Conflitti politici ed economici nel ’500 U N I TÀ 3 Oslo Stoccolma Ordine Teutonico Regno di Svezia Irlanda Nel corso del secolo l’Inghilterra si allea ora con la Spagna, ora con la Francia. Grazie alla sua potente flotta, diventa progressivamente la dominatrice dei mari. o Dublino R Regno d’Inghilterra Regno di Danimarca Mare del Nord Copenaghen Danzica Prussia Londra Varsavia Sacro Romano Impero Germanico Praga er ia 5 4 6 7 8 Lucca drid Madrid 9 Un Stato della Chiesa Ducato di Savoia Ducato di Milano Marchesato del Monferrato Repubblica di Genova Ducato di Parma Repubblica di Lucca Ducato di Modena Ducato degli Estensi Granducato di Toscana Stato dei Presidi (Spagna) N 10 0 4 Regno gno di pagna Spagna gn Rep. di Venezia Re 3 Reg gno no di Regno Po orto ogallo Portogallo Austria o 2 di Conf. Svizzera gh Vienna Regno di Francia 1 Lisbona 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Kiev Regno di Polonia Parigi Oceano Atlantico Granducato di Lituania Paesi Bassi CateauCambrésis La Spagna, malgrado sia uscita vincitrice dal conflitto con la Francia, grazie a soprattutto all’alleanza con l’imperatore, conquistando gran parte dell’Italia, inizia un periodo di lenta decadenza. Mo Riga Roma Roma Istanbul Nap Napoli Regno di Napoli Impero Ottomano Atene Ate ne e Atene L’Italia, molto frazionata politicamente, diventa il principale teatro dei conflitti. Francia e Spagna si affrontano per affermare ciascuna la propria supremazia in Europa. Alleanza L A PA R O L A C H I AV E L’alleanza è un’associazione o un patto costituito da L’alleanz due o più parti per raggiungere un fine comune. In ambito internazionale l’alleanza è un accordo fra due o più stati che prevede il reciproco sostegno in caso di guerra. Le alleanze di tipo militare possono avere natura difensiva o di mutua assistenza nel corso di un attacco del nemico, o offensiva, durante la 1400 progettazione e l’attuazione di un attacco al nemico. Nel corso del Cinquecento, in Europa, assistiamo a un mutevole scenario in fatto di alleanze: a seconda delle circostanze politiche e degli interessi economici infatti i vari Stati cambiano alleato, per meglio perseguire i propri obiettivi di espansione territoriale o dominio sulle rotte commerciali. 1500 1492 114 1494 4 Colombo b scopre l’America 1519 PA R T E 1 1600 1558 11559 Carlo VIII scende in Italia I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A 1571 Battaglia di Lepanto Elisabetta I è regina d’Inghilterra Carlo V è imperatore 50 5 0 L’Europa e l’Italia dopo il Trattato di Cateau-Cambrésis (1559), che decretò il dominio spagnolo su gran parte della nostra Penisola. Pace di Cateau-Cambrésis 1 IIl re francese Carlo VIII scende in Italia CAUSA Carlo VIII si all C allea con gli Sforza Dopo la Pace di Lodi del 1454 la penisola italiana conobbe un periodo di pace, grazie anche alla politica dell’equilibrio perseguita da Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze. Tuttavia, essendo politicamente frammentata, si presentava come una terra di facile conquista. Contemporaneamente, per via della sua posizione economicamente e politicamente strategica (di ponte per i traffici fra Oriente e Occidente), era considerata un paese ricco, che avrebbe rafforzato la Monarchia che l’avesse conquistata. Carlo VIII, re di Francia, la Monarchia più potente d’Europa alla fine del Quattrocento, accampò diritti dinastici su Napoli, che fino al 1422 era stata un possesso degli Angioini, suoi antenati. L’occasione di intervenire gli giunse allorché Ludovico Sforza, detto “il Moro”, lo invitò in Italia, con lo scopo di respingere le pretese