CONSENSO INFORMATO AD IMPIANTO PACEMAKER DEFINITIVO U.O. ARITMOLOGIA Egr./Gent. Sig./Sig.ra L’impianto di un pacemaker definitivo si rende necessario in presenza di sintomi dovuti ad una bassa frequenza cardiaca. L’impulso elettrico che permette al cuore di contrarsi e di svolgere la propria funzione origina in un gruppo di cellule situate nell’atrio destro che rappresentano il nodo seno-atriale e viene propagato a tutto il cuore attraverso un sistema di conduzione la cui componente più importante è il nodo atrio-ventricolare. Quando si verifica una alterazione nella origine o nella conduzione dell’impulso elettrico (malattia del nodo del seno, blocco atrioventricolare etc) il battito cardiaco è troppo lento e causa disturbi quali vertigini, debolezza, mancanza di respiro, perdita di coscienza. Cos’e un pacemaker e come funziona: il pacemaker è un piccolo dispositivo costituito da una batteria e da un circuito elettronico, che produce stimoli elettrici idonei a far contrarre il cuore. Gli impulsi elettrici vengono trasmessi fino al cuore attraverso dei fili elettrici sottili e resistenti, gli elettrocateteri. Alcuni pacemaker utilizzano un unico catetere (pacemaker monocamerale), altri due cateteri (pacemaker bicamerale). Attraverso questi cateteri il pacemaker è in grado non solo di stimolare il cuore ma anche di registrare l’attività elettrica spontanea del cuore, in maniera da intervenire solo quando è necessario. Esistono diversi tipi di pacemaker con diverse caratteristiche e modi di stimolazione, gran parte dei quali sono programmabili dall’esterno e vengono scelti dal medico in base alle esigenze del paziente. Come si impianta: l’impianto di pacemaker viene effettuato in anestesia locale. La prima fase consiste nella introduzione degli elettrocateteri attraverso la vena cefalica e\o la vena succlavia (di solito sinistre). L’approccio a questi vasi avviene, con diverse tecniche, nella regione della spalla sotto la clavicola. I cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e vengono posizionati nelle camere cardiache (atrio destro e\o ventricolo destro) in posizioni ottimali. Dopo aver controllato la stabilità e l’efficacia della stimolazione i cateteri vengono collegati al pacemaker. Mediante una piccola incisione il pacemaker viene inserito sotto la pelle e la piccola ferita viene richiusa con alcuni punti di sutura. L’mpianto di un pacemaker dura in media 45-90 minuti. Il rischio di un impianto di pacemaker è generalmente molto basso. Tra le complicanze che possono verificarsi vi sono: 1) ematoma locale che generalmente si risolve spontaneamente in pochi giorni 2) danneggiamento dei vasi attraverso i quali sono introdotti i cateteri (tromboflebite, trombosi venosa profonda etc) 3) danneggiamento del polmone (pneumotorace) che si può verificare durante la puntura della vena succlavia e talvolta richiede l’applicazione di un tubino di drenaggio 4) versamento pericardico. Nel nostro Ospedale tali procedure sono effettuate da personale altamente esperto e qualificato, in strutture idonee a garantire le norme di sicurezza e sterilità e a fronteggiare qualsiasi situazione di rischio. Io sottoscritto/a …………………………………………………… dichiaro di aver ricevuto tutte le informazioni e di aver capito quanto mi è stato adeguatamente spiegato relativamente alla procedura proposta e alle eventuali alternative alla stessa, pertanto: