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Attività 2013-2014 del Centro Orticolo Campano
3. AREA TEMATICA “VALORIZZAZIONE ECOTIPI TRADIZIONALI”
3.3 Messa in coltivazione dell’asparago selvatico
(Asparagus acutifolius)
Risultati delle prove condotte dal CRA-ORT
Responsabile della prova: dr.ssa Rosa Pepe (e-mail: [email protected]). Altro personale coinvolto:
dr.ssa N.Trotta, A. Vivone, G. De Vivo, P. Tedesco.
Lo scopo della presente attività è stato quello di introdurre, all’interno dei campi dimostrativi di
coltivazione di Asparago selvatico, alcune innovazioni. Precisamente:
• un maggiore livello di meccanizzazione, al fine di ridurre il numero di lavorazioni manuali;
• una gestione agronomica diversificata (pacciamatura, sinergia tra le colture e consociazioni
colturali) dei campi al fine di ridurre i tempi di raccolta e migliorare la qualità del prodotto;
• un incremento della resa produttiva e della redditività preservando, contemporaneamente,
l’habitat naturale della specie.
I campi dimostrativi di coltivazione sono stati allestiti in tre comuni del comprensorio della Comunità
Montana Bussento-Lambro e Mingardo. Questo territorio è naturalmente vocato alla coltivazione
dell’asparago e l’azione di valorizzazione di questo prodotto negli anni ha suscitato molto interesse, sia
da parte dei produttori che da parte dei consumatori. La preparazione di piatti a base di asparagi
selvatici, è ormai una realtà nella ristorazione locale.
I campi sono stati allestiti nei seguenti comuni:
• Rofrano, località Viggiano, azienda di Detta Giuseppe;
• Futani, presso la cooperativa Anima-re;
• Sicili, frazione di Morigerati, presso l’azienda agricola di Nicolangelo Marsicani.
L’asparago è normalmente presente in quasi
tutti gli areali del bacino del mediterraneo, ma
le sue condizioni ottimali di sviluppo sono nel
sottobosco, dove sussistono condizioni di
ridotta luminosità, terreni freschi e ricchi di
sostanza organica e un buon tasso di umidità.
Per una coltivazione più estensiva effettuata in
campi soleggiati e ben esposti, è importante
verificare l’adattabilità, il ritmo di crescita e i
tempi per l’entrata in produzione delle piante
di asparago.
Per i nostri tre campi,le piantine sono state
fornite dal CRA-ORT di Pontecagnano, dove
da anni è in corso un’ attività vivaistica per la
produzione di piantine di asparago, attività
necessaria anche al fine di stilare un
disciplinare di produzione e coltivazione
dell’asparago selvatico. La produzione di
piantine di asparago in vivaio e la successiva
messa in coltura determina un vantaggio
notevole per l’ambiente in quanto, avendo
piantine disponibili, si riduce la raccolta delle
piante di asparago dal loro habitat naturale.
La superficie complessiva di ciascuna prova è
stata di circa 200 mq, con parcelle elementari
di 100 mq replicate due volte.
Per il trapianto sono stati utilizzati due sesti di
impianto, su fila singola e su fila binata, con
una distanza sulla fila per entrambi i sesti di
45/50 cm mentre, nell’ambito della fila binata,
tra una fila e l’altra, la distanza è stata di 80 cm.
In questi comprensori l’irrigazione avviene
tramite impianti a pioggia o per scorrimento,
mentre i 3 campi dimostrativi sono stati dotati
di impianti di irrigazione con ali gocciolanti, da
utilizzare anche per la fertirrigazione.
Necessarie le irrigazioni di soccorso durante il
periodo estivo e, soprattutto, nei primi due anni
dall’impianto.
Il trapianto è stato effettuato nel mese di giugno
2013. Al trapianto non ci sono state fallanze e
le piante hanno avuto un ottimo decorso
vegetativo.
Le piante non hanno subito attacchi né alla
parte aerea né radicale, dimostrando la loro
grande rusticità e adattabilità alle diverse
condizioni pedologiche e climatiche.
Il Campo presente nel comune di Sicili,
Frazione di Morigerati, è stato allestito nell’
azienda agricola Nicolangelo Marsicani. Il
terreno presenta una pendenza del 10% e le
piante di asparago sono state consociate
all’olivo, affinchè l’asparago possa trarre
vantaggio dall’ombra degli olivi e per avere un’
integrazione di reddito per unità di superficie
investita. Con la consociazione Asparago-Olivo
è stato modificato il sesto d’impianto, in
particolare la distanza sulle bine e tra le bine. In
dettaglio, il sesto utilizzato per le file singole è
stato di 3,50 m mentre, per la fila binata, il sesto
è stato di 3,50 m tra le bine e di 80 cm tra le file
di una bina, con distanza delle piante sulla fila
di 50 cm.
Complessivamente, sono state trapiantate circa
300 piante. Il terreno è stato vangato e fresato
ed è stata effettuata una concimazione di fondo
utilizzando un concime ternario (20-20-20) in
dose pari a circa 10 kg e, durante l’intero ciclo
di coltivazione, circa 5 kg di nitrato ammonico,
pari a 16 g per pianta.