del re di Napoli, il quale chiedeva che il potere a Milano passasse nelle mani del genero Gian Galeazzo, legittimo erede del Ducato. Ludovico Sforza inoltre voleva acquisire la supremazia sull’intera Penisola grazie all’appoggio di un esercito potente (gli Sforza si erano già garantiti uno sbocco sul mare occupando Genova). EFFETTO Gian Galeazzo Sforza, erede al Ducato di Milano, si allea con il re di Napoli, per riprendere il potere nel Ducato, usurpatogli da suo zio Ludovico il Moro Ludovico chiede l’aiuto del re di Francia Carlo VIII, che a sua volta vuole conquistare il Regno di Napoli Le truppe francesi scendono in Italia L’esercito fran francese giunge facilmente fino a Napoli Carlo VIII, dunque, nel 1494 allestì le sue truppe con moderni pezzi di artiglieria e scese in Italia per raggiungere Napoli e impossessarsene. A Firenze Piero de’ Medici, succeduto a Lorenzo il Magnifico, si affrettò a consegnargli le chiavi della città. I Fiorentini, però, si indignarono e cacciarono i Medici, restaurando la Repubblica, a capo della quale fu posto Girolamo Savonarola. Carlo VIII allora strinse con loro un’alleanza. L’esercito francese fu poi ospitato a Roma dal pontefice, che sperava in vantaggi per il proprio Stato dalla caduta del vicino re aragonese. Giunto a Napoli, Carlo VIII non incontrò vera resistenza: il re, Alfonso d’Aragona, abdicò a favore del figlio Ferdinando II, che a sua volta fuggì lasciando campo libero al re francese. A Firenze Piero de’ Medici si arrende e viene cacciato dai Fiorentini A Napoli il re fugge lasciando il Regno in mano ai Francesi Il re di Francia Carlo VIII entra a Napoli (miniatura del XV sec.). La troppo facile conquista francese dell’Italia allarmò alcuni Stati europei, che formarono una Lega contro i Francesi. C o n f l i t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i n e l ’5 0 0 Unità 3 51 Si forma una L Lega per contrastare Carlo VIII CAUSA EFFETTO La conquista francese preoccupa gli Stati italiani ed europei Si forma una Lega a cui partecipano papato, Venezia, Milano, l’Impero e il Regno di Spagna La facile conquista francese dell’Italia aveva però allarmato sia gli Stati italiani sia gli altri Stati europei. Per contrastare la potenza francese si formò una Lega, che univa lo Stato pontificio, Venezia, Milano, l’Impero e il Regno di Spagna. Quando l’esercito della Lega si mise in marcia alla volta di Napoli, Carlo VIII decise, per prudenza, di tornare in Francia. Mentre l’esercito francese risaliva la Penisola, incontrò a Fornovo, vicino a Parma, l’esercito della Lega (1495), guidato da Francesco II Gonzaga. A stento Carlo riuscì ad aprirsi un varco e a riparare in Francia, rinunciando alle sue mire su Napoli, che tornò agli Aragonesi. La fragilità po politica dell’Italia favorisce l’intervento degli stranieri A Fornovo la Lega si scontra con l’esercito di Carlo VIII, che viene sconfitto Carlo VIII rinuncia al Regno di Napoli che torna agli Aragonesi L’Italia, una delle più prospere regioni europee, ricca di artisti e di cultura, aveva dimostrato in questo frangente tutta la sua fragilità politica; divisa in tanti staterelli regionali e Principati, non solo non poteva pensare a un esercito per la difesa comune, ma addirittura le rivalità tra le varie città favorivano l’intervento di truppe straniere. 