle aziende distributive chi si occupa della vendita sarà interessato ai tempi di consegna o alla gestione dei resi, mentre gli acquisti guardano in particolare agli aspetti economici. Tutto ciò senza ovviamente venir meno al rispetto delle prescrizioni definite. Le aspettative dei vari soggetti nei confronti del bene da acquistare non solo non coincidono tra loro, ma spesso risultano contrastanti, per cui si creano le premesse per introdurre nel processo decisionale fattori di conflitto. In questi casi i venditori devono imparare a costruire il consenso. 12 Possono farlo aiutando i membri del gruppo a scoprire un linguaggio e degli obiettivi condivisi, motivando i singoli componenti a promuovere le soluzioni offerte dall’azienda fornitrice. Per costruire il consenso bisogna attingere alle competenze del settore vendite e del settore marketing, favorendo una collaborazione volta alla individuazione di strumenti atti alla creazione del customer consensus6. Siccome i ruoli possono variare nelle diverse fasi del processo decisionale e a seconda del tipo di acquisto, i venditori di una azienda che vuole proporsi come fornitore dovranno quindi individuare di volta in volta, e a seconda del tipo di decisione che il cliente si accinge a prendere, quali sono le posizioni chiave su cui concentrare i propri sforzi, quali elementi o vantaggi sottolineare per valorizzare nel modo migliore il prodotto che si offre. Particolarmente delicata è la situazione di una impresa che si propone per la prima volta ad un nuovo potenziale cliente. L'omologazione per un fornitore, costituisce una barriera all'ingresso presso un nuovo cliente; d'altra parte, sono rari i casi di un cliente che accetti di acquistare presso fornitori sconosciuti di cui non conosce le caratteristiche e l'affidabilità. Occorre quindi effettuare un considerevole investimento di marketing per superare le barriere all'entrata, analizzando la posizione dell'azienda nei confronti della concorrenza, i suoi punti di vantaggio o di debolezza e valutando obiettivamente la capacità di soddisfare il nuovo cliente. Tipologia degli acquisti Possono essere identificate tre tipologie principali di situazioni di acquisto che si differenziano in funzione del contenuto di novità del bene. 6 K. Schnidt, B.Adamson, A. Bird. Vendite basate sul consenso. Harward Business Review, Marzo 2015 n. 3 13 Può trattarsi, di un prodotto correntemente acquistato ed utilizzato dall'azienda, oppure di un qualche cosa di assolutamente nuovo, sia nell'aspetto dell'acquisto che nell’utilizzo. Secondo la classificazione adottata in prevalenza, si possono avere: nuovo acquisto; riacquisto invariato; riacquisto modificato. Il nuovo acquisto evidenzia di norma la situazione più complessa, dato che l'azienda deve affrontare una nuova esperienza di acquisto per la quale risulta indispensabile l'apporto congiunto di diverse competenze. In questa classe di acquisto risultano di fondamentale importanza le prime fasi del processo decisionale, ed in particolare: l'identificazione delle connotazioni del problema da risolvere; l'individuazione dei potenziali fornitori; il reperimento di informazioni; la definizione dei criteri di valutazione di fonti alternative. All’ufficio acquisti spetterà anche il ruolo di importanza critica, quello del “gatekeeper”, che deve raccogliere, selezionare e far circolare le informazioni necessarie. Le situazioni di riacquisto invariato si determinano quando i responsabili degli acquisti procedono secondo schemi ripetitivi, effettuando le proprie scelte tra fornitori noti e basandosi soprattutto sulle passate esperienze di acquisto. Il riacquisto modificato indica invece una situazione di acquisto di beni o servizi già utilizzati dall'azienda, ma relativamente ai quali si manifestano nuove esigenze che inducono a ricercare ed a valutare fonti alternative di approvvigionamento. 