Approfondimento 1

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Capitolo 1
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La scienza economica e l’economia
Approfondimento 1.1 L’importanza crescente dei servizi. La terziarizzazione
dell'economia italiana
Al principio del ventunesimo secolo, il settore agricolo rappresenta circa l’1% del prodotto (o reddito)
nazionale dei Paesi avanzati e l’industria è inferiore
al 25%. La restante produzione è costituita dai servizi: servizi finanziari, trasporti, cultura, comunicazioni, turismo e pubblici servizi, ovvero: difesa, ordine
pubblico, istruzione ecc. Anche in Paesi come la Cina
e l’India l’agricoltura cede il passo al settore dei servizi in pieno sviluppo. Il processo di terziarizzazione
delle attività produttive è accelerato dalle Information and Communication Technologies che rendono
virtuali i mercati e le modalità di transazioni.
La crescita del macrosettore dei servizi ha effetti positivi sull’occupazione e sulla bilancia dei pagamenti.
La produzione di servizi è infatti basata su tecnologie
ad alta intensità di lavoro. La leadership nei servizi finanziari, nei prodotti di intrattenimento (film e musica)
e nell’istruzione superiore consentono a Paesi come gli
100%
80%
60%
40%
20%
0%
2000
2001
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2009
2010
2011
D90T99 ARTS, ENTERTAINMENT, REPAIR OF
HOUSEHOLD GOODS AND OTHER SERVICES
D36T39 Water supply; sewerage, waste management
and remediation activities
D84T88 PUBLIC ADMINISTRATION AND DEFENCE;
COMPULSORY SOCIAL SECURITY; EDUCATION;
HUMAN HEALTH AND SOCIAL WORK ACTIVITIES
D35T39 Electricity, gas and water supply; sewerage,
waste management and remediation activities
D84T99 COMMUNITY, SOCIAL AND PERSONAL
SERVICES
D69T82 PROFESSIONAL, SCIENTIFIC AND TECHNICAL
ACTIVITIES; ADMINISTRATIVE AND SUPPORT SERVICE
ACTIVITIES
D68T82 Real estate, renting and business activities
D64T66 FINANCIAL AND INSURANCE ACTIVITIES
D58T63 INFORMATION AND COMMUNICATION
D45T56 WHOLESALE AND RETAIL TRADE;
TRANSPORTATION AND STORAGE; ACCOMMODATION
AND FOOD SERVICE ACTIVITIES
D31T33 Furniture; other manufacturing; repair and
installation of machinery and equipment
D29T30 Transport equipment
D26T28 Machinery and equipment
D24T25 Basic metals and fabricated metal products,
except machinery and equipment
D19T23 Chemical, rubber, plastics, fuel products
and other non-metallic mineral products
D16T18 Wood and paper products, and printing
D13T15 Textiles, wearing apparel, leather and related prodcuts
D10T12 Food products, beverages and tobacco
D41T43 CONSTRUCTION
D10T33 Manufacturing
D01T03 AGRICULTURE, FORESTRY AND FISHING
D05T09 Mining and quarrying
Peso percentuale dei macrosettori del valore aggiunto italiano, 2000-2011 (valori correnti).
Fonte: rielaborazione su dati OCSE Statistics.
D. Begg, G. Vernasca, S. Fischer, R. Dornbusch – Economia 5e © 2014, McGraw-Hill Education
Capitolo 1
Stati Uniti e il Regno Unito di occupare le prime posizioni nella classifica mondiale dei Paesi esportatori.
Il commercio internazionale è stato sinora soprattutto un commercio di beni. Internet sta cambiando
le categorie merceologiche del commercio internazionale. Le funzioni aziendali relative alla contabilità possono essere date in outsourcing a consulenti indiani
e una qualsiasi consulenza può essere trasmessa dall’India al Regno Unito via e-mail.
La dimensione dei servizi in Italia è drasticamente
cresciuta e mutata nella composizione, inizialmente a
prevalente proprietà pubblica. L’università, la medici-
d
La scienza economica e l’economia
na, i trasporti, i servizi di pubblica utilità (per esempio,
l’elettricità) sono ancora in gran parte controllati dallo
Stato e protetti da barriere all’entrata.
La terziarizzazione dell’economia italiana trova un
riscontro nella tabella alla pagina precedente. Dal
2000 al 2011 si può leggere il peso percentuale dell’industria dei servizi sul valore aggiunto (una misura
del PIL, Prodotto Interno Lordo) italiano. Le aree i cui
bordi sono stati evidenziati. sono tutte di servizi, prestazioni professionali, arte e creatività. Il peso del terziario è drasticamente aumentato ed oggi è oltre il
50% del valore aggiunto nazionale.
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Capitolo 1
Approfondimento 1.2
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La scienza economica e l’economia
Non di solo mercato! Antichità e quotidianità dell’asta
Il mercato – si studierà ampiamente nei prossimi capitoli – è un metodo di coordinamento delle decisioni
di acquirenti (domanda) e venditori (offerta) che può
fare concettualmente riferimento all’asta (bilaterale)
secondo la nota interpretazione (del banditore invisibile) di Leon Walras.
L’asta, ovvero il coordinamento delle decisioni economiche di venditori e acquirenti attraverso l’imprescindibile presenza di un banditore – nelle aste on
line un agente automatico di prezzo –, è un metodo
antichissimo attraverso il quale le società umane hanno cercato di risolvere i fondamentali problemi del cosa, come e per chi produrre.