2 Lo scontro tra la Spagna e la Francia per il predominio sull’Italia I Francesi conquistano conq Milano, gli Spagnoli Napoli L’Italia continuò a essere il teatro privilegiato dello scontro tra Francia e Spagna: il loro conflitto segnò tutta la prima metà del XVI secolo. Oltre alle pretese su Napoli la Monarchia francese vantava diritti dinastici anche sul Ducato di Milano, che formalmente faceva ancora parte dell’Impero, che a sua volta non poteva permettere alla Francia di acquisire la ricca Lombardia. Luigi XII, successore di Carlo VIII, scese a Milano, se ne impadronì e si accordò con gli Spagnoli, i quali non lo ostacolarono nella conquista della città lombarda e, in cambio della loro neutralità, ottennero il Regno di Napoli, che fino ad allora era stato di un ramo cadetto della dinastia aragonese. Il re francese tenne però Milano per poco tempo: animata dal papa Giulio II, si formò una Lega antifrancese formata da Impero, Venezia, Spagna e Svizzera. A Milano tornò così a governare il figlio di Ludovico il Moro, sotto l’influenza spagnola. La battaglia di Fornovo in un dipinto del pittore italiano Tintoretto. 52 5 2 I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A Sale sul trono di Francia Francesco I CAUSA A Luigi XII succedette Francesco I, che restò sul trono di Francia dal 1515 al 1547. Riconquistò per poco Milano, ma venne poi fatto prigioniero (1525) e portato in Spagna. Per ottenere la libertà accettò le condizioni dettate da Carlo V: la cessione della Borgogna e del Milanese; ma, una volta in Francia, dimenticò le promesse e riprese a combattere, accettando anche alleanze con i Turchi e con i principi tedeschi (oltre che con il papa e le Signorie italiane nemiche della Spagna) pur di contrastare l’avversario Carlo V. La Francia dichiara diritti sul Ducato di Milano, che però fa parte dell’Impero Luigi XII se ne impadronisce grazie all’appoggio degli Spagnoli, che promettono di non intervenire e in cambio ottengono Napoli Il Regno di Spa Spagna e l’Impero Germanico in mano a Carlo V Carlo d’Asburgo, a soli 15 anni, nel 1515 aveva assunto il governo dei Paesi Bassi, dove era nato. Nel 1516 aveva ereditato anche, dal nonno materno, Ferdinando d’Aragona, il Regno di Spagna, con tutti i possedimenti in Italia (Napoli, Sicilia e Sardegna) e nelle nuove colonie in America. Dal nonno paterno, l’imperatore Massimiliano, aveva ereditato invece l’Austria e gli altri possedimenti degli Asburgo e con questi la possibilità di candidarsi alla corona del Sacro Romano Impero Germanico che ricevette nel 1519 e mantenne fino al 1556. Poiché, come abbiamo studiato, la carica di imperatore non era ereditaria, ma elettiva, per essere riconosciuto sovrano dell’Impero Carlo aveva dovuto “comprare” i voti dei “grandi elettori”, i principi tedeschi ai quali spettava il diritto di decidere chi sarebbe stato l’imperatore. Quando salì al trono assunse il nome di Carlo V. Una lega antifrancese guidata dal papa Giulio II e formata da Impero, Venezia, Spagna e Svizzera riconquista Milano Il successore di Luigi XII, Francesco I, riconquista Milano ma è fatto prigioniero Un Impero su cui non tramonta mai il sole Per essere liberato Francesco I promette di cedere la Borgogna e Milano I domini di Carlo V erano tanto vasti che egli era solito affermare che sul suo regno non tramontava mai il sole. Troppa era dunque la sua potenza e non solo per terra, dal momento che la flotta spagnola dominava anche i mari: era prevedibile che si dovesse cercare un riequilibrio di forze, a livello europeo. La Francia, maggiormente minacciata, chiusa tra la morsa dei Pirenei spagnoli e le regioni imperiali del Reno, divenne la sua principale antagonista. Oceano Atlantico Vienna Conf. Svizzera Ducato di Milano Lisbona Austria Rep. di Venezia Avignone Madrid Regno di Polonia Praga Regno di Francia A f r ic a Regno di Portogallo Ocean no Pacific co Varsavia