12/11/2010 PARTE II. II Istologia Vegetale. 1 ORGANIZZAZIONE. TESSUTI e PSEUDOTESSUTI. 2 1 12/11/2010 LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEGLI ORGANISMI VEGETALI Nel corso dell’evoluzione forme di organizzazione sempre più ù complesse: l • Organismi unicellulari (Protofite) • Aggregati cellulari • Tallofite - tallo sifonale - tallo pluricellulare polienergide - tallo cormoide • Cormofite 3 ORGANISMI UNICELLULARI Cellula: unità morfologica e funzionale degli organismi viventi. Negli organismi unicellulari cellula = organismo 9 9 9 9 Procarioti Alghe mobili, es. Chlamydomonas, Euglena Al h iimmobili Alghe bili (org. ( coccale), l ) es. Chlorella, Chl ll diatomee di Lieviti (funghi) Poco evoluti e legati all’ambiente acquatico. 4 2 12/11/2010 Cianobatterio Euglena gracilis Da Lüttge. Da Ferroni et al. 2004 Da Lüttge. Da Raven. Chlorella vulgaris Chlamydomonas Cyclotella (diatomea) Da Lüttge. 5 AGGREGATI CELLULARI Alcuni organismi unicellulari tendono ad associarsi tra loro in COLONIE associazioni POST-GENITE 9 procarioti (batteri con capsula mucosa; cianobatteri, es. Nostoc, Gloeocapsa) 9 alghe immobili (es. Scenedesmus) Ogni cellula rappresenta un individuo. ASSENZA DI CONTINUITA’ CITOPLASMATICA 6 3 12/11/2010 Da Lüttge. Da Lüttge. Gloeocapsa sp. Scenedesmus sp. Da Tripodi. Selenastrum sp. 7 La formazione delle colonie apre la strada verso la pluricellularità. CENOBIO = aggregato cellulare più evoluto delle colonie. Tipo di colonia tipica delle alghe verdi volvocali (Volvox, Pandorina, Gonium, Eudorina)). Massima espressione p in Volvox. Le cellule restano collegate da sottili ponti citoplasmatici (postgeniti) tra cellula e cellula e compare una primitiva suddivisione del lavoro tra cellule vegetative e cellule riproduttive. Volvox sp. Da Tripodi. 8 4 12/11/2010 Free image. Eudorina sp. Da Lüttge. 9 Colonia madre Da Tripodi. Ponti citoplasmatici Diverso destino di una cellula “riproduttiva” Da Lüttge. 10 5 12/11/2010 TALLOFITE TALLO corpo di un organismo vegetale in cui non siano differenziati veri tessuti e veri organi (radici, fusto e foglie) 11 Se alla mitosi NON segue la citodieresi Formazione di cellule PLURINUCLEATE (cenociti) ENERGIDE 9 nucleo circondato dalla porzione di citoplasma sulla quale esercita la sua funzione coordinatrice 9 a differenza della cellula, è un’entità solo funzionale (non morfologica) 9 la cellula plurinucleata è un’entità polienergidica / cenocitica cellula energide polienergide 12 6 12/11/2010 A seconda dell’origine, si parla di: 9 APOCIZIO: le divisioni nucleari (cariocinesi) non sono seguite da citodieresi Æ mancata formazione della parete ‐ tallo ll unicellulare i ll l = organizzazione i i sifonale if l (es. Valonia, Caulerpa, Acetabularia, Vaucheria) ‐ tallo pluricellulare = più cellule polienergidiche, organizzazione sifonocladale (es. Cladophora) ‐ ife non settate dei funghi inferiori ‐ nelle piante superiori, i tubi laticiferi delle euphorbiacee 13 10 cm polienergide Da Lüttge. Vaucheria Cladophora Da Nultsch. 14 7 12/11/2010 Nelle piante superiori c’è anche la possibilità del SINCIZIO: fusione di cellule uninucleate Æ riassorbimento di pareti p preesistenti Es. tubi laticiferi delle papaveracee. 15 Se alla divisione del nucleo segue la citodieresi Associazione CONGENITA di cellule: formazione di un tallo pluricellulare • talli filamentosi (es. Spirogyra, Zygnema) • talli laminari (es. Ulva, Prasiola) • talli complessi (es. Gracilaria, Furcellaria, Laminaria, Fucus, Chara) • talli cormoidi (es. briofite = muschi ed epatiche) 16 8 12/11/2010 Talli filamentosi parete Zygnema sp. Spirogyra sp. parete 17 Talli laminari Prasiola (Ulvales) Da Tripodi. Ulva rigida (Ulvales) 18 9 12/11/2010 Talli complessi di alga rossa Furcellaria fastigiata Halymenia asimmetrica Da Nultsch. Da Tripodi. 19 Tallo complesso di alga bruna Tallo cormoide di muschio ‐ Da Lüttge. Cauloidi + Filloidi‐Foglioline Rizoidi Da Nultsch. 20 10 12/11/2010 Le cellule che costituiscono i talli più complessi possono formare degli agglomerati compatti: ‐ plectenchima (alghe rosse) ‐ ifenchima (funghi superiori) ..anche con una primitiva specializzazione del lavoro: ‐ cauloide, filloide, rizoide (briofite e alghe brune) ife Da Nultsch. PSEUDO‐TESSUTI Non presentano le caratteristiche dei tessuti veri (per es. possono derivare da cellule che si dividevano in una sola direzione, generando filamenti che poi si accostano tra loro). 21 MANCANO NELLE CORMOFITE. CORMOFITE La conquista dell’ambiente terrestre comporta il massimo livello di specializzazione per risolvere problemi di: - economia dell dell’acqua acqua, ll’atmosfera atmosfera sottrae acqua alla pianta - nutrizione, acqua e sali minerali sono disponibili nel suolo - sostegno, manca la spinta dovuta all’acqua - riproduzione, progressivo svincolarsi dalla dipendenza da un ambiente liquido CORMO = radici + fusto + foglie Cormofite = piante con veri organi e veri tessuti • Pteridofite (felci, equiseti…) • Spermatofite (gimnosperme + angiosperme) 22 11 12/11/2010 CORMO Germoglio Le cormofite sono normalmente indicate come tracheofite o piante vascolari Radice Da Lüttge. 23 TESSUTI VERI ¾ Aggregati cellulari derivati da associazione congenita di cellule madri che si dividono nelle tre direzioni dello spazio. ¾ Aggregati gg g di cellule che svolgono g la stessa funzione. ¾ Caratteristici delle Cormofite. Caratteristiche: • derivati da cellule che si dividono secondo le 3 direzioni dello spazio • fragmoplasto e lamella mediana (..vedi parete cellulare) • plasmodesmi • porocanali e punteggiature (..vedi parete cellulare) • specializzazione morfo-funzionale (cormo = radice + fusto + foglia) • spazi intercellulari • (parete pluristratificata) 24 12 12/11/2010 TESSUTI VERI E PSEUDOTESSUTI TESSUTI VERI 1 1. cellule madri che si dividono secondo 3 direzioni 2. fragmoplasto e formazione della lamella mediana 3. plasmodesmi e punteggiature 4 4. specializzazioni i li i i morfof funzionali caratteristiche del tessuto 5. spazi intercellulari (circolazione dei gas) PSEUDOTESSUTI 1 1. 2. 3. 4. 5. cellule madri che si dividono anche secondo una sola direzione (es. ife) anche altri tipi di citodieresi (es. ficoplasto nelle alghe) anche altri tipi di giunzione tra cellule (es. (es giunzioni alghe rosse) livello di specializzazione normalmente più basso assenza di veri spazi intercellulari 25 Nei tessuti veri gli spazi intercellulari assicurano gli scambi gassosi grazie alla circolazione dell’aria tra le cellule. Origine durante la formazione del tessuto: 9 schizogena: le cellule si sono reciprocamente allontanate, digerendo la lamella mediana che le cementava 9 lisigena: alcune cellule, comprese le pareti, sono state digerite 26 13 12/11/2010 CORMO Tessuti MERISTEMATICI (giovanili) Tessuti ADULTI (definitivi) IDIOBLASTI Idioblasti = cellule adulte con caratteri differenti rispetto a quelle del tessuto in cui si trovano (es. cellule ad essenza, cellule a tannini) 27 PROCESSO DI DIFFERENZIAMENTO sdifferenziamento Cellula iniziale Cellula derivata Cellula adulta differenziamento Differenziamento = insieme di trasformazioni attraverso le quali una cellula acquisisce le caratteristiche necessarie per svolgere una specifica funzione. 