arriva garibaldi - Pianificazione Territoriale della Provincia di Rovigo

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150 anni dell’Unità d’Italia
A R R I VA G A R I B A L D I
I Concerti
Con questi concerti proposti per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia si intende ricordare la nascita e le trasformazioni del nostro paese e offrire l’occasione per riflettere sui caratteri e sull’ identità della nazione. Da qui, un
percorso musicale che rappresenta, appunto, la progressiva formazione di
una coscienza nazionale, che precede l’unità politica. In tempi in cui questa
coscienza è superficialmente data per scontata, riteniamo sia importante ritrovare lo spirito che ha mosso tanti giovani a lasciare la casa e gli affetti per
offrire il proprio contributo e sovente la propria vita a un ideale di patria. E,
come hanno stabilito recenti ricerche storiche, la partecipazione ai moti risorgimentali dei volontari di Rovigo e del Polesine è stata cospicua e qualificata.
Pertanto, nessuna retorica, ma un doveroso omaggio a chi ha lottato per la
nascita e l’affermazione di una nazione che è quella in cui viviamo. Un omaggio attraverso le pagine delle canzoni popolari che in altri tempi sapevano infiammare gli animi e delle arie del compositore risorgimentale per
antonomasia.
Il ciclo di concerti si presenta arricchito da momenti di approfondimento dedicati a personaggi della storia polesana strettamente collegati alle pagine
della storia nazionale. Volutamente l’iniziativa è articolata sul territorio provinciale in un arco temporale che rappresenta solo l’avvio di numerosi eventi
nati dall’incontro tra Istituzioni ed Enti pubblici e privati quale segno di una
programmazione artistica e culturale unitaria.
Adriano Buoso
Ilario Bellinazzi
Luigi Costato
Presidente Fondazione
Banca del Monte di Rovigo
Presidente
Conservatorio F. Venezze
Presidente
Accademia dei Concordi
Fausto Merchiori
Alessandro Ferlin
Eugenio Boschini
Sindaco
del Comune di Rovigo
Sindaco
del Comune di Lendinara
del Comune di Castelmassa
Sindaco
Laura Negri
Egidio Agnoletto
Assessore
alla Cultura Provincia di Rovigo
Presidente Associazione
Amici di Garibaldi
150 anni Unità d’Italia
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Risorgimento tra battaglie e sentimento
Il canto dell’Ottocento
PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI
LENDINARA - 25 Febbraio
ore 17.00
Manifestazione presso il monumento di Garibaldi alla presenza delle autorità
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ore17.30 - Palazzo Municipale
Inaugurazione Mostra fotografica “Lendinara nei 150 anni dell’Unità d’Italia”
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ore 18.00 - Caffè Grande
Concerto “Risorgimento tra battaglie e sentimento. Il canto dell’Ottocento”
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ROVIGO - 26 Febbraio
ore 10.30 - Piazza Giuseppe Garibaldi
Sosta presso il monumento con figuranti garibaldini in costume
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ore 11.00 - Accademia dei Concordi - Sala Oliva
Lettura delle lettere dal carcere di Alberto Mario e Jessie White
Concerto “Risorgimento tra battaglie e sentimento. Il canto dell’Ottocento”
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CASTELMASSA - 16 Marzo
ore 21.00 - Teatro Cotogni
Lettura delle lettere dal carcere di Alberto Mario e Jessie White
Concerto “Risorgimento tra battaglie e sentimento. Il canto dell’Ottocento”
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150 anni Unità d’Italia
150 anni Unità d’Italia
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2 giugno
Rievocazione storica
Lendinara Risorgimentale: Arriva
Garibaldi, la festa dell’Unità d’Italia
LENDINARA 25 Febbraio - ore 18.00 - Caffè Grande
ROVIGO 26 Febbraio - ore 11.00 - Accademia dei Concordi - Sala Oliva
CASTELMASSA 16 Marzo - ore 21.00 - Teatro Cotogni
Risorgimento tra battaglie e sentimento
IL CANTO DELL'OTTOCENTO
Nel pomeriggio del giorno sarà rievocato l’arrivo del generale Garibaldi a Lendinara. Insieme agli
amici lendinaresi, i Mario, arrivarono nel centro della città di Lendinara in carrozza e dal balcone
della villa del sindaco, Garibaldi
pronunciò il famoso discorso avvenuto il 25 febbraio 1867 davanti
ad un folto pubblico di garibaldini
e a tutta la cittadinanza. La cronaca
dell’epoca precisa che dopo il discorso nella piazza avvenne una
grande festa che coinvolse tutta la
popolazione lendinarese.