Sacro Romano Impero Germanico di Oceano Atlantico o Paesi Bassi he ria CateauCambrésis Parigi Copenaghen Grand. di Toscana Regno di Spagna Un g Londra America Settentrionale Danimar del Nord gn o Territori ereditati o conquistati da Carlo V Regno n Dublino no o Sacro Confini del Romano d’Inghilterra Ingh Impero Germanico governato da Carlo V Francesco I non mantiene la promessa e si allea con i principi tedeschi e con i Turchi contro Carlo V Re L’Impero di Carlo V, che si estendeva su buona parte dell’Europa e nell’America Centromeridionale. EFFETTO Stato della Chiesa Roma Napoli America A Amer a Meridion Me Meridiona eridiion onal ale e Mar Mediterraneo C o n f l i t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i n e l ’5 0 0 Impero Ottomano Regno di Napoli 3 U Regno n i t à di Sicilia 53 La “prima guer guerra europea” La rivalità franco-asburgica fu definita la prima guerra europea (1521-1559). La grande estensione dei territori e la loro varietà costituirono anche il punto debole dell’Impero di Carlo V: l’unità religiosa fu compromessa dalla Riforma protestante e l’imperatore cattolico fu costretto ad accordarsi con i principi luterani. Gli scontri durarono quasi 40 anni, con pause e alterne vicende. Il Re francese Francesco I, come abbiamo detto, arrivò a cercare alleati anche nei Turchi e negli Stati protestanti. Il Ducato di Savoia, troppo vicino al Regno di Francia, nel quale fu addirittura inglobato per un certo tempo, si schierò con la Spagna e il duca Emanuele Filiberto fu il condottiero che conseguì la vittoria decisiva contro i Francesi a San Quintino (1557), nel nord della Francia. Il Papato a volte fu alleato dell’imperatore per la difesa della Cristianità, contro i Turchi, altre volte si fece promotore di alleanze per contrastare il potere di Carlo V. Papa Clemente VIII nel 1526 prese parte alla Lega antiasburgica di Cognac, con Francesco I, appena liberato da Carlo V, l’Inghilterra, Firenze, Venezia e Milano. FISSA IL CONCETTO La rivalità tra la Francia e l’Impero causa una guerra che coinvolge tutta l’Europa. La corona è il simbolo del potere imperiale; per mostrare che Carlo è diventato imperatore per volere divino questa è posta in alto, sopra di essa c’è solo il Cielo. A Carlo V è attribuita la frase: “Sul mio regno non tramonta mai il Sole”. È ciò che vuole fare intendere lo scettro tenuto saldamente nella mano destra posata imperiosamente sul mappamondo. Lo sguardo dell’imperatore è fermo verso l’osservatore, come monito rivolto a chiunque volesse mettere in discussione il suo potere sul Globo. L’armatura e la spada stanno a significare che ci troviamo di fronte a un conquistatore. Sul petto, il simbolo del Toson d’oro, prestigioso Ordine cavalleresco, significa che l’imperatore è un cavaliere della Cristianità contro gli infedeli. Il mantello d’oro sottolinea la sua regalità. 54 54 PA R T E L’imperatore Carlo V, in un dipinto di Rubens del 1604 che celebra la sua grandezza. 1 I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A Il sacco di Roma Rom operato dai lanzichenecchi L’imperatore s’infuriò per la partecipazione del papa alla lega antiasburgica, dato che poco prima erano uniti nel contrastare la Riforma di Lutero, e si propose di fargliela pagare. Sguinzagliò 20.000 lanzichenecchi, mercenari tedeschi che univano alla normale sete di ricchezze dei mercenari un odio viscerale per il clero romano, alimentato da una lettura distorta della predicazione di Lutero. Assalirono Roma (il “sacco di Roma”) con la convinzione che la sua ricchezza derivasse dalle decime tedesche: ciò che non poterono riprendersi, lo