Le piante di Olivo presenti in campo sono di un
anno di età, per questo la superficie è
interamente soleggiata e, pertanto, le piante di
asparago in questi primi anni non si sono
avvantaggiate dell’ombreggiamento.
In campo non si sono riscontrate fallanze e sono
stati necessari diversi interventi sia meccanici
che manuali per controllare lo sviluppo delle
erbe infestanti.
Queste
lavorazioni
richiedono
molta
manodopera e, quindi, sono onerose, per cui è
necessario
introdurre
delle
pratiche
agronomiche che tendono a ridurre lo sviluppo
delle infestanti e che contribuiscano ad
incrementare la quantità di sostanza organica
nel suolo. Per questo, è stata effettuata una
pacciamatura naturale a base di foglie di olivo,
in parte compostate, per favorire l’accumulo di
sostanza organica e limitare lo sviluppo di
infestanti intorno alle piante, così da ridurre i
numeri di interventi di lavorazioni in campo.
Il campo di Futani è stato gestito dalla
cooperativa “Anima” ed è stato allestito vicino
all’ Abbazia di Santa Lucia, costruita intorno
all’anno 1000. Questo campo avrà anche
finalità didattiche e sociali, data la natura della
cooperativa. Il terreno è pianeggiante e molto
ricco di sostanza organica. Le piante non hanno
presentato nessun tipo di problema né in fase di
impianto né successivamente. Le lavorazioni in
fase di pre/post-trapianto sono state le stesse del
campo di Sicili. Anche in questo caso, il
principale problema è stato la gestione delle
infestanti, in quanto per tenere pulito il campo
ogni 20 giorni è stato necessario un intervento
di diserbo meccanico, scerbature manuali e
passaggi con fresatrici. Il campo allestito a
Rofrano è stato realizzato nell’azienda di Detta
Giuseppe, in prossimità del ristorante “Il
Centauro”. In questo campo le lavorazioni in
pre/post trapianto e i sesti di impianto sono stati
gli stessi del campo di Futani, solo che le piante
sono state consociate ad un frutteto già
impiantato in precedenza. La conduzione del
campo è avvenuta secondo i principi
dell’agricoltura sinergica. I risultati sono stati
incoraggianti, in quanto le piante si presentano
sane e con ottimo apparato radicale; nel campo,
inoltre, è stata registrata un’alta presenza di
lombrichi. Il terreno dei tre siti è stato
analizzato dal punto di vista fisico e chimico. A
tal fine, sono stati prelevati 18 campioni di
terreno per ogni campo, per un totale di 54
campioni, ognuno costituito dall’unione di tre
sub-campioni, prelevati a due diverse
profondità: 0-20 cm e 20-30 cm. Le analisi
sono state effettuate c/o il CRA- ABP (Centro
di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia) di
Firenze. I risultati delle analisi sono riportati
nella tabella 1. Il pH più basso è stato
riscontrato a Futani,, con valori intorno a 5,
mentre fra Rofranoo e Sicili le differenze sono
risultate minori (7,4 e 7,8, rispettivamente) e
tutti e due i suoli mostrano una reazione subalcalina. Il Carbonio organico è risultato
nettamente più elevato nel suolo di Rofrano
(2,9%), seguito da Futani (2,09 %) e, in ultimo,
da Sicili, dove il contenuto è stato comunque
buono (1,7 %).
L’andamento dell’azoto totale ha seguito quello
della sostanza organica, risultando più alto a
Rofrano (0,233 %), seguito da Futani (0,2 %) e
Sicili (0,15%).
Foto 1. Nicolangelo Marsicani
Foto 2. Campo
Foto 3. Maria Rosaria Tambasco
Foto 4. Consociazione frutteto-asparago
Tabella 1. Analisi fisico-chimica dei suoli
PROF
Argilla Limo tot. Sabbia ClASSE USDA
%
%
%
Ph
C%
S.O%
N%
Futani
Futani
0-20
20-30
26
29
35
46
37
25
franco argilloso limoso
franco argilloso limoso
4.98
4.96
2.101
2.079
3.622
3.584
0.211
0.190
Rofrano 1
Rofrano 1
0-20
20-30
27
35
48
44
25
21
franco
franco argilloso
7.40
7.32
2.942
2.949
5.073
5.085
0.239
0.228
Sicili
Sicili
0-20
20-30
41
34
46
53
12
12
argilloso limoso
franco argilloso limoso
1.636
1.739
2.820
3.516
0.154
0.149
7.77
7.85
Tabella 2 – Rilievi biometrici sulle colture.