L’episodio viene rievocato attraverso l’utilizzo di figuranti in abito
d’epoca, carrozze trainate da cavalli che percorrono le vie del centro storico. Il tutto ambientato in
una scenografia ottocentesca articolata da momenti folcloristici, con
ambientazioni di mercato d’epoca,
intrattenimenti legati a figure quali
“cantastorie”, venditori e suonatori,
spettacoli di burattini, giochi dei
bimbi e uno spettacolo teatrale e
degustazioni.
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150 anni Unità d’Italia
Giuseppe Giordani (1753-1798)
Giovanni Paisiello (1740-1816)
Fryderyk Chopin (1810-1849)
Caro mio ben
Nel cor più non mi sento
Desiderio di fanciulla
Vincenzo Bellini (1801-1835)
Gaetano Donizetti (1797-1848)
Gioacchino Rossini (1792-1868)
Ferdinando Carulli (1770-1841)
Vaga luna che inargenti
Trovatore
Tre ariette su temi
de “Il Barbiere di Siviglia”
Ecco quel fiero istante
Se son lontano dal mio diletto
Tornate sereni
Musica Popolare Risorgimentale
Rondinella d'Aspromonte
Addio mia bella addio
Camicia rossa
Terra e acqua
La bella Gigogin
Maria Malibran (1808-1836)
Autori popolari italiani
Rataplan
Canzone sull'aria “La Marsigliese”
(testo in italiano dell’epoca)
“Và, Pensiero” dal Nabucco
Giuseppe Verdi (1813-1901)
150 anni Unità d’Italia
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Come e più di quanto era avvenuto nel resto d’Europa, la storia del nostro paese e la sua irresistibile
corsa verso quell’unità che è stata ulteriormente e definitivamente sancita dalla Costituzione hanno
trovato straordinario riscontro nella musica. Una sorta di colonna sonora che ha contribuito non
poco a preparare il Risorgimento, per poi accompagnarne tutte le vicende e rappresentarne l’evoluzione e l’eredità. Musica capace di rivolgersi direttamente al popolo e infiammare i cuori, come del
resto aveva preconizzato a suo tempo Giuseppe Mazzini e come Verdi avrebbe poi tradotto in pagine
immortali. A raccontarci in musica il lungo viaggio verso l’unità d’Italia, trascorrendo dai salotti ai
teatri e alle piazze, è questo concerto, che prende avvio dall’eredità del Settecento per arrestarsi a
Verdi e a quel coro del «Nabucco» in cui ciascuno oggi riconosce il vero amor di patria.
I salotti, dunque, in bilico tra Settecento e Ottocento, con l’esecuzione intima e talora familiare di
arie e romanze. Talora si tratta di compositori grandissimi come Rossini, Bellini e Donizetti, talaltra
di brani che per loro natura e semplicità non sono più usciti dal repertorio. È il caso dell’arietta di
metà Settecento Caro mio ben, tradizionalmente attribuita a Giuseppe Giordani detto il Giordanello
e più probabilmente opera di Tommaso Giordani, napoletano attivo specialmente in Irlanda. Popolarissima anche l’aria Nel cor più non mi sento dalla «Molinara» di Paisiello, una intensa e semplice
melodia, ripresa in seguito da Beethoven per un ciclo di variazioni e da Paganini in uno dei Capricci.
Nei salotti di metà Ottocento non mancava certo Chopin, ma con valzer e notturni e non con quei
Canti polacchi, che erano nostalgia della patria perduta. Il primo di questi Canti per voce e pianoforte, composti tra il 1828 e il 1845 ma pubblicati postumi, è Desiderio di fanciulla e ha quasi l’andamento di una mazurka con una melodia allegra e sognante.
