Seconda Università degli Studi di Napoli
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale «L. Vanvitelli»
Corso di Caratteri costruttivi dell’edilizia storica
A.A. 2012/2013
Prof. arch. Francesco Miraglia
Ferramenta «di riparo»
Napoli, Terra di Lavoro (XVII-XX)
I
Caratteri costruttivi dell’edilizia storica
Prof. arch. Francesco Miraglia
In Italia meridionale vi era scarsità di ferro
Questo materiale generalmente si importava dalla Toscana (isola d’Elba),
dall’Inghilterra o dalla Svezia e, pertanto, era molto costoso.
Le ferriere producevano più che altro utensili, armi, macchine ed
attrezzature.
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Prof. arch. Francesco Miraglia
XVII secolo: l’utilizzo del ferro in edilizia era molto raro, limitato alle
strutture auliche
XVIII secolo: l’utilizzo del ferro era assicurato soltanto per la
configurazione di alcuni elementi, quali parapetti di balconi e scale ed
inferriate e si presentava sotto forma di elementi semi-lavorati
XIX secolo: l’apertura del mercato nazionale consentì un utilizzo
maggiormente diffuso del ferro, che si poteva acquistare sotto forma di
elementi pre-confezionati, agilmente assemblabili
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Prof. arch. Francesco Miraglia
«Ferramenti da fucina» utilizzati nel cantiere edile tradizionale
Elementi di «ritegno» (catene, tiranti, staffe)
Elementi di «collegamento» (caviglie, chiodi)
Elementi di «riparo» (balaustre, inferriate, cancelli)
Elementi di «guarnimento» o «chiusura» (dispositivi di articolazione e di
bloccaggio degli infissi).
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BALCONI
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CRONOTIPI
XVIII secolo
Due traverse orizzontali (spranghe) agganciate a quadrelli verticali (elementi
parallelepipedi con sezione pari a circa 16 mm) lavorati alla forgia, dunque
con profili tendenzialmente irregolari.
Il collegamento tra spranghe e quadrelli era assicurato ribattendo a caldo gli
spinotti cilindrici, parti terminali dei quadrelli. A causa di questa irregolarità i
quadrelli venivano inclinati a 45° rispetto alle spranghe.
La spranga inferiore era direttamente poggiata sul tavolone lapideo del
balcone.
Negli angoli poteva anche presentarsi una soluzione cosiddetta «a voluta»: la
spranga usciva dall’innesto angolare proseguendo con un ricciolo dal disegno
più o meno elaborato. Spesso, al centro della voluta era presente un chiodo
sporgente, sul quale in genere si infilava un vaso da fiori.
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CRONOTIPI
XVIII secolo
In alternativa ai quadrelli si possono ritrovare anche le cosiddette
«strasciolette», ossia spranghe più sottili di quelle orizzontali lavorate con un
appanciamento.
Metà XIX secolo
La possibilità di operare saldature in maniera più accurata e agevole rispetto
al passato velocizzò il contesto costruttivo.
A ciò si aggiunse la sempre più numerosa disponibilità di pezzi prefabbricati
(parapetti) singoli o già concatenati, che arrivavano in cantiere pronti per
essere impiombati al tavolone lapideo e fissati alla parete.
La presenza di cataloghi di ditte all’uopo create, dai quali poter attingere per
l’acquisto degli elementi, favorì notevolmente la standardizzazione della
produzione.
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CRONOTIPI
Metà XIX secolo
I quadrelli, se utilizzati in luogo dei parapetti, diventano più snelli, perché
trafilati in officina e non più lavorati alla forgia (sezione pari a 12-13 mm).
Anche il telaio è diverso: non è più poggiato a terra ma soprelevato di 1 cm
circa a mezzo di spinotti, così da consentire l’evacuazione dell’acqua e
preservare l’integrità della spranga inferiore.
