Progettazione di circuiti digitali e linguaggio VHDL Sergio Ricciarini ~ INFN Firenze Corso di Elettronica Generale I Laurea Specialistica in Scienze Fisiche e Astrofisiche Dip. di Fisica - Università di Firenze 2010-11-24 Sommario Circuiti digitali integrati. Progettazione digitale e VHDL: • descrizione del progetto: come progettare un circuito logico in VHDL; • compilazione e verifica del progetto. Temporizzazioni dei segnali e macchine sincrone. Struttura della macchina sincrona e realizzazione in VHDL. Upset ed errori logici. Circuito asincrono e risincronizzazione. 2 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Bibliografia http://mikro.e-technik.uni-ulm.de/vhdl/anl-engl.vhd/html/vhdl-all-e.html http://www.csee.umbc.edu/help/VHDL/index.shtml http://www.eng.auburn.edu/department/ee/mgc/vhdl.html http://instruct1.cit.cornell.edu/courses/ee475/tutorial/VHDL3651.html http://www.disi.unige.it/person/AnconaD/Architettura/vhdl.htm ricerca su google etc.: "vhdl manual" biblioteche di Ateneo (non Polo Scientifico) 3 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Circuiti digitali integrati 4 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Circuito digitale integrato ASIC: application specific integrated circuit (Analog Device, Texas...). • Insieme di celle logiche con interconnessioni fissate dal produttore al momento della fabbricazione del chip, in base all'applicazione richiesta. FPGA: field programmable gate array (Altera, Xilinx, Actel, Quicklogic...) • Il chip è un insieme di celle logiche con interconnessioni configurabili dall’utente in base al campo (“field”) di applicazione. • La configurazione avviene o con speciali dispositivi (“programmatori”) o direttamente nel circuito stampato (“scheda” o “printed circuit board” PCB). • Dopo la configurazione una parte della FPGA risulta inutilizzata. Celle logiche: (a) combinatorie: solo logica combinatoria: combinazione di porte AND, NOT ecc.; (b) sequenziali: - un flip-flop (memoria a 1 bit); - logica combinatoria. 5 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Esempio: FPGA Actel Contengono celle logiche dei due tipi: (a) cella combinatoria. (b) cella sequenziale. 6 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Esempio: FPGA Altera Contengono un’unica cella logica di tipo sequenziale: integra una parte combinatoria più complessa del caso Actel. Progettata per massima versatilità. 7 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Progettazione digitale e VHDL • descrizione del progetto: come progettare un circuito logico in VHDL 8 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Linguaggio VHDL VHDL: Very-high-speed-integrated-circuits Hardware Description Language. Uno dei linguaggi per la descrizione funzionale di qualsiasi circuito digitale (FPGA, ASIC...), diffuso a livello mondiale (standard IEEE). La descrizione funzionale rappresenta strutture logiche in modo astratto, cioè senza necessariamente indicare una specifica realizzazione interna in termini di rete di NOT, AND e flip-flop fra tutte quelle equivalenti che danno la stessa funzione logica (cioè la relazione fra uscite e ingressi del circuito). Un compilatore (software installato su PC) traduce la struttura VHDL astratta in una struttura specifica da realizzare in un dato dispositivo. 9 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Descrizione funzionale o strutturale? • Dall’altra parte, in una descrizione strutturale (ad esempio un disegno schematico) viene indicata una sola struttura logica interna fra le tante equivalenti. • • La descrizione funzionale, in quanto astratta, è di più immediata comprensione per l’utente rispetto a quella strutturale. • • • • • La descrizione strutturale diventa utile quando ci sono esigenze molto particolari in termini di numero di celle utilizzate, ritardi fra ingressi e uscite ecc. Risparmio di tempo durante la codifica del circuito e le successive modifiche/correzioni. Minore possibilità di introdurre errori. Diventa in pratica indispensabile per circuiti di media-alta complessità (> 100 celle elementari). Analogia con C, FORTRAN rispetto a linguaggio macchina per un processore. NOTA: in VHDL è anche possibile effettuare una descrizione strutturale (porte AND, NOT e flip-flop) del tutto analoga al disegno schematico. • In genere un codice VHDL contiene un insieme di descrizioni funzionali e strutturali. 