La canzone che vive tre volte La prima sigaretta è la più dolce la seconda è amara come un amore la terza ti brucia le dita e la vita ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe Il primo amore è anche l'unico Il secondo è il ricordo del primo Il terzo è solo una dolce amicizia ed è l'ultimo, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo La prima morte è la più gelida La seconda è tiepida e dolce La terza è il fuoco che volevi ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo La prima vita è la più sbagliata La seconda ripeti gli stessi errori La terza sai come andrà a finire ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo una pioggia bruciante e gelida infine sulla fronte che scotta di febbre La prima canzone vola nel cielo La seconda affonda nella terra profonda La terza è un grido, una supplica al vento ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima La prima canzone vola nel cielo La seconda affonda nella terra profonda La terza è un grido, una supplica al vento ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima ed è l'ultima, forse non più l'ultima? © Piero Olmeda 2016 OGGI IL FUTURO TI RACCONTO Oggi è un altro giorno, figlio mio mia fragile carne che tremavi alla morte ora è la morte che trema, guardandoti e piange… e piange Oggi è un altro sole, figlio mio luce di fame nuda e accecante che vola lenta fin oltre le stelle e ride… e ride Oggi è un'altra vita, figlio mio la pelle calda e bagnata che ti brucia dell'impossibile possibile meraviglia di essere, di essere, di esistere Oggi il futuro ti racconto, figlio mio del tuo sbocciare lento come un fiore, ti racconto del fuoco che ti circonda, che ti brucia e che ti incendia cadendo dai fori delle stelle Oggi il futuro ti urlo, figlio mio il cielo blu infinito che ti guarda, io ti racconto l'aria calda che le guance ti carezza la vertigine di labbra che ti sfiorano, ti soffio l'aria calda che le guance ti carezza la vertigine di labbra che ti sfiorano, ti tocco ti racconto il brivido che sale, sale, sale, sale la meraviglia possibile di vivere, l'impossibile ti dico l'impossibile, una fragile canzone, che ti canto che ti grido, come una nascita, ti sussurro ti dico l'impossibile, una fragile canzone, che ti canto che ti grido, come una nascita, ti regalo come un bimbo appena nato, fradicio, tremante che piange di felicità di fronte al mondo Oggi è un altro giorno, figlio mio mia fragile carne che tremavi alla morte ora è la morte che trema, guardandoti e piange… e piange Oggi il futuro ti racconto, figlio mio del tuo sbocciare lento come un fiore, ti racconto del fuoco che ti circonda, che ti brucia e che ti incendia cadendo dai fori delle stelle Oggi il futuro ti urlo, figlio mio il cielo blu infinito che ti guarda, io ti racconto l'aria calda che le guance ti carezza la vertigine di labbra che ti sfiorano, ti soffio l'aria calda che le guance ti carezza la vertigine di labbra che ti sfiorano, ti tocco ti racconto il brivido che sale, sale, sale, sale la meraviglia possibile di vivere, l'impossibile ti dico l'impossibile, una fragile canzone, che ti canto che ti grido, come una nascita, ti sussurro ti dico l'impossibile, una fragile canzone, che ti canto che ti grido, come una nascita, ti regalo come un bimbo appena nato, fradicio, tremante che piange di felicità di fronte al mondo © Piero Olmeda 2016 Forse ti ho inventato Chi sei? Chi eri? Chi sarai? I tuoi occhi dove sono? Li cerco nel colore dell'acqua li cerco, ti cerco nei riflessi che mi hai lasciato nel vuoto che mi hai fatto Chi sei? Chi eri? Chi sarai? La tua pelle dove la tocco? La cerco nel calore della terra la cerco, ti cerco nei semi che mi hai piantato nell'illusione che mi hai dato Forse in una malinconica notte in un momento di dolce debolezza forse, forse ti ho inventato? Forse nel bacio del tempo assassino nella solitudine dell'infinita notte dall'argilla ti ho creato, forse? Forse nel vuoto che mi abbraccia in un momento di musica celeste mondo mio, forse ti ho inventato? Chi sei? Chi eri? Chi sarai? Il tuo sorriso dove lo vedo? Lo cerco nelle nuvole che cambiano lo cerco, ti cerco nella pioggia che mi ha bagnato nella luce che mi ha illuminato Chi sei? Chi eri? Chi sarai? Il tuo canto dove la sento? Lo cerco nelle voci delle strade lo cerco, ti cerco nella musica che per me hai sognato nella note che per me hai inventato Forse in una malinconica notte in un momento di dolce debolezza forse, forse ti ho inventato? Forse nel bacio del tempo assassino nella solitudine dell'infinita notte dall'argilla ti ho creato, forse? Forse nel vuoto che mi abbraccia in un momento di musica celeste mondo mio, forse ti ho inventato? Chi sei? Chi eri? Chi sarai? Il tuo canto dove la sento? Lo cerco nelle voci delle strade lo cerco, ti cerco nella musica che per me hai sognato nella note che per me hai inventato Ma sei? Ma eri? Mai sarai? La tua voce dove la sento? La cerco nella follia delle parole la cerco, ti cerco nei versi che per te ho respirato nei silenzi che per te ho cantato © Piero Olmeda 2016