intervista al WPO

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ANCONA
FACOLTÀ DI ECONOMIA “G. FUA”
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CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E COMMERCIO
ECONOMIE DELL’INTRATTENIMENTO
Relatore:
Tesi di laurea di
Dott. Ennio Pattarin
Cristiano Lassandari
Anno Accademico 2000/2001
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1. - Il CASO“WPO”
Il W.P.O. (Wall Party Organization) è un organizzatore di eventi che opera nell’ ambito
della provincia Ancona . Si tratta di un organizzazione informale che al momento non ha
ancora adottato una veste legale tipica di chi svolge un’attività economica in modo
professionale e svolge le sue iniziative grazie ad una serie di soggetti (un gruppo di amici)
in un sostanziale regime di volontariato. Queste caratteristiche non hanno comunque
impedito all’organizzazione di essersi posizionata in modo stabile nel mercato, di aver fino
ad adesso organizzato 34 eventi in circa 5 anni e di avere un proprio sito ( www.wpo.it)
che è inserito all’interno del motore di ricerca Virgilio e presentato come :
un’organizzazione efficiente e professionale per le tue feste, in locali pubblici e privati: djs,
barman, security, grafica e comunicazione. Siamo cioè di fronte ad un fenomeno molto
interessante di “micro-imprenditorialità” che si pone in una posizione limite fra società e
mercato. Ho pensato di utilizzare questo caso come ricerca sul campo perché ritengo che
sia nell’analisi delle sue origini e della sua storia che nello studio delle modalità con cui
procede alla produzione dell’intrattenimento ci siano molti elementi interessanti per uno
studio delle economie dell’intrattenimento e delle culture giovanili.Ritengo inoltre che,
come sarà chiaro più avanti, essendo un’iniziativa nata spontaneamente in seguito anche
alla percezione di mancata soddisfazione di un bisogno da parte delle discoteche,
permetta di affrontare la tematica più attuale in questo momento collegata alle difficoltà
nelle quali si dibattono tali imprese e può quindi dare anche elementi per tentare di
ragionare su dove stia andando il settore dell’intrattenimento musicale e del ballo.Per
realizzare tale ricerca empirica ho utilizzato una lunga intervista con tre esponenti del
gruppo : Andrea Mura (Presidente del WPO nonché D.J. noto come Andy Wall) Marco
2
Fuligni (Grafico del gruppo) e Simone Carotti (di supporto sugli aspetti economici, fiscali,
legali e altro) e le informazioni deducibili dal sito .
1.1.- Origini
La prima questione che mi interessa conoscere è legata alle origini del WPO “Il WPO
nasce nel settembre del 1997" dice Andrea Mura" dopo un periodo di circa un anno
durante il quale un gruppo di amici si erano stancati di trovarsi tutti i sabati in luoghi di
appuntamento a decidere anche per ore dove passare il sabato senza idee chiare, senza
che tutti fossero d’accordo, con una perdita di tempo e spesso con delle uscite che alla
fine si rivelavano insoddisfacenti perché si finiva in discoteche caotiche e dispersive" . Il
gruppo successivamente decide di organizzare il sabato sera organizzando delle feste. La
prima la organizzano a casa di un componente del gruppo sono previste 30 persone ne
arrivano più di 70 . "A quel punto si capisce che si può innescare un meccanismo a catena
ovvero il cerchio può espandersi in maniera concentrica perché ci sono vari versanti su cui
poter lavorare”
Ci troviamo di fronte ad un gruppo di amici che in determinati momenti della settimana (il
sabato sera) “fanno gruppo” per realizzare attività di intrattenimento e quindi lo stretto
rapporto fra giovani e intrattenimento e tra culture giovanili ed intrattenimento .Le
decisioni di intrattenimento portano via, delle volte intere serate di discussioni e
dall’insoddisfazione per le esperienze non positive nascono pratiche nuove di spendita
dell’intrattenimento.Qui mi sembra che si possa richiamare la tesi sulla “peculiarità” del
mondo giovanile nel vivere l’intrattenimento. Questo “farsi gruppo” porta necessariamente
alla produzione di “common sense” e questo sarà importante per i tratti culturali delle loro
successive e future produzioni. Ci troviamo di fronte ad una cultura giovanile che nasce
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dalla “frequentazione del gruppo dei pari”. Da notare la questione relativa alla perdita di
consensi della discoteca.