10 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 1) Semplice progetto VHDL -- COMMENTO: esempio di progetto elementare (solo combinatorio per semplicità) library IEEE; use IEEE.std_logic_1164.all; -- libreria di base (da indicare sempre) entity main is -- entità = interfaccia esterna; main è il nome, definito dall’utente port ( -- elenco dei segnali esterni di main in1_pin, in2_pin, in3_pin: in std_logic; -- std_logic (tipo del segnale): due valori, '1' o '0' out_pin: out std_logic ); -- un singolo enunciato puo’ essere scritto su più righe end main; architecture arch1 of main is -- architettura = struttura/funzionalità interna; arch1 è il nome -- segnali interni signal in1_and_in2 : std_logic; begin in1_and_in2 <= in1_pin AND in2_pin; out_pin <= in1_and_in2 OR NOT in3_pin; end arch1; -- questa descrizione è strutturale (una specifica combinazione di porte logiche), non funzionale 11 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Progettare un generico circuito logico Un generico circuito logico (FPGA, ASIC...) è una struttura sequenziale o macchina logica, composta cioè di un insieme di flip-flop e di parti puramente combinatorie (combinazioni di NOT, AND ecc.). • • I flip-flop memorizzano lo “stato logico” della macchina. Le parti combinatorie definiscono con la loro struttura la sequenza degli stati del circuito. Un circuito logico è in genere suddiviso per comodità pratica in un certo numero di blocchi logici o componenti organizzati in maniera gerarchica. • Conviene definire la gerarchia in modo da poter ripetere più volte nel progetto lo stesso componente e, se possibile, far coincidere la funzionalità di un componente con quella di una “macro”. 12 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macrofunzioni (“macro”) I componenti più comuni possono in genere essere ottenuti senza codificarli a mano (in VHDL o disegno schematico), utilizzando un software generatore di macrofunzioni, accessibile tramite interfaccia grafica nel software di sviluppo (in Quartus: MegaWizard Plug-in Manager). • • La macrofunzione viene inclusa nella struttura gerarchica del progetto come gli altri componenti. • Contatori, registri, multiplexer, decodificatori... Configurabili dall’utente: numero di bit, presenza di ingressi asincroni preset e/o clear, presenza di ingressi sincroni addizionali (enable, load, clear ecc.) In genere la macrofunzione prodotta contiene una descrizione strutturale tale da garantire la funzionalità desiderata nel dispositivo reale. Prima di scrivere il codice per realizzare una data funzione logica, verificare sempre se è possibile utilizzare una o più macro! • • Risparmio di tempo notevole (servono pochi secondi per generare una macro). Un blocco di codice VHDL scritto a mano raramente potrà essere meglio ottimizzato della macro equivalente; in ogni caso occorrerebbe dare una specifica descrizione strutturale e ottimizzata. 13 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 2) Architettura a blocchi gerarchici -- altra architettura più generale per l’entità main, con un componente interno, la cui architettura è definita altrove (~ subroutine) architecture arch2 of main is -- segnali interni signal in1_and_in2 : std_logic; -- componenti interni di questa architettura component logic_function -- componente = blocco logico, la cui architettura NON è specificata qui (il nome e l’interfaccia del componente devono corrispondere a un’entità decritta altrove) port (input1, input2: in std_logic; output: out std_logic ); end component; begin in1_and_in2 <= in1_pin AND in2_pin; logic_function_inst1: logic_function port map ( -- chiamata (“instance”) del componente con mappatura dei suoi segnali esterni sui segnali interni o esterni di main input1 => in1_and_in2, -- segnale interno di main input2 => in3_pin, -- segnale esterno di main output => out_pin ); 14 end arch2; S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 2) Descrizione del componente -- tipicamente il componente è descritto in un file separato, come blocco logico indipendente library IEEE; use IEEE.std_logic_1164.all; entity logic_function is port ( input1, input2: in std_logic; -- l’interfaccia deve essere coerente con quanto dichiarato nella architettura dove il componente viene chiamato (~ subroutine) output: out std_logic ); end logic_function; architecture arch_simple of logic_function is begin output <= input1 OR NOT input2; end arch_simple; 15 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Uso dei componenti Lo stesso componente (blocco logico) può essere inserito in N copie (cioè chiamato N volte) in uno stesso progetto VHDL. • Ogni copia è identificata da una diversa “etichetta” (label): logic_function_inst1: logic_function port map (…); logic_function_inst2: logic_function port map (…); Nel caso di componente originale: • • per modificare tutte le copie è sufficiente cambiare una volta il codice che descrive l’architettura del componente; è possibile definire tante diverse architetture per uno stesso componente e poi scegliere quella da utilizzare in compilazione: entity logic_function is port ( input1, input2: in std_logic; output: out std_logic ); end logic_function; for all: logic_function use entity work.logic_function(arch_chosen); 16 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Come descrivere un’architettura in VHDL Un’architettura in VHDL può contenere 3 diverse tipologie descrittive (inserite per un numero a piacere di volte fra begin e end): architecture arch_simple of logic_function is begin ........................ <<<<<<<<<<---------- QUI end arch_simple; • Prima tipologia: chiamata di un componente la cui architettura è indicata altrove (eventualmente una macro): example_instance: example port map (…); • Seconda tipologia: assegnazione (descrizione strutturale): architecture struct of example is begin output <= input1 OR NOT input2; end struct; 17 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Come descrivere un’architettura in VHDL • Terza tipologia: processo (descrizione funzionale): architecture behav of example is -- funzionale -->> “behavioural” begin process (input1, input2) -- lista di sensibilità: contiene gli ingressi del componente che vengono valutati nelle condizioni “if...end if” e simili begin -- struttura interna del componente, descritta in maniera astratta: diversamente dall’assegnzione precedente, non indica una specifica data combinazione di NOT e AND fra quelle equivalenti, ma piuttosto indica la funzione desiderata, cioè le combinazioni di valori di ingresso per cui l’uscita deve essere 1 if (input1 = '1' OR input2 = '0') then output <= '1'; else -- ATTENZIONE: può essere omesso, ma allora cambia la funzionalità!!! output <= '0'; end if; end process; end behav; NOTA: assegnazione e processo non fanno altro che descrivere componenti interni specificandoli immediatamente, invece di rimandare ad una descrizione del componente fatta altrove. 18 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Concetto di concorrenza L'ordine, all’interno dell’architettura, in cui vengono elencati chiamate, assegnazioni e processi non ha effetto sulla struttura del circuito logico. • • Il codice VHDL è una rappresentazione “unidimensionale” (un elenco) dei componenti del circuito. Il disegno schematico è una rappresentazione “bidimensionale”. Il codice VHDL è analogo al codice C ecc., ma solo per certi aspetti. In particolare, l’elenco di componenti nell’architettura VHDL non ha nulla a che vedere con l’elenco di istruzioni elencate in un programma C. Tutti i componenti dell’elenco VHDL sono concorrenti simultaneamente a definire la funzionalità del circuito, in quanto fra loro interconnessi. • Consideriamo un processo generico: la variazione, ad esempio, di un segnale nella lista di sensibilità del processo implica in generale la variazione delle uscite del componente e quindi degli ingressi di altri componenti, indipendentemente da dove sono stati scritti nel codice! Dall’altro lato, le istruzioni dell’elenco C in una data routine sono necessariamente attive una alla volta nel tempo. 19 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Progettazione digitale e VHDL • compilazione e verifica del progetto 20 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Compilazione del progetto Il compilatore agisce in due fasi. • Per le FPGA: spesso due software distinti; unico software (Quartus) nel caso di Altera. 1) Sintesi. Il codice VHDL (o schematico) è tradotto in una specifica struttura di porte logiche elementari (AND, NOT e flip-flop): la netlist. • • Input: il codice VHDL (uno o più file di testo .vhd). • Output: tipicamente un file .edf cioè con formato EDIF (Electronic Design Interchange Format, altro standard industriale). La netlist non fa riferimento ad alcun dispositivo specifico (FPGA o ASIC). 2) Fit (“adattamento”) o place and route (“posizionamento e interconnessione”). La netlist è tradotta in un codice di configurazione per un determinato dispositivo, e salvato in uno o più file di configurazione, in modo da realizzare una determinata struttura reale che svolga la funzionalità desiderata. • Per le FPGA: il fitter (software) e il codice di configurazione cambiano a seconda del modello di FPGA e della modalità di configurazione (dispositivo programmatore, memoria flash sul circuito stampato ecc.). 21 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Sintesi e ottimizzazioni Con la sintesi la struttura logica viene automaticamente ottimizzata (sia che sia stata descritta in maniera funzionale o strutturale). • Un esempio: sono eliminate le parti logiche ridondanti (duplicate nel codice originale) in modo da ridurre il numero di celle logiche necessarie. • Si riduce la potenza assorbita (consumo). • In ogni caso, il numero di celle in un dato dispositivo è limitato. • Inoltre, il codice può così essere scritto in maniera non necessariamente sintetica, quindi più naturale e meglio leggibile. 