FEDERAZIONE ITALIANA
ORDINI DEI FARMACISTI
04 aprile 2017
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INDICE
IN PRIMO PIANO
04/04/2017 Gazzetta del Sud - Catanzaro
Hanno giurato 12 nuovi farmacisti
9
03/04/2017 PuntoEffe
Sport, farmaco CONTRO LE MALATTIE
10
03/04/2017 PuntoEffe
alternativa CERCASI
11
03/04/2017 quotidianosanita.it 11:16
Farma Lavoro. Oltre 400mila visite e più di 14mila utenti registrati
13
03/04/2017 farmaciavirtuale.it 05:00
Preparazioni galeniche dimagranti, in arrivo nuovo DM. Violante (Sifap):
«Soddisfatto ma si rispetti il medico prescrittore»
14
03/04/2017 http://farmaciavirtuale.it/ 05:03
Ddl Responsabilità professioni sanitarie, l'analisi della Fofi
15
04/04/2017 Il Crotonese
Farmacisti, cerimonie del Caduceo e del Giuramento
16
03/04/2017 rifday.it 11:34
Sbocchi occupazionali, l'Ordine dei biologi contesta il ddl Mandelli-D'Ambrosio
Lettieri
17
SANITÀ NAZIONALE
04/04/2017 Corriere della Sera - Nazionale
Sanità, addio ai ticket? Si pagherà per reddito
19
04/04/2017 Corriere della Sera - Nazionale
Cliniche, farmaci e scienza Più di 2 mila offerte nella salute
21
04/04/2017 Il Sole 24 Ore
Concorrenza, il governo accelera
22
04/04/2017 Il Sole 24 Ore
Come cambia la responsabilità di medici e ospedali
24
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Perché il dottor Gottlieb ci farà del male
25
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Tra i neuroni si nasconde il segreto del placebo
26
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Parlare fa bene
28
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Le signore non si bevono l'acqua fresca
29
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Ha ragione Poppins
31
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Sorpresa Alzheimer l'origine è nell'umore
32
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Aiuto ho degli alieni nella pancia
34
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Ragazze senza ferro
36
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Il mondo della farmacia guarda al futuro
37
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
Immunoterapia : sempre più giorni aggiunti alla vita
39
04/04/2017 La Repubblica - Nazionale
La testa e il collo
41
04/04/2017 La Stampa - Nazionale
SCOPERTA L'ORIGINE DELL'ALZHEIMER NELL'AREA DELL'UMORE
42
04/04/2017 Il Messaggero - Nazionale
È la depressione la prima causa della comparsa dell'Alzheimer
43
04/04/2017 Il Messaggero - Nazionale
Concorrenza, è scontro nel governo Possibile via libera senza modifiche
45
04/04/2017 Il Fatto Quotidiano
Arriva la mazzata elettrica Milioni di clienti senza tutela
46
04/04/2017 Il Fatto Quotidiano
Dagli sconti fasulli sull ' rc auto ai farmaci La svolta mancata della legge mille
lobby
48
04/04/2017 Il Foglio
Trattato con puntualità ironica dal Financial Times, e malmenato da qualche
evento, Trump ridiventa un'ipotesi utile
49
04/04/2017 QN - La Nazione - Nazionale
E' in manette il rapinatore della farmacia
50
04/04/2017 Il Giornale d'Italia
Farmacap: esplode la polemica
51
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Farmaci Aifa a Vella, epatite C, ispezioni Ue, innovativi, vigilanza interna: tutte le
novità
52
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Tutte le leggi che vorremmo
53
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Epatite C e innovativi, istruzioni per l'import
55
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Obiettivo farmacovigilanza
56
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Stefano Vella presidente dell'Aifa
57
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Fine vita, così si può (già) fare
58
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
La lotta al dolore inutile nelle baby emergenze
61
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Autismo: «fatti» i Lea garantiamo i servizi
63
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
«Tin aperte al latte materno»
65
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
«Hamlet», toccasana contro le cellule tumorali
68
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Con i genitori in corsia il neonato cresce più in fretta
70
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Operativi i nuovi Livelli essenziali
71
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Conti in ordine e Lea: il Ssr riprende fiato
72
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Il camice bianco non perde l'appeal
73
04/04/2017 La Notizia Giornale
Dall'Acea alle farmacie Lo spoil sistem della Raggi
76
04/04/2017 La Verita'
II governo crea la tassa sulle tasse
77
04/04/2017 Starbene
INTOLLERANZA AL LATTOSIO: TOGLITI OGNI DUBBIO
80
04/04/2017 Starbene
STRUCCANTI PER OCCHI
84
VITA IN FARMACIA
04/04/2017 Corriere della Sera - Milano
L'Agenzia del farmaco «studia» il Pirellone
87
04/04/2017 Corriere della Sera - Roma
L'assicurazione dei dirigenti non la fa AdiR
88
04/04/2017 Corriere della Sera - Roma
C'è l'ombra della privatizzazione dietro la guerra delle farmacie
89
04/04/2017 La Repubblica - Milano
"Ho diritto all'eterologa la Lombardia non la paga"
91
04/04/2017 La Repubblica - Roma
Farmacap senza pace "Laing non allineata"
93
04/04/2017 La Repubblica - Palermo
Allarme Aids, in Sicilia aumentano i contagiati
94
04/04/2017 La Repubblica - Torino
Lite sui vaccini Demicheli lascia la sanità regionale
95
04/04/2017 La Stampa - Torino
Pronto Soccorso I privati pronti ad attivarli
97
04/04/2017 La Stampa - Cuneo
Condannato a un anno per il furto di farmaci
98
04/04/2017 La Stampa - Cuneo
Gas per pulire i biberon "Nocivo? Lo usano ditte fornitrici di molte Asl"
99
04/04/2017 Il Messaggero - Roma
Caso Farmacap: «Reintegreremo chi è sotto accusa»
100
04/04/2017 Il Messaggero - Roma
Laing, la denuncia prima dell'addio: «Strane telefonate, vogliono isolarmi»
101
04/04/2017 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia
Il ministro: 'Irregolarità? Lo valuterà il governo'
102
04/04/2017 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
'Dolore nelle malattie reumatiche: capire, conoscere, trattare'
103
04/04/2017 QN - Il Giorno - Sondrio
Una raffica di nomine per potenziare i servizi
104
04/04/2017 QN - Il Giorno - Brianza
Farmacie comunali, ancora utili record
105
04/04/2017 QN - La Nazione - Empoli
Spazi e idee a Palazzo della Volta Serve lo sprint di un'associazione
106
04/04/2017 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Laing, una dirigente nella bufera «Fatta fuori per motivi politici»
107
04/04/2017 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Farmacia S. Baronto, nessuna novità Il sindaco rassicura dopo la petizione
108
04/04/2017 Il Gazzettino - Belluno
Al farmacista Galvano Dotta master biennale in cosmetica
109
04/04/2017 Il Gazzettino - Pordenone
San Giovanni perde lavasecco bar, negozio e anche la banca
110
04/04/2017 Il Secolo XIX - Genova
Bassa Valbisagno, la paura è passata: si guarda al futuro
111
PROFESSIONI
04/04/2017 ItaliaOggi
Un modello Uber in medicina
117
04/04/2017 La Gazzetta dello Sport - Nazionale
Ferrari: c'è la prima condanna per doping
118
04/04/2017 Il Sole 24 Ore Sanita
Alternanza in filiera, l'industria guarda ai giovani
120
03/04/2017 PuntoEffe
Cambiare? UN PERCORSO OBBLIGATO
121
03/04/2017 PuntoEffe
Via libera? NON PER TUTTI
122
03/04/2017 PuntoEffe
Andamento STABILE
124
03/04/2017 PuntoEffe
Eco farmacie A VERONA
126
03/04/2017 PuntoEffe
Consumatori MA NON DI FARMACI
127
04/04/2017 Starbene
CORTISONE ISTRUZIONI PER L'USO
128
PERSONAGGI
04/04/2017 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
«Ma la normativa non è coerente perciò va rivista»
131
03/04/2017 PuntoEffe
UN CONVEGNO A CATANIA
132
IN PRIMO PIANO
8 articoli
04/04/2017
Pag. 30 Ed. Catanzaro
diffusione:23022
tiratura:33241
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Cerimonia del caduceo nella sede dell ' Ordine professionale
Hanno giurato 12 nuovi farmacisti
Quattro professionisti premiati da Megna per i 40 anni di esercizio
Dodici nuovi farmacisti hanno prestato giuramento l ' altra sera in un ' apposita cerimonia presso l ' Ordine
provinciale dei farmacisti. Hanno prestato giuramento come nuovi iscritti all ' albo: Marcello Bonofiglio,
Marta Capria, Antonella Taverna, Marta Librandi, Angela Maria Pignatari, Giulia Dinardo, Valentina Rizza,
Adriana Todarello, Carmela Vetere, Letizia Giuseppina Floccari, Andrea Sorrentino e Rosamaria Grisafi. A
ciascuno dei nuovi iscritti il presidente dell ' ordine Antonio Megna ha consegnato un attestato di
benvenuto, ricordando agli stessi l ' etimologia del caduceo, raffigurato da due serpenti attorcigliati a
spirale, a rappresentare l ' uno il farmaco e l ' altro il veleno, mentre è il farmacista, rappresentato dal
bastone alato, il soggetto d ' equilibrio tra la parte curativa e la parte tossica in quanto conoscitore del
giusto dosaggio. Sono stati inoltre premiati ieri mattina per i 40 anni di professione: Giovanna Chiarello,
titolare della farmacia a Cerenzia, Angelo Sculco, dell ' omonima farmacia di Strongoli Marina, Giuseppe
Arrighi, della farmacia a Strongoli e Francesco Librandi, titolare di una farmacia a Cirò Marina. Ai quattro
festeggiati Megna, ha consegnato il caduceo d ' oro ed un attestato. 3 (g. g.)
Foto: Foto di gruppo. Il presidente Megna (al centro) con i neofarmacisti
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
9
03/04/2017
Pag. 12 N.3 - APRILE 2017
PuntoEffe
diffusione:10727
tiratura:11042
di Mario Giaccone , presidente dell' Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Regione Piemonte In
Piemonte una proposta di legge per incentivare, negli adulti, l'attività fisica
Per la prima volta in Italia lo sport potrebbe diventare farmaco contro le malattie, grazie alla nascita in
Piemonte delle "Palestre della salute", strutture in cui sarà possibile fare attività fisica su prescrizione del
medico di base. È quanto prevede una proposta di legge regionale - di cui sono uno dei firmatari, insieme a
tutti i capigruppo del Consiglio - che pone al centro lo sport come parte integrante di una terapia per la
prevenzione e il recupero del benessere psico-fisico. La proposta prevede l'istituzione dei Percorsi e delle
Palestre della salute, degli Stati generali dello sport e della Settimana regionale del benessere, con lo
scopo di aumentare la consapevolezza che l'attività fisica fa bene ed è utile a prevenire alcune tra le
patologie più diffuse, come il diabete e le malattie cardiovascolari. Chi fa attività fisica con una certa
costanza tende, infatti, ad ammalarsi molto meno, H H come sostiene l'Organizzazione mondiale della
sanità, secondo cui già solo trenta minuti di camminata al giorno sono in grado di regalarci tre anni di vita in
più. Allargando lo sguardo e intervenendo non solo sull'attività fisica, ma anche su alimentazione, fumo e
alcolici è possibile ridurre dell'80 per cento il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e diabete e del 40
per cento di sviluppare patologie tumorali. Percentuali queste che non possiamo sottovalutare e che
porterebbero non solo a un aumento dell'età media di vita, ma anche a un suo miglioramento in termini
qualitativi: entro il 2060, infatti, in Europa le persone con età superiore ai 65 anni saranno 152 milioni
rispetto agli attuali 88 milioni e la sfida sarà quella di farle vivere in salute. Chi pratica attività motoria,
inoltre, fa risparmiare al nostro Sistema sanitario un miliardo e mezzo l'anno. Bisogna dire che in Piemonte
quasi un adulto su tre pratica attività fisica ai livelli raccomandati, ma coloro che non fanno niente sono
ancora il 33 per cento. Ciò significa che nella popolazione resiste uno zoccolo duro di sedentari che hanno
bisogno di essere spronati e sostenuti in un vero e proprio percorso improntato sulla corretta attività fisica e
in generale su una buona educazione alla salute. Alla luce di questi dati diventa fondamentale un approccio
preventivo, consapevole e responsabile da parte delle istituzioni, che possa favorire e accrescere la
motivazione alla partecipazione all'attività fisica. Attività da praticare in strutture pubbliche e private,
accreditate dalle Asl, che devono assumersi il compito di seguire i progetti, di verificare l'attuazione e la
tipologia delle attività svolte, accertando che siano rispettati i requisiti per ottenere l'iscrizione in un apposito
registro regionale. Compito dei medici dello sport, degli operatori diplomati all'Isef o dei laureati in Scienze
motorie sarà, invece, quello di seguire il paziente durante ogni allenamento attraverso appositi progetti
dedicati, prescritti da personale medico adeguatamente formato. Con questa proposta di legge, quindi, si
intende sensibilizzare i cittadini su ogni aspetto che riguarda la prevenzione e la terapia attraverso lo sport,
per la tutela della salute di ognuno di noi. •
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
10
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Sport, farmaco CONTRO LE MALATTIE
03/04/2017
Pag. 22 N.3 - APRILE 2017
PuntoEffe
diffusione:10727
tiratura:11042
Giuseppe Tandoi
UN ASSOCI AZIONE COME FEDERFARMA È NORMALE CHE DIALOGHI IN PARTICOLAR MODO CON
GOVERNO E MAGGIORANZA IN CARICA, MA NON BISOGNA CONTARE SOLO SUGLI AMICI E chi
altro? Qualcuno attorno a lei... Rapporto con le istituzioni: cosa si può rimproverare ai vertici di Federfarma
sotto la presidenza Racca e come dovrebbero essere improntate le relazioni tra rappresentanze di
categoria e politica? Intendiamoci, un'associazione come la nostra è per forza di cose filogovernativa, in
quanto è con il governo e con la maggioranza che si deve dialogare. Detto questo sono contrario ai rapporti
esclusivi con un partito politico, come dimostra lo stesso convegno che si è tenuto a Roma, dove abbiamo
invitato rappresentanti di maggioranza e opposizione. Bisogna interloquire con tutti, non affidarsi solo a
quelli che si ritengono amici. Solo per fare un esempio locale, in questi ultimi quindici anni si sono alternati
in Piemonte schieramenti politici diversi e con ciascuno abbiamo dialogato proficuamente, a prescindere
dagli orientamenti politici personali dei vertici associativi Insidie future: il Ddl Concorrenza, in discussione
alle Camere, prima o poi verrà approvato. Sui tempi di approvazione non mi pronuncio, si deve ragionare
come fosse già in vigore. Facile prevedere che si formeranno catene di farmacie in mano ai grandi gruppi
della distribuzione intermedia. Ma anche queste catene hanno dei punti deboli, bisogna lavorarci sopra. In
che modo? Federfarma non è un'autorità autoreferenziale, deve essere in costante dialogo con le altre
organizzazioni della categoria, in primis Fofi, Federfarma Servizi e, perché no, Utifar, per quanto concerne
l'aggiornamento professionale. Senza dimenticare l'apporto di Federfarma Servizi, se si vuole pensare alla
creazione di network. Mi rendo conto che ci sarà molto da lavorare sul versante dei rapporti con le
rappresentanze di categoria ma è una necessità. E sul lato finanziario? Ci stavo arrivando. Noi abbiamo la
fortuna di avere un istituto come Credifarma di cui siamo comproprietari: ci deve servire non tanto per
ottenere finanziamenti quanto per mettere a punto modelli efficaci di ristrutturazione del debito per le
farmacie particolarmente esposte verso fornitori e banche. Se non si interviene presto in questo senso
molte di esse passeranno sotto le insegne delle multinazionali. Allora facciamo valere di più la nostra
golden share all'interno di Credifarma. Le farmacie in cooperativa sono l'alternativa alle catene dei grandi
gruppi? Io nel sistema cooperativo ci credo e l'ho sempre dimostrato ma, più in generale, sostengo una
farmacia dove il titolare ci metta la faccia e si muova in un ambito organizzato, non in modo estemporaneo.
Dopo di che non sono contrario a un mercato dove operino più soggetti, con le future catene si può
competere a testa alta. Fascia C furori canale: ancora un rischio esistente, visto che Conad non demorde,
oppure il sistema farmacia, da quel punto di vista, è al sicuro? Se ne parla da dieci anni e, a mio awiso, il
rischio c'è ancora, almeno finché ci saranno farmacisti che operano al di fuori della farmacia. Dobbiamo
trovare una soluzione alla decisione di dieci anni fa che ha portato a imporre la presenza di un farmacista
per vendere solo Otc. Una decisione autolesionistica come poche altre per la categoria, dettata come
sempre da una visione di breve termine: siccome il farmacista costa sarà più difficile aprire i punti vendita.
Un errore colossale. Ora dobbiamo tornare al trinomio imprescindibile farmaco-farmacista-farmacia. Mica
facile, come fare con parafarmacie e corner esistenti? Si può intervenire a livello legislativo, magari
decretando che, come si fa dovunque, gli Otc siano venduti senza la presenza del farmacista. Si aprirebbe
un problema occupazionale? Portiamo a termine i concorsi nei tempi giusti e diamo più lavoro ai laureati in
Farmacia. Davvero la laurea in Farmacia oggi è a rischio precarietà? Premesso che ognuno fa la sua parte,
e quindi è normale che i sindacati dei non titolari lancino il grido di allarme, il problema esiste. I tempi sono
cambiati, la farmacia come la immaginiamo noi dovrà avere una maggiore connotazione professionale e
quindi, almeno in teoria, una maggiore presenza di farmacista. Ma non basta dirlo, bisogna far sì che
succeda. Passiamo dai vertici alla base: un giudizio sui titolari di farmacia nel loro insieme? La crisi, come
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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alternativa CERCASI
03/04/2017
Pag. 22 N.3 - APRILE 2017
PuntoEffe
diffusione:10727
tiratura:11042
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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spesso accade, ha causato reazioni differenti. Parte dei titolari ha colto l'occasione per rinnovarsi e ora le
loro farmacie vanno meglio di prima; altri hanno pensato a una crisi temporanea e, adagiandosi, ne hanno
pagato le conseguenze. Ma anche qui ci sono delle responsabilità dei vertici: non si può sempre dire alla
categoria che va tutto bene. Si deve avere il coraggio di dire, a volte, che non le cose non vanno bene,
purché si abbiano proposte pronte per farle andare meglio. Detto questo la cattiva gestione di una farmacia
non dipende solo dalla crisi ma anche da responsabilità individuali, da mancanza di buon senso, dalla
presunzione di poter attingere continuamente dall'impresa di famiglia per soddisfare bisogni personali.
Passati gli anni d'oro della farmacia, si sono trovati a fronteggiare una situazione molto più complessa e
non erano pronti. Per chiudere: un bilancio della gestione Racca di Federfarma. Senza dubbio, in anni
difficili, la dirigenza ha tenuto la barca a galla e ha salvaguardato la fascia C. Una difesa dell'esistente
legittima ma che oggi non basta più. Ancora nel periodo 2007-2010 una farmacia valeva due volte il
fatturato, perché era patrimonializzata e aveva una aspettativa di reddito a dieci anni elevata. Oggi non è
più così, in corrispondenza del fatto che la farmacia ha perso importanza in termini di valore e di ruolo
sociale. Per esempio, sappiamo che il consumo di farSI DEVE AVERE IL CORAGGIO DI DIRE, A VOLTE,
CHE LE COSE NON VANNO BENE, PURCHÉ SI ABBIANO PRONTE LE PROPOSTE PER FARLE
ANDARE MEGLIO maci non corretto ingenera grandi sprechi e danni alla salute pubblica: chi se non il
farmacista deve sorvegliare affinché questo non avvenga? Mancato rinnovo della Convenzione e mancato
accordo sulla nuova remunerazione. Che dire? Senza dubbio sono pecche da addebitare all'attuale
gestione di Federfarma. Forse bisognava far comprendere alle istituzioni che erano provvedimenti
indispensabili per la categoria. E non è stato fatto. •
03/04/2017 11:16
Sito Web
stampa Farma Lavoro. Oltre 400mila visite e più di 14mila utenti registrati Sì conferma l'interesse per
l'iniziativa promossa dalla Fofi. Sono state generate oltre 1 milione di sessioni e più di 6.000.000 di pagine
visualizzate. Oltre 2.700 le inserzioni pubblicate da farmacie/parafarmacie/aziende. Questi i dati dell'ultima
versione di Farma Lavoro Highlights. 03 APR - Farma Lavoro, l'iniziativa promossa dalla Federazione degli
Ordini dei Farmacisti Italiani, continua a destare un grande interesse da parte di tutte le componenti del
settore professionale farmaceutico, confermando il trend positivo già evidenziato nelle precedenti news
della Federazione. In particolare, come è possibile desumere dall'ultima versione di Farma Lavoro
Highlights, il numero degli utenti che si sono collegati almeno una volta al sito ha superato quota 406.000 e
sono state generate 1.189.795 sessioni e più di 6.000.000 pagine visualizzate. Sono oltre 14.100 gli utenti
registrati alla piattaforma e più di 2.700 le inserzioni pubblicate da farmacie/parafarmacie/aziende. Le
procedure di selezione del personale previste dalla piattaforma non prevedono l'obbligo di indicare al
termine del percorso il relativo esito, ciò nonostante, si evidenzia che in 267 casi le
farmacie/parafarmacie/aziende hanno volontariamente espressamente segnalato di aver risolto proprio con
Farma Lavoro la ricerca e l'individuazione del farmacista a cui offrire un posto di lavoro. Le caratteristiche
demografiche dell'utenza confermano quanto già evidenziato nelle precedenti news relative a Farma
Lavoro e i dati della ricerca Fofi-Censis sulla situazione occupazionale della professione. Infatti, le fasce di
età più rappresentate sono quelle da 25 a 34 anni (33,50%), a testimonianza della maggiore difficoltà a
trovare una prima occupazione soddisfacente. Le città dalle quali proviene il maggio traffico sono, nell'
ordine, Milano con una percentuale del 22,91%, Roma con il 12,37% e Torino con il 4,03%. 03 aprile 2017
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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03/04/2017 05:00
Sito Web
farmaciavirtuale.it
Preparazioni galeniche dimagranti, in arrivo nuovo DM. Violante (Sifap): «Soddisfatto ma si rispetti il
medico prescrittore» Professione Farmacista Galenica 3 Apr 2017 05:00 0 Il ministero della Salute ha
annunciato un nuovo decreto in materia di preparazioni galeniche dimagranti. Cosimo Violante: «Bene, ma
non si impedisca la libertà intellettuale del medico prescrittore». Il ministero della Salute ha preannunciato
l'adozione di un nuovo decreto ministeriale in materia di preparazioni galeniche dimagranti. «Esso - ha
specificato Federfarma - modificherà sostanzialmente il DM del 22 dicembre 2016, accogliendo,
sostanzialmente, le nostre osservazioni». Come noto, il decreto aveva stabilito una serie di divieti nell'uso
galenico di un lungo elenco di sostanze: «Nell'immediatezza del provvedimento - prosegue l'associazione
di categoria - Federfarma aveva sottoposto al ministero una propria interpretazione, più coerente e
rispettosa della professionalità del farmacista, secondo la quale le limitazioni avrebbero dovuto riguardare
esclusivamente la finalità dimagrante. Contestualmente, si richiedeva un urgente confronto in materia». Nel
frattempo lo stesso sindacato aveva presentato cautelativamente anche un ricorso al Tar. «Il Tavolo
tecnico, aperto dal ministero con l'obiettivo di raccogliere le istanze di modifica provenienti dalle diverse
componenti interessate, ha visto la partecipazione di rappresentanze dei farmacisti (Federfarma, Fofi,
Sifap, Utifar, Asfi e Assofarm) e dei medici (Fnomceo), oltreché dei competenti degli organi ministeriali ed
ha ultimato i propri lavori con la valutazione di un nuovo decreto elaborato sulla base dei lavori della
commissione medesima. Il provvedimento sarà formalmente perfezionato nei prossimi giorni». Grazie alla
nuova disciplina, «le limitazioni saranno circoscritte al solo scopo dimagrante, con la contestuale
attivazione di un appropriato sistema di monitoraggio delle prescrizioni e delle ricette». Sarà quindi
«sensibilmente ridotta la lista delle sostanze vietate, eliminando quelle di uso più comune e, infine, sarà
rivista anche quella disposizione che, in maniera troppo generica ed indeterminata, riconduceva i divieti alla
carenza di studi scientifici». «Tutto sommato da farmacista posso dirmi soddisfatto - ha commentato
Cosimo Violante, della Società Italiana Farmacisti Preparatori -. Per una volta c'è stata compattezza da
parte di tutte le componenti della categoria: è stato un successo enorme. E si è riusciti a far fare
retromarcia sul decreto: anche questo è stato molto importante. Ma dopo tanti anni che faccio questo lavoro
e sono a diretto contatto con i medici, benché comprenda che qualcuno di loro abbia esagerato, ritengo che
non si possa impedire la libertà intellettuale del medico prescrittore. I casi di abusi non possono cancellare
le moltissime persone che sono state salvate grazie alla galenica, soprattutto nel caso di patologie come
l'obesità, per la quale i farmaci autorizzati attualmente sono molto pochi». © Riproduzione riservata
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Preparazioni galeniche dimagranti, in arrivo nuovo DM. Violante (Sifap):
«Soddisfatto ma si rispetti il medico prescrittore»
03/04/2017 05:03
Sito Web
http://farmaciavirtuale.it/
Ddl Responsabilità professioni sanitarie, l'analisi della Fofi Ddl Responsabilità professioni sanitarie, l'analisi
della Fofi 3 Apr 2017 04:55 0 La Fofi ha analizzato in una nota la legge sulla Responsabilità professionale
degli esercenti le professioni sanitarie, pubblicata nella GU il 17 marzo. La legge 24/2017, che reca
disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità
professionale degli esercenti le professioni sanitarie, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del
17.3.2017. La Fofi segnala in particolare che «l'articolo 10 conferma l'obbligo di copertura assicurativa per
le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private per danni cagionati dal personale a qualunque
titolo operante presso le strutture, compresi coloro che svolgono attività di formazione, aggiornamento,
nonché di sperimentazione e di ricerca clinica. La disposizione si applica anche alle prestazioni sanitarie
svolte in regime di libera professione intramuraria, ovvero in regime di convenzione con il Ssn, nonché
attraverso la telemedicina». «La disposizione - prosegue la federazione - prevede inoltre l'obbligo per
ciascun esercente la professione sanitaria, operante a qualsiasi titolo in strutture pubbliche o private, di
stipulare un'adeguata polizza di assicurazione per colpa grave, al fine di garantire efficacia all'azione di
rivalsa nei confronti dell'esercente la professione sanitaria e verso l'assicurato. Pertanto, mentre le farmacie
sono tenute alla copertura assicurativa per colpa lieve, il farmacista dipendente dovrà provvedere a
stipulare una polizza assicurativa per danni cagionati con colpa grave, ferma restando la facoltà per la
farmacia di provvedere direttamente anche per tale copertura». Inoltre, sottolinea la Fofi, tramite decreto
«dovranno essere individuati i dati relative alle polizze di assicurazione stipulate e stabiliti i termini per la
comunicazione degli stessi da parte delle strutture sanitarie e degli esercenti le professioni sanitarie. In
proposito, si rammenta che la previsione di un apposito provvedimento (DPR) per la definizione delle
procedure e dei requisiti minimi di idoneità dei contratti assicurativi, rimasta peraltro priva di attuazione, è
già contenuta nell'art. 3, comma 2, del decreto legge 158/2012, convertito con modificazioni nella legge
189/2012. Il Consiglio di Stato, con parere n. 486/2015, ha chiarito che fino all'adozione di un siffatto
provvedimento "l'obbligo di assicurazione per gli esercenti le professioni sanitarie non possa ritenersi
operante"». Per questo la federazione ha chiesto al ministero della Salute di confermare se «anche alla
luce delle ultime innovazioni normative, resta tuttora sospeso l'obbligo assicurativo». © Riproduzione
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Ddl Responsabilità professioni sanitarie, l'analisi della Fofi
04/04/2017
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Sabato 1 aprile , in un unico, significativo e festoso evento, si sono svolte, nella sede dell'Ordine dei
Farmacisti di Crotone, la cerimonia del Caduceo, dedicata ai farmacisti per i loro quarant'anni di attività
professionale, e quella del Giuramento del Farmacista, dedicata ai neo iscritti all'Ordine. Entrambe sono
state presiedute dal presidente dell'Ordine, Antonio Megna ( nella foto al centro ). Sono stati premiati per i
loro quarant'anni di professione i dottori Giovanna Chiarello, titolare dell'omonima farmacia sita a Cerenzia,
Angelo Sculco, titolare dell'omonima farmacia sita a Strongoli Marina, Giuseppe Arrighi, titolare
dell'omonima farmacia, sita a Strongoli e Francesco Librandi, titolare dell'omonima farmacia, sita a Cirò
Marina. A seguire hanno prestato giuramento i farmacisti nuovi iscritti all'Albo di Crotone dottori Bonofiglio
Marcello, Capria Marta, Taverna Antonella, Librandi Marta, Pignatari Angela Maria, Dinardo Giulia, Rizza
Valentina, Todarello Adriana, Vetere Carmela, Floccari Letizia Giuseppina, Sorrentino Andrea e Grisafi
Rosamaria. "Formazione e professionalità - ha detto il presidente Megna - devono essere le parole chiave
dei giovani farmacisti per poter divenire parte attiva del sistema ed essere partecipi all'evoluzione del
sistema farmacia, facendo rete e scambiandosi competenze, in definitiva mettendosi in gioco per poter
crescere e migliorare in professionalità, efficienza ed innovazione".
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Farmacisti , cerimonie del Caduceo e del Giuramento
03/04/2017 11:34
Sito Web
rifday.it
Sbocchi occupazionali, l'Ordine dei biologi contesta il ddl Mandelli-D'Ambrosio Lettieri RIFday - aprile 03,
2017 0 Comment Roma, 3 aprile - All'Ordine nazionale dei Biologi il ddl n. 2717 Disposizioni in materia di
attività professionali del farmacista presentato dai senatori Andrea Mandelli e Luigi D'Ambrosio Lettieri a
inizio marzo è piaciuto poco o punto, soprattutto laddove prevede (art. 2) di consentire a questi
professionisti di effettuare analisi chimiche, chimico-cliniche e bromatologhe e di elaborare diete. Una
previsione che ha suscitato l'immediata e preoccupata reazione del presidente dell'Onb Ermanno Calcatelli
(nella foto), che la definisce "provocatoria", tanto da risolversi, il 30 marzo scorso, a prendere carta e
penna per indirizzare una nota alla presidente della 12a Commissione del Senato, Emilia Grazia De Biasi,
lamentando appunto che la formulazione dell'art. 2 di quel ddl "sconvolgerebbe di fatto quelle che sono le
primarie prerogative di competenza dei biologi, con conseguenze irreparabili sulle attività professionali e
lavorative in genere per la nostra categoria". Ma c'è di più: la norma proposta dai due senatori farmacisti,
sarebbe in evidente contrasto, secondo il presidente Onb, "con tutte le norme in essere relative alle
competenze di carattere generale sino ad oggi attribuite ai farmacisti e quelle espressamente previste sia in
materia di analisi chimiche che sulla prescrizione di diete, ma anche con i numerosi pareri con i quali il
ministero della Salute e il Consiglio Superiore di Sanità hanno espressamente ribadito le competenze
professionali dei biologi su tali specifiche materie». Da qui la richiesta a De Biasi di poter essere ascoltato,
ove venissero previste audizioni sul ddl nel corso del suo iter, "a tutela non solo della nostra categoria ma
anche di quel principio generale che ha sino ad oggi, anche per motivi di acclarata incompatibilità tra
l'attività sanitaria e quella commerciale, indotto il legislatore a codificare in determinati ambiti l'attività del
farmacista»". Al di là del merito delle argomentazioni (Cicero, notoriamente, si spende pro domo sua),
l'iniziativa di Calcatelli si distingue per - come dire? - un eccesso di cautela: in buona sostanza, il disegno
di legge che lo preoccupa ricalca - fin dalla rubrica - un'analoga iniziativa legislativa, ovvero il ddl n. S. 691,
che gli stessi senatori Mandelli e D'Ambrosio Lettieri avevano presentato agli inizi della legislatura, il 22
maggio 2013 e che qualche mese più tardi (per l'esattezza il 10 ottobre) era stato assegnato in sede
referente alla 12ª Commissione Igiene e sanità). Quel disegno di legge (come peraltro accade alla maggior
parte delle iniziative legislative) per anni non si è mosso di un millimetro: ancorché presentato a esordio di
legislatura, il suo esame non è mai cominciato. E, a voler fare professione di realismo, non ci sono molte
speranze che la nuova iniziativa di Mandelli e D'Ambrosio Lettieri, con la legislatura ormai giunta al tratto
finale del suo percorso, possa andare incontro a una sorte migliore. Resta il fatto che Calcatelli mette le
mani avanti e difende "il territorio" dagli ipotetici attacchi di "invasori", autorizzando a ritenere che a
muoverlo siano le stesse forti preoccupazioni all'origine del ddl 2717: garantire sbocchi occupazionali
adeguati ai propri iscritti. Calcatelli (comprensibilmente e legittimamente) si preoccupa di quelli dei biologi,
Mandelli e D'Ambrosio Lettieri, altrettanto comprensibilmente e legittimamente di quelli dei farmacisti, alla
luce di numeri davvero inquietanti. fronte di un fabbisogno di farmacisti per l'anno accademico 2016/2017
fissato in 1.279 unità, registrato a giugno 2016 dalla Conferenza Stato-Regioni nell'Accordo per la
determinazione del fabbisogno formativo per il Ssn sancito a giungo 216, si conta infatti una media di circa
4.700 laureati in farmacia, dei quali circa 4000 si iscrivono agli ordini. La differenza (3500 laureati circa) la
dice lunga sulla necessità di trovare risposte concrete alla situazione, davvero grave. Ma, purtroppo, anche
a voler fare professione di grandissimo ottimismo, è difficile che queste possano arrivare, almeno a breve,
dalla pur meritoria iniziativa legislativa di Mandelli e D'Ambrosio Lettieri . La lettera dell'Ordine dei biologi a
De Biasi
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Sbocchi occupazionali, l' Ordine dei biologi contesta il ddl Mandelli D'Ambrosio Lettieri
SANITÀ NAZIONALE
41 articoli
04/04/2017
Pag. 1
diffusione:245885
tiratura:332759
Sanità , addio ai ticket? Si pagherà per reddito
Mario Sensini
La ministra Lorenzin torna all'attacco con il piano per scardinare il sistema dei ticket sanitari. L'idea di fondo
è: bisogna far pagare un po' di più i ricchi per garantire l'assistenza sanitaria ai più poveri. Per questo
motivo una delle ipotesi allo studio prevede proprio l'addio ai ticket: si pagherà dunque per fasce di reddito.
a pagina 38
Roma - Far pagare un po' di più i ricchi per garantire l'assistenza sanitaria a tutti i più poveri. Il ministro
della Salute, Beatrice Lorenzin, è pronta a tornare alla carica per scardinare il sistema dei ticket sanitari. Un
meccanismo introdotto alla fine degli anni 80 dal governo De Mita per assicurare la compartecipazione dei
cittadini alla spesa sanitaria pubblica che in quegli anni stava esplodendo, ma che oggi, tornato il sistema in
equilibrio economico, secondo il ministro sta diventando un ostacolo insormontabile per l'accesso alle cure
delle categorie più deboli della popolazione.
«I ticket valgono tre miliardi sui 113 del Fondo sanitario nazionale, c'è il margine per eliminare la tassa
sulla salute» ripete la Lorenzin ai suoi collaboratori. Domani il ministro vedrà i governatori delle Regioni,
che appoggiano senza riserve il suo piano. Purché, ovviamente, non si traduca in un aggravio della spesa a
loro carico. Sul tavolo del ministero domani ci saranno dunque alcune ipotesi concrete di intervento, tutte in
qualche modo "compensative".
Nuove detrazioni
La prima, che rischia però di essere difficile da percorrere, sta a monte dei ticket, e riguarda la riforma delle
detrazioni fiscali per i farmaci e le spese mediche. Oggi tutti i contribuenti possono detrarre dalle imposte
versate il 19% di queste spese. Si potrebbe pensare di scalettare le aliquote in funzione del reddito
personale, fino ad annullare la detrazione per i redditi oltre una certa soglia. Il risparmio che ne deriverebbe
servirebbe per eliminare i ticket. Ma la detrazione ha anche un altro problema, perché taglia fuori gli
incapienti, cioè chi non paga tasse o ne paga talmente poche da non poter beneficiare dello sconto fiscale.
A meno di non trovare una forma per monetizzarle, la revisione delle detrazioni sembra complessa. L'altra
strada, sempre a monte dei ticket, è quella di individuare una franchigia in base al reddito. Superata la
franchigia (che sarebbe più alta per i redditi bassi e ridotta o annullata per quelli più alti) le prestazioni
eccedenti sarebbero a pagamento.
Le soglie di esenzione
Altra ipotesi sul tavolo è quella di rivedere le soglie di esenzione, che valgono circa 8 miliardi di euro,
spostandole verso le fasce più deboli, i poveri e gli anziani. Oggi sono esenti dai ticket su pronto soccorso e
prestazioni specialistiche gli anziani con oltre 65 anni e un reddito non superiore a 35 mila euro (che
potrebbe essere ridotto), i disoccupati e i loro familiari a carico con un reddito non superiore a 8.500 euro
(che potrebbe essere aumentato), i titolari di pensione sociale e i pensionati al minimo oltre i 60 anni.
Tagli di spesa
Per finanziare l'eliminazione del ticket si considera infine l'ipotesi di avviare una nuova tornata, finalizzata,
di revisione della spesa sanitaria. La responsabilità di manovra sarebbe delle singole regioni, che del resto
amministrano autonomamente il ticket sulla spesa farmaceutica (quello statale non esiste più), sulle
prestazioni specialistiche e sugli accessi al pronto soccorso, utilizzato per far quadrare i conti dei singoli
sistemi regionali.
Con risultati un po' discutibili, visto che il ticket pesa molto nelle regioni più ricche (32 euro l'anno di media
a testa in Veneto e appena 8,2 euro in Sicilia). «Dobbiamo arrivare ad omogeneizzare il sistema su tutto il
territorio nazionale» dice il coordinatore degli assessori regionali alla sanità, il piemontese Antonio Saitta.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Tassa sulla salute Piano della ministra Lorenzin
04/04/2017
Pag. 1
diffusione:245885
tiratura:332759
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Secondo i dati diffusi proprio ieri da Eurostat il 6,5% degli italiani (che oltre ai 3 miliardi di ticket ne
spendono altri 40, privatamente, per la sanità) non riesce più a soddisfare i bisogni sanitari a causa dei
costi troppo elevati: tra i Paesi della zona euro solo in Grecia sono messi peggio.
Mario Sensini
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04/04/2017
Pag. 42
diffusione:245885
tiratura:332759
Le selezioni di Dentalpro, Menarini, Recordati, Sanofi e Bayer. E altri ancora
Irene Consigliere IreConsigliere
Dalle cliniche dentali fino alle multinazionali del farmaco, alle farmacie e agli ospedali, le opportunità
davvero non mancano. Ecco a seguire alcuni esempi .
Il gruppo Dentalpro cerca 1.600 candidati per 70 nuove aperture di centri medici e dentistici in Italia. Nel
dettaglio la ricerca riguarda 500 medici odontoiatri e specialisti, un centinaio di igienisti e un migliaio di
dipendenti. Anche le cliniche Dentalplanet selezionano assistenti alla poltrona, igienisti, receptionist,
consulenti e medici odontoiatri Per la cliniche di Bologna, Genova, Milano e Roma SmileClin sta reclutando
un odontoiatra, un ortodontista e un assistente alla poltrona.
Job vacancy per medici odontoiatri le ha anche Michael Page a Roma e Milano. La divisione healthcare &
life science ricerca inoltre 60 figure di middle e top management e Page Personnel arruolerà 200 profili di
professionisti in area salute e farmaceutico. Una decina sono gli odontoiatri jr che servono all'agenzia per il
lavoro Umana che assumerà poi una quindicina di assistenti alla poltrona per le catene di cliniche del
Centronord Italia e una quindicina di infermieri strumentisti per Milano e Trieste.
Parlando poi di multinazionali Menarini allargherà il suo staff con 50 nuovi ingressi. Le figure cercate sono
laureati in medicina, laureati in chimica e tecnologie farmaceutiche e farmacia, laureati in economia e in
ingegneria.
Il gruppo Recordati sta selezionando diversi candidati, tra cui un market access manager, un industrial
project manager, un It project manager e un contract manufacturing services manager.
Sanofi invece per la divisione di immunologia ha bisogno di immunology field launch readiness manager
che devono candidarsi entro il 10 aprile ( [email protected] ). I collaboratori verranno inseriti
nella business unit Sanofi Genzyme. I requisiti richiesti: laurea in biologia, farmacia, Ctf, ottima conoscenza
dell'inglese e dell'area terapeutica in questione (artrite reumatoide, dermatite atopica, asma grave, poliposi
nasale).
Ogni anno una cinquantina di posti per stagisti vengono offerti inoltre a neolaureati e laureandi da Bayer
che amplierà la sua squadra italiana anche con una decina di ruoli. Poco più di una decina le opportunità di
Chiesi Farmaceutici. Infine, vi sono diverse chance per farmacisti sul sito www.federfarma.it .
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Cliniche, farmaci e scienza Più di 2 mila offerte nella salute
04/04/2017
Pag. 1
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tiratura:158319
Concorrenza, il governo accelera
Norma anti-scorrerie verso la manovrina - Domani vertice decisivo
Marzio Bartoloni
pIl Governo prova a chiudere il capitolo spinoso della legge sulla concorrenza. Già giovedì il Ddl, da due
anni in Parlamento, potrebbe arrivare in aula al Senato. Il rischio però di dover riaprire la discussione sul
testo dovrebbe convincere la maggioranzaa rinunciare ad alcune modifiche, come la norma anti scorrerie
(oltre a FlixBus, taxi e farmacie), da recuperare in un altro provvedimento come la manovrina. Domani un
vertice scioglierà gli ultimi nodi. u pagina 5 pIl Governo prova ad accelerare sulla concorrenza anche per
portare in Europa - già nel programma sulle riforme da inviare a Bruxelles - il risultato del varo della legge
atteso ormai da due anni. Ma in questo ultimo miglio - il Ddl potrebbe approdare in aula al Senato già
giovedì- non mancano gli ostacoli, soprattutto procedurali, che potrebbero impedire l'inserimento di alcune
modifiche di peso a cui il Governo sta lavorando da alcune settimane. A cominciare dalla cosiddetta norma
anti-scorrerie sulle scalate finanziarie, voluta dal Governo per garantire la massima trasparenza sulle
strategie di investimento che hanno come obiettivo le aziende italiane. Il rischio di dover riaprire l'intero
capitolo emendamenti, con un ritorno in commissione, con la conseguenza di ritardare ancora il via libera di
Palazzo Madama (a cui deve seguire comunque un ultimo passaggio alla Camera) potrebbe convincere
infatti la maggioranza ad approvare il testo così com'è senza ulteriori modifiche. Con l'obiettivo di
recuperare quelle più importanti, a partire dalla clausola anti-scorrerie, in un prossimo provvedimento. Tra i
primi indiziati c'è la manovrina a cui il Governo sta lavorando proprio in questi giorni. Sarà comunque un
vertice convocato per domani mattina a provare a dipanare gli ultimi nodi su questo provvedimento che la
Ue, nelle sue raccomandazioni, ci chiede di approvare al più presto per dare finalmente un segnale anche
su questo fronte. In questa occasione si dovrà chiarire come procedere: se approvare il testo senza altri
emendamenti oppure se tentare la via al momento molto stretta di un ritorno in commissione o di un
maxiemendamento. «Di fronte al rischio di ottenere il nulla, va bene quello che c'è», avverte Salvatore
Tomaselli (Pd), uno dei due relatori del Ddl. Di sicuro c'è che sul Ddl concorrenza la maggioranza potrà
ricorrere al voto di fiducia che è stato autorizzato dal consiglio dei ministri due settimane fa. Tra le altre
modifiche che erano attese - una trentina gli emendamenti del pacchetto preparato da relatori e Governo c'è anche quella urgente sulla norma anti-Flixbus inserita nel decreto Milleproroghe, che di fatto esclude dal
mercato italiano la compagnia di autobus low cost. Ieri è intervenuta anche l'Antitrust a segnalare che
quella norma deve essere «abrogata in toto, già in sede di definitiva approvazione del Ddl concorrenza».