28 14 12/11/2010 T Tessuti ti meristematici i t ti i 29 TESSUTI MERISTEMATICI Le p piante sono caratterizzate da un accrescimento indefinito f per p la presenza di cellule che mantengono la capacità di dividersi MERISTEMI 1. Primari cellule che non hanno mai perso la capacità di dividersi 2. Secondari cellule adulte che hanno ripreso la capacità di dividersi 30 15 12/11/2010 MERISTEMI PRIMARI • Morfologia: Tipiche cellule giovanili: 9 9 9 9 9 9 cellule piccole e isodiametriche provacuoli lamella mediana proplastidi assenza spazi intercellulari elevato rapporto N/C. • Derivazione: Già presenti nell’embrione e attivi per tutta la vita della pianta. Derivano dalla cellula uovo fecondata. • Funzione: Responsabili dell’accrescimento PRIMARIO longitudinale. Da Gerola. 31 • I meristemi primari comprendono le cellule iniziali e le loro derivate che andranno incontro al differenziamento. Accrescimento anche asimmetrico a seconda della posizione. Cellule adulte specializzate a seconda della posizione • I tessuti adulti originati dai meristemi primari sono detti a loro volta PRIMARI. • Pteridofite e angiosperme monocotiledoni presentano solo meristemi primari (no crescita secondaria). • Meristemi primari Æ 1. APICALI: apice di fusto e radice 2. INTERCALARI: interposti tra tessuti adulti 32 16 12/11/2010 CLASSIFICAZIONE 1. Protoderma 2. Protocorteccia 3. Protomidollo Meristema fondamentale 4. Procambio Protoderma Æ tessuti tegumentali/di rivestimento primari Protocorteccia Æ corteccia Protomidollo Æ midollo Procambio Æ cambio 33 Meristemi apicali Da Nultsch. 34 Da Lüttge. 17 12/11/2010 Meristemi intercalari I meristemi intercalari (o residui) si localizzano a livello dei nodi e cooperano alla crescita in lunghezza nei fusti di monocotiledoni, come frumento, mais, canna… Costituiscono punti di debolezza per il fusto. 35 MERISTEMI SECONDARI • Derivano da cellule già adulte che hanno riacquistato la capacità di dividersi (sdifferenziamento). • 9 9 9 Morfologia: Cellule grandi Parete primaria Sistema vacuolare sviluppato • Responsabili dell’accrescimento secondario in diametro nelle gimnosperme g mn p rm e n nelle ang angiosperme p rm dicotiledoni: c t n originano r g nan i ttessuti ut adulti SECONDARI. • Assenti in: pteridofite e monocotiledoni (es. Graminacee) in cui manca la struttura secondaria. Liliacee e 36 18 12/11/2010 MERISTEMI SECONDARI • Comprendono: 1. meristemi CAMBIALI 2. meristemoidi: cellule che ritornano allo stato embrionale per originare peli pluricellulari e apparati stomatici. 3. meristemi avventizi: cellule che si sdifferenziano per originare radici avventizie e tessuti cicatriziali. radici che non prendono origine dai meristemi dell’apice radicale 37 MERISTEMI SECONDARI CAMBIALI Comprendono: 1. cambio cribro‐vascolare (cambio): posizione interna 2. cambio subero‐fellodermico (fellogeno): posizione periferica I cambi hanno la forma di un cilindro cavo che percorre radici e fusti legnosi. Capacità di produrre cellule diverse sul lato esterno e su quello interno del cilindro: attività DIPLEURICA. 38 19 12/11/2010 Cambio subero‐fellodermico (fellogeno) Cambio cribro‐vascolare 39 Attività dipleurica dei cambi Cellule d l libro del lib 1 Cribro‐ vascolare Cellule del legno ESTEERNO INTERNO Sughero 2 Felloderma Fellogeno 40 20 12/11/2010 Da Stern. Da Luettge. 41 Cellula iniziale differenziamento sdifferenziamento Nelle piante alcuni processi di differenziamento conducono alla morte della cellula (trachee, fibre) Cellula adulta 42 Da Mauseth. 21 12/11/2010 Tessuti adulti 43 TESSUTI ADULTI o DEFINITIVI Le cellule derivate dai meristemi primari e secondari vanno incontro al differenziamento = acquisiscono q le caratteristiche morfologiche/biochimiche fondamentali per lo svolgimento di una determinata funzione. • • • • Cellule vive o morte a maturità Tipo di plastidio Modificazioni parietali Contenuti del vacuolo 44 22 12/11/2010 CLASSIFICAZIONE • Parenchimatici = struttura fondamentale della pianta • Tegumentali = protezione • Meccanici = sostegno • Conduttori = trasporto • Segregatori = esclusione/secrezione di sostanze Per ogni categoria esistono vari sottotipi con caratteristiche morfo-funzionali specifiche. Vari tipi di tessuti possono combinarsi per formare complessi tissutali (legno, libro). 45 Tessuti adulti •tessuti parenchimatici 46 23 12/11/2010 TESSUTI PARENCHIMATICI • Struttura tissutale fondamentale (tessuto di riempimento) • Origine primaria o secondaria • Tessuti plastici: possono modificare la propria funzione o assolvere più funzioni o anche sdifferenziarsi (meristemi secondari) • Caratteristiche comuni: 9 9 9 9 9 9 sempre cellule vive i t intensa attività tti ità metabolica t b li parete sottile (primaria) ampi vacuoli forma variabile, spesso prismatica spazi intercellulari variabili 47 Classificazione dei tessuti parenchimatici sulla base della funzione vegetativa prevalente Tessuti parenchimatici: 1. Clorofilliano 2. Di riserva 3. Aerifero 4 Acquifero 4. 5. Conduttore 48 24 12/11/2010 Parenchima clorofilliano (clorenchima) • funzione fotosintetica • tutte le parti verdi (foglie, fusti erbacei, frutti immaturi) • origine prevalentemente primaria • forma delle cellule: cilindriche, lobate, tondeggianti 49 Foglia di Arum italicum, sezione trasversale Foglia di Kaki, sezione trasversale 50 25 12/11/2010 Parenchima di riserva • funzione di riserva • midollo dei fusti, rizomi, bulbi, tuberi, radici, frutti, semi • origine primaria o secondaria • riserve accumulate in: ‐ amiloplasti (amido II) ‐ vacuolo (proteine, fruttani, saccarosio, sostanze pectiche, grassi) ‐ corpi lipidici (olii) ‐ parete (emicellulose nei semi di palme) Parenchima amilifero in tubero di patata 51 Schema della cariosside di frumento (Triticum aestivum) con parenchima di riserva. • proteine (granuli di aleurone Æ vacuolo) • amido (amiloplasti) Tegumenti della cariosside Strato aleuronico Strato amilifero Da Wetzel. pr: pericarpo della cariosside (=frutto) tg: tegumenti del seme n: nucella Granuli di amido Da Speranza‐Calzoni. 