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Napoli, edificio in largo Carità, fronte, primo
piano,
balcone, ringhiera a quadrelli su
tavolone rettangolare (primo quarto XVIII sec.).
Aversa (CE), edificio in via Orabona 50, fronte settentrionale,
primo piano, ringhiera di strasciolette “a ventriera” su tavolone
mistilineo (meta XVIII sec.).
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Aversa (CE), palazzo Gaudioso, fronte settentrionale, primo piano,
balaustra di strasciolette a ventriera (prima meta' XVIII sec.).
Aversa (CE), edificio in piazza G. Marconi 73,
prospetto settentrionale, piano nobile, ringhiera a
ventriera (prima metà XVIII sec.). Pertinente la
riconfigurazione protosettecentesca della fronte,
protegge un qualificato balcone con tavolone di
piperno profilato. È costituita da due spranghe
di 5x0,8 cm e da strasciolette di 2,95x0,6 cm
fissate mediante chiodi ribattuti. Agli angoli reca
elementi forgiati fitomorfi.
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Capua (CE), palazzo Lanza, ringhiera di strasciolette “a
ventriera” con profondo rigonfiamento centrale ed
elaborati “fioroni” angolari (inizi XVIII sec.).
Aversa (CE), palazzo Merenda, fronte settentrionale,
primo piano, ringhiera di strasciolette a ventriera su
tavolone rettangolare (metà XVIII sec.).
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Aversa (CE), palazzo Ventignano-della Valle, prospetto occidentale, piano nobile, ringhiera “a ventriera” (meta XVIII sec.).
La fronte dell’edificio, databile alla metà circa del XVIII secolo, è caratterizzata da una teoria di balconi con ringhiere “a
ventriera” realizzate con “strasciolette” di 3 x 0,5 cm, sagomate alternando tratti curvi a settori rettilinei, chiodate a
“spranghe” di 4 x 1 cm.
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San Giorgio a Cremano (NA), villa
Pignatelli di Montecalvo, fronte su
via Botteghelle, piano nobile,
ringhiera
“a
ventriera
con
strasciolette”
(1755-1756).
Il
consueto profilo a ventre lascia il
posto ad una “S” allungata preceduta
da un breve tratto rettilineo. Le
“strasciolette” di 3 x 0,6 cm sono
chiodate a spranghe mistilinee di 4,5
x 1 cm.
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San Giorgio a Cremano (NA),
villa Pignatelli di Montecalvo,
largo Arso, atrio, piano rialzato,
ringhiera
a “ventriera con
quadrelli” (1755-1756).
La ringhiera è costituita da due
spranghe parallele di 4,5 x 1
cm e da quadrelli di 2 cm
conformati secondo una “S”
allungata, raccordata a brevi
tratti rettilinei, fissati con
spinotti ribattuti. Le spranghe
presentano
alle
estremità
articolate volute che svolgono
l’ufficio di portavasi.
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Aversa (CE), palazzo Lucarelli-Pacifico, via Seggio 92, corte,
fronte orientale, piano nobile, ringhiera a quadrelli (metà XVIII
sec.). Il manufatto è costituito da due spranghe orizzontali di 4 x
0,7 cm, in cui sono praticati dei fori che accolgono i maschietti
ribattuti (spinotti) dei quadrelli. Questi ultimi, di 1,6 cm, sono
ruotati di 45° rispetto all’asse longitudinale delle spranghe, che
presentano alle estremità volute di ferro forgiato.
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Napoli, palazzo Trabucco, corte, fronte settentrionale,
secondo piano, ringhiera a quadrelli (1736). Costituite da
due spranghe orizzontali sagomate di 4 x 0,8 cm e da
quadrelli verticali di 2,2 cm, alti 100 cm, ruotati di circa
45° rispetto all’asse longitudinale dei correnti e distanziati
di 9-9,5 cm, recano negli angoli volute e portateste.