Perché - spiega l'Autority nella sua segnalazione- la diffusione di piattaforme di promozionee vendita di
servizi di trasporto e l'ingresso nel mercato italiano di nuovi operatori nazionali e stranieri «hanno delineato
un contesto competitivo molto vivace e sfidante nel trasporto nazionale di passeggeri su strada, con
innegabili benefici per il consumatore finale». Anche su questa modifica c'è la volontà del Governo di
andare avanti, scegliendo anche qui un canale normativo diverso. In bilico invece le altre modifiche che
erano allo studio, a partire da quella relativa all'indicazione del tetto massimo di proprietà di farmacie da
parte delle società di capitali: l'intenzione era di far scendere dal 20 al 15% il tetto su base regionale
previsto attualmente dal testo atteso in aula a Palazzo Madama. In cantiere c'era anche una riformulazione
della delega per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea: in pratica le
regole per la disciplina di Uber e delle altre piattaforme. L'intenzione era quella di specificare meglio di quali
servizi si trattasse per evitare l'avvento delle forme più radicali (come Uber pop). Infine nel mirino c'era
anche la possibilità di rivedere il passaggio dal mercato a maggior tutela a quello libero che il Ddl fa
scattare al 1° luglio 2018. Ma le strettoie parlamentari, almeno per ora, dovrebbero far archiviare nuovi
interventi.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Fra le modifiche al Ddl sul tavolo anche taxi, caso «FlixBus» e farmacie
04/04/2017
Pag. 1
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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LE CORREZIONI Norma anti scorrerie e «FlixBus» verso il recupero Tra le modifiche che il Governo aveva
studiato da inserire nel Ddl concorrenza ora all'esame del Senato c'è la norma cosiddetta antiscorrerie sulle
scalate finanziarie per fissare obblighi di trasparenza quando la partecipazione in una società quotata
supera il 5% (o il 10%, era l'altra ipotesi allo studio). La norma, se non sarà inserita nel Ddl, dovrebbe
essere recuperata in un prossimo provvedimento (come la manovrina). Stessa sorte potrebbe capitare alla
modifica della norma anti-Flixbus inserita nel milleproroghe, e richiesta ieri dall'Antitrust
Dalle farmacie ai taxi: modifiche in stand by Tra le modifiche allo studio ora in sospeso c'è l'abbassamento
del tetto massimo di proprietà su base regionale di farmacie da parte delle società di capitali (dal 20 al 15%
). Così come la riformulazione della delega per la revisione delle nuove forme di mobilità, con qualche
paletto in più per piattaforme come Uber. In sospeso anche la modifica al passaggio dal mercato a maggior
tutela a quello libero dal 1° luglio 2018
LA RENDITA CATASTALE DEGLI IMMOBILI Valori per categoria delle unità immobiliari in Italia. In milioni
Case, uffici e capannoni sotto la lente
TOTALE
16.422
3.328
10.450
36.249
2.228
1.506
2.315
1.207.447
613.306
364.018 LA MAPPA NELLE GRANDI CITTÀ Numero di unità immobiliari di proprietà delle persone fisiche a
uso abitativo. Roma Fonte: Agenzia delle Entrate - Gli immobili in Italia 2015 Abitazioni (gruppo A - escluso
A10) Milano Negozi (C1) Pertinenze (C2-C6-C7) Uffici e studi privati (A10) Uso produttivo (Gruppo D)
Napoli Altro uso (B-E-C3-C4-C5)
04/04/2017
Pag. 1
diffusione:107465
tiratura:158319
Come cambia la responsabilità di medici e ospedali
La legge 24/2017 (in vigore da sabato 1° aprile) segna una svolta storica in una materia, quella della
responsabilità sanitaria, che da anni si dibatte in un'altalena di natura solo giurisprudenziale. Dibattito che
non ha fatto bene a nessuno: né ai pazienti che qualche volta hanno usato (e abusato) della leva della
causa per finalità diverse, né ai medici che si sono sentiti sempre "sotto attacco" e hanno sviluppato
un'ansia professionale che li ha portati alla cosiddetta "medicina difensiva", né ai giudici chiamati a svolgere
un ruolo di supplenza legislativa, causata dell'incapacità del legislatore di prendere posizione in questa
materia, così delicata ed impopolare. La legge - che è oggetto di ampia analisi nella guida in edicola domani
con Il Sole 24 Ore e disponibile in versione digitale per gli abbonati- fissa nuove regole su tanti fronti: dalla
responsabilità (che diventa extracontrattuale per i medici e sposta sul paziente l'onere della prova mentre in
ospedale è la struttura che deve provare la sua buona condotta) alle assicurazioni, dalla responsabilità
penale (non è punibile per imperizia il medico che rispetti le linee guida) alla trasparenza (le strutture
sanitarie devono indicare nel sito gli esborsi a favore dei pazienti).
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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DOMANI CON IL SOLE LE INIZIATIVE Focus
04/04/2017
Pag. 25
diffusione:218930
tiratura:316086
Perché il dottor Gottlieb ci farà del male
DANIELA MINERVA
TRA LE TANTE USCITE DEL presidente Donald Trump è sfuggita alle cronache italiane una nomina che
avrà un enorme impatto sulle nostre vite. Quella del dottor Scott Gottlieb a comandante in capo della Food
and Drug Administration (Fda). Nonostante le mille polemiche, le levate di scudi degli integralisti, e
l'inevitabile vicinanza di un ente che decide la sorte dei farmaci con le industrie che li producono, la Fda è
un monolite che funziona bene. Ha una potenza scientifica che ha assicurato, a oggi, la sostanziale solidità
delle scelte fatte. Insomma, possiamo fidarci: se la Fda promuove un farmaco vuol dire che è veramente
tale, se lo ritira dal mercato vuol dire che abbiamo scampato un pericolo. Di fatto, l'approvazione di un
farmaco da parte della Fda è il sostanziale via libera ai mercati di tutto il mondo. Per questo ci fa saltare
sulla sedia la decisione di Trump di affidare il mercato mondiale dei farmaci, quindi della nostra salute, a un
uomo che dice senza mezzi termini: l'agenzia è oggi animata da «una fame irragionevole di certezze
statistiche» unita a «una profonda mancanza di fiducia nella capacità dei medici di prendere decisioni
attente». La medicina scientifica è statistica. Le sperimentazioni sono a caccia di evidenze statistiche.
Non sapremo mai se un farmaco funziona sul serio e sul serio non ci fa del male se non abbiamo una
sterminata base statistica. Definire questa necessità «irragionevole» vuol dire seppellire la ragionevole
certezza con la quale accogliamo nel nostro corpo una medicina. E i dottori? Come fanno a prendere
decisioni senza che un'agenzia affidabile gli dica cosa è il farmaco che stanno prescrivendo? Beh, non
possono. Perché non si tratta della loro capacità di capire se una cura è giusta per un certo paziente, ma di
sapere se una medicina è acqua fresca o ancora peggio un veleno. Se non glielo dice la Fda non lo sanno.
E allora dovranno fidarsi di quello che dicono le aziende. Trump e Gottlieb la chiamano «libertà dei mercati
al di sopra della scienza». Possiamo salvarci? No. Perché non abbiamo nessuna capacità di rovesciare le
decisioni Fda. Forse se l'Ema fosse meno burocratica e meno amica delle aziende potrebbe farlo, ma a
oggi certo non ne ha le strutture. Non ci resta che confidare nel monolite Fda: sapranno i rigidi funzionari
dell'agenzia resistere al vento libertario? Per come li conosciamo, potrebbero. Staremo a vedere.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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PERISCOPIO/ R SALUTE
04/04/2017
Pag. 26
diffusione:218930
tiratura:316086
Tra i neuroni si nasconde il segreto del placebo
Sembra un farmaco ma non lo è. In quanto non ha principi attivi. Eppure funziona: contro il dolore,
l'insonnia, la nausea... Merito delle aspettative positive: oggi gli scienziati sanno come agiscono
sull'organismo. E convocano il I congresso internazionale per decidere come sfruttarle in clinica
ELISA MANACORDA
È UNA MEDICINA POTENTE: è in grado di lenire il dolore cronico, di ridurre l'insonnia, di placare l'ansia,
ha un effetto benefico sul mal di schiena e sulla nausea, interferisce con il sistema immunitario e con quello
ormonale. È tra le più studiate, ma anche tra le più misteriose, perché la sua azione dipende da tanti, troppi
fattori: le aspettative del paziente rispetto alla sua efficacia, il rapporto che ha instaurato col medico, la
determinazione nel seguire la terapia, l'atteggiamento dei familiari nei confronti della malattia del loro caro.
È il placebo, una sostanza o un trattamento che ha tutte le sembianze di un farmaco (che si tratti di una
compressa, di un'iniezione o di una procedura medica), ma non lo è, perché è privo di principi attivi. In
genere, chi assume un placebo non sa che si tratta di una "finta" medicina, ed è dunque convinto che ne
riceverà dei benefici. Oggi si sa che queste aspettative positive sono in grado di scatenare all'interno
dell'organismo, in oltre una persona su tre, una serie di importanti reazioni biochimiche - tipicamente la
produzione di endorfine, sostanze analgesiche con effetto analogo a quello della morfina, e di dopamina,
un neurotrasmettitore prodotto nel cervello, che promuove il benessere ed è legato al sistema della
ricompensa. Si chiama "effetto placebo", fenomeno sempre più riconosciuto in medicina e a cui oggi viene
per la prima volta dedicato un congresso scientifico internazionale, a Leiden (Olanda) dal 2 al 4 aprile, con
oltre duecento nuovi studi in programma dedicati alla neurobiologia dell'effetto placebo, alle sue
implicazioni etiche e alle applicazioni cliniche, alla comunicazione medico-paziente e al ruolo delle
aspettative del paziente. «Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un fiorire di ricerche su questo tema conferma la presidente delcongresso Andrea Evers dell'università di Leiden - il che indica un vero e proprio
cambio di paradigma nella medicina contemporanea. Con questo primo incontro mondiale vogliamo
approfondire soprattutto la relazione tra il placebo e i cambiamenti a livello neurobiologico, visto che le
ultime ricerche indicano come questo effetto possa essere rafforzato o ridotto da alcune sostanze che
aumentano o riducono il dolore». In effetti il placebo sembra funzionare anche se i pazienti sono
consapevoli del fatto che si tratta di una medicina "falsa". Lo dimostrerà, proprio nel corso del convegno
olandese, Jeremy Howick, direttore dell'Empathetic Care Program dell'università di Oxford. La sua metaanalisi condotta su 240 pazienti affetti da varie condizioni - dall'intestino irritabile alla rinite allergica alla
depressione - evidenzia infatti come la somministrazione esplicita di un placebo produca risultati migliori
rispetto all'assenza di trattamento.
L'obiettivo ora è quello di capire fino a che punto la nostra mente è in grado di influenzare l'attività
dell'organismo quando si tratta di funzioni vitali critiche, come per esempio l'ossigenazione e la
respirazione. «Per rispondere a questa domanda, lavoriamo a 3500 metri, al confine italo-svizzero nella
zona del Monte Cervino», racconta Fabrizio Benedetti, neurofisiologo dell'università di Torino e direttore del
Center for Hypoxia del Plateau Rosa Labs, che presenterà i risultati dei suoi studi proprio alla conferenza
olandese. Qui l'ossigeno è scarso, e induce nell'organismo una condizione di ipossia, che consiste
nell'avere poco ossigeno nel sangue. Questo, continua Benedetti, produce diversi effetti: dalla ridotta
resistenza alla fatica, alla cefalea, fino all'insonnia.
«Noi - aggiunge il ricercatore - abbiamo condotto degli esperimenti a 3500 metri di altitudine, dove
l'ossigeno è ridotto al 65% rispetto alle concentrazioni a livello del mare. E abbiamo osservato che un
placebo (cioè in sostanza del finto ossigeno) può produrre gli stessi effetti dell'ossigeno vero se i soggetti
credono di respirare ossigeno anche se le loro bombole sono vuote». Il punto è capire quale sia il limite di
questo effetto placebo. Così i ricercatori si sono spinti ancora più in alto, conducendo gli stessi esperimenti
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Neurobiologia./ R SALUTE
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a 5500 metri di altitudine sul monte Denali in Alaska e sul Picco Simón Bolivar in Colombia, dove l'ossigeno
si riduce ulteriormente al 50 per cento.
«E qui abbiamo riscontrato la stessa situazione, seppure leggermente ridotta: un placebo (ovvero
dell'ossigeno "finto") può produrre gli effetti dell'ossigeno vero se i soggetti credono di respirare il gas alle
stesse concentrazioni del livello del mare».
La sfida futura dei ricercatori è quella di spingersi ancora oltre, in condizioni estremamente critiche, fino a
toccare il limite della potenza della mente umana. E dunque studiare questi effetti con livelli di ossigeno
ancor più bassi, per esempio sull'Himalaya, a oltre seimila metri di altitudine. Certamente, conclude
Benedetti, per ora possiamo dire che funzioni vitali critiche, quali l'ossigenazione e la respirazione, sono
suscettibili all'effetto placebo in condizioni estreme di carenza di ossigeno. «Quindi l'effetto placebo non
riguarda solo sintomi soggettivi, come per esempio il dolore. La nostra mente è capace di influenzare
diverse funzioni fisiologiche, incluse quelle critiche per la vita e la sopravvivenza».
Foto: ASPET TATIVA DI SOLLIE VO
Foto: IL RUOLO DELLA MEMORIA DOLORE I segnali dolorosi viaggiano attraverso i ner vi periferici e la
colonna ver tebrale dalla sede del dolore fi no al cer vello
Foto: SOLLIEVO I farmaci stimolano il cer vello a rilasciare ormoni e neurotrasmettitori nel sistema ner
voso centrale per ridurre il dolore
Foto: Sollievo
Foto: Dolore
LE SOSTANZE DEL BENESSERE OPPIOIDI Le endorfi ne sono gli oppioidi naturali. Agiscono
prevalentemente come modulatori delle sensazioni di dolore, paura, sete, ecc ENDOCANNABINOIDI
Sostanze di proprietà narcotiche e sedative in grado di interagire con i recettori cannabinoidi che modulano
umore, appetito e dolore DOPAMINA Regola desiderio, piacere e ricompensa.
ll placebo può causare il rilascio di dopamina nel cer vello ma, all'e etto nocebo, viene disattivata
PROSTAGLANDINE Queste sostanze dilatano i vasi sanguigni nel cer vello nel corso di mal di testa
intensi. Il placebo può contrastarle, il nocebo aumentarle
Gioco d'azzardo
Svago
IL SISTEMA DELLA RICOMPENSA Sono strutture cerebrali responsabili della valutazione degli stimoli
gratifi canti come il desiderio, il piacere, lo svago
COME FUNZIONA L'EFFET TO PL ACEBO
eEL ABORA ZIONE L'aspettativa di sollievo del trattamento viene elaborata dalla cor teccia prefrontale e
da altre regioni cor ticali Cor teccia prefrontale Sesso Cor teccia Cingolata Amigdala Droghe Attiva
l'aspettativa di sollievo coinvolta nel sistema della ricompensa E N C E F A L O TALAMO Ipotalamo
SEGNALI DI SOLLIE VO CORNO POSTERIORE DEL MIDOLLO SPINALE Modulazione del dolore
SEGNALI DEL DOLORE L'EFFET TO NOCEBO L'area del cer vello coinvolta nei processi di memoria e
ansia può far aumentare il dolore. Il processo psicologico dell'e etto nocebo è meno conosciuto perché
eticamente di cile da testare Cibo/alcol La risposta di regolazione del dolore va dal talamo ad altre par ti del
cer vello rISPOSTA La cor teccia invia segnali che viaggiano fi no al tronco encefalico dove vengono
rilasciati neurotrasmettitori e ormoni che contrastano il dolore tREGOLA ZIONE Queste sostanze si
incontrano con i segnali del dolore nel corno posteriore del midollo spinale e regolano la loro intensità. Il
talamo inoltra questa risposta ad altre par ti del cer vello MIDOLLO SPINALE COLONNA VER TEBR ALE
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Parlare fa bene
A volte basta una telefonata per sentirsi già meglio. Un mal di testa, un'ansia passeggera, e le semplici
indicazioni del medico fanno rapidamente cessare il dolore e le preoccupazioni.
L'importante è che all'altro capo del filo ci sia un dottore di cui si ha piena fiducia. Lo dimostra il lavoro di
un gruppo di psicologi dell'università di Basilea (Svizzera) e della Harvard Medical School, negli Usa, che
ha pubblicato i suoi risultati su Plos One.
I ricercatori hanno analizzato 47 studi condotti in Europa, Asia, America del Nord e Australia, per verificare
se la fiducia in dottori, terapeuti e infermieri possa produrre effetti clinici.
L'analisi mostra che così è, anche se è difficile da misurare. E tuttavia, la fiducia nei confronti degli
operatori della sanità ha un impatto molto evidente sulla soddisfazione dei malati, sulla loro qualità di vita,
sul benessere e sull'adozione di un sano stile di vita. «La fiducia di un paziente nei confronti del suo medico
ha un grande valore», spiega Jens Gaab, coautore dello studio. Per questo sviluppare e mantenere una
relazione di stima tra chi cura e chi è curato dovrebbe essere parte integrante della formazione di un clinico
e della sua pratica quotidiana.
Già diverse ricerche avevano cercato di spiegare le ragioni. E i risultati indicano che questo fenomeno è
dovuto in parte alla maggiore aderenza alle terapie indicate, e in parte all'effetto placebo che deriva da una
buona relazione medico-paziente.
Tuttavia, è la conclusione dei ricercatori, serviranno ulteriori indagini per trovare spiegazioni esaustive di
questo fenomeno.
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IL CASO/ R SALUTE
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Le signore non si bevono l'acqua fresca
Le donne rischiano di più le reazioni avverse. E diffidano
L'IMPORTANTE è crederci: essere certi, insomma, che quel farmaco o quella procedura terapeutica avrà
un effetto benefico e potente nei confronti della malattia o dei suoi sintomi. In questo senso l'effetto placebo
è estremamente variabile da individuo a individuo, e dipende dalle sue esperienze passate, dalla sua storia
personale, dalla fiducia che costui ha nei medici e nella medicina in generale. Cosa accade allora se le
aspettative nei confronti della cura e del curante sono basse? Se lo è chiesto il gruppo di ricerca
dell'università di Sassari guidato dalla farmacologa Flavia Franconi. Obiettivo: rintracciare delle differenze
di genere - dunque tra uomini e donne - nell'efficacia dell'effetto placebo. «Abbiamo rianalizzato uno studio
clinico condotto da un'azienda farmaceutica per la registrazione di una molecola per l'ipertensione, su un
campione di circa 1500 pazienti», spiega Franconi. Il trial era stato condotto in doppio cieco; il primo gruppo
di pazienti riceveva il farmaco in esame, il secondo un farmaco "finto". Osservando i risultati della
sperimentazione in un'ottica di genere, i ricercatori si sono accorti che l'effetto placebo era
significativamente più potente negli uomini che nelle donne. Probabilmente, spiega la farmacologa, questo
deriva dal fatto che le donne presentano in generale un maggior rischio di reazioni avverse quando
assumono un farmaco. «E dunque - continua Franconi - hanno aspettative più basse nei confronti del
farmaco, hanno cioè più paura degli effetti collaterali che fiducia nel potere curativo del medicinale». Lo
studio italiano, di prossima pubblicazione, è il primo condotto su un campione così ampio, e conferma le
(poche, in verità) altre ricerche condotte sulle differenze di genere nell'effetto placebo. Secondo cui,
soprattutto quando si parla di analgesia nel dolore acuto (mal di schiena, per esempio) gli uomini mostrano
una maggiore risposta positiva nei confronti del placebo rispetto alle donne. Ma non tutti gli studi condotti in
passato vanno in questa direzione. Un'analisi dei ricercatori del Dipartimento di Psichiatria e Scienze
comportamentali della Stanford University, per esempio, non aveva individuato differenze di genere nella
risposta al placebo nel campo della depressione maggiore: lo studio aveva esaminato i dati relativi a 500
pazienti donne e 375 pazienti uomini trattati in doppio cieco con fluoxetina o placebo. Ebbene, scrivevano i
ricercatori nel 2001 sul Biological Psychiatry Journal, in entrambi i sessi trattati con la "falsa" medicina era
stato misurato un significativo miglioramento dei sintomi. E tuttavia, notavano ancora gli psichiatri, nel
sesso femminile risultava più alta la percentuale di pazienti che avevano registrato un effetto "nocebo",
ovvero un aggravarsi della condizione dovuta alle aspettative negative rispetto alla terapia somministrata, o
alla scarsa fiducia nel medico e nella relazione tra questi e il paziente.
Uno studio norvegese condotto sull'analgesia aveva invece riscontrato una maggiore risposta al placebo
da parte del sesso maschile, mentre altri studi condotti sul dolore successivo a un'estrazione dentale
avevano mostrato come fossero le donne quelle più reattive agli effetti benefici del placebo. E dunque la
questione è ancora molto controversa. Ma questo - sottolinea la studiosa - non fa che avvalorare quello che
andiamo dicendo da tempo. E cioè che sono ancora troppo pochi gli studi condotti nel settore, sebbene
questo abbia implicazioni importanti per tutta la ricerca in farmacologia.
«La nostra indagine - conclude Franconi - mostra come sia importante valutare le differenze di genere non
soltanto in quelle situazioni cliniche in cui l'effetto placebo è considerato rilevante (come per esempio nel
dolore cronico), ma anche in altri ambiti, come quello cardiovascolare, o a livello del sistema nervoso
centrale. Poiché tutti gli studi di registrazione dei farmaci prevedono la somministrazione di placebo per
verificare la sicurezza e l'efficacia della nuova molecola, è importante conoscere l'entità di questo bias per
avere dei dati corretti e non falsati».
COLECISTOCHININA Questa sostanza ha un e etto opposto a quello degli oppioidi, frena l'e etto placebo.
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MEDICINA DI GENERE/ R SALUTE
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Produce invece un e etto nocebo che aumenta il dolore e riduce l'aspettativa di guarire FONTE NATIONAL
GEOGR APHIC INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI
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Ha ragione Poppins
Basta un poco di zucchero, e il mal di testa va via? Potrebbe essere vero, per i bambini. Uno studio appena
pubblicato sul New England Journal of Medicine da pediatri dell'università di Cincinnati, negli Usa, mostra
infatti come due tra i farmaci più usati per la prevenzione dell'emicrania nei bambini, l'amitriptilina (un
antidepressivo) e il topiramato (un anticonvulsivante), abbiano la stessa - quando non addirittura minore efficacia rispetto al placebo. L'analisi è stata condotta per 24 settimane su 328 bambini e adolescenti di età
compresa tra gli 8 e i 17 anni, suddivisi in tre gruppi di trattamento. Il gruppo che assumeva l'amitriptilina ha
riportato una riduzione degli attacchi di emicrania del 52%, il gruppo che assumeva topiramato del 55%.
Sorprendentemente, però, il gruppo di bambini cui veniva somministrato placebo ha riportato una riduzione
degli attacchi del 61%. Per di più, quest'ultimo gruppo è anche quello in cui gli eventi avversi venivano
registrati in misura nettamente inferiore rispetto agli altri due gruppi: fatigue e secchezza delle fauci
soprattutto in chi prendeva amitriptilina, parestesia e perdita di peso più frequenti nel gruppo del topiramato.
«Questo significa - spiegano gli autori - che l'empatia, le rassicurazioni e una continua attenzione al
paziente possono essere efficaci quanto e più di un farmaco».
Ovviamente, è la conclusione, per i medici è più facile prescrivere una pillola. Perché l'empatia e il dialogo
richiedono tempo e attenzione.
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LO STUDIO/ R SALUTE
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Sorpresa Alzheimer l'origine è nell'umore
Un gruppo italiano rivela i meccanismi all'origine della malattia Non sono nelle aree del cervello che
governano la memoria. Ma in una zona più profonda Dove si blocca la produzione della dopamina. Da cui
dipendono i flussi dei ricordi Alcuni di quelli considerati sintomi della patologia potrebbero invece essere
segnali precursori
ELVIRA NASELLI
UNA nuova scoperta potrebbe cambiare l'approccio alla malattia di Alzheimer, che colpisce circa
seicentomila italiani. E le cui cause restano ancora pressoché sconosciute. Uno studio italiano durato
quattro anni - dell'università Campus Bio-Medico, della Fondazione Irccs Santa Lucia e del Cnr di Roma - è
andato a ricercare lì dove a nessuno era venuto in mente di farlo. Non è forse l'Alzheimer una malattia che
colpisce soprattutto la memoria? Così le indagini si sono concentrate sull'ippocampo, la zona del nostro
cervello deputata ai ricordi. Ipotizzando che la progressiva degenerazione delle cellule dell'ippocampo
potesse causare l'Alzheimer.
E individuando un'alterazione della funzione della dopamina, un neurotrasmettitore indispensabile per il
buon funzionamento dell'ippocampo stesso.
E qui l'ipotesi: e se l'alterazione della dopamina - prodotta però in più zone del nostro cervello - non
dipendesse dall'ippocampo? «Lavoro da dieci anni sull'ippocampo - racconta il coordinatore dello studio,
Marcello D'Amelio, associato di Fisiologia Umana e Neurofisiologia al Campus Bio-Medico - e mi sono reso
conto che in fase precoce di malattia non c'è alcuna degenerazione dell'ippocampo.
Mentre c'è alterazione della dopamina. E allora ho pensato di spostare lo studio su un'altra zona di
produzione, più profonda e difficilmente accessibile anche a livello radiologico, l'area tegmentale ventrale.
Scoprendo che è lì che si blocca la produzione di dopamina, e che l'ippocampo perde funzionalità perché
non gliene arriva più».
Ma non solo: i ricercatori hanno scoperto che la dopamina qui prodotta raggiunge anche l'area che
controlla la gratificazione e i disturbi dell'umore, permettendone il buon funzionamento. Se la dopamina non
arriva ci sono quindi anche alterazioni dell'umore, calo di interesse per le attività personali e della vita
quotidiana, mancanza di appetito, fino alla depressione. Tutti sintomi che non sono quindi conseguenza
dell'Alzheimer, come si è creduto finora, ma possono invece essere un campanello d'allarme per una
diagnosi molto precoce della malattia.
La dopamina quindi, o meglio la sua mancanza, diventa fattore chiave. E che sia davvero importante lo
dimostra il laboratorio: due diverse terapie somministrate a modelli animali, una con L-Dopa, un
amminoacido precursore della dopamina, e l'altra con un farmaco che ne inibisce la degradazione, hanno
causato un recupero completo della memoria, e in tempi rapidi dopo l'iniezione dei farmaci. Con un
recupero anche del buon umore e di tutto quello che va sotto l'ambito della motivazione. E anche se la
strada per una cura è ancora lunghissima il prossimo passo è cercare di capire perché nella zona del
cervello esaminata dai ricercatori italiani si blocca la produzione di dopamina. Per farlo bisogna
implementare le tecniche di imaging. «Occorre una risonanza magnetica funzionale che utilizza algoritmi
particolari - continua D'Amelio - tecnica che è stata utilizzata efficamente per studiare la schizofrenia». E
sottoporre poi a questo esame le persone più a rischio di contrarre la malattia, per intervenire
tempestivamente.
Già, ma come individuarle? «Intanto, appurato che l'Alzheimer non è solo malattia della memoria, ma
dell'umore - ragiona D'Amelio potremmo considerare un'alterazione dell'umore persistente e che si aggrava
come un precursore di malattia, molto prima della perdita della memoria. Chi ha questi primi sintomi ha
infatti una probabilità elevata di sviluppare anche quelli cognitivi. Quindi riducendo il danno in quest'area
cerebrale si preserva la funzione mnestica e dell'umore».
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Scoperte./ R SALUTE
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La domanda da un miliardo di dollari semmai è perché la produzione di dopamina si inceppa fino a
bloccarsi. E se ci sono fattori predisponenti. «Mi piacerebbe finire la carriera individuandoli. Il nostro
cervello ha una grande capacità di compensare e i segnali di malattia arrivano quando non ci riesce più ma
la malattia è già avanzata: i primi segni dei disturbi motori del Parkinson li abbiamo quando l'80% dei
neuroni che producono dopamina è già morto. Paradossalmente la straordinaria efficienza del nostro
cervello ci fa arrivare tardi».
Che cos'è La malattia di Alzheimer distrugge progressivamente le cellule nervose, deteriorando la
memoria e altre abilità non cognitive Come vivono Nel 50% dei casi dei malati si occupano i figli, nel 38 c'è
il supporto di una badante. Il 18% vive però da solo con la badante La diagnosi Il tempo medio per arrivare
ad una diagnosi è sceso dai 2,5 anni del 1999 a 1,8 anni del 2015. Ma arrivare prima gioca un ruolo
rilevante L'assistenza Sempre più privata.
Rispetto al 2006 scende di 10 punti la percentuale di pazienti seguiti da una struttura pubblica
600.000 I MALATI Circa seicentomila i pazienti italiani (Censis). Numeri destinati a crescere per il
progressivo invecchiamento della popolazione
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Aiuto ho degli alieni nella pancia
Affliggono milioni di italiane E causano sanguinamenti, dolori, difficoltà a concepire. Rimuoverli non è più
un'odissea. Grazie alla chirurgia mini-invasiva e ai farmaci
LETIZIA GABAGLIO
TRE MILIONI DI ITALIANE ci convivono durante gran parte dell'età adulta, sapendo di avere uno o una
selva di "polipetti" dentro l'utero. Chissà quante poi non lo sanno proprio e lo scoprono per caso durante un
esame. Parliamo dei fibromi uterini, la patologia benigna dell'apparato riproduttivo più comune durante l'età
fertile: ne soffre addirittura fino all'80% delle donne, con un picco fra i 40 e i 50 anni. A lungo considerati,
non a torto, una condanna a essere mutilate con l'asportazione dell'utero e quindi a non poter aver figli,
oggi si trattano in molti modi diversi: terapia medica sempre più efficace da una parte e chirurgia sempre
meno invasiva dall'altra assicurano infatti un trattamento ritagliato su ogni singola paziente.
Permettendo di preservare la loro fertilità futura. In più ci sono una serie di trattamenti medici a bassa
invasività - come l'embolizzazione, che consiste nel ridurre l'apporto di sangue che nutre la crescita dei
fibromi che consentono di tenere a bada il problema in modo efficace. A patto però di arrivare in tempo alla
diagnosi, cosa che non avviene molto spesso visto che in media una donna impiega quattro anni prima di
capire cosa fare. «Spesso si vive una sorta di rassegnazione nei confronti di un ciclo mestruale abbondante
o doloroso, soprattutto se in famiglia ci sono stati casi analoghi», spiega Alessandra Graziottin, direttore del
Centro di Ginecologia e Sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano. E se è vero che
spesso la fibromatosi uterina non dà sintomi, quando invece li provoca la loro entità è tale, aggiunge la
ginecologa «da incidere profondamente sulla qualità di vita delle pazienti, dal punto di vista della salute
generale e sessuale». Per scoprire se ci sono dei fibromi basta un'ecografia intrauterina, esame che
dovrebbe essere proposto di routine nella visita ginecologica. I fibromi, anche detti miomi, si sviluppano a
partire dalle cellule muscolari lisce e dal tessuto connettivo della parete muscolare dell'utero sotto l'azione
degli ormoni femminili, estrogeni e progesterone. Queste cellule, infatti, hanno più recettori per queste
sostanze, fino al triplo, e quindi sono particolarmente sensibili alla loro presenza. Ragione per cui proprio
l'elevata esposizione agli ormoni è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di miomi, così come l'età precoce
della prima mestruazione, avere la sindrome dell'ovaio policistico, essere obesi e avere gravidanza in età
tardiva. A giocare a sfavore c'è anche la familiarità - se nonne o madri hanno sofferto di fibromi è probabile
che anche le generazioni successive ne soffrano - e l'etnia, le donne afroamericane infatti hanno un rischio
superiore a quelle caucasiche.
La dipendenza dal fattore ormonale fa sì che dopo la menopausa il problema sostanzialmente si risolva da
solo e quindi in alcuni casi la strategia migliore è proprio quella di non intervenire in alcun modo e trovare
un modo per traghettare la paziente verso questa fase di regressione naturale. «Nel caso di una donna di
45 anni con figli, per esempio, a meno che i fibro- mi non siano davvero invalidanti, l'operazione chirurgica
non sarebbe indicata», spiega Massimo Candiani, direttore di Ginecologia e Ostetricia all'ospedale San
Raffaele. Si possono quindi usare terapie farmacologiche in grado di diminuire il sanguinamento e di ridurre
i sintomi per cercare di accompagnare la paziente al momento della menopausa. Non solo, alla chirurgia
contare su tecnichi deve ricorrere può comunque che conservative: salvare l'utero è pos- sibile in quasi
tutte le situazioni, «con la laparoscopia o con la minilaparotomia, cercando di ridurre al minimo i tagli del
tessuto uterino e ricostruendolo molto bene se la paziente vuole affrontare una gravidanza», aggiunge
Candiani.
A rendere l'operazione più semplice o addirittura a rimandarla nel tempo o cancellarla dalle opzioni
possibili, è una terapia farmacologica a base di ulipristal acetato.
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Fibromi uterini./ R2 SALUTE
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«Una molecola capace di interagire con i recettori per il progeme la chiave nella bloccando così la
prolisterone coserratura, ferazione delle cellule della muscola- tura liscia dell'utero», sottolinea Graziottin. Il
risultato è che il sanguinamento si blocca in pochi giorni nel 90% delle donne, il volume dei fibromi
diminuisce in maniera significativa così come si riduce il dolore e i sintomi associati. Prima dell'arrivo di
questo farmaco, i medicinali più usati erano terapie ormonali che riducono i livelli di estrogeni e
progesterone inducendo una specie di menopausa - terali mento la stancon tutti gli effetti collacorrelati,
come il riassorbiosseo, le vampate di calore, chezza e la riduzione di libido. «Proprio il crollo dei livelli di
ormoni con tutte le sue conseguenze limita l'uso di queste terapie a un massimo di 6 mesi. Al contrario i
dati relativi a ulipistral acetato indicano che nelle donne che lo prendono i livelli di estradiolo, il più
importante fra gli estrogeni, non scende mai al di sotto della soglia che si considera di sicurezza per la
salute dell'osso», conclude Graziottin.
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Sull'endometrio, bloccando il sanguinamento
IL NUOVO FARMACO
COME AGISCE
MESTRUA ZIONI ABBONDANTI? Ecco come scoprilo
u
10% Altri
5% Sottomucosi
35% Sottosierosi
I SINTOMI
50% Fibromi intramurali
LE TIPOLOGIE DI FIBROMI Necessità di cambiarsi ogni 2-3 ore Uso di oltre 25 assorbenti per ciclo Durata
del ciclo di oltre 7 giorni Mestruazioni con presenza di coaguli Febbricola Nausea e/o vomito Nausea
vomito Addome • Dolore • Pressione su retto e vescica • Gonfi ore Genitali • Sanguinamento • Emorragie
mestruali • Dolore • Disturbi urinari/sessuali • Di coltà a concepire • Abor ti spontanei • Di coltà nel par to
Possibile aumento di peso QUANTO SONO FREQUENTI FONTE RIELABOR AZIONE DATI RSALUTE
INFOGR AFICA PAULA SIMONET TI Tuba di Falloppio Ovaio I fi bromi bloccano la loro crescita
Sottosierosi Si formano nella parete esterna e crescono all'esterno, sporgendo nelle pelvi Vagina Il fi broma
cr sotto l'azione degli estrogeni e del progest Il far agisce sui r progesterone la prolif delle c
e
t FIBROMA Sull'ipofi si, inducendo amenorrea È un modulatore selettivo del progesterone Sui fi bromi,
riducendone le dimensioni
rLe cellule del fi broma hanno fi no al triplo di recettori per gli ormoni femminili in più del normale
Peduncolati Attaccati alla parete uterina esterna o interna da un sottile fi lamento.
Si possono torcere o rompere Intramurali Si sviluppano nella parete muscolare uterina Sottomucosi
Nascono all'interno della cavità uterina Ovaio Tuba di Falloppio
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Ragazze senza ferro
Il 15-30% delle donne in età fertile soffre di una carenza di ferro.
Un rischio accentuato in chi, a causa della presenza di fibromi uterini, ha delle mestruazioni molto
abbondanti e in chi ha un'alimentazione poco ricca di questo elemento. Se i due fattori si combinano, poi, il
rischio è massimo. Il ferro è conosciuto per essere la chiave essenziale per il corretto funzionamento
dell'emoglobina, la sostanza responsabile del trasporto di ossigeno a tutte le cellule dell'organismo.
Ma le sue funzioni non si limitano a questo: nel sistema nervoso centrale il ferro serve alla sintesi della
dopamina - che regola processi come il desiderio sessuale e non, estroversione, competitività - e della
serotonina, che presiede alla regolazione del tono dell'umore. Per questo chi soffre di anemia è soggetto
più frequentemente a sbalzi di umore, può avere un minore desiderio sessuale o difficoltà di
concentrazione. E in gravidanza va incontro a un rischio elevato di aborto spontaneo o nascita pretermine.
Per diagnosticare l'anemia bisogna misurare il livello di emoglobina nel sangue: il valore da tenere a mente
è 12g/dl, sotto questa soglia si parla di anemia. Per non scendere sotto questa soglia bisogna non
minimizzare l'abbondanza del flusso mestruale e fare dei controlli mirati. E poi assicurarsi il giusto
quantitativo giornaliero di ferro, che per le donne è pari a 18mg. Gli alimenti da cui ricavarlo sono carne,
rossa e bianca, uova, pesce come tonno, merluzzo e salmone; e poi spinaci, legumi e peperoni ricchi di
ferro in forma però meno assimilabile.
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IL CASO/ R2 SALUTE
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Il mondo della farmacia guarda al futuro
COSMOFARMA EXHIBITION PRESENTA IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE DELLA 21^ EDIZIONE,
CHE SI SVOLGERÀ A BOLOGNA DAL 5 AL 7 MAGGIO 2017. E poi, ancora: il Laboratorio Pediatria; il
Laboratorio delle forme; L'Arena. E dopo la manifestazione, Cosmofarma Exhibition ritornerà in viaggio per
incontrare i farmacisti d'Italia. Prossime tappe, Cagliari a giugno e Bari a Settembre. per arr ivare a una
diagnosi più precisa e impostare una ter apia mir ata al problema tr icologico.
Cosmofarma Exhibition ha saputo impor si come un appuntamento impor tante per le aziende e gli
operatori del mondo della far macia e si prepara ad affrontare la 21a edizione con un aumento della
superficie espositiva del 5%, un dato molto positivo visto l'andamento del settore.
"Questa edizione invita con uno slogan a guardare oltre, guidati dalla passione - dice Rober to Valente,
Direttore di Cosmofar ma - ed è stata prepar ata da un progr amma di road show in alcune regioni italiane:
non una semplice presentazione delle nostre iniziative, abbiamo piuttosto voluto chiamare a r accolta i far
macisti italiani in un momento delicato della loro professione, per condividere con loro domande, proposte,
possibili soluzioni.
Le sfide di un mercato sempre più competitivo r ichiedono non solo la cor retta esecuzione dei piani di
business ma impongono una visione str ategica, un approccio appassionato al lavoro di ogni gior no poiché
la farmacia continua a essere per molti cittadini il luogo dell'infor mazione e della prevenzione, della
sicurezza e della fiducia, un luogo amico che si r itrova su tutto il terr itor io italiano, nelle gr andi città e, con
le far macie r ur ali, fino nei piccoli centr i".
Le iniziative Cosmofar ma Exhibition si distingue per il car attere innovativo dei convegni, che vanno oltre
la mera didattica e lanciano spunti per possibili sviluppi futuri della professione del far macista.
Riettori puntati quindi su benessere, stile di vita, futuro e innovazione. La seconda edizione della Cosmofar
ma Business Conference coinvolgerà per sonalità inuenti che testimoniano ogni giorno l'impor tanza di
"guardare oltre, guidati dalla passione", r accontando le propr ie esper ienze e la loro capacità di "inventare
il futuro". Protagonisti dell'evento, realizzato in par tner ship con EY, sar anno Ser gio Dompè, presidente
dell'omonimo Gr uppo biofar maceutico, focalizzato nello sviluppo di soluzioni ter apeutiche innovative per
malattie r are; Filippo La Mantia, cuoco e imprenditore di un business in continua tr asfor mazione; Claudio
Marenzi, che ha r ilanciato il br and Her no proiettandolo in una dimensione inter nazionale, presidente di
Confindustr ia Moda e di Pitti Immagine; Marco Gr ieco, EY MED Digital Tr ansfor mation Leader, a capo di
progetti di tr asfor mazione nel mondo del digitale e delle oper ations nei pr incipali settori industr iali che
aiutano le aziende a cogliere le opportunità di crescita connesse alle moder ne tecnologie.
Innovazione e Ricerca sar anno protagoniste della terza edizione dell'Innovation & Research Award, che
darà visibilità alle novità delle aziende espositr ici. Una giur ia di esper ti selezionerà i migliori progetti che
sar anno premiati dur ante la cer imonia di venerdì 5 maggio.
L'Osservatorio Cosmofarma, si concentrerà sulla der mocosmesi in far macia, coinvolgendo far macisti e
aziende nello sviluppo di una r isposta adeguata agli ar gomenti proposti attr aver so la dinamica del
"consensus".
Lo Star t Up Village presenterà le star t up specializzate nel settore farmacia e i loro prodotti, coinvolgendo
direttamente le aziende leader del settore in un programma di promozione e collaborazione.
Tra i convegni in progr amma a Cosmofar ma, "La direzione d'impresa come la direzione di un'orchestr a",
un wor kshop emozionale r iser vato ai manager d'impresa e ai titolari e direttori di far macia nel quale ci si
soffer merà sul tema della leader ship e sulla metafora dell'impresa par agonata all'orchestr a.
Focus del Simposio Tricologia by Cosmofar ma Exhibition sar anno i danni e la caduta del capello,
analizzati con un nuovo approccio inter nistico I focus tematici Sono quattro i focus tematici attorno ai quali
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COSMOFARMA PROPONE UN RICCO PROGRAMMA DI CONVEGNI E MOMENTI DI FORMAZIONE/
SPECIALE SALUTE E BENESSERE/ A CURA DI A. MANZONI & C
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sviluppare approfondimenti e iniziative di grande attualità per il mercato.
1. Diagnostica e prevenzione - Il farmacista è una persona di riferimento importante per il paziente nella
prevenzione e nell'educazione a uno stile di vita corretto.
2. Management digitale - Il digitale è un elemento imprescindibile nell'evoluzione del mercato farmaceutico
perché inuenza la struttura del punto vendita e l'attività quotidiana del farmacista.
3. Dermocosmesi e tricologia - La farmacia è un canale distributivo di eccellenza per i prodotti cosmetici
che sono un business proficuo per il farmacista. Verrà approfondito il tema della tricologia.
4. Alimentazione e stile di vita - Spesso il paziente necessita di consigli autorevoli su come migliorare il
proprio rapporto con il cibo, sugli ingredienti più sani, e sugli integratori e nutraceutici che aiutano a
mantenersi in salute. Bologna torna a essere il punto di riferimento in Italia per aziende ed esperti
internazionali del mondo della nutraceutica e degli integ ratori alimentari, g razie alla prima edizione di
Nutraceuticals Conference by Nuce. Il convegno coinvolgerà le principali associazioni di riferimento, esperti
internazionali e opinion leader del settore, con due sessioni rivolte a una duplice audience: da un lato,
medici e f armacisti; dall'altro, ricercatori e formulatori.
Foto: Dr. Roberto Valente Direttore Cosmofarma Exhibition.
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Immunoterapia : sempre più giorni aggiunti alla vita
Il 16% dei malati al polmone ancora vivo a cinque anni dalla diagnosi Lo stesso per il 64% delle persone
colpite da melanoma dopo due. Risultati mai visti. Dal congresso dell'American Cancer Research arrivano
buone notizie. E gli italiani sono protagonisti
TIZIANA MORICONI
CI HANNO ABITUATO a risultati mai visti, salvando molti pazienti oncologici che prima non avevano
chance. Anche nel caso di tumori difficili da trattare e in stadio avanzato, svegliare il sistema immunitario
per combattere il cancro ha consentito di aumentare la sopravvivenza, giorni e mesi preziosi aggiunti alla
vita. Ma oggi i farmaci immunologici danno una nuova speranza, quella di un'azione che si mantiene nel
tempo. Gli studi che lo dimostrano sono stati presentati al congresso dell'American Association for Cancer
Research in corso a Washington: ricerche ancora in fase precoce, ma che stanno puntando lontano, a
cinque anni dall'inizio del trattamento, e che riguardano uno dei tumori più difficili da trattare e più diffusi,
quello al polmone (41 mila nuovi casi nel 2016).
Per la prima volta anche per questa neoplasia si può parlare di sopravvivenza a lungo termine: il 16% dei
pazienti in stadio avanzato trattati con la molecola immunotarapica nivolumab è infatti ancora vivo a cinque
anni dalla diagnosi. Una percentuale bassa, è vero, ma significativa: «Le percentuali di sopravvivenza a
cinque anni nei pazienti con tumore al polmone storicamente non superavano il 5%, nivolumab le ha
triplicate», spiega Michele Maio, direttore di Immunoterapia Oncologica e del Centro di Immuno-Oncologia
del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, che ha partecipato alla ricerca. Lo studio che ha riportato
questi risultati ha coinvolto 129 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule avanzato (sia di tipo
squamoso che non squamoso), tutti già trattati con le terapie disponibili. «Sebbene lo studio sia di fase 1
(iniziale, ndr.), siamo di fronte a un risultato importantissimo e a un cambiamento epocale - continua Maio perché è il primo vero passo in avanti negli ultimi venti anni in questa malattia. Ben il 60-70% dei casi viene
diagnosticato in fase avanzata e finora l'unica arma disponibile era rappresentata dalla chemioterapia, poco
efficace e molto tossica. I farmaci a bersaglio molecolare, infatti, funzionano solo nei pochi casi che
presentano specifiche mutazioni genetiche. Considerando la tendenza osservata in precedenti studi con
farmaci immuno-oncologici, in particolare nel melanoma, è probabile che queste percentuali si mantengano
anche negli anni successivi e che quindi si possa in futuro parlare di pazienti vivi a dieci anni anche per una
patologia fino a oggi a prognosi invariabilmente infausta».
Se immaginiamo il sistema immunitario come un'automobile, l'azione di questi farmaci è quella di
sbloccare uno dei "freni" che le impediscono di mettersi in moto contro il tumore, la proteina Pd-1.
I risultati potrebbero essere ancora migliori combinando immunoterapie che sfruttano meccanismi diversi.
Lo dimostra un altro studio sempre presentato al congresso dell'Aacr, condotto su 945 pazienti con
melanoma metastatico, che non erano stati trattati in precedenza. I tassi di sopravvivenza a due anni con la
combinazione di nivolumab e di ipilimumab (la prima molecola immuno-oncologica approvata) hanno
raggiunto il 64%, rispetto al 59% con il solo nivolumab e al 45% con il solo ipilimumab.