1.2 – Eventi
A questo punto nei successivi 5 anni seguiranno altri 33 eventi e nello specifico 3 feste di
“Fine estate”, 3 feste di “Halloween”, 7 feste di laurea 3 feste di compleanno, 3 feste di
capodanno 4 feste di carnevale, 1 festa del Nuovo Millennio, 1 matrimonio e 1 festa
Discoteca anni 70/80.
Nel 97
vengono organizzati 5 eventi, nel 98 nove, nel 99 sette, nel 2000 otto, nel 2001 sei e nel
2002 fino ad adesso due. Il totale delle persone coinvolte è pari a circa 6000 (1) . E’
importante capire, ed è quello che chiedo nell’intervista, qual è la “geografia” delle persone
coinvolte negli eventi. Se sono sempre gli stessi se sono cambiati :
”Decisamente, i gruppi sono cambiati. Si è partiti da una base di circa tre gruppi. E questi
sono rimasti nel tempo. C’è però stato un arricchimento lungo il cammino. Al momento
abbiamo circa una decina di gruppi che girano intorno agli eventi.Ogni festa c’è un
“circolo” che porta dentro nuova gente”.
Sette eventi dedicati a feste di laurea e tre a feste di compleanno : l’impressione che
ricavo è quella di una produzione basata sull’offerta di feste a tema.
“Questo aspetto è sicuramente collegato all’origine del gruppo . L’esigenza di organizzare il
proprio divertimento. Si è cercato nel tempo di mantenere il fatto che si dà la possibilità ai
propri amici di creare un evento intorno al proprio evento. Tu festeggi il compleanno hai
piacere di portare i tuoi amici ma magari anche di allargare il tuo giro: il WPO organizza un
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evento incentrato sul tuo compleanno che però non toglie la possibilità a chiunque di
venire e divertirsi. Quindi un evento intorno all’evento” .
Vorrei evidenziare due aspetti. Sotto un primo punto di vista ci troviamo di fronte ad una
vicenda che vede in origine tre gruppi di giovani che si frequentano e successivamente i
gruppi diventano dieci. Nel sottoparagrafo “Giovani e discoteca” parlavo, con riferimento
alle culture giovanili generate dalla frequentazione del gruppo dei pari, di maggioranza
silenziosa e di minore alterità dal punto di vista della produzione di valori, rispetto ai valori
presenti in società . Questo andrà verificato sul piano della produzione culturale,
per
adesso rilevo solo che la produzione valoriale avviene dentro un potenziale “laboratorio”
abbastanza vasto . Il secondo aspetto riguarda la teoria dell’”evento intorno all’evento”
Credo che dal punto di vista delle culture giovanili sia un tentativo di vivere in modo
peculiare l’intrattenimento ma soprattutto dal punto di vista economico ci troviamo invece
di fronte ad una vera e propria “innovazione di prodotto”sia sotto il profilo dell’utenza (nel
mondo giovanile, quando si viene a conoscenza di una festa è tipico domandarsi : ma è
una festa privata o possono andarci tutti ?) sia dal punto di vista dell’incentivazione ad
organizzare eventi (spesso non si organizzano feste perché non ci sono le condizioni
oggettive per avere un numero sufficientemente alto di persone che, al di là degli amici
più intimi, fanno comunque la riuscita di una festa).
1.3. – La produzione dell’intrattenimento
Il WPO vede all’opera tutta una serie di professionalità normalmente presenti all’interno di
una discoteca. Per quanto riguarda i Deejay sono sei di cui quattro principali. Il primo è
Andy Wall (l’intervistato) e suona dagli anni 80 al Pop, dall'Hard Rock all'Acid Jazz, dalla
Musica Greca a quella Latina. Il secondo è Andy Mol
e propone Commercial ed
Underground fino ad arrivare al Revival Anni '70 ( Soul, Disco e Funk Smashes). Il terzo è
5
Kevin esperto di House anni 80/90 e R&B. Il quarto è Cronico con l’offerta più alternativa :
hip-hop , drum'n'bass, trip-hop (o slow beat come si dice adesso) al big beat e parenti più
o meno prossimi della musica elettronica. Come è possibile notare l’offerta musicale copre
quasi tutto il quadro delle culture musicali presenti oggi sulla scena. Dal sito deduco inoltre
che Andy Mol e Kevin fanno ancora uso di vinile.