22 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Verifica del progetto Ci sono due modi per verificare la corretta funzionalità del circuito digitale (FPGA, ASIC...) progettato: simulazione e prove in laboratorio. • In entrambi i casi si forniscono al circuito i necessari segnali digitali di ingresso, variabili nel tempo, e si osserva il comportamento nel tempo dei segnali in uscita. • Conviene passare alle prove in laboratorio solo quando la simulazione ha dato esito positivo. Simulazione. • La simulazione avviene mediante un apposito software; le forme d’onda sulle uscite sono visualizzate in una finestra grafica. • E’ possibile assegnare le forme d’onda di ingresso tramite interfaccia grafica. • Il VHDL contiene la sintassi necessaria per codificare forme d’onda digitali per il simulatore. 23 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Verifica del progetto La simulazione è solitamente di tipo temporale: • il simulatore riproduce le temporizzazioni (tempi di propagazione) attese dei segnali nel circuito, per uno specifico dispositivo e per determinati valori dei parametri operativi. • NOTA: le temporizzazioni variano con i parametri operativi (Valim, T). • NOTA: possibile anche una simulazione funzionale (più rapida), assumendo che le temporizzazioni nel circuito non influiscano sul comportamento del circuito (ipotesi realistica solo in pochi casi pratici). Limiti della verifica del progetto: • in simulazione le temporizzazioni reali sono riprodotte in modo necessariamente approssimato; • in simulazione e in laboratorio non è generalmente possibile provare: • tutte le possibili combinazioni di valori dei parametri operativi (Valim, T); • tutte le possibili casistiche di utilizzo (sequenze di segnali in ingresso) in cui il circuito logico verrà ad operare. 24 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Temporizzazioni dei segnali e macchine sincrone 25 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Temporizzazioni: setup e hold time Per un blocco puramente combinatorio (cioè blocco logico senza flip-flop) la corretta funzionalità dipende solo dalla correttezza del codice. Per un blocco sequenziale o macchina logica (cioè un blocco logico che contiene anche flip-flop), invece, la effettiva realizzazione della funzionalità desiderata dipende anche dalle temporizzazioni dei segnali. • Per ogni flip-flop nella macchina logica, setup time e hold time non devono essere violati, pena la possibilità di funzionamento scorretto della macchina (il flip-flop carica in uscita il valore sbagliato: upset). Temporizzazione dei segnali: indicano genericamente il ritardo fra la transizione in un punto fisico di una linea facente parte del circuito logico e la successiva transizione in un altro punto. Esse variano (in maniera più o meno significativa) con: • • • • • tecnologia del circuito integrato: caratteristiche delle celle logiche (transistor) e delle interconnessioni (piste metalliche); tolleranze di fabbricazione: ogni singolo dispositivo di una serie ha caratteristiche che fluttuano in un intorno delle specifiche nominali del modello; struttura reale: struttura logico/fisica realizzata nel dispositivo; condizioni ambientali: temperatura e tensione di alimentazione; invecchiamento (aging) del dispositivo: da semplice usura o da radiazione assorbita. 26 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Temporizzazioni e compilazione Il compilatore (place and route) sceglie e ottimizza la struttura reale (tipo di celle, loro disposizione geometrica e interconnessioni), allo scopo di massimizzare i margini temporali su setup e hold time. • • Il compilatore si basa su un modello approssimato delle temporizzazioni nel dispositivo (tecnologia, tolleranze, condizioni ambientali ammesse) e sulla massima frequenza operativa richiesta dall'utente. Il compilatore, se l’algoritmo di place and route non è in grado di trovare una configurazione del circuito soddisfacente per tutti i flip-flop alle condizioni richieste, indica i cammini di segnale che violano setup o hold time. Conviene usare un metodo di progettazione che permetta al compilatore di massimizzare nella maniera più efficace i margini temporali su ciascun flip-flop del circuito. Vediamo quale... 27 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona: introduzione Il seguente metodo di progettazione è impiegato normalmente, se la particolare applicazione lo permette: • • si struttura il circuito digitale in un dato dispositivo come una macchina sincrona (o circuito sincrono), cioè un circuito logico caratterizzato dall’avere un unico segnale come clock per tutti gli ingressi “sincroni” dei suoi flip-flop); il clock è tipicamente generato a partire da un oscillatore periodico ad alta stabilità (circuito integrato esterno). • Più in generale, il circuito è diviso in blocchi gerarchici, ciascuno costituito da una macchina sincrona, e tutti sincroni fra loro (stesso clock). • Ancora più in generale, può essere necessario suddividere il circuito in diverse macchine sincrone, ma asincrone fra loro (usano clock diversi). • Il corretto metodo di progettazione per realizzare le interfacce asincrone verrà descritto in seguito. 