«Questi risultati sono rilevanti soprattutto per i pazienti colpiti dalla patologia in forma aggressiva, per i
quali è importante disporre di una terapia che offra risposte immediate», spiega Paolo Ascierto, direttore
dell'Unità di Oncologia Medicina Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto
Nazionale Tumori Fondazione 'G. Pascale' di Napoli, che ha partecipato alla ricerca: "Parliamo di persone
che prima del 2011 sopravvivevano in media 6-9 mesi. Soltanto il 25% era ancora vivo a un anno della
diagnosi. Oggi, con questa combinazione il 64% dei malati è vivo dopo due anni. È un dato incredibile, che
fa ben sperare».
Sono numeri importanti per tutti coloro - e sono soprattutto giovani - che ricevono una diagnosi di
melanoma: nel 2016 ci sono stati 13.800 nuovi casi, un'incidenza quasi raddoppiata rispetto a dieci anni fa.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Tumori./ R SALUTE
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Melanoma
INCIDENZA NEL 2016
14mila
41mila
SOPR AV VIVENZA A LUNGO TERMINE % ANNI Tumore al polmone nuove diagnosi (60-70% sno fatte
in fase avanzata) SENZA CURE 1 Con terapie convenzionali Gli e etti non durano a lungo 2 3 % SENZA
CURE ANNI nuove diagnosi (circa 129mila persone vivono dopo aver ricevuto una diagnosi) 1 Con
immunoterapia Gli e etti antitumorali sono duraturi 2 3 FONTE "I NUMERI DEL C ANCRO IN ITALIA 2016"
DI AIOMAIR TUM ANTONI RIBAS, RELEASING THE BR AKES ON C ANCER IMMUNOTHER APY
INFOGR AFICA PAULA SIMONET TI
LINFOCITA T AT TIVO
CON L'IMMUNOTERAPIA
e
r
r PD-1 L'anticorpo della terapia si lega alla proteina Pd-1 L'immunoterapia riesce ad attivare il sistema
immunitario e in questo modo attiva le naturali difese dell'organismo in chiave antitumorale Sostanze in
grado di distruggere il tumore CELLULA TUMOR ALE Membrana cellulare Il blocco del Pd-1 permette
l'attivazione immunitaria
SENZA TERAPIA Risposta immunitaria debole o nulla Il legame del Pd-1con il recettore specifi co blocca
la risposta immunitaria LINFOCITA T INAT TIVATO Cellula immunitaria incapace di attaccare il tumore
CELLULA TUMOR ALE BERSAGLIO Proteina Pd-1 e specifi co Recettore specifi co a cui si lega il Pd-1 a
cui si lega il Pd-1
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La testa e il collo
Dopo melanoma, linfoma di Hodgkin classico e tumori di polmone e rene, il nivolumab ha ottenuto via libera
per le neoplasie di testa e collo dal Comitato per i medicinali per uso umano dell'Agenzia europea per i
medicinali. Il parere favorevole riguarda il trattamento dei carcinomi a cellule squamose (SCCHN, il 90% di
tutti i carcinomi testa-collo) nei pazienti adulti che mostrano una progressione della malattia dopo la
chemioterapia. Ora tocca alla Commissione europea, che approva i farmaci, vagliare la documentazione.
I carcinomi di testa e collo colpiscono ogni anno oltre 9 mila persone, in particolare uomini (7 mila stimati
nel 2016).
Insorgono soprattutto a livello di laringe, bocca, lingua e faringe. Nella maggioranza dei casi sono associati
a fumo di sigaretta o ad alcol.
Nivolumab è il primo inibitore di PD-1 a ricevere la raccomandazione del CHMP per queste neoplasie: le
conclusioni si basano su uno studio clinico di fase III (CheckMate - 141), condotto su 361 pazienti con
recidiva dopo la prima linea di trattamento. I dati hanno mostrato una chiara superiorità dell'immunoterapia
rispetto ad altri trattamenti a base di platino (metotrexate, taxotere o cetuximab): il 36% dei pazienti era vivo
a un anno, contro il 16,6% di chi aveva ricevuto la terapia tradizionale.
Intanto, nel nostro paese, la molecola ha da poco ricevuto l'ok dell'Aifa per la rimborsabilità nei casi di
tumore a cellule renali già trattato e del polmone non a piccole cellule non squamoso localmente avanzato
o metastatico.
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IL CASO/ R SALUTE
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Pag. 25
diffusione:150427
tiratura:216821
SCOPERTA L'ORIGINE DELL'ALZHEIMER NELL'AREA DELL'UMORE
PIERGIORGIO STRATA*
La causa del morbo di Alzheimer non va cercata, come fatto finora, nell'area del cervello responsabile della
memoria, ma sarebbe dovuta alla morte dei neuroni presenti in una delle zone che governano anche i
disturbi dell'umore. La scoperta, tutta italiana, che promette di rivoluzionare l'approccio alla «malattia del
secolo» è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. L'Organizzazione
mondiale della Sanità afferma che nel mondo esistono 50 milioni di persone affette da demenza e che nel
2050 i casi saranno 135 milioni, a meno di nuove e adeguate terapie oggi ancora carenti. L'aumento non è
dovuto al diffondersi di una malattia come succede per quelle infettive, ma all'aumento dell'aspettativa di
vita. Un allungamento di sei anni di tale aspettativa comporta un raddoppio dei casi di demenza.
Continuando così alla fine dovremmo morire tutti dementi o quasi. Secondo la rivista Lancet, il costo
economico per la cura dei pazienti affetti da demenza a livello mondiale è di circa 600 miliardi di dollari
all'anno uno degli oneri più devastanti sui bilanci di ogni Paese. La malattia è dovuta a una diffusa
distruzione di neuroni soprattutto nella corteccia cerebrale e in quella dell'ippocampo dovuta alla
produzione di una proteina anomala detta beta-amiloide, che si deposita negli spazi fra neuroni uccidendoli.
In particolare l'ippocampo è una struttura critica per la formazione di nuove memorie per cui il paziente,
man mano che passa il tempo, vive soltanto di lontani ricordi della vita passata. Nel caso del morbo di
Alzheimer, trattandosi della produzione di proteine anomale, l'industria ha investito somme ingenti per
scoprire farmaci capaci di neutralizzare le molecole che aggregandosi danno origine alla beta-amiloide. Si
tratta di molecole che agiscono da anticorpi nei riguardi dei detti precursori. Tuttavia, finora i risultati sono
talmente modesti che nessuna nuova molecola può entrare nel prontuario farmaceutico. Le malattie dovute
alla produzione di proteine anomale sono molte e tra queste vi è il morbo di Parkinson. In questo caso la
causa della malattia è l'alterata comunicazione fra gruppi di neuroni ovvero alla ridotta liberazione di
dopamina. In questo caso la terapia consiste nel potenziare la produzione di dopamina che consente per
molti anni una migliore qualità della vita. Questa strada, tuttavia, non è in grado di prevenire la malattia.
*Neuroscienziato italiano e professore emerito di Neurofisiologia all'Università degli Studi di Torino c
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Lettere e Commenti
04/04/2017
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tiratura:145152
È la depressione la prima causa della comparsa dell'Alzheimer
Carla Massi
È la depressione la prima causa della comparsa dell'Alzheimer a pag. 13 R O M A La causa della perdita di
memoria, la malattia di Alzheimer, non va cercata nell'area del cervello deputata, appunto, a conservare
ricordi e associazioni. Ma in quella che determina l'umore. Che regola i nostri alti e bassi e scatena la
depressione. IL SISTEMA NERVOSO Si deve ad un gruppo di ricercatori italiani del Campus Bio-Medico di
Roma, con la collaborazione della Fondazione Irccs Santa Lucia e il Cnr, l'aver individuato la zona in cui
vengono divorati e distrutti i meccanismi della memoria. Non l'ippocampo (la struttura del sistema nervoso
centrale primariamente coinvolta nelle funzioni della fissazione degli eventi e delle immagini) ma l'area del
cervello che produce la dopamina. Un neurotrasmettitore che è coinvolto anche nella motivazione e
nell'equilibrio dell'umore. I neuroni, dunque, morirebbero dove è la centralina della serenità e della tristezza
più cupa. Proprio la morte dei neuroni, deputati alla genesi della dopamina, provoca il mancato arrivo di
questo mediatore chimico che, a sua volta, diventa la causa della cancellazione dei ricordi. Oltre che la
incapacità di riconoscere i parenti, andare indietro con il pensiero, rendersi conto dello spazio dove ci si
muove, distinguere il giorno dalla notte. Negli ultimi vent'anni i lavori in laboratorio (e quindi anche quelli in
campo farmacologico) sono stati focalizzati sull'ippocampo. I risultati, però, non hanno mai fatto registrare
all'interno di questa area dei significativi processi di morte cellulare. Da qui, lo spostamento di interesse,
verso la zona deputata all'umore nonostante sia particolarmente difficile da indagare a livello neuroradiologico. «È la tegmentale ventrale - spiega Marcello D'Amelio associato di Fisiologia umana e
Neurofisiologia all'università Campus Bio-Medico di Roma - rilascia dopamina anche nell'area che controlla
la gratificazione. Per cui, con la degenerazione dei neuroni dopaminergici, aumenta anche il rischio di
andare incontro ad una progressiva perdita di iniziativa». I TEST La sperimentazione sui modelli animali ha
dato buoni risultati: somministrando due terapie, una con L-Dopa, un amminoacido precursore della
dopamina e una basata su un farmaco che ferma la sua degradazione, si è registrato un recupero quasi
completo della memoria. In tempi anche relativamente brevi. Durante i test i ricercatori hanno anche
assistito, negli animali, al ritorno di forza, motivazione e vitalità. La scoperta oggi permette di spiegare
meglio anche lo stato d'animo dei pazienti, in Italia sono circa 600mila soprattutto donne, nel periodo in cui i
ricordi cominciano ad essere intermittenti. «Fin dalle prime fasi dello sviluppo dell'Alzheimer aggiunge
D'Amelio - accanto agli episodi di perdita di memoria i pazienti sentono un calo nell'interesse per le attività
della vita, mancanza di appetito e desiderio di prendersi cura di sé». Come dire che la depressione sarebbe
un segnale dell'Alzheimer e non il contrario. I ricercatori non escludono che il risultato di questo studio
possa diventare sostegno anche per la terapia di un'altra malattia ` neurodegenerativa, il Parkinson. Anche
questa è causata dalla morte dei neuroni che producono la dopamina. È possibile ipotizzare, secondo gli
studiosi, che le terapie prossime venture potrebbero coincidere. Obiettivo: lavorare in modo mirato contro la
morte di questi neuroni. I PAZIENTI I tempi per le cure ancora non possono essere previsti ma certo è che
l'Alzheimer, vista l'età media che continua ad allungarsi, è diventata la malattia senile che preoccupa di più
per i prossimi decenni. Da noi, oggi, l'età media del paziente, come riporta uno studio Censis-Aima
(Associazione italiana malattia di Alzheimer)è 78 anni. Cresce, però, il numero delle diagnosi in giovane
età: fino al 5% delle persone con la malattia ha un esordio precoce. Vuol dire tra i 50 e i 60 anni. ©
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La malattia di Alzheimer CHE COS'È Un processo degenerativo che distrugge lentamente e
progressivamente le cellule del cervello IL MECCANISMO SINTOMI Iniziali: lievi difficoltà a ricordare e
perdita delle capacità intellettive. Passano spesso inosservati Così viene spezzato il flusso d'informazioni
del cervello Nei malati le sinapsi , i collegamenti tra diverse cellule cerebrali, vengono interrotte
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La scoperta
04/04/2017
Pag. 1
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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progressivamente da un tipo di proteine, le ß-amiloidi, che non vengono eliminate come nelle persone sane
Cellula cerebrale Sintomi gravi: difficoltà nelle attività quotidiane , come vestirsi, lavarsi, ecc. Provocano
completa dipendenza dagli altri Sinapsi Proteine ß-amiloidi TERAPIA Non esiste farmaco in grado di
prevenire o guarire la malattia Le proteine interrompono il collegamento
04/04/2017
Pag. 9
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tiratura:145152
Concorrenza, è scontro nel governo Possibile via libera senza modifiche
IL TESTO SAREBBE VOTATO NELLA VERSIONE DELLA COMMISSIONE: DIROTTATA IN UN ALTRO
PROVVEDIMENTO LA NORMA ANTI-SCORRERIE DOPO I CONTINUI RINVII SBOTTA IL RELATORE
TOMASELLI (PD): «SIAMO AL RIDICOLO» VOCI DI CONTRASTI TRA BOSCHI E CALENDA
Luca Cifoni
R O M A Due anni in Parlamento, un via libera alla Camera, un voto in commissione al Senato: sembra
infinito il cammino del disegno di legge sulla concorrenza, che pure sarebbe una delle riforme che il
governo si è impegnato a portare in Europa. Ora, tra intoppi procedurali e sospetti di manovre politiche, si
profila una soluzione di compromesso: verrebbe mandato avanti il vecchio testo già approvato in
commissione, da approvare e trasmettere a Montecitorio per la terza lettura, mentre le ulteriori modifiche su
cui esecutivo e maggioranza stavano lavorando, in particolare la cosiddetta norma anti-scorrerie sembra
destinata ad essere trasferita in un provvedimento legislativo ad hoc. GLI EMENDAMENTI La delicatezza
della situazione è stata segnalata in modo abbastanza inusuale dalle parole di uno dei relatori, Salvatore
Tomaselli del Pd. «È una vicenda che rasenta il ridicolo e non è una nostra responsabilità» ha detto il
senatore aggiungendo che «se ci sono problemi politici non tocca a noi risolverli ma a ministri, politici,
candidati alle primarie». Un riferimento nemmeno troppo velato alle voci insistenti di contrasti interni
all'esecutivo. Con la presidenza del Consiglio - e segnatamente la sottosegretaria Maria Elena Boschi - a
sbarrare la strada ad un provvedimento portato avanti dal ministro dello Sviluppo economico.
Provvedimento che non sarebbe visto particolarmente di buon occhio nemmeno da Matteo Renzi. Per il
Mise ieri ha si è fatto sentire il sottosegretario Antonio Gentile: «Il paese non può più tollerare ritardi di cui i
cittadini non capiscono le ragioni» ha scritto in una nota. Il testo dopo alcuni rinvii, doveva arrivare nell'aula
di Palazzo Madama questa settimana, ma ciò non avverrà prima di giovedì. Sul tavolo c'è un pacchetto di
emendamenti, da quello messo a punto per vincolare chi superi una quota rilevante in una società, in
funzione anti-scorrerie, al ripristino della possibilità di operare per la compagnia di autobus low cost Flixbus
precluso con il decreto Milleproroghe. Ma il regolamento del Senato sembrerebbe richiedere il ritorno in
Commissione in caso di modifiche al testo già approvato. Di qui la scelta, che ora appare la più probabile,
di far passare il ddl così com'è eventualmente anche con la fiducia e dirottare in particolare la norma antiscorrerie verso un altro veicolo legislativo, in tempi rapidi. Anche alla Camera naturalmente il
provvedimento dovrebbe essere approvato senza modifiche per poter finalmente diventare legge prima
dell'estate, come tra l'altro era stato concordato - a livello informale - con l'Unione europea. Potrebbero così
scattare le novità che riguardano diversi settori . LE NOVITÀ Nel capitolo Rc auto, la norma probabilmente
più importante è quello relativa agli sconti obbligatori che scattano con l'ispezione del veicolo o la presenza
della scatola nera o ancora del meccanismo che impedisce di avviare il motore in caso di alto tasso
alcolemico. La legge dice che la riduzione dovrà essere «significativa» e poi ulteriormente maggiorata nelle
Province con più sinistri e dunque prezzi medi più elevati: tipicamente quelle meridionali. In tema di farmaci
, non sono entrate nel testo le norme per liberalizzare quelli di fascia C; le misure per allargare la
concorrenza comprendono invece la possibilità di ingresso per i soci di capitale (anche con il 100 per 100)
e la cancellazione del vincolo massimo di titolarità di quattro farmacie e non al di fuori della stessa
Provincia. Ci sarà invece un tetto su base regionale pari al 20 per cento delle farmacie. Viene poi data la
possibilità a quelle convenzionate con il Servizio sanitario nazionale di restare aperte anche oltre i turni
stabiliti. Altri articoli riguardano le professioni: per i notai ad esempio il numero minimo di abitanti per ogni
posto scende da 7 mila a 5 mila.
Foto: Il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda
Foto: (foto LAPRESSE)
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IL CASO
04/04/2017
Pag. 4
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Arriva la mazzata elettrica Milioni di clienti senza tutela
Liberalizzazioni La legge " concorrenza " sta spaccando il Pd: fiducia sulla norma che favorisce il renziano
Chicco Testa (Sorgenia) e il colosso francese Edison Bollette da piangere 24 milioni di consumatori
finiranno in balia di 400 venditori di elettricità
» GIORGIO MELETTI
Il governo Gentiloni vuole imporre all ' Italia la libera concorrenza a colpi di voti di fiducia. Ma il disegno di
legge " c on co rr en za " che domani va in aula al Senato sta spaccando lo stesso Pd. Il relatore Salvatore
Tomaselli vuole che il testo torni in Commissione. Gli scissionisti di Articoli 1-Mdp, guidati in questa vicenda
da Pier Luigi Bersani, stanno contrattando il loro voto di fiducia chiedendo concessioni al ministro dello
Sviluppo economico Carlo Calenda che sta scrivendo il maxi-emendamento per il voto di fiducia. NON SI
CAPIREBBE tanta agitazione senza guardare ai contenuti della legge, e in particolare a quello più
discutibile: in nome di una febbre liberalizzatrice si vogliono prendere 24 milioni di piccoli consumatori di
elettricità fino a oggi serviti dalla tariffa base detta " di maggior tutela " e scaraventarli nel mercato libero, in
balia di 400 rivenditori di elettricità che si contendono a colpi di imbrogli e bugie i clienti da spennare
facendo pagare loro l ' elettricità più di prima. Quando è stato liberalizzato il mercato elettrico è stato istituito
l ' Acquirente Unico, ente pubblico che compra l ' elettricità all ' ingrosso per le famiglie e le imprese che
non hanno scelto un nuovo fornitore in regime libero ma si sono tenute il vecchio. In pratica lo Stato ha
costituito un gigantesco gruppo d ' acquisto con 24 milioni di partecipanti che riesce a spuntare il prezzo più
basso. I 12 milioni di utenti che hanno ceduto alle asfissianti telefonate dei call center che ti promettono
mirabolanti risparmi pagano l ' elettricità il 20 per cento in più, secondo dati dell ' Autorità per l ' energia
contestati dagli uomini di Calenda. Comprensibile che solo un terzo dei consumatori italiani abbia scelto il
libero mercato. Meno comprensibile la ragione per cui il governo ha deciso una polpottiana liberalizzazione
forzata: dal 1 luglio 2018 finisce il regime di maggior tutela e i 24 milioni di renitenti alla concorrenza, se non
avranno scelto un nuovo fornitore entro quella data, verranno consegnati in massa a un unico fornitore che
praticherà tariffe così alte da rieducarlo al culto del libero mercato. È scritto nel testo su cui Calenda vuole
mettere la fiducia: " a condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero " . Per Gianni Girotto e
Gianluca Castaldi, senatori M5S, " l ' eliminazione del mercato elettrico tutelato avrà il solo effetto di far
impennare il costo della bolletta per milioni di famiglie e imprese " . Ma lo stesso Bersani, insospettabile in
quanto padre della liberalizzazione elettrica, ha denunciato pochi giorni fa che si sta puntando " a superare
l ' acqui rente unico in una forma che crea un ' ottima occasione per qualche azienda e un rischio serio per i
piccoli consumatori " . Si noti di passaggio che secondo dati dell ' Autorità per l ' Energia un italiano
normodotato impiegherebbe circa 6 ore a capire che cosa c ' è scritto nella sua bolletta elettrica, e quindi
dovrebbe prendere qualche giorno di ferie per studiare la convenienza di un passaggio che nel migliore dei
casi (secondo il governo) gli consentirebbe un risparmio del 5-10 per cento sulla bolletta. Le aziende che
guardano alla " ottima occasione " sono Sorgenia e Edison, le uniche società grosse a non avere una
propria rete di distribuzione. La prima, oggi presieduta dal renziano Chicco Testa, per un soffio mancato
ministro dello Sviluppo economico quando fu poi preferito Calenda, è quanto resta dell ' avventura elettrica
della famiglia De Benedetti. Schiacciata sotto la mole di 2 miliardi di euro di debiti, la società è stata
abbandonata al suo destino dai De Benedetti ed è finita tra le braccia delle banche creditrici, capitanate dal
Monte dei Paschi esposto per oltre 600 milioni. In pratica la liberalizzazione forzata di Calenda potrebbe
aiutare il risanamento di Mps a spese di qualche milione di famiglie. LA EDISON è controllata da Edf, il
monopolista francese dell ' elettricità. Insieme a Sorgenia puntano a fare man bassa delle aste con cui il
governo affiderebbe pacchetti di milioni di clienti al miglior offerente. Ma sui dettagli non si sa niente perché
la legge su cui si vorrebbe votare la fiducia rimanda a un non meglio precisato decreto ministeriale con le
regole per il passaggio dalla maggior tutela alla tutela zero. Dicono i maligni che questo regalo alla Edf,
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RINCARI
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cioè al governo francese, varrebbe come risarcimento ai francesi per l ' emendamento anti-Bolloré
vivacemente chiesto da Silvio Berlusconi in vista delle trattative sulla legge elettorale. Ma è una lettura
troppo complottista. Per criticare la legge concorrenza basti notare che rende meno contendibili le società
quotate in Borsa.
La scheda
Il ddl in aula Il relatore Uno dei relatori del testo su cui sarà posta la fiducia, Salvatore Tomas elli Ansa È IL
TESTO della prima legge annuale sulla concorrenza, introdotta dal governo Renzi, che contiene norme atte
a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo dell ' economia e ad aumentare la produttività del Paese. Dovrà
sfidare caste e lobby nei settore strategici come banche, assicurazioni, notai, farmacie, avvocati,
comunicazione, luce e gas. n n RITARDI. Il ddl è stato adottato dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio
2015, ma ancora non è arrivato in porto. In Senato sono otto mesi che il testo è bloccato in Commissione,
dopo aver ottenuto l ' ok della Camera. Doveva approdare in aula la scorsa settimana ma ci arriverà (forse)
solo oggi. I continui rinvii sono in parte riconducibili al calendario del Senato; in parte alle fibrillazioni di una
parte dei senatori che non vorrebbero procedere con la fiducia sul maxi-emendamento ma intervenire su
alcuni temi. GRANDI NUMERI. Dopo un lavoro infinito di modifiche, approfondimenti, taglia e cuci il testo
porta con sé 1.200 giorni di discussioni e di liti, un centinaio di articoli, una trentina di settori coinvolti (quelli
corporativi), 140 audizioni e 750 emendamenti, che il governo vuole cassare con la fiducia. n
Foto: Il genitore Il padre delle lenzuolate, Pier Luigi Bersani, critico sulla nuova norma. Sotto, Carlo Calenda
Ansa/ LaPresse Il provvedimento nato a favore dei consumatori è rimasto fermo in Parlamento due anni e
si è sbloccato ora che contiene una lista di aiuti a grandi gruppi: dalla fine dei prezzi calmierati sull ' ener
gia che aumenterà i costi per milioni di famiglie alla riduzione dei vincoli per vendere all ' estero i nostri
capolavori. Tra i beneficiari la Sorgenia del renziano Chicco Testa A PAG. 4 - 5
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Dagli sconti fasulli sull ' rc auto ai farmaci La svolta mancata della legge
mille lobby
Gli intoccabili Parafarmacie (e clienti) aspettano invano di poter vendere medicinali da banco
» PATRIZIA DE RUBERTIS
Qualcosa è slittato, diventato oggetto di un ' altra delega, cancellato o addirittura va contro lo spirito della
legge " . Il paradosso del ddl concorrenza per l ' Istituto Bruni Leoni è chiaro: " Rischia di introdurre elementi
anticoncorr enzial i " . Parcheggiato in Senato da 8 mesi, e dopo due anni dall ' uscita di Palazzo Chigi, non
rappresenta più quel disegno di legge, frutto delle segnalazioni dell ' A n t itrust, che dovrebbero produrre
importanti ricadute economiche sui consumatori. E come ha ironizzato il ministro dello Sviluppo Economico,
Carlo Calenda, grande sostenitore delle liberalizzazioni, " più che una legge annuale sta diventando un
piano quinquennale " . " Una vicenda che rasenta il ridicolo " , dice il relatore Salvatore Tomaselli. E il
riferimento va alle ostilità dei partiti e delle lobby, che ora potrebbero opporsi al voto di fiducia sul testo.
Negli ultimi giorni si è, infatti, discusso sull ' i nserimento della n o r m a a nti-scorreria e del salva Flixbus.
La prima riguarda le scalate finanziarie (si legga Vivendi-Mediaset) e fissa obblighi di trasparenza quando
la partecipazione in una società quotata supera il 5% (o il 10%). L ' a ltra norma dovrebbe cancellare il
blocco per i bus low cost di Flixbus, previsto dal Milleproroghe. E che limita la possibilità di operare su tratte
i nt er re gi on al i solo alle società che si occupano p ri nc i pa l me nt e d i t r a s p o r t o . Non, quindi, alla
piattaforma tedesca che trasporta ogni anno 3,5 milioni di fuori sede visto che si appoggia a piccole società
italiane. SE LE NOVITÀ sull ' energia sono tra le più discusse (dal 1° luglio 2018 verrà abolito il regime di
maggior tutela per l ' elet tricità), il capitolo farmacie è il più corposo. Il ddl concorrenza prevede che
possano essere di proprietà anche di società di capitale, sebbene con un limite del 15%-20% delle farmacie
regionali esistenti, ma i cui soci potranno anche non essere farmacisti abilitati. In pratica, " viene premiata
solo la logica del profitto, con la spinta a un oligopolio che metterebbe fuori mercato il singolo farmac is ta "
, accusa la federazione delle parafarmacie (Fnpi). Poi c ' è la questione dei farmaci di fascia C con obbligo
di ricetta (servono a curare mal di denti e dolori muscolari) che possono essere venduti solo in farmacia.
Medicinali talmente diffusi che ogni anno fanno spendere agli italiani 3 miliardi di euro. Ma, anche se dal
2012 il decreto Cresci Italia ha concesso alle farmacie la possibilità di praticare sconti su questi farmaci,
poche lo fanno. E le parafarmacie stanno alla finestra sperando che nel ddl concorrenza venga inserita la
possibilità di vendita a tutti. COSÌ COME il provvedimento potrebbe essere il veicolo per l ' introduzione di
un registro sulle concessioni balneari auspicato dal ministro Calenda. In Italia non esista un dato su quanto
le singole 25mila concessioni paghino allo Stato. Complessivamente sono 104 milioni di euro, ma la media
del pollo di Trulissa non è un principio di equità. E intanto il rischio è che sdraio e ombrellone continuino a
restare care per i bagnanti. Sul fronte delle assicurazioni, sono due le principali novità: gli sconti sull ' Rc
auto agli automobilisti virtuosi nelle province con il tasso di sinistri più elevato e gli sconti per chi installa la
scatola nera (le frodi assicurative costano 12 miliardi l ' anno). Ma secondo i Consumatori, gli sconti sono
positivi solo per gli automobilisti virtuosi del Sud e l ' obbligato rietà della scatola nera potrebbe vanificare
qualsiasi riduzione delle tariffe. Inoltre, denunciano, " gli elevati costi di installazione, manutenzione e
gestione potrebbero ricadere sugli automobilisti attraverso incrementi occulti " . Chi, invece, dovrebbe
bramare per l ' approvazione del ddl concorrenza è il tartassato dal telemarketing. Nel testo è prevista una
modifica del Registro delle opposizioni che dovrebbe finalmente tutelare dalle chiamate indesiderate.
Da banco Attesa la libera l i z z a z ione dei farmaci di fascia C, le lobby dei farmacisti resistono Ansa
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LENZUOLATE Vorrei, ma non posso Attesa la norma per i bus low cost e per la tutela Mediaset
04/04/2017
Pag. 1
diffusione:25000
GIULIANO FERRARA
The Donald si può trattare come spesso si fa qui, con intollerante sarcasmo per il cumulo abissale di
pericolosi e infantili narcisismi che ha portato alla Casa Bianca. Oppure come ha fatto intervistandolo il
Financial Times, con diplomazia e sottile ironia. Se dice che il deficit commerciale americano è di 800
miliardi, il giornale ricorda che le cifre parlano incontrovertibilmente di 500 miliardi di dollari. Se fa il bravo
con loro, ricordano al lettore che spesso il tipo cerca di sedurti e altrettanto spesso di intimidirti. Definiscono
il suo stile di comando via Twitter e Facebook, dopo aver riconosciuto che il suo talento è paragonabile a
quello di Roosevelt con la radio e di Kennedy e Reagan con la televisione (ha 101 milioni di followers
combinati sulle due piattaforme), "profondamente destabilizzante all'interno e all'estero". Valutano con
allarmato equilibrio le sue accuse incendiarie e false e i suoi peccadillos, suoi e del suo team, quelli
scoperti e quelli ancora coperti. I suoi 100 giorni saranno marcati "dall'assenza di qualunque effettivo e
importante successo" di governo, a meno, dicono che non riesca a salvare la riforma ora insabbiata della
Sanità, magari, come accenna lui stesso, passando dalla trincea impossibile del Partito repubblicano, dove
è stato umiliato, al deal con i democratici. Tutto è esaminato in rassegna con benevolente ostentazione di
buone intenzioni da parte di Lionel Barber e dei suoi, ma non c'è settore (Corea del nord e sicurezza
internazionale, alleanze storiche, Messico, rapporti con Putin, economia e detassazione) in cui alla sua
retorica ribalda vengano fatti sconti. E per concludere, siccome oltre che a Andrew Jackson il populista
Trump si compiace di assomigliare a Teddy Roosevelt, quello dei primi del Novecento, il naturalista, il genio
dell'Antitrust, gli ricordano che, certo, il grande Theodore Rex diceva che bisogna portare con sé un
bastone per ottenere qualcosa nei deal, ma è bene "to speak softly", parlare a voce bassa. Ci sarà sempre
un problema di registro nel racconto di Trump presidente. In lui c'è qualcosa di ignobile, di refrattario alla
comune sensibilità delle persone che hanno la testa sulle spalle, ma anche un piccolo nucleo promettente,
quello legato al pragmatismo newyorchese dell'uomo d'affari, dello spregiudicato che ha attraversato a
tradimento molte posizioni culturali e politiche per pura autopromozione, si è realizzato nello showbiz più
autocentrato, e ha fatto la campagna e la transizione più sporcificante della storia americana, però alla fine
si ritrova nella posizione oggettivamente liberatoria di essere divenuto Re nel paese dei fantocci
politicamente corretti. E' circon dato malissimo, ma nelle posizioni importanti dell'Amministrazione è
arrivata, per suo merito e spirito di compromesso, gente seria e responsabile: uscito quel dissennato di
Michael Flynn dal bouquet, e vedremo a che gran finale condurrà la sua testimonianza giurata sul
Putingate, si può stare un po' più tranquilli. Oltre tutto c'è l'eterogenesi dei fini. L'ec cezionalismo
americano, al quale Trump e il suo Steve Bannon, quello che vuole "decostruire lo stato", sembrano a tratti
volersi sottrarre, è una forma di universalismo non giacobino, è connaturale a quel paese e alla sua storia,
è nelle vene dell'America, è difficile che scompaia per un mandato popolare incidentale. Ora il presidente
vedrà Xi Jinping tra le buche dorate del suo campo di golf a Mar-a-Lago, e nonostante tutto il suo bullismo,
come si sta già vedendo a proposito dell'accordo commerciale Nafta e di tante altre cose, alla fine la logica
delle alleanze e dell'economia mondializzata farà la sua parte. La leggenda incandescente del
trasferimento a Gerusalemme dell'ambasciata americana, come volevasi dimostrare, è già parzialmente in
archivio, e la speranza è che anche le rogne addossate di malagrazia all'Europa e alla Nato configurino,
per via di risposta, una ripresa di dignità e unità politica del nostro ambiente istituzionale dell'Unione, che
per intanto ha riacquisito il diritto a essere lodata e rispettata da Trump in persona.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Trattato con puntualità ironica dal Financial Times, e malmenato da
qualche evento, Trump ridiventa un'ipotesi utile
04/04/2017
Pag. 11
diffusione:75756
tiratura:102414
E' in manette il rapinatore della farmacia
A TRE MESI dalla rapina alla farmacia del Pellegrino di via Faentina (alle 19 del 22 dicembre), la Mobile
diretta da Giacinto Profazio ritiene di aver individuato l'autore dell'assalto. E' dello stesso avviso il giudice
Maria Dolores Limongi, che ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare contro Mirko Ricci, 37 anni. Gli
investigatori sono risaliti a lui, indagato anche per ricettazione, grazie alle immagini delle telecamere di
sorveglianza della farmacia. Dopo aver subito numerosi assalti, la proprietaria aveva regolato l'ingresso
facendo installare campanello e porta a vetri apribile solo dall'interno. Particolare sul quale, unitamente ad
altri, si è concentratata l'attenzione della polizia. Il filmato evidenzia il rapinatore che scardina a mani nude
la porta, scavalca il bancone e minaccia - ma senza fare uso di armi - la titolare («Apri la cassa e non ti
faccio niente») per poi farsi dare l'incasso, un migliaio di euro. I particolari degli abiti usati per il colpo - un
determinato casco, scarpe vistose, jeans col risvolto - sequestrati nel corso di una perquisizione in casa di
Ricci, lo hanno messo nei guai. Accertato poi che il 37enne aveva uno scooter rubato, un Kimko, anche
questo simile a quello usato dal rapinatore. Molto duri alcuni rilievi contenuti nell'ordine di arresto, relativi
alla personalità dell'indagato: si parla di «inquietante spregiudicatezza criminale» testimoniata anche dal
fatto di aver messo a segno la rapina in una farmacia a poche centinaia di metri da casa sua «senza
temere di essere riconosciuto» e agendo con «elevato senso di sicurezza e una non comune sfrontatezza».
g.sp.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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SQUADRA MOBILE
04/04/2017
Pag. 7
Il Giornale d'Italia
Farmacap: esplode la polemica
L'accusa: "Preparava la vendita dell'azienda delle farmacie comunali". "Ho mandato via i ladri e il M5S...",
ha replicato
Il licenziamento di Simona Laing, direttore generale dell'azienda comunale delle farmacie capitoline, è
diventato un vero e proprio caso politico. La decisione era arrivata sabato scorso attraverso Angelo
Stefanori, il commissario straordinario Farmacap del sindaco Virginia Raggi, che ha di fatto liquidato la
manager incaricata dall'ex sindaco Ignazio Marino, che aveva l'obiettivo di risanare la situazione economica
dell'azienda che accumulava perdite su perdite. Un atto, secondo Stefanori, "per giusta causa e per il venir
meno del rapporto di fiducia". Se da un lato l'ex dg ha sostenuto che ha reso Farmacap più efficiente
aprendo 3 farmacie h24, dall'altro il nuovo amministratore l'ha accusata di aver presentato un bilancio non
rispondente alla realtà: "Preparava la vendita dell'azienda delle farmacie comunali". Ma la replica non si è
fatta attendere: "Tutto falso, davo noia perché ho licenziato chi rubava". "Sono state riscontrate diverse
anomalie e una gestione complessivamente non ottimale. Avevamo il dovere di riportare il pieno rispetto
della legge in un'azienda il cui primo compito è di erogare servizi ai cittadini", ha spiegato Stefanori. Per il
commissario "la principale anomalia riguarda la gestione dell'acquisto dei farmaci: la legge sugli appalti
impone una programmazione dell'approvvigionamento mentre l'ex dg ha predisposto una sola gara relativa
a una fornitura da 9,5 milioni euro, seguita da una gara più piccola, aggiudicata ad altro soggetto, da 5
milioni. In realtà abbiamo comprato farmaci per 16 milioni solo dal vincitore della prima gara e quindi, per la
differenza, si tratta di acquisti che oggettivamente favoriscono quel primo fornitore, chiudendo il mercato ad
altri competitor che avrebbero potuto offrire sconti maggiori". Ma non è tutto: "Sono state avallate
operazioni con cui, attraverso un uso improprio del magazzino centrale Farmacap, si rastrellavano farmaci
contingentati e rari, anche antitumorali, che venivano venduti a una società commerciale di Napoli:
quest'ultima provvedeva alla loro esportazione all'estero privando le farmacie comunali, e quindi i cittadini
romani, dei farmaci stessi". Dal canto suo, la manager ha ricostruito la sua azione di risanamento delle 45
farmacie comunali. "La differenza? Non sono di Roma, non sono 'comprabile ' . Volevo vincere la sfida. E
c'ero quasi riuscita. La verità è che davo noia ai ladri", è la posizione di Laing in un'intervista a Repubblica,
in cui ha annunciato che impugnerà il licenziamento e chiederà i danni d'immagine. "Il commissario
Stefanori non è mai stato interessato entrare in sintonia con me. In due mesi mi ha inviato 2 lettere di
contestazioni disciplinari e 50 note. La situazione degenera col licenziamento di 4 dipendenti sorpresi a
rubare farmaci. C'è un'inchiesta della procura, ci sono le telecamere che riprendono i furti. Bisognava dare
un segnale e io l'ho fatto: come fai a non licenziare chi ruba 220 volte in un mese?", ha sostenuto l'ex dg,
che non ha risparmiato qualche critica ai 5 Stelle: "Non erano quelli che se c'era qualcosa di strano bisogna
rivolgersi immediatamente alla procura?". Ma non è finita qui. La Laing ha fornito la sua chiave di lettura
sullo stanziamento, da parte del Campidoglio, di 10 milioni per coprire la crisi di liquidità di Farmacap.
"L'azienda non ha bisogno di quei soldi, perché quel debito lo si può risanare tenendo i bilanci in utile, come
stavo facendo io. La verità è che invece di stanziare quei soldi per la povera gente si prevede già che la
gestione di Stefanori porti ad avere delle perdite. Così l'azienda - ha concluso - tornerà a essere una mucca
da mungere".
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL COMMISSARIO VOLUTO DALLA RAGGI LICENZIA IL DIRETTORE GENERALE DELL'AZIENDA
04/04/2017
Pag. 1 N.12 - 4 aprile 2017
tiratura:40000
Arrivano le istruzioni del ministero della Salute per l'import «fai da te» di farmaci innovativi (e spesso
costosi in Italia) destinati a uso personale, con la prescrizione del medico curante. Pratica concessa in
deroga, nel caso in cui le specialità medicinali siano registrate solo all'estero, quando un farmaco
autorizzato in Italia è distribuito all'estero con un dosaggio diverso di principio attivo o diverse modalità di
assunzione o quando l'accesso al medicinale, pur disponibile in Italia, non risulti possibile per il paziente «in
quanto lo stesso paziente non rientra nei criteri di eleggibilità al trattamento per l'erogazione del medicinale
a carico del Servizio sanitario nazionale ovvero la sua eccessiva onerosità». Sono queste alcune delle
novità contenute nella circolare sulle «Istruzioni operative in merito all'applicazione del dm 11 febbraio 1997
relativo alle modalità di importazione di specialità medicinali registrate all'estero». Una globalizzazione di
fatto del farmaco innovativo che già si verifica nella realtà, come in alcuni casi di pazienti affetti da Epatite
C, esclusi dai criteri di ammissibilità dell'Aifa, che hanno fatto shopping in India. Spesso affrontando una
vera e propria corsa a ostacoli. Tanto che con un'ordinanza dello scorso settembre il Tribunale di Roma
aveva accolto il ricorso presentato contro un provvedimento di sequestro effettuato dalla Dogana di
Ciampino di medicinali anti Epatite C acquistati da un paziente in India (dove costano molto meno). Ora con
queste istruzioni per l'uso si mette ordine nella casistica delle deroghe e si predispone anche un modulo
per la richiesta di importazione che il medico curante deve compilare e inviare al ministero della Salute.
«Nelle ultime settimane - spiega Lorenzin - abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente
importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in Dogana, anche se si
trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La Dogana
bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente. Con la mia
circolare questo è stato chiarito. Ma soprattutto si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa
terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a
tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'Epatite C e gli altri farmaci innovativi.
Pertanto, abbiamo rimosso un odioso ostacolo burocratico sulla via della libertà ed effettività delle cure». Il
provvedimento dunque è stato firmato dalla ministra per offrire regole certe agli uffici periferici di sanità
marittima aerea e di frontiera e ai servizi territoriali di assistenza sanitaria al personale navigante e
aeronavigante. Ma anche per dare istruzioni precise ai medici e garanzie ai pazienti. L'importazione deve
essere in ogni caso giustificata «da oggettive ragioni di eccezionalità» e «in mancanza di una valida
alternativa terapeutica». Tra i casi autorizzati anche i medicinali registrati in Paesi esteri che vengono
personalmente portati dal viaggiatore al momento dell'ingresso nel territorio nazionale «purché destinati a
uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni». Il tutto si può applicare nel
rigoroso rispetto del dm 11 febbraio 1997 «a partire dall'assunzione di responsabilità da parte del medico
curante che ritiene di sottoporre il proprio paziente a quel determinato trattamento terapeutico». E fermo
restando quanto previsto dall'articolo 5 ossia che «L'onere della spesa per l'acquisto dei medicinali di cui
all'art.1 non deve essere imputato ai fondi attribuiti dallo Stato alle regioni e provincie autonome per
l'assistenza farmaceutica». Insomma il cittadino che importa il farmaco sotto prescrizione medica se lo
paga di tasca propria, ma almeno non dovrà subire anche la beffa di un disco rosso della burocrazia.
Rosanna Magnano © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaci Aifa a Vella, epatite C, ispezioni Ue,
innovativi, vigilanza interna: tutte le novità
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Farmaci Aifa a Vella, epatite C, ispezioni Ue, innovativi, vigilanza interna:
tutte le novità
04/04/2017
Pag. 3 N.12 - 4 aprile 2017
tiratura:40000
Tutte le leggi che vorremmo
I 20 cassetti da svuotare tra Albi, professioni, farmaci , ambiente e diritti
r.tu.
Il buon ambiente e il clima sano. Le professioni che cercano gloria d'Albo e gli Ordini che vogliono farsi il
lifting. I trial clinici e i farmaci a buon prezzo per cani e gatti. La voglia di spuntare le unghie agli abusivi e la
tutela di bimbi, anziani e disabili negli asili e nelle Rsa. I cosmetici non inquinanti e lo stop ai fondi alle
imprese che producono mine antiuomo o anche peggio. La codificazione del delitto di tortura e il diritto al
biotestamento. La spinta alla medicina dolce e una fecondazione assistita saggia e democratica. I registri
tumori e la legalizzazione della cannabis. I vecchi ristori agli ex specializzandi e le terapie intensive. E
quella concorrenza che lacera il mondo di farmacie, parafarmacie e catene che osservano non esattamente
con distacco... Sgomitano, frenano, riposano nei cassetti, ci provano ancora, accelerano adagio o magari si
rilanciano. Abbiamo provato a elencarle e a contarle, con un risultato non certo esaustivo, ci mancherebbe.
Abbiamo (che ambizione!) provato a contare le nostre leggi, quelle che vorremmo. Ne abbiamo elencate
una ventina, che ci piacerebbe davvero uscissero dai cassetti delle commissioni parlamentari nei quali
riposano. A volte da sempre, altre da tempo dopo esserne brevemente emerse, altre ancora tra stop-andgo di dubbia interpretazione. Sempre alle prese con veti incrociati di partiti e lobby, dove anche una virgola
può cambiare il senso di una legge e cambiare radicalmente prospettive e aspettative delle categorie. E
naturalmente di tutti noi, direttamente interessati come destinatari finali di commi e articoli. Perché il senso
di una legge è anche lì - o soprattutto lì? non solo rispetto alle pur legittime aspettative delle categorie e
degli interessi di parte. «Le leggi che vorremmo», appunto. Quelle che ci piacerebbero. Chiamatelo
endorsement, se vi pare. Ma sarà strada spianata? E quanto, e come, e fino a che punto lo sarà per le
chance di questo pugno di provvedimenti più o meno in cammino tra Camera e Senato di scrivere il loro
nome e relativo numero sulle pagine della Gazzetta Ufficiale? Dubitare, numeri alla mano, non è dar prova
di bastian contrario a tutti i costi. Pur ammettendo e sottolineando ancora che di fatto, come scriviamo a
pagina 4, la XVII Legislatura ha già dato buone prove di media buona legislazione in fatto di sanità. Come,
ricordiamolo, non accadeva da non pochi Parlamenti a questa parte, a partire dalla sciagurata riforma del
titolo V del 2011, che ha prodotto un impantanamento complessivo della legislazione nazionale finita al
sacco di ripetute sentenze cioé di stop - della Corte costituzionale in punta di competenze nazionali o
regionali. Saranno i giorni che ha ancora davanti il Parlamento a fare la differenza. Dunque: ammettendo ipotesi che al momento appare una certezza che si andrà al voto per le politiche a febbraio del 2018, i lavori
delle Camere finiranno in pratica per Natale. Come dire che abbiamo davanti ancora 9 mesi di lavori
parlamentari. Ovvero 270 giorni. Ma attenzione: considerato che le aule (ma anche le commissioni)
lavorano in genere dal martedì al giovedì (mezza giornata di solito) e che di mezzo ci saranno diverse
pause, le cose e i numeri cambiano e si riducono. Perché vanno considerati, nell'ordine: il cammino a
rilento per le primarie del Pd, la pausa per le amministrative di giugno, le ferie d'agosto, il tempo e lo spazio
che porteranno via la riforma elettorale, le sessioni di bilancio che fermeranno per un mese la legislazione
ordinaria prima alla Camera e poi al Senato, qualche ricorrenza festiva. Ad abbondare, il Parlamento
repubblicano n. 17 lavorerà ancora per 120 giorni, uno più, uno meno. Con i voti di fiducia che a loro volta
renderanno più risicati i già risicati giorni di lavoro di deputati e senatori. Pochi o magari abbastanza?
