II Avvento - centro Duns Scoto

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II Avvento
In questa II domenica di Avvento, la liturgia della Parola offre diversi spunti di approfondimento e
di riflessione. Volendo continuare il cammino verso Cristo, proposto domenica scorsa, sembra preferire
l’enigmatico grandioso e programmatico annuncio di Giovanni Battista: “Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino”, che con precisione indica il modo personale sicuro e certo di seguire la via maestra.
Certamente, in questo cammino personale ma non solitario, la liturgia presenta altri spunti di
completamento per rendere sempre più gioioso e lieto l’avventura verso Cristo.
Così come semplice indicazione.
La 1L presenta le umili origine del Cristo: “dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue
radici”; il R, le credenziali: “re di giustizia e di pace”; l’A ripropone l’invito del Battista a preparare nel
proprio cuore “la via” a Cristo che viene; mentre la 2L indica il fine dello stesso cammino: la “gloria di
Dio”. Prendendo come riferimento per la riflessione il termine evangelico “conversione”, sembra
opportuno indicarne significato e valore.
La parola “conversione” è la traduzione del latino conversio (converti o se convertere), che, a sua
volta, traduce i termini greci: epistrépho, metamélomai e metanoéo, nella cui etimologia è presente
l’idea di girare, volgere, volgersi, cambiare direzione, tornare indietro, pentirsi, fare penitenza. Al di
là delle singole specificità dei rispettivi termini, si possono genericamente raggruppare i loro significati
intorno a tre poli principali: quello fisico, quando indica il movimento del corpo di girarsi verso un
determinato oggetto; quello spirituale, quando, il moto spirituale del pensiero umano verso una
persona; quello teologico, quando, sia l’allontanamento dal male morale e sia il ritorno al Signore.
Normalmente, nella tradizione religiosa cristiana, il termine “conversione”, tra gli altri significati,
conserva quello specifico del cambiamento di pensare e di volere come decisione di tutto l’uomo a
convertirsi a una vita completamente diversa da quella precedente; pertanto non si tratta né di una
svolta semplicemente esteriore né di una sorta di cambiamento di idee puramente interiore. La
decisione di convertirsi si potrebbe chiamare anche “forte” o “radicale”, in quanto indica e comporta un
nuovo rapporto con Dio in Cristo, che si manifesta attraverso l’impegno a obbedire la persona del
Cristo e a seguirlo. In questo modo, il termine “conversione” rivela anche quelli di “fede” e di
“sequela”. Come a dire: i tre significati di “conversione”, di “fede” e di “sequela” sono tre aspetti di
una medesima realtà, quella della persona di Cristo.
Il Vangelo, per esempio, sintetizza e motiva così il concetto di conversione: “il tempo è compiuto e
il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1, 15); “convertitevi, perché il regno
di Dio è vicino” (Mt 3, 2; 4, 17). Per Gesù, la conversione è la condizione unica e necessaria per
entrare nel regno di Dio. Comporta a livello dottrinale l’affermazione del dominio assoluto ed effettivo
della volontà di Dio sul mondo e su ciascun uomo: “venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in
cielo così in terra”, e “non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che
fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 6, 10; 7, 21). La conversione, dunque, è la rinunzia a sé
stesso per aderire a Dio in Cristo, ossia l'assoggettamento completo della propria volontà a quella
divina. In questo capovolgimento di valori, l’io umano non perisce ma piuttosto si salva, perché in
Cristo si scopre benedetto voluto e amato da Dio; onde nella conversione, l'uomo che si dà tutto a Dio
in Cristo è sicuro di ritrovare sé stesso: “chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la
sua vita per causa mia, la troverà”, e “chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10, 39; 16, 25); “Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la
perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo
intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9, 23-25).
Grazie, Gesù, che, come Sapienza discesa dal cielo, inviti alla conversione per poter entrare in
comunione con Te, e rendere gloria a Dio.
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