14 Si tratta di un acquisto ricorrente, ma rispetto al quale sono intervenuti elementi modificativi, ad esempio di prezzo o dei requisiti di qualità. Questa nuova situazione può dipendere da fattori interni, come ad esempio la ricerca di possibili riduzioni nei costi, di eventuali miglioramenti della qualità, oppure può essere collegata a fattori esterni, quali le azioni della concorrenza o le richieste del mercato. Quanto esposto viene sinteticamente riepilogato nella tabella seguente. Tipologia di acquisto Riacquisto invariato Riacquisto modificato Nuovo acquisto Valutazioni alternative Novità del problema Informazioni necessarie Nessuna Bassa Minime Limitate Media Alcune Importanti Alte Alte Il grado di problematicità del bene Una significativa tipologia degli acquisti, che integra sotto un diverso profilo quella precedente, è stata prospettata da Lehmann e O'Shaughnessy, in occasione di una indagine sul comportamento dei “purchasing agents” di alcune importanti industrie inglesi e statunitensi. I due autori sono partiti dal presupposto che il buyer, come del resto un qualsiasi altro soggetto aziendale, imposti il suo comportamento in modo da evitare gli eventuali problemi che possono derivarne. Per il compratore assume un particolare rilievo la circostanza che l'acquisto comporti eventuali problemi di adozione, ovvero possa di dar luogo ad attriti o contrasti tra i soggetti interessati. 15 Sulla base di questi criteri è stata definita la seguente classificazione: 1. beni di routine (routine-order products); 2. beni che danno luogo a problemi procedurali (procedural problem products); 3. beni che comportano problemi di prestazioni o di impiego (performanceproblem products); 4. beni che implicano problemi di politica aziendale (political problem products). Il primo caso si riferisce ai cosiddetti beni di routine, cioè a prodotti che vengono normalmente utilizzati e, quindi, regolarmente e ripetitivamente approvvigionati dall'azienda. L'acquisto di beni del genere non comporta problemi particolari, in quanto non sussistono difficoltà per apprenderne le modalità d'uso, né dubbi sulle prestazioni. In questo caso l'acquirente attribuisce importanza a criteri quali la garanzia delle consegne ed il prezzo, preferendo i fornitori abituali. Nel secondo caso si tratta di beni che non comportano difficoltà o problemi di impiego sotto il profilo tecnologico, ma che invece presuppongono un'adeguata formazione del personale che dovrà utilizzarli. In una circostanza del genere l'acquirente si preoccuperà di ridurre al minimo i problemi inerenti all'adozione di questo tipo di prodotti e, pertanto, sarà portato a preferire un fornitore in grado di dare garanzie sotto questo profilo. Quindi, i parametri di scelta privilegiati saranno ad esempio l'assistenza tecnica, la facilità di messa in opera ed impiego del prodotto e l’ addestramento. Nelle aziende commerciali potrebbero appartenere a questo gruppo prodotti appartenenti a categorie merceologiche non trattate in precedenza o anche prodotti nuovi che comportano l’installazione presso il cliente finale. 16 La terza categoria di beni implica problemi di prestazioni tecniche, nel senso che ci sono seri dubbi da parte dell'acquirente sulla possibilità che in sede di impiego si determinino inconvenienti e difficoltà di varia natura. È naturale, in una circostanza del genere, che il compratore si preoccupi anzitutto di assicurarsi un fornitore ed un prodotto che possano ridurre al minimo questo tipo di problemi e di rischi. I fattori cui verrà attribuita una importanza preponderante saranno in ordine i seguenti: rispetto dei termini di consegna; flessibilità del fornitore; assistenza tecnica; affidabilità del prodotto. Infine, i beni il cui acquisto comporta di solito problemi di politica aziendale, nel senso che possono insorgere delle difficoltà nel mettere d'accordo i vari soggetti che partecipano alle decisioni relative. Insomma, si tratta di una scelta suscettibile di creare dei conflitti tra i soggetti facenti capo ai diversi comparti aziendali. L'acquirente si preoccuperà, allora, di minimizzare tali conflitti e, comunque, cercherà di impostare il suo comportamento sulla base di elementi oggettivi, quantitativamente misurabili, e cioè tali da assicurare una incontrovertibile giustificazione all'acquisto, riducendone così i rischi, ovvero comprovandone la razionalità. 