Pagine sicuramente minori e, purtroppo, trascurate ma non trascurabili sono le due arie di Bellini e
Donizetti. Vaga luna che inargenti su testo anonimo è la terza di «Tre Ariette» (1833), mentre Il Trovatore («Del Giordano in su le sponde…») e una paginetta d’occasione dedicata a Madame Thérése
Spadaro del Bosch. Di rara esecuzione sono le belle pagine, che Ferdinando Carulli aveva ripreso
nel 1828 nelle Douze ariettes italiennes arrangées sur les plus jolis motifs de Rossini avec accompagnement de guitare. La prima, la quarta e la sesta si ispirano, appunto, al «Barbiere di Siviglia».
Non si cantavano nei salotti, ma nei giorni di rivolta e libertà sicuramente sì, le canzoni dei volontari
e dei garibaldini, che però risuonavano per le strade e ancora, fino a pochi anni fa, erano nel repertorio del 1° maggio e di tante manifestazioni di sciopero e protesta.
Ecco la Rondinella d’Aspromonte, che dapprima era una poesia composta nel 1840 nel carcere di
Castel Sant'Angelo dal patriota livornese Enrico Mayer e poi, in occasione dei fatti di Aspromonte
(1862), riesumata e messa in musica da non si sa chi. Sconosciuto anche il musicista di Addio, mia
bella, addio, nata nel 1848 dalla penna di Carlo Bosi con il titolo «Addio del volontario che parte
per la guerra dell'Indipendenza». Certo è che questa canzone, amata anche da Wagner, «ha nociuto
agli austriaci più di una battaglia perduta, e giovato all'Italia più di una battaglia guadagnata» (Pietro
Cori). La Camicia Rossa è stata musicata nel 1860 da Luigi Pantaleoni su versi di Traversa. La Bella
Gigogin composta dal musicista milanese Paolo Giorza venne eseguita per la prima volta al teatro
Carcano di Milano il 31 dicembre del 1858 in un concerto della Banda Civica e divenne subito celebre. Assai più recente è Terra e acqua, quasi un emblema del Polesine. Si tratta di una vecchia poesia di Gigi Fossati, messa in musica nel 1961 da Sergio Liberovici e armonizzata da Giorgio Vacchi.
Quanto alla Marsigliese, va ricordato che prima della composizione dell’Internazionale, si ricorreva
al celebre refrain di Rouget de l’Isle adattandovi testi di ogni genere, sempre però inneggianti alla
lotta se non alla rivoluzione.
Rataplan è la testimonianza del successo popolare della suprema Maria Malibran, che improvvisò
questa canzone a Ferrara durante i moti emiliani del 1831, facendosi accompagnare dai ritmi di un
tamburo. Và pensiero diventò, già alla prima rappresentazione di Nabucco alla Scala di Milano nel
1842, il canto della liberazione, mai più uscito dal repertorio.
Maria Gabriella Munari è nata a Ferrara, dove si è diplomata in canto presso il Conservatorio
Statale “Girolamo Frescobaldi” sotto la guida del M° Giorgio Rizzi. Successivamente ha conseguito il
Diploma di perfezionamento in Musica da Camera e Contemporanea, con il massimo dei voti e la
lode, al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, sotto la guida di Liliana Poli. E’ stata allieva di
Paul Von Schilhawsky, direttore della scuola di canto del Mozarteum di Salisburgo, e sempre nella
stessa prestigiosa istituzione ha studiato con Elisabeth Schwarzkopf, Anton Dermota e con Zara Doluchanova, docente di Canto al Conservatorio di Mosca. Rilevanti doti musicali e vocali le hanno
permesso di impegnarsi in tutti gli stili del canto lirico, dall’opera al concertismo, diventando una
delle interpreti più autorevoli della musica del Novecento storico. Accompagnata da importanti ensembles e grandi orchestre ha cantato opere e performances in prima assoluta, collaborando con
famosi direttori e registi, quali Massimo Pradella, Giorgio Strehler, Vladimir Delman, Luciano Berio,
Carlo Rizzi, Giampiero Taverna, Carlo Savina (col quale ha inciso colonne sonore di film per la
RCA). Ha tenuto recitals nei più prestigiosi teatri, quali l’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Piccolo
di Milano, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna. Ha svolto e svolge attività concertistica in tutto
il mondo, ha cantato a New York (con l’orchestra della RAI di Torino), in Australia, Germania, Portogallo, Francia, Polonia, Ungheria, Grecia, India e Cina. Ha cantato in diretta per Radio 3 Suite e ha
inciso diverse raccolte dal proprio repertorio. E’ docente di canto al Conservatorio di Rovigo e tiene
stages d’insegnamento all’Estero.