52 26 12/11/2010 Parete delle cellule parenchimatiche Granuli di aleurone Da Speranza‐Calzoni. Parenchima di riserva nel seme di Ricinus communis (Euphorbiaceae) 53 Parenchima acquifero • funzione di riserva di acqua ‐ piante succulente • origine primaria o secondaria • mucillagini idrofile contenute nei vacuoli (lento rilascio d’acqua), parete sottile e flessibile • gomme in piante non succulente Cellule turgide del parenchima acquifero Da http://www.sbs.utexas.edu/mauseth/researchoncacti Condizioni di stress idrico 54 27 12/11/2010 Foglia di Crassulacea. Parenchima acquifero e clorofilliano. 55 Parenchima aerifero (aerenchima) • circolazione dell’aria (scambi gassosi) • piante acquatiche (idrofite) • origine generalmente primaria, anche secondaria • le cellule si dispongono in catenelle/trabecole individuando dei canali aeriferi (grandi spazi intercellulari) • altre funzioni: riserva (aerenchima amilifero), fotosintesi (clorenchima aerifero), galleggiamento Picciolo di Arum italicum Fusto di Potamogeton 56 28 12/11/2010 Spazi intercellulari Sezione di picciolo di ninfea (Nymphaea). Sclereide Da Speranza‐Calzoni. Micrografie originali. 57 Parenchima conduttore • assicura il trasporto radiale in fusti e radici in struttura secondaria = raggi midollari • cellule allungate in senso radiale • origine secondaria Trasporto radiale Trasporto assiale 58 29 12/11/2010 Parenchima conduttore (di trasporto) • associato agli elementi di conduzione • cellule transfer con introflessioni della parete cellulare: aumento della superficie di scambio • molti mitocondri: energia per i processi di trasporto • origine primaria o secondaria, per lo più secondaria Da Lüttge. 59 Articolo di un vaso punteggiato Raggio midollare (cellule con pareti ispessite ‐ Parenchima di conduzione di origine secondaria) Da Speranza‐Calzoni. Fraxinus excelsus. Sezione longitudinale tangenziale di fusto. 60 30 12/11/2010 Tessuti adulti •tessuti tegumentali 61 TESSUTI TEGUMENTALI •EPIDERMIDE •ESODERMA H2O •RIZODERMA •ENDODERMA •SUGHERO Adattamento alla vita subaerea Protezione contro gli agenti esterni R l i Regolazione d deii fl flussii di sostanze t (liquidi, gas) H2O Elaborazione di tessuti specifici per la protezione 62 31 12/11/2010 Caratteristiche comuni: 9 assenza di spazi intercellulari tra le cellule del tessuto 9 modificazioni parietali caratteristiche (benché diverse per i vari tessuti tegumentali) 9 creano una separazione tra due ambienti (anche non direttamente con ll’ambiente ambiente esterno) • Origine primaria (dai meristemi apicali) – corpo primario - esterni: epidermide (germoglio) rizoderma (radice) esoderma (radice) - interni: endoderma ((radice)) • Origine secondaria (dal fellogeno) – corpo secondario - esterno: sughero 63 EPIDERMIDE TESSUTO ADULTO PRIMARIO ESTERNO Caratteristiche generali: 9 dal meristema apicale (protoderma), riveste il corpo primario del germoglio 9 monostratificata (pluristratificata nelle piante di ambienti aridi) 9 cellule vive, metabolicamente attive 9 parete cellulare: più spessa sul lato rivolto verso l’atmosfera, cutinizzata 9 9 9 9 cuticola, rivestimenti cerosi cuticola vacuolo: anche pigmentato (flavonoidi) plastidi: indifferenziati, cloroplasti solo nelle piante d’ombra con la crescita in diametro del fusto, l’epidermide viene lacerata e sostituita da cellule suberificate (sughero) 64 32 12/11/2010 Funzioni generali: 9 Protezione (agenti atmosferici, insetti, parassiti, eccesso di irradiazione) 9 Regolazione della traspirazione e degli scambi gassosi 9 Altre funzioni metaboliche: secrezione, secrezione movimento, movimento riserva riserva, percezione Epidermide Cellule epidermiche “normali” Formazioni epidermiche Apparati stomatici Rivestimenti tricomatosi 65 Cellule epidermiche “normali” Cuticola con cere Parete cellulare Citoplasma Nucleo •Cellule vive •Citoplasma parietale •Grande vacuolo con pigmenti (antociani, flavoni) •Proplastidi (talora leucoplasti e cromoplasti; cloroplasti nelle piante sciafile e acquatiche) •Parete ispessita 66 33 12/11/2010 Parete esterna ispessita (Molto Æ luoghi umidi Poco Æ luoghi secchi) Cutinizzazione e cuticolarizzazione ((assenti nelle p piante sommerse e nelle radici; scarsa cuticola nelle p piante di luoghi umidi) La cuticola, oltre a ricoprire la superficie esterna della parete delle cellule epidermiche, penetra tra le pareti radiali e forma i cd. “chiodi della cuticola” Spesso depositi di cere sulla cuticola (piante luoghi secchi e p. acquatiche Æ per evitare la marcescenza) 67 Casi particolari: • pareti calcificate (foglie ruvide di cucurbitacee) • pareti silicizzate (foglie taglienti di graminacee) • pareti lignificate (foglie consistenti di conifere) • pareti sottili nelle cellule bulliformi: grazie a variazioni di turgore fanno arrotolare e srotolare la foglia delle graminacee • pareti gelificate (aumento sostanze pectiche rispetto a quelle strutturali) Cellule bulliformi H20 ottimale Da Stern. H20 carente 68 34 12/11/2010 La forma delle cellule epidermiche asseconda quella dell’organo che rivestono. Esempio, foglie: Monocotiledoni:c ellule allungate Dicotiledoni: cellule con contorno sinuoso 69 Rivestimenti tricomatosi ‐ tricomi I peli o tricomi derivano da cellule epidermiche che sono andate incontro a divisione. A maturità possono essere vivi o morti. 9 peli di protezione: morti a maturità, pieni d’aria, riflettono la luce (contro l’eccesso di irradiazione solare e di traspirazione) 9peli secretori: vivi, rilasciano metaboliti secondari (essenze) o sali (alofite) 9 peli urticanti: vivi, rilasciano sostanze urticanti (istamina, acetilcolina) 9 peli “traspiranti”: vivi, aumentano la superficie 9 peli radicali o assorbenti 9 papille: peli conici vivi che conferiscono aspetto vellutato a molti fiori (corolla) 9 peli aggrappanti: organi di attacco, morti 9 squame assorbenti: assorbimento di acqua 70 35 12/11/2010 Pelo lineare unicellulare Gossypium sp. sp Pelo lineare pluricellulare 71 Pelo ramificato Verbascum thapsus Pelo peltato Olea europaea 72 36 12/11/2010 Pelo urticante Urtica dioica La parete della cellula urticante è mineralizzata: ‐ calcificazione (base) ‐ silicizzazione (apice) Il pelo è portato da una base pluricellulare (emergenza). Da Lüttge. 73 Pelo ghiandolare capitato di foglia di Pelargonium sp. Pelo contenente sale Atriplex hymenelytra (da Lüttge) Papille di petalo di Pelargonium sp. 74 37 12/11/2010 Peli aggrappanti ‐ Phaseolus Squame assorbenti ‐ Tillandsia Peter v. Sengbusch www.biologie.uni‐hamburg.de 75 Rivestimenti tricomatosi ‐ emergenze Sono considerate rivestimenti tricomatosi anche le emergenze. Alla formazione delle emergenze cooperano, oltre all’epidermide, anche i tessuti sottoepidermici. ‐ aculei di rosa ‐ tentacoli di Drosera 76 38 12/11/2010 Apparati stomatici Rappresentano il sistema di regolazione della traspirazione e degli scambi gassosi: apertura regolata. CELLULE DI GUARDIA CON CLOROPLASTI! Rima stomatica Cellula di guardia Cellula annessa Camera sottostomatica 77 Posizione degli stomi: Gli stomi sono presenti nelle parti aeree verdi (soprattutto foglie). No in radici. Si in rizomi. No in p p. p parassite ((es. Cuscuta). ) ..radicchio!!! radicchio!!! 