distrussero. Molti cittadini romani furono massacrati. I nobili vennero torturati perché indicassero dove avevano nascosto le loro ricchezze. I lanzichenecchi occuparono Roma per nove mesi, durante i quali il papa restò chiuso nella fortezza di Castel Sant’Angelo. Per liberare la città, ormai stremata, la Chiesa dovette pagare un forte riscatto. F I S S A L A DATA La Pace di Cate Cateau-Cambrésis definisce il nuovo assetto dell’Europa La lunga guerra si concluse infine con la Pace di Cateau-Cambrésis, firmata dal figlio di Carlo V, Filippo II, e da Enrico II di Francia, nel 1559. La Spagna ne uscì vincitrice, ma il suo potere subì dei limiti: l’Italia passava interamente sotto il suo controllo, ma la corona spagnola restò divisa da quella della casa asburgica e dell’Impero. Carlo V, infatti, ormai stanco, tre anni prima (1556) aveva abdicato dopo aver rinunciato al suo sogno di convertire al Cattolicesimo tutti gli abitanti del suo Impero. Egli divise il suo Impero tra i suoi eredi: > al figlio Filippo lasciò la corona di Spagna, i possedimenti italiani e i Paesi Bassi, oltre alle colonie d’America; > al fratello Ferdinando la reggenza dell’Impero, con l’Austria e l’Ungheria; la Germania veniva suddivisa in 350 Stati, alcuni piccolissimi, che nominalmente facevano parte dell’Impero, ma in realtà erano indipendenti. In questo modo veniva rotto l’accerchiamento di cui la Francia soffriva. Carlo V si era ritirato presso un convento in Spagna e vi rimase fino alla morte, che lo colse due anni dopo. Dalla rivalità dei due principali contendenti uscì invece rafforzato il Ducato di Savoia. Pace di Cateau-Cambrésis: 1559. La Spagna e l’Impero si separano. GLOSSARIO Abdicazione Rinuncia al trono da parte del re, che trasmette il potere al suo successore. Si dice infatti abdicare in favore di qualcuno. I banchieri di Carlo V La corona imperiale del Sacro Romano Impero Germanico era elettiva fin dal X secolo: l’imperatore veniva infatti scelto da alcuni principi tedeschi, che per questo diritto venivano chiamati “grandi elettori”. In realtà, nel corso dei secoli, gli imperatori avevano imposto ai grandi elettori il nome del successore. Carlo, però, nel 1519, alla morte dell’imperatore Massimiliano, quando avanzò la propria candidatura al trono imperiale, fu osteggiato dal re di Francia Francesco I e dall’elettore Federico di Sassonia, sostenuto dal Papato. Per avere l’appoggio degli altri principi Carlo V fu costretto a elargire loro somme enormi, per le quali dovette fare ricorso a due famiglie di banchieri: i Fugger e i Welser. I Fugger avevano accumulato enormi ricchezze prestando denaro a molti sovrani europei e anche allo Stato Pontificio. Nel 1519 i Fugger diventarono “i banchieri dell’imperatore” finanziando la sua elezione al trono. In cambio ottennero il monopolio del commercio dal Perù (ricco di miniere d’oro e d’argento) e dalla Terra del Fuoco. I Welser parteciparono al finanziamento in cambio di concessioni per il commercio con le Americhe. C o n f l i t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i n e l ’5 0 0 Jakob Fugger, qui ritratto da Albrecht Dürer, era il capostipite della potentissima famiglia dei “banchieri dell’imperatore” Carlo V. Unità 3 55 3 La Spagna di Filippo II Ill programma di governo di Filippo II Filippo II (re di Spagna dal 1556 al 1598) è forse il personaggio che esprime meglio il nuovo modo di vedere la vita proprio della Controriforma. Nato a Valladolid nel 1527, “era spagnolo nell’anima e non amò che la Spagna”, come hanno sostenuto alcuni storici. Egli guidò il suo immenso regno senza mai