28 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Flip-flop: ingressi sincroni e asincroni Ingressi “sincroni” • Internamente: hanno effetto sull’uscita solo in corrispondenza del segnale di clock. • Esternamente: possono essere pilotati da linee sincrone (che variano cioè con lo stesso segnale di clock del flip-flop) o asincrone. Ingressi “asincroni” • Internamente: hanno effetto sull’uscita immediatamente, indipendentemente dal clock. • Esternamente: possono essere pilotati da linee sincrone o asincrone. 29 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona e setup time (1) Per un circuito sincrono, la relazione che garantisce la non violazione di setup time è: TCTOmax + Tcombmax + Tskewmax + Tsetupmax < Tclock (ST) • TCTO(i) (clock-to-out) è il ritardo di propagazione interno al flip-flop i-esimo. • Tcomb(i) (combinatorio) è il ritardo (attraverso un blocco puramente combinatorio) fra la transizione sull'uscita data_out di un flip-flop e la conseguente transizione sull'ingresso data_in di un altro flip-flop. Dipende da: • numero di stadi combinatori attraversati (tipicamente ogni stadio dà un ritardo inferiore a 0.1 ns); • lunghezza delle piste metalliche che connettono due flip-flop attraverso vari stadi combinatori. 30 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona e setup time (2) Per un circuito sincrono, la relazione che garantisce la non violazione di setup time è: TCTOmax + Tcombmax + Tskewmax + Tsetupmax < Tclock • Tskew(i-j) = tleading(i) - tleading(j) rappresenta lo sfasamento (skewness) fra i fronti di salita più vicini dei clock su flip-flop diversi. • • • • • (ST) Deriva dalla diversa lunghezza del cammino del segnale di clock dall’oscillatore ai due flip-flop. Può essere positivo o negativo: -Tskewmax < Tskew(i-j) < Tskewmax Tskewmax > 0 Tipicamente Tskewmax << Tclock Il margine a disposizione del compilatore per non violare il setup time si riduce per frequenze operative (frequenze di clock) maggiori. Tsetup_margin = Tclock - (TCTOmax + Tcombmax + Tskewmax + Tsetupmax) 31 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Circuito asincrono e setup time Nel caso di circuito asincrono, consideriamo come riferimento il clock del secondo flipflop clock_2. Tskew(1-2)= tleading(1) - tleading(2) può assumere, durante il funzionamento del circuito, qualsiasi valore fra - Tclock_2/2 e +Tclock_2/2. La relazione (ST) è quindi impossibile da soddisfare. 32 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona e hold time Per un circuito sincrono, la relazione che garantisce la non violazione di hold time è: TCTOmin + Tcombmin - Tskewmax > Thold (HT) In questo caso la relazione non dipende dalla frequenza operativa (clock) e quindi può essere soddisfatta in maniera più agevole da parte del compilatore. 33 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Tempo di salita/discesa I tempi di transizione (salita/discesa) sono stati fin qui trascurati (fronti verticali). • • Essi dipendono dal numero di porte pilotate da una singola linea (fan-out). La capacità di carico e quindi la costante di tempo sulla linea aumenta linearmente col numero di porte pilotate. Il compilatore si occupa di ottimizzare il circuito in modo che i tempi di transizione siano trascurabili rispetto alle altre temporizzazioni. • In pratica durante la sintesi il fan-out viene limitato tramite la ridondanza (duplicazione) della parte logica in questione. 34 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Struttura della macchina sincrona e realizzazione in VHDL. 35 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona: struttura La macchina sincrona può essere scomposta in due blocchi logici: • • un registro di stato (“status register”) a N bit (l’insieme di tutti gli N flip-flop della macchina, con il clock comune); una look-up-table (LUT) (cioè un generico circuito combinatorio). I flip-flop formano la memoria della macchina, immagazzinando l’informazione relativa allo stato della macchina fra due successivi impulsi di clock. • • • • La macchina sincrona è, per questo, anche chiamata macchina a stati. Ogni possibile configurazione di valori nei flip-flop costituisce uno stato. Gli stati possibili sono 2N. Lo stato all’impulso di clock successivo dipende da: • stato presente (“(present) status”); • LUT; • valori degli ingressi sincroni di controllo. • Uno stato può durare N impulsi di clock. 36 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona e periodicità Una macchina sincrona generica è non periodica: • • • Un caso particolare è la macchina sincrona periodica. • • la presenza degli ingressi di controllo sincroni implica che per ogni stato S, lo stato successivo non dipende solo dalla struttura della macchina. In altri termini: la sequenza di stati e la loro durata (numero di impulsi di clock) non è necessariamente prefissata. Il numero di impulsi di clock che intercorre fra due ripetizioni dello stesso stato non è fissato. Nessun ingresso di controllo. Quindi: la successione di stati è fissata. Si può mostrare che è equivalente a: • • un contatore a N bit; una LUT. 37 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona: esempio Esempio pratico: una FPGA contiene una macchina sincrona che esegue una sequenza di operazioni; • • • • • dopo l’accensione della FPGA, stato iniziale: idle, no operation (nop); avvio da parte di un impulso logico esterno (ad es. impulso di trigger da un rivelatore); lettura di un ADC e trasferimento del dato in una RAM; incremento del numero di evento e suo trasferimento in una RAM; attesa di un nuovo trigger. La macchina genera sequenze sincrone su un certo numero di uscite digitali verso ADC e RAM. 38 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Macchina sincrona: esempio Conviene scegliere la struttura gerarchica della macchina sincrona in modo opportuno: • • • • una macchina principale Main che coordina e attiva varie macchine secondarie (componenti) quando necessario; una macchina secondaria SecADC dedicata a leggere l’ADC e immagazzinare il dato in un registro temporaneo (registro: macro); un’altra macchina secondaria Seccount che conta il numero di eventi (contatore: macro); un’altra macchina secondaria SecRAM dedicata a trasferire il dato dal registro temporaneo o dal contatore alla RAM. Ogni macchina secondaria è dedicata (specializzata) per una specifica sequenza digitale su uno specifico gruppo di uscite. Tipicamente la stessa macchina secondaria (~ subroutine) viene attivata in momenti diversi del funzionamento della macchina principale: • ad es. la scrittura nella RAM avviene due volte per ogni trigger e implica la stessa sequenza digitale verso la RAM. 39 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL Scriviamo il codice VHDL che descrive la macchina principale dell’esempio precedente. Abbiamo visto che una macchina sincrona è ben descritta scomponendola in due blocchi logici: • • un registro di stato (insieme di flip-flop); una LUT (blocco puramente combinatorio). architecture arch of main is signal synchro_trigg, adc_read_end, ram_write_end, adc_read_start, ram_write_start, ram_data_select : std_logic; ... -- altri segnali interni type st_value is ( -- con questa notazione funzionale (astratta) il bus di stato viene rappresentato in maniera ben leggibile nop, adc_read, ram_write1, ram_write2 -- la macchina che definisco in questo esempio ha 4 diversi stati (equivalenti ai possibili valori di 2 linee digitali: 00,01,10,11); ); -- descrizione funzionale (astratta) signal st_pres, st_next -- definisco 2 bus di stato di tipo st_value: stato presente e stato successivo : st_value; 40 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL begin process (reset, clock) -- primo blocco logico: è il registro di stato della macchina sincrona (insieme di flip-flop) [processo: descrizione funzionale] begin if (reset = '1') then -- “reset” inviato agli ingressi “asincroni” clear o preset (indispensabile per avere uno stato di partenza definito, anche in una macchina sincrona: risolve il problema del transitorio all’accensione) st_pres <= nop; elsif (clock'event and clock = '1') then -- fronte di salita di clock st_pres <= st_next; end if; end process; process (-- secondo blocco logico, puramente combinatorio: è la LUT della macchina sincrona, che definisce lo stato successivo e le uscite, in funzione dello stato presente e degli ingressi di controllo [processo: descrizione funzionale] st_pres, synchro_trigg, -- trigger sincronizzato adc_read_end, -- segnale di ritorno dalla macchina secondaria SecADC ram_write_end -- segnale di ritorno dalla macchina secondaria SecRAM ) begin ... S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali 41 (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL ... -- in alternativa all’uso di: if (“condizione 1”) then...elsif (“condizione N”) then...else...end if è possibile usare: case “segnale” is when “valore 1” =>... when “valore 2” =>...when others =>...end case; -- ATTENZIONE: con “if” si specificano le assegnazioni derivanti da un sottoinsieme dei possibili valori di un bus (gli altri valori non hanno nessun effetto); con “case” si specificano le assegnazioni derivanti da ciascuno dei possibili valori del bus (è obbligatorio includere nell’elenco dei “when” TUTTI i possibili valori del bus). case st_pres is when nop => -- No OPeration case synchro_trigg is -- case innestato (sottocaso) when '0' => -- ancora nessun trigger st_next <= nop; -- resta nello stato presente (nop) adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '0'; when '1' => -- c’è un trigger!! st_next <= adc_read; -- passa allo stato successivo adc_read_start <= '1'; -- avvia la SecADC ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '0'; end case; ... 