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Maurizio Pagliarini ha conseguito il Diploma di Chitarra Classica con la lode presso il Conservatorio Statale di Musica "G. Frescobaldi" di Ferrara con Roberto Frosali e si è perfezionato all'Ecole
Normale de Musique "Alfred Cortot" di Parigi con Alberto Ponce. Alla “Cortot”, nel 2009, ha svolto
un anno sabbatico in veste di collaboratore del suo Maestro. Si è laureato in Giurisprudenza presso
l'Università di Bologna con la tesi "Tutela delle opere dell'ingegno dell'autore e dell'esecutore musicale".
Ha tenuto concerti in tutto il mondo da solista, in formazioni cameristiche e con l’orchestra, tiene
master-classes negli Stati Uniti d’America, in Canada e in Brasile. Ha collaborato con la Chamber
Orchestra of Europe e Claudio Abbado, con Christian Thielemann, Daniele Gatti e collabora con la
Malher Chamber Orchestra. Suona con il Nuovo Quartetto Italiano, accompagna dal 1987 Arnoldo
Foà (Lorca, Dante, Ariosto) e ha suonato con il cantante rossiniano Juan Diego Flòrez. Nel 2006
presso il Teatro Manzoni di Bologna ha eseguito come solista “Grabstein fur Stephan” per chitarra
e l’Orchestra Mozart di Bologna, diretto da Claudio Abbado in presenza del compositore Gyorgy
Kurtag. Ha ricoperto l’incarico di Direzione Artistica, dal 2002 al 2008, del Festival Internazionale
di Musica Classica nella celebre Abbazia di Pomposa, in provincia di Ferrara, luogo in cui Guido
monaco ha inventato le note musicali e il pentagramma.
Sergio Garbato
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150 anni Unità d’Italia
150 anni Unità d’Italia
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Rovigo - Teatro Sociale -16 marzo ore 21,00
VIVA VERDI
Concerto drammatico di musiche verdiane per il 150° anniversario dell’Unità
d’Italia, attraverso un labirinto sonoro con brani tratti da: Rigoletto, I Masnadieri, Aida, Te Deum, Macbeth, Il Corsaro, Falstaff, Nabucco, Arie da camera,
Otello, I Lombardi, Don Carlo e Traviata.
a cura di:
Stefano Patarino
Andrea Vivarelli
Stefano Celeghin
con la partecipazione degli allievi e docenti
dei CONSERVATORI “F. VENEZZE” DI ROVIGO E “A. BUZZOLLA” DI ADRIA
«Nel melodramma di Verdi c'è musica per tutte le borse, ha scritto Bruno Barilli, i suoi difetti
e le sue qualità han radici profonde nella nostra terra». E, significativamente, le opere del
grande musicista coincisero con la storia stessa del nostro paese, rappresentando prima
il difficile viaggio verso la nascita della nazione e poi quell'Italia unita di cui si celebra quest'anno il centocinquantenario.
Verdi in Polesine si affermò presto, in coincidenza, è stato detto, "col momento di massimo
fervore delle aspirazioni italiane all'unità nazionale".
