Parte VI - Vitamine e altri argomenti Risposte e breve discussione 1) 2) 3) c. In Estremo Oriente il riso è un alimento di base. Tuttavia, nei casi in cui questo rappresenti l'unico alimento, si può manifestare il beri-beri poiché il riso è povero di vitamina B1 (tiamina). Il tiaminpirofosfato è il gruppo prostetico di enzimi che trasferiscono gruppi aldeidici attivati. Tali enzimi comprendono la transchetolasi, la piruvato deidrogenasi e la α-chetoglutarato deidrogenasi. Il beri-beri è una malattia carenziale i cui sintomi principali sono dolori alle estremità provocati da una neuropatia periferica, debolezza muscolare e ingrossamento cardiaco. I prodotti dei lieviti, il grano intero, le noccioline e la carne di maiale sono ricchi di tiamina. Colina, etanolammina e serina sono molecole che costituiscono le teste polari dei fosfolipidi. La glicina è un comune amminoacido. b. La lipoammide, al pari del CoA, trasferisce gruppi acetile ma, a differenza di questo, non è un cofattore stechiometrico bensì un cofattore catalitico di un complesso enzimatico. Un gruppo disolfuro reattivo della lipoammide lega il gruppo acetile che deve essere trasferito. La lipoammide diventa così acetilipoammide e quindi, dopo aver a sua volta ceduto il gruppo acilico, diidrolipoammide. Questa reazione e la successiva rigenerazione della lipoammide sono catalizzate da porzioni differenti dei complessi multienzimatici della piruvato deidrogenasi e della isocitrato deidrogenasi. L'ATP trasferisce gruppi fosfato mentre il tiammin pirofosfato trasferisce gruppi aldeidici. NADH e FADH trasferiscono elettroni. b. La piruvato carbossilasi catalizza la conversione del piruvato in ossalacetato nella gluconeogenesi. Piruvato + HCO3- + ATP → ossalacetato + ADP + Pi 4) 5) 6) 7) L'attività della piruvato carbossilasi richiede biotina, Mg2+ e Mn2+ e l'enzima è attivato allostericamente dall'acetil CoA. La biotina non viene carbossilata fino a quando l'acetil CoA non si lega all'enzima. Per questa ragione, alti livelli di acetil CoA indicano il bisogno di ossalacetato. Quando i livelli di ATP sono elevati, l'ossalacetato viene consumato nella gluconeogenesi. Quando invece i livelli di ATP sono bassi l'ossalacetato entra nel ciclo di Krebs. La gluconeogenesi avviene soltanto nel fegato e nel rene. b. L'acido pantotenico, detto anche co-acetilasi, è un componente del coenzima A (CoA). L'acetil Coa è la forma attivata dell'acetato utilizzata nelle reazioni di acetilazione che si hanno nel ciclo dell'acido citrico e nel metabolismo degli acidi grassi e del colesterolo. Un deficit di acido pantotenico provocherebbe la diminuzione delle riserve di CoA e avrebbe conseguenze negative nei mammiferi. Poiché, tuttavia, questa molecola è abbastanza diffusa negli alimenti, non sono mai stati descritti casi di deficit di acido pantotenico negli uomini. c. L'anemia perniciosa è provocata dall'impossibilità di assorbire la vitamina B12 nel tratto gastro-intestinale. Questo fatto potrebbe essere legato ad un deficit di fattore intrinseco, a gastrectomia totale o a malattie dell'intestino tenue. I segni più precoci di anemia perniciosa non compaiono prima di 3-5 anni dall'instaurarsi dello stato carenziale. c. Il pigmento retinico rodopsina è costituito dall'associazione della vitamina A in forma di 11-cis-retinale con l'opsina, una proteina. La rigenerazione della rodopsina passa attraverso la rigenerazione dell'11-cis-retinale. La reazione al buio coinvolge l'isomerizzazione del retinale tutto-trans in 11-cis-retinale, che quindi si combina con l'opsina per riformare la rodopsina. Un deficit di vitamina A è associato a cecità notturna. La vitamina A spesso deriva dai β-caroteni di origine vegetale. d. Per essere convertita in trombina, la protrombina deve legare ioni Ca++ che la ancorano alle membrane piastriniche a seguito di un trauma. L'affinità della protrombina per gli ioni 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) Ca++ dipende dalla presenza di 10 residui di γ-carbossiglutammato nella sua regione ammino terminale. La γ-carbossilazione dipende dalla vitamina K ed è una modificazione postraduzionale, che avviene quando la catena nascente della protrombina è sintetizzata nel reticolo endoplasmatico rugoso