17 Le principali fasi del processo di acquisto L'articolazione del processo di acquisto nel settore del B2B ormai divenuta classica ed ampiamente utilizzata è quella proposta da Robinson, Faris e Wind articolata su otto distinte fasi: Percezione del bisogno Descrizione generica del bisogno Definizione delle specifiche tecniche della fornitura Ricerca delle fonti di approvvigionamento Acquisizione ed analisi delle proposte Valutazione delle proposte e scelta del fornitore Emissione dell'ordinativo di acquisto Valutazione dei risultati Percezione del bisogno E' il momento che mette in moto l'intero processo decisionale ed è costituito dal sorgere di un problema al quale corrisponde un bisogno o una esigenza insoddisfatta. Qualcuno, all'interno dell'organizzazione, identifica un'area problematica, un inconveniente, una necessità che possono essere risolti soltanto con nuovi acquisti di beni o di servizi. Può anche accadere che il personale di una azienda non sia consapevole di un certo bisogno, che in questo caso rimane nella fase del bisogno implicito o latente. Ossia, in una azienda si possono manifestare dei problemi, ma poiché non se ne conosce la possibilità di soluzione, questi problemi vengono affrontati e superati in vario modo ma non in quello più efficace ed efficiente. Spesso è il personale di vendita delle imprese fornitrici che (allo scopo di proporre una nuova fornitura) evidenzia un'area problematica all'interno dell'impresa cliente, ne indica con precisione le caratteristiche e fa in modo di trasformare un bisogno implicito in un bisogno esplicito, cioè un bisogno consapevole, effettivo e di portata tale da mettere in moto una attività volta alla sua soddisfazione. 18 Descrizione generica del bisogno. Nel caso di un nuovo acquisto, questa è una fase molto delicata, in cui la persona o l'ente aziendale che ha manifestato il problema deve essere anche in grado di descrivere genericamente, ma con sufficiente precisione, le caratteristiche del bisogno ed indicare il genere di prodotti o servizi che potrebbero soddisfarlo. Un aspetto cruciale di questa fase sta nel fatto che come si è detto, non sempre chi individua un problema ha le capacità di indicarne la soluzione adeguata; inoltre, non tutti i bisogni hanno lo stesso peso e soprattutto non sono valorizzati nello stesso modo da tutti gli individui interessati. Entra qui in gioco il problema della percezione, ossia dell'importanza soggettiva che ogni individuo attribuisce al medesimo stimolo esterno e che varia da soggetto a soggetto. Di fronte alle medesime circostanze, gli individui coinvolti reagiscono in modo differente a seconda della loro particolare percezione. Lo stesso effetto si manifesta anche nelle persone appartenenti alle altre funzioni a cui tale bisogno deve essere manifestato, in quanto coinvolte nelle decisioni che seguiranno (ad esempio ufficio acquisti, direzione). In questa fase quindi, occorre uno sforzo di razionalità per giungere ad una definizione oggettiva dei bisogno che si è manifestato, in modo da poterlo convenientemente graduare in relazione a tutte le altre esigenze che l'impresa contemporaneamente manifesta. Le scelte fatte in questa fase possono condizionare tutto il processo decisionale. In tal senso è molto importante per il personale di vendita dei fornitori potenziali, avere la possibilità di intervenire per contribuire alla definizione delle area problematiche e all’individuazione degli interventi risolutori. Definizione delle specifiche tecniche della fornitura. A questo punto l’azienda è in grado di descrivere dettagliatamente le caratteristiche dei prodotti e dei servizi necessari. 