Questione di volontà politica, è chiaro. Ma certo non c'è da star sereni. Perché è chiaro che qualcosa
s'impantanerà e il pericolo di perdere occasioni per fare buone leggi. È una realtà. Del resto, i 1.100 e
passa giorni di navigazione fin qui del cosiddetto "omnibus Lorenzin" sono un'avvisaglia. Tra l'altro, arriverà
in aula a Montecitorio soltanto a giugno, poi trasborderà nuovamente al Senato. E che dire della legge sulla
concorrenza collegata alla manovra 2015 ancora preda di guerra non semplicemente intestina tra partiti e
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PARLAMENTO/ Le Camere hanno ancora 9 mesi ma appena 120 giorni di lavori veri
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lobby? Vedremo se farà una puntatina in aula al Senato questa settimana... Dubbi per tutti. Dubbi per tutto.
Molte speranze, poche certezze. Anche per le leggi che fanno salute di per sé, quelle legate all'ambiente:
ma qui la rete di protezione ha poche forti lobby esterne. Ma finché c'è vita. ( r.tu. ) Provvedimento, n. atto e
relatore Donazione del corpo post mortem a fini di studio e ricerca scientifica (S 1534) - Romano (Aut)
Disciplina dell'agopuntura e della medicina "dolce" (S 225) - Laniece (Aut) Misure sanitarie omnibus (Ddl
Lorenzin) (C 3868) Marazziti (Ds) Esercizio abusivo delle professioni sanitarie (C 2281) Pagano (Ncd)
Norme in materia di fecondazione assistita (S 1608) Mattesini (Pd) Istituzione e disciplina del registro
nazionale e regionale dei tumori (C 3115) - Baroni (M5S) Consenso informato e dichiarazione anticipata di
volontà nei trattamenti sanitari (C 1142) - Lenzi (Pd) Professioni di educatore professionale
sociopedagogico, educatore professionale sociosanitario e pedagogista (S 2443) - Puglisi (Pd)
Legalizzazione della cannabis (C 971) - Miotto (Pd) e Farina (Si) Legge annuale per il mercato e la
concorrenza (collegato alla manovra 2015) (S 2085) - Marino (Ap) e Tomaselli (Pd) I provvedimenti in
sospeso Stato dell'iter Approvato dalla Camera. All'esame della commissione Igiene e sanità del Senato
All'esame della commissione Igiene e sanità del Senato Approvato dal Senato. All'esame della
commissione Affari sociali della Camera in seconda lettura Approvato dal Senato. Le commissioni riunite
Giustizia e Affari sociali della Camera ne hanno concluso l'esame All'esame della commissione Igiene e
sanità del Senato All'esame della commissione Affari sociali della Camera All'esame dell'assemblea della
Camera Approvato dalla Camera. All'esame della commissione Istruzione del Senato All'esame delle
commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera Approvato dalla Camera. La commissione Industria del
Senato ne ha concluso l'esame Provvedimento, n. atto e relatore Prevenzione e contrasto del
cyberbullismo (C 3139 B) - Beni (Pd) Realizzazione di reparti di terapia intensiva aperta (C 141) - Fossati
(Pd) Uso di medicinali in deroga per gli animali d'affezione (S 499) - Silvestro (Pd) Introduzione del delitto di
tortura (S 10 B) - Buemi (Aut) Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine
antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (C 4096) Videosorveglianza negli asili nodo, nelle
scuole dell'infanzia e nelle strutture sociosanitarie per anziani e disabili (S 2574) Certificazione ecologica
dei prodotti cosmetici (C 106) - Pelino (Fi) Testo unico della normativa in materia di amianto (S 2602) Fabbri (Pd) e altri Borse di studio per gli specializzandi (S 2400) - Martini (Pd) Tutela, governo e gestione
pubblica delle acque (S 2343) - Morgoni (Pd) Stato dell'iter Approvato dal Senato. All'esame in terza lettura
delle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera All'esame della commissione Affari sociali
della Camera all'esame della commissione Igiene e Sanità del Senato in sede referente Approvato dalla
Camera. All'esame dell'assemblea del Senato in terza lettura Approvato dal Senato Approvato dalla
Camera. Assegnato alla commissione Lavoro del Senato Approvato dalla Camera. All'esame delle
commissioni Industrtia e Ambiente del Senato Presentato al Senato. Assegnato (non ancora iniziato
l'esame) All'esame della Commissione Istruzione del Senato in sede referente Approvato dalla Camera.
All'esame della commissione Territorio del Senato
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Epatite C e innovativi, istruzioni per l'import
Rosanna Magnano
Arrivano le istruzioni del ministero della Salute per l'import «fai da te» di farmaci innovativi (e spesso
costosi in Italia) destinati a uso personale, con la prescrizione del medico curante. Pratica concessa in
deroga, nel caso in cui le specialità medicinali siano registrate solo all'estero, quando un farmaco
autorizzato in Italia è distribuito all'estero con un dosaggio diverso di principio attivo o diverse modalità di
assunzione o quando l'accesso al medicinale, pur disponibile in Italia, non risulti possibile per il paziente «in
quanto lo stesso paziente non rientra nei criteri di eleggibilità al trattamento per l'erogazione del medicinale
a carico del Servizio sanitario nazionale ovvero la sua eccessiva onerosità». Sono queste alcune delle
novità contenute nella circolare sulle «Istruzioni operative in merito all'applicazione del dm 11 febbraio 1997
relativo alle modalità di importazione di specialità medicinali registrate all'estero». Una globalizzazione di
fatto del farmaco innovativo che già si verifica nella realtà, come in alcuni casi di pazienti affetti da Epatite
C, esclusi dai criteri di ammissibilità dell'Aifa, che hanno fatto shopping in India. Spesso affrontando una
vera e propria corsa a ostacoli. Tanto che con un'ordinanza dello scorso settembre il Tribunale di Roma
aveva accolto il ricorso presentato contro un provvedimento di sequestro effettuato dalla Dogana di
Ciampino di medicinali anti Epatite C acquistati da un paziente in India (dove costano molto meno). Ora con
queste istruzioni per l'uso si mette ordine nella casistica delle deroghe e si predispone anche un modulo
per la richiesta di importazione che il medico curante deve compilare e inviare al ministero della Salute.
«Nelle ultime settimane - spiega Lorenzin - abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente
importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in Dogana, anche se si
trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La Dogana
bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente. Con la mia
circolare questo è stato chiarito. Ma soprattutto si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa
terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a
tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'Epatite C e gli altri farmaci innovativi.
Pertanto, abbiamo rimosso un odioso ostacolo burocratico sulla via della libertà ed effettività delle cure». Il
provvedimento dunque è stato firmato dalla ministra per offrire regole certe agli uffici periferici di sanità
marittima aerea e di frontiera e ai servizi territoriali di assistenza sanitaria al personale navigante e
aeronavigante. Ma anche per dare istruzioni precise ai medici e garanzie ai pazienti. L'importazione deve
essere in ogni caso giustificata «da oggettive ragioni di eccezionalità» e «in mancanza di una valida
alternativa terapeutica». Tra i casi autorizzati anche i medicinali registrati in Paesi esteri che vengono
personalmente portati dal viaggiatore al momento dell'ingresso nel territorio nazionale «purché destinati a
uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni». Il tutto si può applicare nel
rigoroso rispetto del dm 11 febbraio 1997 «a partire dall'assunzione di responsabilità da parte del medico
curante che ritiene di sottoporre il proprio paziente a quel determinato trattamento terapeutico». E fermo
restando quanto previsto dall'articolo 5 ossia che «L'onere della spesa per l'acquisto dei medicinali di cui
all'art.1 non deve essere imputato ai fondi attribuiti dallo Stato alle regioni e provincie autonome per
l'assistenza farmaceutica». Insomma il cittadino che importa il farmaco sotto prescrizione medica se lo
paga di tasca propria, ma almeno non dovrà subire anche la beffa di un disco rosso della burocrazia. ©
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CIRCOLARE DEL MINISTERO SULL'USO PERSONALE
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Obiettivo farmacovigilanza
Convenzioni con le Regioni: priorità a reazioni avverse e formazione
Ro. M.
Dopo un primo assenso tecnico della Commissione Salute è all'esame della Conferenza Stato Regioni il
testo definitivo dell'Accordo sulle linee di indirizzo per l'utilizzo dei fondi regionali per la farmacovigilanza
attiva attraverso la stipula di convenzioni tra l'Aifa e le singole regioni e le modalità di erogazione dei fondi
per gli anni 2012 (10,5 mln), 2013 (9,5 mln) e 2014 (10,5 mln). A ciascuna regione saranno destinati 50mila
euro per ciascun anno. Il fondo residuo verrà distribuito su base capitaria tra le diverse regioni: una prima
tranche del 40 per cento sarà destinata ai Centri regionali di farmacovigilanza. Una quota del 30 per cento
del fondo residuo sarà destinata ai piani di attività e ai progetti regionali. Un'ultima tranche, sempre del 30
per cento, sarà destinata ai progetti a valenza nazionale o multiregionale, con una regione capofila. Le aree
di interesse per la presentazione dei progetti spaziano dall'istituzione e rafforzamento dei Centri regionali di
farmacovigilanza - che garantiscono la corretta codifica e il controllo di qualità delle segnalazioni e il
coordinamento delle attività a livello regionale - allo studio delle reazioni avverse ai farmaci (Adr). In questo
ambito è previsto lo svolgimento di studi di farmacovogilanza attiva ad hoc per approfondire problemi di
sicurezza derivanti dall'uso di farmaci. Tra gli obiettivi dei progetti: valutare le associazioni tra farmaci e
l'insorgenza di specifiche reazioni avverse, caratterizzare l'incidenza di specifiche reazioni avverse, valutare
l'impatto delle interazioni tra farmaci in particolari setting di pazienti, realizzare sorveglianze attive su
specifici gruppi di pazienti o su specifiche categorie di farmaci. Attenzione alta anche sul capitolo
formazione e informazione. I progetti promossi in questo ambito avranno lo scopo di favorire l'integrazione
fra le diverse iniziative a livello regionale e centrale e supportare nuove iniziative in regioni con minore
esperienza. Quindi spazio a piani formativi indirizzati agli operatori sanitari e ai cittadini con l'obiettivo di
sensibilizzare questi ultimi sull'importanza delle segnalazioni spontanee e contribuire in questo modo a
migliorare la qualità dei dati inviati attraverso le segnalazioni e quindi all'individuazione di eventuali
problematiche. Un quarto filone di progetti riguarda la valutazione dell'uso di farmaci e degli effetti delle
terapie farmacologiche nella pratica clinica usuale, sia in ambito territoriale che ospedaliero. Le proposte
dovranno riguardare sia studi di «drug utilization» che studi di «outcome research» a partire dai dati «real
world». Fari puntati soprattutto sull'aderenza d'uso dei farmaci alle indicazioni approvate e alle
raccomandazioni, con particolare attenzione alle interazioni tra farmaci e alle controindicazioni riferite a
specifiche popolazioni di pazienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Sotto la lente gli impatti su determinati setting di pazienti
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STATO REGIONI/ Pronte le linee guida sull'utilizzo dei fondi per le iniziative regionali
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Pag. 4 N.12 - 4 aprile 2017
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Stefano Vella presidente dell' Aifa
Red. San.
Stefano Vella è il nuovo presidente dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. La nomina è stata ratificata
giovedì scorso in Conferenza Stato-Regioni ed è stata ufficializzata con una lettera dalla ministra della
Salute Beatrice Lorenzin . Si scioglie così l'interrogativo dopo il testa a testa tra Remuzzi e Gaudio, fonte di
polemiche nelle ultime due settimane. Vella, 65 anni a giugno, va a occupare la poltrona prima occupata
dall'attuale dg Mario Melazzini . È direttore del Centro per la Salute Globale dell'Isituto superiore di sanità.
«Desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin - è stata la
sua prima dichiarazione per avere indicato il mio nome, e a tutti i rappresentanti della Conferenza Stato
Regioni che con il loro apprezzamento hanno condiviso la scelta che mi porta oggi alla presidenza dell'
Agenzia Italiana del Farmaco. Chi mi conosce sa che ho dedicato tutto il mio impegno professionale alla
ricerca e alla sanità pubblica. Considero questo incarico un grande onore e farò di tutto per averlo meritato
quando sarà tempo di bilanci. Da domani affiancherò con la massima dedizione possibile il Direttore
Generale Mario Melazzin i, i nuovi colleghi del Consiglio di Aministrazione e il personale dell'Agenzia, tutti
insieme impegnati per mantenere equo e sostenibile il nostro grande Sistema Sanitario Nazionale». Un
nome che secondo i dg Aifa Melazzini «Rafforza l'agenzia, le conferisce il valore aggiunto di un grande
scienziato, apprezzato a livello internazionale per i suoi studi e per il suo impegno». Plauso anche da
Farmindustria: «Ha grandi competenze e farà un gran lavoro», ha detto il presidente Massimo
Scaccabarozzi . «Il Ministro della Salute riesce sempre a stupirci» e con Stefano Vella alla presidenza di
Aifa, ha sottolineato il presidente di Farmindustria «ha tirato fuori dal cilindro un nome che ha fatto un po' la
storia della sanità in questi anni, soprattutto nel campo dell 'infettivologia». © RIPRODUZIONE
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Foto: Stefano Vella
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NOMINE
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Fine vita, così si può (già) fare
L'associazione per i malati di Sla ha avviato un servizio di consulenza sulle Dat
DANIELA CATTANEO * E ALESSANDRO FABBRI **
L'esperienza di vivere con una malattia, quale la Sla, che ogni giorno interferisce con la propria autonomia
e il proprio ruolo sociale, non è propria della medicina e del medico, ma del malato. È lui che affronta
questa difficile e dolorosa condizione di vivere. Piuttosto la medicina affronta la malattia cercandone le
cause e i rimedi. La Sla è ancora una malattia inguaribile e a prognosi infausta. La persona malata ha a
disposizione strumenti per poter superare alcune difficoltà che si presentano, quali il deficit respiratorio o
quello alimentare. Queste condizioni necessitano però di azioni sanitarie alle quali il malato può dare il
proprio assenso oppure ritenerle inadeguate. Strumenti come la ventilazione e l'alimentazione assistita,
infatti, non impediscono alla malattia di evolvere e, allo stesso tempo portano il malato alla completa
dipendenza sulle funzioni vitali che includono anche altri aspetti importanti del vivere quotidiano, come la
comunicazione. Cosa può fare dunque il malato per esprimere la sua volontà sui trattamenti a cui sottoporsi
o meno? Cosa possono fare i medici per informare adeguatamente i pazienti sui loro diritti e costruire con
loro un percorso terapeutico che porti a scelte consapevoli, che tengano conto della volontà delle persone,
nel rispetto della legge e della deontologia medica? Per provare a rispondere a queste domande, in Aisla
abbiamo realizzato un documento sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), declinato per le
persone con Sla. Il nostro lavoro, già avviato nel 2014 con la realizzazione del documento di consenso sulle
scelte terapeutiche della persone con Sla, è partito dall'idea che un malato colpito da questa malattia non
può scegliere in un momento di sofferenza fisica e/o psichica, ma deve poter affrontare con il team curante
la sua malattia in modo prospettico, quando i sintomi e la disabilità consentono uno spazio di riflessione
senza ulteriore turbamento. È in questo spazio che il malato esprime il suo contenuto valoriale, e,
confrontandosi con i familiari e il team di cura costruisce il progetto a sostegno della sua dignità. Allo stesso
tempo i medici hanno la necessità di comunicare e accogliere le scelte del paziente quale risultato di un
processo relazionale in cui il malato esprime liberamente i propri dubbi e paure in merito ai mezzi proposti e
disponibili. Con il documento sulle Dat Aisla ha quindi voluto facilitare il processo di dialogo e di definizione
della cura tra i diversi attori sostenendo una comunicazione esaustiva ed equilibrata. Gli operatori sanitari
infatti grazie a questo documento possono affrontare un terreno complesso con maggiore serenità e
supporto. Ma proprio perché lo scopo è di migliorare il processo della scelta, Aisla, all'interno del
documento sulle Dat, ha messo a disposizione anche alcuni modelli di dichiarazioni anticipate che i malati e
i medici possono consultare su aisla.it. Tali modelli non sono semplici moduli da compilare ma punti di
riferimento che possono contribuire alla formulazione delle scelte terapeutiche secondo principi di
deontologia medica, tracciabilità e condivisione, nel totale rispetto delle norme vigenti, affinché si
corrisponda al diritto del consenso informato in ogni fase della malattia. Il documento sulle Dat infatti è stato
elaborato sulla base delle leggi oggi in vigore, prima fra tutte, la Costituzione che nell'articolo 32 afferma
nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Più recentemente va ricordata la
sentenza Corte di cassazione 699/1992 «... la salute non è un bene che possa essere imposto
coattivamente al soggetto interessato dal volere o, peggio, dall'arbitrio altrui, ma deve fondarsi
esclusivamente sulla volontà dell'avente diritto, trattandosi di una scelta che riguarda la qualità della vita e
che pertanto lui e lui solo può legittimamente fare». Altri punti fermi a riguardo si trovano nella Convenzione
di Oviedo del 1997, nella Carta dei diritti fondamentali della Comunità europea e nelle sentenze della Corte
costituzionale (438/2008) e del Giudice dell'udienza preliminare di Roma (23 luglio 2007) per la quale il
rispetto della volontà del paziente è parte integrante della buona pratica clinica e dell'ineccepibile
comportamento professionale, ma soprattutto adempimento di un dovere. È il principio del consenso
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Le leggi attuali consentono ai pazienti di comunicare le proprie volontà sulle cure terminali
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informato alle cure mediche, che aggiunge al diritto alla salute anche il diritto all'autodeterminazione per cui
la volontà del paziente è elemento fondante le scelte terapeutiche. Anche il Codice di Deontologia medica
del 18 maggio 2014 all'articolo 38 prevede le «Dichiarazioni anticipate di trattamento» e afferma che «Il
medico tiene conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e
datata da parte di persona capace e successive a una informazione medica di cui resta traccia
documentale». * medico palliativista Centro di ascolto di Aisla ** avvocato consulente legale di Aisla ©
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Dichiarazioni anticipate di trattamento, le Faq di Aisla 1. Se si redigono le Dat secondo i modelli di
Aisla, si viola qualche legge? No, non si viola nessuna legge. L'articolo 32 della Costituzione recita:
«Nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari se non per disposizione di legge con il divieto di
trattamenti sanitari che contrastino col rispetto della persona umana»; e l'articolo 38 del Codice di
Deontologia medica del 18 maggio 2014 prevede le «Dichiarazioni anticipate di trattamento» e afferma che
«Il medico tiene conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e
datata da parte di persona capace e successive ad una informazione medica di cui resta traccia
documentale. La dichiarazione anticipata di trattamento comprova la libertà e la consapevolezza della
scelta sulle procedure diagnostiche e/o interventi terapeutici che si desidera o non si desidera vengano
attuati...». 2. La persona con Sla è obbligata a redigere le proprie Dat? No, la redazione delle Dat è
facoltativa. 3. Le Dat redatte secondo i modelli Aisla sono valide per tutte le strutture di cura? Sì, sono
valide anche presso strutture di cura diverse o territori diversi da quelli in cui sono state redatte. 4. Una
qualsiasi struttura di cura può utilizzare i documenti di Dat di Aisla? Sì, essendo una dichiarazione del
malato possono essere utilizzati dalle strutture quale traccia su cui costruire un modulo condiviso con la
propria Direzione. 5. Le Dat possono essere revocate? Sì, le Dat possono essere revocate in qualsiasi
momento, qualora esplicita- mente richiesto dalla persona con Sla, purché nel pieno possesso delle facoltà
psichiche e mentali, e senza necessità di redigere un nuovo documento Dat (esempio: la persona che
aveva esplicitato di non volere la ventilazione invasiva e che cambia la propria volontà in una situazione di
emergenza/urgenza, in Pronto soccorso, ecc.) 6. I familiari possono sostituirsi al malato nella scelta dei
trattamenti nel caso in cui non ci fossero Dat? No, il malato è l'unico interlocutore secondo la legislazione
vigente che deve esprimere una scelta per sé in ambito sanitario. I familiari non possono sostituirsi a lui
neanche quando si verificasse un'assenza temporanea di coscienza. Solo nel caso in cui all'ammalato,
fosse stato nominato un amministratore di sostegno nel cui incarico sono espressamente previsti i
trattamenti terapeutici che l'ammalato dichiarata di non volere, allora potrà essere realizzata la volontà del
malato incosciente. 7. Il Codice di Deontologia medica del 18 maggio 2014 all'articolo 38 prevede le
«Dichiarazioni anticipate di trattamento» e afferma che «Il medico tiene conto delle dichiarazioni anticipate
di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e datata da parte di persona capace e successive a
una informazione medica di cui resta traccia documentale. La dichiarazione anticipata di trattamento
comprova la libertà e la consapevolezza della scelta sulle procedure diagnostiche e/o interventi terapeutici
che si desidera o non si desidera vengano attuati...». Cosa significa forma scritta, sottoscritta e datata? Una
dichiarazione è valida se in forma scritta o registrata con modalità non manipolabile. Se fosse in forma
scritta, deve essere sottoscritta dal dichiarante. ma Se la persona non fosse nelle condizioni di scrivere,
potrà avvalersi di un testimone che sottoscrivendo la dichiarazione per suo conto conferma verso terzi la
sua posizione. Il dichiarante comunicherà le sue scelte con mezzi o con gesti inequivocabili, così come con
ausili elettronici o tabella alfanumerica. 8. I documenti emessi da Aisla sono da intendersi come modelli
"rigidi" ai quali non è possibile apportare modifiche? La prima parte del documento: richiamato che: 1)
nell'articolo 32 comma 2 della Costituzione è previsto che «Nessuno può essere sottoposto a trattamenti
sanitari se non per disposizione di legge con il divieto di trattamenti sanitari che contrastino col rispetto
della persona umana»; 2) il trattamento medico è legittimo solo se fondato sul consenso del paziente; 3) è il
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principio del "Consenso Informato" che sancisce che alla base delle scelte terapeutiche deve sempre
esserci la volontà dell'individuo; è una struttura vincolante perché corrisponde alla normativa vigente.
Anche per la parte successiva: consapevole: O O di essere affetto da Sclerosi laterale amiotrofica; che non
ci sono trattamenti specifici per questa malattia in grado di modificare il decorso della malattia; O ecc.
Non possono essere modificati i punti già presenti, in quanto esprimono la consapevolezza del dichiarante
del suo quadro clinico. È però possibile aggiungere ulteriori punti che circostanzino ulteriormente la
situazione clinica. 9. Le Dat hanno un periodo di validità minimo o massimo? No. Le Dat valgono fino a
quando il dichiarante non le ritiene più coerenti alla sua decisione. 10. È possibile modificare in qualsiasi
momento le proprie Dat? Sì, le Dat possono essere sempre modificate dalla persona con Sla. È quindi
auspicabile che vengano riconfermate a cadenza (es. almeno ogni 6 mesi) e comunque a ogni
cambiamento clinico o psicoemotivo. Dovranno essere nuovamente redatte in presenza di un medico, del
fiduciario e di un testimone 11. Cosa si intende per sedazione farmacologica profonda? La sedazione
farmacologica comporta l'assenza di coscienza e si realizza con la somministrazione di farmaci sedativi.
Quando è profonda il malato non risponde agli stimoli esterni: tattili e verbali, e il sonno indotto è molto
profondo. 12. Quale è lo scopo della sedazione farmacologica profonda? La sedazione farmacologica
profonda consente al malato di non avvertire i sintomi gravi che si presentano nelle fasi della malattia in cui
il malato ha scelto di non avere supporti invasivi. 13. Che ruolo ha il fiduciario? Il fiduciario è una persona
che, sottoscrivendo le Dat, si impegna a garantire la volontà espressa dalla persona malata. Laddove
dovessero mutare le condizioni cliniche e la persona malata non fosse più in grado di esprimere pertanto le
proprie volontà, si sostituisce alla persona malata stessa. Questa condizione accade in sedazione
farmacologica profonda. 14. Quale medico può supportare il processo di redazione delle Dat? Il Medico di
medicina generale (Mmg), il Medico palliativista, un qualsiasi Medico specialista (neurologo, pneumologo,
anestesista-rianimatore) che abbia fatto parte o sia parte del percorso di cura del malato. 15. I medici
possono essere sostituiti da altra figura sanitaria quale un assistente sociale o un infermiere o una figura
professionale legale (avvocato, notaio,) nel processo di redazione delle Dat? No, i medici sono coloro che
hanno il compito di comunicare le condizioni cliniche al malato e le diverse proposte terapeutiche per
consentire al malato di scegliere. Sono figure insostituibili nella redazione perché certificano la conoscenza
e la consapevolezza del malato sul suo stato di malattia. Inoltre, poiché il dichiarante deve essere in grado
di comprendere nel tempo e rispetto ai rischi le conseguenze della sua scelta, ai medici è preposta la
verifica di questa condizione. 16. Dove devono essere archiviate le Dat? Le Dat comunicano a terzi le
volontà del malato e quindi devono essere sempre disponibili tra i referti del malato per essere conosciute
dalle diverse figure professionali sociosanitarie che si incontrano.
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La lotta al dolore inutile nelle baby emergenze
FRANCA BENINI *
Il dolore è un sintomo molto frequente in età pediatrica, presente in oltre l'80% dei ricoveri ospedalieri e in
circa il 60% delle valutazioni ambulatoriali. È particolarmente temuto dal bambino, minandone in maniera
importante l'integrità fisica e psichica, e angoscia i suoi familiari, con un notevole impatto sulla qualità di
vita. Accompagna molteplici patologie e situazioni e non ha limiti d'età: è, infatti, ormai certo che anche il
neonato prematuro "sente" e "ricorda" il dolore, e che, a parità di stimolo, lo percepisce in maniera più
intensa e prolungata rispetto alle età successive. Si tratta, inoltre, di un sintomo dannoso: numerosi studi
confermano che, in ambito pediatrico, ha effetti negativi sulla prognosi nel breve e lungo termine in quanto
si allungano i tempi di guarigione, aumentano le complicanze e molteplici sono le sequele a distanza, sia da
un punto di vista fisico che psicologico-emozionale. Infine, è dimostrato che la sofferenza sperimentata
nelle prime età della vita lascia una traccia persistente nel sistema nervoso e contribuisce nel definire il
livello di soglia del dolore da adulti. Queste alcune delle ragioni per cui è necessario valutare e trattare
sempre, in modo adeguato, il dolore dei piccoli pazienti in tutte le situazioni in cui si manifesta. Dal 2009 il
gruppo Piper (Pain in pediatric emergency room), supportato dal contributo incondizionato di Angelini,
opera con l'obiettivo di fare cultura sul dolore pediatrico, affinché la sofferenza dei bambini possa ricevere
un'assistenza sempre più appropriata da parte degli operatori che operano nel setting di cura
dell'emergenza, dalla fase di triage alla dimissione. A tale scopo, nel corso degli anni il network, che oggi
raccoglie l'esperienza di 36 Pronto soccorso pediatrici e non, distribuiti in tutta Italia, è stato promotore di
diverse iniziative, volte a sensibilizzare il personale medico e l'opinione pubblica sull'importanza di
un'adeguata presa in carico del dolore dei bambini che accedono al Pronto Soccorso. Quest'anno il
progetto, grazie al prezioso lavoro precedentemente svolto, si rinnova con un'iniziativa di formazione
dedicata a medici e infermieri dei reparti di emergenza, con l'obiettivo di diffondere tra i professionisti le
raccomandazioni cliniche sul corretto trattamento antalgico in età pediatrica. Tali raccomandazioni sono il
frutto del confronto e della condivisione di esperienze tra le diverse strutture a noi aderenti e la loro
fondamentale linea di indirizzo è che il dolore vada sempre considerato, misurato e trattato. Risale al 2015
un primo set di raccomandazioni incentrate sulla gestione del dolore in fase di triage e procedurale (da
venipuntura, rachicentesi e sutura chirurgica). A queste sono seguite, l'anno successivo, una seconda serie
di best practice relative a situazioni dolorose molto frequenti (come dolore da trauma e addominale) o
particolarmente complesse (quali dolore da anemia falciforme e nel bambino con problemi neurocognitivi).
Ora il gruppo Piper ha deciso di aprire una nuova fase, dedicata alla formazione del personale sanitario che
lavora in un ambiente di emergenza, attraverso un programma didattico strutturato sulla base delle nostre
raccomandazioni e fruibile in base alle esigenze dei singoli centri, per superare le loro criticità. In
particolare, seguendo le modalità del "Train the trainer", ossia della "Formazione a cascata", abbiamo
formato, nel mese di febbraio, un primo gruppo di medici pediatri e infermieri che lavorano in 13 Pronto
soccorso del gruppo Piper, a ciascuno dei quali è stato affidato l'incarico di provvedere, entro la fine
dell'anno, alla formazione degli operatori sanitari locali, sia nell'ambito della propria realtà ospedaliera sia in
altre due strutture limitrofe. Ai professionisti è stato fornito un kit completo, con video, slide interattive, test,
indicazioni per il docente e opuscoli per i discenti. Entro dicembre 2017 è prevista la realizzazione di un
secondo evento "Train the trainer" che, con le stesse modalità, coinvolgerà gli altri centri Piper; così
facendo, prevediamo che l'iniziativa raggiunga oltre 100 Pronto Soccorso sparsi su tutto il territorio
nazionale. Allo scopo di monitorare i risultati del progetto abbiamo, inoltre, definito dei criteri di valutazione
della ricaduta formativa in termini di vantaggi per i piccoli assistiti. Oltre alla definizione e diffusione di
raccomandazioni cliniche, il nostro gruppo è impegnato anche in attività di ricerca. I dati raccolti nei diversi
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GRUPPO PIPER - PAIN IN PEDIATRIC EMERGENCY ROOM
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studi hanno evidenziato come all'interno dei Pronto Soccorso italiani esista un forte gap tra quanto è
possibile fare nell'ambito dell'analgesia pediatrica e quanto realmente viene fatto. Seppure la situazione sia
nettamente migliorata in questi ultimi anni, si evidenzia purtroppo ancora una limitata attenzione nei
confronti della valutazione del dolore (eseguita in maniera corretta - con strumenti validati in fase di triage,
durante la visita e prima della dimissione - solo in 1 bambino su 10) e della gestione di un trattamento
analgesico adeguato (spesso, soprattutto nei bambini più piccoli, molto sottodosato). Sono, infine, di
prossima pubblicazione i risultati di Piper Weekend, la prima indagine volta a fotografare la diretta
esperienza dei pazienti pediatrici e delle loro famiglie in Pronto soccorso. A fronte di un alto livello di
soddisfazione degli utenti per l'assistenza ricevuta, la survey ha rilevato alcuni margini di miglioramento, in
termini di misurazione del dolore e somministrazione di antidolorifici. Realizzata a settembre 2015 con il
supporto della Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), dell'Associazione Ospedali
pediatrici italiani (Aopi) e il contributo incondizionato di Angelini, l'indagine è la più ampia finora condotta in
Italia allo scopo di comprendere come il dolore venga preso in carico nel setting di cura dell'emergenza. *
responsabile Centro regionale Veneto di Terapia del dolore e cure palliative pediatriche dipartimento di
Salute della donna e del bambino dell'Università di Padova e responsabile scientifico del Gruppo Piper ©
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Autismo: «fatti» i Lea garantiamo i servizi
ANTONELLA COSTANTINO *
Il 2 aprile, "Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo", rappresenta un buon momento in cui
fare un punto sugli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere, sugli elementi positivi e le criticità nelle
risposte alle persone con autismo e ai loro familiari. I disturbi dello spettro autistico sono infatti tra i più
comuni e invalidanti disturbi dello sviluppo neuropsichico, colpiscono circa 1 bambino ogni 100, spesso in
associazione con altri disturbi quali la disabilità intellettiva e/o sindromi genetiche o rare, determinando
quadri funzionali anche molto diversi tra loro. Si tratta di condizioni che perdurano tutta la vita, e che
possono determinare un peso significativo sulle famiglie al cui interno vi è una persona affetta. La prognosi,
in termini di sviluppo di autonomie personali e sociali e, in genere, di qualità della vita, è fortemente
condizionata dalla precocità della diagnosi e dalla tempestività e appropriatezza degli interventi, oltre che
dal grado di compromission e d e l funzionamento cognitivo ed in particolare dal livello di sviluppo della
comunicazione e del linguaggio e dalla presenza e gravità di altri disturbi del neurosviluppo associati.
L'aumento della consapevolezza è certamente un obiettivo importante che è stato raggiunto, gli ultimi anni
hanno mostrato un incremento esponenziale di iniziative che si sono dimostrate assai efficaci nella
sensibilizzazione della cittadinanza, nell'attivazione di reti di solidarietà e nel supporto all'inclusione.
Altrettanto positiva è la sempre maggiore attenzione al coinvolgimento attivo dei genitori e dei contesti di
vita e alla personalizzazione degli interventi a partire dalle migliori evidenze disponibili. A fronte di quadri
funzionali molto diversi, è infatti fondamentale la attenta differenziazione e individualizzazione degli
interventi, richiamata anche nei Lea. I trattamenti devono poter essere calibrati in base alle fasce d'età, ai
diversi profili funzionali e di gravità, alle finestre evolutive, alle aree prioritarie specifiche e ai bisogni
prevalenti, nonché sui punti di forza di ciascun bambino e famiglia. Il principio di fondo, come per tutti i
disturbi, è partire dal trattamento che ha più evidenze e che usa meno risorse; se poi, per motivi diversi,
tale trattamento non è adatto per quell'utente specifico, allora bisognerà utilizzare altri approcci, sempre
basati sulle maggiori evidenze possibili. Tra le criticità rilevanti, che purtroppo non si sono modificate negli
ultimi anni, Sinpia ricorda in particolar modo quelle relative all'accesso ai servizi di Npia e alla transizione
verso l'età adulta. Tra i bambini con disturbo del neurosviluppo, solo 1 su 2 riesce a ottenere un percorso
diagnostico nei servizi pubblici di neuropsichiatria infantile, e solo 1 su 3 riesce a ottenere una risposta
terapeutica. Meno di 1 su 10 riesce ad avere risposte da un servizio per l'età adulta. Che si tratti di autismo
o di disabilità intellettiva, lo zoccolo duro dei bambini con gravi disturbi del neurosviluppo è di almeno
100mila ragazzi in Italia, che non possono essere concentrati tutti in pochi centri di eccellenza. I numeri
sono davvero importanti e bambini e famiglie devono poter avere risposte appropriate laddove vivono. Se
non ci sono i servizi, se manca il personale e la formazione non è garantita, diagnosi precoce e interventi
tempestivi diventano obiettivi assai difficili da raggiungere. Dopo la pubblicazione dei nuovi Livelli essenziali
di assistenza (Lea), che per la prima volta hanno incluso in modo specifico i disturbi dello spettro autistico,
va quindi deciso a livello istituzionale che tipo di risposte si vogliono dare davvero agli utenti e alle famiglie.
Il vero problema, infatti, per cui i Lea restano lettera morta, non è il mancato aggiornamento delle linee
guida dell'Istituto superiore di Sanità, ma la mancanza delle condizioni che permettono l'effettiva erogabilità
di interventi appropriati: personale sufficiente, in servizi con organizzazione adeguata e omogenea, che
garantiscano la formazione permanente degli operatori sulle più recenti evidenze. Senza questi elementi,
non è possibile l'adattamento degli interventi alle caratteristiche del singolo utente, a partire dalle migliori
evidenze disponibili e nel rispetto delle preferenze della famiglia. * società italiana di Neuropsichiatria
dell'infanzia e dell'adolescenza (Sinpia) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIORNATA MONDIALE
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Foto: Solo interventi appropriati aiutano i pazienti e le famiglie
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«Tin aperte al latte materno»
Provati i benefici sullo sviluppo neurologico e immunitario dei pretermine
Negli ultimi anni nel nostro Paese le possibilità di sopravvivenza dei neonati prematuri sono notevolmente
aumentate e attualmente sopravvive oltre il 90% dei neonati con un peso alla nascita inferiore a 1.500
grammi. I risultati ottenuti in Italia in questo campo sono paragonabili a quelli dei più avanzati sistemi
sanitari del mondo. L'incremento della sopravvivenza di questi bambini ha spinto i neonatologi a
ottimizzarne anche l'approccio nutrizionale. Oggigiorno è certo che la corretta nutrizione del neonato
pretermine rappresenti un cardine per la qualità della sua salute sia durante il periodo di degenza nei
reparti di Terapia intensiva sia per la sua vita futura. L'elemento più importante per la corretta alimentazione
del neonato pretermine è rappresentato dal latte materno. Esso infatti è ricco di una serie di fattori
nutrizionali e funzionali che lo rendono un vero e proprio "tessuto" vitale, in grado di interagire e supportare
le carenze legate all'immaturità gastrointestinale e metabolica del neonato pretermine. Per esempio il latte
di donna è ricco di enzimi in grado di supportare l'attività digestiva ancora deficitaria e di fattori
immunologicamente attivi (Immunoglobuline, Lattoferrina, Lisozima) che sostengono le difese immunitarie
del neonato. È ormai dimostrato che l'utilizzo del latte materno per i neonati pretermine è in grado di ridurre
l'incidenza di patologie estremamente gravi come l'enterocolite necrotizzante, la broncodisplasia, la
retinopatia e le infezioni, tutte condizioni che possono compromettere le possibilità di sopravvivenza del
neonato pretermine e soprattutto aumentare il rischio di esiti negativi a lungo termine. Altrettanto rilevante è
la dimostrazione degli effetti benefici che il latte materno può avere sulla qualità dello sviluppo neurologico
del pretermine. Numerosi studi dimostrano che esiste una relazione diretta tra quantità e durata
dell'allattamento con latte materno e performance neurologiche, anche a distanza di anni dalla nascita. Ciò
è di particolare rilievo per questa categoria di bambini che purtroppo sono a più alto rischio di esiti
neurologici negativi rispetto ai neonati sani e a termine. Molteplici fattori, come la peculiare componente
lipidica del latte materno, ricca di Acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LcPufa) possono contribuire a tale
effetto protettivo. Recenti studi hanno addirittura dimostrato la presenza nel latte materno di cellule
staminali totipotenti, in grado cioè di migrare dall'intestino ad altri organi, come il cervello, dove possono
sostenere lo sviluppo di nuovo tessuto. Questi e altri vantaggi rendono il latte materno un vero e proprio
toccasana per il neonato prematuro, a fronte esclusivamente della necessità di una certa attenzione a
renderlo nutrizionalmente adeguato a far fronte alle elevatissime richieste nutrizionali dei prematuri, che
ovviamente sono in rapida crescita. Il contenuto naturale di alcuni nutrienti fondamentali come le proteine
può non essere quantitativamente adeguato a sostenere la crescita auspicata, che dovrebbe essere il più
possibile vicina alla crescita intrauterina. Per tale motivo, quando il latte materno viene utilizzato per
l'alimentazione di questa particolare categoria di neonati, esso deve essere adeguatamente integrato con
prodotti definiti «fortificanti del latte materno», che ne incrementano il contenuto di proteine, energia, calcio,
fosforo e altri elettroliti, rendendolo così nutrizionalmente idoneo. Per tutto ciò che abbiamo detto ogni
sforzo deve essere fatto per promuovere, supportare e mantenere l'allattamento al seno in Terapia
intensiva neonatale, favorendo l'ingresso libero dei genitori nel reparto, la marsupioterapia ecc., tutte buone
pratiche che hanno chiaramente dimostrato un effetto positivo sulla possibilità di allattare al seno. Luigi
Corvaglia Unità semplice di Terapia intensiva neonatale - Azienda ospedaliero-universitaria S. Orsola
Malpighi Università di Bologna © RIPRODUZIONE RISERVATA
Verità o leggenda? Un decalogo sul latte materno 1. L'allattamento al seno può prevenire la morte per
tumore di 25.000 bambini ogni anno Ø Realtà. Ogni anno, circa 100.000 bambini al di sotto dei 15 anni
muoiono a causa di un tumore . Il 40% delle forme tumorali di questi bambini è rappresentato da leucemia
o linfoma , e l' allattamento al seno può ridurre del 64% il rischio di sviluppare queste due forme tumorali
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ALLATTAMENTO AL SENO/ Buone pratiche da implementare nelle terapie intensive neonatali
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infantili. Il latte materno è associato anche a una significativa riduzione del rischio di tumore alla mammella
per le madri che allattano al seno. La prof.ssa Catharina Svanborg ha dedicato 15 anni di ricerca alla
scoperta delle proprietà antitumorali del latte umano fornite dall'Hamlet, un complesso molecolare
straordinario: la ricercatrice sostiene che è possibile che Hamlet svolga un ruolo nella protezione del latte
umano contro 40 forme tumorali 2. L'80% dei bambini di tutto il mondo viene allattato esclusivamente al
seno per i primi sei mesi di vita Ø Leggenda. Solo il 40% dei neonati viene allattato esclusivamente al seno
, soprattutto perché il sostegno alla lattazione non è disponibile nelle prime ore decisive dopo la nascita. Al
convegno, la dott.ssa Diane Spatz presenterà alcune strategie comprovate, volte a migliorare l'utilizzo del
latte umano e le percentuali di allattamento al seno, e modulate in base a contesti con risorse scarse,
medie e abbondanti 3. Mediante la pastorizzazione Holder, il latte donato viene trattato delicatamente,
affinché conservi tutte le sue proprietà bioattive essenziali Ø Leggenda. La pastorizzazione Holder prevede
il riscaldamento del latte a 62,5°C per 30 minuti , distruggendo numerose proprietà nutrizionali e bioattive
presenti nel latte umano. Il dott. Guido Moro, uno dei massimi esperti sui temi del latte umano donato,
descriverà un metodo alternativo di pastorizzazione che è in grado di favorire la conservazione delle
proprietà del latte umano 4. Il latte umano e il latte di mucca hanno all'incirca lo stesso numero di
oligosaccaridi (zuccheri) Ø Leggenda. Fino a oggi, gli scienziati hanno identificato all'incirca 40
oligosaccaridi nel latte di mucca e oltre 200 oligosaccaridi nel latte umano (Hmo, human milk
oligosaccharide). Gli Hmo fungono da prebiotici , favoriscono la digestione, distruggono i batteri intestinali
nocivi e attivano il sistema immunitario del neonato. Al convegno, la prof.ssa Associata Katie Hinde
illustrerà le differenze sostanziali esistenti tra il latte proveniente da mammiferi diversi 5. Il latte umano è
solo una fonte di nutrimento per il neonato in fase di crescita. Il latte in polvere può sostituirlo facilmente
con gli stessi ingredienti Ø Leggenda. Il latte umano non apporta solo nutrimento , ma anche componenti
bioattivi complessi che favoriscono la crescita e lo sviluppo del neonato. Nel latte in polvere è presente solo
una parte di questi componenti. Il prof. Bo Lönnerdal, relatore del convegno, spiegherà come le proteine del
latte umano, in particolare, abbiano proprietà bioattive uniche che guidano e supportano lo sviluppo del
neonato 6. La struttura cranio-facciale dei piccoli neonati prematuri è morbida e questi neonati non sono
abbastanza sviluppati per attaccarsi al seno, pertanto obbligarli all'allattamento al seno può portare a una
malformazione permanente della struttura cranio-facciale Ø Leggenda. Aiutare un piccolo neonato
prematuro a sviluppare in maniera graduale la forza del vuoto e il coordinamento di
suzione-deglutizione-respirazione per poter essere allattato al seno può favorire lo sviluppo della sua
struttura craniofacciale mediante un percorso più normale e salutare. La prof.ssa Associata Donna Geddes,
relatrice del convegno, descriverà il grande impatto benefico che l'allattamento al seno può avere sullo
sviluppo cerebrale e cranio-facciale del neonato prematuro 7. L'improvviso collasso del neonato durante le
prime ore e i primi giorni successivi al parto è stato indicato quale motivazione per ritardare il contatto pelle
a pelle tra madri e neonati nel reparto maternità e in quello neonatale Ø Realtà. Il contatto pelle a pelle tra
madre e neonato durante le prime due ore di vita è fondamentale per favorire il legame , lo sviluppo e la
crescita del neonato. Il dott. Riccardo Davanzo illustrerà e condividerà il protocollo messo a punto per
garantire il supporto e la supervisione nei confronti di madri e neonati per un contatto sicuro pelle a pelle 8.
