SERVIZIO DI ELETTROFISIOLOGIA E
CARDIOSTIMOLAZIONE
RESPONSABILE : DR S: IACOPINO
CONSENSO INFORMATO PER L’IMPIANTO DI PACEMAKER DEFINITIVO
L’impianto di un pacemaker definitivo si rende necessario in presenza di sintomi dovuti ad una bassa
frequenza cardiaca. L’impulso elettrico, che permette al cuore di contrarsi e di svolgere la propria
funzione, origina in un gruppo di cellule situate nell’atrio destro, che rappresentano il nodo senoatriale e viene propagato a tutto il cuore attraverso un sistema di conduzione la cui componente più
importante è il nodo atrio-ventricolare.
Quando si verifica un’alterazione nell’origine o nella conduzione dell’impulso elettrico (malattia del
nodo del seno, blocco atrio-ventricolare, ecc.), il battito cardiaco è troppo lento e causa disturbi quali
vertigini, debolezza, mancanza di respiro, perdita di coscienza.
Cos’è un pacemaker e come funziona: Il pacemaker è un piccolo dispositivo, costituito da una
batteria e da un circuito elettronico, che produce stimoli elettrici idonei a far contrarre il cuore. Gli
impulsi elettrici vengono trasmessi fino al cuore attraverso dei fili elettrici sottili e resistenti, gli
elettrocateteri. Alcuni pacemaker utilizzano un unico catetere (pacemaker monocamerale), altri due
cateteri (pacemaker bicamerale). Attraverso questi cateteri il pacemaker è in grado, non solo di
stimolare il cuore, ma anche di registrare l’attività elettrica del cuore, in maniera da intervenire solo
quando è necessario.
Esistono diversi tipi di pacemaker con diverse caratteristiche e modi di stimolazione, gran parte dei
quali sono programmabili dall’esterno e vengono scelti dal medico in base alle esigenze del paziente.
Il pacemaker ha una sua batteria. Il livello di carica della batteria viene controllato periodicamente. La
batteria ha una durata variabile, dipendente da diversi fattori (percentuale di stimolazione ed energia
energia necessaria alla stimolazione), in media 8 anni e non può essere ricaricata. Se la batteria
necessita di essere cambiata si procede con la sostituzione del Pacemaker, una procedura simile
all’impianto ma di durata più breve ed a più basso rischio.
Come si impianta: l’impianto di pacemaker viene effettuato in anestesia locale. La prima fase
consiste nell’introduzione degli elettrocateteri attraverso la vena cefalica e/o la vena succlavia (di
solito sinistra). L’approccio a questi vasi avviene, con diverse tecniche, nella regione della spalla, sotto
la clavicola. I cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionati nelle camere
cardiache (atrio destro e/o ventricolo destro) in posizioni ottimali. Dopo aver controllato la stabilità e
l’efficacia della stimolazione, i cateteri vengono collegati al pacemaker. Mediante una piccola
incisione, il pacemaker viene inserito sotto la pelle e la piccola ferita viene richiusa con alcuni punti di
sutura. L’impianto di un pacemaker dura in media 45-90 minuti.
Il rischio di un impianto di pacemaker è generalmente molto basso e dipendente dal suo stato di
salute, dalla cardiopatia sottostante, dalla sua età .
Tra le complicanze che possono verificarsi vi sono:
1. Ematoma locale che generalmente si risolve spontaneamente in pochi giorni.
2. In casi molto rari sanguinamenti importanti soprattutto se sta assumendo farmaci
anticoagulanti o antiaggreganti .
3. In casi molto rari dislocamento dei cateteri; in questo caso è necessario procedere al
riposizionamento degli stessi mediante una procedura simile all’impianto.
4. In casi rarissimi infezione della tasca del pacemaker (ciò potrebbe rendere necessaria la
somministrazione di una cura antibiotica e/o l’espianto del pacemaker e/o dei cateteri e
potrebbe richiedere un lungo periodo per la guarigione; in casi estremi si può avere una
setticemia che può essere fatale).
Rev. Dicembre 2010
5. Danneggiamento dei vasi attraverso i quali sono introdotti i cateteri (tromboflebite, trombosi
venosa profonda, ecc.)
6. Danneggiamento del polmone (pneumotorace) che si può verificare durante la puntura della
vena succlavia.
7. Lesione di una valvola cardiaca.
8. Versamento pericardio.
9. Tamponamento cardiaco.
10. Perforazione cardiaca
11. In rarissimi casi induzione di aritmie minacciose per la vita.
12. In un caso su 150000 una severa reazione allergica al trattamento.
13. Ictus che può determinare paralisi e grave disabilità.
14. Morte.
Alcune di queste complicanze possono risolversi spontaneamente o richiedere delle procedure
mediche o chirurgiche per essere corrette, in particolare può essere necessario:
a.
b.
c.
d.
Un intervento chirurgico per riparare i vasi danneggiati
Il posizionamento di un tubo di drenaggio toracico in caso di pneumotorace
Introdurre un tubicino di drenaggio nel pericardio in caso di versamento pericardio
Un intervento cardiochirurgico d’urgenza per chiudere una perforazione cardiaca o
riparare una valvola.
e. Espianto del pacemaker e/o dei cateteri.
Nella nostra Casa di cura la procedura viene eseguita da personale specializzato, espressamente
formato ad eseguire questa procedura in modo sicuro e corretto. E’ garantito l’intervento per far fronte
ad eventuali urgenze e complicanze.
Il medico ha risposto in modo chiaro e comprensibile a tutte le mie domande riguardanti le
condizioni del mio stato di salute che hanno reso necessaria l’indicazione alla procedura di
cui sopra, la sua esecuzione e le possibili complicanze.
Io sottoscritto/a_________________________________ dichiaro di aver ricevuto
informazioni esaurienti e di aver compreso quanto mi è stato adeguatamente spiegato
relativamente alla procedura.
□
ACCONSENTO
ad essere sottoposto/a a quanto sopra descritto
Firma paziente
□
NON ACCONSENTO
Timbro e firma del Medico
(o di chi ne esercita la patria potestà)
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Data_____________________
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