19 Anche in questa fase i fornitori, in particolar modo quelli che hanno rapporti continuativi con l'impresa, possono intervenire per una migliore definizione delle specifiche della fornitura e/o per valorizzare all’interno di esse, quei fattori in cui la propria azienda presenta dei punti di forza. Ricerca delle fonti di approvvigionamento. E' una fase di solito demandata alla funzione acquisti. Acquisizione ed analisi delle proposte. I potenziali fornitori sono invitati a presentare delle proposte. Alcuni di essi potranno affiancare alle proposte scritte anche la visita di un venditore, sebbene l'azione del venditore dovrebbe, come si è detto, iniziare prima di questa fase. Solo con la presenza in azienda nel momento in cui il problema sorge, o meglio ancora, con la capacità di individuare e far emergere problemi di cui l'impresa non era consapevole, o di cui non valutava la reale portata, si possono porre le premesse per ottenere la fornitura. Nel momento in cui un fornitore è invitato a presentare la sua proposta, è molto importante il contenuto che questa assume: spesso, infatti, le proposte di fornitura si limitano ad un elenco di caratteristiche. Una proposta formulata in chiave di marketing invece, oltre a contenere la descrizione tecnica della fornitura, evidenzia i benefici ottenibili ed i problemi risolvibili dal punto di vista dell'utilizzatore; in questo modo la proposta diviene chiaramente leggibile anche da coloro che non sono in grado di valutare gli aspetti strettamente tecnici ma sono sensibili ai risultati ed ai miglioramenti che quell'acquisto può portare. Valutazione delle proposte e scelta del fornitore. Nell'ambito delle proposte ricevute, il gruppo decisionale d'acquisto individua quella, o quelle, più favorevoli. 20 Emissione dell'ordinativo d'acquisto. E' questa una fase procedurale, nella quale si provvede ad emettere il documento formale (contratto) che regolerà la fornitura. Valutazione dei risultati. L'ultima fase del processo consiste nella valutazione dei risultati ottenuti a seguito dell'acquisto. La sua consistenza varia in funzione del acquisto effettuato e dell’organizzazione aziendale. Può andare da una semplice verifica informale a livello delle persone coinvolte ad una sistematica raccolta di informazioni codificate ed analizzate utilizzate per un confronto fra l'ipotesi iniziale e la situazione finale. Nella realtà il processo di acquist acquisto o si configura come un processo circolare, che può essere rappresentato come nello schema seguente. Percezione del bisogno Valutazione dei risultati Descrizione del bisogno Definizione delle specifiche Emissione ordine Valutazione e scelta fornitore Ricerca fornitori Analisi proposte La valutazione dei risultati e quindi la soddisfazione generata dall’acquisto, rappresenterà un input fondamentale per gli acquisti successivi. 21 Le fasi descritte possono essere correlate con la tipologia di acquisto viste in precedenza (nuovi acquisti, riacquisti inv invariati ariati e riacquisti modificati). La L natura incrementale del processo decisionale decisionale,, comporta l’attribuzione di una diversa importanza a ciascuna delle fasi descritte, in rapporto r alle diverse tipologie di acquisto La combinazione tra fasi e tipologia di acquisto da luogo ad una “griglia” che, costituisce un utile strumento per l'analisi dei processi di approvvigionamento nei mercati B2B. Il venditore dovrà modificare le proprie strategie in funzione della tipologia di acquisto che l’azienda cliente intende effettuare e saranno differenti a secondo che l’azienda sia un cliente acquisito o potenziale. 