“Per quanto riguarda il vinile mi dispiace che oggi non ci sia Andy Mol. E’ un problema
culturale. Alcuni di noi, come il sottoscritto , sono partiti con il cd per cui suoniamo cd.
Altri venendo da un esperienza più indietro nel tempo (primi anni 80) hanno un discorso
affettivo legato al giradischi e alle emozioni che trasmette il vinile rispetto al cd. Negli
ultimi due anni abbiamo deciso di allargare la dotazione del nostro impianto inserendo
anche il giradischi.”
Ci troviamo quindi di fronte ad una “Consolle fissa” con più djs che vi operano in una
modalità di “Dee-Jay resident” (senza quindi interventi esterni nelle modalità di “Guest
star” o di “Special guest from” ) e questa è la condizione tipica di tantissime discoteche
non particolarmente grandi con la differenza che normalmente una piccola discoteca non
ha nella modalità “resident” e quindi, a disposizione, 6 potenziali djs ogni volta che
progetta un evento (2). Va anche evidenziato che con riferimento alle culture musicali da
me presentate nella parte di ricerca bibliografica, ci troviamo di fronte ad un’offerta molto
estesa che tocca sostanzialmente quasi tutte le culture musicali presenti oggi con alcune
interessanti incursioni, in particolare nella programmazione di djs Cronico, anche nel postrock .
Quella delle luci e della presenza dell’operatore (light-jockey) nell’ambito della produzione
dell’intrattenimento, è una vicenda molto complessa. Nelle discoteche è forse una delle
6
dimensioni più trascurate e questo lo si capisce anche dagli investimenti che vengono fatti
in arredo quando il vero arredo di una discoteca è proprio costituito dalla capacità di
suggestione del suo impianto luci e dalla bravura del suo light-jockey (3) Le luci sono
profondamente legate ai suoni o meglio la “comunicazione scenica” e quindi la capacità
spettacolare e di intrattenimento di un locale è esattamente il risultato della “trama dei
suoni” che da “vibrazioni” e della “grammatica delle luci “ che conferisce “emozioni”(4). In
teoria esisterebbe una stretto rapporto e una specifica sequenza nella conduzione di una
serata in discoteca fra fasi della serata (Inizio – Culmine – Fine) la programmazione delle
“vibrazioni” in termini di battiti al minuto della musica ( si parte con poco , si aumenta e
poi si riabbassa) e la produzione di luci ed immagini in termini di scelta dei colori (dal buio,
al giallo,
al rosso, al blu/verde/viola). Il fatto è che la luce contribuisce all’attività
muscolare perché i colori eccitano l’organismo agendo sulla tensione muscolare, sulla
pressione e sulla respirazione (5). Un altra importante utilità delle luci è che attraverso
esse è possibile oltre che arredare il locale anche “vestire” le persone e creare “isole di
coinvolgimento” verso la pista da ballo(6).Tutto ciò appena detto è quello che dovrebbe
fare una discoteca. Parecchie discoteche, anche grandi trascurano questo aspetto c’è un
problema di investimenti ma c’è anche un problema di cultura imprenditoriale(7). Non
credo invece che possa farsi lo stesso discorso ad esempio per un Disco-pub . Problemi di
“barriere all’entrata” economiche e la mancanza di un ambiente proprio fisso e sempre
quello a disposizione credo che impediscano a un organizzatore di eventi come il WPO di
attrezzarsi in questo senso. Ciò non toglie però che anche le luci non vengono trascurate.