Molte tabelle di riferimento di crescita del neonato si basano ancora su neonati alimentati con latte in
polvere, che crescono in maniera diversa rispetto ai neonati nutriti con latte umano Ø Realtà. I neonati
alimentati con latte umano crescono effettivamente in maniera diversa rispetto ai neonati alimentati con
latte in polvere . Il prof. Luigi Corvaglia, relatore del convegno, spiegherà invece perché i nuovi parametri di
crescita e sviluppo neonatale dovrebbero basarsi sull'alimentazione con latte umano, anziché
sull'alimentazione con latte in polvere 9. Spesso ai genitori di neonati prematuri viene negata la possibilità
di visitarli nel reparto neonatale. La conseguenza è un tasso inferiore di allattamento al seno, XII Simposio
Internazionale sull'allattamento al seno e sulla lattazione risultati di crescita inferiori e insicurezza da parte
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dei genitori nell'assistenza del neonato a casa Ø Realtà. Integrare il contatto e l' assistenza genitoriale nel
programma neonatale insegna ai genitori come prendersi cura al meglio dei propri bambini vulnerabili . Il
prof. Shoo Lee, studioso del convegno, condividerà il modello di assistenza familiare integrata, che già in
tre Paesi - Canada, Australia e Nuova Zelanda - ha dimostrato di portare a tassi di allattamento al seno più
elevati, a un miglior sviluppo del neonato e a stress e preoccupazioni minori per i genitori 10. Il Regno Unito
potrebbe risparmiare 30,1 milioni di sterline in costi di assistenza sanitaria diretta ogni anno, fornendo latte
umano a ogni popolazione annuale di neonati prematuri Ø Realtà. Sebbene solo il 10% della popolazione
annuale di neonati nasca prematura , il trattamento ospedaliero dei neonati prematuri costituisce il 50% del
totale dei costi di assistenza sanitaria a favore dei neonati. La ricerca «Il valore economico in termini
sanitari dell'allattamento al seno per i neonati prematuri» dimostra l'importanza dei benefici derivanti
dall'alimentazione con latte umano dei neonati prematuri sia per il sistema sanitario che per l'economia
nazionale Il decalogo sarà presentato e discusso al XII Simposio internazionale sull'allattamento al seno e
sulla lattazione promosso da Medela, in programma il 7 e 8 aprile a Firenze
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«Hamlet», toccasana contro le cellule tumorali
Il latte umano è una ricca fonte di molecole che proteggono la madre e il bambino da minacce immediate,
come le infezioni. Nel latte è presente una varietà incredibile di molecole che combattono le malattie e i loro
effetti combinati proteggono i bambini allattati al seno sia da attacchi virali che batterici. Tuttavia, non tutti
sanno che il latte materno contiene anche molecole che offrono un potenziale protettivo a lungo termine
contro altre malattie mortali, come il cancro. Ci fu ricordato dell'importanza del latte umano quando
scoprimmo che una frazione del latte uccide le cellule tumorali. Nel mio gruppo di ricerca presso la Lund
university, in Svezia, studiavamo gli effetti antibatterici del latte materno, alla ricerca di nuovi antibiotici
naturali. Grande fu la sorpresa quando scoprimmo che una frazione del latte induceva le cellule tumorali a
suicidarsi! Questa scoperta fu notevole, dal momento che le cellule tumorali si caratterizzano per la loro
capacità di crescere e non morire. Analizzando più di 40 tipi diversi di cellule tumorali, abbiamo dimostrato
che questa frazione del latte uccide preferenzialmente cellule di cancro. Tali scoperte preliminari
suggerirono che fosse possibile trovare efficaci interruttori di morte nelle cellule di cancro e che questi
interruttori potessero essere utilizzati per sviluppare nuove terapie. Tale scoperta rappresenta un
affascinante esempio della versatilità delle molecole protettive contenute nel latte umano. Così
identificammo e nominammo il complesso antitumorale Hamlet (Human Alpha-lactalbumin Made Lethal to
Tumor cells, alfa-lattoalbumina umana resa letale per le cellule tumorali). Si tratta della combinazione di
due ingredienti del latte materno: una delle proteine più comuni nel latte materno, l'alfa-lattoalbumina, e uno
degli acidi grassi più comuni nel latte materno, l'acido oleico. Attualmente è possibile produrre Hamlet su
larga scala, a partire dai costituenti purificati del latte umano. Questa metodologia ha reso possibile testare
Hamlet in modelli di sperimentazione animale e in studi clinici. Recentemente, abbiamo identificato una
piccola parte della molecola di Hamlet che può essere prodotta sinteticamente e la stiamo testando come
candidato farmaco. Hamlet ha dimostrato di avere potenti effetti terapeutici. In modelli di sperimentazione
animale condotti su topi e ratti, il trattamento locale con Hamlet ha limitato l'avanzamento del tumore
cerebrale e del cancro alla vescica. Inoltre, è stato dimostrato che Hamlet offre un'azione terapeutica contro
il tumore del colon e presenta un alto potenziale come agente preventivo in modelli murini di cancro
dell'intestino, suggerendo il suo sviluppo per la prevenzione di tumori in individui geneticamente
predisposti. Studi sull'uomo hanno mostrato che Hamlet può eliminare i papillomi cutanei (tumori causati da
virus) e che iniezioni locali di Hamlet in pazienti con cancro alla vescica portano all´eliminazione delle
cellule tumorali nelle urine. Ma il fatto più sorprendente è che la morte cellulare interessa solo il tessuto
tumorale nella vescica, mentre il tessuto sano adiacente non viene danneggiato e i pazienti non subiscono
effetti indesiderati tossici. Questo ha rappresentato un passo fondamentale nello stabilire che Hamlet ha
effetto principalmente sul tessuto tumorale nei pazienti oncologici. Studi approfonditi sul meccanismo
d'azione di Hamlet hanno mostrato che il complesso si introduce nelle membrane delle cellule tumorali
raggiungendone il nucleo (centro) e accumulandosi al suo interno, per poi impedire alle cellule tumorali di
creare nuovi elementi cellulari costitutivi essenziali e di moltiplicarsi. Ciò impedisce ai tumori di crescere,
diffondersi e prendere il sopravvento sui tessuti sani distruggendone le funzioni vitali. Hamlet offre una
visione assolutamente unica per il miglioramento delle terapie oncologiche. Tali terapie richiedono
selettività ed efficacia e Hamlet ha mostrato di avere entrambe queste caratteristiche. Il prossimo passo
comporterà la produzione di Hamlet in quantità industriale, raggiungendo tutti i requisiti regolamentari e
tossicologici per il suo sviluppo come farmaco e l'esecuzione di ampi studi clinici. In conclusione, Hamlet
può offrire una speranza ai pazienti oncologici di tutto il mondo che attualmente sono privi di nuove ed
efficaci terapie. Considerandone l'inizio fortuito, un semplice studio sulle proprietà antibatteriche del latte
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DALLA COMBINAZIONE TRA ALFA-LATTOALBUMINA E ACIDO OLEICO LA SPERIMENTAZIONE DI UN
FARMACO ONCOLOGICO
04/04/2017
Pag. 8 N.12 - 4 aprile 2017
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umano, questo progetto ha percorso una strada molto lunga. Catharina Svanborg Lund university, Svezia ©
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04/04/2017
Pag. 8 N.12 - 4 aprile 2017
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Con i genitori in corsia il neonato cresce più in fretta
Chi avrebbe mai pensato che una delle migliori forme di assistenza per bambini pretermine nell'Unità di
Terapia intensiva neonatale (Utin) fosse permettere ai genitori di fare - semplicemente - i genitori? In realtà
il concetto è un po' più complesso di quello appena espresso, tuttavia il nostro recente studio su un nuovo
modello di assistenza genitoriale ha dimostrato che concedere maggior spazio ai genitori nell'assistenza
dei propri neonati nelle Unità di Terapia intensiva neonatale (Utin) può produrre un impatto positivo sulla
salute. A seguito della nascita prematura, i bambini pretermine sono generalmente ammessi all'Utin, dove
restano per lunghi periodi prima della dimissione. In linea di massima questa struttura si è rivelata un
ambiente ostico per l'adattamento dei genitori, generando alti livelli di stress. In qualità di medico, ho visto
spesso i genitori lottare accanto al letto dei propri figli neonati per partecipare alle loro cure, e ostacolarli
può causare un enorme problema: la separazione fisica ed emotiva. Concentrandoci sugli effetti dannosi
che tale pratica può avere sui risultati a breve e lungo termine per le famiglie, abbiamo sviluppato un
modello di assistenza familiare integrata (FICare) presso il Mount Sinai hospital di Toronto, in Canada, al
fine di promuovere l'integrazione dei genitori nel personale di assistenza dell'Utin. A differenza dei
tradizionali approcci di assistenza incentrati sulle famiglie, una caratteristica di FICare è quella di dotare i
genitori della conoscenza e delle competenze necessarie affinché possano diventare gli assistenti primari
dei propri neonati, sfidando pertanto il modo in cui l'assistenza viene attualmente prestata nelle Utin. In
FiCare, i genitori diventano parte integrante del team, occupandosi di diversi aspetti dell'assistenza quali,
ad esempio, bagno, contatto fisico, medicazione, cambio pannolini, allattamento, misurazione della
temperatura, monitoraggio e registrazione della crescita e dei progressi del neonato, nonché
somministrazione dei farmaci per via orale. I genitori inoltre partecipano ai giri dei medici e prendono parte
alle prassi decisionali quotidiane. Accanto al letto dei propri figli, i genitori ricevono guida e istruzione da
parte degli infermieri, che rimangono comunque responsabili delle procedure mediche più tecniche e
specializzate. I programmi di supporto paritari aiutano ulteriormente i genitori ad affrontare questa
esperienza. Abbiamo recentemente valutato il modello FICare in 25 Utin in Canada, Australia e Nuova
Zelanda, e i risultati sono stati presentati al Pediatric academic societies meeting 2016. Le nostre ricerche
mostrano che i neonati assistiti con FICare hanno fatto registrare un maggiore incremento di peso in un
periodo di 3 settimane e un aumento dell'allattamento al seno al momento della dimissione, rispetto a
coloro che hanno ricevuto un'assistenza standard. Inoltre, il coinvolgimento nei processi decisionali e
l'accresciuta fiducia nella capacità di assistere i propri figli hanno fatto sì che i genitori iscritti al modello
FICare riportassero livelli minori di stress e ansia. Tali effetti possono andare ben oltre le Utin e hanno
importanti implicazioni nella crescita e nello sviluppo a lungo termine. FICare si è guadagnata l'interesse
diffuso del mondo intero. La nostra 2 a Conferenza annuale FICare a Toronto del febbraio scorso ha
presentato gli studi del modello in corso in Australia, Cina, Regno Unito e Stati Uniti. La nostra speranza è
che FICare catturi in futuro l'attenzione di medici, amministratori di ospedali e responsabili delle politiche e
che possa diventare il nuovo standard di assistenza nelle Utin e oltre. Shoo K. Lee Mbbs, Frcpc, PhD ©
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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IL PROGETTO CANADESE «FICARE» HA RIVOLUZIONATO L'ASSISTENZA NEONATALE NELLE UTIN
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Pag. 11 N.12 - 4 aprile 2017
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Operativi i nuovi Livelli essenziali
L'assessore Venturi: «Vaccini e Pma tra le prestazioni già offerte da tempo nel Ssr»
Alessandra Ferretti
In Emilia Romagna i nuovi Lea sono ufficialmente operativi. Con una delibera di Giunta approvata il 27
marzo, la Regione ha recepito il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per trasferire sul
territorio le novità riguardanti i Livelli essenziali di assistenza sanitaria che devono essere garantiti a tutti i
cittadini. «In ambito nazionale - sottolinea l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi sono state garantite cure che in Emilia Romagna erano comunque già in essere. Si pensi, ad esempio, ad
alcuni vaccini e alla procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa. Non a caso, qui
disponiamo già delle strutture, della tecnologia e delle competenze per poter partire subito. Ci siamo mossi
in tempi rapidi per rendere immediatamente operativo il provvedimento, tanto da risultare la prima regione
in Italia a farlo». Ciò significa che aumentano ulteriormente gli esami, le cure e le visite che i cittadini
avranno a disposizione, attraverso il servizio sanitario regionale, in modo gratuito o pagando il ticket. Nel
paniere dei nuovi servizi assistenziali sono dunque incluse le vaccinazioni, che l'Emilia-Romagna già offre
dal 1° gennaio 2017, contro il meningococco B (ai bambini nel primo anno di vita, a partire dai nati dal 1°
gennaio 2017), contro la varicella (per i bambini nel primo anno di vita e a 6 anni), contro il rotavirus ai
neonati con fattori di rischio, contro la pertosse alle donne nell'ultimo trimestre di gravidanza, contro lo
pneumococco per le persone nel 65esimo anno di età. Nel 2017 sarà inoltre estesa la vaccinazione contro
il papillomavirus anche ai maschi dodicenni. I nuovi Livelli essenziali di assistenza prevedono inoltre le cure
per l'endometriosi e per il trattamento dell'autismo, l'assistenza a persone con Broncopneumopatia cronica
ostruttiva, le prestazioni ambulatoriali tecnologicamente avanzate nell'attività di dialisi, esami di laboratorio
(i dosaggi ormonali finalizzati alla valutazione della fertilità), la radioterapia e alcune prestazioni riabilitative
delle funzioni neurologiche (rieducazione della voce e dell'eloquio in caso di traumi e delle funzioni mentali
globali). È prevista anche l'introduzione di dispositivi tecnologicamente avanzati per l'autonomia delle
persone disabili e viene ampliato l'elenco delle malattie rare con esenzione delle prestazioni (quelle inserite
sono oltre 110). Importanti revisioni riguardano poi le malattie croniche, per la maggior parte delle quali è
individuata una serie di prestazioni fruibili gratuitamente. Alcune malattie, prima classificate come rare,
diventano ora croniche. Tra queste, la celiachia e la sindrome di Down. Ma la Regione si era già distinta per
aver assicurato anzitempo, gratuitamente o pagando un ticket, una serie di cure e prestazioni indicate poi
nella riforma dei Lea. È il caso della vaccinazione contro il meningococco Acwy, assicurata da settembre
2015. Ma erano previsti anche controlli nel corso della gravidanza fisiologica, visite ed esami per la
procreazione medicalmente assistita eterologa ed omologa, cure odontoiatriche per persone affette da
patologie invalidanti o in difficoltà economica, trattamenti di adroterapia per la cura dei tumori. Ancora, il
servizio sanitario della Regione assicurava già le prestazioni di genetica medica, le cure medicofarmacologiche, psico-sociali, assistenziali ed educative per persone con dipendenza da gioco d'azzardo,
l'ampliamento dello screening neonatale per la diagnosi precoce, la presa in carico tempestiva delle
malattie metaboliche ereditarie e lo screening audiologico per la migliore cura possibile del deficit uditivo
nei neonati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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EMILIA ROMAGNA/ La Regione ha recepito con delibera il Dpcm sulle prestazioni garantite ai cittadini
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Conti in ordine e Lea: il Ssr riprende fiato
B.Gob.
Dal disavanzo monstre di 2 miliardi di euro, certificato nel febbraio 2007, ai -164 milioni del 2016 e al primo
margine operativo positivo (+137 milioni calcolati sullo stesso mese dell'anno passato), traguardato a
marzo 2017. Mentre sembra centrato anche il valore "sopra-soglia" rispetto all'adempimento dei Livelli
essenziali di assistenza: se nel 2013 la Regione si fermava al punteggio 152 (la soglia minima fissata dal
ministero della Salute è 160), la previsione per il 2015 è di 169 punti totalizzati. Ad annunciare la "lieta
novella", il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti , durante la conferenza stampa di presentazione dei
risultati del tavolo Regione-ministeri affiancanti, sul piano di rientro del debito sanitario. Padrone di casa, in
via XX Settembre a Roma, il capo di gabinetto del Mef Roberto Garofoli . Che ha spiegato: «Abbiamo
accolto con convinzione l'esortazione di Zingaretti affinché si svolgesse qui la presentazione e crediamo sia
utile dar atto a un lavoro di 10 anni che ha visto collaborare le istituzioni. Un metodo - ha concluso Garofoli
- da utilizzare e applicare anche in altre situazioni: si è deciso infatti di estenderlo alle aziende ospedaliere
che si trovano nelle Regioni in piano di rientro». «Per il secondo anno consecutivo - ha spiegato il
governatore Zingaretti, che nella sua attività è stato affiancato dal sub commissario Giovanni Bissoni - il
disavanzo è sotto il 5%, a 164 milioni, ma il margine operativo è positivo. Per la prima volta nella storia
della Regione, perché probabilmente se si è creato un tale disavanzo anche prima nel 2005 c'era un
problema di sostenibilità del sistema, abbiamo un equilibrio di bilancio che determina un saldo attivo». Il
"premio" per la Regione - che per il momento non esce dal commissariamento - è «lo sblocco di 327 milioni
di risorse premiali che il Lazio potrà utilizzare per pagare i fornitori», ha dichiarato Garofoli. Mentre sugli
organici, prima dei sacrifici affrontati in questo decennio di austerity, si sta ancora ragionando. Tra 2008 e
2016 sono state falciate via 9.138 unità di personale, con un taglio ai costi nel IV trimestre 2016 rispetto al
2008, pari a 366,3 milioni di euro. La Regione Lazio prevede di rimpolpare gli organici con 2.800 unità di
personale tra il 2017 e il 2018: per metà nuove assunzioni e il resto stabilizzazioni di precari. Ma «sul
personale - ha precisato Bissoni non siamo a un punto fermo. È in corso una revisione dei criteri di
assunzione e il 4 aprile è in calendario una riunione con il ministero della Salute. Ci attendiamo una
rivalutazione significativa e la possibilità di ampliare i numeri». Intanto, nel 2017 per la prima volta dal
commissariamento saranno banditi 55 nuovi concorsi per primari. Ora la Regione rilancia sull'uscita dal
piano di rientro. «Il disavanzo, i cattivi livelli di assistenza. Sulle voci che determinarono il
commissariamento ora il Lazio è in ordine. Quindi apriamo il confronto con il governo per calendarizzare
anche questo nuovo step», ha spiegato Zingaretti a margine della presentazione al Mef. ©
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LAZIO
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Il camice bianco non perde l'appeal
La richiesta di camici bianchi svetta in Sardegna (+93%), Puglia (+43%) e Abruzzo
Red.San.
In aumento i fabbisogni formativi per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, da parte della categoria così
come da parte delle Regioni (in prima linea Sardegna, Puglia, Abruzzo, Molise, Umbria). Salgono anche gli
odontoiatri - e con più velocità - soprattutto nelle Marche, in Piemonte e in Trentino. Stabili i veterinari.
Farmacisti in contrazione (anche se l'accesso non è a numero chiuso) sia per la categoria (che segna uno
zero) sia per le Regioni, che propongono numeri più bassi. Sono queste le prime tendenze che emergono
dalle cifre ancora provvisorie sui fabbisogni formativi per l'anno accademico 2017-18. Le valutazioni
definitive, anche quelle relative alle altre professioni sanitarie, arriveranno a fine aprile, quando il ministero
della Salute dovrà comunicare le richieste al Miur, previa intesa della Conferenza Stato Regioni. La
certezza sui posti disponibili si avrà invece con il successivo varo dei decreti Miur a settembre, un paio di
mesi prima degli esami di ammissione. Medicina e chirurgia Con la proposta delle Regioni per 10.328 si ha
un aumento di 391, pari al +3.9% rispetto ai 9.937 dello scorso anno. Analogo aumento viene proposto
dalle Federazione dei Medici che passa da 8.005 dello scorso anno a 8,400, con un +4,9%. Il valore medio
risultante è di 9.364, mentre l'ipotesi del ministero della Salute è per 8.400-9.200. Lo scorso anno i posti a
bando da parte dell'Università sono stati 9.224, con +251 (+2,8%) della richiesta media di 8.971 fra Regioni
e Federazione. Ma la proposta delle Regioni potrebbe salire ulteriormente qualora si dovessero aggiungere
anche i circa 200 ipotizzabili dal parte della Calabria, portando il totale da 10.328 a 10.528, con maggiore
differenza (+5,9%) rispetto alla Federazione. Chi sale e chi scende. Rispetto ai 9.937 dello scorso anno una
maggiore richiesta viene dalle Regioni Sardegna (+93%), Puglia (+43%), Abruzzo (+28%), Molise (+15%) e
Umbria (+28%). In aumento anche le Province di Bolzano, da 20 a 85, (+325%) e di Trento, da 60 a 70,
(+17%). Mentre restano stabili le richieste delle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e
Campania. Le uniche a ridurre sono Liguria (-8%), Basilicata (-11%) e soprattutto la Regione Lazio che da
1.000 dello scorso passa a 800 (-20%). Prosegue quindi per il Lazio la graduale e progressiva riduzione
che lo scorso anno scese 1.350 a 1.000 (-26%), a cui seguirono coerentemente 1.079 posti a bando delle
due Università statali. Gli altri 440 posti sono quelli della cattolica e del Campus Biomedico, che facendo
l'esame di ammissione in date diverse dalla statali hanno studenti di tutte le Regioni. Potrebbero quindi
essere di 9.364 il valore di mediazione fra Regioni e Federazione, di poco superiore (+1,5%) ai 9.224 messi
a bando lo scorso anno dalle Università. Odontoiatria Anche per Odontoiatria si rileva un aumento, che è
maggiore rispetto a Medicina. Si passa infatti dai 947 dello scorso anno a 1.039, con differenza di +247
(+26%). Resta invece stabile su 800 l'indicazione della Federazione Odontoiatri. Sale quindi il valore medio
da 874 a 920, mentre il Ministero della Salute si allinea nel range di 800-1.040 Chi sale e chi scende.
Sull'aumento da 947 a 1.039 incidono le Regioni Marche (+100%), Piemonte (+75%), Trentino (+65%),
Puglia (+43%), Sicilia (+11%) e Toscana (+8%). Nessuna variazione invece per Lombardia, Veneto, Friuli,
Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia. Mentre riducono Molise (-100%), Abruzzo (-26%), Liguria (20%) e Basilicata (-14%). Ipotizzabile come coerente un fabbisogno sulla media di 920 fra Regioni e
Federazione, che porterebbe ad una aumento di 128 posti (+16%) rispetto ai 792 posti messi a bando lo
scorso anno dalla Università. Ulteriore aumento di 10-15 potrebbe arrivare dalla eventuale indicazione della
Calabria, che analogamente a Medicina, neanche per Odontoiatria indica il fabbisogno. Veterinaria A
differenza di Medicina e di Odontoiatria, per Veterinaria non si rilevano aumenti, anzi c'è quasi stabilità con
la riduzione di appena 5 rispetto ai 487 delle Regioni e ai 565 della Federazioni Fnovi. Ne consegue una
media di 526, mentre l'indicazione del Ministero è fra 480 e-550. Chi sale e chi scende. Pur essendoci
quasi stabilità sul totale di 492, ci sono parecchie variazioni fra incrementi e riduzioni. Le Regioni che
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Trend in salita sui fabbisogni formativi 2017-18 espressi da categorie su Medicina e Odontoiatria
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aumentano sono soprattutto Liguria, da zero a 10 e Piemonte da 10 a 65 (+550%). Seguono con
proporzioni minori Molise (da 2 a 3) e Trentino da 16 a 21 (+31%). In riduzione le altre Regioni: Sardegna
da 30 a zero, Marche (-43%), Toscana e Basilicata (-17%) e infine Lazio (-14%). Restano invece stabili le
Regioni Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Umbria, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Tutto
questo potrebbe comportare una significativa riduzione dei posti messi a bando lo scorso anno dalle
Università, da 717 a 550, con -167, pari al -23 per cento. Farmacia Al contrario di Medicina e di
Odontoiatria, per Farmacia, che non è vincolata alla normativa ministeriale sul numero chiuso, le Regioni
passano a una decisa e significativa riduzione da 1.279 dello scorso anno a 826, con differenza di -453,
che è pari al -35 per cento. Ancora più drastica è l'indicazione che viene dalla Federazione Farmacisti Fofi
che analogamente allo scorso si posiziona sullo zero assoluto. Considerando che i posti messi a bando lo
scorso anno sono stati circa 4.000, non vengono fatte proiezioni, rinviando a un ulteriore approfondimento
della situazione. In conclusione, sembrerebbe che l'adesione alla nuova metodologia promossa dal
ministero della Salute nell'ambito del progetto pilota della «Joint Action on Health Workforce Planning and
Forecasting» non abbia inciso affatto sulle proiezioni di Regioni ad alta numerosità di popolazione, come
Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania. Mentre, al contrario e agli opposti, ha comportato
aumenti dal Piemonte e riduzioni dal Lazio. © RIPRODUZIONE RISERVATA CIFRE E TREND Medici
chirurghi. Sono attivi circa 297.000 medici chirurghi, di cui circa 34.000 nelle scuole di specializzazione
(fonte dati: Cogeaps e Enpam). Sono in corso in questi anni consistenti uscite dal mercato del lavoro ma ci
sono altrettanto consistenti flussi in arrivo da professionisti attivabili (circa 26.000) e dall'università (tra gli 8
e i 10 mila ogni anno). La domanda è prevista in diminuzione dalla Fnomceo (422 per centomila abitanti), al
fine di non replicare il fenomeno della «pletora medica». Come anticipato da Sanità24 , la Federazione
propone quindi 8.400 ingressi all'anno, che in realtà porterebbe ad avere in ogni caso un «esubero» di
offerta rispetto alla domanda stimata. Le Regioni propongono 10.328 ingressi, proposta che risulta essere
incongrua in base alla stima media di domanda di 455 medici per centomila abitanti: sarebbero infatti
sufficienti ca. 9.200 ingressi all'anno per co- prire tale domanda. Quindi una proposta compresa tra 9.200 e
8.400, a seconda del livello stimato di domanda, risulta essere la più coerente. Odontoiatri. La Fnomceo
propone 800 ingressi in base a una stima di domanda in diminuzione. Le regioni al contrario ipotizzano una
domanda in leggero aumento nel futuro. La Regioni quindi propongono 1.039 ingressi, comunque non
sufficienti a far fronte alla domanda stimata. Se consideriamo in circa 42.000 il calcolo degli odontoiatri attivi
in Fte, rispetto ai 47.500 attivi in teste, e ipotizziamo di lasciare costante tale quota nel tempo (68 per
centomila abitanti), sarebbero necessari 1.200 ingressi all'università ogni anno per coprire la domanda.
Considerando l'attuale fenomeno di nuovi professionisti formati all'estero, si propone un numero di ingressi
compreso tra 800 e 1.040. Regione Piemonte V. d'Aosta Lombardia Pa Bolzano Pa Trento Veneto Friuli
V.G. Liguria Emilia R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria
Sicilia Sardegna Totale Richiesta Categorie Popolazione abitanti Media Regioni-Categorie Bando 2016 Aa
2016-17 Medicina Aa 2017-18 Diff. 2017 vs 2016 Note: (*) Pmp = Posti per 1 milione di popolazione - (**)
Farmacia: posti a bando programmati autonomamente dalle singole Università Bando 2016 Fabbisogno
formativo delle Regioni Aa 2016-17 Odontoiatria Aa 2017-18
Veterinari. L'Ordine ha fornito i propri dati sugli occupati che sono stati inoltrati anche alle regioni: a livello
nazionale si tratta di circa 33.000 professionisti attivi, di cui solo 5.376 nel Ssn, per cui la gran parte sono
libero professionisti, di cui tanti "sottoccupati" secondo l'ordine, ma anche secondo alcune regioni. Si stima
quindi un attuale esubero di offerta. L'ordine propone quindi una domanda in decrescita, passando a
25.000 professionisti attivi nel 2035. Per fare questo propone 560 ingressi all'anno (660 i posti lo scorso
anno), arrivando ad avere uno stock di 28.500 veterinari al 2035 (quindi comunque in più rispetto
all'auspicio di averne 25.000). Le Regioni ne chiedono invece 486 ingressi, proposta più coerente con
quanto sopra esposto. Si propone quindi un numero di ingressi compreso tra 480 e 550, in base allo
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scenario di domanda più verosimile (25.000 veterinari o 28.000 al 2035). Farmacisti. Sono attivi circa
70.000 farmacisti (fonte dati: Cogeaps e Enpam). La domanda è prevista in costante da Federfarma. Alla
luce dell'attuale disoccupazione tra i giovani professionisti e il gran numero di nuovi professionisti in arrivo
dall'Università nei prossimi anni la Federazione propone quindi zero ingressi dal prossimo anno
accademico. Le Regioni propongono 826 ingressi, proposta che risulta essere incongrua in base alla stima
media di domanda di 125 medici per centomila abitanti: sarebbero infatti sufficienti gli attuali professionisti
attivabili e quelli attualmente in formazione per coprire tale domanda. Tenuto conto della proposta di zero
ingressi della Federazione e la proposta delle Regioni, va fatta una più attenta riflessione sul reale
fabbisogno di questa professione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
negli Anni accademici 2016-17 e 2017-18 Diff. 2017 vs 2016 Bando 2016 Aa 2016-17 Veterinaria Aa 2017-18
Diff. 2017 vs 2016 Bando 2015 ** Aa 2016-17 Farmacia Aa 2017-18 Diff. 2017 vs 2016
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Manuale Cencelli per la spa di acqua e energia Frenata alla privatizzazione di Farmacap Bilancino L'ex
municipalizzata oggi guidata dal renziano Irace passa sotto un Cda scelto insieme a De Vito e Colomban
di Sergio patti rima i nuovi vertici dell'Acea decisi con il bilancino tra la sindaca Virginia raggi , il presidente
del Consiglio comunale Marcello De Vito , notoriamente vicino alla deputata roberta Lombardi , e l'uomo
forte della giunta capitolina, l'assessore alle partecipate Massimo Colomban . E poi la sostituzione della
direttrice generale di Farmacap, la società che gestisce le farmacie comunali, Simona Laing . I Cinque
Stelle al governo della Capitale non stanno facendo nulla di diverso da quello che hanno fatto tutte le
amministrazioni precedenti e da quello che faranno tutte quelle future: stanno liberando i posti di vertice
delle società che hanno il mandato politico di gestire, sostituendo chi è stato nominato da altri con persone
di loro fiducia. Si chiama spoil sistem ed è bene che funzioni così, perché alla scadenza della consiliatura i
cittadini giudicheranno i risultati ottenuti. Diventa perciò incomprensibile la polemica sulle ultime scelte del
sindaco, se non fosse per il fatto che nel caso dell'Acea un po' tutti gli osservatori sono concordi nel
giudicare le nuove nomine il frutto di una spartizione correntizia, mentre per quanto riguarda la Laing a
pagare è una dirigente che ha fatto un miracolo, portando al pareggio di bilancio le farmacie comunali che
solo qualche anno fa sembravano sull'orlo del fallimento. Una scelta perciò difficile da spiegare. COSÌ FAN
TUTTI Se sulla decisione dei nuovi componenti dell'Azienda comunale di energia e acqua è mancato quel
metodo "nuovo" promesso da un Movimento che è naturalmente antagonista rispetto ai vecchi schemi della
politica, nessuno può negare che dalla notte dei tempi le giunte precedenti abbiano agito con lo stesso
bilancino. Le aree interne ai partiti e le coalizioni hanno sempre qualche credito da riscuotere e anche nel
caso della sindaca Raggi le diverse componenti che la sostengono hanno preteso di essere rappresentate.
Il vecchio Cda e l'mministratore delegato alberto irace , molto vicino a Matteo renzi e al sottosegretario
Maria elena Boschi , con cui era stato componente dello stesso consiglio di amministrazione nella fioren
tina Publiacqua, si era messo di traverso su posizioni che stanno alla base della linea politica dei Cinque
Stelle, da sempre schierati per l'acqua pubblica. L'Acea di Irace invece era andata a fare shopping persino
a Latina, allargando la privatizzazione del settore e facendo impazzire il Movimento. Un discorso che vale
anche per le farmacie. La direttrice chiamata da ignazio Marino per risanare Farmacap ha lavorato con la
scure, impacchettando - questa è la versione del commissario nominato dalla Raggi, angelo Stefanori , la
società per essere messa sul mercato, privatizzando le ultime poche farmacie del Comune. Una linea che i
grillini vedono come fumo negli occhi. Senza il risanamento oggi però la Raggi avrebbe un buco di bilancio
in più, mentre la teoria della vendita delle farmacie stesse ai privati resta solo un'ipotesi visto che di esercizi
oggi a Roma ce n'è più di quanti ne richieda il mercato.
Foto: Virginia Raggi
Foto: (Imagoeconomica)
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Dall'Acea alle farmacie Lo spoil sistem della Raggi
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II governo crea la tassa sulle tasse
Quest'anno dovremo pagare 3,6 miliardi di euro in più a Caf e commercialisti che compilano le dichiarazioni
CLAUDIO ANTONELLI
• Quest'anno pagare le tasse costerà agli italiani 3,6 miliardi in più. Non si tratta di nuove imposte, ma di
tasse sulle tasse. Il frutto geniale e perverso della sfilza di adempimenti che il governo Renzi ha aggiunto
alla giungla burocratica già esistente e ha imposto in modo unilaterale ad aziende e cittadini. I nuovi
provvedimenti richiesti per ottemperare ai versamenti Iva e l'ultima versione della dichiarazione dei redditi
del 730 costano ai contribuenti, costretti a rivolgersi ai professionisti, rispettivamente 2,1 e 1,5 miliardi di
euro. Un salasso per giunta paradossale, perché fine a sé stesso. Basti prendere in considerazione le
regole sull'Iva: gli ultimi obblighi di comunicazione all'Erario servono per combattere l'evasione. Il governo
stima di recuperare gettito per 2 miliardi di euro, meno del costo che ricade sulla testa delle imprese. La
conseguenza è: più burocrazia e meno Pii. «Con questa prassi», spiega Andrea Ferrari, presidente
dell'Aidc, «l'Agenzia delle entrate continua a colpire chi è in regola e non fa nulla sul sommerso». alle
pagine 2 e 3 II Da quest'anno pagare le tasse costerà agli italiani 3,6 miliardi in più. Non sono nuove
imposte, ma tasse sulle tasse. Il frutto geniale e perverso della sfilza di adempimenti che il governo Renzi
ha aggiunto alla giungla già esistente e imposto alle aziende e ai cittadini. I moduli richiesti per ottemperare
ai versamenti Iva e l'ultima versione della dichiarazione dei redditi del 730 costano ai contribuenti, costretti
a rivolgersi ai professionisti, rispettivamente 2,1 miliardi e 1,5 miliardi di euro. Un salasso per giunta
paradossale perché fine a sé stesso. Ricade sulle spalle dei commercialisti, dei Caf e quindi dei
contribuenti senza portare vantaggi nelle casse dello Stato. IL PARADOSSO «Con l'ultimo decreto
sull'Iva», spiega alla Verità Andrea Ferrari, presidente dell'Associazione italiana dottori commercialisti
(Aidc), «si sono introdotti 8 nuovi adempimenti annuali (poi ridotti a 6) per consentire un maggiore controllo
sulle false fatturazioni. Che lo sappiate 0 meno da quest'anno tutti gli imprenditori e i professionisti italiani
devono inviare all'Agenzia delle entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute. Scopo, legittimo, della
norma è quello di stanare l'evasione Iva. Giusto. Entrate stimate a fronte di questa manovra, 2 miliardi di
euro. Senza aver introdotto alcuna nuova imposta». Il problema è che per mettersi in regola le aziende
rispetto all'anno precedente sono chiamate a un aggravio di ben 9 ore/uomo. Ciascuna ora lavorata
richiede un costo medio di 30. Per rispondere alla nuova modulistica si spende così circa 270 euro.
Fa27oeuroperimpresa. Moltiplicato per il numero delle imprese interessate, il costo complessivo è di 2,1
miliardi. «In sostanza», prosegue Ferrari, «per recuperare 2 miliardi di evasione Iva, lo Stato grava le
aziende in regola di un costo addirittura superiore. Assurdo anche immaginando che il recupero
dell'evasione sia poi concreto. Tanto valeva inventare una nuova tassa e non far perdere tempo ai privati».
LA CLASSIFICA L'Italia, sotto il profilo fiscale, si colloca agli ultimi posti per convenienza all'investimento.
Con una pressione fiscale del 62% e 240 ore medie dedicate dagli imprenditori per adempiere le pratiche
tributarie risultiamo al -126 posto nella graduatoria degli stati mondiali per attrazione fiscale. Vuoi dire che
l'imprenditore che investe in Italia deve essere disposto a consegnare due terzi dei propri profitti allo stato
Italiano, ma non solo. Il costo del fisco, con pressione complessiva attorno al 62%, secondo i dati forniti
dall'Aidc alla Verità, è di 240 ore uomo, come abbiamo accennato sopra. Ora, tenuto conto che il costo
medio di un dipendente è di circa 25 euro l'ora e supponendo che il dipendente comporti costi per l'ufficio
che occupa pari a circa il 20% del proprio lavoro (ed è un'ipotesi largamente sottostimata), si arriva a un
totale di circa 30 euro per ora lavorata. Si ottiene che il peso del fisco è di circa 7.200 euro per ciascuna
impresa. Dal momento che le imprese, in Italia, sono circa 8 milioni ci vuoi poco a trarre le conclusioni:
l'erario costa alle imprese 57 miliardi e 600 milioni di euro l'anno. Un record assoluto, tenuto anche
presente che la Francia, dove la pressione è molto elevata, gli oneri per le aziende che pagano le tasse si
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IL FISCO PICCHIA DUE VOLTE
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adempiono in circa 140 ore. In Finlandia 93 e nel Regno Unito circa no. La Svizzera richiede soltanto 63
ore all'anno. Nella tabella in pagina abbiamo elencato tutti i nuovi adempimenti imposti alle diverse
categorie di lavoratori e alle aziende italiane a partire dal 2013. Gli obblighi in genere si sommano ai
precedenti creando un «mare magnum» di burocrazia che diventa più onerosa delle tasse stesse. Con
l'aggravante, per le aziende, che si tratta di gravami difficili da prevedere e dunque da inserire nei bilanci
previsionali. Lo stesso discorso vale pure per i semplici cittadini. Basta prendere in considerazione il nuovo
730, come abbiamo accennato sopra all'inizio dell'articolo. «Il 730 precompilato, uno dei capisaldi della
politica tributaria del nostro penultimo governo», spiega Annalisa Donesana, vice presidente dell'Aidc, «si
basa ufficialmente sulla brillante, e giusta, trovata di fornire a parte dei contribuenti un 730 "semilavorato"
già largamente presente in altri Paesi. L'idea però nella realtà è diventata l'obbligo per contribuenti terzi
(quelli appartenenti al sistema della Tessera sanitaria come medici e farmacie) di inviare dati analitici
all'Agenzia delle entrate». Un invio massivo che riguarda mezzo milione di persone. «In questo caso
l'impegno è più ampio: diciamo che nell'anno ci vorranno una decina di ore (un'ipotesi, come al solito)
ottimistica», prosegue Donesana. «Equivalgono a circa 300 euro di spesa prò capite, per un totale di circa
un miliardo e mezzo di euro a carico di medici, farmacie, cliniche e case di cura». E di semplificazione c'è
stata solo la promessa virtuale. A fronte dell'introduzione, con il relativo decreto fiscale, di 6 nuovi
adempimenti, si è tolta una comunicazione statistica (I'intra2) che pesava dai 4 ai 12 adempimenti l'anno
per una piccola fetta di contribuenti (quelli che hanno relazioni commerciali con altri Paesi Uè). Si è poi
inserito un nuovo adempimento che colpisce tutti. Così lievitano i costi sull'intero sistema Paese. E in
questa analisi ci siamo concentrati sulla burocrazia di massa, evitando di andare a spulciare le voci che
toccano categorie di nicchia. In questo modo la statistica aiuta a comprendere la follia in atto. La
propaganda politica vuole a tutti i costi vendere un messaggio preciso: i governi tagliano le tasse, 0 meglio
abbassano la pressione fiscale. Alla lettera non è falso. Salvo poi intervenire sulle detrazioni fiscali e
dunque alzare la base imponibile sulla quale i cittadini vengono tassati, fino al paradosso di fare ricadere
sulle spalle degli italiani l'impegno che dovrebbe essere in capo allo Stato. La lotta all'evasione è un
fallimento. La bava alla bocca che richiede un gettito in continuo aumento per rispettare i vincoli di bilancio
crea un circolo vizioso tremendo. L'imprenditore (e in generale il cittadino) carico di questi adempimenti
dovrà distrarre il proprio dipendente dall'attività produttiva per dedicarlo all'attività burocratica. Quindi meno
Pii e più povertà per tutti.
TEMPLO II tempo necessario all'assolvimento dell'obbligo tributario per le aziende nel 2016 Svizzera II
costo orario per le aziende 130 euro l'ora il costo medio di un dipendente 17.200 euro il peso del fisco per
ciascuna impresa 18 milioni circa le imprese italiane 157 miliardi e 600 milioni il costo annuo sostenuto
dalle imprese italiane per pagare le tasse 240 ore LE NOVITÀ Decreto Iva Con questo decreto si sono
introdotti 8 nuovi adempimenti annuali (poi ridotti a 6) per consentire un maggiore controllo sulle false
fatturazioni. Entrate stimate a fronte **""'"" di questa manovra 2 miliardi di euro. _ ^ I nuovi adempimenti
pesano un'ora e mezza per volta. Un aggravio di 9 ore/uomo per impresa. Considerando il numero di
imprese fa 2 miliardi 160 milioni Il 730 precompilato prevede un invio massivo che ha coinvolto circa 500.00
operatori. L'invio nell'anno prevede una decina di ore di lavoro. Equivalgono a circa 300 euro di spesa prò
capite, per un totale di circa 1 miliardo e mezzo Verità
ROCRàZIA' Le norme negli ultimi quattro anni
Introduzione dal 2013 per anno d'imposta 2012 dai 2013 per anno d'imposta 2012
(eliminata nei 2017 dal milleproro^ie)
iiHI ~"~~™
Adempimento ISpesometro polifunzionale llnvio telematico comunicazione beni ai soci •Obbligo iscrizione
all'archivio web per effettuare operazioni intracomunitarie IVisto di conformità obbligatorio per
compensazione crediti tributari imposte dirette superiori ad euro 15.000,00 I Modello f24 telematico anche
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per i privati se di importo superiore a 1.000 euro | Modello f 24 telematico anche per i privati se presenti
compensaziqni_ I Modello f24 telematico per tutti esclusivamente attraverso i canali dell'agenzia delle
entrate se di importo pari a zero • Fatturazione elettronica alla pubblica amministrazione 1 Nuovo regime
forfettario per contribuenti minimi ICertificazioni uniche per lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi I Per
730 precompilato invio telematico annuale dati sistema tessera sanitaria sts, strutture autorizzate servizi
sanitari, medici, odontoiatri, farmacie, asl, case di cura IPer 730 precompilato invio telematico annuale dati
per pompe funebri, istruzione universitaria, corsi specializzazione e master universitari, bonifici per
ristrutturazione edilizie e risparmio energetico trasmesse da istituti di credito • Per 730 precompilato invio
telematico annuale dati spese ristrutt. edilizia e risparmio energetico 50%-65% amministratori condominio I
Per 730 precompilato invio annuale telematico dati sistema tessera sanit. sts ottici, veterinari, ostetrici,
tecnici di radiol. medica, parafarrn. • Comunicazioni telematiche dati Iva trimestrali ilnvio telematico dati
rilevanti fatture acquisti/vendite (nuovo spesometro) •Modelli intra acquisti e servizi mensili e trimestrali dal
2014 dal 2014 abolto^ìliri93/2016 dal 2014 in vigore j dal 2014 in vigore |daÌ2Ò15 ' da! 2015 per anno
d'imposta 2014 dai 2015 per anno d'imposta 2014 dal 2016 per anno d'imposta 2015 dal 201? per anno
d'imposta 2016 iaTfOITpeFannod'imposta 2016 dai 2017 per anno d'imposta 2017 dal 2017 per anno
d'imposta 2017 semestrali, trimestrali a regime per gli anni successivi da! 2017 per anno d'imposta 2016
(eliminati dal dì. 193/2016 e successiv. rìpristmati dai miiSeproroghe) IModifica modelli delle lettere di
intento per esportatori abituali •Contabilità di cassa con nuovo regime per ditte individuali e società di
persone in contabilità semplificata • Nuova Iri per ditte individ.e società di persone in contabilità ordinaria dal 2017 da! 2017 per anno d'imposta 2016 dal 2017 7 Verità
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INTOLLERANZA AL LATTOSIO: TOGLITI OGNI DUBBIO
Le domande più frequenti, le risposte degli esperti e una dieta ad hoc. Per tenere sotto controllo un
problema che può insorgere a ogni età di Valeria Ghitti
L'intolleranza al lattosio è l'incapacità da parte dell'intestino di assorbire lo zucchero contenuto nel latte e in
gran parte dei suoi derivati, con la conseguente comparsa di fastidiosi sintomi gastrointestinali. È un
problema di cui si parla ormai molto. Ma non sempre correttamente: per fare chiarezza abbiamo intervistato
il dottor Edoardo Savarino, gastroenterologo e ricercatore dell'Università degli Studi di Padova. Da cosa
dipende questo problema? «Alla base dell'intolleranza al lattosio c'è una ipolattasia, cioè la carenza
dell'enzima lattasi, presente normalmente sulla superficie dei villi intestinali, che serve per dividere il lattosio
nei due zuccheri che lo compongono: il glucosio e il galattosio, più facili da assorbire. L'ipolattasia è nella
maggior parte dei casi genetica (primaria), ma può anche dipendere (secondaria) da gastroenteriti acute,
da malattie infiammatorie intestinali croniche o dalla celiachia, che possono danneggiare la mucosa
intestinale. Quando la lattasi scarseggia in quantità e/o in qualità, il lattosio non viene ben assorbito e arriva
integro alla parte terminale dell'intestino tenue e nel colon, dove può richiamare liquidi o essere fermentato
dalla flora batterica, con la conseguente formazione di gas e altre sostanze che possono scatenare
indesiderati sintomi gastrointestinali». Quanto è diffusa questa intolleranza? «È un problema piuttosto
frequente, se consideriamo che circa il 50-60% della popolazione italiana fa i conti con un'ipolattasia
primaria ed è quindi predisposto a sviluppare l'intolleranza. Ma non abbiamo dati precisi sul numero di
persone che ne soffrono, perché avere una carenza di lattasi non significa automaticamente e
immediatamente sviluppare i sintomi, e solo un terzo di coloro che li manifestano si sottopone poi a un
esame diagnostico». Può comparire a qualsiasi età? «Sostanzialmente sì. Raramente però si manifesta
alla nascita, mentre più spesso compare in età scolare-adolescenziale o in età adulta, quando avviene il
calo naturale cui l'enzima va incontro negli anni e che comincia già dopo lo svezzamento. L'eventuale
comparsa dell'intolleranza, comunque, dipende anche dal grado di attività dell'enzima residuo, da quanto
lattosio si è abituati a ingerire e dall'equilibrio della propria flora intestinale. Per questo può manifestarsi in
qualsiasi momento della vita oppure non farlo affatto nonostante il deficit enzimatico». Quali disturbi crea a
breve e lungo termine? «Nell'immediato, dalla mezz'ora alle due ore dopo l'ingestione di lattosio,
l'intolleranza scatena sintomi gastrointestinali come gonfiore, dolori addominali, meteorismo, flatulenza e
diarrea. Con il tempo, episodi diarroici ripetuti e prolungati possono favorire problemi di assorbimento dei
nutrienti e quindi carenze. Possiamo considerare un problema a lungo termine anche la carenza di calcio
che può verificarsi in chi, intollerante o convinto di esserlo, esclude autonomamente dalla propria dieta
qualsiasi latticino e derivati, senza bilanciare con altre fonti nutrizionali del minerale». Ma intolleranza e
allergia al latte sono da considerare la stessa cosa? «Assolutamente no. L'allergia dipende da una reazione
anomala del sistema immunitario nei confronti delle proteine del latte e non verso lo zucchero. La reazione
allergica può essere scatenata anche da piccole quantità (nei casi più seri anche per inalazione) e non dà
solo disturbi intestinali: pochi minuti dopo l'ingestione possono comparire anche gonfiore alla bocca e alla
gola, orticaria diffusa, difficoltà respiratorie e - nei casi più seri - shock anafilattico». Serve fare un test per
diagnosticare l'intolleranza al lattosio? «Sì, perché i sintomi da soli non bastano, essendo aspecifici e per
questo attribuibili anche ad altri problemi gastrointestinali. Anzi, per una corretta e completa diagnosi è
consigliabile abbinare due esami. Il primo, più diffuso e comune, è il test del respiro ("breath test"), che
individua la presenza di un cattivo assorbimento del lattosio e la sua entità, analizzando nell'aria espirata
dopo aver bevuto 25-50 grammi di lattosio la presenza di idrogeno, prodotto dalla fermentazione intestinale
dello zucchero non assorbito. Il secondo è invece un test genetico che viene eseguito su un campione di
saliva e che permette di individuare la causa del cattivo assorbimento, perché identifica un'ipolattasia
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Alimentazione
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primaria. Se quest'ultimo ha esito negativo ma il test del respiro è positivo, il medico ipotizzerà
un'ipolattasia secondaria e quindi sottoporrà il paziente a ulteriori esami per individuare la presenza di una
possibile malattia intestinale all'origine del problema». Si può "guarire" da questo disturbo? «Se
l'intolleranza dipende da un'ipolattasia conseguente a una malattia intestinale acuta e transitoria (come una
gastroenterite), risolta questa e ristabilita l'integrità intestinale, ci si può considerare guariti. Negli altri casi,
e in presenza di un'ipolattasia primaria, non si può invece ripristinare una quantità/qualità di lattasi che
permetta di consumare lattosio senza alcun problema. In ogni caso, con la giusta strategia, si può ottenere
una remissione dei sintomi: in genere bisogna seguire una dieta priva di lattosio per 3-4 mesi (vedi qui
sopra, ndr) , quindi - eccezion fatta per i casi più gravi - reintrodurlo gradualmente fino a una dose-soglia,
cioè una quantità che riesci a consumare senza avere disturbi. Ciascuno ha una sua quantità-limite, ma la
maggior parte degli intolleranti non ha problemi a ingerirne fino a 12,5 g al giorno, specie se frazionati
nell'arco della giornata. Con il medico si può poi anche cercare di aumentare gradualmente la dose-soglia».