1. sulla lamina fogliare 9 9 9 9 sulla pagina inferiore (caso comune): foglia ipostomatica sulla pagina superiore (foglie natanti): foglia epistomatica su entrambe le p pagine g ((monocotiledoni): ) foglia g anfistomatica f assenti (foglie sommerse): foglie astomatica 2. rispetto al piano dell’epidermide 9 allo stesso livello (caso comune) 9 sopraelevati (piante equatoriali) 9 infossati, anche in cripte stomatiche (piante di ambienti secchi) 78 39 12/11/2010 Distribuzione degli stomi: Dicotiledoni (con foglie retinervie) Monocotiledoni e Conifere (con foglie parallelinervie) in file parallele in ordine sparso Iris sp. Laurus sp. 79 Meccaniche stomatiche 1. Fenomeni osmotici a carico del vacuolo 2. Speciale deposizione delle fibrille di cellulosa (micellazione radiale) Æ stoma aperto = tanto K+ nel vacuolo Æ cellula turgida Da Mauseth. Da Raven. 80 40 12/11/2010 Da Purves. Da Purves. 81 82 41 12/11/2010 La guttazione attraverso idatodi è tipica di piante igromorfe (igrofite), ma anche in altre angiosperme (es. Fragaria, Potus). Nelle igrofite è forte la necessità di rendere possibile la traspirazione anche in condizioni di umidità dell’aria molto alta •Epidermide Epidermide con on cellule ell le a parete molto sottile con leggero strato di cuticola •Peli vivi •Stomi portati su protuberanze •Idatodi Per favorire traspirazione Per favorire l’eliminazione di eccessi di acqua. acqua Schema lamina di igrofita. 83 Da Luettge. Schema idatodo lingulata. di Saxifraga • Stoma acquifero = idatodo. idatodo •Estremità dei vasi xilematici. IDATODI = aperture sulla superficie fogliare a contatto, tramite l’apoplasto, l apoplasto, con le tracheidi delle estremità libere delle nervature centrali. Sono cellule reniformi (cell. stomatiche sempre aperte, quindi non funzionali). Da Luettge. 84 42 12/11/2010 RIZODERMA • Tessuto tegumentale esterno della radice nella zona di attivo assorbimento dell’acqua (zona pilifera). • Cellule vive con parete sottile celluloso‐pectica non cutinizzata. • Cellule con peli radicali, estroflessioni con funzione di assorbimento di acqua e sali minerali. • Stomi assenti. • Riveste una zona limitata, ma fondamentale, della radice. • Il rizoderma ha vita breve e la funzione tegumentale è assunta dalle cellule dell’ultimo strato del cilindro corticale = esoderma. Zona molto delicata. . . . . . . . . . . . . Peli più corti = più giovani verso l’apice radicale. 1 pelo = 1 cellula con nucleo verso l’estremità esterna. 85 Da Stern. 86 43 12/11/2010 ESODERMA • Tessuto tegumentale esterno della radice al di sopra della zona di attivo assorbimento dell’acqua (zona pilifera). • Deriva D i d ll dalla modificazione difi i d ll delle cellule ll l più iù esterne t d l del parenchima del cilindro corticale. • Cellule vive (radice giovane) o morte (radice vecchia). • Sostituisce lo strato pilifero quando questo cade. • Pareti cellulari con suberina. • Presenza di punti di permeazione. 87 Biogenesi dell’ESODERMA • Nelle cellule una lamella di suberina viene deposta contro la parete. Successivamente si aggiungono strati di cellulosa e lignina. • Le cellule tendono a morire con la maturazione della radice. • Alcune cellule non si modificano: p punti di permeazione p permettono alla p radice di non essere isolata dall’ambiente esterno. Punti di permeazione Rizoderma Esoderma Esoderma in formazione 88 44 12/11/2010 ENDODERMIDE • • • • Tessuto interno primario. Radice (ma anche fusti sotterranei e di piante acquatiche). Ultimo strato del cilindro corticale. corticale Barriera al flusso apoplastico per la selezione delle soluzioni che passano dal cilindro corticale al cilindro centrale. 89 Endodermide: • monostratificata senza spazi intercellulari • ultimo strato del cilindro corticale • cellule vive • presenza della banda del Caspary: banda della parete primaria impregnata di suberina (zona idrofoba) – pareti radiali e tangenziali • il plasmalemma è strettamente associato alla banda del Caspary • il flusso di acqua che arriva all’endodermide attraverso l’apoplasto si interrompe a livello della banda del Caspary, dove avviene una selezione dei soluti • i soluti selezionati entrano nel protoplasto e possono riprendere la via apoplastica solo DOPO aver attraversato il protoplasto dell’endodermide 90 45 12/11/2010 Il trasporto radiale dell’acqua + sali minerali attraverso la radice avviene, a livello dei peli radicali e della corteccia primaria, sia per via simplastica sia per via apoplastica (attraverso le pareti). LLa via i apoplastica l ti (non ( selettiva) l tti ) è interrotta i t tt dalle d ll bande b d del d l Caspary, C che h sii trovano a livello delle pareti radiali dell’endodermide. I soluti devono per forza entrare nelle cellule dell’endoderma e iniziare una via simplastica (selettiva). Superato l’endoderma, nel cilindro centrale l’acqua e i soluti possono seguire g sia la via simplastica p sia q quella apoplastica p p fino a q quando raggiungono gli elementi conduttori (vasi xilematici). Entrati nei vasi conduttori xilematici l’acqua e i soluti vengono trasportati e “risucchiati” grazie al flusso di traspirazione. 91 Via simplastica Via apoplastica Parenchima del cilindro corticale ENDODERMIDE Parenchima del cilindro centrale 92 46 12/11/2010 Stadi di sviluppo dell’endodermide 1. Stadio primario: banda del Caspary Da Lüttge. 93 Cilindro corticale H2O H2O Cilindro centrale Da Mauseth. 94 47 12/11/2010 2. Stadio secondario: deposizione di una lamella continua sottile di suberina su ogni parete Alcune cellule dell’endodermide non vanno incontro a suberificazione: punti di permeazione o cellule di passaggio. Da Lüttge. 95 3. Stadio terziario: deposizione di strati successivi di cellulosa e lignina sulle pareti radiali e tangenziali (funzione meccanica) Monocotiledoni (U) Dicotiledoni (O) Da Lüttge. 