degli epatociti e passa all'interno del lume del reticolo. Gli anticoagulanti warfarin e dicumarolo sono analoghi strutturali che bloccano la γcarbossilazione della protrombina sostituendosi alla vitamina K. In presenza di tali farmaci, la protrombina prodotta possiede una scarsa affinità per gli ioni Ca++ e non può legarsi adeguatamente alle membrane piastriniche per essere convertita in trombina. e. L'acido ascorbico, vitamina C, si trova nella frutta e nei vegetali freschi. Il deficit di acido ascorbico determina l'insorgenza dello scorbuto, noto in passato come "malattia dei marinai". L'acido ascorbico è necessario per l'idrossilazione della prolina a idrossiprolina nel collageno, un processo essenziale per la formazione ed il mantenimento strutturale dei tessuti connettivi. Nello scorbuto si ha una sintesi alterata del collageno da parte delle cellule mesenchimali con un conseguente danno a carico dei tessuti scheletrici, dentali e connettivi. Tiamina, niacina, cobalammina e acido pantotenico sono invece presenti nei pesci e nelle carni. c. Certi amminoacidi e lipidi sono essenziali da un punto di vista nutrizionale perché l'organismo umano non può sintetizzarli. L'energia normalmente ottenuta dai carboidrati può essere ottenuta dai lipidi e dalla conversione di alcuni amminoacidi in intermedi del ciclo dell'acido citrico. b. Il ferro ferroso (Fe2+) è la forma assorbita nell'intestino dalla ferritina, trasportata nel plasma dalla transferrina e immagazzinata nel fegato legata alla ferritina o in forma di emosiderina. Non esiste una via di escrezione per il ferro. Per questo motivo, un'eccessiva assunzione di ferro per periodi prolungati può causare l'emocromatosi. Questa è una condizione in cui si verifica una diffusa deposizione di emosiderina nel fegato, nel pancreas e nelle ghiandole surrenali. Tra le principali conseguenze di questa condizione vi sono la cirrosi, il diabete mellito ed alterazioni della pigmentazione cutanea. b. L'attività antiossidante del glutatione dipende dal mantenimento del suo stato ridotto. L'enzima glutatione reduttasi trasferisce elettroni dal NADPH al glutatione ossidato attraverso il FAD. Il glutatione ossidato è composto da due molecole di glutatione unite tra loro da un ponte disolfuro. Il glutatione ridotto è un tripeptide con un gruppo sulfidrilico libero. E' la presenza di questo sulfidrile che garantisce l'attività antiossidante del glutatione. Negli eritrociti, la funzione dei residui di cisteina dell'emoglobina e di altre proteine viene mantenuta grazie al potere riducente del glutatione. c. La maltasi, insieme ad altre disaccaridasi, amminopeptidasi e dipeptidasi, è prodotta dalle cellule della mucosa intestinale. Esistono due tipi di amilasi, una presente nella saliva e l'altra di origine pancreatica. Chimotripsina ed elastasi sono endoproteasi presenti nel succo pancreatico mentre la pepsina è un endoproteasi di origine gastrica. a. La principale funzione della bile è quella emulsionante ovvero la capacità di ridurre la tensione superficiale delle goccioline lipidiche alimentari durante la digestione. Grazie a questa azione, svolta in particolare dai sali biliari, gli aggregati lipidici sono ridotti a piccole particelle, dette micelle, facilmente aggredibili dagli enzimi idrolitici. Questi ultimi sono i diretti responsabili dell'azione digestiva sui grassi alimentari. Un'altra importante azione della bile è quella di neutralizzare il chimo acido proveniente dallo stomaco. Questa funzione è svolta dalla bile assieme al succo pancreatico, particolarmente ricco in bicarbonati. La presenza di colesterolo, sali biliari, bilirubina, ma anche di altre sostanze quali farmaci e tossine, giustifica la funzione escretoria della bile. e. Il morbo celiaco, stato patologico tipico dell'età infantile, è presumibilmente legato all'assorbimento di frammenti proteici parzialmente digeriti. Questi determinano un ipersensibilizzazione dell'organismo verso alimenti contenenti certi tipi di proteine, la più nota delle quali è il glutine. Difetti di assorbimento di zuccheri e lipidi non causano risposte 15) 16) 17) 18) 19) 20) immunologiche abnormi, mentre la carenza di assorbimento di certe vitamine può condurre verso stati carenziali. e. Serina