Fu grazie al ricco e ambizioso (e forse anche un poco vanaglorioso) Antonio Gobbati,
stando alle cronache di Nicolò Biscaccia, che al Teatro Sociale di Rovigo andarono in scena
nell'ottobre del 1844, a qualche giorno di distanza appena l'una dall'altra: "Nabucco" ed
"Ernani", che aveva addirittura avuto il suo debutto pochi mesi avanti alla Fenice. E più di
uno fra gli interpreti era di casa nei teatri veneziani, come il basso Antonio Selva, che lo
stesso Verdi aveva voluto nel cast di "Ernani", il soprano Gertrude Bortolotti apprezzatissima
protagonista de "I due Foscari" e il baritono Natale Costantini, che sarebbe stato di lì a
poco, sempre alla Fenice, il primo Attila. Presidente della Società del Teatro, Gobbati aveva
anticipato il denaro per quegli improrogabili restauri, che avevano permesso lo svolgimento regolare della stagione lirica.
Aveva avuto inizio così le lunga serie di rappresentazioni verdiane che, come un filo ininterrotto, hanno cucito insieme la storia del Teatro Sociale. E, in effetti, per tutti gli anni in
cui si protrasse l'occupazione austriaca del Polesine, non mancò sui palcoscenici la rappresentazione di un'opera di Verdi. Ecco, nell'ottobre del 1845, "I Lombardi alla prima crociata" con il baritono Felice Varesi, destinato a vestire per primo i panni di Rigoletto. E
ancora Varesi, nel 1846, avrebbe interpretato la prima (e unica) edizione rodigina de "I
due Foscari", seguita un anno dopo da "Attila". Nel 1850, "Luisa Miller" avrebbe inaugurato
la riapertura del Sociale dopo le traversie politiche e militari dei due anni precedenti. Nel
1851, il palcoscenico rodigino aveva ospitato "Macbeth" e l'anno dopo "I Masnadieri". E
ad eccezione di pochi titoli, tutte le opere verdiane arrivarono una o più volte sul palcoscenico del Sociale, con il record di 25 rappresentazioni di "Rigoletto", 20 de "La Traviata"
e 16 de "Il Trovatore". E "Rigoletto" è anche l'opera che andata più di frequente in scena ad
Adria, dove, nel 1847 al Teatro Fidora, Verdi era giunto per la prima volta con "Ernani",
seguito negli anni da "I Masnadieri" e "I due Foscari" (1852), "Il trovatore" (1855), "Attila"
(1856), "La Traviata" (1857). E "Il trovatore", sempre nel 1855, aveva fatto capolino anche
a Badia, in occasione della riapertura dopo un radicale restauro del Teatro Sociale.
Bisognerà aspettare fino al 1858 per ritrovare una nuova opera verdiana nel cartellone
del Sociale e si tratterà di "Giovanna Guzman" ovvero "I Vespri Siciliani", protagonista Carlo
Baucardè, primo interprete del "Trovatore" (che ripropose pochi giorni dopo anche a Rovigo), insieme con la moglie e con il grande baritono Leone Giraldoni. Dopo altri dieci
anni sarebbe arrivato "Un ballo in maschera" e poi nel 1879 "Aida", nel 1883 "La forza
del destino", nel 1897 "Otello" e nel 1961 sarebbe stata la prima e unica volta di "Falstaff".
"Giovanna d'Arco", "Don Carlo" e "Simon Boccanegra" sarebbero arrivati rispettivamente
nel 1979, nel 1982 e nel1999. Da questa ampia rassegna restano esclusi solamente cinque o sei titoli fra le opere considerate minori e, chissà perché?, "La battaglia di Legnano".
Sergio Garbato
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150 anni Unità d’Italia
150 anni Unità d’Italia
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I Concerti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia
sono promossi da
Fondazione Banca del Monte di Rovigo
In collaborazione con
Conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo
Accademia dei Concordi
Provincia di Rovigo
Comune di Rovigo
Comune di Lendinara
Comune di Castelmassa
Associazione Amici di Garibaldi di Lendinara
nell’ambito delle celebrazioni coordinate dal Comitato Provinciale
per la valorizzazione della cultura della Repubblica
nel contesto dell’unità europea.
Grafica&Stampa:
Tipografia ArtestampA - Rovigo
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