Drug targeting cmt [F ] cme t Conc. nella circolazione sistemica Drug targeting cme [F ] cmt t Conc. nella circolazione sistemica Conc. nel sito d’azione Drug targeting:vantaggi Il direzionamento specifico consente di potenziare l’efficacia della terapia riducendo: la quantità di farmaco da somministrare gli effetti collaterali costi Drug targeting:”magic bullet” Nell’architettura del proiettile magico si distinguono tre componenti fondamentali: il farmaco il carrier il gruppo direzionante Drug targeting:approcci tecnologici II principali schemi per il direzionamento specifico attualmente in studio prevedono i seguenti approcci tecnologici: applicazione diretta del farmaco, opportunamente formulato, nella zona(organo o tessuto) interessata dalla patologia; accumulo spontaneo del farmaco, veicolato in un carrier adeguato, in prossimità del sito d’azione grazie ad un’aumentata permeabilità vasale generata da un particolare stato patologico (tumori, infarto , infiammazioni); Drug targeting:approcci tecnologici direzionamento “fisico” del farmaco sfruttando un carrier sensibile ad eventuali valori anomali del pH o della temperatura presenti nel distretto bersaglio oppure un carrier paramagnetico guidato tramite un campo magnetico esterno; impiego di un elemento direzionante, rappresentato da una molecola vettore con un’elevata affinità specifica per un sito, antigenico o recettoriale, presente sulla superficie delle cellule del distretto target. Drug targeting: applicazione diretta E’ possibile realizzare il direzionamento specifico applicando o somministrando un farmaco direttamente nel distretto applicazione topica di un farmaco con targeting cutaneo. somministrazione intra-articolare di farmaci ormonali impiegati nella terapia dell’artrite. infusione intracoronarica di enzimi trombolitici nella terapia dell’infarto del miocardio. Drug targeting: accumulo spontaneo In determinati distretti (masse tumorali o aree infartuate del miocardio) la parete dei vasi sanguigni mostra un endotelio discontinuo o con alterata permeabilità che permette a carrier con dimensioni fra 10 e 500 nm di accumularsi passivamente negli spazi interstiziali tra le cellule bersaglio dove poi rilasciano, con vari meccanismi, il farmaco. Targeting passivo: effetto EPR Drug targeting: direzionamento “fisico” I fattori fisici in grado di modulare un rilascio sito specifico possono essere di origine endogena o esogena targeting fisico realizzato mediante un fattore endogeno: l’effetto targeting si basa sulla differenze, per esempio, di pH o temperatura, tra i tessuti malati e quelli sani (aree infiammate o neoplastiche presentano acidosi e ipertermia) Drug targeting: direzionamento “fisico” targeting fisico realizzato mediante un fattore esogeno: un esempio significativo è rappresentato dall’effetto direzionante che un campo magnetico esterno può esercitare su sistemi carrier microparticellari con proprietà ferromagnetiche iniettati per via endovenosa. L’effetto direzionante dipende dall’entità del flusso sanguigno e dall’intensità del campo magnetico. Drug targeting: elemento direzionante Si può impartire selettività d’azione ad un farmaco legandolo una molecola vettore in grado raggiungere, riconoscere specificamente e legarsi al sito bersaglio. Le sostanze più impiegate come gruppi direttivi sono: anticorpi e loro frammenti lectine, lipoproteine e proteine in genere ormoni molecole cariche mono, oligo e polisaccaridi folati