progetti 2 n 2 pescara progetti pescara Poste italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1 DR Commerciale Business Pesaro architettura restauro design sommario 4 18 i luoghi 06 Spazio d’autore 16 Aspettando Toyo Ito 74 96 architetture rurali 66 Il gusto della natura Carlo Pozzi studio di architettura Carlo Pozzi, Alessandro Buongiovanni Lucio Rosato 18 Un luogo una città 38 La nuova etica Studio D’Urbano Architetti Associati Alessandro Cognigni Anna Tamantini Mario D’Urbano architetture per il pubblico 44 Agorà Studio Michetti Antonio Michetti Aristide Michetti Gianluca Michetti 74 Wineryscape Rocco Valentini interni 86 Open flat Mauro Mario 92 La casa sul mare 2C Coccia e Cipolla Architetti Associati Luigi Coccia Isabella Cipolla case 96 Filosofia dell’abitare ESA Studio Leo Medori Alfredo Trulli 110 A colori 50 Trasparenza dinamica D&R STUDIO ARCHITETTI ASSOCIATI Donato D’Ercole Giovanni Rigano Mauro Cappelletti 54 Spazio di valore Stefania Tieri 60 In ascolto Marco Volpe Di Lembo e Macrini Studio Francesco Di Lembo Gabriella Macrini 114 Forme variabili Studio Zero 85 Architetti Associati Mario Michetti Giovanna Pizzella 124 Frutto della terra unoacinque laboratorio di architettura Vincenzo di Florio Pier Luigi Tranti 130 Sogno domestico SAUD.it Gaspare Masciarelli waterfront 136 Piazza acquatica Giuseppe Francavilla Luciana Mastrolonardo 142 Le vie del mare Studio Ippozone Architetti Danilo Romani, Raffaella Massacesi Daniela Brascugli Fabrizio Capolei, Pierfrancesco Capolei Matteo di Venosa Rosario Pavia Guendalina Salimei water design 150 Navigare necesse Camillo Giammarco presentazione pescara n 1 156 Una città che cresce 118 Gemelli diversi Studio Associato BMT Flavio Branciaroli, Umberto Mucci Gianluca Tardino 163 Showroom Vemac 170 Aziende partner 192 Indirizzario 5 Showroom e Aziende partner progetti Architettura, restauro, design nella provincia di Pescara è prodotto da Vemac Pubblicazione periodica Luglio 2008 Iscrizione al Tribunale di Pesaro n° 442 del 06/12/1998 Direttore responsabile Paolo Paci Direttore editoriale Franco Panzini Coordinamento di redazione Barbara Piccolo Giornalisti Albertina Ballarini, Alessandro Beato Elisa Caivano, Angelica Gabrielli, Alice Nardi Rita-Elisabetta Nardiello, Francesco Paci Domenico Potenza, Marina Racanelli 163 Vemac 170 Aziende partner Progetto grafico Nicola Sancisi Grafica Giovanna Pompili, Simona Sabattini Direzione marketing Emanuele Scapini Marketing Laura Del Monte, Rita-Elisabetta Nardiello Marco Sabbatini Fotografi Stefano Barberio, Paolo Emilio Bellisario Flavio Buccella, Sergio Camplone Luciano D’Angelo, Federico Deidda Tommy Della Frana, Paola De Pietri Maurizio Di Zio, Rolando Fidani Ilias Fragkakis, Giovanni Ghiandoni Giovanni Lattanzi, Sandro Maggio Peppe Maisto, Roberto Monasterio Nino Pizzi, Giovanni Tavano Fabrizio Verrigni, Archivio Di Vincenzo Dino & C. SpA, Archivio Gruppo Quid Stampa Sat - Pesaro Redazione Gruppo Quid srl v. delle Esposizioni 24/25 - 61100 Pesaro tel. 0721 42501 – fax 0721 425050 [email protected] Progetti è un’iniziativa editoriale Gruppo Quid Concept Paolo Paci 18 i luoghi Un luogo una città Il recupero delle distillerie Aurum a Pescara traduce storia e simboli in un luogo dai molteplici significati Testo: Barbara Piccolo Foto: Roberto Monasterio, Giovanni Tavano (Carsa Edizioni), Sergio Camplone, Giovanni Lattanzi, Archivio Di Vincenzo Dino & C. SpA “Quando c’è la possibilità di salvare un’opera perché essa è stata pensata perché la gente possa viverla, allora bisogna farlo. Un muro non è un muro ma è un pensiero che ha trovato una sua forma per esprimersi”. Così in un’intervista Giovanni Michelucci, progettista storico dell’edificio, definisce l’importante lavoro svolto intorno all’Ex Aurum, un lavoro che non ha richiesto solamente attenzioni architettoniche e costruttive ma che ha comportato un inevitabile coinvolgimento pubblico e sociale al contempo. L’edificio rappresenta per Pescara una nuova dimensione di estro creativo, un’espressione unica e irripetibile di fervore culturale che la rappresenta e caratterizza a pieno. La storia dell’Ex Aurum si dispiega attraverso un ventennio nel quale lo studio, l’approfondimento e l’appropriazione si fondono per dare vita a un significativo percorso per l’intera città di Pescara. Il processo di urbanizzazione ha coinvolto