96 48 12/11/2010 1 2 3 97 Da Raven. SUGHERO (o fellema) • Tessuto tegumetale esterno di origine secondaria (da meristema secondario). • Deriva dal fellogeno (= cambio subero-fellodermico). • Sostituisce l’epidermide. • Tessuto tegumentale del corpo secondario (fusto e radice), ma (patata)) e rizomi,, foglie g di p protezione ((brattèe)) e anche in tuberi (p in alcuni frutti (mele, pere). • Sughero anche come tessuto cicatriziale (meristemi avventizi). • Cellule morte, piene d’aria, appiattite trasversalmente. • Pluristratificato. • No spazi intercellulari. • Parete cellulare: pareti sottili ricoperte internamente di una lamella di suberina. Talora parete spessa per l’apposizione contro la lamella di suberina di strati di cellulosa, che a sua volta si p può i impregnare di lignina. li i • Parete cellulare: suberificazione, pigmentazione (flobafeni). • Barriera impermeabile a gas e acqua. • Proprietà coibenti e di difesa contro parassiti e agenti chimici. • Interrotta da lenticelle. 98 49 periderma 12/11/2010 Da Gerola. Periderma = Insieme di 3 tessuti, sughero, fellogeno, felloderma Sostituice l’epidermide dopo che questa si lacera in seguito all’accrescimento secondario in spessore 99 Cellula a parete suberificata. Attività del fellogeno. Da Lüttge. 100 50 12/11/2010 Parete primaria cellulosica Struttura della parete di una cellula suberosa. Lamella di cellulosa Lamella di suberina (azzurro) Parete primaria cellulosica Lamella di cellulosa Struttura della parete di una cellula suberosa di Cytisus sp. Stratificazione di lamelle di suberina (azzurro) saponificazione Parete primaria cellulosica Lamella di cellulosa Masse tondeggianti non strutturate derivanti dalle lamelle di suberina dopo saponificazione. 101 sughero corteccia Radice di una Dicotiledone •Cellule di sughero con pareti spesse e pigmentate. p g •Allineamento radiale ordinato. Rizoma di Iris sp. (Liliaceae) Cellule di sughero con pareti sottili. Da Speranza‐Calzoni. 102 51 12/11/2010 sughero parenchima amilifero Tubero di patata (Solanum tuberosum) 103 Da Speranza‐Calzoni. LENTICELLE • • La barriera rappresentata dal sughero viene interrotta da strutture dette lenticelle (nel fusto e nella radice). Scambi gassosi nella struttura secondaria (anche nelle mele e nelle pere!) Piccole “verruche” di forma lenticolare, disposte per lo più longitudinalmente talora trasversalmente (es. longitudinalmente, (es Betula sp.). sp ) Tessuto di riempimento Epidermide lacerata Sughero Fellogeno della lenticella 104 Botanical Society of Americca • 52 12/11/2010 Lenticella. Da Lüttge. Immagini al SEM e schema. Da Devaux. 105 Tessuti adulti •tessuti meccanici 106 53 12/11/2010 TESSUTO MECCANICO Le piante terrestri sono sottoposte a: • forze di pressione (peso della chioma) • forze di trazione (oscillazioni dovute al vento) Resistenza a sforzi meccanici dovuti al peso; R sist n all piegamento Resistenza pi m nt - Piante giovani: turgore cellulare - Piante adulte: tessuti specializzati per il sostegno 107 La funzionalità del tessuto meccanico non deriva da speciali attitudini del protoplasto, ma dalle caratteristiche della parete cellulare Caratteristiche comuni ai tessuti meccanici: • spazi intercellulari generalmente limitati • ispessimenti parietali T Tessuti i meccanici i i Sclerenchima Collenchima 108 54 12/11/2010 COLLENCHIMA • • • • • Tessuto meccanico primario Organi giovani in via di accrescimento (fusti erbacei, piccioli) Elasticità Cellule vive allungate in senso assiale Parete (primaria) con ispessimenti celluloso-pectici non uniformi: 9 lungo le pareti tangenziali = collenchima lamellare (es. Sambucus) 9 agli spigoli = collenchima angolare (es. Cucurbita) 9 in relazione a spazi intercellulari = collenchima lacunato (es. Lactuca) • Le cellule collenchimatiche possono anche essere fotosintetizzanti. 109 Da Nultsch. Collenchima angolare di picciolo Collenchima lamellare di fusto di Sambucus nigra di Begonia sp. 110 55 12/11/2010 Collenchima in picciolo di Ninfea Collenchima in fusto di girasole (Helianthus annuus) 111 Il collenchima è un tessuto che assicura elasticità grazie agli ispessimenti cellulosici Organi giovani, ancora in via di accrescimento (es. fusti erbacei) Organi adulti per i quali è necessaria una buona elasticità (es. picciolo) 112 56 12/11/2010 • I collenchimi sono presenti soprattutto nelle dicotiledoni. • Nei fusti in genere occupano la porzione periferica, come strato continuo oppure discontinuo in forma di cordoni (es. fusto di labiate: basilico, menta…). Sezione di fusto Sezione di fusto di labiata Stachys alpina. Rectangular stem. © 2007 S. A. Mori. 113 SCLERENCHIMA • Tessuto primario o secondario • Parete cospicuamente e uniformemente ispessita (parete s secondaria), d i ) spesso s ss lignificata li ifi t • La deposizione degli strati parietali riduce progressivamente il lume cellulare fino alla morte del protoplasto: cellule morte • Organi che hanno completato la crescita • Tipologie di cellule sclerenchimatiche: 9 Sclereidi: isodiametriche 9 Fibre: allungate 114 57 12/11/2010 Lo sclerenchima è un tessuto che assicura resistenza grazie agli ispessimenti cospicui, uniformi e spesso lignificati della parete cellulare Organi che hanno completato l’accrescimento A differenza del collenchima, le cellule sclerenchimatiche a maturità svolgono esclusivamente una funzione meccanica: il protoplasto viene riassorbito. 115 SCLEREIDI Cellule isodiametriche o di forma irregolare, MAI allungata, con parete lignificata. • sclereidi organizzate in tessuto - isole pietrose (polpa di pera, mela cotogna): deterrente per erbivori - endocarpo nei frutti (noce, pesca, ciliegia): protezione per il seme - tegumenti del seme (uva, cocomero…) • Sclereidi come idioblasti - picciolo e lamina di Nymphaea (mantengono aperti i canali aeriferi) - foglie “cuoiose” (danno consistenza): tè, ulivo 116 58 12/11/2010 Esempi Sclereidi filiformi in foglia di olivo Cellule pietrose in pera Sclereidi in foglie di Camellia Sclereide a estremità ramificate in foglia di Hakea Sclereide della corteccia di Trochodendron Da Gerola. 117 Sclereidi in polpa di pera Colorazione con floroglucina HCl 118 59 12/11/2010 Sclereide come idioblasto nell’aerenchima del picciolo y p alba)) di ninfea ((Nymphaea Colorazione con floroglucina HCl 119 FIBRE Cellule sottili e allungate macroscopicamente, spesso filiformi. Cellule appuntite fascetti/anelli. alle estremità estremità, spesso organizzate in Le fibre si distinguono sulla base della localizzazione: • xilari: appartengono al legno, sempre lignificate • extraxilari: corticali, liberiane… non sempre lignificate Frequente crescita apicale: mentre aumenta in senso centripeto lo spessore della parete, la cellula continua ad accrescersi agli apici. Parete cellulosica o lignificata. 120 60 12/11/2010 Lume del vaso Lume della fibra 121 Da Lüttge. Fibre usate in campo tessile Le lunghe e resistenti cellule delle fibre possono essere impiegate come fibre tessili. Le fibre L f r sono n inserite n rt n nel c contesto nt t di un organo rgan (fu (fusto, t , ffoglia): g a) p perr il loro utilizzo devono essere separate. • Fibre xilari Difficilmente separabili dagli elementi di conduzione (fasci conduttori); es. cordami ottenuti da foglie di monocotiledoni. • Fibre extraxilari Facilmente separabili per macerazione: processo di digestione delle pectine (lamella mediana). Costituiscono le fibre tessili. 