LEUCEMIA MIELOMONOCITICA GIOVANILE STUDIO CITOFLUORIMETRICO DELLA TRASDUZIONE DEL SEGNALE IPERSENSIBILITÀ AL GM-CSF E PROFILI DI FOSFORILAZIONE DI STAT 5 Cecchetti C. - Gaipa G. - Bugarin C. - Farina F. - Stasia A. - Realini S.- Borin L. - Biondi A. - Pogliani E.M. INTRODUZIONE RISULTATI La leucemia mielomonocitica giovanile (JMML) è una rara malattia della prima infanzia a prognosi estremamente sfavorevole di natura emopoietica clonale con caratteristiche sia mielodisplastiche che mieloproliferative. In vitro i progenitori dei monociti-macrofagi del sangue periferico dei pazienti affetti mostrano una straordinaria capacità di proliferare spontaneamente in coltura. È stato dimostrato che la proliferazione spontanea in vitro è regolata principalmente dal fattore di crescita stimolante le colonie di granulociti-macrofagi (GM-CSF). L’aberrante mieloproliferazione sembrerebbe derivare dalla disregolazione nella via di segnale del GM-CSF. La coltura in metilcellulosa delle cellule mononucleate che formano colonie di granulociti-macrofagi (CFU-GM) in assenza di fattori di crescita esogeni è considerato un criterio importante nella diagnosi di JMML. Tuttavia, per avere i risultati del test CFU-GM che confermano la diagnosi di JMML è necessario attendere 3-4 settimane. Poiché il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche è la sola terapia potenzialmente curativa per la JMML, è importante una diagnostica tempestiva e accurata. Diversi studi hanno fornito l’evidenza che l’ipersensibilità al GM-CSF nei pazienti con JMML è causata da aberrazioni nel pathway di segnale di JAK-STAT. STAT è un fattore di trasduzione del segnale che promuove sopravvivenza e proliferazione cellulare. La citofluorimetria (CFM) con tecnica multiparametrica ha dimostrato nuove potenzialità per quantificare i livelli intracellulari di proteine attivate, ossia fosforilate. SCOPO DELLO STUDIO - Studiare mediante analisi citofluorimetrica multiparametrica a livello di singola cellula il profilo di fosforilazione di STAT5 come parametro surrogato della ipersensibilità delle cellule di JMML nei confronti del GM-CSF e verificarne il possibile impatto nell’iter diagnostico delle JMML - Verificare il possibile impatto dei risultati nell’iter diagnostico delle JMML - Verificare la fattibilità e la riproducibilità di una metodica citofluorimetrica multiparametrica di analisi dei segnali di fosforilazione MATERIALI E METODI Sono stati analizzati 12 campioni di midollo osseo di pazienti affetti da JMML (età compresa tra 3 mesi e 4 anni, sesso M) e 17 campioni di controllo freschi e criopreservati. Le cellule mononucleate ottenute mediante Ficoll venivano, scongelate, stimolate con GM-CSF a concentrazioni crescenti, fissate, permeabilizzate e successivamente marcate con anticorpi monoclonali legati a fluorocromi specifici. I campioni venivano poi acquisiti al citofluorimetro e analizzati secondo un pannello di anticorpi monoclonali a 7 colori. Analisi della fosforilazione di STAT 5 Nell’analisi del campione non stimolato si stabilisce un valore soglia di STAT5 sotto al quale si presume che essa sia fosforilata ad uno stato basale (quadrante Q3-1). Sopra di esso si misura la fosforilazione indotta dallo stimolo. Quindi, per ogni concentrazione di GM-CSF (non stimolato - 0.01 ng/mL - 0,1 ng/mL - 1 ng/mL - 10 ng/mL) si prendono in esame la percentuale di eventi sopra al valore soglia stabilito, ossia quelli osservati nel quadrante Q4-1 che sono tradotti in percentuale nel pannello in basso a destra (% parents). Essa sarà progressivamente maggiore in ragione della dose del GM-CSF, in ciascuna popolazione di interesse. Iperfosforilazione di STAT5 Misurazione della fosforilazione di STAT5 nei pazienti con JMML. Percentuale dell’incremento della fosforilazione di STAT5 in risposta a dosi crescenti di GM-CSF nelle cellule CD34+/CD33+ Nel grafico a sinistra sono stati analizzati separatamente i campioni freschi (n°5 campioni) e i campioni criopreservati (n° 7 campioni) di pazienti affetti da JMML Essi sono stati confrontati con campioni freschi (n°17 campioni) e criopreservati (n°18 campioni) di controlli sani. Di essi sono indicati i valori medi e le barre di errore. A destra sono stati messi a confronto tutti i campioni JMML (freschi + criopreservati) con tutti i campioni di controllo (freschi + criopreservati). I precursori mieloidi (CD34+/CD33+) dei pazienti con JMML mostrano una marcata iperfosforilazione di STAT5 rispetto ai controlli. Infatti, già alla dose minima di GM-CSF (0,01 ng/mL), si osserva un aumento della percentuale della risposta, con valori compresi tra 1 e 2%. Anche alle dosi successive, (0,1ng/ml, 1ng/ml, 10ng/ml) l’incremento delle cellule che esprimono p-STAT5 resta al di sopra dei valori osservati nei campioni di controllo. Queste differenze sono statisticamente _ ng/mL di GM-CSF (P-value da significative al 99% a tutte le dosi <1 0 a 0,0013). Analizzando i campioni freschi separatamente dai campioni criopreservati non si sono evidenziate differenze statisticamente significative. CONCLUSIONI La fosforilazione di STAT5 in risposta alle basse dosi di GM-CSF nei precursori mieloidi di pazienti con JMML risulta significativamente più elevata rispetto ai soggetti di controllo. Poiché questa proteina si trova a valle del recettore del GM-CSF, abbiamo ipotizzato che STAT5 possa rappresentare un parametro surrogato dell’ipersensibiltà delle cellule JMML al GM-CSF e che quindi l’iperfosforilazione di questa proteina possa essere una caratteristica tipica delle JMML. Questa osservazione apre la possibilità di integrare tale parametro nell’iter diagnostico delle JMML. I vantaggi dell’analisi citofluorimetrica rispetto alla coltura in metilcellulosa sono: un basso numero di cellule richieste per l’analisi, ricchezza del numero di dati e delle informazioni statistiche, distinzione di sottoinsiemi cellulari specifici all’interno di popolazioni eterogenee di cellule (immunofenotipo di antigeni superficiali e intracellulari), analisi di parametri multipli all’interno di una singola cellula. Inoltre analizzando il pathway di segnale a livello della cellula singola, consente di misurare lo stato a riposo e lo stato attivato (dopo stimolo) delle proteine di segnale. In tal modo si possono ricavare informazioni sulla localizzazione e sulla natura delle alterazioni presenti nelle cellule tumorali rispetto alla controparte normale. Nel nostro studio abbiamo dimostrato inoltre che l’analisi citofluorimetria è possibile anche nei campioni criopreservati. Ciò rende possibile uno studio retrospettivo più ampio che consenta di valutare una possibile correlazione tra mutazione genetica e profilo di fosforilazione di JAK-STAT.