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Napoli, edificio in via Tarsia 25, fronte sulla strada, primo piano,
ringhiera a quadrelli (XVIII sec.). Quadrelli di 1,6 cm sono chiodati a
spranghe mistilinee a sezione rettangolare di 4,6x0,8 cm, ottenute
saldando diverse barre mediante bollitura.
Napoli, palazzo Cavalcanti, prospetto su via
Toledo, piano nobile, ringhiera a quadrelli
(1762) estesa all’intera fronte, recante
quadrelli di 2,2 cm ornati con passanti di
ottone ed assicurata a pilastrini quadrati di
4,5 cm, zancati al tavolone di piperno.
Le spranghe orizzontali, di 5,1 x 1,6 cm, sono
collegate, in corrispondenza dei pilastrini,
con incastri a mezza meccia.
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Fig. 3. Napoli, palazzo Mastellone, fronte, primo piano,
ringhiera a quadrelli su tavolone mistilineo (1733-35).
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Balconi a ventriera tardobarocchi, particolari delle soluzioni d’angolo.
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Napoli, palazzo Casacalenda, fronte sulla piazza, primo
piano nobile, ringhiera «a quadrelli». La lunga balaustra è
costituita da quadrelli di 1,8 cm, ruotati, spinottati alle
spranghe, ornati con passanti di ferro fuso.
Ciascun pannello è fissato a pilastrini quadrati di 2,2 cm
alternati a colonnine di 4 cm di diametro, assicurati allo
sporto in piperno con zanche impiombate a coda di rondine e
rettangolari.
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Napoli, palazzo reale, fronte, primo piano, attacco tra la balaustra realizzata dopo l'incendio del 1837, a sinistra, e quella
messa in opera a metà del XVIII secolo, a destra.
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Napoli, edificio in via Roma, ringhiera, sollevata dal tavolone
mediante dadi di spessore, con quadrelli paralleli alle
spranghe, senza volute angolari (prima metà XIX sec.).
Aversa (CE), palazzo d’Ausilio, prospetto
settentrionale, primo piano, ringhiera a motivi
neogotici (metà XIX sec.). Riconducibile alla
riconfigurazione dell'edificio condotta a metà
dell'Ottocento, è caratterizzata dalla successione di
archetti acuti sostenuti da quadrelli di 1,6 cm, fissati
con spinotti ribattuti a freddo al corrente inferiore
costituito da un quadrello di 2 cm e al corrimano
superiore di 3,5 x 0,7 cm. Gli archetti, assicurati
mediante solidi incastri a croce, sono impostati su
rosette in ghisa.
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Gricignano d'Aversa (CE), palazzo Dello Margio, prospetto su piazza Municipio,
primo piano, ringhiera a bastoni (inizi XX sec.).
Reca bastoni tondi di 1,7 cm e un pannello centrale in ghisa a motivi geometrici,
fissato a un telaio connesso ai quadrelli orizzontali mediante spinotti ribattuti.
Funge da corrimano una piattina di 0,7 cm.
Il manufatto è rialzato rispetto allo sporto mediante spessori in ferro.
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Ornati per ringhiere di balcone (da Catalogo dell’officina Giovanni Majurino, Napoli 1912).
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Ornati per ringhiere di balcone (da Catalogo della ditta F. Prota e figli, Napoli 1924).
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Aversa (CE), palazzo De Chiara, via Costantinopoli 14, primo piano, ringhiera a pannelli (1898). Pannelli in ghisa colata
dello spessore di 1,4 cm sono fissati mediante spinotti ad un telaio di quadrelli di 2 cm.
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Prof. arch. Francesco Miraglia
Napoli, via Duomo, repertorio di balaustre di balconi di edifici post-unitari.
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Balconi o ringhiere montate (da Catalogo della ditta F. Prota e figli, Napoli 1924).
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Napoli, corso Umberto, repertorio di balaustre di
balconi di edifici del Risanamento, realizzati al
volgere del XIX secolo e nei primi anni del
successivo.