122 61 12/11/2010 Aspetti citologici delle fibre tessili La morbidezza della fibra decresce all’aumentare dal contenuto in lignina nelle pareti cellulari: Linum usitatissimum (lino): sola cellulosa Cannabis sativa (canapa): 50% lignina Corchorus sp. (juta): 70% lignina Per uso tessile, la fibra deve avere un basso contenuto di lignina (adatte alla tessitura): canapa e lino (fibre liberiane). Fibre con alti contenuti di lignina possono essere solo intrecciate. ATTENZIONE: Cotone (Gossypium sp.): non fibre sclerenchimatiche, ma sottili peli che rivestono i semi (protezione, volo). 123 Le fibre di canapa e lino differiscono per una varietà di aspetti citologici usati a scopo diagnostico. Lino Canapa Terminazioni affusolate variabili, anche biforcate Superficie striature trasversali striature longitudinali Dimensione del lume 1/6-1/10 dello spessore cellulare 1/2-1/3 dello spessore cellulare P Punteggiature minuscole, l difficilmente visibili b l e parallele ll l visibili all’asse longitudinale Sezione trasversale pentagonale o esagonale ovale o rotonda 124 62 12/11/2010 Tessuti adulti •tessuti conduttori 125 TESSUTI CONDUTTORI Necessità di trasporto delle soluzioni Evoluzione di sistemi di trasporto a lunga distanza specializzati: tessuti conduttori • vascolare (linfa grezza) • cribroso (linfa elaborata) 126 63 12/11/2010 • Alghe: no necessità di trasporto dell’acqua; alcune alghe brune (es. Laminaria, Macrocystis) elaborano vie di conduzione degli assimilati con caratteri simili al tessuto cribroso • Briofite: semplici sistemi di conduzione solo nelle più evolute (muschi) 9idroidi con parete non lignificata, 9idroidi, lignificata morti a maturità – flusso ascendente 9leptoidi, cellule vive con protoplasto degenerato – flusso discendente • Pteridofite (Tracheofite, Crittogame vascolari): primi veri tessuti veri tessuti di conduzione solo nelle Cormofite = TRACHEOFITE 127 Caratteristiche fondamentali: • cellule dalla forma allungata (elementi) e con pareti trasversali oblique e perforate • disposizione longitudinale degli elementi (funzionale alla conduzione) • fortissima specializzazione • origine primaria o secondaria Æ corpo primario e secondario. Tessuti conduttori Tessuto VASCOLARE Tracheidi Tessuto CRIBROSO Trachee Cellule cribrose e cellule albuminoidi Tubi cribrosi e cellule compagne 128 64 12/11/2010 TESSUTO VASCOLARE Movimento ascensionale (radici → foglie) della linfa grezza = acqua & sali minerali Tessuto vascolare elementi o articoli Cellule morte allungate g che conservano solo la parete cellulare e che, sovrapposte, formano i VASI Tracheidi Trachee Fibrotracheidi 129 Trasporto ascensionale dell’acqua • L’acqua si sposta spontaneamente dal suolo all’atmosfera • Le piante si frappongono tra suolo e atmosfera, creando un sistema entro cui l’acqua può fluire spontaneamente • L’acqua evapora dalle cellule delle foglie • Per osmosi le cellule richiamano acqua dalle cellule circostanti e infine dal sistema di conduzione (= vasi) • Nei vasi le molecole d’acqua formano una colonna l continua ti d ll radici dalle di i fino fi alle ll foglie f li Il trasporto dell’acqua in senso ascendente avviene per la forza aspirante della chioma 130 65 12/11/2010 Caratteristiche citologiche • parete primaria sottile, non lignificata (permeabile) • parete secondaria con ispessimenti lignificati disposti in modo discontinuo (resistenza alla tensione) • a maturità il protoplasto viene riassorbito (cellule morte) Rigidità R anulati anulospiralati spiralati scalariformi reticolati punteggiati Estensib bilità VASI •Vasi estensibili, adatti ad accompagnare la crescita degli organi •Limitata resistenza •Vasi rigidi, adatti agli organi non in fase di crescita •Alta resistenza 131 Vasi anulati Vasi anulo‐spiralati Vasi spiralati Negli organi in fase di crescita Vasi reticolati Vasi punteggiati Vasi scalariformi Strutture rigide non estensibili estensibili, in organi che hanno completato l’accrescimento Ispessimenti diversi nei diversi articoli e, talora, anche nel medesimo articolo. I VASI SONO GLI ELEMENTI ISTOLOGICI DI CONDUZIONE DELLO XILEMA (o LEGNO) 132 66 12/11/2010 anulato spiralato scalariforme reticolato punteggiato tracheidi Da Mauseth 133 scalariforme Da Esau. Da Stern. Vasi anulati. Vaso punteggiato. Da Speranza‐Calzoni. Vasi con setto a perforazione semplice e multipla. 134 67 12/11/2010 TRACHEIDI • • • • pareti trasversali integre e punteggiate piccolo diametro (0.03 p ( mm)) elementi lunghi di forma affusolata originano vasi chiusi: il trasporto nei vasi è ostacolato dalla presenza delle pareti trasversali Piccolo diametro Pareti trasversali FLUSSO LENTO Da Stern. 135 Le tracheidi costituiscono la forma più antica di tessuto vascolare: • presenti in tutte le cormofite • gruppi meno evoluti: spesso unico elemento di conduzione • gimnosperme: fibrotracheidi, anche con funzione meccanica • angiosperme: primi elementi vascolari formati durante lo sviluppo (anulati, spiralati, anulospiralati…) accompagnano l’accrescimento 136 68 12/11/2010 TRACHEE Perforazione • pareti trasversali riassorbite parzialmente o completamente (perforazioni semplici: resta un cercine anulare tra g gli articoli)) • ampio diametro (0.3 mm) • articoli corti a forma di tamburo • in genere, vasi reticolati e punteggiati Da Raven. • originano vasi aperti: il trasporto non è ostacolato Ampio diametro Perforazioni FLUSSO VELOCE Da Stern. 137 Le trachee si sono evolute dalle tracheidi più volte in gruppi diversi di cormofite: casi di convergenza morfologica Da Mauseth • pteridofite evolute (es. Selaginella) • ggimnosperme p Gnetofite ((Gnetum,, Ephedra) p ) • tutte le angiosperme (eccetto le Magnoliali) 138 69 12/11/2010 Selaginella g bryopteris y p Ephedra sp. Gnetum gnemon Morfologia a confronto Forrest Smith Selaginella g kraussiana 139 Tracheide Fibra Fibrotracheide Trachee Da Raven. 140 Da Gerola 70 12/11/2010 Vasi formati da trachee con parete trasversale più o meno riassorbita. Da Mauseth. Da Mauseth. Posizione sovrapposta degli elementi conduttori. 141 142 71 12/11/2010 Da Stern. 143 Flusso dell’acqua a confronto Tracheidi Trachee Da Mauseth 144 72 12/11/2010 Differenziamento delle trachee Cellula meristematica Cellula adulta Da Raven. 