Non esiste un light jockey ma alcune scelte vengono comunque fatte :
“ E’ un aspetto che può essere potenziato.Si è cercato a seconda dell’ambiente della festa
di impostare un sistema luci adeguato. Non un impianto luci aggressivo. Evitiamo l’utilizzo
7
dello “strobo”. Vogliamo evitare di dare un impatto troppo aggressivo . Le luci devono
essere un accompagnamento soffice alla serata.In passato abbiamo anche utilizzato
impianti a noleggio “.
Un altro settore che viene messo in evidenza è quello del bar :
“Chiaramente una componente del divertimento è quella collegata al bere . Non legata allo
sballo o all’ubriachezza ma al fatto che comunque sappiamo che con un bicchierino ci si
mette in una situazione più allegra più aperta verso gli altri “.
Dal sito è possibile dedurre oltre che il gruppo di barman a disposizione anche il menu di
“cocktail” proposto che comprende le principali preparazioni che normalmente vengono
preparate e richieste nelle principali discoteche . Si può notare un primo ragionamento
culturale sullo “sballo” che riprenderò un po’ più sotto.
Il WPO non prevede pierre in quanto il pierraggio è
:“Basato esclusivamente sul
passaparola, inizialmente supportato da volantini, fatti su computer stampati fotocopiati e
dati ai propri amici con la libertà di fotocopiarli e darli ad altri. Una cosa decisamente
casareccia “ . Con riferimento a questa questione evidenzio solamente che il “passaparola”
e la dimensione “artigianale”è stata una tipica modalità con la quale si caratterizzò, fin
dall’inizio, la modalità “rave” di organizzazione degli eventi. Sui rapporti con il “rave”
entrerò nella parte sulla cultura del WPO.
Un altro aspetto importante è costituito dall’ “animazione” : quando si parla di animazione
di fa riferimento essenzialmente a due figure : il “vocalist” e la “cubista” o il “cubista”. Il
“vocalist” svolge la sua funzione di animazione alla consolle vicino e a stretto contatto con
il dee-jay . La “cubista” invece come dice il nome balla sul cubo anche se all’origine non fu
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così, come ho già avuto modo di evidenziare, in quanto le “cubiste” iniziavano a ballare
nella pista, provocando quindi il suo riempimento e solo a questo punto salivano sul cubo.
La cubista è oggi una figura un po’ ibrida che si muove tra le scenografie dell’eros e la
messa in scena di un moto incessante che dovrebbe spingere all’emulazione (8).
Dobbiamo sempre considerare che il primo locale ad utilizzare questo tipo di animazione è
stato lo “Studio 54” di New York negli anni del culmine della disco music e quindi in un
contesto culturale caratterizzato da una particolare enfasi per il ballo e per il movimento.
Va infine detto che vi è una tendenza nei Disco-bar e nelle feste autogestite ad eliminare
questa figura. Il WPO sotto questo profilo sembra muoversi in controtendenza : “Quello
dell’animazione è un aspetto a cui ci stiamo interessando da un po’ di tempo. Alle nostre
feste non c’è mai stato il problema di dover tirare la gente in pista. C’era già un clima
cordiale ospitale e frizzante. La pista si riempiva sempre da sola. Abbiamo però notato che
a livello di immagine è opportuno curare l’animazione per cui alla consolle abbiamo Kevin
che gestisce l’aspetto di animazione al microfono. Ma intendiamo offrire al pubblico delle
feste un’immagine gradevole anche in termini di animatrici , cubiste che oltre che fare da
riempipista possono anche durante la festa dare un intrattenimento visivo. L’ultimo evento
abbiamo chiamato una nostra amica a cui piace molto ballare che ha anche un aspetto
gradevole e quindi l’abbiamo fatta esibire. “ Di nuovo insieme l’approccio professionale e il
reclutamento fatto “in casa”.