spostarsi da Madrid, la nuova capitale che aveva creato al centro della Spagna. I viceré e i funzionari venivano nel suo ritiro prediletto, il palazzo dell’Escorial, a riferire accuratamente sulle varie questioni, che Filippo II voleva sbrigare personalmente, caricandosi di una mole di lavoro immensa. Il suo programma di governo era chiaro e prevedeva: > la grandezza della Spagna, che doveva essere il campione della Controriforma. Ovunque le sue truppe avrebbero dovuto portare la fede cattolica e la potenza del Regno di Spagna; > la difesa del Cattolicesimo contro ogni eresia. Il suo obiettivo fu la lotta contro i Turchi, ma anche contro i Protestanti e gli Ebrei, che furono cacciati dal Regno o sterminati; > l’affermazione del proprio potere assoluto: non esitò a mettersi anche contro il papa per difendere gli interessi spagnoli e all’interno del Regno contrastò il potere dei nobili. FISSA IL CONCETTO Con la pace di CateauCambrésis a Filippo II, figlio di Carlo V, vanno: - Spagna possedimenti italiani Paesi Bassi colonie d’America; a Ferdinando, fratello di Carlo V, la reggenza dell’Impero. Inizia la decad decadenza della Spagna Tuttavia, negli ultimi anni del Cinquecento iniziò la lenta decadenza della Spagna. Le attività produttive erano disprezzate dalla nobiltà di campagna e quando i validi mercanti ebrei e i laboriosi moriscos, discendenti degli Arabi, furono scacciati, l’economia fu colpita in modo irreparabile. L’oro affluiva dalle colonie, ma non si fermava nel paese: serviva per acquistare manufatti genovesi e olandesi e finiva per finanziare le economie di quegli Stati. I possedimenti europei, come i Paesi Bassi e l’Italia, erano terre molto ricche, ma la politica accentratrice di Filippo II, che si serviva solo di funzionari spagnoli, senza rispetto delle realtà locali, finì per inimicargli le popolazioni; anche le colonie sarebbero potute essere una grande fonte di ricchezza, ma non con lo sfruttamento selvaggio che veniva praticato. Due fallimenti concreti accelerarono il declino spagnolo: l’indipendenza dell’Olanda e il rafforzamento della potenza inglese. FISSA IL CONCETTO Le cause della decadenza spagnola sono: - l’eccessivo accentramento del potere del re. - la mancanza di un ceto medio produttivo e la presenza di una nobiltà sfaccendata. Filippo II ritratto dal grande Tiziano, dimostrazione del prestigio di cui godeva l’artista italiano. 56 56 PA R T E 1 I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A L’Olanda si ren rende indipendente dalla Spagna I Paesi Bassi (gli attuali Belgio e Olanda) erano formati da 17 province, ciascuna guidata da un governatore. Carlo V ottenne sempre grande appoggio da queste ricche terre, poiché accordava loro grande autonomia sia politica sia religiosa. Filippo II invece volle imporre anche ai Paesi Bassi l’Inquisizione di Spagna e la rigida applicazione dei decreti del Concilio di Trento. Ma i Paesi Bassi rifiutarono di accettare queste imposizioni venute dalla lontana Spagna. La risposta del re era scontata: l’invio di truppe. Il risultato fu la divisione dei Paesi Bassi: 10 province del Sud infatti (l’attuale Belgio) accettarono di sottomettersi, mentre le 7 province del Nord, tra cui l’Olanda, la Zelanda, l’Utrecht, si distaccarono, fondando la Repubblica delle Province Unite. Essa divenne ben presto il simbolo della libertà di pensiero e di religione, rifugio per Ebrei, Ugonotti francesi e dissenzienti inglesi. CAUSA EFFETTO I Paesi Bassi si rifiutano di applicare i decreti del Concilio di Trento Invasione da parte delle truppe di Filippo II Divisione dei Paesi Bassi: - 10 