145 Vita dei vasi Alla fine della stagione vegetativa, quando cadono le foglie, le colonne d’acqua presenti nei vasi “della cerchia annuale” si disattivano. •I vasi perdono via via la capacità di trasporto e possono divenire sede di attacco fungino o batterico o da parte di insetti. •I vasi vengono sigillati mediante formazione di TILLE, tappi di estroflessioni protoplasmatiche prodotte dalle cellule parenchimatiche adiacenti al legno che penetrano nel vaso attraverso le punteggiature laterali. •All’inizio della nuova stagione vegetativa, il cambio cribro‐vascolare produce nuovi e più numerosi elementi di conduzione. 146 73 12/11/2010 Da Mauseth. tilla tilla lume del vaso punteggiatura 147 TESSUTO CRIBROSO Movimento della linfa elaborata = acqua & fotosintati Tessuto cribroso Elementi cribrosi Cellule associate Cellule vive allungate e sovrapposte a formare i tubi cribrosi 148 74 12/11/2010 ..ATTENZIONE.. Organismi più evoluti (Angiosperme): elementi l ti d deii ttubi bi cribrosi ib i + cellule ll l compagne ((sorelle) ll ) Organismi meno evoluti (alcune Angiosperme primitive, Pteridofite, Gimnosperme): cellule cribrose + cellule albuminodi (non cellule sorelle) Le cellule cribrose degli organismi più primitivi non formano tubi veri e propri, perché non si sovrappongono perfettamente a formare un tubo. Cellule cribrose. Da Mauseth. 149 Elementi dei tubi cribrosi. 150 75 12/11/2010 Trasporto dei fotosintati • A livello delle foglie (sorgenti, “source”) i fotosintati prodotti vengono caricati nei tubi cribrosi e diretti verso i siti di accumulo/utilizzo, es. radice (pozzo, “sink”). 1. La parete deve restare elastica, non necessita di particolari “rinforzi”. 2. La cellula rimane viva 151 ELEMENTI DEI TUBI CRIBROSI • Cellule (elementi) vive molto peculiari, si sovrappongono originando dei tubi • Le pareti sono cellulosiche e sottili • Pareti trasversali perforate cribrose semplici o composte = placche Placca semplice Placca composta Da Mauseth Aree cribrose 152 76 12/11/2010 Tubi cribrosi Le placche cribrose che separano gli articoli sono generalmente oblique. Piccole aree cribrose si trovano sulle altre pareti p per il trasporto laterale. Da Lüttge. Da Stern. 153 154 77 12/11/2010 Caratteristiche degli elementi dei tubi cribrosi. I • cellule vive • assenza del nucleo • pochi organuli, organuli tra cui plastidi • degenerazione del tonoplasto: succo vacuolare e citoplasma non sono distinti • formazione dei pori cribrosi da plasmodesmi “dilatati” (cordoni citoplasmatici) • plasmodesmi ramificati collegano i tubi cribrosi con le cellule compagne adiacenti 155 Caratteristiche degli elementi dei tubi cribrosi. II • Placche cribrose semplici (nelle pareti trasversali orizzontali)) Diam. Pori = 0,1 µm Diam. Tubo cribroso = 20-40 µm Lungh. Tubo cribroso = 0,1-0,15 mm • Placche cribrose composte (se le pareti trasversali sono oblique) 156 78 12/11/2010 Da Mauseth. 157 Biogenesi degli elementi del tubo cribroso Cellula meristematica Da Raven. Cellula adulta 158 79 12/11/2010 Caratteristiche delle cellule compagne • Origine comune col tubo che affiancano (stessa cellula madre) Tubo cribroso Cellula compagna • La cellula compagna provvede a “mantenere in vita” il tubo cribroso, fornendogli l’energia metabolica necessaria (abbondanti mitocondri) • Plasmodesmi multipli sono l’espressione della dipendenza del tubo cribroso dalla cellula compagna 159 Vita dei tubi cribrosi • In genere, un anno: formazione del callo, un deposito di callosio (β-glucano) che ottura le perforazioni delle aree cribrose Æ morte • In alcuni casi, il callo può essere rimosso a primavera e la funzionalità del tubo essere recuperata (es. vite, tiglio) • Monocotiledoni arboree: anche 100 anni nelle Palme! 160 80 12/11/2010 Cellule cribrose e cellule albuminoidi • Elementi del tessuto cribroso nelle tracheofite non angiosperme (Pteridofite e Gimnosperme) • Le cellule cribrose sono affusolate e comunicano tra loro per mezzo di numerose aree cribrose con pori di ridotte dimensioni • Pareti trasversali molto oblique • Stesso tipo di aree cribrose su tutte le pareti • Le cellule albuminoidi, che danno sostegno metabolico alle cellule cribrose, non hanno origine comune con queste ultime • Primi esempi di elementi cribrosi primitivi (simili a cellule cribrose) nelle alghe brune macroscopiche (Laminaria, Macrocystis): invece, assenza di tessuto vascolare 161 XILEMA e FLOEMA 162 81 12/11/2010 I tessuti conduttori (vascolare e cribroso) sono riuniti in “cordoni” che percorrono il cormo nel senso della lunghezza: continuità radice-fusto-foglie. radice fusto foglie Gli elementi vascolari e quelli cribrosi decorrono fianco a fianco nello stesso cordone FASCI CRIBRO-VASCOLARI O CONDUTTORI 163 Alla formazione del fascio contribuiscono: • elementi di conduzione: responsabili del trasporto delle soluzioni in senso assiale • elementi meccanici (fibre): danno consistenza e sostengono il fascio • elementi parenchimatici: 9 funzione di riserva 9 trasporto a breve distanza (parenchima di trasporto) 9 trasporto a media distanza (in senso radiale) 1 FASCIO E’ UN INSIEME DI ELEMENTI APPARTENENTI A 3 TESSUTI 164 82 12/11/2010 porzione impegnata nel trasporto della linfa grezza Fascio cribrovascolare porzione impegnata nel trasporto della linfa elaborata XILEMA o LEGNO FLOEMA o LIBRO • trachee e tracheidi • fibre fib xilematiche il ti h • parenchima del legno • tubi cribrosi ll l compagne • cellule • fibre liberiane • parenchima del libro NON tessuti, bensì SISTEMI DI TESSUTI 165 Il differenziamento degli elementi che compongono i fasci non è simultaneo nell’ambito del fascio stesso (distanza dall’apice meristematico). Dai meristemi primari XILEMA FLOEMA primo differenziato protoxilema protofloema successivo metaxilema metafloema 166 83 12/11/2010 Le porzioni xilematica e floematica possono essere: 1. separate da uno strato di cellule ancora capaci di dividersi e originare nuove cellule dello xilema e del floema: cambio cribro-vascolare. Fascio APERTO Crescita secondaria possibile 2. essere a diretto contatto tra loro, senza strati cellulari interposti. Fascio CHIUSO Crescita secondaria impedita 167 TIPI DI FASCI I fasci vengono classificati sulla base della disposizione reciproca di xilema e floema: 9 radiali o alterni 9 collaterali 9 bicollaterali 9 concentrici La presenza di un tipo di fascio dipende dall’organo e dalla posizione sistematica i i della d ll specie. i 168 84 12/11/2010 FASCI RADIALI • Partendo dal centro della struttura, xilema e floema formano cordoni (arche) disposti su raggi alternati • Le arche xilematiche e floematiche costituiscono una struttura unitaria = fascio radiale (raggiato) o alterno • Le arche xilematiche possono confluire verso il centro del fascio (differenziamento centripeto) protofloema esarco Æ metafloema endarco Æp Æ protoxilema esarco Æ metaxilema endarco • Fascio presente nei fusti di alcune pteridofite (Licopodi: es. Psilotum) e nelle radici. 