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n. 103/104 3-4 giugno 2008
S P E C I A L E
T U N I S I A
Percorso a ritroso tra i siti archeologici, i musei e i templi della Tunisia
Una storia millenaria
Cartagine e le antiche città romane, da Eljem a Dougga
La costa mediterranea
della Tunisia conserva ancora oggi le vestigia delle
grandi civiltà che per 3000
anni si sono susseguite su
questo territorio.
La prima fu quella dei Fenici provenienti da Tiro, che
nell’814 a.C. fondarono Cartagine. Oggi le rovine di questa grande città-stato sono
all’estremo nord del Paese,
fra Capo Bon e Capo Fari-
data dagli uliveti. Poi si visita Sousse, l’antica Hadrumetum, e le vicine Monastir e Kairouan, dette
nell’antichità le tre porte del
paradiso. Nel piccolo museo di Sousse c’è un assaggio degli splendidi mosaici policromi visitabili nel
Museo del Bardo di Tunisi:
una testa di Oceano e il coloratissimo trionfo di Bacco, su un carro tirato da
quattro pantere.
La tappa successiva è
Sbeitla, l’antica Sufetula,
città romana rimasta intatta: le strade e gli incroci si
susseguono ben ordinati dall’antico piano regolatore,
una porta monumentale immette nel foro, una grande
piazza un tempo porticata,
sovrastata dal Campidoglio
coi suoi 3 templi: di Giove,
Giunone e Minerva. Vi sono anche le Terme, un teatro interamente ricostruito
e un altro arco detto della
tetrarchia di Diocleziano. Si
sale quindi su un altopiano
per visitare Maktar, dove un
Monastir
grande arco di Traiano è stato trasformato in fortezza
dai bizantini. Si torna a livello del mare, nella torrida
piana di Bulla Regia: qui le
sontuose ville romane mostrano atrii e peristilii sotterranei, dove gli abitanti si
rifugiavano per scampare al
gran caldo.
Poco distante, ma più fresca, c’è Dougga (Thugga)
grande e ben conservata.
Nel pavimento del Foro è
incisa una grande rosa dei
venti; al Campidoglio si accede salendo una grande
scalinata. Ancora più in alto sulla collina, il tempio di
Saturno, da cui si gode uno
splendido panorama.
Infine si arriva a Tunisi.
Nel sobborgo di Bardo c’è il
Museo dov’è esposta la più
ricca collezione di mosaici
romani del mondo. Degni
di nota, un Virgilio seduto
fra le muse Clio e Melpomene e Ulisse legato all’albero che ascolta le sirene,
uccelli dal volto di donna.
Infine, si torna da dove
tutto è cominciato, le rovine di Cartagine: l’immensa
volta in rovina che copre gli
antichi serbatoi, i resti del
porto, il misterioso Tophet,
la necropoli, dove si sono
trovate urne che custodivano scheletri di bambini, si
dice immolati alla coppia
divina di Tanit e Baal.
Marco Colli
IL SAHARA
L’erg occidentale,
fra oasi e festival
Cartagine
na, a pochi km da Tunisi.
Cartagine, prima regina del
mare e dei commerci, poi
nemica mortale di Roma, fu
sconfitta e distrutta da Scipione nel 146 a.C.. Dalle sue
rovine nacque una nuova
Cartagine, capitale commerciale dei romani in terra d’Africa. Le numerose tracce di questa dominazione
sono visibili ancora oggi.
Per visitare la Tunisia romana si può volare a Djerba e poi risalire fino a Tunisi. La prima tappa sarà
Eljem, l’antica Thysdus, patria dell’imperatore Gordiano che, a sue spese, costruì il grandioso anfiteatro, terzo per dimensioni in
tutto il mondo romano, che
ancora oggi sovrasta le basse case della città circon-
Si parte da Tunisi diretti al sud, via Teboursuk, sulle pendici dell’Atlante algerino, fino a
raggiungere El Kjef e Kasserine. Da lì, in un panorama brullo e torrido, si arriva a Gafsa, porta d’accesso all’Erg Occidentale, il sahara tunisino. Da Gafsa si raggiunge Metlaoui, ex città
mineraria e piccola stazione da cui parte il Lézard Rouge (la lucertola rossa), il treno del bey
con cinque vecchie carrozze in velluto rosso e
cuoio capitonné. Utilizzato dal sultano per raggiungere la sua residenza estiva, oggi è solo un
piacevole mezzo per un itinerario che, attraversando gole selvagge e deserti salati, giunge
a Tozeur.
Dune del Sahara
Tozeur
turisti in arrivo dalle città del
Intorno all’oasi ci sono fitnord. Il palmeto della città è
ti palmeti, la medina antica
uno dei più estesi della Tunidi 700 anni, e nel mercato casia, il mercato rionale è colotaste di verdura, piramidi di
ratissimo e ubicato in una piazdatteri e spezie. Le mouchaza in stile prettamente berberabià sono finestre traforate
ro. Il famoso mercato del bedove le donne potevano afstiame conserva intatto il suo
facciarsi senza essere viste. I
fascino, anche se non si assiportoni hanno un battente
ste più al grande movimento
in legno di palma e l’altro in
di dromedari che era comune
albicocco, così da dare un
fino allo scorso decennio. Ansuono diverso quando si busnualmente a Douz, in inversa: uno per le donne, l’altro Tipica abitazione a Nefta
no, si tiene il Festival del Sahaper gli uomini.
ra, che richiama tutte le tribù
nomadi da Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto. La
Nefta
manifestazione dura quattro giorni. Si apre con
Procedendo sulla strada asfaltata che attra- una grande parata, seguita da canzoni, balli, ceversa il grande lago salato di Chott el Jerid si rimonie e matrimoni tradizionali. Ospita corse
raggiunge l’oasi di Nefta. È una delle oa- di dromedari, dimostrazioni di caccia al conisi più battute dal turismo e per questa glio, a dorso di cavalli e dromedari.
ragione vi si trovano anche grandi alberghi. Nefta è punto di partenza di di- Sabria
versi itinerari su pista e fuori pista atA sud di Douz si arriva a Sabria. La piazza
traverso le dune di sabbia, verso sud.
centrale è il capolinea della rotabile; oltre essa
solo dune, fino all’orizzonte. Da Sabria è posDouz
sibile, con i mezzi adatti e le dovute precauzioRiattraversando l’abbacinante lago ni, tuffarsi verso sud-est navigando tra le picsalato si può deviare verso est e rag- cole dune bianche fino all’oasi di Ksar Ghilane,
giungere l’oasi di Douz. Centro com- attraverso le Valle delle Rose, che deve il suo nomerciale all’epoca del traffico carova- me a quel precipitato di sali che viene comuniero, oggi Douz è l’approdo dei bus dei nemente chiamato rosa del deserto.
M.C.
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