da un lato l’edificio del Kursaal, primo edificio all’interno della pineta e dall’altro l’inserimento dell’opera del Michelucci. Il Kursaal rappresenta un’espansione residenziale con destinazione d’uso prettamente turistico balneare; nel 1910 l’ingegnere Antonino Liberi, parente di Gabriele d’Annunzio, si dedica alla redazione del piano urbanistico comprendente il Kursaal stesso ed entra a far parte del comitato chiamato a raccogliere i fondi per il progetto. L’edificio progettato dallo stesso Liberi prende spunto dalla corrente architettonica neo-rinascimentale e sembra essere perfettamente inserito all’interno delle forme artistiche del passato. Ma la posizione isolata rispetto al mare e la difficile destinazione dell’edificio ben presto spengono gli entusiasmi del comitato portando a poco a poco a un irrevocabile cambiamento di destinazione d’uso. Nel 1919 il Kursaal viene dato in affitto alla famiglia Pomilio che lo trasforma in un’importante distilleria di liquore. Non possiamo non considerare quanto questa attività produttiva abbia influenzato fortemente anche la dimensione culturale rappresentando per Pescara un’inedita forma di comunicazione rafforzata da un lato dall’indiscutibile qualità dei prodotti unita alle sapienti campagne pubblicitarie (non si può non ricordare il contributo di Marcello Dudovich che realizza nel 1923 il manifesto della fatina dell’Aurum) e dall’altro dalla risaputa parentela tra Pomilio stesso e Gabriele D’Annunzio. Tali spinte fanno sì che Amedeo Pomilio sia chiamato a richiedere non solo la proprietà e l’approvazione per l’ampliamento del complesso ma anche, questione assai spigolosa, il cambiamento di destinazione d’uso da luogo turistico balneare ad attività produttiva di liquore. Il 18 settembre del 1938 Pomilio scrive: “È nota alla S.V. III.ma l’attività esplicata dalle Distillerie ed è altresì nota l’affermazione oramai raggiunta dai suoi prodotti su tutto il mercato italiano restando così indissolubilmente legato al nome della città di Pescara coi suoi prodotti. Poiché gli sviluppi industriali e commerciali di questi ultimi tempi sono stati tali da non poter essere più contenuti negli ambienti dell’attuale edificio, il Consiglio della Società decise la creazione di un proprio stabilimento”. Attraverso i suoi scritti si svela l’anima di un ingegnere e imprenditore illuminato, in grado di conciliare le esigenze economiche con quelle di una città che ha assoluto bisogno di riconoscersi in una nuova dimensione culturale. In Vista della terrazza illuminata. 19 20 21 Veduta della corte dopo il restauro. 22 Nella pagina accanto prospettiva dello stabilimento copia su carta da originale in carboncino di Giovanni Michelucci. realtà il progetto che viene presentato dallo stesso Pomilio all’amministrazione pubblica è del tutto diverso rispetto a quello che sarà l’intervento costruttivo definitivo in quanto propone la netta separazione fra l’edificio preesistente e il suo ampliamento, separazione evidente anche attraverso gli inconciliabili linguaggi architettonici. L’incontro in una stazione di turismo invernale, tra Amedeo Pomilio e Giovanni Michelucci rappresenta una vera e propria svolta nella progettazione di ampliamento dell’Ex Aurum. Il progetto di quest’ultimo prende spunto da intenti progettuali del tutto in linea con quelli del piano Liberi. Il Kursaal viene rivisitato nella sua definizione formale e reso coerente con il nuovo intervento. Ciò che ne risulta è uno spazio interno libero delimitato da una struttura a ferro di cavallo che lo caratterizza e che lo apre al tridente stradale che si dispiega all’esterno. L’impianto, considerato sotto tale aspetto, rappresenta il fulcro dell’attività produttiva e al contempo un luogo di incontro e di socializzazione valorizzato dalla presenza della stessa piazza centrale. Il progetto ha un forte impatto per tutta la cittadinanza grazie alla dimensione e originalità dei suoi volumi e grazie a quel In questa pagina il complesso dell’ex Aurum in una foto del 1989. linguaggio classicista che caratterizza il modus operandi di Michelucci. La politica produttiva e culturale di Pomilio viene condivisa dagli organismi di organizzazione societaria per un breve periodo dopo il quale, le scelte dello stesso appaiono fuori luogo e rischiose per l’impianto produttivo. Così negli anni Cinquanta, Amedeo Pomilio