E’ previsto inoltre anche un regolare servizio di security. Non svolge però una funzione di
selezione all’entrata (come si vedrà più avanti la selezione è fatta attraverso gli inviti)
quanto un funzione di vigilanza sulla tranquillità della festa. Come si può evincere dalle
informazioni presenti nel sito è un problema che nacque non immediatamente ma mano a
mano che il giro si ampliava e le persone si iniziavano a conoscere un po’ di meno. Ma il
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WPO non è solo organizzatore di eventi è anche un fornitore di servizi specifici di
intrattenimento : “ Fermo restando l’impegno del WPO organizzativo degli eventi, noi
siamo anche a disposizione di qualunque amico o qualunque persona che intendesse lui
organizzare il proprio evento e chiamare il WPO ad organizzarlo anche fosse solo dal
punto di vista musicale . Ad esempio abbiamo degli amici che vogliono festeggiare l’addio
al celibato per cui prenotano il ristorante noi andiamo la con l’impianto facciamo la musica
e facciamo l’animazione. Siamo quindi anche una realtà a disposizione degli altri”
1.4. – La comunicazione degli Eventi
E' sicuramente interessante conoscere come si rappresenta graficamente l’intrattenimento
: “La domanda è abbastanza complessa" ci dice Marco Fuligni, grafico del gruppo "bisogna
partire dai temi che la festa propone. Bisogna cercare l’”anima” della festa: la musica o più
musiche oppure il costume la vestizione. Bisogna cercare di colpire e portare l’attenzione
verso l’evento. I volantini devono essere comunicativamente corretti ma anche interessanti
e suggestivi . Per quanto mi riguarda, per come concepisco la cosa io devono
rappresentare la voglia di vivere, la voglia di divertirsi, il colore, la forza di una situazione
tutta legata al ballo al divertimento al conoscere le persone. Bisogna evitare di scadere in
immagini troppo forti oppure difficilmente interpretabili e decodificabili da chi poi legge i
volantini”.
Il WPO ha un proprio sito su internet. “Il sito è nato fra Natale 2000 e Capodanno 2001 "
ci spiega Andrea Mura" E’ nato da 15 giorni di influenza del sottoscritto il quale avendo
raccolto parecchio materiale fotografico e i vecchi volantini delle feste ho pensato : perché
non metterlo a disposizione . Noi ogni festa avevamo archiviato tutto il materiale.Tante
persone inoltre ci chiedevano foto delle vecchie feste . Quindi il sito web come vetrina
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delle vecchie feste e come bacheca informativa” .Dal punto di vista della comunicazione
credo che vada notato un passaggio avvenuto da un’inizio un po’ “casereccio” e forse
“volutamente
tale” ad una fase di comunicazione più professionale. Potrebbe essere
interpretato come la presenza di una cultura economica sensibile a questi aspetti ed anche
sotto il profilo delle culture giovanili come un progressivo allontanamento, anche dalle
modalità “rave” di organizzazione degli
eventi Da notare la nascita di uno strumento
potente di promozione pubblicità e comunicazione dentro un esigenza di socializzare una
serie di bei ricordi e di belle esperienze.
1.5 – La Cultura dell’intrattenimento del WPO
I primi eventi WPO risalgono al 1997. Nel 1997 dal punto di vista delle culture musicali è
l’anno in cui si inizia ad assistere al declino della vicenda “rave” iniziata negli anni 90.
Quanto pensi che questa vicenda possa avere influito sulle modaltà della produzione degli
eventi WPO dopotutto il “One night event” e alcune tecniche di pierraggio come il
passaparola sono state una tipica invenzione della modalità “rave” di organizzazione degli
eventi ?
“Il giro di persone che ha sempre gravitato attorno al WPO è assolutamente diverso dal
giro di utenti dei “rave”, ciò non toglie che in fondo l’idea di poter creare una situazione
che come dicevi tu logisticamente ed organizzativamente può essere paragonabile ad un
rave è stata un elemento di incentivo. Nel senso che c’è stata più facilità di tirar dentro
persone dicendo guarda vieni si sta insieme tutta la notte ci si diverte, si beve, in un
luogo accogliente che non è la discoteca che ti spersonalizza e ti disperde in mezzo alla
folla ma è comunque un ambiente più raccolto. Però sia da un punto di vista culturale che
musicale non abbiamo niente a che spartire. Sotto il profilo musicale abbiamo sempre
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fatto “revival” perché il target è sempre stato gente sopra i 25 anni . Quindi revival, anni
70 e 80. Poi successivamente abbiamo introdotto la dance commerciale e l’house”. Mi
sembra che venga confermata la tesi già ricordata della mancanza di tratti culturali che
potremmo definire “antagonisti” e che avevano caratterizzato il popolo dei “rave”. Mi
sembra invece molto interessante evidenziare come sia comunque presente, non dal punto
di vista culturale, una contaminazione e questo confermerebbe la tesi già espressa da
Pattarin (9) sulla capacità che ha avuto il
“rave” di influenzare anche mondi di
intrattenimento distanti soprattutto culturalmente parlando.