42 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL ... when adc_read => case adc_read_end is when '0' => st_next <= adc_read; -- resta nello stato presente (adc_read) adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '0'; when '1' => -- è terminata la lettura dell'ADC (comunicazione da SecADC) -- NOTA: il numero di cicli di clock in cui la macchina Main resta in un generico stato dipende dal segnale di controllo (flessibilità) st_next <= ram_write1; -- passa allo stato successivo adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '1'; -- avvia SecRAM ram_data_select <= '0'; -- ‘0’ seleziona il dato ADC ***** end case; ... ----- Domanda: è consentito omettere un’assegnazione, ad esempio la riga indicata con ***** ? Risposta: sì, ma tenendo conto che la funzionalità della macchina, in genere, cambia. Domanda: come cambia il funzionamento della macchina? Risposta: mentre prima, nello stato adc_read, con l’ingresso adc_read_end a 1, l’uscita ram_data_select era necessariamente 0, adesso nelle stesse condizioni, ram_data_select MANTIENE IL VALORE CHE AVEVA PRECEDENTEMENTE: tale valore, in generale, può essere 1 o 0 a seconda di quale era la condizione della macchina (stato e ingressi) al clock precedente. 43 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL ... when ram_write1 => case ram_write_end is when '0' => st_next <= ram_write1; -- resta nello stato presente (ram_write1) adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '0'; when '1' => -- SecRAM comunica di aver terminato la scrittura nella RAM st_next <= ram_write2; -- passa allo stato successivo adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '1'; -- avvia DI NUOVO SecRAM ram_data_select <= '1'; -- ‘1’ seleziona il dato del contatore end case; ... 44 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali (Es. 3) Macchina sincrona in VHDL ... when ram_write2 => case ram_write_end is when '0' => st_next <= ram_write2; -- resta nello stato presente (ram_write2) adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '1'; -- mantiene la selezione attiva (davvero necessario? dipende dal funzionamento di SecRAM) when '1' => -- SecRAM comunica di aver terminato la (seconda) scrittura nella RAM st_next <= nop; -- passa allo stato successivo (chiusura del ciclo) adc_read_start <= '0'; ram_write_start <= '0'; ram_data_select <= '0'; end case; end case; end process; -- NOTA: non sono mai stati usati gli operatori AND, NOT ossia non è mai stata data una specifica descrizione strutturale ... -- altra logica: macchine secondarie ecc. (non descritti in queste dispense.....) end arch; 45 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Upset ed errori logici 46 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Upset • Cosa succederebbe se il setup o hold time di un generico flip-flop fosse violato per un certo fronte di salita del clock? • L'uscita del flip-flop (bistabile) si viene a trovare in uno stato metastabile, cioè ad un valore di tensione intermedio fra lo stato 0 (LVTTL: Vout < 0.8 V) e lo stato 1 (LVTTL: Vout > 2.0 V). • Il flip-flop decade dallo stato metastabile in tempi brevi (~ 1 ns) nello stato 0 o nello stato 1 (stati stabili), in maniera sostanzialmente imprevedibile: può quindi decadere nello stato logicamente sbagliato, può cioè avvenire l’inversione (upset) del valore effettivo rispetto al valore logicamente atteso. Quindi: se setup o hold time sono violati può verificarsi un upset. • • • Esempio: frequenza clock troppo elevata in una macchina sincrona; Altro esempio: due clock di frequenza diversa in un circuito asincrono. Un upset può essere prodotto anche da perturbazioni esterne, ad esempio le correnti parassite indotte nel flip-flop da una particella altamente ionizzante (ad es. un raggio cosmico). 