LAV COMUNICATO STAMPA – 12 LUGLIO 2016 “UNA STORIA

LAV COMUNICATO STAMPA – 12 LUGLIO 2016
“UNA STORIA DIVERSA”: VIDEO LAV SVELA LA REALTA’ CHE SI CELA DIETRO AL
PROSCIUTTO.
MAIALI ALLEVATI IN CAPANNONI SOVRAFFOLLATI, TRA I PROPRI ESCREMENTI,
E CUCCIOLI MUTILATI DAVANTI A MADRI IMPOTENTI
“Il prodotto di un terra ricca e generosa, frutto di qualità e attenzione”: queste
sono le parole usate per descrivere quella che è considerata l’eccellenza del
Made in Italy: il prosciutto.
Vanto di una nazione che ne fa la propria bandiera culinaria, però, il prosciutto
nasconde una verità dolorosa, celata dietro le mura degli allevamenti: “Una
storia
diversa”,
appunto,
raccontata
nel
nuovo
video
(https://youtu.be/AqupXqCZUmo ) della LAV, diffuso oggi.
Frutto di un’investigazione condotta in incognito in alcuni dei 1200 allevamenti
italiani di suini, il video mostra maiali allevati al chiuso in enormi capannoni,
senza mai vedere la luce del sole. Ammassati gli uni sugli altri in box minuscoli,
dove vengono fatti ingrassare in un ambiente insalubre, tra feci e urine che
contaminano il loro stesso cibo. Scrofe rinchiuse in gabbie nelle quali riescono a
malapena a sdraiarsi per allattare i piccoli, che in molti casi vengono schiacciati,
con un tasso di mortalità altissimo.
Milioni di animali allevati in condizioni drammatiche. Secondo il Censimento
Agricoltura ISTAT nel 2010 in Italia il 77% dei suini era allevato in stabilimenti
con più di 2000 animali: oltre 7 milioni di suini in soli 1.187 stabilimenti, più della
metà dei quali in Lombardia, mentre oltre l’84% dell’intera popolazione suina si
concentra in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.
Un sistema industriale sordo alle implicazioni etiche, ai gravissimi danni
ambientali provocati da questi allevamenti, e all’impatto sulla salute dei
consumatori. A ciò si aggiungono le mutilazioni, senza anestesia, che subiscono i
piccoli di appena una settimana di vita, sotto lo sguardo impotente e disperato
delle madri alle quali vengono brutalmente strappati tra grida atroci di dolore e
spavento.
LAV Onlus
Viale Regina Margherita 177
00198 Roma
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Pratiche cruente, invasive e generalizzate, incredibilmente consentite dalla
legge che se operate entro il settimo giorno di vita dei cuccioli non richiedono
il ricorso all’anestesia né la presenza di un medico veterinario, e quindi
vengono effettuate da semplici operatori dell’allevamento in una sorta di catena
di montaggio: si prende il piccolo, si tagliano i testicoli, la coda o si troncano i
denti, e si ributta l’animale nel recinto. Si stima che non vengano dedicati più di
30 secondi a maialino: nessuna sutura, nessuna medicazione delle ferite o
sterilizzazione del bisturi, lo stesso usato per tutti, o della tenaglia, spesso usata
per mutilare coda e denti.
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“L’unica soluzione capace di cancellare le vergogne di questo sistema di
produzione che imprigiona e condanna a morte decine di milioni di essere
viventi, è il modello alimentare vegetale, capace di nutrire al tempo stesso il
Pianeta – afferma Roberto Bennati, vicepresidente LAV - Spetta alla politica e
alle Istituzioni capire in quale direzione guardare e indirizzare le proprie scelte
per un futuro più attento a produzioni senza sofferenze e rispettose
dell’ambiente. Ma ogni consumatore può esercitare il suo potere di scelta e di
indirizzo, con la consapevolezza che i maiali allevati a fine alimentare non vivono
in una ‘beauty farm’ e che esistono validi sostituti vegetali (es. legumi) alle
proteine animali”.
Per scoprire tutti i vantaggi dell’alimentazione Veg, per gli animali, il Pianeta e la
salute, visita il sito: www.cambiamenu.it.
La LAV ringrazia Monica Stefinlongo di Radioveg.it per aver messo a disposizione
la sua voce nel video.
12.07.2016
Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 329.0398535
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