Nella parte bibliografica ho parlato della notte come spazio-tempo dell'intrattenimento :
“Mi piace molto" sostiene Marco Fuligni " soprattutto ballare , stare in compagnia , con la
musica giusta. Se la situazione merita posso arrivare anche all’alba” . “Tutto dipende dalla
situazione" dice Andrea Mura" cioè noi non siamo dell’idea che la festa debba per forza
iniziare la notte e finire all’alba. Ci sono state delle feste iniziate alle 10 di sera e la gente
poi all’1 e alle 2 è andata a casa soddisfatta”. “Lavorando non c’è l’abitudine di far tardi"
aggiunge Simone Carotti" però ritengo che se l’evento merita è un piacere. “
In 34 eventi possono essere accadute tante cose. “Secondo me tutti fatti positivi.Non
ricordo spiacevoli situazioni” dice Marco Fuligni “Infatti strano ma in 34 eventi ad esempio
non c’è mai stata una rissa” aggiunge Andrea Mura "Sotto questo punto di vista siamo
trasgressivi” sostiene Simone Carotti La cosa che mi sembra più interessante è che la
notte non è valorizzata come spazio-tempo in sé ma a seconda dell’evento che contiene.
Questo non conferma quanto da me riportato nella parte bibliografica e si muove anche in
controtendenza con
le varie ricerche, trattazioni ed inchieste anche recenti da me
riportate in bibliografia. Credo quindi che ci troviamo di fronte ad un tipica elaborazione di
“senso comune” da parte di questo gruppo . In questo senso va anche la seconda
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questione posta e la coscienza di alterità rispetto ad una prassi che si presenta con
modalità differenti espressa dall’ultimo intervento
Può essere interessante conoscere anche qual è il significato che ognuno degli intervistati
attribuisce all'intrattenimento “Divertirsi vuol dire stare bene in compagnia " dice Marco
Fuligni"ma anche soli raggiungere uno stato di soddisfazione legato a quello che stai
facendo alla situazione in cui ti stati trovando”. “In fondo è un fatto che un tuo desiderio
venga soddisfatto" aggiunge Simone Carotti" La serata alcol e fumo è un palliativo. In
realtà cerchi rapporti umani”. “Divertimento è stare con le persone giuste al posto giusto"
analizza Andrea Mura" spesso capita di trovarsi con le persone giuste nel posto sbagliato
per cui sei in una discoteca piena di amici piena di sballo e il fatto di stare con degli amici
o con la ragazza che ti piace ecc. non ti mette a tuo agio. O viceversa ti trovi in un posto
adeguato ma con persone che non sono giuste. Allora quello che abbiamo sempre cercato
di fare è stato quello di mettere insieme le persone con cui stai bene in un ambiente il più
adeguato possibile curando gli aspetti : una musica che possa essere piacevole per tutti e
un bar efficiente, Per cui curare il bar, curare l’accoglienza delle persone. Noi
generalmente siamo partiti con delle feste ad invito per cui il fatto che all’ingresso ci fosse
una lista di invitati serviva
dare alle persone una chiara impressione che c’era
un’attenzione verso di loro : tu sei stato invitato sei nella lista ti stiamo aspettando, siamo
contenti che sei venuto. Alle nostre feste ci si diverte anche perché è più facile conoscere
gente nuova. Quando vai in discoteca l’approccio è sempre difficile. Nelle nostre feste c’è
comunque una rete di rapporti . E’ successo di persone che si sono conosciute alle nostre
feste e poi si sono messe insieme” Mi sembra evidente il rifiuto della “cultura dello sballo”