Si può contrastare l'intolleranza ricorrendo anche a specifici integratori? «Da qualche anno sono disponibili
in farmacia compresse o capsule che contengono l'enzima lattasi, estratto da lieviti o muffe. In genere ne
basta una, presa circa venti minuti prima di consumare cibi contenenti lattosio, perché l'enzima introdotto ti
assicuri la digestione dello zucchero, evitando o riducendo di molto la comparsa dei sintomi. Questi
integratori non curano l'intolleranza, ma possono aiutare a mantenere una dieta bilanciata, senza rinunciare
a un'intera categoria alimentare. O possono essere utili anche solo quando si mangia fuori casa ed è più
difficile controllare la presenza di lattosio nei piatti. Non ci sono poi controindicazioni al loro utilizzo, tanto
che sono indicati anche per i bambini, malgrado sia sempre meglio sceglierli dietro specifica indicazione
medica. Non hanno neppure particolari effetti collaterali: la lattasi ingerita non entra infatti nel circolo
sanguigno e perdura nell'intestino per poco tempo, venendo quindi rapidamente eliminata per via fecale.
Motivo per cui va riassunta a ogni pasto». Sul mercato ci sono sempre più prodotti con la dicitura "senza
lattosio", a partire dal latte che ora si trova anche in tanti bar. Sono soluzioni valide? «Per i pazienti che
denunciano un'intolleranza lieve o moderata, il consumo di alimenti (latte incluso) privati del lattosio può
rappresentare una buona soluzione, poiché riducono il rischio di sviluppare carenze nutrizionali importanti.
Nelle forme di intolleranza severa o grave, che sono peraltro una minoranza, non ci sono però sufficienti
evidenze scientifiche che supportino l'adozione di una dieta con alimenti delattosati, i quali contengono
comunque minime quantità di lattosio: in questi casi, quindi, può essere più prudente evitarne in ogni caso il
consumo. Fatta questa raccomandazione, in termini assoluti il giudizio è comunque positivo».
Qui c'è se leggi in etichetta: latte (o derivati), latticello, siero di latte, latte in polvere, latte condensato o
disidratato, lattosio. PROSCIUTTO e insaccati in genere FARMACI e integratori alimentari SALSE e sughi
pronti CAFFÈ SOLUBILE e polveri istantanee per bevande
IL CONSUMO DI ALIMENTI PRIVATI DEL LATTOSIO RIDUCE ANCHE IL RISCHIO DI SVILUPPARE
CARENZE NUTRIZIONALI IMPORTANTI.PANE, grissini, cracker
DADI da brodo FIOCCHI DI CEREALI, barrette e muesli
LA DIETA DI ESCLUSIONE
Il primo passo contro l'intolleranza consiste nel seguire un'alimentazione senza lattosio per 3-4 settimane.
Ecco un menu settimanale stilato dalla dietista Valeria Baldan, che ricorda: «Evita anche i prodotti
delattosati, mentre tra i latticini sono ammessi solo grana o parmigiano stagionato più di 36 mesi. Sostituisci
latte, yogurt, burro e panna con alternative di origine vegetale, scegliendoli arricchiti di calcio. Sempre per
questo minerale abbonda in legumi, cavoli, broccoli, spinaci, carciofi, frutta secca, semi di sesamo, tuorlo
d'uovo e prodotti ittici come sgombri, alici, polpi e calamari, tutte buone fonti di calcio. E bevi acqua con più
di 200 mg di calcio per litro». Attenta: nei cibi segnati nel menu con (*) controlla sempre l'assenza di
possibili fonti di lattosio.
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Lunedì
Colazione: 1 tazza di latte di soia con fiocchi* di avena e un frutto. Spuntino: cracker* integrali Pranzo:
risotto con parmigiano stagionato più di 36 mesi e mantecato con margarina; misticanza all'aceto
balsamico. Merenda: un frutto. Cena: minestrone* di verdure con crostini di pane; carpaccio di roastbeef
con rucola e limone.
Martedì
Colazione: 1 tazza di latte di avena; fette biscottate* con marmellata. Spuntino: 1 macedonia di frutta
fresca. Pranzo: insalata di farro con ceci, pomodorini e olive; insalata di finocchi e arance; un frutto fresco di
stagione. Merenda: yogurt di soia con noci. Cena: calamari in umido con una polentina morbida; ratatouille
di verdure.
Mercoledì
Colazione: 1 tazza di tè al limone, 2 fette di pane ai cereali con bresaola. Spuntino: gallette di mais e
quinoa. Pranzo: fusilli con tonno e capperi; carciofi in padella. Merenda: spremuta di agrumi e una manciata
di mandorle al naturale. Cena: frittata con cipolle e menta, insalata mista e un pane di grano duro.
3 prodotti "senza" IL FORMAGGIO Prodotto con solo latte italiano, il cremoso Stracchino Granarolo
Accadì Senza Lattosio può entrare nella dieta di chi è intollerante o fa anche solo fatica a digerire questo
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IL LATTE In bottiglia da un litro, Zymil Alta Digeribilità senza lattosio permette anche a chi è intollerante di
godere di una colazione con un latte 100% italiano. Lo trovi anche nei bar per la preparazione di un buon
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Giovedì
Colazione: yogurt di soia con fiocchi* di mais e frutta fresca di stagione. Spuntino: 1 barretta* ai cereali e
frutta secca. Pranzo: orecchiette alle cime di rapa con pinoli e alici; radicchio al forno. Merenda: purea di
mele e cannella. Cena: zuppa di legumi, pane ai cereali e insalata mista con carote grattugiate.
Venerdì
Colazione: 1 bicchiere di latte di mandorle, torta alle mele e uvetta (fatta con olio di semi di girasole al posto
del burro). Spuntino: frutta. Pranzo: pollo al curry con riso basmati; insalata di pomodori, 1 frutto. Merenda:
4 biscotti integrali* . Cena: salmone al forno ai semi di sesamo; zucchine trifolate e pane di segale.
Sabato
Colazione: tè al limone, gallette di riso con crema alle nocciole*. Spuntino: frutta. Pranzo: cous cous con
gamberi e zucchine; melanzane grigliate con aglio e prezzemolo. Merenda: mousse al cioccolato con latte
di soia. Cena: "club sandwich" con prosciutto crudo, lattuga e pomodoro; insalata di spinacino e mandorle.
Domenica
Colazione : frappè con latte di riso, fragole e banane; fette biscottate* con il miele. Spuntino: barretta* di
cereali e frutta secca. Pranzo: crostini* con funghi, spaghetti al ragù*, erbette saltate, macedonia di frutta
fresca. Merenda: crackers* integrali. Cena: fusi di pollo alla birra con patate al forno; cavolfiori alla paprika.
La dieta di proseguimento per reintrodurlo un poco alla volta Dopo la dieta di esclusione (qui sopra),
devi reintrodurre gradualmente gli alimenti contenenti lattosio per valutare la tua personale soglia di
tolleranza. «Vai con un alimento alla volta, non a digiuno e consumandolo insieme ad altri cibi, con le
quantità suddivise nell'arco della giornata. Se non avverti disturbi, dopo 1-2 giorni ne puoi introdurre un
altro e così via», spiega la dietista Valeria Baldan. «Inizia con quelli che hanno meno lattosio: formaggi
stagionati, latte e derivati delattosati e yogurt e latti fermentati. Questi ultimi due prodotti sono meglio
tollerati di altri perché i batteri in essi presenti fermentano il lattosio in acido lattico, facilitandone
l'assorbimento». Qualora dovessero ricomparire i sintomi, fermati: «Dopo qualche settimana puoi provare a
ricominciare la reintroduzione graduale per vedere se ne tolleri di più. E una volta verificata la tua dosesoglia, puoi anche consumare di tanto in tanto latticini più ricchi di lattosio (ma in quantità ridotte),
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Pag. 26 N.16 - 4 aprile 2017
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ricorrendo anche se necessario agli integratori di lattasi».
LO YOGURT Senza lattosio (quindi indicato anche per chi è intollerante) e con lo 0% di grassi, Zymil
Yogurt alla greca combina la bontà del sapore con una facile digeribilità. Composto da uno strato di yogurt
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Padova
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Foto: La maggior parte degli intolleranti non ha problemi fino a 12,5 g di lattosio al giorno
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Pag. 42 N.16 - 4 aprile 2017
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STRUCCANTI PER OCCHI
Devono essere delicati ma efficaci, in grado di rimuovere ombretto e mascara in pochi attimi, senza fatica.
Abbiamo testato con l'esperto cosmetologo 14 prodotti specifici, ed ecco i nostri 4 preferiti
Laurence Donnini
Qualche goccia su un dischetto di cotone e il mascara deve scomparire senza lasciare tracce: questo
chiediamo allo struccante occhi. Deve poi rispettare la pelle delicata della zona perioculare con formule il
più possibile dermoaffini, visto che si usa quotidianamente. Ne esistono due tipi: normali e bifasici. Questi
ultimi (da agitare prima dell'uso) sono studiati per rimuovere anche il makeup waterproof. COSA ABBIAMO
VALUTATO NELLA FORMULA «Sono state preferite le formule con pochissimi allergeni ( geraniol,
citronellol, linalool... ) per evitare i rischi di reazione cutanea dovuti al contatto ripetuto con questi
componenti», spiega il cosmetologo Umberto Borellini. «I conservanti come i parabeni ( methylparaben )
possono dare irritazioni e abbiamo quindi scartato i prodotti che ne contenevano». Invece abbiamo
privilegiato gli INCI con agenti lenitivi (come l'estratto di fiordaliso, Centaurea cyanus flower extract , o il
pantenolo, panthenol ), estratti naturali idratanti (come la betaina, estratta dalla barbabietola), o rivitalizzanti
(come l'olio di rosa mosqueta, Rosa moscheta seed oil ). COME SI È SVOLTA LA PROVA PRATICA
Abbiamo messo un po' di struccante su un dischetto di cotone, passandolo delicatamente su occhi truccati
con ombretto e mascara. Abbiamo valutato se il makeup veniva via facilmente alla prima passata, o se era
necessario insistere, ma anche se il prodotto era gradevole da usare e la praticità della confezione. Gli
struccanti bifasici sono stati testati anche su mascara resistenti all'acqua. IL PARERE DELL'ESPERTO «Le
formule bifasiche premiate hanno rimosso velocemente il trucco waterproof senza seccare troppo la pelle»,
spiega il cosmetologo. «Per chi si trucca in modo più leggero, suggerisco le formule "classiche" che
inglobano i pigmenti con delicatezza. Alcune, ricche di ingredienti idratanti, sono adatte anche al resto del
viso». I bifasici Struccante occhi doppia azione di Nivea 4,69 €, 125 ml. Nei super. IL PUNTO DI FORZA La
formula multitasking Bifasico, elimina il trucco waterproof con efficacia e delicatezza, grazie anche alla
presenza dell'olio di girasole ( Helianthus annuus seed oil ) che protegge le ciglia e all'estratto di fiordaliso
lenitivo. Adatto anche agli occhi sensibili e a chi porta lenti a contatto, rimuove il mascara più nero con una
sola passata. USALO COSÌ Agitalo bene e poi versane un po' su un batuffolo di cotone. Struccati con
movimenti delicati, senza sfregare, procedendo dall'interno dell'occhio verso l'esterno. Struccante Delicato
per occhi e labbra di L'Oréal Paris 4,40 €, 125 ml. Nei super. IL PUNTO DI FORZA Elimina ogni tipo di
makeup Adatto anche a eliminare il rossetto dalle labbra, rimuove facilmente dagli occhi il trucco waterproof
e a lunga tenuta perché è bifasico. Delicato sugli occhi, anche sensibili, ha una buona formula arricchita
con pantenolo, dalle virtù lenitive, e ha un'azione struccante molto efficace, specialmente sui pigmenti scuri.
Flacone elegante e maneggevole, peccato soltanto per l'etichetta, che risulta poco leggibile. USALO COSÌ
Agita il flacone per mescolare i due componenti del ptodotto, poi imbevine un batuffolo di cotone e procedi
alla detersione. Non lascia residui grassi. I classici Pink Water di Glass Onion 35 €, 500 ml. In istituto,
farmacia e su glassonion.it IL PUNTO DI FORZA L'azione rivitalizzante Un formato "famiglia" che conviene
se, per esempio, è usato da mamma e figlia. Adatto sia pre struccare gli occhi sia il resto del volto.
Contiene cellule staminali derivate dalla mela, dall'azione rigenerante e antiage (aiutano la riparazione dei
tessuti), betaina, estratto di hamamelis e di fiordaliso. Ha una fragranza ipoallergenica, che ricorda le mele
fresche e il conservante è di orgine naturale ( Lonicera japonica ). USALO COSÌ Imbevi il dischetto di
cotone e detergi la zona con dall'interno verso l'esterno. Con un secondo dischetto puoi struccare anche il
resto del viso. Struccante occhi biologico delicato di I Provenzali 4,98 €, 150 ml. Nei super. IL PUNTO DI
FORZA La formula bio Una buona composizione "verde" racchiusa in un flacone di plastica riciclata sulla
cui etichetta l'INCI è spiegato voce per voce. Contiene estratti vegetali biologici d'orzo, di rosa damascena
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Bellezza
04/04/2017
Pag. 42 N.16 - 4 aprile 2017
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e mosqueta ed è arricchito con acido ialuronico: rimuove il trucco facilmente e in tutta delicatezza. Ha un
profumo naturale di rosa, non contiene fragranze aggiunte. Prezzo ottimo per un prodotto di qualità.
USALO COSÌ Passa sugli occhi un dischetto struccante imbevuto di prodotto: ne basta poco per rimuovere
ombretto e mascara senza lasciare residui.
Foto: PROVATO. TESTATO. GARANTITO DA
VITA IN FARMACIA
22 articoli
04/04/2017
Pag. 5 Ed. Milano
diffusione:245885
tiratura:332759
L'Agenzia del farmaco «studia» il Pirellone
Dopo Pasqua una delegazione di Ema dovrebbe visitare il Pirellone, indicato come sede ideale da mettere
a disposizione per cercare di portare a Milano l'Agenzia europea del farmaco che per effetto della Brexit
dovrà lasciare Londra dove ora si trova. Lo ha riferito ieri lo stesso Roberto Maroni. Tornando sulle
polemiche con Matteo Salvini ed altri esponenti del Carroccio contrari all'ipotesi Pirellone,il governatore
leghista ha ribadito la sua idea: «Capisco alcune obiezioni, c'è sempre qualcuno contrario, ma la cosa
importante è portare l'Agenzia del farmaco a Milano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Il sopralluogo dopo Pasqua
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Roma
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L'assicurazione dei dirigenti non la fa AdiR
(s. riz.) La cosa, come si sono premurati di precisare i vertici aziendali, è prevista dal contratto. E fin qui
nessun problema. I dirigenti dell'Atac hanno pieno diritto anche ad avere un'assicurazione in caso di
decesso.
Nessun problema, peraltro, dovrebbe sussistere nel fatto che allo scopo di onorare quel contratto il direttore
degli acquisti dell'Atac Franco Middei abbia bandito una gara fra assicurazioni private. Se non per un
particolare: il Comune di Roma ha già una propria compagnia assicurativa. Si chiama Adir ed è controllata
al 75% dal Campidoglio, dall'Ama e dalla stessa Atac, mentre il restante 25% è in mano alla Regione Lazio.
Dal 1971 assicura i mezzi comunali oltre a fornire polizze vita e affini. Immaginando possibili critiche, i
medesimi vertici aziendali hanno sottolineato che era stato già Ignazio Marino ad affidare l'incarico «a un
diverso operatore economico». E c'è una ragione: l'ex sindaco aveva deciso di disfarsi di quella compagnia,
considerando giustamente anomalo il possesso di una compagnia assicurativa da parte di un Comune.
Ancora più anomalo per il fatto che una verifica da lui disposta sui conti aveva messo in luce come i premi
pagati dal Campidoglio risultassero 3,2 volte più cari di quelli del Comune di Milano e i sinistri 4,2 volte più
costosi che nel capoluogo lombardo. Con il commissario Paolo Tronca, la privatizzazione finì però nel
cassetto: l'ex prefetto di Milano rinnovò i contratti in scadenza al 31 dicembre 2015 per altri tre anni,
prolungando così di fatto anche la vita pubblica della compagnia. Che con lo sbarco di Virginia Raggi e del
suo assessore alle partecipate avrebbe definitivamente scampato il pericolo della cessione. Questo è ciò
che ha dichiarato pubblicamente Massimo Colomban: «Su Adir e Farmacap il piano è di mantenerle ed
efficientarle». Assicurazioni di Roma continuerà dunque a essere una società pubblica in house , come tale
destinataria di affidamenti senza necessità di gara. E qui c'è qualcosa che decisamente non torna. Il
Campidoglio possiede una propria società costituita appositamente per svolgere un certo servizio, e non se
ne vuole affatto liberare come avevano invece deciso i precedenti amministratori: anzi, prevede di
«mantenerla ed efficientarla». Ma anziché utilizzarla, decide di affidare il servizio all'esterno. Come se
anziché impiegare la polizia municipale per la vigilanza del Comune si chiamassero i vigilantes privati. Che
senso ha? (s.riz.)
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sorprese dell'atac
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Roma
diffusione:245885
tiratura:332759
C'è l'ombra della privatizzazione dietro la guerra delle farmacie
Erica Dellapasqua
Dopo il licenziamento improvviso della direttrice di Farmacap Simona Laing (che ha firmato il primo bilancio
in attivo della storia) rimbalzano sulle chat interne i veleni delle ultime settimane, attribuite dai detrattori alla
gestione commissariale dell'avvocato grillino Angelo Stefanori: «Se qualcuno pensa che mi fermi nel
reintrodurre la legalità all'interno dell'azienda, che è ora del tutto assente, si sbaglia di grosso. Non sono io
che faccio casino sulla pelle dei lavoratori, io applico la legge, in silenzio. E quando vedo qualcuno che
compie atti illegali, lo asfalto».
Qu esto in generale, ma nei giorni passati, tra i vari messaggi, i riferimenti alla Laing sono stati anche più
espliciti: «Tanto non mi fermo, su questo possono stare tutti tranquilli. Anche gli attuali amministratori di
Farcom, dove era prima, si sono peritati di cercarmi e mettermi in guardia...» Per inciso, Farcom è l'azienda
postoiese da cui proviene la direttrice licenziata.
La storia di Farmacap, intanto, resta appesa ad un punto interrogativo sul quale anche ieri pomeriggio i 350
dipendenti, riuniti in assemblea, hanno incalzato proprio Stefanori. Quest'ultimo, includendo la rete di
farmacie comunali sotto il cappello del dipartimento Politiche sociali in quanto «azienda speciale», e quindi
non «partecipata», almeno a parole ha escluso l'eventuale interessamento di Massimo Colomban, l'
assessore deputato ai «tagli». D'altro canto, lo sanno bene anche i sindacati, negli ultimi tempi è cresciuto
l'interesse verso le sorti di Farmacap, come dimostra l'ultimo «piano di valorizzazione», proposto dal
gruppo Farmacia Igea, che suggerisce al Comune «una metodologia operativa che consenta
all'amministrazione di liberarsi del peso economico della gestione delle farmacie».
La guerra, ormai pubblica, vede contrapporsi il nuovo commissario Stefanori, nominato dalla sindaca
Virginia Raggi e subentrato a Franco Alvaro (arrestato l'anno scorso per turbativa d'asta e abuso d'ufficio) e
Simona Laing, la direttrice generale fortemente voluta dall'ex sindaco Ignazio Marino e dalla sua assessora
al Sociale Francesca Danese, licenziata sabato sera «per assenza di buona fede nell'esecuzione del
contratto» al termine di una convivenza diventata impossibile.
Lui accusa lei di una serie di mancanze e pratiche contrarie ai principi previsti dallo statuto aziendale, dalla
«mancanza di una sua costante presenza nella sede di lavoro alla realizzazione di attività in contrasto con
le previsioni di legge consistenti nella avventata condotta delle compravendite all'ingrosso». Lei, invece,
nega con forza rivendicando una sana amministrazione: primo utile (530 mila euro) dopo anni di rosso e
vari risparmi indiretti come la diminuzione dei debiti nei confronti dei fornitori (1,8 milioni) e dell'esposizione
finanziaria (2 milioni). Dati comunque «storici», per un'azienda con oltre 10 milioni di perdite nel 2011, affitti
incomprensibili (172 mila euro per un locale sulla Laurentina) e senza gare per le forniture. Poi, tra i due,
c'è la questione dei dipendenti licenziati, quattro sul totale dei 14 destinatari di avvisi di garanzia: «Mi si
contestano quei provvedimenti, ma coi video dei furti dei farmaci, chiari e reiterati - ha sempre detto Laing cos'altro potevo fare se non allontanare i responsabili?».
Stefanori, ieri, ha confermato le accuse: «Durante l'amministrazione Laing - ha fatto sapere - sono state
riscontrate diverse anomalie, nell'acquisto e nella gestione dei farmaci e nell'uso improprio del magazzino
dove si rastrellavano farmaci rari anche antitumorali». D'altro canto, l'idea è quella di un disegno ben
preciso: «Fermare la produttività di Farmacap - attacca la Laing - per attingere ancora alle tasche dei
romani». In quest'ottica l'annunciata ricapitalizzazione, circa 9 milioni di euro, documenterebbe la «resa».
L'opposizione, così, attacca. Per il consigliere Marco Palumbo (Pd) «nel dubbio su cosa fare sulle
partecipate si licenzia chi le risana», mentre Francesco Figliomeni (Fdi) chiede «un'immediata
convocazione della commissione Politiche sociali perché è stata la stessa Laing, con le sue denunce, a far
scattare le indagini della procura».
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il licenziamento della direttrice simona Laing
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Erica Dellapasqua
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La vicenda
Lo scontro
La guerra, ormai pubblica, vede contrapporsi il nuovo commissario Stefanori, nominato dalla sindaca
Virginia Raggi, e subentrato a Franco Alvaro
e Simona Laing, la direttrice generale fortemente voluta dall'ex sindaco Marino
Foto: Protesta Nella foto d'archivio una manifestazione di qualche anno fa dei lavoratori di Farmacap
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Milano
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tiratura:316086
"Ho diritto all'eterologa la Lombardia non la paga"
La storia di Dana "emigrata" in Friuli
ALESSANDRA CORICA
A PAGINA VII «SONO appena 360 chilometri da qui a Pordenone. Ma sembrano 360 anni luce. E mi fanno
tanta rabbia». Dana racconta, e nel frattempo si tormenta le mani. È appena tornata da una fila, l'ennesima,
all'ospedale di Vimercate: ha portato con sé tutti i documenti accumulati da agosto. Da quando è andata
all'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, e per la prima volta si è sentita rispondere che sì, il
sogno di un bambino, lei e suo marito Adrian lo potevano realizzare. Grazie all'eterologa. «Sono tornata
all'Asl per capire, di nuovo, se potevo avere un rimborso, visto che la procedura in Friuli è a carico dalla
Regione. Ma nulla. Allo sportello la signora mi ha detto: vuoi un bambino? Te lo devi pagare».
Eccola, Dana. Capelli rossi e 29 anni portati con la consapevolezza di chi, a 16, è arrivata in Italia dalla
Romania in cerca di un lavoro. E da allora non ha mai smesso di costruirsi la vita, mattone dopo mattone.
«Con la mia condizione, che è una menopausa precoce, l'unica strada per restare incinta è l'eterologa spiega con la voce bassa - . Farò l'intervento il 3 maggio. E io e Adrian stasera faremo un bonifico di 3.160
euro. Per fare arrivare gli ovociti dalla Spagna in Friuli. Senza che questo Stato, al quale paghiamo le tasse
e del quale rispettiamo le leggi, ci aiuti».
Già, perché nell'Italia delle 20 sanità in Friuli, dove Dana farà l'intervento - «L'estero aveva dei costi ancora
più alti, e pensavamo che in Italia avremmo dovuto pagare solo il ticket» - l'eterologa è rimborsata. Mentre
in Lombardia, nonostante il governo abbia introdotto la procedura nei Livelli essenziali di assistenza, ancora
no. Tradotto: le casse del Pirellone, a quelle friuliane, non sborseranno un centesimo.
E la procedura - 6mila euro per il primo tentativo, il doppio se servirà un nuovo intervento - sarà a carico
della coppia.
«Siamo andati alla Casa dei diritti del Comune per una consulenza: tramite un legale, abbiamo chiesto
all'Asl e alla Regione un rimborso. Non ci hanno mai risposto. Come se le sofferenze di tutti questi anni non
contassero nulla - dice amara - . Io e Adrian ci siamo sposati nel 2010.
E abbiamo subito provato ad avere un bambino, ma nulla. Dopo tante analisi, due anni fa a Vimercate è
arrivata la diagnosi definitiva. Il mio medico mi ha detto: "Hai 27 anni, ma è come se fossero 57". Da allora,
ho girato gli ospedali di tutta la Lombardia: avevamo comprato casa sia qui in Italia, a Mezzago, sia in
Romania. Ma la seconda, alla fine, abbiamo dovuto venderla per pagare le cure», sottolinea, mentre stringe
tra le mani la cartelletta dove, ordinate, sono conservate tutte le analisi fatte.
«Siamo arrivati in Friuli dopo aver conosciuto, su un forum, una ragazza rimasta incinta tramite
un'eterologa fatta a Pordenone. Siamo andati lì per questo.
E ci hanno accolto senza farci sentire stranieri, ma solo persone con un sogno». Una famiglia, una casa,
una vita normale. «Quello che vogliono tutti, insomma. Ma che per noi non è semplice da ottenere. E non
parlo solo del lato economico: si parla sempre di ticket e rimborsi, ma la questione vera dell'eterologa, è
che accettarne l'idea non è semplice. Pensi sempre che quel bambino sarà di tuo marito, non tuo. Che
potrà avere i suoi occhi e il suo naso. Ma non i tuoi», dice Dana. E si ferma, perché ogni tanto se si
racconta la propria storia, bisogna fermarsi e respirare. «Sono dovuta scendere a patti con il fatto che
questo bimbo lo poterò in grembo e lo nutrirò con il mio sangue. Ma, geneticamente, non sarà mio: ci ho
messo tanto per capire che, comunque, sarà mio figlio».
Ecco che allora, dopo tutto questo, l'ostacolo economico quasi sembra niente. «Però è il principio che
conta - scandisce Dana - . Dopo l'annuncio che l'eterologa sarebbe stata inserita nei Lea, ho controllato tutti
i giorni la Gazzetta ufficiale, per vedere quando la legge sarebbe stata pubblicata. Adesso è successo. Ma
per noi, qui in Lombardia non cambia nulla. Perché sono considerata ancora una cittadina di serie B?».
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LA SANITÀ
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Milano
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LA DISTANZA
Sono appena 360 chilometri da qui a Pordenone. Ma sembrano 360 anni luce. E mi fanno tanta rabbia
L'ODISSEA
Abbiamo chiesto un rimborso, non ci hanno mai risposto. Per avere un figlio abbiamo venduto la casa
IL DOLORE
Già devo accettare che geneticamente non sarà mio. C'è la legge ma non viene applicata: siamo
cittadini di serie B
Foto: La conservazione degli embrioni congelati
Foto: Una biologa eterologa estrae da un apposito contenitore di azoto liquido degli embrioni congelati
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Roma
diffusione:218930
tiratura:316086
Farmacap senza pace "Laing non allineata"
MAURO FAVALE
IL sindacato esulta, l'opposizione in Campidoglio insorge, la giunta M5S tace, il commissario Angelo
Stefanori rincara le accuse e lei, Simona Laing, licenziata tre giorni fa, si difende: «Io sono pulita».
Farmacap è nel caos. La municipalizzata che gestisce (con i conti spesso in rosso, almeno fino al 2015) 45
farmacie comunali, vive un momento di grande turbolenza. A PAGINA V IL sindacato esulta, l'opposizione
in Campidoglio insorge, la giunta M5S tace, il commissario Angelo Stefanori rincara le accuse e lei, Simona
Laing, licenziata tre giorni fa, si difende: «Io sono pulita». Farmacap è nel caos.
La municipalizzata che gestisce (con i conti spesso in rosso, almeno fino al 2015) 45 farmacie comunali
vive un momento di turbolenza dopo che Stefanori ha dato il ben servito all'ex direttrice generale voluta da
Ignazio Marino per risanarne le casse in vista di una trasformazione in Spa messa nero su bianco dall'allora
sindaco Pd in una delibera.
«Una svendita», la definisce il commissario secondo cui quella delibera verrà presto modificata.
In una nota Stefanori ammette il «mancato adeguamento» della Laing «alla nuova mission aziendale». E la
accusa di «anomalie» che però non sono state contestate all'ex dg nella lettera di licenziamento «per giusta
causa» inviatale il primo aprile.
Stefanori imputa alla Laing l'acquisto di farmaci avvenuto «con una sola gara da 9,5 milioni, seguita da una
più piccola». Per il commissario, quegli acquisti «favorivano un unico fornitore chiudendo il mercato ad altri
competitor». Replica la manager originaria di Pistoia: «Erano 10 anni che non si faceva una gara per i
farmaci. Io ne ho fatte due di tipo europeo, in un solo anno, raggiungendo sconti maggiori del 10%.
Quelle gare le rivendico, ne vado orgogliosa». Ancora Stefanori: «Farmaci contingentati, anche
antitumorali venivano venduti a una società commerciale di Napoli» e poi, da lì, all'estero, «privando le
farmacie comunali, e quindi i cittadini romani, dei farmaci stessi.
Unica eccezione all'esportazione era rappresentata dalle vendite a una farmacia di Pistoaia, città di origine
del direttore generale». Risponde la Laing: «Sono tutte calunnie: Farmacap è stata autorizzata dalla
Regione Lazio alla vendita all'ingrosso di medicinali. Io ho solo trovato clienti che pagavano». A questo
punto è molto probabile che lo scontro si sposti davanti a un giudice: sicuramente quello del lavoro, con la
Laing pronta a impugnare il suo licenziamento. Ma non vengono escluse querele e controquerele,da
entrambe le parti.
Intanto l'opposizione in Aula Giulio Cesare annuncia interrogazioni e critica l'allontanamento dell'ex dg.
«Licenziata per buoni risultati - attacca Valeria Baglio, Pd - con l'M5S, a Roma solo un valzer di poltrone».
La Cgil in Farmacap, invece, esulta e parla di un licenziamento «a lungo agognato. Ora serve un percorso
nuovo». A quanto pare, il commissario Stefanori ha annunciato la riattivazione dei buoni pasto ai
dipendenti, uno dei motivi di attrito con la Laing.
Foto: A CASA Simona Laing, ex dg di Farmacap, licenziata il primo aprile
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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IL COMMISSARIO
04/04/2017
Pag. 5 Ed. Palermo
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tiratura:316086
La trasmissione del virus avviene soprattutto a causa di rapporti sessuali non protetti
CLAUDIO REALE
Il ritorno dell'Hiv. Con un nuovo incremento in Sicilia, a fronte di un dato nazionale in netto calo. Secondo
l'Istituto superiore di sanità l'Isola è una delle poche regioni italiane in cui le nuove diagnosi di Aids tornano
a crescere: nel 2015 si sono registrati 223 nuovi casi, circa il 20 per cento in più rispetto al 2012, il primo
anno in cui l'Istituto superiore di sanità ha avviato il censimento completo. Per rispondere a questo nuovo
fenomeno, che secondo l'ente di ricerca del ministero della Salute riguarda sempre stranieri e uomini che
hanno rapporti con altri uomini, l'Arcigay lancia un mega-progetto di controlli gratuiti: grazie a un
finanziamento da 300mila euro della fondazione "Con il Sud", l'associazione girerà con un camper per le
province di Palermo, Trapani e Agrigento per offrire test gratuiti, veloci e anonimi. Proprio sulla prevenzione
batte ad esempio la deputata grillina Giulia Di Vita, che ieri ha presentato una mozione alla Camera su
questo tema. «Una campagna della Lega italiana per la lotta all'Aids - afferma la parlamentare - ha
dimostrato che, se è possibile effettuare test in condizioni più facili, vi si sottopongono in tanti: 700 persone
in 15 giorni». A questa esigenza cerca di rispondere Arcigay: il camper dell'associazione, allestito in
collaborazione con l'ospedale Civico di Palermo, Nps Sicilia, Anlaids "Felicia Impastato", Uniattiva, Udu e
Sism, si fermerà davanti a discoteche, scuole e università, ma anche nelle piazze e nei luoghi di
prostituzione. Contemporaneamente saranno allestiti quattro sportelli di ascolto all'università e nella sede di
Arcigay: per chi fa il volontario sul camper (lo si può diventare compilando un modulo all'indirizzo
https://goo.gl/forms/UssnCEAqOyQRdooG3) l'associazione sta cercando di ottenere il riconoscimento di
crediti formativi universitari. Proprio Palermo, del resto, è la sesta provincia italiana con il più alto numero di
nuovi casi in valore assoluto, mentre la Sicilia è la terza regione con il maggiore aumento (peggio, ma su
dati assoluti molto meno consistenti, fanno solo Calabria e Molise): nel 2015, infatti, i nuovi contagi sono
stati 104, nel 45,4 per cento dei casi diagnosticati a uomini omosessuali o bisex. «Negli ultimi anni - annota
l'Istituto superiore di sanità riferendosi alle statistiche nazionali - si osserva una lieve diminuzione del
numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv per tutte le modalità di trasmissione tranne che per i
maschi che fanno sesso con maschi». Alta, in Sicilia, l'incidenza dei contagi subiti da stranieri: più di un
caso su 4 diagnosticato nell'Isola riguarda infatti un paziente con un passaporto diverso da quello italiano.
«Tra gli stranieri - annota l'ente di ricerca del ministero della Salute - la quota maggiore di casi è costituita
da eterosessuali femmine (36,9 per cento)». I dati suddivisi per Regione in questo caso non ci sono, ma a
livello nazionale l'Iss segnala un 46,9 per cento di africane (con un picco dalla Nigeria) e un 21,3 per cento
di sudamericane (con elevata incidenza fra i brasiliani). La buona notizia, se non altro, è invece la riduzione
dei contagi per chi fa uso di droghe iniettate, poco più del 3 per cento. Altissima, però, l'incidenza dei
rapporti sessuali non protetti, che ha provocato secondo l'Iss l'85,5 per cento dei contagi. «Tra gli altri
impegni richiesti con la mozione in discussione alla Camera - prosegue Di Vita - c'è anche quello di
assumere iniziative per ridurre l'Iva sui profilattici e di agevolarne la distribuzione in scuole e università».
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Allarme Aids, in Sicilia aumentano i contagiati
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:218930
tiratura:316086
Lite sui vaccini Demicheli lascia la sanità regionale
SARA STRIPPOLI
VITTORIO Demicheli lascia in anticipo il suo incarico di vice-direttore della sanità regionale.«Ragioni
personali», spiega. Nel 2018 lo aspetta la pensione. Ma da tempo si vocifera di divergenze con il direttore
regionale Renato Botti con contrasti sul piano nazionale vaccini. «Motivi personali», ripete Saitta.
A PAGINA VII LA sanità piemontese perde Vittorio Demicheli, epidemiologo di fama nazionale,
vicedirettore regionale con un incarico di peso nella riforma sanitaria: la riorganizzazione della rete
territoriale che è tassello imprescindibile per l'efficienza dei servizi sanitari. E della psichiatria, un'altra
tessera delicata che ha suscitato parecchie resistenze sin qui. Manca un anno alla pensione ma ieri
Demicheli - che della sanità piemontese è stato direttore con Mercedes Bresso - ha voluto rendere partecipi
della sua decisione i suoi collaboratori ai quali ha detto di aver comunicato la scelta all'assessore Antonio
Saitta e al direttore regionale Renato Botti.
La notizia ufficialmente ha sorpreso tutti.
È vero però che da tempo si riportano divergenze di opinione proprio con il direttore regionale scelto come
successore di Fulvio Moirano. Probemi con l'organizzazione dei servizi sul territorio? Pareri contrastanti
sulla psichiatria? A quanto pare no. La ragione più forte dei contrasti sarebbe in realtà l'applicazione del
piano vaccini nazionale 2016-2018 da poco approvato che ha portato a raddoppiare il budget da 300 a
600milioni. Una rivoluzione per i servizi in Piemonte, dove la Regione finora ha mantenuto una certa
autonomia.
Questa - insieme con l'approssimarsi della pensione e con un pizzico di delusione per non essere stato
scelto a sostituire Moirano sarebbe una delle ragioni, si vocifera nel mondo sanitario, dell'insofferenza di
Demicheli.
Nel 2015 l'epidemiologo aveva pubblicato un articolo accolto con grande eco nel mondo della sanità. Una
posizione dura. Nel dibattito pro e contro un allargamento massiccio delle vaccinazioni, era intervenuto con
parole assai critiche nei confronti delle ingerenze dell'industria farmaceutica: «Se qualche volta le autorità
sanitarie rispondessero di no a quel che l'industria propone, ci guadagnerebbero in credibilità» aveva scritto
suscitando non poche reazioni. Nulla di così strano, dunque, che Botti - in arrivo in Piemonte dalla
programmazione sanitaria del ministero della Salute - sul tema abbia posizioni più filogovernative.
Demicheli, che riprenderà servizio al Seremi, il servizio di sorveglianza epidemiologica, smentisce che ci
siano stati contrasti: «La mia è una scelta ispirata da ragioni personali - dice - Io sono distaccato dal
servizio ad Alessandria, dove devo tornare prima di andare in pensione se non voglio essere penalizzato
anche economicamente». L'assessore Saitta conferma che le motivazioni sono esclusivamente personali:
«Sapevo da tempo che Demicheli aveva intenzione di lasciare prima del tempo per non rischiare una
penalizzazione sul'indennità». Saitta però promette che tutto il lavoro cominciato dal vicedirettore sarà
concluso prima della sua partenza. Si parla di luglio, «ma probabilmente anche in autunno». L'assessore
assicura che in corso Regina non ci sono contrasti: «Naturalmente discutiamo, ma questo è assolutamente
normale. Se ci fossero stati contrasti l'avrei saputo». Il radicale Giulio Manfredi è uno dei dipendenti
dell'assessorato al quale Demicheli ha comunicato la sua intenzione. Dice che la sanità piemontese «non
può permettersi il lusso di fare a meno della sua esperienza e capacità» e chiede che Saitta relazioni in
Consiglio regionale. «Non si tratta di una questione personale ma politica - insiste Manfredi Siamo proprio
sicuri che non esistano margini per il ritiro delle dimissioni?».
I PUNTI
I COMPITI Demicheli, vicedirettore regionale della sanità, era stato incaricato dal direttore Botti (sotto) di
riorganizzare la rete territoriale e la psichiatria IL PIANO VACCINI L'applicazione del piano vaccini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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LA POLEMICA
04/04/2017
Pag. 1 Ed. Torino
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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nazionale 2016-2018 da poco approvato ha portato a raddoppiare il budget da 300 a 600milioni
Foto: L'ANNUNCIO L'epidemiologo Vittorio Demicheli. A sinistra Renato Botti, direttore della sanità
regionale
04/04/2017
Pag. 47 Ed. Torino
diffusione:150427
tiratura:216821
Pronto Soccorso I privati pronti ad attivarli
Spe rimentare pronto soccorso attivati dalle strutture sanitarie private accreditate con il servizio sanitario
pubblico per rispondere alla sfida dell'emergenza-urgenza. Non pronto soccorso generici, quelli che
rappresentano da sempre (e in certe circostanze fin troppo) i punti di riferimento dei cittadini, ma dedicati ad
alcune specialità: chirurgia, cardiologia, traumatologia. Obiettivo: fornire alternative concrete alle strutture
pubbliche, tramite spazi e personale disponibile H.24, per soddisfare le necessità dei cittadini.
La proposta è avanzata dall'Aiop - l'Associazione degli imprenditori privati della sanità - durante il rinnovo
dei vertici: Giancarlo Perla è stato rieletto all'unanimità presidente regionale; i vice presidenti sono Fabio
Marchi, del Gruppo Humanitas, Anna Vietti e Giacomo Brizio.
Il destinatario è l'assessorato alla Sanità, finora contrario ad ipotesi di questo genere: lo dimostra la
richiesta avanzata l'anno scorso dal Gruppo Villa Maria e subito rispedita al mittente. Ma tant'è: i privati ci
riprovano, rafforzati nella loro convinzione, e nelle loro ambizioni, dagli episodi non così infrequenti di
pronto soccorso messi sotto pressione da varie ed eventuali. «E' ricorrente la protesta dei cittadini per la
saturazione dei pronto soccorsi - spiega Perla nella sua relazione Perla -: non è forse venuto il momento di
consentire ai privati di attrezzarsi per integrare il sistema pubblico anche su questo versante?». Premessa:
«Nelle nostre strutture lavorano oltre mille medici specializzati in varie discipline: siamo in grado di
affrontare ogni patologia».
Nell'ottica della complementarietà rientra anche un'altra richiesta, questa volta sul tema della cronicità. «La
nostra rete della post acuzie è ormai collaudata - rilancia il presidente -. Perché non attrezzare centri per la
cronicità delle malattie?». In altri termini: perchè non prevedere strutture e reparti ad accesso diretto da
parte dei pazienti, che oggi arrivano nei presidi privati solo a seguito del trasferimento dagli ospedali
pubblici? Partita aperta . [ALE.MON.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Sanità
04/04/2017
Pag. 43 Ed. Cuneo
diffusione:150427
tiratura:216821
Condannato a un anno per il furto di farmaci
Un anno di reclusione e 400 euro di multa, oltre al pagamento delle spese. È la condanna inflitta dal giudice
del tribunale di Cuneo al cuneese Fabio Antico. L'uomo era stato denunciato da una farmacista per furto di
medicinali commesso nel giugno 2016 a Cuneo. «Nel pomeriggio era venuto ad acquistare medicine - ha
spiegato la dottoressa nella deposizione in aula -. Era senza ricetta e gli ho detto di andare dal medico per
farsela prescrivere. Di notte, quando eravamo di turno, è tornato. Ha suonato il campanello e gli ho passato
i medicinali nel passafarmaci. Mi ha strappato il sacchetto dalle mani e detto che non aveva soldi. Dieci
giorni dopo è tornato chiedendo la stessa medicina. Gli ho detto che doveva ancora pagare quella presa
l'altra notte. Continua, tuttora, a venire in farmacia, spesso senza ricetta». [e. gir.] BY NC ND ALCUNI
DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Cuneo
04/04/2017
Pag. 44 Ed. Cuneo
diffusione:150427
tiratura:216821
Gas per pulire i biberon "Nocivo? Lo usano ditte fornitrici di molte Asl"
ROBERTO FIORI
«Biberon a tutto gas» è il titolo dell'inchiesta firmata da Emanuele Bellano e trasmessa ieri sera da Report,
su Raitre. Un servizio che punta il dito contro le tettarelle monouso sterilizzate da alcune aziende produttrici
con l'ossido di etilene, un gas considerato pericoloso in quanto potrebbe essere cancerogeno, come
parrebbe emergere da alcuni studi effettuati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Vendita regolare
Nonostante ciò, queste tettarelle sono regolarmente in vendita nelle farmacie e vengono utilizzate dal 95%
dei reparti di Neonatologia di tutta Italia, che le acquistano dai fornitori con appositi bandi. Tra questi, c'è
anche l'Asl Cn2, che un mese fa ha ricevuto la visita delle telecamere di Report, giunte ad Alba per
chiedere conto di questo utilizzo. Ad accogliere l'autore dell'inchiesta è stato il direttore generale, Danilo
Bono, che spiega: «La nostra Asl, così come tutte quelle piemontesi, non utilizza più da molti anni l'ossido
di etilene come sterilizzante. Tuttavia anche noi, come la stragrande maggioranza degli ospedali, abbiamo
tra i fornitori delle confezioni monouso di tettarelle che hanno vinto regolari gare d'appalto, ditte esterne che
nella loro filiera produttiva utilizzano questo gas oggi messo sotto accusa».