si trova estromesso da quella stessa distilleria alla quale aveva dato vita. Il ruolo dell’Ex Aurum si svilisce come si sviliscono le importanti scelte architettoniche di Michelucci, il fabbricato viene stravolto nelle sue linee direttrici e la destinazione del complesso si perde nel caos di intenti e obiettivi. Oggi si sta non solo cercando di recuperare il ruolo centrale del complesso architettonico ma anche, attraverso l’intera opera di restauro, di riporre la giusta attenzione su un edificio che svela molto di più della sua componente architettonica e che rappresenta un simbolo storico e culturale per la città di Pescara. Per illustrare l’intera opera di recupero è necessario individuare le forme e i volumi dai quali si è partiti: l’Ex Aurum è rappresentato da una costruzione a ferro di cavallo che si esplicita attraverso tre elementi fondamentali quali il Kursaal realizzato nel 1910, l’am- 23 24 In questa pagina una delle prime immagini del Kursaal e una cartolina dell’epoca. Nella pagina accanto la facciata dopo il restauro. Intervento: lavori di ristrutturazione funzionale del fabbricato ex Aurum Luogo: Pescara Committente: Comune di Pescara Progetto preliminare: Sabatino Di Giovanni, Domenico Ballone Progetto esecutivo: a cura dell’A.T.I. Di Vincenzo Dino & C. SpA – Arché srl Progettisti: Gaetano Cardano, Luciano Parenti Consulenti Strutture: Venice Plan Ingegneria srl, Venezia (F. Forcellini, G. Breda, G. Tosi) Impianti meccanici e sanitari: Studio Remo Massacesi Impianti elettrici e speciali: DEDO Ingegneria srl (Franco De Donatis) Prevenzione incendi: Sicurtecno sas (F. Rocchesso, p.i. V. Muzzi) Geotecnico: Tecnosoil snc (E. Pietromartire) Coordinatore della sicurezza in fase di progetto: Mario Dalessandri Impresa esecutrice A.T.I.: Di Vincenzo Dino & SpA (mandataria), Pescara ARCHÈ srl (mandante), Venezia Responsabile Unico del Procedimento: Domenico Ballone Direttore dei Lavori: Sabatino Di Giovanni Staff direttivo dell’impresa esecutrice Direttore Generale dell’impresa: Benito Bascelli Direttore di cantiere e dirigente della sicurezza: Gaetano Falcone Capo cantiere: Tiziano Ciampoli Responsabile controllo qualità: Luca Salvati Proietti Responsabile impianti: Franco Germano Componenti ufficio del R.U.P.: Sandro Dente, Concetta Di Cicco, Cristina Brusaporci, Antonella Panzone, Elide Trabucco Componenti Ufficio D.L.: Aristide Michetti, Berardino Di Vincenzo, Paolo Cerasoli, Fausto Pesce Commissione Collaudo Presidente della commissione: Marco Pellegrini Collaudatore impianti: Carlo Barrilari Collaudatore strutture: Stefano Cristini 25 26 pliamento Michelucciano del 1939 e le due appendici simmetriche del Kursaal stesso del 1950. L’intento principale del recupero è stato quello di mantenere tutti quegli elementi caratterizzanti l’edificio in quanto unico e irripetibile senza la smania di uniformare ogni dettaglio architettonico. Viene riproposto in tutte le sue dimensioni il dinamismo del percorso attraverso gli ambienti pensato da Michelucci evitando la netta e sterile separazione tra gli spazi espositivi. Al contempo è apparso necessario stimolare l’accessibilità del luogo attraverso impianti tecnologici, mediatici e di accoglienza in grado di aprire uno spazio espositivo alla città nel miglior modo possibile. Il sistema di percorsi razionali di Michelucci viene riproposto attraverso un tipo di distribuzione circolare che attraversa centralmente la zona espositiva al primo piano e si apre esternamente sulle aule didattiche del secondo piano. La stessa distribuzione circolare viene riaffermata attraverso la corte interna sulla quale si affacciano le molteplici attività dell’edificio. Un sistema di scale già esistenti collega il complesso verticalmente, unite ad ascensori e montacarichi posti a fini puramente funzionali. L’ingresso principale, al piano interrato, introduce alla galleria che conduce a sua volta al guardaroba e alla biglietteria. Le fasce esterne dell’edificio sono poste simmetricamente rispetto all’asse longitudinale, in esse si trovano un ampio spazio espositivo e un grande deposito accessibile da un’entrata tra la mediateca e la videoteca. La corte centrale, sulla scorta dell’idea iniziale di Michelucci viene a rappresentare un importante spazio esterno anche per rappresentazioni ed eventi, in grado di contenere circa seicen- to posti a