e, almeno nell’ultimo intervento, un approccio abbastanza concreto e pragmatico alle
tematiche dell’intrattenimento . Non ci si limita ad esprimere dei vorrei ma si cercano le
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soluzioni per la loro realizzazione. Sempre nell’ultimo intervento viene presentato il sistema
di “selezione” all’entrata basato sull’invito . Io credo che oltre che nascere dalla finalità che
li viene presentata, forse confermi anche nell’offerta del WPO, così come in quella delle
discoteche la presenza comunque di un “rito di selezione” che rende forse applicabile
anche in questo caso la teoria delle eterotopie di Foucault da me presentata nella parte di
ricerca bibliografica E' interessante anche una verifica sul mito rappresentato dalla "Febbre
del sabato sera" . “Mi piace molto ballare , stare in compagnia, " dice Marco Fuligni"
rappresenta uno spunto interessante non necessariamente uno stile di vita perché non c’è
nessuna moda da seguire . Rispetto a tale modello ci sono state delle evoluzioni. Non farei
delle categorie riferite magari a stereotipi del passato”.“E’ un modello ancora presente "
sostiene Andrea Mura" noi siamo molto legati al discorso anni’ 70 “ . “E’ uno dei pochissimi
che unisce ancora un po’ tutti” aggiunge Simone Carotti . Annoto solamente quanto dicevo
nella parte relativa alle culture musicali e cioè di quanto importante sia stata la disco music
per tutto il mondo di intrattenimento.
1.6 – Le problematiche economiche
A Simone Carotti chiedo invece di parlarmi dei problemi legali ed economici di una realtà
ibrida fra società e mercato come questa : “ Mi ricollego a quello che diceva Andrea prima
.Si è partiti da un gruppo di amici una trentina di persone che volevano fare una festa. Il
problema è che quando la trama delle persone diventa vasta intendo le migliaia di persone
che hanno partecipato agli eventi cominci ad investire una serie di campi che non possono
non essere poi regolamentati da quella che è la normativa . Ti faccio un esempio: la
sicurezza degli ambienti, la privacy per i nomi gestiti, la vicenda SIAE , la vicenda
economica perché comunque ci sono spese incasssi e guadagni. Tutto questo discorso ha
avuto la necessità di essere regolamentato in questo senso il mio coinvolgimento ( che
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non è avvenuto immediatamente). Da adesso in poi molto probabilmente il WPO diventerà
una vera e propria cooperativa di lavoro . Ne avvertiamo la necessità . Si da lavoro a
molte persone con questa tipologia di feste. Fino ad adesso era volontariato fatto per
amicizia. Ma adesso non è più possibile. Una festa da 600 persone richiede un impegno
che porta fatica, concentrazione, responsabilità . Non è più pensabile che lo si faccia per
amicizia. E’ giusto che venga riconosciuto come lavoro. In questo senso la cooperativa che
è già in corso e su cui puntiamo molto. Anche perché l’evento comincia a prendere
dimensioni serie” .Questo intervento mette in evidenza almeno due questioni. Sotto il
profilo economico siamo nella fase più delicata , la dimensione della produzione è
diventata ormai incompatibile con la veste non di mercato della compagine . In questo
senso l’inizio del cammino di trasformazione in cooperativa di lavoro. Un problema
gestionale tipico di chi produce intrattenimento è quello chiamato dell’ “outcome :“Si
riesce a dedurre dal clima della festa stessa. Ti accorgi se le persone si divertono.”