22 Le azioni da attuare potranno essere quelle descritte nelle tabelle seguenti. Tipologia di acquisto Fornitore IN Fornitore OUT Riacquisto invariato Rafforzare la relazione acquirente/fornitore soddisfacendo le attese della organizzazione Dimostrare all'organizzazione che i benefici potenziali derivanti dal riesame della fornitura e del fornitore superano i costi Adattare l’offerta ai bisogni del cliente Cercare di acquisire una posizione nella VENDOR LIST anche come terza scelta Tipologia di acquisto Fornitore IN Fornitore OUT Riacquisto modificato Correggere eventualmente i problemi sorti con il cliente Individuare i problemi che i clienti sperimentano con i loro attuali fornitori, e proporre alternative Analizzare i bisogni del cliente Convincere il cliente a “provare” fornitori alternativi Tipologia di acquisto Fornitore IN Fornitore OUT Nuovo acquisto Monitorare l’evoluzione dei bisogni di acquisti dell’organizzazione. Riconoscere specifici bisogni Riconoscere specifici bisogni Impegnarsi nelle prime fasi del processo di acquisto fornendo informazioni e supporti tecnici Impegnarsi nelle prime fasi del processo di acquisto fornendo informazioni e supporti tecnici Questo tipo di approccio trova concreta e facile applicazione nei casi in cui il cliente non è in grado autonomamente di individuare le soluzioni al suo problema pur avendolo definito con precisione. Sempre più frequentemente le aziende dispongono di qualificati team interdisciplinari, consulenti esterni in grado di supportarli nelle scelte e facilità di accesso a grandi quantità di dati, che consentono loro di identificare le soluzioni. 23 “Uno studio condotto recentemente dal Corporate Executive Board su oltre 1.400 clienti B2B, ha rilevato che quei clienti completavano in media il 60% di una tipica decisione di acquisto – ricerca della soluzione, classificazione delle opzioni, individuazione dei requisiti, fissazione del prezzo di riferimento e così via – prima ancora di iniziare a dialogare con il fornitore.”7 Questo trend se confermato , porterà al superamento della “vendita di soluzioni”, in quanto se il cliente ha imparato a trovarle in autonomia, avrà meno bisogno della consulenza del fornitore . In tal senso alcuni ipotizzano la necessità di passare dalla vendita delle soluzioni alla vendita delle idee8. I modelli sul comportamento d'acquisto I molteplici aspetti connessi all'acquisto di beni e servizi B2B possono essere opportunamente esaminati mediante l'ausilio di specifici modelli di comportamento di acquisto. Uno dei più noti è il modello di Webster e Wind. La premessa da cui muovono i due studiosi è che l'acquisizione dei beni destinati all'impiego da parte delle organizzazioni e delle istituzioni, dà luogo ad un processo complesso nel quale risulta coinvolta una pluralità di soggetti che si prefiggono obbiettivi molteplici e fanno ricorso a criteri di scelta potenzialmente contrastanti. Questo processo si estrinseca lungo un arco di tempo prolungato, richiede informazioni da parte di numerose fonti e presuppone l'instaurarsi di relazioni interorganizzative. Il processo riguarda le attività dei vari soggetti interessati, in quanto essi procedono alla individuazione e definizione di una determinata situazione di acquisto, identificando, valutando e scegliendo tra fornitori e marche alternative. 7 B. Anderson, M. Dixon, N. Toman Oltre la vendita di soluzioni. Harward Business Review, Luglio/Agosto 2012 n. 7-8 8 art. citato 24 Il modello di Webster e Wind riconduce il comportamento di acquisto delle organizzazioni a quattro classi di variabili: ambientali, organizzative, sociali individuali. Le influenze ambientali Le determinanti del comportamento di acquisto industriale si manifestano anzitutto a livello dell'ambiente in generale, nel senso che un insieme di fattori di natura tecnologica, economica, politica, ecc., contribuiscono a caratterizzare il quadro di riferimento del processo decisionale. In particolare, il modello di Webster e Wind assume che i fattori ambientali manifestino la loro influenza nei seguenti quattro modi diversi: 1. determinando la disponibilità dei beni e servizi da acquistare 2. definendo le condizioni economiche generali che l'impresa acquirente deve fronteggiare (livello del reddito e dell'occupazione, tasso di sviluppo dell'economia, ecc.); 3. determinando la formazione dei valori e delle norme che regolano le relazioni interpersonali ed interorganizzative tra compratori e venditori, tra concorrenti, come pure tra le organizzazioni acquirenti e le altre istituzioni, come il governo, le associazioni di categoria, ecc. 4. influenzando il flusso delle informazioni che attraverso i mass-media o altri canali di natura personale o impersonale, si indirizzano verso l'organizzazione di acquisto, con particolare riferimento a quelle provenienti dai fornitori. Le aziende fornitrici non sono in grado di incidere sulle influenze ambientali, il loro obiettivo è quello di monitorare l’andamento per anticipare gli interventi da effettuare nei confronti dei clienti. 