e treonina sono amminoacidi che possiedono un gruppo ossidrilico nella catena laterale. Questo gruppo può essere impegnato nella formazione di un legame O-glicosidico con residui zuccherini nelle glicoproteine. L'idrossilisina, residuo presente nel collageno come conseguenza di una modificazione posttraduzionale, rappresenta un sito di glicosilazione. Unità saccaridiche possono essere legate anche a residui di asparagina con legami N-glicosidici. Non sono invece attualmente note proteine con residui di tirosina glicosilati. I residui di tirosina sono, invece, spesso oggetto di reazioni di fosforilazione nell'ambito della regolazione covalente dell'attività enzimatica. d. I legami crociati del collageno hanno la funzione di stabilizzare le fibre della proteina. Questi si formano in seguito all'azione della lisil ossidasi, un enzima contenente rame che catalizza la deaminazione ossidativa dei gruppi ε-amminici di certi residui di lisina e idrossilisina, producendo gruppi aldeidici reattivi (allisine). I gruppi così formati possono andare incontro a reazioni di condensazione aldolica con altri residui di allisina oppure formare basi di Schiff con gruppi amminici di lisine e idrossilisine. Tali reazioni, dopo ulteriori modificazioni, generano legami crociati stabili che hanno grande importanza per la resistenza alla trazione della fibra del collageno. Le singole catene polipeptidiche del collageno formano eliche che, tuttavia, non sono stabili. Soltanto l'associazione in una tripla elica permette la stabilizzazione conformazionale della molecola. Le estremità ricche in cisteina presenti nella molecola di procollageno sono importanti per la formazione della tripla elica favorendo la messa in registro delle singole catene ma, una volta svolto questo compito, tali estremità sono rimosse per idrolisi enzimatica. a. La sindrome di Marfan, malattia ereditaria che colpisce il tessuto connettivo, è dovuta a mutazioni che colpiscono il gene della fibrillina, una proteina presente nelle microfibrille. I soggetti colpiti da sindrome di Marfan hanno tratti caratteristici quali, dita molto lunghe (aracnodattilia), iperestensibilità delle articolazioni e spiccata tendenza a presentare alterazioni dell'aorta. Le altre condizioni patologiche indicate dalle risposte sono invece legate ad anomalie nel processo di sintesi del collageno. a. L'unità disaccaridica ripetitiva dell'eparina contiene glucosammina e acido iduronico. Gran parte dei gruppi amminici dei residui di glucosammina sono legati a gruppi solfato. Nacetilglucosammina e acido glicuronico sono le unità ripetitive dell'acido ialuronico. Nacetilgalattosammina, acido glicuronico e solfati sono caratteristici del condroitin solfato. Nacetilglucosammina, galattosio e solfati sono invece caratteristici dei cheratan solfati. Infine, N-acetilgalattosammina, acido iduronico e solfato sono i costituienti del dermatan solfato. a. I principali eventi biochimici che si manifestano durante un ciclo di contrazione e rilasciamento muscolare possono essere riassunti in cinque tappe. i) Nella fase di rilasciamento ogni testa della miosina idrolizza l'ATP legato senza tuttavia rilasciare i prodotti di idrolisi. ii) Quando viene stimolata la contrazione, attraverso una serie complessa di eventi cui partecipano diversi fattori, l'actina diviene accessibile ed è legata alle teste della miosina. iii) La formazione di tale complesso promuove il rilascio del fosfato e dell'ADP e a ciò consegue il cambiamento conformazionale della testa della miosina che porta allo scorrimento dei filamenti. iv) Una molecola di ATP si lega alla miosina. v) Il complesso formato ha una scarsa affinità per l'actina che viene rilasciata. Quest'ultima tappa rappresenta un momento cruciale nel processo di rilasciamento che dipende, quindi, dal legame dell'ATP al complesso actina-miosina. c. La fosfocreatina costituisce un'importante riserva di energia per il tessuto muscolare. Questa molecola impedisce la rapida deplezione dell'ATP fornendo un gruppo fosfato di pronto impiego, che può essere utilizzato per rigenerare rapidamente l'ATP dall'ADP. La fosfocreatina si forma a partire da ATP e creatina nei momenti in cui il muscolo è rilassato e le richieste di ATP non sono