sedere. In supporto di tutte queste attività, il piano seminterrato include anche una zona camerini per rappresentazioni teatrali, una sala di appoggio centrale, un magazzino e degli spazi adibiti agli impianti. Viene prevista anche una sala ristoro messa in diretta comunicazione, tramite due ascensori, con la sala ristoro e intrattenimento degli ospiti poste al piano secondo. L’architetto Sabatino Di Giovanni, direttore dei lavori e il geometra Domenico Ballone, Responsabile Unico del Procedimento, hanno cercato di aumentare le superfici espositive temporanee anche alla luce di installazioni artistiche appositamente restaurate e presenti nel piano seminterrato. Procedendo nel percorso pensato da Michelucci ci si ritrova al primo piano dove la distribuzione degli ambienti avviene centralmente rispetto allo spessore del fabbricato, tale scelta permette la migliore organizzazione degli spazi laterali finestrati con future separazioni inerenti agli allestimenti temporanei. L’ala espositiva si interrompe solo in corrispondenza del Kursaal dove il percorso si sposta sulla loggia prospiciente la corte interna. Il Kursaal stesso comprende un auditorium, una hall centrale, alcuni uffici e continua a rappresentare il fulcro dell’intero sistema culturale. Il secondo piano, ristrutturato solo in parte, presenta gran parte di superficie terrazzata. Il percorso espositivo si trasforma in percorso didattico. In questa parte dell’edificio il Kursaal esprime tutte le sue possibilità di accoglienza dispiegandosi in sale di intrattenimento per gli ospiti e in una foresteria dedicata agli ospiti d’eccezione. Tutte queste funzioni di rappresentanza e di immagine vengono coadiuvate anche all’esterno dalla pre- Nella pagina accanto una delle cartoline pubblicitarie dell’Aurum. In questa pagina la “sala degli alambicchi” tra la fine degli anni ‘40 e i primi anni ‘50. 27 28 Nella pagina accanto richiami alla forma planimetrica dell’Aurum. In questa pagina pianta piano primo. 29 30 Cinta muraria interna dopo il restauro. 31 32 senza della grande terrazza che si configura come prolungamento delle attività didattiche interne. Nella descrizione dell’intero progetto di recupero dell’Ex Aurum, non si può prescindere dal ruolo fondamentale della piazza interna, vera e propria Agorà inneggiata da Giovanni Michelucci nel suo progetto originario. Quest’area rappresenta il trait d’union con l’area esterna della pineta dannunziana e da qui, con il resto della città; dati questi fini la piazza può prevedere anche una possibile copertura leggera. La preparazione dell’opera di recupero non ha chiamato in causa solo scelte e tecniche costruttive ma anche veri e propri interventi strutturali alla base del complesso stesso. Si è proceduto per una bonifica della struttura da tutti i possibili materiali inquinanti come l’amianto, sono stati adottati sistemi di rinforzo statico di alcuni elementi costruttivi, sono state ripulite le facciate esterne, rifatti tutti gli impianti ed è stato elaborato un piano di adeguamento di tutto l’edificio alla normativa vigente. Lo scopo è quello di un risanamento conservativo collocando l’Ex Aurum in un tessuto costruttivo e sociale attuale ma non tradendo quei fondamenti storici che lo hanno caratterizzato negli anni. Con tali intenti è stato necessario non solo adoperarsi per il recupero degli elementi architettonici fondamentali ma anche documentarsi sul processo di crescita del complesso e su tutti i suoi momenti più significativi. Ciò che nasce dallo sguardo attento al complesso dell’Ex Aurum, dal suo recupero consapevole e dalla riflessione sulla sua destinazione d’uso è il bisogno impellente di una collettività che cerca un luogo simbolo nel quale identificarsi, nel quale conciliare il fulcro della propria costruzione urbana. Nella sua spinta a crescere, Pescara ha bisogno di origini dalle quali partire, di radici dalle quali attingere la consapevolezza e il senso vero del suo essere città. Bibliografia “La Fabbrica dell’Aurum, impianto, sviluppo, restauro”, Di Vincenzo Dino & C SpA Nella pagina accanto veduta storica della corte interna. In questa pagina scorcio della corte interna. 33 34 Nella pagina accanto particolare del loggiato. In questa pagina vista prospettica del corridoio con vetrate a tutta altezza e parquet industriale. 35 36 Veduta interna della sala espositiva. 37