47 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Errori logici • Qual’è la conseguenza pratica dell’upset? • • • In generale (vedremo in seguito un caso particolare in cui ciò non avviene) l'upset nei successivi cicli di clock si propaga ad altri flip-flop nel circuito, modificandone lo stato logico in maniera scorrelata dal funzionamento atteso e in genere imprevedibile (errore logico). L’errore logico può essere evitato in un sistema con tripla ridondanza per cui un segnale logico è realizzato da 3 segnali fisici; il valore associato è dato da quello presente in maggioranza. Come si rivela l'errore logico? • Meccanismi per verificare la risposta del circuito in un tempo massimo prefissato: • watchdog (“cane da guardia”): un contatore sempre attivo deve essere azzerato dal circuito prima che venga raggiunto un determinato contaggio, che farebbe partire un segnale di allarme; • time-out sull’esecuzione di un comando: la risposta a un comando deve avvenire entro un tempo massimo prefissato. • Controllo delle sequenze di bit in uscita dalla macchina: • controllo di parità: controllo del numero di 1 o controlli più sofisticati (ad es. Cyclic Redundancy Check); • controlli sul formato dei dati: presenza di sequenze prefissate (pattern). 48 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Errori logici • Come si riporta il circuito in una configurazione corretta dopo aver rivelato la presenza di errore logico? • Tipicamente con un impulso di reset asincrono inviato a tutti i flip-flop attraverso i loro ingressi “asincroni” (clear o preset), che riportano i flip-flop nello stato iniziale desiderato: 0 (clear) o 1 (preset). • NOTA: si ricorda che gli ingressi “asincroni” clear e preset sono caratterizzati dall’agire sullo stato del flip-flop indipendentemente dal clock. 49 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Circuito asincrono e risincronizzazione 50 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Circuito asincrono Abbiamo visto come si realizza un circuito sincrono immune da errori logici legati alle violazioni di setup e hold time. In un circuito sincrono si può fare in modo di evitare che avvengano tali violazioni. Resta da capire come fare a realizzare un circuito asincrono immune da errori logici legati alle medesime violazioni. In un circuito asincrono, non è in genere possibile evitare che avvengano tali violazioni e quindi degli upset (es.: due clock di frequenza diversa). 51 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Campionamento asincrono combinatorio Vediamo un caso pratico di circuito asincrono. • • • • Una parte del circuito lavora con clock_a, l’altra parte con clock_b. La linea ready_a (combinatoria) è sincrona con clock_a e indica quando la macchina A è pronta. La linea ready_b è sincrona con clock_b e avvia una sequenza interna alla macchina B. L’uscita del flip-flop A è quindi un segnale asincrono rispetto a clock_b, anche se viene inviato ad un ingresso che dovrebbe essere sincrono. 52 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Campionamento asincrono combinatorio • • • Sta avvenendo il campionamento asincrono (o risincronizzazione) sul segnale ready_a che è uscita di un elemento combinatorio (porta logica, non flip-flop). Un glitch (impulso spurio) su ready_a (inevitabile sui segnali combinatori) comporta in genere un errore logico nella macchina B, in quanto ready_b potrebbe cambiare stato per upset e la macchina B partire senza che la macchina A abbia veramente comunicato di essere pronta. NOTA: se il campionamento fosse sincrono (con setup e hold time soddisfatti), il glitch non avrebbe alcun effetto! 53 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Come risincronizzare? Per evitare che gli inevitabili upset nel campionamento asincrono (o risincronizzazione) diano errori logici, conviene evitare di avere risincronizzazione di tipo combinatorio (cioè sull’uscita di un elemento combinatorio), facendo solo campionamenti asincroni di tipo sequenziale (cioè direttamente sull’uscita di un flip-flop). Infatti il campionamento asincrono di tipo sequenziale introduce upset in maniera inevitabilmente casuale ma prevedibile e controllabile, e soprattutto non comporta errori logici. 54 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali Campionamento asincrono sequenziale Inserendo un flip-flop si ha un segnale ready_a per definizione privo di glitch. • ready_b può ancora avere un upset ma ciò non comporta un errore logico nella macchina B, che parte quando desiderato, cioè solo dopo che la macchina A ha comunicato di essere pronta con ready_a . • ready_b replica tutti e soli i cambiamenti di stato di ready_a (non le transizioni!) a meno di un'incertezza (jitter) nel ritardo, che può variare di volta in volta fra circa 0 e Tclock_b a seconda della fase istantanea fra i due clock. per indicare il ritardo fra i due segnali ready_a e ready_b: • • • si considera il ritardo medio, pari a circa 0.5 · Tclock_b ; si rappresenta il jitter come un'incertezza uniformemente distribuita con ampiezza massima di circa ± 0.5 · Tclock_b . 55 S. Ricciarini – progettazione circuiti digitali