DATI
peso
Centauro
Santa
Cecilia
Sicili
Medio
Radici
di
Radici
valori peso medio
e
rami
Rami valori medi
p
pfresco psecco lunghezza_media %ss acqua p_fresco secco lunghezza_media %ss
acqua
2,32
0,53
20,40 23,67 76,33
3,16 1,09
41,60 36,38 63,62
2,25
1,38
0,48
0,38
28,67 21,62 78,38
20,00 29,76 70,24
A dodici mesi dal trapianto, in tutti e tre i campi
dimostrativi, sono stati eseguiti prelievi
distruttivi delle piante al fine di valutarne il
ritmo di crescita,
Se rapportiamo i valori delle due tabelle
possiamo osservare che l’aspargo selvatico si
adatta bene alle diverse condizioni di pH, ma
sicuramente si avvantaggia molto quando la
quantità di Sostanza organica e di C organico
nel suolo sono presenti in maggiore quantità.
Ad ogni modo, è necessaria una valutazione
successiva e, soprattutto, al terzo anno dal
trapianto, cioè al quarto anno di vita delle
piante, in quanto in questa fase temporale le
piante saranno nella fase di massima
produzione.
5,49
3,72
2,24
1,83
45,00 38,24
33,17 50,91
61,76
49,09
Per la divulgazione del progetto sono stati
realizzati tre seminari tecnico-divulgativi:
29 Marzo 2014 ore 10.30: “Messa in
coltivazione dell’asparago selvatico (Asparagus
acutifolius)”, realizzato presso il Centro di
Aggregazione Comunale, Via San Biagio Sicili
– Morigerati (SA)
28
Aprile 2014 ore 10.30: “Messa in
coltivazione dell’asparago selvatico (Asparagus
acutifolius)”, realizzato presso il Ristorante “Il
Centauro”, in Località Viggiano, km 186,
Rofrano (SA).
16 Giugno 2014 ore 17.00: “Messa in
coltivazione dell’asparago selvatico (Asparagus
acutifolius), realizzato presso la Comunità
Montana Bussento Lambro e Mingardo, Futani
(SA).
Foto 5. Seminario a Rofrano
Risultati
L’asparago selvatico si caratterizza per il suo
ciclo di crescita molto lento, ancor più di una
coltura arborea. Dalle osservazioni sui tre
campi per il periodo di durata del progetto, non
sono state osservate fallanze e le piante
presentavano un buono stato vegetativo. Inoltre,
le piante hanno mostrato una buona adattabilità
e sviluppo in tutte e tre i campi, sebbene
sarebbero necessari ancora due anni di
osservazione per
verificare l’entrata in
produzione e la reale produttività.
Considerazioni e conclusioni
La gestione agronomica delle asparagiaie non
hanno presentato problemi, sia dal punto di
vista fitosanitario che dal punto di vista dei
fabbisogni nutrizionali ed idrici della coltura.
L’asparagiaia
deve
essere
monitorata
periodicamente in primavera e in autunno,
perché si possono avere problemi fitosanitari,
soprattutto per la presenza dell’ altica e della
criocera, che colpisce i giovani turioni e altre
parti della pianta, compromettendo quest’ultima
per la presenza eccessiva di larve.
L’attività realizzata in questi campi ha messo
in evidenza le difficoltà di gestione di una
coltura poliennale come l’asparago. Infatti, il
ritmo di crescita delle piante è lento: dalla
semina all’entrata in produzione occorrono 5
anni. La competizione con le erbe infestanti è
notevole ma, con interventi di sarchiature lungo
le file per almeno 4 volte all’anno e l’uso di
materiale pacciamante, il problema è gestibile.
Dato che la fase vegetativa dell’asparago è
molto lunga, gli agricoltori hanno difficoltà a
considerare concretamente questa coltura,
perché nei primi 4 anni sostengono solo costi e
nessun ricavo, per cui sono da considerare i
mancati redditi. Per questo motivo si è provato
a consociare l’asparago con il frutteto e
l’oliveto; d’altra parte, le piante di asparago si
avvantaggiano dei lavori che vengono effettuati
normalmente nel frutteto o nell’oliveto.
Una alternativa alla coltivazione estensiva
dell’asparago è la coltivazione intensiva, con la
quale vengono investite superfici da orto,
trapiantando piante di asparago già adulte, con
apparato radicale ed aereo già ben sviluppato.
In questo modo, al secondo anno dal trapianto,
l’asparagiaia si trova già in fase di produzione.
Molta attenzione deve essere data alla gestione
vivaistica di questa coltura, al fine di fornire
piante dotate di un buon apparato radicale e
numerose gemme fruttifere. Con le analisi del
terreno a disposizione, nel tempo si potrà
confrontare e verificare come la natura del
suolo e la sua composizione chimica, da una
parte, e la gestione colturale dell’agricoltore,
dall’altra, condizionano lo sviluppo della pinta
e la sua produttività.
La coltivazione dell’asparago sta riscuotendo
un interesse crescente in questi ultimi anni, ma
è necessario che nella PAC venga assimilata ad
una coltura arborea, in quanto poliennale:
addirittura sembra che queste piante possano
superare anche il secolo di vita. Pertanto, è
necessario
attivare
misure
specifiche
nell’ambito del PSR (ad es. misura 2080/92),
che vadano a coprire i costi di impianto e i
mancati redditi della coltura almeno fino al
quinto
anno
di
vita
della
stessa.
Successivamente, la coltivazione dovrebbe
risultare remunerativa.