Una pratica inevitabile? «Prima di tutto - precisa Bono - occorre una premessa per evitare inutili allarmismi:
il 90% dell'allattamento nel nostro reparto di Neonatologia è al seno, quindi naturale, e l'eventuale uso di
questi biberon è ridotto al minimo, per pochi giorni. Poi occorre specificare che la commercializzazione di
tettarelle trattate con l'ossido di etilene è ammessa a livello europeo e che questi prodotti sono inserti negli
annuari». E gli studi allarmistici dell'Oms, che ritiene il gas velenoso? «Abbiamo fatto una serie di verifiche,
ma non c'è nessuna direttiva nazionale che vieti o sconsigli l'uso di queste tettarelle. In assenza di ricerche
definitive e di un indirizzo preciso, noi non siamo autorizzati a fare cambiamenti o a escludere qualcuno da
una gara d'appalto. Se ci saranno indicazioni al riguardo, le adotteremo immediatamente. E non solo noi: il
Dipartimento materno infantile, infatti, è unificato a livello provinciale tra Asl Cn1, Asl Cn2 e Aso Santa
Croce e utilizziamo tutti il medesimo protocollo». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Il direttore della Cn2 commenta l'inchiesta di Report
04/04/2017
Pag. 35 Ed. Roma
diffusione:107848
tiratura:145152
Caso Farmacap : «Reintegreremo chi è sotto accusa»
Simone Canettieri
«Non aspetteremo il giudice del lavoro: reintegreremo subito i dipendenti coinvolti nell'inchiesta. Se hanno
rubato saranno puniti, magari sospesi per un po', ma non saremo noi a rubare loro la vita». Così il
commissario Angelo Stefanori sulla vicenda Farmacap: dopo aver rimosso il direttore generale Simona
Laing, annuncia che, «il prima possibile», ritorneranno a lavorare nell'azienda i dipendenti che erano stati
licenziati. Arnaldo Cozzolino intanto è il nuovo dg ad interim di Farmacap. Ira delle opposizioni: «M5S ha
una strana idea dell'onestà». a pag. 38 «Non aspetteremo il giudice del lavoro: reintegreremo subito
dipendenti coinvolti nell'inchiesta. Se hanno rubato saranno puniti, magari sospesi per un po', ma non
saremo noi a rubare loro la vita». Il commissario Angelo Stefanori propone l'offerta 4X1 a Farmacap. Dopo
aver rimosso il direttore generale Simona Laing, annuncia che, «il prima possibile», ritorneranno a lavorare
nell'azienda speciale che gestisce le 45 farmacie del Comune i dipendenti che erano stati licenziati proprio
perché coinvolti nelle indagini per furto e peculato. Sarà questo, annuncia, il primo atto di Arnaldo
Cozzolino, il nuovo direttore generale ad interim di Farmacap. L'addio di Laing non è stato indolore: la
manager scelta da Marino ha detto di essere stata cacciata proprio perché «aveva mandato via chi rubava i
farmaci» accusando il commissario Stefanori, scelto dalla giunta Raggi, di «non voler usare l'azienda come
un bancomat». Su l'intera faccenda l'ennesima ombra dello spoils system in salsa pentastellata, pratica
ormai di rito in tutte le società, grandi e piccine, del Campidoglio. LE REAZIONI Il commissario, e per
estensione il Comune, è finito subito nel mirino delle opposizioni. Il Pd (con Palumbo, Baglio, Piccolo e
Orlando) ha sottolineato «lo strano concetto di onestà del M5S». Anche FI, con Davide Bordoni, ha
decretato: «Raggi licenzia gli onesti». Dal mondo della sinistra però è spuntata la voce fuori dal coro della
Cgil che ha attaccato l'ex direttore generale «perché voleva svendere l'azienda ai privati». Una saldatura
sempre più frequente quella tra sindacato rosso e M5S. Sta di fatto che ieri Stefanori ha convocato i
rappresentanti dei lavoratori annunciando loro che «saranno pagati anche gli arretrati dei buoni pasto
sospesi negli ultimi anni». Operazione da oltre 2,3 milioni di euro. Il commissario, oltre a incassare
l'appoggio politico dei consiglieri pentastellati come Pacetti e Terranova, respinge le accuse di Laing e
rilancia: «La sua gestione ha avuto troppe anomalie». La principale riguarda l'acquisto dei farmaci: «L'ex dg
ha predisposto una sola gara relativa a una fornitura da 9,5 milioni euro, seguita da una gara più piccola,
aggiudicata ad altro soggetto, da 5 milioni. In realtà abbiamo comprato farmaci per 16 milioni solo dal
vincitore della prima gara». E c'è anche un caso viagra: farmaci contingentati che sarebbe stati acquistati e
poi rimessi sul mercato. «In magazzino ce n'erano duecento scatole, eppure va a ruba...».
ARNALDO COZZOLINO NOMINATO DIRETTORE GENERALE AD INTERIM LE OPPOSIZIONI: «IL M5S
HA UNO STRANO CONCETTO DI ONESTÀ» L'azienda in cifre 44
farmacie 19 anni di attività 18 asili nido gestiti 82 mln fatturato annuo medio
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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La politica
04/04/2017
Pag. 38 Ed. Roma
diffusione:107848
tiratura:145152
Laing, la denuncia prima dell'addio: «Strane telefonate, vogliono
isolarmi»
NUOVO ESPOSTO DELLA DIRIGENTE AI NAS INTANTO IL PM CHIUDE LE INCHIESTE SUI LADRI IN
FARMACIA : VERSO IL PROCESSO
Adelaide Pierucci
L'inchiesta che lei stessa ha contribuito a scoperchiare è alle battute finali e potrebbe portare presto a due
processi, per furto e turbativa d'asta. E a breve potrebbe partirne un'altra, originata dalle ultime denunce
presentate in procura proprio pochi giorni prima dell'addio. Simona Laing, ex dg di Farmacap appena
dimissionata dal sindaco, non ci sta ad essere «lasciata a casa come una delinquente». Il frutto del suo
lavoro di risanamento, dice, si vede anche da quel che accade in questi giorni a piazzale Clodio. La procura
si avvia infatti a chiedere due processi dopo le inchieste principali aperte sull'azienda delle farmacie
Farmacap, quella per l'affidamento con una gara pilotata di un asilo comunale ad un privato, e quella per lo
scandalo dei tredici farmacisti pizzicati a rubare nei punti vendita del Campidoglio. LA NUOVA DENUNCIA
Da tempo, però, la dirigente aveva messo mano anche a una nuova azione legale. «La sensazione che
percepisco - aveva scritto il 10 febbraio in una denuncia tenuta finora sotto silenzio - è quella che da parte
di qualcuno ci sia l'intento di estromettermi dall'incarico che ricopro. E questo non solo lo percepisco, ma è
stato anche evidenziato da alcuni messaggi che ho ricevuto, a volte con telefonate in forma anonima sul
mio cellulare». Sulle pressioni subite, la dirigente quarantenne ha presentato giorni fa un esposto ai
carabinieri del Nas. Ora la procura ha aperto un nuovo fascicolo. La prima querela della Laing, l'anno
scorso aveva portato all'arresto dell'allora commissario straordinario di Farmacap, Francesco Alvaro,
accusato di aver consegnato la gestione dell'asilo nido comunale di via Marco Enrico Bossi a un privato con
un bando su misura e sottocosto. La Laing poi aveva denunciato le razzie di farmaci fatte da alcuni camici
bianchi. Ora, la pm Nadia Plastina è pronta a chiedere il processo per 15 dipendenti coinvolti nei furti. E si
appresta a chiudere anche l'inchiesta per l'appalto dell'asilo. Per la dirigente, che a pochi giorni
dall'insediamento aveva firmato una procedura della gara, per poi denunciarne le scorrettezze, ha chiesto
l'archiviazione.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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LA DECISIONE
04/04/2017
Pag. 10 Ed. Reggio Emilia
diffusione:101787
tiratura:133899
Il ministro: 'Irregolarità? Lo valuterà il governo'
SARÀ il dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri a segnalare
all'Anac, se lo riterrà opportuno, eventuali irregolarità nella nomina di Annalisa Rabitti a presidente della
società delle farmacie comunali di Reggio Emilia Fcr. Lo dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che
ha risposto ad un'interrogazione sulla vicenda, presentata dalla deputata reggiana del Movimento 5 stelle
Maria Edera Spadoni. La nomina di Rabitti alla guida dell'azienda, avvenuta il 17 giugno 2015, era finita nel
mirino delle opposizioni in Comune che ne avevano contestato l'illegittimità ai sensi della cosiddetta "Legge
Severino", avendo l'attuale presidente ricoperto l'incarico di consigliera comunale nei due anni precedenti.
Da qui era poi stato sollecitato un intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele
Cantone, rinnovato da Spadoni nell'interrogazione. Il ministro chiarisce tuttavia che la normativa attribuisce
«al solo dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri il potere di
segnalazione all'Autorità nazionale anticorruzione ai fini della sospensione della procedura di conferimento
dell'incarico, in caso di violazione delle norme in materia. Resta comunque salva la possibilità per l'Autorità
di agire d'ufficio». Pertanto è rimessa all'ufficio di Palazzo Chigi «ogni opportuna valutazione di competenza
sull'attivazione dei poteri di segnalazione in ordine alla vicenda esposta nell'atto di sindacato ispettivo». La
parlamentare 5 stelle aveva inoltre domandato ad Orlando se intendesse «assumere un'iniziativa
normativa, anche come suggerito dal Presidente dell'Anac Cantone, affinché la normativa in questione
possa applicarsi oltre che ai politici di enti regionali, provinciali e comunali al di sopra dei 15.000 abitanti a
tutti coloro che abbiano ricoperto o ricoprano ruoli nazionali quali ministri, parlamentari e sottosegretari,
affinché nessun eletto possa avvantaggiarsi del proprio incarico politico per assumere ruoli amministrativi».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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LA NOMINA DI RABITTI A FCR
04/04/2017
Pag. 9 Ed. Ravenna
diffusione:101787
tiratura:133899
'Dolore nelle malattie reumatiche: capire, conoscere, trattare'
IL DOLORE è lo scomodo 'compagno di viaggio' dei pazienti colpiti da malattie reumatologiche. E' però
anche la bussola che può aiutare il medico specialista a formulare una dignosi corretta e ad elaborare la
terapia più adeguata. Questo tipo di patologie colpisce migliaia di pazienti nella nostra provincia. A
differenza del passato, i reumatologi hanno oggi a disposizione molti più strumenti per intervenire
favorevolmente sull'evoluzione della malattia e, in collaborazione con specialisti in terapia antalgica e
farmacisti, ad agire per contenere il dolore. L'ultima frontiera in questo settore è rappresentato dall'utilizzo
della cannabis a scopo terapeutico. Di tutto questo si parlerà nell'incontro promosso a Ravenna
dall'Associazione malati reumatici dell'Emilia Romagna, in programma giovedì alle 20.30 nella sala
convegni al settimo piano del Dea dell'ospedale. L'iniziativa dell'Amrer è gratuita ed aperta a tutti; ha il
patrocinio dell'Azienda sanitaria unica della Romagna. Si intitola 'Il dolore nelle malattie reumatiche: capire,
conoscere, trattare'. Interverranno i reumatologi Simona Bosi e Pierluigi Cataleta, lo specialista in terapia
antalgica Massimo Innamorato, Andrea Matteini della farmacia ospedaliera. «Le malattie reumatiche sono
caratterizzate all'esordio e durante la fase evolutiva dal dolore che si manifesta in maniera caratteristica a
seconda della patologia» spiega il dottor Cataleta. Il dolore, in caso di cronicizzazione, spesso si associa a
disagio psicologico, insonnia, depressione: fattori che influiscono nella qualità del vita del paziente. Di qui la
necessità di affrontare quello che è originariamente uno dei sintomi della malattia come una vera e propria
patologia da trattare. I medici hanno a disposizione strumenti più moderni, come il laser, gli ultrasuoni,
appunto la cannabis, e nuovi principi farmacologici che consentono di alleviare le sofferenze. «Una miglior
comprensione del meccanismo d'azione dei farmaci già disponibili potrebbe aumentare la loro efficacia aggiunge - attraverso un uso clinico più adeguato, meglio se in combinazione fra loro. Nella
consapevolezza che il dolore cronico resta un problema molto serio e largamente irrisolto per pazienti,
famiglia, società e medici». L'incontro è promosso dall'Amrer. Marcello Petronelli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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AUSL GIOVEDÌ L'INIZIATIVA AMRER APERTA A TUTTI
04/04/2017
Pag. 5 Ed. Sondrio
diffusione:43620
tiratura:65674
- MORBEGNO - IN ASST di Valtellina-Alto Lario c'è il conferimento di 40 incarichi di posizione
organizzativa a dipendenti per svolgere funzioni con assunzione diretta di alta responsabilità. Esaminati da
una commissione i 40 incarichi sono stati attribuiti per 24 mesi. I vertici di Asst hanno tenuto un workshop
con Giusy Panizzoli, dg di Asst, Pietro Previtali, professore in gestione dei sistemi organizzativi, Carlo
Iacomino, direttore amministrativo, e Giovanni Monza, ds. Un'attenzione particolare verrà dedicata a
Sondalo, con la presenza costante di Paola Palotti. Le altre 7 nuove posizioni organizzative individuate
sono la contabilità generale, in capo a Elena Divitini, il coordinamento dell'attività di soccorso sanitario di
emergenza 118, con Bruno Orsini, l'epidemiologia, con Nicoletta Camerota, la gestione dei flussi
informativi, con Marco Mosconi, la gestione dell'inventario, con Guido Agostini, la programmazione gare,
con Elisa Fogagnoli e lo staff della direzione socio sanitaria e gestione dei progetti, con Corrado Songia. E
Vincenzo Ognibene, alle discipline economiche e valutazione risorse umane, Andrea Ottaviano, al
reclutamento risorse umane e relazioni sindacali, e Ambra Tarabini Fraticelli, all'ufficio relazioni con il
pubblico e mediazione dei conflitti. Gli altri incarichi a Eugenio Togninalli (farmacia), Emanuela Piazzola
(Avvocatura), Claudia Gianoli (bilanci), Federico Sosio (gestione), Flavia Gobbi Frattini, Pierluigi Giudici,
Davide Mazza e Carmela Ongaro (coordinamento a vari livelli), Elena Rossi (disabilità), Maria Cristina
Tudori (risorse umane), Barbara Pedroli (formazione), Chiara Garavatti, gestione casse e centro unico
prenotazioni alta Valtellina, Paola Benzoni, gestione casse e centro unico prenotazione presidio sanitario
Sondrio, Carmen Zubiani, gestione gare e contratti, Monica Sala Tenna (acquisti beni e servizi), Gabriella
Gianotti, organizzazione presidi sanitari e socio sanitari bassa Valtellina, Giovanni Mauro, organizzazione
presidi sanitari e socio sanitari media Valtellina, Roberto Inversini, organizzazione presidi sanitari e socio
sanitari Valchiavenna e medio alto Lario, Catia Paganoni (management), Olga Del Gener, responsabile
amministrativo area territoriale bassa Valtellina e Valchiavenna, Carla Noli, responsabile amministrativo
territoriale alta Valtellina, Lidia Tirinzoni, responsabile infermieristico dei presidi Bassa Valle, Valchiavenna
e alto Lario, Ada Ferrari, responsabile infermieristico presidi alta Valtellina, Stefania Crapella, responsabile
infermieristico presidi Sondrio, Anna Maria Vesnaver, segreteria di direzione medica Sondrio, Antonino
Andaloro (sicurezza informatica), Bruno Gianola, tecnico patrimoniale alta Valtellina, Orsolina Rizzi
(segreteria medica) e Alberto Viganò (tecnico patrimoniale Sondrio). Michele Broggio Aprica
LUNEDÌ Aprica sarà protagonista de "Il passo che unisce", un incontro interprovinciale sui temi della
Resistenza e della Memoria. Si terrà presso il Palazzetto dello sport della località, dove si incontreranno gli
studenti delle classi terze della scuola di primo grado.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Una raffica di nomine per potenziare i servizi
04/04/2017
Pag. 13 Ed. Brianza
diffusione:43620
tiratura:65674
- CESANO MADERNO - UN ALTRO ANNO di utili in crescita per Assp Spa, l'azienda speciale servizi
pubblici creata dal Comune di Cesano Maderno e, da fine 2015, partecipata allo 0,1% anche dal Comune di
Meda. Superato il traguardo dei 20 anni di attività, il bilancio assestato del 2016 fa segnare un utile
d'esercizio di ben 439.617 euro, di cui 350.012 saranno distribuiti ai due comuni soci. Risultato record, che
assume ancor maggiore valore se confrontato con quelli di qualche anno fa, quando l'azienda galleggiava
poco sopra i pareggi o, nel 2010, fece registrare addirittura, perdite significative, salvo poi avviare una
inversione di tendenza che prosegue con decisione. «L'anno che si è da poco concluso - ha affermato il
presidente di Assp Spa Luca Zardoni - è stato importante: sono stati conclusi i lavori per l'apertura della
nuova Farmacia di Meda e del polo degli ambulatori medici che accoglie il Presidio Socio Sanitario
Territoriale di Meda, inaugurata lo scorso 15 marzo». Nell'anno 2016 la Società ha effettuato investimenti
per oltre mezzo milione di euro (565.098) senza ricorrere a mutui o finanziamenti. È proseguita inoltre
l'azione di riduzione dell'indebitamento che nel 2016 resta di 1.094.576 euro, un terzo di quello del 2010.
Per contro, le disponibilità liquide sono quadruplicate rispetto al 2010, arrivando a 2.307.476 euro. Nel
corso degli anni, anche a seguito all'introduzione di nuove normative, la società ha modificato le proprie
attività concentrandosi sulle farmacie comunali che oggi rappresentano la principale fonte dei ricavi. «Il
nostro concetto di farmacia è quello di offrire servizi alla comunità nella quale operiamo per assolvere al
ruolo di farmacia di servizi», aggiunge Zardoni, sottolineando la scelta di mantenere una farmacia
comunale aperta per tutto il mese di agosto, così come la decisione di ampliare l'orario della farmacia di
piazza Procaccini anche nel pomeriggio di sabato. L'altro versante su cui opera Assp è quello dei servizi
cimiteriali dove «ancor prima del fattore economico, prevale l'utilità sociale e di servizio». Ga.Bas.
Motociclista urtato da un'auto finisce in ospedale
Ancora un mese. Anche la città metropolitana di Milano ha prorogato per trenta giorni come la Provincia di
Monza il finanziamento per fare funzionare gli autobus fra la Brianza e il Nord Milano. Le linee z227 e z227
non saranno tagliate. Almeno per aprile.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Farmacie comunali, ancora utili record
04/04/2017
Pag. 9 Ed. Empoli
diffusione:75756
tiratura:102414
PALAZZO della Volta, «testimonianza di antica abitazione aristocratica». Al suo interno ci sono la sede
della Nobile Contrada di Sant'Andrea, la sede della Fondazione Montanelli Bassi, l'auditorium. Punto di
aggregazione sociale e contenitore di memorie e storia, il Palazzo dovrà essere valorizzato anche come
luogo di attrazione per il turismo storico-culturale e di pellegrinaggio sull'itinerario della Francigena. Di
recente è stata inaugurata la nuova torre panoramica realizzata con un finanziamento regionale pari a 300
mila euro che è servito, in parte, anche alla realizzazione della Farmacia del Pellegrino. Un'opera questa,
che sarà aperta a breve. Intanto il Comune, proprietario dell'immobile, ha approvato l'avviso pubblico per la
formazione di una graduatoria per la concessione a titolo gratuito, di questi nuovi locali. Si cerca
un'associazione del territorio che possa presentare una proposta progettuale di utilizzo degli spazi, da
destinare all'accoglienza per lo sviluppo del turismo culturale legato principalmente ai pellegrinaggi sul
percorso della Via Francigena. La farmacia e la sala del Pellegrino dovranno diventare punti di sosta,
accoglienti, dove poter vivere un'esperienza, riposare e poi ripartire. Saranno favorite attività di
divulgazione delle manifestazioni di rievocazione storica (Palio delle Contrade-Festa Medievale) ma anche
legate all'uso delle erbe officiali nelle antiche tradizioni locali. Oltre a mettere in piedi progetti di richiamo,
l'associazione dovrà assicurare attività di custodia e sorveglianza dei locali e curare l'allestimento della
Farmacia in termini di apertura dei locali, di attività di guida e di supporto alla conoscenza della storia e
dell'ambiente. Avanzare proposte, insomma, che possano fare rete con i sistemi e i progetti culturali e
turistici già attivi sul territorio. Y.C.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Spazi e idee a Palazzo della Volta Serve lo sprint di un'associazione
04/04/2017
Pag. 5 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:75756
tiratura:102414
PRIMA la bufera sui presunti utili «gonfiati» nel bilancio delle farmacie comunali pistoiesi. Ora la vendita dei
farmaci all'ingrosso della Farmacap, municipalizzata di Roma, definita dal commissario romano «anomala».
La pistoiese Simona Laing (iscritta al Pd), ex amministratrice delle farmacie comunali prima di Pistoia e poi
di Roma (è di questi giorni la risoluzione del contratto con Farmacap, imposta dal commissario), è finita di
nuovo nella bufera e nel mirino della politica per il suo ruolo di dirigente aziendale (presidente a Pistoia,
direttrice generale a Roma). DUE VICENDE che si somigliano, quella pistoiese e quella romana, per i
retroscena: in entrambi i casi sono stati infatti esponenti del Movimento 5 stelle a gridare allo scandalo nei
confronti delle gestioni delle aziende municipalizzate guidate da Laing. Ma a Pistoia fino ad oggi dove si è
arrivati? A nulla. Dopo l'esposto per danno erariale presentato dai grillini nei confronti di Laing, in base al
ricalcolo degli utili portato avanti dal neo amministratore unico Farcom, Alessio Poli, che di fatto azzerò i
"ricavi" pari a quasi 500mila euro, fino ad oggi non risultano indagini a carico di Laing. A quel tempo l'ex
presidente di Farcom si difese spiegando come gli utili fossero stati sempre calcolati correttamente, in base
ad una metodologia evidentemente diversa rispetto a quella dell'attuale gestione. «Non mi hanno neanche
permesso di accedere agli atti - disse a suo tempo Laing - Come posso verificare quello che affermano
relativamente alla mia gestione?». E' DI IERI invece la notizia che l'attuale commissario straordinario della
Farmacap, Angelo Stefanori, avrebbe licenziato Laing «anche per le anomalie riscontrate sulla vendita di
farmaci rari all'ingrosso (anche anti tumorali) ad una società napoletana che li esportava all'estero», come
riportato in una nota di Stefanori citata dalle agenzie. Non solo, secondo il commissario, in Italia, questi
farmaci sarebbero stati venduti soltanto «ad una farmacia di Pistoia, città d'origine di Laing». SEMPRE IERI
la dirigente pistoiese ha replicato alle nuove accuse: «Farmacap detiene regolarmente l'autorizzazione
della Regione Lazio alla vendita all'ingrosso dei farmaci. I ricavati sono del tutto legittimi e trasparenti. Gli
acquirenti non li decido io ma il mercato. Mi hanno fatto fuori per questioni politiche, così come a Pistoia ci
fu una parte del mio partito contro di me. Che siano almeno onesti. Ho lasciato sempre bilanci in attivo e mi
sono assunta le mie responsabilità. Vado avanti a testa alta. Sto valutando l'offerta di un'altra azienda e,
non per ultimo, torno a dedicarmi alla politica». Michela Monti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Laing, una dirigente nella bufera «Fatta fuori per motivi politici»
04/04/2017
Pag. 15 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:75756
tiratura:102414
IL SINDACO di Lamporecchio, Alessio Torrigiani, replica ai promotori della petizione per la Farmacia di San
Baronto. «Francamente - afferma - non comprendo cosa esattamente vogliano perseguire i promotori di
questa petizione. E come non l'ho compreso io, non lo hanno compreso nemmeno tanti residenti della
frazione collinare tant'è che il giorno successivo alla presentazione, diversi cittadini, sottoscrittori del
documento, si sono affrettati a venire in comune per chiedere la cancellazione della loro firma dalla
petizione perché non avevano assolutamente compreso di cosa si trattasse. Più che informazione - afferma
Alessio Torrigiani- si ha la sensazione che si voglia fare invece disinformazione. Infatti, tutte le notizie ed i
chiarimenti che dovevamo fare, sono stati fatti nell'assemblea pubblica a San Baronto. Assemblea dove ho
esordito chiarendo che avremmo dato tutti gli aggiornamenti sulla vicenda «senza filtri» proprio perché
volevamo la massima chiarezza assumendoci tutte le responsabilità che il nostro ruolo comporta. Sempre
in quell'assemblea ho preso il mio personale impegno ad informare la cittadinanza di San Baronto sulle
evoluzioni di questo processo, ma ad oggi niente è cambiato e non c'è nessuna novità rispetto ad allora.
Confermo alcune mie dichiarazioni riportate nel documento ed in alcuni articoli di giornale, in cui prendo
chiari e inequivocabili impegni in favore delle frazioni collinari e del servizio di cui stiamo parlando. Anche
per questi motivi mi sono veramente incomprensibili certe iniziative. Ribadisco- conclude il sindaco di
Lamporecchio- un concetto oramai espresso una infinità di volte: questa amministrazione sta lavorando per
garantire un presidio farmaceutico a San Baronto, come già dimostrato con i diversi interventi fatti e la
particolare attenzione prestata a questa frazione».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Farmacia S. Baronto, nessuna novità Il sindaco rassicura dopo la
petizione
04/04/2017
Pag. 51 Ed. Belluno
diffusione:53516
tiratura:71609
Al farmacista Galvano Dotta master biennale in cosmetica
ROCCA PIETORE - (MM) Dopo la laurea in farmacia altro importante traguardo per Galvano Junior Dotta
(nella foto) che a Ferrara dopo due anni di studi ha ottenuto il master Cosmast, di secondo livello in
Scienza e Tecnologie Cosmetiche, una specializzazione accessibile ai laureati in farmacia della durata di
due anni. Galvano è il volto noto della farmacia di Corvara in Val Badia e nel fine settimana toccherà a lui a
Padova commuoversi per la laurea in giurisprudenza del fratello Alain.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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ROCCA PIETORE
04/04/2017
Pag. 41 Ed. Pordenone
diffusione:53516
tiratura:71609
San Giovanni perde lavasecco bar, negozio e anche la banca
Decolla il centro storico, ma soffrono le frazioni: nei prossimi mesi, a San Giovanni di Polcenigo, sono
previste diverse chiusure di attività commerciali. Lavasecco, elettrodomestici, bar e banca chiuderanno i
battenti tra non molto. «Chiudono - spiega il sindaco, Mario Della Toffola - il Lavasecco Azzurra, gestito da
Ada Giacomin e lo storico negozio di elettrodomestici di Mario Nadin, un vero e proprio punto di riferimento
per tutta la comunità polcenighese. I titolari potranno finalmente godersi l'agognata pensione. Cambio di
gestione in vista anche per il Bar Nuovo, gestito con successo da diversi anni da Denise Carlon. Infine è
prevista la chiusura anche dello sportello della Banca FriulAdria Credite Agricòle, situato accanto alla
farmacia». Mentre il centro di Polcenigo sembra crescere, a San Giovanni gli abitanti non nascondono le
loro preoccupazioni, per questo repentino declino: «Il momento storico è sicuramente difficile - commenta il
sindaco - soprattutto per le piccole attività, ma, come amministrazione, ci siamo già mossi su diversi fronti.
Sono infatti stati presi contatti con l'Ascom, per sondare se ci sono imprenditori interessati ad aprire attività
negli spazi commerciali che verranno liberati. Siamo in contatto anche con alcuni piccoli produttori locali,
che potrebbero essere interessati ad aprire un punto vendita nel centro del paese. Parallelamente stiamo
sondando l'interesse di alcuni istituti bancari e di credito cooperativo a insediarsi al posto di FriulAdria. Per
l'attività bancaria ed eventuali altre attività del terziario ricordiamo che la zona è servita dalla banda larga in
fibra ottica, strumento ormai indispensabile per la competitività di ogni impresa. Per quanto riguarda la
nuova gestione del frequentato bar Nuovo ci dovrebbero essere diverse offerte da parte di gestori locali e
quindi siamo fiduciosi che il locale prosegua senza particolari problemi la sua attività. Stiamo anche
valutando altre iniziative in grado di attrarre un incremento dell'utenza come la creazione di un piccolo
mercato settimanale sul parcheggio adiacente la canonica di San Giovanni.
© riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Francesca Giannelli
04/04/2017
Pag. 18 Ed. Genova
diffusione:44383
tiratura:60563
Bassa Valbisagno, la paura è passata: si guarda al futuro
Archiviate le alluvioni, ora una cittadinanza attiva è pronta a mettersi in gioco
ALESSANDRO PALMESINO
LO STADIO, il carcere, le alluvioni, la viabilità difficile, ma anche molti progetti conclusi, e poi vitalità
economica, commerciale e sociale. I problemi ci sono ma non minano lo spirito di uno dei quartieri più attivi
della città. La Bassa Valbisagno sconta molte servitù, lo spauracchio feroce del Bisagno e dei suoi affluenti,
un'urbanistica vecchia e a volte pericolosa. Eppure è una zona dove gli abitanti guardano al futuro con
fiducia. Senza ignorare le criticità, legate alla manutenzione (come per tutti i quartieri di Genova), il
trasporto pubblico (con le ipotesi di metropolitana a Terralba e tram veloce lungo il Bisagno, tutte da
verificare) e gli spazi abbandonati da riqualificare, per primo l'ex mercato di Corso Sardegna. Cominciamo
da l ì . San Fruttuoso «I progetti ci sono, e per me sono buoni. Dobbiamo concludere il percorso ma lo
abbiamo condiviso in pieno». Cos ì parla Umberto Solferino, presidente del Civ corso Sardegna. L'ex
mercato dovrebbe essere riqualificato da un consorzio d'imprese liguri e toscane che si impegnano a non
toccare le strutture (niente case né parcheggi interrati) ma solo a creare spazi per negozi, attività
professionali, e anche aree sociali. Il verde? «È un'ottima cosa ma va mantenuto, il progetto in questo
senso deve essere molto chiaro su chi fa cosa». Non sarà un centro commerciale e Solferino auspica,
invece, che «i negozianti locali possano trovare spazi nuovi» all'interno della struttura. Che non sarà
comunque pronta prima di almeno due anni. «Sono ottimista, e per forza di cose: le alluvioni e la crisi ci
hanno messo in ginocchio, ma ci stiamo rialzando». «Ci vorrebbero meno aree blu, meno tasse e rendere
questa zona più vivibile in generale - protesta Mina Carlucci, titolare di un negozio storico (quasi 50 anni) di
olio e vino di corso Sardegna - «cosa fare dell'ex mercato? Basta che non ci facciano un iper, qui servono
prati e spazi per rilassarsi, io di casa sto in via Vercelli, sulle alture, qua non potrei viverci, troppe macchine,
troppo caos». Ma poco più in là, piazza Martinez sta diventando sempre più bella, grazie ai lavori in via di
conclusione. «In questa zona sto bene - dice Stefano Bigliazzi, 50 anni forse c'è un problema di mancanza
di spazi per le tante persone che ci abitano. Villa Imperiale è un bello sfogo, ma non basta. Però sto bene,
qui». Il quartiere è «molto migliorato negli ultimi cinque anni, è incontestabile - afferma Arianna Cesarone,
presidente dell'Anpi San Fruttuoso - si sono fatte molte cose nonostante le poche risorse. Piazza Martinez
ma anche, per esempio, nuovi giochi per bambini a Villa Imperiale e in piazza Solari, tanto per citare due
esempi piccoli ma concreti». Da fare c'è ancora. «Villa Imperiale certo si potrebbe tenere meglio, è chiaro
che la manutenzione del verde è un problema di tutta la città, non solo nostro: e anche le strade hanno
troppe buche». L'Anpi è una delle associazioni più importanti sul territorio: «Siamo oltre 250 dopo la
"rifondazione" del 2011, è un numero molto alto e abbiamo continuamente nuovi iscritti», testimonia
Cesarone confermando come tra i cittadini ci sia molta voglia di partecipare e dare una mano. Un problema
che andrebbe affrontato «senza colore politico», dice infine la presidente dell'Anpi, «è la sicurezza. Le forze
dell'ordine fanno quello che possono ma sono molte le persone che la sera, qui, si sentono poco sicure. È
un disagio importante che non va sottovalutato». Il quartiere è zona di molti anziani e il Centro culturale
Terralba, con oltre 100 iscritti, si occupa soprattutto di loro. «Ci siamo da oltre 30 anni - dice la presidente
Laura Miserocchi - e organizziamo molte attività culturali sul quartiere e non solo. Alla Biblioteca Lercari di
villa Imperiale abbiano ripristinato l'antico "cineclub" proiettando film in Dvd, mentre organizziamo gite e
visite su tutto il territorio cittadino». Il giudizio generale sul quartiere è comunque analogo: «Molto
migliorato, in pochi anni si sono fatte cose che si attendevano da tempo. I luoghi di aggregazione stanno
crescendo ed è un fatto molto positivo dopo anni di declino». Marassi «Trovassi un locale libero, c'investirei
tutto quello che ho». Corso De Stefanis è l'arteria principale della zona ed è sempre affollata di auto e
persone che vanno e vengono. Salvatore Galluzzo, 68 anni, ex marittimo, abita qui e della zona vede solo
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La citt à ai raggi X
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le opportunità: «I negozi sono sempre pieni, vorrei poterne aprire uno io, magari coinvolgendo mia nipote
che ne ha uno in Calabria, ma non va tanto bene. Qui vengono tutti a comprare, lo vede che non c'è una
serranda chiusa?». Lo stadio Ferraris è di fronte: in parte servitù, in parte ricchezza. E se sono tanti i
marassini che "ogni maledetta domenica" mugugnano perché devono spostare l'auto e sopportare le altre
mille imposizioni delle ordinanze comunali, nessuno nega l'importanza della struttura. «Se non ci fosse, non
so quanti negozi ci sarebbero ancora - dice Guido Barabino, portavoce del comitato per piazza Galileo
Ferraris credo che qualunque ragionamento sul quartiere non possa escludere lo stadio». Per il Ferraris c'è
un progetto di Genoa e Sampdoria che dovrebbe rivitalizzarlo insieme alla vicina villa Piantelli, gioiello
architettonico cinquecentesco "sopravvissuto" tra la struttura sportiva e i palazzi moderni di corso De
Stefanis. Le due società calcistiche si offrono per riqualificarla e renderla una sorta di "residence" per le
squadre ospiti ma qualcosa dovrebbe rimanere anche ai residenti con spazi di ristorazione e cultura. Si
vedrà se e come il progetto sarà approvato ed eventualmente con quali modifiche. Per ora la struttura, di
proprietà comunale, resta in buona parte la "villa dei fantasmi" dove solo le associazioni per giovani e
anziani hanno qualche spazio, in attesa di una piena ristrutturazione. E parlando di giovani Valentina
Bazzoli, 20 anni, chiede qualche punto di aggregazione in più per i ragazzi della zona. «Nel quartiere la
sera abbiamo poca scelta: o andiamo al bar coi soliti amici o andiamo in centro... sarebbe utile fare
qualcosa per far venire altri giovani genovesi qui, non dico di aprire una discoteca, ma almeno ogni tanto,
per qualche evento». Diplomata in lingue, cerca lavoro: «Non è facile, e non solo nel quartiere». Marassi,
come il resto della circoscrizione, ha comunque un alto tasso di socialità: «Facciamo molte iniziative,
raccogliamo fondi e a volte interveniamo dove le istituzioni non riescono, o almeno segnaliamo i problemi
per trovare soluzioni», continua Barabino. «Certo c'è un problema di maleducazione, per non dire di
criminalità. Succede che si fatica a risistemare un'area e poi qualcuno si diverte a rovinarla. Ci vorrebbero
tante belle telecamere...». Il quartiere soffre comunque, e non da oggi, di problemi di traffico: ci sono tante,
troppe auto e le code nell'ora di punta sono la norma. Il progetto di un tram lungo il Bisagno, punto d'arrivo
degli studi del Comune, non convince tutti: «Con lo spazio che c'è, non vedo in cosa si differenzi dal bus»,
taglia corto Barabino. E in ogni caso, si tratta ancora solo di ipotesi che andranno in carico alla prossima
amministrazione, con tempi di realizzazione non brevi. Quezzi Si sale verso Quezzi e il famigerato
Fereggiano. Paura? Macché. «Hanno fatto lavori importanti e non siamo preoccupati, questo è un quartiere
ben servito», dice convinto Federico Cipriani, 45 anni, autista di camion, in largo Merlo. «Per il mio lavoro
mi capita spesso di lasciare il mezzo in porto, e a tornare a casa ci metto poco con i bus che sono
frequentissimi, anche di notte. E poi c'è l'ascensore obliquo, una meraviglia. Vada lassù, c'è un panorama
bellissimo». Il nuovo impianto a doppia pendenza di Amt sale da via Pinetti a via Fontanarossa ed è
davvero un gioiellino di ingegneria. Resta, evidente, il problema dei parcheggi e non sarà facile risolverlo.
La brutta fama del quartiere, poi, è storia del passato. «Qui una volta, ma tanti anni fa, c'era un po' di brutta
gente, è vero - chiarisce Alberto Giorgini, 75 anni ma non è più cos ì . Qui si sta bene, la gente è civile, ci si
incontra e ci si parla, come in un paese, tutti conoscono tutti e andiamo tutti d'accordo». Gli argini sul
torrente sono nuovi, sembrano quasi scintillanti e danno l'idea di una difesa fortissima contro il pericolo
delle acque. Ma molto dipenderà dai lavori dello scolmatore, alla Foce, che vanno avanti e andranno avanti
per ancora un bel po', nella speranza che siano davvero efficaci. Lavori fondamentali anche, e soprattutto,
per i quartieri più in basso, vittime abituali delle alluvioni. Borgo Incrociati Le strade sono ancora segnate da
percorsi in sicurezza e transenne, ma l'immagine del rinnovamento c'è tutta. Il piccolo "centro storico"
immediatamente dietro a Brignole è stato devastato più e più volte dalle esondazioni. Ma ora sta
rinascendo, più bello che mai, con il suo caruggio, le case strette e colorate, le trattorie, i piccoli negozi.
«Se non ci fossimo stati noi, che abbiamo perso tutto e abbiamo ricominciato, altro che...». Anna Lagorio,
59 anni, gestisce un negozio di restauro e vendita di mobili antichi ed è un fiume in piena: come quello che
le ha distrutto l'attività nel 2011. Eppure è ancora qui, e ci crede. «Sono venuti a vivere tanti giovani bravi,
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nel borgo ci conosciamo tutti e ci diamo una mano a vicenda. E questo fa s ì che di criminalità qui non ce
n'è proprio. Abbiamo una storia, il nostro borgo è storico tanto quanto i vicoli del centro. Cosa chiediamo?
Che ci lascino vivere e lavorare senza metterci bastoni tra le ruote. Quello che abbiamo perso nelle
alluvioni non ce l'ha ridato nessuno, lei non sa cosa vuol dire svegliarsi una mattina senza avere più nulla.
Ora che ci lascino in pace, sappiamo fare da soli». E mostra con orgoglio i punti d'interesse del piccolo
quartiere: botteghe storiche, ristoranti, «è un'isola felice», sorride. [email protected] cc BY NC ND
ALCUNI DIRITTI RISERVATI
CORSO SARDEGNA
Il progetto c'è, la sistemazione arriva in due anni: «Nessuno vuole un ipermercato»
STADIO
Genoa e Samp hanno fatto una proposta ma incide poco sul quartiere Bassa Valbisagno: la carta
d'identità Superficie (kmq) Popolazione *il totale comprende 310 persone considerate residenti nella zona
"porto" Persone seguite dai servizi sociali Farmacie Uci postali 816.872* 1971 Densità popolazione
(abitanti/ettaro) Età media Stranieri nazionalità prevalente Persone over 75 che vivono sole Genova 21.311
215 67 Genova 239,57 610.307 2001 Bassa Valbisagno 2.066 22 7 587.469 2015 24,52 48 54.406
Ecuador 35.347 112.538 1971 Bassa Valbisagno 7,89 79.918 2001 Densità popolazione (abitanti/ettaro)
Età media Stranieri nazionalità prevalente Persone over 75 che vivono sole Uci di anagrafe Biblioteche
comunali Asili nido comunali-sezioni Genova 13 16 78 74.513 2015 94,35 48,9 6.725 Ecuador 4.892 Bassa
Valbisagno 1 2 13 Il voto nella circoscrizione Elezioni comunali 2012 Liste Movimento 5 Stelle Rifondazione
Comunista/ Comunisti Italiani Sinistra Ecologia Libertà TOTALE Sinistra Partito Democratico Italia dei
Valori Altri di Centrosinistra TOTALE Centrosinistra Il Popolo della Libertà Lega Nord Altri di Centrodestra
TOTALE Centrodestra Altri TOTALE voti 5.241 1.183 2.560 3.743 9.715 2.331 248 12.294 3.085 1.314
5.330 9.792 1.610 32.617 3,63 7,85 11,48 29,79 7,15 0,75 37,70 9,46 4,03 16,34 29,83 4,93 100,00
Elezioni regionali 2015 Lista Movimento 5 Stelle/ Beppegrillo.it Rete a Sinistra Altri di Sinistra TOTALE
Sinistra Partito democratico Altri di centrosinistra TOTALE Centrosinistra Lega Nord Fratelli d'Italia Forza
Italia Area Popolare Altri di centro destra TOTALE Centrodestra Altri TOTALE Voti 7.657 924 1.843 2.767
5.698 738 6.436 3.916 638 2.696 247 615 8.112 68 25.040 % 30,58 3,69 7,36 11,05 22,76 2,95 25,71
15,64 2,55 10,77 0,98 2,46 32,41 0,26 100 NON CI SONO molti stranieri nella circoscrizione Bassa
Valbisagno: il numero complessivo ufficiale è di 6.725, poco pi ù del 9% del totale. Anche in questo
quartiere l'etnia pi ù presente è quella ecuadoriana. La circoscrizione poi ha il record di presenza di sezioni
di asili nido, che sono 13. Subito dopo il Centro Est con 12, seguono Valpolcevera e Centro Ovest con
dieci. Fanalino di coda il Ponente che ne ha cinque.
ALLUVIONI
I lavori proseguono e c'è tanta voglia di ricominciare, da Borgo Incrociati a Quezzi
Municipio III BASSA VALBISAGNO
MARASSI SAN FRUTTUOSO ANZIANI soli, la Bassa Valbisagno ha il record. Sono 4.892 gli over 65 che
vivono da " single " , senza parenti n é amici: circa il 6,5% della popolazione complessiva della
circoscrizione.
Fonte: ISTAT
Le famiglie residenti
(Censimento 2011)
famiglie per numero di componenti
6o più
Totale
1
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2
4
5
3
componenti
128 1.404
3.355 27.813
564 5.093
10.982 84.133
6.497 49.890
Bassa Valbisagno Genova
15.827 117.614
37.353 285.947
Età: dai 6 anni in su (censimento 2011)
Il grado di istruzione
Alfabeti
Analfabeti
TOTALE
Media inferiore
Licenza elementare
Diploma di scuola secondaria superiore (maturità+qualifica)
Laurea vecchio e nuovo ordinamento + diplomi universitari + diplomi terziari di tipo non
universitario vecchio e nuovo ordinamento
588 4.760
3.861 31.174
20.478 153.131
13.946 101.318
8.674 82.532
24.749 186.244
Bassa Valbisagno Genova
popolazione di sei anni e più
72.296 559.699
TOTALE
altro titolo
La casa
in proprietà
2.430 19.592
37.353 285.947
26.959 203.242
Bassa Valbisagno Genova
Famiglie residenti per titolo di godimento e municipio Censimento 2011 Fonte: Istat
in atto
7.888 62.685
L'occupazione
occupati
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TOTALE forza di lavoro
32.491 253.256
Dati Istat 2011
altre persone in cerca di lavoro
in cerca di occupazione disoccupati in cerca di nuova occupazione
1.984 15.365
573 4.698
29.934 233.193
Foto: Presidente eletto per la circoscrizione Bassa Valbisagno: Massimo Ferrante (Partito Democratico)
Foto: GRAFICI IL SECOLO XIX
Foto: I LUOGHI SIMBOLO BALOSTRO IL CANTIERE dello scolmatore del Fereggiano ha restituito agli
abitanti di Quezzi e di tutta la Bassa Valbisagno la speranza di non subire altre alluvioni LA PRESENZA
dello stadio, servit ù e " volano " commerciale, divide i residenti LA NUOVA stazione del metrò di Terralba è
una delle opere pi ù attese a San Fruttuoso IL CARCERE di Marassi è un'altra spina nel fianco del
quartiere BORGO INCROCIATI è riuscito di nuovo a risollevarsi dopo l'ultima alluvione IL PROGETTO di
riqualificazione dell'ex mercato di corso Sardegna è atteso da anni dai residenti: non sono mancate le
polemiche per la bocciatura dell'area verde
PROFESSIONI
9 articoli
04/04/2017
Pag. 12
diffusione:38537
tiratura:79294
Un modello Uber in medicina
Diagnosi completa in pochi minuti e aggiornamenti continui
ETTORE BIANCHI
Negli Stati Uniti il settore della sanità sta alimentando la nascita di numerose startup che coniugano
l'intelligenza artificiale e i big data per inventare gli ambulatori del futuro dove non si paga più a
prestazione, ma si fa l'abbonamento. Insomma, si guarda al modello di Uber anche per gli ambulatori
medici con strumenti connessi, schermi tattili, sistemi di riconoscimento vocale. A San Francisco, in
California, la startup Forward sta cercando di creare l'ambulatorio medico 4.0. Un ambulatorio che sembra
più un Apple Store che impara a conoscere i pazienti e ne migliora la conoscenza con il tempo, ha
raccontato a Le Monde, il fondatore e patron, Adrian Aoun, ex di Google. L'obiettivo è il passaggio da una
medicina reattiva a una proattiva puntando sull'intelligenza artifi ciale e sui big data per avere più facilmente
accesso ai dati del paziente. L'ambulatorio Forward, che ha aperto a gennaio, è stato ideato per raccogliere
il massimo dei dati possibili sui pazienti. Quando arrivano, infatti, sono sottoposti ad un esame con uno
scanner su tutto il corpo. Lo scanner è sviluppato dagli ingegneri della società. In 45 secondi la macchina
registra il loro peso, l'altezza, la temperatura, il ritmo cardiaco, la pressione arteriosa. Poi, il paziente si
dirige un una sala per il prelievo del sangue che viene esaminato in un laboratorio installato sul posto.