province (attuale Belgio) si sottomettono; - 7 province del Nord si staccano formando la Repubblica delle Province Unite (attuale Olanda) 4 LL’età elisabettiana in Inghilterra La potenza inglese L ing si rafforza Filippo II nutriva delle pretese anche sul trono d’Inghilterra: egli aveva infatti sposato Maria Tudor, detta “la Cattolica”, figlia di Enrico VIII, il re responsabile della Riforma anglicana, e di Caterina d’Aragona. Maria regnò dal 1553 al 1558. Durante questi cinque anni Maria si fece detestare dalla maggioranza del popolo per l’intolleranza verso i protestanti, contro i quali condusse delle persecuzioni che ne portarono molti in prigione e anche sul rogo: per questo fu soprannominata anche “Maria la Sanguinaria”. Gli inglesi temevano anche che, avendo sposato Filippo II di Spagna, potesse consegnare il loro paese nelle sue mani. Le succedette la sorella Elisabetta, figlia di Anna Bolena, per un periodo così lungo (1558-1603) e importante nella storia d’Inghilterra che il tempo del suo regno fu definito era elisabettiana. Quando Elisabetta salì al trono (aveva 25 anni) l’Inghilterra aveva gravi problemi economici. E correva il rischio di essere dilaniata da una guerra di religione. Una donna intelligente int e colta Ma la regina era una donna dotata di grandissima intelligenza e fece la fortuna del suo paese. Il popolo l’amò e la seguì e il suo regno segnò per l’Inghilterra un periodo di grande benessere economico e di raffinata civiltà. La regina diede infatti impulso alle attività artigianali e manifatturiere e di conseguenza all’economia del paese: furono potenziati l’allevamento degli ovini e di conseguenza la produzione di lana, rafforzando l’industria tessile, che in futuro avrebbe rappresentato una delle fonti di ricchezza dell’Inghilterra. Sotto il regno di Elisabetta I il paese conobbe anche un grande sviluppo culturale. Sia la letteratura sia l’architettura, influenzata da quella italiana e fiamminga, conobbero un periodo di grande splendore, a tal punto da essere paragonato al Rinascimento italiano. C o n f l i t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i n e l ’5 0 0 Veduta di Londra all’inizio del 1600. Cornelius de Vissdher (1520-1586). Unità 3 57 Elisabetta rafforza raf la Monarchia FISSA IL CONCETTO In politica interna Elisabetta rafforza la Camera dei Comuni ma prende le decisioni personalmente, aiutata dal suo Consiglio privato. In politica interna Elisabetta rafforzò il potere della Monarchia: tutte le decisioni erano prese personalmente dalla regina assistita dal suo Consiglio privato. La Camera dei Comuni fu rafforzata rispetto a quella dei Lord: i rappresentanti dell’alto clero (lord ecclesiastici) divennero una minoranza. Il Parlamento, anche se fu convocato solo tredici volte in 44 anni, ospitò dibattiti su problemi di interesse comune, come la criminalità. Si discuteva di temi che in nessun altro paese europeo venivano presi in considerazione. L’Inghilterra ssi avvia a diventare la maggiore potenza navale europea La prova più importante della sua grandezza Elisabetta I la diede forse in politica estera. La sovrana non ebbe timore di contrastare la potenza navale spagnola per fare del proprio paese il dominatore dei commerci marittimi. Fu lei a preparare le solide basi che secoli dopo avrebbero permesso alla Gran Bretagna di edificare uno dei più vasti imperi della Storia. Per raggiungere il proprio scopo non esitò a ricorrere anche all’aiuto dei corsari che dovevano, in nome dell’Inghilterra, intercettare e depredare le navi spagnole che trasportavano metalli preziosi dalle colonie