rilevanti. L'enzima che catalizza la fosforilazione della creatina 21) 22) 23) 24) 25) 26) è la creatina chinasi (CK), un enzima specifico del muscolo il cui dosaggio è utile in clinica per la diagnosi di malattie acute o croniche a carico del tessuto muscolare. La presenza di isoenzimi caratteristici del tessuto miocardico permette di utilizzare la CK anche come marker diagnostico di malattie cardiache quale, ad esempio, l'infarto miocardico. b. Il citoscheletro è costituito da un'estesa rete di strutture filamentose intracellulari che permettono lo svolgimento di importanti funzioni quali esocitosi, endocitosi, trasporto intracellulare, morfogenesi ed altre. Queste strutture comprendono i filamenti di actina, noti anche come microfilamenti, i microtubuli, costituiti soprattutto da α- e β-tubulina, e i filamenti intermedi. Questi ultimi comprendono le cheratine, le proteine simili alla vimentina, i neurofilamenti e le lamine. c. La transferrina è una α1-globulina del peso molecolare di circa 76 kDa, sintetizzata nel fegato. Essa svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo del ferro garantendo il trasporto di questo, in forma ferrica, nel plasma. Il ferro è quindi trasportato dalla transferrina, in un rapporto di due moli di Fe3+ per mole di proteina, nei siti in cui esso è necessario. La ceruloplasmina è invece una voluminosa proteina implicata nel trasporto del rame. La ferritina consente il deposito del ferro e i suoi livelli tendono ad aumentare in quei pazienti in cui c'è un eccesso di questo elemento. L'aptoglobina è una glicoproteina plasmatica che lega l'emoglobina extraeritrocitaria formando con questa un complesso molto stabile. Questo legame impedisce il filtraggio renale dell'emoglobina libera, la quale avrebbe una naturale tendenza a precipitare nei tubuli renali. La funzione dell'aptoglobina è dunque quella di impedire la perdita dell'emoglobina e del ferro contenuto in essa. La mioglobina è una proteina muscolare la cui funzione è quella di immagazzinare ossigeno. c. Le immunoglobuline (Ig), proteine plasmatiche che migrano con la frazione γ-globulinica, sono glicoproteine prodotte dalle plasmacellule e possono essere presenti anche nei secreti delle mucose svolgendo un'azione protettiva nei confronti delle aggressioni da agenti patogeni. Le Ig presentano una struttura di base data dall'associazione di quattro catene polipeptidiche, due pesanti e due leggere, mediante ponti disolfuro. Il grado di complessità strutturale nonché le caratteristiche funzionali delle varie molecole permettono una classificazione delle Ig. Il peso molecolare delle quattro catene è compreso tra 150 e 190 kDa ma alcune classi di Ig, ad esempio le IgM, sono caratterizzate dall'associazione di più copie della molecola di base e possono raggiungere pesi molecolari fino a 900 kDa. c. L'emofilia A è una malattia ereditaria legata al cromosona X, in cui si verifica un deficit del fattore VIII. Questa condizione patologica è caratterizzata da un difettoso processo emocoagulativo con conseguenti emorragie. d. La detossificazione degli xenobiotici è un processo che avviene per la massima parte a livello del fegato. Tra le principali reazioni coinvolte nella trasformazione di xenobiotici vi sono le idrossilazioni e le reazioni di coniugazione con vari composti. Importanti reazioni di coniugazione sono la glicuronazione, la solfatazione, l'acetilazione, la metilazione e la coniugazione con glutatione. La funzione di queste reazioni è quella di rendere la molecola "estranea" maggiormente solubile e di favorirne così l'eliminazione. La carbammilazione è una reazione spontanea cui può andare incontro una certa proteina e non ha importanza nella trasformazione degli xenobiotici. Di un certo rilievo possono essere le reazioni di dealogenazione di certe molecole tossiche caratterizzate dalla presenza di alogeni. b. I protoncogeni sono geni presenti in cellule normali i cui prodotti svolgono importanti ruoli nella differenziazione, crescita e duplicazione cellulare. Questi possono essere attivati a oncogeni con vari meccanismi tra i quali ricordiamo l'inserzione nel promotore, l'inserimento di elementi amplificatori, traslocazioni cromosomiche, amplificazione genica e mutazioni puntiformi.