Dodici minuti sono suffi cienti per ottenere i risultati. Un tampone di saliva viene prelevato per il test del Dna
per stabilire i rischi di cancro di origine genetica. Tutti questi dati alimentano automaticamente un profi lo
informatico del paziente. In questo modo i medici si trovano i dati dei pazienti direttamente nel loro
computer senza essere costretti a perdere tempo ad inserirli manualmente. Il professionista li leggerà
sfogliando uno schermo tattile per stabilire la diagnosi e fornire il piano di cura. I colloqui sono seguiti da
una intelligenza artifi ciale capace di distinguere le informazioni che meritano di essere aggiunte al profi lo
del paziente. La raccolta di dati non si ferma qui. Forward fornisce oggetti connessi ai pazienti del suo
studio: braccialetti, bilance, strumenti per monitorare il sonno, strumenti digitali per l'elettrocardiogramma e
per i pazienti a rischio di cataratta e glaucoma. Questi dati sono analizzati da un algoritmo che avverte i
medici in caso di evoluzione anomala. E permette anche di stabilire un programma di esami per la visita
successiva. I pazienti possono accedere al loro profi lo in tempo reale attraverso un'applicazione. Con un
click possono prendere appuntamento e parlare con un medico. Forward si distingue anche per il proprio
modello economico: nessun pagamento alla prestazione ma un abbonamento mensile di 149 dollari (139
euro). Per questa cifra i pazienti dello studio Forward hanno la possibilità di usufruire di un numero illimitato
di visite, possono farsi vaccinare, contattare nutrizionisti e ginecologi. E la società fornisce gratuitamente
dei farmaci generici. L'abbonamento non sostituisce completamente un'assicurazione sanitaria, ha
dichiarato Aoun a Le Monde, che negli Stati Uniti costa diverse centinaia di dollari al mese. L'assicurazione
è necessaria in caso ci sia bisogno di consultare uno specialista o se ci si debba sottoporre ad un
intervento chirurgico. © Riproduzione riservata
Foto: Adrian Aoun
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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L'americana Forward ha messo a punto la clinica del futuro iper-elettronica
04/04/2017
Pag. 30
diffusione:155428
tiratura:233411
Ferrari: c'è la prima condanna per doping
Processo a Bolzano coi Taschler Un anno e 6 mesi al dottor Mito
ALESSANDRO CATAPANO
Non è incredibile che sia stato condannato per doping, ma che sia stato condannato solo ieri, dopo quindici
anni di chiacchiere, indiscrezioni, accuse, intercettazioni, indagini e un processo che, per un motivo o per
un altro, non erano mai riusciti ad associare al nostro eroe le due paroline magiche, «condanna» e «doping
».
COME AL CAPONE E che lo abbia fatto il tribunale di Bolzano, dove era imputato per aver «assistito» il
biatleta Daniel Taschler, per il quale papà Gottlieb, ex c.t. azzurro e vicepresidente della federazione
mondiale, voleva il meglio, trasforma Michele Ferrari nell'Al Capone del doping. Come il super criminale
statunitense finì in penitenziario solo per evasione fiscale, così il chiacchieratissimo medico ferrarese,
allievo di Conconi, dagli anni Novanta preparatore di tantissime superstar dello sport mondiale, molte delle
quali coinvolte in torbide storie di doping, subisce la prima condanna di questo genere per una vicenda tutto
sommato minore, come l'atleta che ha «aiutato», il giovane Daniel Taschler, famoso più essere il figlio di
Gottlieb che un biatleta competitivo. Entrambi già fermati per due anni dal Tribunale nazionale antidoping,
sono stati condannati ad un anno (padre) e nove mesi (figlio), mentre Ferrari ha beccato un anno e sei mesi
(e per lo stesso periodo non potrà esercitare la professione medica), più pene pecuniarie tra 3.600 e 4.500
euro e un risarcimento di 15.000 euro alla Wada che si era costituita parte civile.
IL PRECEDENTE MANCATO È solo il primo grado e la difesa, ovviamente, ha preannunciato appello. Ma
la condanna per violazione della legge 376 del 2000, come detto, ha del clamoroso. A dispetto delle
ripetute accuse, infatti, Ferrari, dal 2002 inibito dalla Fci e bandito da Usada e Wada, non aveva mai subito
condanne penali per doping. Nel 2006, il primo processo a suo carico, a Bologna (quello scaturito dalle
accuse del ciclista Simeoni), si era chiuso con una doppia assoluzione, dopo le condanne in primo grado
per frode sportiva associata al doping farmacologico ed esercizio abusivo della professione di farmacista. E
mentre quest'ultima accusa era caduta perché il fatto non sussisteva, sulla prima era sopraggiunta la scure
della prescrizione, ma «gli imponenti indizi - scrivevano i giudici - impediscono un pronunciamento di
innocenza».
L'INCHIESTA Stavolta, è arrivata la condanna. E potrebbe essere solo la prima. Dal 2009, infatti, Ferrari è
l'indagato numero uno della maxi-indagine di Padova (la stessa da cui è stato stralciato per competenza
territoriale il filone Taschler), che ha smascherato il sistema di doping, soldi, riciclaggio ed evasione fiscale
di cui il dottor «Mito» era dominus ed ispiratore, gettando i semi per la mega indagine internazionale che ha
fatto crollare Lance Armstrong. Nelle carte dell'inchiesta padovana sono coinvolti tanti altri corridori di grido,
si parla di doping e di fondi neri, ma dopo quasi otto anni d'indagini la Procura non ha ancora chiesto rinvii
a giudizio e il rischio prescrizione è molto alto. Domanda: cosa state aspettando?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
Per papà Gottlieb un anno, per il figlio Daniel nove mesi. Risarcimento alla Wada: era parte civile
Presentato ricorso
Lista esenzioni Attacco hacker contro la Iaaf
La Iaaf ha denunciato un sospetto attacco informatico da parte del gruppo Fancy Bear ai danni delle
cartelle cliniche degli atleti per ottenere informazioni sulle esenzioni a fini terapeutici. Il presidente della Iaaf
Sebastian Coe si è scusato con gli atleti che dal 2012 hanno richiesto l'esenzione. Intanto nelle urine di
alcuni sprinter giamaicani ai Giochi 2008 sarebbero state trovate tracce di clenbuterolo ma Cio e Wada
hanno derubricato il caso in virtù delle modeste quantità rinvenute (meno di 1 ng/ml).
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Il caso La sentenza
04/04/2017
Pag. 30
diffusione:155428
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Foto:
Gottlieb Taschler, 55 anni, ex vice presidente IBU reuters; sopra Michele Ferrari, 64 anni Ansa
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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04/04/2017
Pag. 13 N.12 - 4 aprile 2017
tiratura:40000
Alternanza in filiera, l'industria guarda ai giovani
L.Va.
Conto alla rovescia per l'avvio del progetto pilota "Alternanza in filiera" del Miur nell'ambito dell'alternanza
scuola-lavoro. In questo progetto per la prima volta l'industria del farmaco sarà in prima linea con un
progetto pilota. L'iniziativa coinvolgerà gli studenti di licei e istituti tecnici ed è stata presentata al ministero
dell'Istruzione. La ministra Valeria Fedeli oltre a fare il bilancio dell'iniziativa che è nata un anno fa
nell'ambito della "Buona Scuola" voluta dal governo Renzi, ha illustrato anche il nuovo bando Pon. Da
settembre arriveranno 140 milioni per l'alternanza scuola-lavoro, oltre ai 100 milioni strutturali già previsti
nella legge 107/2015. Alleanza con la filiera del farmaco. Il progetto pilota sulla filiera del farmaco prevede
attività di orientamento, visite presso le aziende, esperienza di alternanza scuola-lavoro nelle imprese
stesse e la realizzazione di Project work sviluppati congiuntamente. Ogni studente nel corso dei tre anni di
durata del progetto farà un'esperienza di lavoro in tre diverse realtà ospitanti. Il progetto è strutturato in
base all'articolazione della filiera del settore farmaceutico a cui appartengono le aziende. Per ora il
programma riguarda alcuni licei e istituti tecnico-professionali di Emilia Romagna e Lazio. Ma, a
conclusione di questa prima fasepilota, possono farsi avanti altre aziende e quindi allargare il bacino di
formazione ad altri territori. «Il progetto ha un approccio innovativo alla quale l'industria farmaceutica
aderisce con entusiasmo e convinzione. Interesserà aziende del farmaco e dell'intera filiera, un vero e
proprio vanto per il Paese, con eccellenze a livello globale anche nelle macchine e tecnologie per la
produzione e il confezionamento dei medicinali». Così il presidente di Farmindustria, Massimo
Scaccabarozzi , «Un vero e proprio vanto per il Paese, con eccellenze a livello globale anche nelle
macchine e tecnologie per la produzione e il confezionamento dei medicinali. Proprio l'esistenza di una
filiera hi-tech così radicata ed estesa sul territorio, rende l'Italia particolarmente attrattiva per gli investimenti
nazionali e internazionali in produzione e ricerca». In dettaglio, il progetto formativo riguarderà: la
presentazione generale del settore farmaceutico; l'introduzione al concetto di Impresa e descrizione
dell'organizzazione aziendale da parte delle imprese ospitanti; cos'è la Ricerca farmaceutica; il processo di
Produzione dei farmaci; industria 4.0 e digitalizzazione delle imprese; i social media. Le aziende coinvolte
nel progetto pilota: Cluster Bologna/Parma: Chiesi Farmaceutici, GlaxoSmithKline, Coc Farmaceutici, Alfa
Wassermann, Ima, Marchesini Group. Cluster Latina/Pomezia: Abbvie, Janssen-Cilag, Bsp
Pharmaceuticals, Ibi Lorenzini, Menarini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Via al progetto scuola-lavoro nelle superiori di Emilia e Lazio
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MIUR- FARMINDUSTRIA
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Pag. 10 N.3 - APRILE 2017
PuntoEffe
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Cambiare? UN PERCORSO OBBLIGATO
C'è solo un fattore che spinge le organizzazioni ad agire e a farlo rapidamente: la percezione del rischio
Innovazione è una delle parole ultimamente più inflazionate, in tutti i settori. Una moda? Forse no. Il mondo
sta camj biando più velocemente in questi anni di quanto non sia mai avvenuto in passato, e questa
evoluzione sta investendo qualunque comparto, in ogni Paese. E la sanità, e con essa la farmacia, non è
esente da questa trasformazione. Ma quando le aziende devono realmente innovare, e che tipo di
innovazioni devono attivare, e soprattutto cosa favorisce l'innovazione? L'innovazione è un percorso
obbligato quando cambia lo scenario: un'evoluzione dell'ambiente istituzionale, del mercato inteso come
domanda e concorrenza, e/o delle tecnologie impongono alle aziende di sviluppare nuove strategie.
L'evoluzione dell'ambiente istituzionale e in particolare la liberalizzazione è stato il tema più dibattuto negli
ultimi due anni, dall'annunciato Ddl Concorrenza, tanto che il 45,5 per cento dei farmacisti lo scorso anno si
aspettava a breve una qualche forma di liberalizzazione: del capitale (67,2 per cento), della fascia C (40,7),
della pianta organica (28,6). Ma a oggi a questa minaccia non crede quasi più nessuno (13,3). E sugli altri
importanti cambiamenti istituzionali relativi al Sistema sanitario c'è una profonda ignoranza: l'87,8 per cento
dei farmacisti dichiara di non conoscere di cosa si stia dibattendo in merito all'evoluzione del Ssn. Sul fronte
della domanda il patient journey sta cambiando molto velocemente: il 40 per cento degli italiani prima
dell'acquisto di un prodotto per la salute consulta internet, il 16 per cento utilizza abitualmente le App per la
salute, il 13 prenota visite on line, il 12 acquista prodotti per la salute via web, il 77 dichiara che gradirebbe
una App per condividere informazioni con la farmacia, il 64 vorrebbe una farmacia digitai. Sul fronte della
concorrenza, a dieci anni dalla Legge Bersani le parafarmacie sono passate da 1.368 del 2007 a 3.800 e i
corner della Gdo da 163 a 320. La quota di mercato dei concorrenti della farmacia sul farmaco di
automedicazione è cresciuta dal 3 per cento al 12,4.1 problemi più rilevanti li sta creando la Distribuzione
diretta: mentre la spesa convenzionata in sette anni si riduceva di quasi il 25 per cento, Distribuzione diretta
e per conto raddoppiavano di oltre il 106 per cento. Ma altri competitor si stanno affacciando sul mercato,
decisamente più pericolosi per il futuro della farmacia in quanto competono proprio sul fronte della
professionalità sanitaria: Uccp sul fronte pubblico (le famose Case della salute) e Retail Clinic e Patient
Support Program sul fronte privato. Per non parlare poi dell'innovazione tecnologica: il 50 per cento dei
dieci farmaci top seller sono biologici; questa categoria in Italia rappresenta il 18 per cento della spesa dei
farmaci rimborsabili (oltre 4 miliardi di euro). Solo 200 milioni, ovvero il 6 per cento, passa dalla farmacia e il
trend di farmaci biotec dispensati dalle farmacie è in riduzione (-9 per cento). Ma solo il 26 per cento è
dispensato a pazienti ricoverati. Più che di scenario che cambia, si può parlare di scenario già di fatto
cambiato. Il problema dell'innovazione non è tanto sapere cosa fare, ma farlo: attivare l'azione. C'è solo un
fattore che spinge le organizzazioni ad agire e a farlo rapidamente: la percezione di rischio. E questa nella
categoria non è particolarmente elevata, più della metà dei farmacisti pensa che il cambiamento sia
contingente e "gonfiato". Per cambiare bisogna agire. Buona InnovAzione, farmacisti.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Governement Health & Not For Profit Division
03/04/2017
Pag. 16 N.3 - APRILE 2017
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Presentato a Roma il decimo Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad, che insiste sulla
fascia C fuori canale. Ma i mercati da "liberare" non sono tutti uguali, soprattutto quando si parla di farmaci
Probabilmente ai titolari di farmacia fischiano le orecchie quando si parla di liberalizzazioni. Il suono è
sinistro e richiama subito alla mente il decreto Bersani, che ha superato il decennio di vita con tutto il suo
corollario di parafarmacie, corner della Gdo e rivendicazioni ormai annose della fascia C. Annose ma mai
completamente abbandonate, visto che Conad mantiene aperto un canale on line dedicato, dove invita i
cittadini di buona volontà a firmare la petizione che dovrebbe porre all'attenzione delle istituzioni
l'inderogabile necessità di portare fuori dalla farmacie anche i medicinali soggetti a ricetta non rimborsabili.
Finora 170.000 firme raccolte, che non ci sembrano uno sproposito ma tant'è. Per farla breve, il "pericolo
fascia C", ascoltando gli addetti ai lavori, non è ancora tramontato del tutto: possono cambiare i governi,
possono cambiare le maggioranze... Del resto l'apertura ai capitali nella proprietà delle farmacie fino a
qualche anno fa sembrava di là da venire mentre oggi è uno dei cardini del Ddl Concorrenza in discussione
al Parlamento. Forse un po' di memoria collettiva non fa male: quando nelle "lenzuolate" di Bersani fu
inserita la norma che consentiva l'apertura di parafarmacie e corner, da nessuna parte stava scritto che
questi esercizi dovessero, per campare, avere anche la fascia C. Poi si tentò il colpo di mano con
l'emendamento D'Elia, sventato in extremis anche grazie al ministro della Salute Livia Turco, fiera
oppositrice. La libera impresa, per definizione, non ha bisogno di garanzie parlamentari per proliferare,
altrimenti è statalismo. Chiusa la parentesi, oggi tenere alta la guardia sarà compito della dirigenza di
Federfama che uscirà dalle prossime elezioni. C a m e r a dì C o m m e r c i o AMBITI NON
PARAGONABILI A proposito di concorrenza, se ne è parlato in abbondanza a Roma, in occasione della
presentazione del decimo Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad. Sottotitolo:
"Concorrenza, semplificazione e legalità: condizioni necessarie per favorire la crescita". Convegno
interessante, senza dubbio, anche se in chiusura un po' di contraddittorio non avrebbe guastato. In ogni
caso la premessa è chiara e in larga parte condivisibile: burocrazia, mancata concorrenza, illegalità e
corruzione sono una palla piede per un Paese, come il nostro, che stenta a riprendersi da una crisi che
compirà anch'essa (tra poco) dieci anni. «C'è un gap culturale da riempire rispetto ad altri Paesi», sottolinea
Piero Cardile, responsabile dell'ufficio legislativo di Conad, «e per prima cosa manca una legge generale
sulla concorrenza, nonostante le sollecitazioni in tal senso dell'Ocse, che raccolga le indicazioni fornite
dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. In particolare, sono ancora da completare i processi
di liberalizzazione nell'ambito della distribuzione dei carburanti e in quello dei farmaci: in questo ultimo
caso, la fascia C fuori canale garantirebbe risparmi annui che vanno dai 500 ai 900 milioni di euro» (fonte
Istituto Bruno Leoni). Già la variabilità di queste cifre - alcune centinaia di milioni di differenza tra le stime
più basse e quelle più alte - lascia un po' perplessi. Così come non può che essere approssimativo il
calcolo degli eventuali sconti che parafarmacie e corner sarebbero in grado di praticare sui farmaci di fascia
C, come consentito dal decreto "salva Italia" del governo Monti. Il fattore scontistica, al di là di tutto, ha ben
poco a che vedere con la gestione della farmacia, a meno che non si parli di parafarmaco, di cosmesi,
eccetera. Il farmaco è un'altra cosa, la leva prezzi conta ben poco se ulteriori liberalizzazioni rischiano di far
vacillare un sistema, come quello della farmacia italiana, che si è sempre distinto per capillarità e qualità del
servizio. Cui prodest?, dicevano i latini: a chi giova un servizio farmaceutico dove la competizione è
indiscriminata e la qualità dell'assistenza sanitaria - perché la farmacia è prima di tutto un presidio di salute
sul territorio - invece rischia di affievolirsi? FARMACIE A PARTE LIBERALIZZARE NON PUÒ ESSERE UN
DOGMA: BISOGNA CONSIDERARE I SETTORI ECONOMICI CASO PER CASO Quanto detto sopra non
ci impedisce di concordare con Cardile quando afferma che «costi della burocrazia, mancate
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Via libera? NON PER TUTTI
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liberalizzazioni e illegalità» comportino per il Paese ritardi notevoli in termini di mancata crescita e di poca
redditività degli investimenti che le imprese decidono di destinare al mercato italiano. Senza contare - e qui
è facile essere tutti d'accordo - che sono in media 608 i giorni che servono per avere un giudizio di primo
grado in sede di processo civile e commerciale. A evidente discapito di cittadini e imprese che intendano
operare a livello economico in Italia: una giustizia lenta di certo non attrae i capitali, semmai li fa scappare.
Roberto Ravazzoni, docente presso il dipartimento di Comunicazione ed economia dell'Università degli
Studi di Modena e Reggio Emilia, è categorico: «Dal 2001 a oggi in Italia è stata fatto poco o nulla in tema
di liberalizzazioni, molte aree del terziario sono poco sviluppate perché ancora troppo protette. Aggiungo
che la riforma del Titolo V della Costituzione è stata deleteria, in quanto le Regioni non erano pronte al
federalismo commerciale». Innegabile anche qui che il contenzioso tra Regioni e Stato centrale su alcune
materie legislative - dove la legge regionale entrava in conflitto con quella nazionale - abbia costituito un
ulteriore freno allo sviluppo economico (peraltro aggravato dalla crisi internazionale) dell'ultimo
quindicennio. Diverso il discorso quando Ravazzoni, prendendo il testimone da Cardile, torna sulla
distribuzione del farmaco, auspicando la pari dignità dei farmacisti, al di là del luogo dove esercitano. Sulla
dignità non ci piove, e ci mancherebbe, resta da capire se dare ossigeno a parafarmacie e corner con la
fascia C abbia qualcosa a che vedere con questa dignità professionale, che magari sarebbe espressa a
tutto tondo all'interno delle farmacie vere e proprie, se per esempio il concorsone Monti giungesse infine ad
assegnare le sedi previste in tempi non biblici. LIBERALIZZARE A PRESCINDERE? Fa giustamente notare
Francesco Boccia, economista e parlamentare Pd, che anche nelle liberalizzazioni non si può usare
l'accetta (erano i giorni dello sciopero dei taxi che ha bloccato Roma). Non basta dire ai tassisti che la loro
fine è vicina - come fa al convegno Alessandro Noce, responsabile della direzione Agroalimentare e
trasporti dell'Antitrust - perché prima o poi Uber, cai sharing eccetera avranno il sopravvento. Occorre
prevedere i contraccolpi in termini sociali di questi futuri accadimenti. Del resto gli stessi colossi
dell'economia digitale, con poco personale e molto software, sono in grado di mettere in crisi settori basati
sulla old economy: dipendenti, uffici, strutture... La sharing economy è una bella risorsa per gli utenti ma
con tutti coloro che sono impiegati in settori destinati a soccombere all'ondata digitale come la mettiamo?
La politica se ne deve occupare, prevedendo le conseguenze dei fenomeni in atto e non correndo ai ripari
quando è ormai tardi. Ne sarà capace? Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, chiude da
parte sua l'incontro romano con la consueta sicurezza: troppe leggi, troppi vincoli burocratici, troppi limiti
alla libera iniziativa, troppo tempo per poter aprire un punto vendita della Gdo. E poi arriva la stoccata a
Federfarma: i titolari non devono temere la fascia C fuori canale ma il Ddl Concorrenza e l'avvento dei
grandi capitali: «Sono le catene, non i corner, a rovinare il sistema farmacia». Alla fine gli chiediamo, di
sfuggita, se davvero crede di risollevare i corner Gdo con la fascia C: «No, almeno non del tutto», è la
risposta, sibillina ma neanche tanto. Meglio che niente, insomma. •
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Pag. 26 N.3 - APRILE 2017
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Viki Nellas, New Line Ricerche di Mercato
Prima parte del consuntivo 2016 delle vendite in farmacia. In lievissimo calo il trend a valori e volumi I dati
complessivi della farmacia sul progressivo a dicembre 2016 mostrano una generale stabilità: un giro d'affari
di 25,44 miliardi di euro, con un trend del -0,3 per cento a fatturato e del -0,5 per cento a confezioni. A
questo risultato hanno contribuito però dinamiche differenti tra i mesi e tra le categorie di prodotto, il che ci
porta a intravedere un quadro forse più negativo di quanto questi numeri possano far pensare a prima vista
(grafico 1). NEL DETTAGLIO Al risultato complessivo, l'area del farmaco etico di marca contribuisce con
una quota a valore (prezzo al pubblico) del 51,0 per cento e un fatturato di 12,98 miliardi in flessione del 2,0
per cento, mentre il dato a confezioni mostra un trend meno negativo (-1,6). II grafico 2 mostra l'andamento
mensile del farmaco etico di marca: purtroppo, oltre all'importante flessione del fatturato a gennaio, anche i
risultati degli altri mesi dell'anno sono sempre più bassi, a conferma della continua diminuzione del valore
medio della prescrizione. Sull'altro piatto della bilancia, il farmaco equivalente continua a crescere (+3,1 per
cento a valori e +3,6 a volumi), seppur a ritmi contenuti e con una quota sul globale della farmacia che non
raggiunge ancora il 10 per cento. L'area dell'automedicazione mostra, sul cumulato 2016, trend negativi,
risentendo in modo importante della bassa incidenza della patologia influenzale dei primi mesi dell'anno.
Come si può osservare nel grafico 3, il buon risultato di dicembre ha permesso di recuperare almeno in
parte un andamento che per tutti i mesi dell'anno è stato inferiore rispetto al 2015. Il dato migliore dell'intero
quadro generale lo mostra l'area dell'extrafarmaco: 7,91 miliardi di euro, con una quota a valore del 31,1
per cento, in crescita del 2 per cento. Stabili invece sui 730 milioni (+0,4 per cento) le confezioni vendute
nel 2016. Questo risultato, come vedremo meglio nell'approfondimento dedicato nel prossimo articolo, è
trainato soprattutto da alcuni comparti strettamente legati ancora all'area del consiglio e della cura:
integratori e fitoterapia innanzitutto, ma anche dispositivi per la protezione degli apparati e, in continua
interessante crescita, la veterinaria. Il fatto che l'area del farmaco mostri una progressiva compressione
non deve far pensare che la farmacia debba distoglierne l'impegno per dedicarsi in modo sempre maggiore
al "commerciale": si tratterebbe di snaturare il ruolo del farmacista e soprattutto di non tenere conto di un
aspetto cruciale, quello cioè del motivo principale per cui le persone entrano in farmacia. 25.000 20.000
15.000 10.000 5.000 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 Milioni € 250 200 150 25.443 globale G r a f i c
o 2 A N D A M E N T O MENSILE FARMACO ETICO DI MARCA (12,98 MLD,-2,0%) gen feb etico branded
mar G r a f i c o 1 GIRO DAFFARI 2016 apr +3,1 2.335 etico equivalente mag giù • • differenza sul fatturato
progressivo 2016 vs 2015 -1,1 lug I fatturato (MAT) % trend fatturato (MAT) ago OTC set fatturato anno
2015 ott G r a f i c o 3 A N D A M E N T O MENSILE SOP + OTC (2,22 MLD,-!,5%) -2,0 7.912 extrafarmaco
nov die fatturato anno 2016 Noi siamo convinti che solo presidiando una relazione basata sulla fiducia, da
cui bene l'area del farmaco e della salute, sia partire per valorizzare tutte le altre aree Seguendo il filo di
questo ragionamento, possibile per il farmacista costruire con le dell'offerta, che proprio nel consiglio racimportantissimo è il monitoraggio degli persone, con il proprio bacino di utenza, chiudono il valore
maggiore. ingressi e dello scontrino medio, e proprio 260 250 240 230 220 210 gen Grafico 4 feb mar
ANDAMENTO DEGLI INGRESSI MEDI GIORNALIERI apr mag giù - • - 2 0 1 2 lug ago • 2013 GLI
SCONTRINI set ott 2014 nov - 2015 die 2016 Tabella 1 E T R E N D RISPETTO A L L ' A N N O
PRECEDENTE Euro m e d i per scontrino Pezzi m e d i per scontrino SCONTRINI MEDI MENSILI 2016
5.839 -0,4 25,13 +0,3 2,55 -0,3 E L A B O R A Z I O N I E D A T I A C U R A R I C E R C H E DI M D I 2015
5.864 +0,7 25,06 +1,4 2,56 +0,5 qui abbiamo osservato quello che dal nostro punto di vista è il risultato più
preoccupante dell'anno. La tabella 1 mostra il confronto sugli scontrini medi mensili degli ultimi tre anni. Da
questo punto di vista la lieve flessione negativa sul numero medio di scontrini mensili e sui pezzi medi per
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Andamento STABILE
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scontrino non sembrano essere particolarmente rilevanti, ma se si analizzano gli ingressi medi giornalieri
per la prima volta negli ultimi cinque anni abbiamo letto un dato costantemente inferiore a quello della serie
storica, a parte per il mese di dicembre, quando tutti i parametri sono risaliti in concomitanza con l'avvio
della patologia influenzale. Nel 2016 sembra proprio che meno persone siano entrate in farmacia: stiamo
parlando di una variazione molto piccola, dai sei ai quattordici scontrini medi giornalieri a livello italiano, ma
ciò che rende questo dato significativo è la sua continuità nei mesi. Stiamo parlando del patrimonio più
importante a disposizione di ciascuna farmacia, il traffico, alimentato in gran parte dalla prescrizione, ecco
perché il presidio di questa area è oggi ancora più cruciale che in passato. • N E W E R C A T O I dati
riportati nell'articolo si riferiscono alle vendite rilevate su un campione di oltre 5.400 farmacie,
statisticamente rappresentativo del mercato italiano. I valori nelle tabelle e nei grafici indicano le vendite a
totale Italia. La suddivisione nelle principali categorie del farmaco e del parafarmaco è realizzata a partire
dalla Banca Dati Federfarma e perfezionata attraverso uno studio continuo mirato alla costruzione di
mercati omogenei per area terapeutica e per bisogni di consumo
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Federfarma Verona rende noto, attraverso un comunicato ufficiale, che «dall'inizio di febbraio sta
aumentando progressivamente il numero delle farmacie scaligere che partecipano alla sperimentazione
"Eco Farmacia" per la completa dematerializzazione della ricetta farmaceutica. Le farmacie dell'intero
territorio provinciale sono state, infatti, debitamente formate nelle scorse settimane attraverso un corso
specifico, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il direttore generale dell'Azienda Ulss 9
scaligera Pietro Girardi. Alle attuali quaranta farmacie dell'ex Ulss 20 di Verona, associate a Federfarma
Verona, oltre a quelle dell'Agec, che già partecipano al progetto di sperimentazione, si aggiungeranno
quindi nuove farmacie di tutta la provincia, sempre su base volontaria». Molto soddisfatto il presidente di
Federfarma Verona Marco Bacchini (nella foto): «Stiamo avvicinandoci all'obiettivo finale che vede
coinvolte tutte le farmacie territoriali verso la completa sparizione del promemoria cartaceo (il foglio bianco)
redatto dal medico che il paziente, fino a ora, ha sempre dovuto consegnare in farmacia per ottenere i
farmaci prescritti».
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Eco farmacie A VERONA
03/04/2017
Pag. 66 N.3 - APRILE 2017
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I pazienti sono sempre più informati e richiedono servizi rapidi ed efficaci
Luca Pani
Tutti coloro che, a qualunque titolo, intendono occuparsi di tutela della salute umana, devono essere
consapevoli che, in tutto il mondo, sta aumentando la richiesta di servizi che rispondano rapidamente ai
bisogni e ai desideri dei pazienti che si sono ormai trasformati in consumatori sempre più informati. Due
cosiddetti mega-trend hanno innescato il processo di metamorfosi dalla malattia al "cliente malato",
segnatamente l'assistenza paziente-centrica e la medicina personalizzata. Bisogna essere consapevoli di
cosa questo comporta in termini di investimenti (che vanno dalla parte commerciale della farmacia a quella
culturale) e di come possa essere integrato nella gestione della sanità pubblica. Il contesto in cui avviene la
gestione territoriale (e non solo) del paziente/cliente in farmacia ruota, in questo momento, intorno a due
cardini principali: da un lato la rapidità con cui si fornisce un'assistenza appropriata e dall'altro l'efficienza
economica con cui ciò viene valutato; ovvero come fornire il migliore standard di trattamento al prezzo
minore. Basti pensare, giusto per fare un esempio, al numero crescente di tecnologie mediche per lo
screening di patologie comuni che si sono rese a disposizione negli ultimi due anni che consentono di
eliminare le visite ospedaliere di controllo o gli accessi in emergenza, centrando tutta la relazione sul
servizio che la farmacia è in grado di fornire ai pazienti e ai suoi familiari (certamente, anche a loro). Se i
pazienti sono diventati consumatori non dobbiamo pensare che lo siano nell'accezione negativa del
termine, come cioè consumatori di medicine, quanto invece come consumatori e allo stesso tempo
generatori di informazioni che riA QUESTO NUOVO CONTESTO ANCHE IL FARMACISTA SI DEVE
ADEGUARE, SAPENDO ANTICIPARE LE ESIGENZE DI OGNI SINGOLO CLIENTE guardano la loro
salute e tutti modi per proteggerla e promuoverla mediante l'uso responsabile (quindi solo quando
necessario) delle medicine. Questo cambio di paradigma richiede da parte dei farmacisti una altrettanto
attenta transizione nel percorso e nel ruolo professionale perché non basterà più spedire una ricetta o
accompagnare la dispensazione del farmaco con informazioni precise e aggiornate sulla prescrizione
quanto, piuttosto, anticipare le esigenze di ogni singolo cliente, magari potenzialmente a rischio, ben prima
che compaiano sintomi e segni e sempre con larghissimo anticipo rispetto al consulto medico. Vi sono sei
aree di intervento che si prestano a essere rivoluzionate in questo ambito e che possono essere
brevemente riassunte come segue in: 1) identificazione delle popolazioni di riferimento; 2) impiego delle
tecnologie informative; 3) abilità di fornire servizi cognitivi; 4) capacità di aumentare l'autogestione del
paziente; 5) competenza per integrare le esperienze dei pazienti; 6) attitudine a certificare l'impatto
economico dei servizi resi. E di ognuna di queste ci occuperemo a partire dal prossimo editoriale. Buon
lavoro. • ^ PER UN APPROFONDIMENTO: Minvielle, Etienne et al., "Managing customization in health
care: A framework derived from the services sector literature", Health Policy, Volume 117, Issue 2, 216 227
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Consumatori MA NON DI FARMACI
04/04/2017
Pag. 64 N.16 - 4 aprile 2017
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tiratura:114146
CORTISONE ISTRUZIONI PER L'USO
Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo farmaco utilissimo, che richiede però alcune avvertenze
importanti
Claudio Buono
E tra gli antifiammatori più potenti e versatili ed è il più noto dei corticosteroidi, derivati di sintesi del
cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Attenta però: il cortisone va usato in modo mirato e
controllato, altrimenti potrebbe trasformarsi in un nemico per il tuo organismo. Proprio per questa ragione,
prima di assumere questo medicinale è sempre meglio consultare il medico o il farmacista. Per saperne di
più abbiamo chiesto aiuto al dottor Irven Mussi, medico di Medicina generale e docente a contratto di
Clinica medica presso la Facoltà di medicina dell'Università degli studi di Milano. È IL TOP CONTRO LE
REAZIONI ALLERGICHE Il cortisone è utilizzato soprattutto per la cura delle infiammazioni, a cominciare
da quelle della pelle, dovute sia alle reazioni allergiche che provocano prima di tutto eczemi e orticarie, sia
al contatto con sostanze irritanti (che si possono trovare, per esempio, nei detersivi o nei cosmetici). «È
efficace anche per calmare velocemente infiammazioni e dolori alle articolazioni, come quelle dovute a
tendiniti o borsiti, per le quali i normali antinfiammatori non danno i risultati sperati», specifica il dottor Irven
Mussi. È il farmaco d'elezione per il trattamento delle allergie respiratorie che provocano crisi asmatiche,
soprattutto quando gli altri medicinali non riescono ad apportare alcun beneficio. «Inoltre, assieme agli
antistaminici, quella cortisonica è la terapia più indicata contro la congiuntivite allergica, un'infiammazione
della congiuntiva (la membrana mucosa che ricopre il bulbo oculare) causata principalmente da una
sensibilità eccessiva ai pollini», continua l'esperto, che aggiunge: «Il cortisone è anche il farmaco
capostipite nella terapia delle più diffuse malattie autoimmuni, come artrite reumatoide, lupus eritematoso,
colite ulcerosa, morbo di Crohn. Agisce sopprimendo la risposta del sistema immunitario quando, a causa
di una reazione anomala, quest'ultimo aggredisce l'organismo», specifica il medico. NON SERVE IN CASO
DI RAFFREDDORE Prima di tutto, non usarlo per contrastare i disturbi da raffreddamento. «Quando si
tratta di alleviare questo tipo di malattie non serve assolutamente», chiarisce il dottor Mussi. Perciò è inutile
in caso di raffreddore, mal di gola, bronchite, o per abbassare la febbre. È controindicato, inoltre, a chi
soffre di diabete perché riduce l'azione dell'insulina, ma deve farne a meno anche chi è portatore sano di
tubercolosi ed epatite (cioè i batteri o i virus che causano queste malattie sono presenti nell'organismo ma
non causano sintomi). In questi casi il cortisone potrebbe indurre un'attivazione della malattia stessa.
«Inoltre andrebbe evitato o comunque usato solo sotto stretto controllo medico, anche da chi soffre di
ipertensione, cardiopatie, disturbi immunitari, ulcera peptica e osteoporosi, perché può peggiorare la gravità
di questi problemi», avverte l'esperto. LA SOMMINISTRAZIONE PIÙ RAPIDA È PER INIEZIONE Per
contrastare le infiammazioni della pelle il cortisone viene impiegato sotto forma di creme e pomate, mentre
per combattere i disturbi articolari è somministrato attraverso infiltrazioni che vengono eseguite
direttamente nella zona interessata. In entrambi i casi, a volte, può essere necessario assumerlo anche per
bocca. Per le allergie respiratorie il metodo più efficace è l'inalatore spray, con cui il farmaco può
raggiungere direttamente le mucose infiammate agendo così più velocemente, mentre per le congiuntiviti
allergiche è disponibile sotto forma di appositi colliri. In tutti gli altri casi si prende per bocca, meglio se al
mattino e a stomaco pieno, sotto forma di pastiglie o compresse da sciogliere in acqua. Ma quando è
necessaria una somministrazione rapida, si ricorre alle fiale per iniezioni intramuscolari o endovenose. MAI
INTERROMPERE LA TERAPIA IN MODO BRUSCO Le dosi e la durata delle cure a base di cortisone
variano in base al principio attivo contenuto nel farmaco ed è importante attenersi alle dosi giornaliere
prescritte, senza prolungare di testa propria la terapia se i risultati non sono quelli desiderati. «È
consigliabile iniziare con un dosaggio alto, per bloccare subito la malattia prima che possa causare danni
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Salute
04/04/2017
Pag. 64 N.16 - 4 aprile 2017
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tiratura:114146
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all'organismo. Quindi, si scende alle dosi minime efficaci», illlustra il dottor Mussi, che continu a:
«L'interruzione non deve essere brusca ma lenta, per evitare che la malattia possa riacutizzarsi e
scongiurare la comparsa di una crisi d'astinenza, capace di provocare disturbi come stanchezza, nausea,
vomito e diarrea, mal di testa, febbre e dolori muscolari, fino all'ipotensione (abbassamento della pressione)
e all'ipoglicemia (riduzione del glucosio nel sangue)». È possibile che il cortisone, spesso in maniera
imprevedibile, interagisca con i rimedi omeopatici e fitoterapici, quindi durante la terapia è meglio
sospendere l'assunzione di soluzioni "green". Inoltre, occorre fare attenzione alla dieta: sono sconsigliati il
pompelmo ma anche tutti gli alimenti molto salati, perché il cortisone trattiene sodio e assumere dosi
supplementari di sale rischia di causare disturbi come ipertensione e cardiopatia. Infine, meglio evitare
anche gli alcolici: il mix fra drink e farmaco può danneggiare la parete gastrica e, a livello cerebrale,
peggiorare alcuni potenziali effetti collaterali come insonnia e agitazione.
Consulta gratis il noro esperto DOTT. IRVEN MUSSI Medico di medicina generale a Milano Tel. 0270300159 10 aprile ore 15-16
Attenzione agli effetti collaterali Assumere il cortisone per non più di una settimana e a basse dosi non
provoca danni. Ma se il farmaco viene somministrato per un tempo prolungato (più di un mese circa)
oppure a dosaggi elevati, possono presentarsi diversi effetti collaterali come disturbi gastrointestinali,
iperglicemia, ipertensione, ritenzione idrica, gonfiore (soprattutto alle gambe), insonnia e irritabilità. Ma non
solo: tra i disturbi, infatti, sono anche contemplati osteoporosi, alterazioni del ciclo mestruale e aumento di
peso. Nello specifico delle preparazioni dermatologiche gli steroidi possono provocare dilatazione dei
capillari, acne, aumento della peluria, rallentamento dei processi di cicatrizzazione, mentre, riguardo ai
colliri, può
favorire il glaucoma o la cataratta. Occhio anche all'impiego nei bambini perché un abuso può portare a un
ritardo della crescita, mentre in gravidanza è preferibile evitarne l'uso durante i primi 3 mesi di gestazione,
per non rischiare malformazioni del feto.
Foto: I farmaci cortisonici possono essere venduti soltanto dietro ricetta medica
PERSONAGGI
2 articoli
04/04/2017
Pag. 31 Ed. Bari
diffusione:21595
tiratura:29861
«Ma la normativa non è coerente perciò va rivista»
l «Il caporalato, lo sfruttamento della manodopera da parte di gruppi che agiscono in piena illegalità, è un
fenomeno da combattere senza sconti e senza condoni». È la voce del sottosegretario al Lavoro, Massimo
Cassano , che tuttavia ammonisce: «Quando si legifera non conoscendo tutti i particolari di una materia e si
interviene sull'onda dell'emozione, il rischio di aggravare, anziché risolvere un problema è tutt'altro che
irrealistico. Anzi, diventa la regola che produce l'unico effetto di colpire indistintamente un settore, nel caso
quello agricolo, che è ancora trainante delle economie di molte regioni italiane, in particolare del Sud Italia».
Anche il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri (Direzione Italia) scende in campo in difesa del popolo delle
campagne. La legge sul contrasto al caporalato? «Ancorché necessaria, presenta numerose gravi criticità
che vanno risolte dice Lettieri - anche perché è necessario evitare applicazioni arbitrarie di alcuni articoli, i
cui effetti negativi sull'intero settore sarebbero deflagranti. Ecco perché si devono modificare parti
sostanziali della normativa che appare piuttosto nebulosa e nulla ha a che vedere con la reale necessità di
reprimere il caporalato e dare chiarezza e certezza agli imprenditori agricoli che vogliono lavorare nella
legalità; non opera alcuna distinzione tra i caporali e le aziende che ne utilizzano i servigi e quanti, invece,
commettono lievi infrazioni alle regole contrattuali; prevede una sorta di responsabilità penale per conto
terzi, ovvero una fattispecie delittuosa piuttosto atipica e, infrangendo il principio della proporzionalità della
pena, per rilievi risibili, prevede il sequestro dell'azienda e la relativa gestione a un commissario. Dopo la
verifica sul campo delle criticità che sono emerse in modo dirompente in sede di prima applicazione della
normativa, per evitare che venga distrutto un intero comparto produttivo che sostiene il Pil del Paese e che
genera occupazione - aggiunge D'Ambrosio Lettieri - dobbiamo apportare con urgenza tutte quelle
correzioni al testo della legge per evitare che l'effetto delle nuove norme si traduca in una sorta di paralisi
del comparto agricolo con conseguenti danni incalcolabili per l'economia italiana in generale e del
Mezzogiorno in particolare». L'on. Nuccio Altieri (Direzione Italia) ricorda invece che «lo scorso 8 febbraio
la Camera dei Deputati ha accolto un mio ordine del giorno che impegna il Governo ad intervenire per
sanare le criticità e le generalizzazioni della legge sul caporalato, che sta creando molti disagi e
preoccupazioni tra gli agricoltori onesti. Dall'8 febbraio sono passati quasi due mesi, ho scritto due lettere di
sollecito al ministro Martina, ma ad oggi non è arrivata alcuna risposta, forse a causa dei numerosi impegni
del ministro legati al congresso del Pd. Ma l'agricoltura non può aspettare il 30 aprile e la fine delle beghe
tra Renzi, Emiliano ed Orlando. Lo scorso 16 marzo ho depositato insieme ad altri venti deputati, tra cui
due ex ministri dell'agricoltura, una proposta di legge per cambiare le norme sul caporalato, che rischiano di
confondere inadempimenti amministrativi con reati penalmente perseguibili per sfruttamento. Migliaia di
agricoltori sono scesi in piazza per mettere in mora il ministro Martina. Chiediamo un incontro al ministro
entro la settimana per intervenire al più presto e prima che le lavorazioni agricole entrino nella fase di
maggiore impegno lavorativo».
Foto: Luigi D'Ambrosio Lettieri
Foto: Massimo Cassano
Foto: Nuccio Altieri
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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I COMMENTI
03/04/2017
Pag. 58 N.3 - APRILE 2017
PuntoEffe
diffusione:10727
tiratura:11042
UN CONVEGNO A CATANIA
UN CONVEGNO A CATANIA
Il convegno, organizzato da Federfarma Catania e sponsorizzato da Th.Kohl-Pharmatek, si terrà a Catania
il 24 marzo prossimo. Titolo: "Fiscalità layout e automazione, nuove opportunità dedicate al settore
farmacia". Tra i relatori il presidente di Federfarma Catania Gioacchino Nicolosi, Paolo Bonaccorso,
commercialista e revisore contabile, e Giogio Chiaberge, consulente "metodo Th. Kohl". Al centro della
discussione la possibilità di detrazioni fiscali applicabili per layout e automazione, in linea con le esigenze di
una farmacia che si fa sempre più impresa. Per informazioni: [email protected],
[email protected]
24 Marzo 2017</i
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/04/2017 - 04/04/2017
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Fiscalità, layout e automazione