Dobbiamo considerare che ci troviamo di fronte ad un contesto diverso e meno anonimo di
una discoteca anche se non è una festa fra amici di lunga data e quindi l’outcome va
comunque venduto. In questo senso va notato che c’è percezione esatta del problema e
vigilanza su di esso. Può essere interessante conoscere quali sono i problemi di gestione
più rilevanti in termini di esperienza diretta e quindi di problematiche concrete affrontate:
“Il problema principale dell’industria del tempo libero è che si tratta di un mondo ancora
senza regole particolarmente precise dal punto di vista legale e senza modelli e riferimenti
precisi da seguire dal punto di vista economico.” Mi sembra che venga confermato quanto
sostenuto nella tesi nella parte bibliografica con riferimento alla problematica connessa
con la difficoltà a costruire modelli anche per tendenza della classe imprenditoriale dei
locali disco di adesso a esternalizzare la produzione dell’intrattenimento ad agenzie che
svolgono tale servizio con uno stile basato sul mordi e fuggi. E' importante anche cercare
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di capire in quale contesto competitivo si muove il WPO
“Purtroppo non esistono
esperienze così articolate" dice Andrea Mura "ci sono tanti animatori tipo gruppi di musica
latino-americana, deejay liberi professionisti. Però non esiste nessuno che abbia preso
seriamente ad occuparsi di tutti gli aspetti organizzativi di una festa”
“ Secondo me la differenza grossa è questa." dice Simone Carotti" Nella società dei
consumi il dj bravo tenta di guadagnarci, lo fa come lavoro, quindi cura meno l’aspetto
aggregazione amicale .”
1.7 – Il futuro del WPO
“Legato al discorso della nascita della cooperativa che è imminente, stiamo curando molto
la collaborazione con i locali " annuncia Andrea Mura "Mentre finora abbiamo sempre
organizzato feste in ambienti privati e gestite al 100% da noi , collaborare con i locali
significa almeno due cose. L’organizzazione dell’evento viene gestita in collaborazione con
il locale stesso, i compiti organizzativi vengono spartiti il locale si occupa del bar della SIAE
dell’impianto luci ed amplificazione e il WPO si occupa di creare il volantino, della
comunicazione, del pierraggio,
cura la musica porta la gente gestisce il bar cura
l’animazione. Tutto ciò ha portato un giovamento. La gestione di feste da 6-700 persone
stava diventando stressante : .. Secondo aspetto collaborare con locali già conosciuti
rende più facile invitare le persone perché il luogo è subito conosciuto. Era più difficile
invitare la gente nelle case in campagna : bisognava fare la mappa ecc. E’ poi un
esperienza utile dal punto di vista professionale perché risulta arricchente “Tra l’altro una
cosa importante " dice Andrea Mura" Mentre un gruppo di musica latino-americana oppure
un deejay di house vengono chiamati da un locale e retribuiti per la prestazione che
operano . La collaborazione che noi stiamo realizzando con i locali è una collaborazione nel
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senso che in base ai risultati dell’evento quindi in base all’incasso il locale riconosce la
prestazione del WPO per cui c’è un impegno dell’organizzatore a portare gente ed alla
riuscita della serata. Un’impegno responsabile lo definirei”. “ A questo punto cambia anche
la comunicazione” dice Marco Fuligni “Comunicare un evento che si svolge in una casa di
campagna e comunicare un evento che si svolge in un locale già noto implica delle
importanti differenze” . Il futuro del WPO è un futuro di trasformazione sia in termini di
veste legale sia come si evince da questi due ultimi interventi in termini organizzativi e di
strategia gestionale. La trasformazione che porta alla veste legale non è una
trasformazione ma una prendere atto di qualcosa che già c’è e cioè una dimensione che è
cresciuta in modo naturale e coerente e dovuta al successo delle proposte fatte e quindi
al gradimento dimostrato dagli utenti. La questione della collaborazione si presta a
considerazioni più interessanti. E’ una collaborazione che prevede una divisione di compiti
che alleggerisce in parte il peso della produzione degli eventi sulle ormai inadeguate
strutture organizzative ed operative del WPO . Inoltre il WPO , durante gli eventi mantiene
saldamente in mano la parte di produzione dell’intrattenimento e al tempo stesso
necessariamente viene responsabilizzato nei confronti dell’ outcome. Non va dimenticato
che negli eventi del WPO in genere gli incassi sono collegati ad una “drinkcard” che viene
consegnata all’entrata . Essa da diritto ad una consumazione e all’uscita si paga . Se si
fanno più consumazioni dalla seconda in poi all’uscita di paga di più . Fare più
consumazioni è in questo caso un tipico indicatore di outcome.
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