25 Le influenze organizzative Dal piano delle influenze di natura ambientale il modello passa al sottostante livello dei fattori organizzativi. In particolare il comportamento di acquisto istituzionale viene visto in quanto motivato e condizionato dagli obiettivi dell'organizzazione e, quindi, vincolato dalle relative risorse di carattere finanziario, tecnologico, umano, ecc. Le influenze sociali (interpersonali) Dopo i fattori di natura organizzativa il modello passa a considerare quelli di carattere sociale, ovvero interpersonale, insomma inerenti al funzionamento dell'unità di acquisto come gruppo. Conoscere alcuni aspetti legati a queste dinamiche potrebbe essere di utilità nel corso della trattativa di vendita. Le influenze individuali Il comportamento organizzativo di acquisto si riduce in comportamenti individuali. Dato che la persona fisica, come singolo o come membro di un gruppo, definisce ed analizza le situazioni di acquisto, prende le relative decisioni ed agisce conseguentemente. Per cui è il singolo individuo ad essere soggetto delle azioni di marketing e non l'organizzazione in astratto. Nel suo comportamento l'individuo risulta motivato da un complesso di obiettivi personali ed organizzativi, in un contesto di politiche e di flussi informativi filtrati dall'organizzazione e influenzati dagli altri membri del centro di acquisto. In particolare occorre tener conto della personalità dell'acquirente, del modo secondo cui egli percepisce il proprio ruolo professionale, nonché dei relativi processi psicologici di motivazione, cognizione ed apprendimento. Va tenuto presente che il comportamento dell'acquirente sottintende una complessa combinazione di obiettivi individuali ed organizzativi, obiettivi per il conseguimento dei quali egli dipende in vario modo da altri soggetti. 26 Nel senso che sono altre persone a definire le sue aspettative di ruolo, a determinare le ricompense che egli riceverà per le sue prestazioni, ad influenzare l’individuazione degli obbiettivi da perseguire e a procurare le informazioni attraverso le quali il soggetto valuta i rischi della decisione di acquisto e procede alla sua attuazione. Ciascuno dei fattori che il modello considera sono a loro volta influenzati da criteri di acquisto razionali e cioè qualità, prezzo, ecc. e da motivazioni di carattere personale che si possono a loro volta distinguere in due categorie: 1. inerenti al desiderio di affermazione del soggetto; 2. inerenti alla riduzione del rischio. In merito al secondo punto, il modello prende in considerazione tre tipi di incertezza: 1. quella riguardante le alternative di scelta disponibili; 2. quella attinente ai possibili risultati economici di tali alternative; 3. l'incertezza circa le reazioni eventuali di altre persone. La ricerca di maggiori informazioni rappresenta uno dei modi più ovvi per circoscrivere il margine d'incertezza, mentre il sottrarsi od il rinviare la decisione, oppure l'abbassamento degli obiettivi, costituiscono un mezzo per ridurre il valore dei “pagamenti”, ovvero dei risultati collegati a ciascuna alternativa di comportamento. È comunque probabile che il mantenimento dello “status quo” rappresenti il modo più comune per la riduzione del rischio, in quanto esso tende ad eliminare l'incertezza ed a minimizzare la possibilità di risultati negativi. Questa può essere una spiegazione del considerevole grado di fedeltà alla marca ed al fornitore che si nota spesso nel comportamento di acquisto. 27