169 Fasci radiali X 170 85 12/11/2010 FASCI COLLATERALI • Partendo dal centro della struttura, xilema e floema formano cordoni d i disposti di ti sullo ll stesso t raggio i • Ogni unità è formata da un cordone xilematico e uno floematico = fascio collaterale • Presenza del cambio = fascio collaterale aperto (gimnosperme e dicotiledoni) • Assenza A d l cambio del bi = fascio f i collaterale ll l chiuso hi ( (monocotiledoni) il d i) 171 F X Cambio F X 172 86 12/11/2010 FASCI BICOLLATERALI In talune famiglie di dicotiledoni (cucurbitacee, solanacee) i fasci sono bicollaterali: bi ll t li llo xilema il è compreso ttra d due cordoni d i di fl floema. Fasci anche aperti. F X F 173 FASCI CONCENTRICI • Perifloematici: il floema circonda lo xilema (fusto di pteridofite) • Perixilematici: lo xilema circonda il floema (rizoma di monocotiledone) • I fasci concentrici non presentano cambio (fasci chiusi) 174 87 Pe erixilematico Pe erifloematico perixilematico Collaterale chiuso perifloematico Collaterale aperto Biicollaterale Radiale 12/11/2010 Fasci concentrici X F F X 175 176 Da Raven. 88 12/11/2010 Tessuti adulti •tessuti segregatori 177 TESSUTI SEGREGATORI Formati da cellule specializzate per l’elaborazione di sostanze temporaneamente escluse dal metabolismo (spesso metaboliti secondari) secondari). Origine epidermica o parenchimatica. Sulla base della localizzazione delle sostanze prodotte: 1. 2. nel vacuolo = tessuti secretori all’esterno delle cellule = tessuti ghiandolari Spesso la funzione segregatrice è svolta da idioblasti segregatori. 178 89 12/11/2010 Segregazione nel vacuolo Tessuti secretori Cellule secretrici Tubi laticiferi Idioblasti con enorme vacuolo, scarso citoplasma e pareti impermeabilizzate con suberina: a maturità spesso suberina muoiono mantenendo il loro contenuto. Latice = liquido sotto pressione contenente t t una varietà i tà di sostanze del metabolismo primario (glucidi semplici e complessi) e secondario (alcaloidi, tannini, resine, politerpeni) I tubi laticiferi sono polienergidi: - di origine apociziale o sinciziale - ramificati o meno - anostomosati o meno. • Cellule a essenza • Cellule a mirosina (brassicacee) • Cellule a mucillagini (liliacee) Frequenti in: Moracee, Composite, euforbiacee, Papaveracee.. 179 Cellule secretrici •Idioblasti dotati di un vacuolo enorme, poco citoplasma periferico, parete spesso suberificate. •Cellule spesso morte a maturità (mantengono i contenuti eterei, es. essenze, grazie all’impermeabilizzazione parietale). •Varii secretii liquidi li idi (a ( volte l solidi): lidi) radice: cren (Armoracia rusticana) rizoma: calamo aromatico (Acorus calamus) corteccia: cannella (Cinnamomum zeylanicum) •Cellule a olii eterei foglia: alloro (Laurus nobilis) petali: rosa (Rosa gallica) tegumenti seme: pepe (Piper nigrum) •Cellule a mirosina nelle Crucifere (senape, ravanello, cappero..) •Cellule a mucillagini nelle Orchidacee, Malvacee, Liliacee. 180 90 12/11/2010 Tessuti secretori • Conservano nel vacuolo il loro secreto Æ LATICE. • Solo Angiosperme in tutte le parti della pianta (soprattutto nel floema). • Entità polienergidiche (polinucleate). • Tessuti laticiferi: l f 1. apociziali: derivano da poche cellule (galattociti) nell’embrione. Ramificati o non ramificati. I nuclei si dividono si formino i setti. Es: Euforbia, Ficus, Nerium oleander. 2. sinciziali: formati da lunghe file di cellule le cui pareti sono in riassorbite. Citoplasma parietale polinucleato con un grande centrale contenente il latice. Es: Compositae, Campanulaceae, Convolvulaceae. • Nella stessa famiglia di piante possono essere presenti tipi diversi di laticiferi. • Cellule vive con parete sottile cellulosica elastica, citoplasma polinucleato, plastidi amiliferi.., vacuolo con latice sotto pressione. già presenti senza che parte vacuolo Liliaceae, 181 Latice: liquido vacuolare sotto pressione, costituito da acqua, Sali, glucidi semplici, acidi organici, amido, glucosidi, alcaloidi, enzimi, politerpeni (gomme)… Incisione dei tessuti e fuoriuscita di latice Laccasi Fenolossidasi O2 Pani d’oppio (Papaver somniferum) Caucciù (Hevea brasiliensis) Ossidazione e polimerizzazione Coagulo Siero Euphorbia sp. 182 91 12/11/2010 Laticiferi APOCIZIALI SINCIZIALI 183 Brattea di Euphorbia sp. (stella di Natale). Fusto di Hevea brasiliensis (Euphorbiaceae), albero della gomma. Fusto di Alöe (Liliaceae). Fusto di Lactuca virosa. 184 92 12/11/2010 Segregazione all’esterno della cellula Tessuti ghiandolari Cellule ghiandolari Secrezione p profonda, in spazi p intercellulari di origine: Cellule epidermiche p specializzate per la secrezione esogena: 1. schizogena: canali resiniferi (conifere) e tasche schizogene. Presenza di un epitelio ghiandolare. 2. lisigena: tasche lisigene (rutacee) generate dalla lisi delle cellule che hanno prodotto il secreto. • peli ghiandolari (es. peli epidermici in geranio) • peli urticanti (es. ortica) • g ghiandole del sale (alofite, es. Atriplex) • ghiandole nettarifere (fiori) • peli digerenti (piante carnivore) 185 Tessuti ghiandolari Le cellule che li compongono riversano il loro secreto negli spazi intercellulari che si formano per reciproco allontanamento delle cellule (origine schizogena) o per disfacimento delle cellule secretrici (origine lisigena). TASCHE Æ forma isodiametrica CANALI Æ forma allungata Esempi: 1. canali resiniferi di Conifere di origine schizogena 2. tasche di Ruta di origine lisigena (olii essenziali) 3. tasche della scorza del frutto degli agrumi di origine schizogena (olii essenziali) 186 93 12/11/2010 A. Tasche oleifere schizogene in foglia di Hypericum perforatum. B‐C. Tasche oleifere lisigene nella buccia di Citrus vulgaris, prima e dopo la lisi. A‐C. formazione schizogena di un canale resinifero nel legno di Pinus. D. Canale resinifero nella foglia di Pinus. 187 Da Strasburger. Epitelio secernente Lume del canale Guaina I canali resiniferi sono tappezzati internamente dalle cellule secretrici (epitelio secernente), cellule vive che producono e secernono la resina nei dotti stessi, e delimitati da una guaina con pareti ispessite. Questi canali hanno origine schizogena, cioè il lume del canale si è formato in seguito alla lisi della lamella mediana che univa le cellule secretrici e al loro allontanamento in seguito alla secrezione della resina. Da: www.atlantebotanica.unito.it Sezione trasversale di (Gimnosperme, Conifere). Pinus sp. Da Speranza‐Calzoni. 188 94 12/11/2010 Peli ghiandolari di petalo di Asteracea. Sale secreto mediante ghiandole del sale in foglie di mangrovia. Da Purves. Da Stern. Da Speranza‐Calzoni. Citrus limon, Rutaceae 189 95