L’asta al rialzo – oppure inglese – affonda le sue
origini nell’antica Babilonia con riferimento alla selezione delle donne da marito. Era diffusa nell’antica Roma per la distribuzione dei bottini di guerra. Nel 700
d.C. si hanno notizie di aste organizzate in Cina per
allocare i lasciti dei monaci buddisti.
È certamente alla metà del 1700 che assurge a metodo di transazione elettivo delle opere d’arte, attraverso le note case d’asta Christie’s e Sotheby’s.
L’asta di arte è la tipica asta all’inglese, a dichiarazioni
aperte o trasparenti, unilaterale, al rialzo e, in genere,
continua. L’asta all’inglese non è il solo tipo di asta
riconosciuto e studiato in letteratura e non riguarda
esclusivamente l’arte, né l’arte trova nell’asta il suo
unico contesto e metodo di transazione.
Oggi esistono tanto aste on line quanto aste entrate
nelle aule giudiziarie per iter fallimentari e non solo.
A titolo di esempio, molti processi relativi a danni ambientali da scarico in mare di sostanze nocive convivono con aste di documenti antichi relativi alle regole
della sicura navigazione. Gli studi legali si contendono
in asta antichi codici della navigazione e, addirittura,
… antiche mappe di pirati!
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Capitolo 1
d
La scienza economica e l’economia
Approfondimento 1.3 L’economia del baratto in tempo di crisi
La moneta, fondamentale strumento di transazione
nell’economia di mercato, non esisteva quando si barattava una merce per un’altra. Il baratto è alle origini
degli scambi tra uomini.
Tuttavia, oggi, in un momento di scarsa liquidità,
il baratto ritorna una fondamentale modalità di scam-
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8
6
4
2
0
2008
2009
% Povertà relativa
2010
2011
% Povertà assoluta
Fonte: Rapporto ISTAT, luglio 2012.
bio. Chi non ha moneta, cerca, spesso sul web, la migliore opportunità di scambio di beni di sua proprietà
con beni di altrui proprietà. Si può trattare di alimenti,
abbigliamento, elettronica e persino i tanto personalizzabili prodotti informatici e di telefonia.
I problemi legati al baratto non sono certo indifferenti: la perfetta corrispondenza tra le preferenze e
i gusti, le possibili indivisibilità e deperibilità delle
merci. Spesso il contemporaneo baratto è di prossimità o a km 0. È, tuttavia, innegabile che il web amplia
le opportunità di scambio, 24 ore su 24 e ovunque nel
e dal mondo, anche comportando una riduzione dei
prezzi per i buyers.
Nel 2011, secondo dati ISTAT l’11,1% delle famiglie
è in condizione di povertà relativa (in base a una soglia
convenzionale di spesa) e il 5,2% lo è in termini assoluti
(in base alla spesa mensile minima necessaria per acquistare un determinato paniere di beni e servizi).
Il baratto non riguarda solo le famiglie italiane in
tempi di povertà assoluta e relativa. Riguarda anche
e soprattutto le piccole e medie imprese che, in Italia,
costituiscono network di scambio a livello regionale
e nazionale o adottano valute di acquisto che non sono più l’euro, bensì buoni di acquisto.
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Capitolo 1
Approfondimento 1.4
d
La scienza economica e l’economia
Chi raccoglierà lo scettro degli Stati “sovrani”?
Gli Stati che hanno salvato il sistema creditizio, hanno
visto esplodere il debito pubblico (o debito sovrano)
che in alcuni casi era già, prima della crisi, oltre la soglia del 100% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
Se si leggono anche i più recenti dati sul PNL (Prodotto nazionale lordo, cioè il valore delle produzione
dei fattori produttivi nazionali ovunque essi si trovino)
reale di diversi Stati nel mondo, il trend è quasi sempre
negativo.
Se il valore della produzione nazionale diminuisce
è, di per sé, intuitivo che il debito pubblico, che continua a crescere, ne rappresenti una quota via via crescente o sia sempre più superiore al 100%. In Giappone, i cui trend relativi al PNL sono estremamente
altalenanti, il debito pubblico ha raggiunto la misura
del 205% del valore della produzione giapponese. In
Portogallo, il cui trend è decisamente il peggiore di
quelli rappresentati, è oltre il 107%. In Italia supera
ormai il 125%.
Cosa dovrebbero fare gli Stati? Continuare a emettere titoli del debito pubblico per rimborsare quote di
debito e interessi o stimolare i consumi privati? Sembra
impossibile che la spesa pubblica possa in qualche modo stimolare l’economia in crisi. Non c’è molta possibilità di spesa in capo a un debitore che deve, per ora,
concentrarsi sulle somme capitale e sugli interessi.
Lo Stato potrebbe restituire lo scettro della spesa
ai privati. Come? Le imposte che i cittadini pagano
allo Stato sono in realtà, una risorsa essenziale per lo
Stato. Le soluzioni non sono semplici e spesso le implicazioni di una qualsiasi politica devono essere attentamente valutate e incrociate.
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Q4-2010
Q1-2011
Q2-2011
Q3-2011
Q4-2011
Q1-2012
Q2-2012
Q3-2012
Q4-2012
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-3
France
Germany
Italy
Japan
Portugal
Spain
United Kingdom
United States
Euro area (17 countries)
European Union (27 countries)
Argentina
Brazil
China
India
Russian Federation
Variazioni trimestrali del PNL reale, IV trimestre 2010-IV trimestre 2012.
Fonte: rielaborazione su OCSE Statistics.
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