americane. Corsari e pirati Il termine “pirata” deriva dal greco peiran che significa “assalire”; i pirati erano infatti coloro che andavano per mare con lo scopo di assaltare le navi che incontravano. Le loro imbarcazioni erano prive di bandiera e, quando volevano spaventare le potenziali vittime, ne issavano alcune, tra cui quella più conosciuta era nera con un grande teschio bianco in mezzo. Essendo un ladro di mare, il pirata era ricercato da tutte le nazioni. La parola “corsaro”, invece, deriva da “corsa” e si riferisce ad avventurieri autorizzati dal proprio Stato ad assalire le navi degli altri paesi, allo scopo di danneggiarne il commercio. Il corsaro, quindi, svolgeva una professione per conto del sovrano, il quale, in cambio di parte del bottino, gli consegnava la “lettera di corsa”, con cui lo autorizzava a “correre sul nemico”. Uno dei corsari più importanti fu l’inglese Francis Drake, il quale, su incarico della regina Elisabetta I, attaccava le imbarcazioni spagnole cariche d’oro e d’argento, di ritorno dalle Americhe; in questo modo divenne ricchissimo. Successivamente sedette anche in Parlamento. 58 58 I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A Una politica re religiosa conciliante Sul terreno della religione, Elisabetta, pur affermando il ritorno al protestantesimo e la sua obbedienza alla Chiesa anglicana, adottò una linea di mediazione, rifiutando sia la Controriforma cattolica sia le idee protestanti più radicali dei Puritani, verso i quali fu tollerante, purché officiassero i loro riti in privato: appoggiò i ribelli olandesi e gli Ugonotti francesi. Proibì il Cattolicesimo perché temeva la cattolica Spagna e gli intrighi di Roma che, dopo la morte di Maria la Cattolica, cercava l’alleanza con gli Stuart, i re cattolici scozzesi. Scoppia la gue guerra tra Spagna e Inghilterra C’erano tutti i presupposti perché il contrasto tra l’Inghilterra e la Spagna sfociasse in una guerra. L’occasione fu la condanna a morte della regina di Scozia Maria Stuart, fervente cattolica, che si era fatta coinvolgere in una congiura contro Elisabetta I: era una sfida aperta all’intera Europa cattolica. Filippo II allestì una grande flotta, chiamata l’Invincibile Armata: 160 navi, 2.640 cannoni e oltre 30.000 soldati. Ma le navi inglesi, anche se in numero minore, erano più agili, ed evitarono la tattica dell’arrembaggio, cioè l’avvicinamento delle navi e il combattimento corpo a corpo; essendo dotate di un’artiglieria più potente, attaccarono da lontano con micidiali bordate di cannone. Infine riuscirono a sfruttare l’aiuto di una forte, improvvisa tempesta che disperse al largo delle coste inglesi una parte delle navi spagnole. Più della metà dei galeoni spagnoli furono affondati dalle artiglierie inglesi e dalle tempeste, che durarono alcuni giorni, e lo sbarco non venne neppure tentato. Era il 1588. La Spagna perdeva anche il predominio navale, mentre l’Inghilterra diventava la nuova dominatrice dei mari. Le navi del dipinto alle spalle della regina sono di ritorno dalla vittoria sulla flotta spagnola rappresentata nel quadro a destra. Il volto è molto pallido, quasi bianco, per esaltare la purezza della “regina vergine”. Elisabetta I, infatti, non prese mai marito. La ricchezza degli abiti e lo splendore dei gioielli hanno il compito di affermare la ricchezza dell’Inghilterra tutta. Il ritratto della regina, come quello di Carlo V, vuole ricordare che il potere di Elisabetta si estende sull’intero Globo terrestre. Elisabetta I d’Inghilterra in un ritratto del pittore inglese George Gower (1588 circa). Unità 3 59 5 L’espansione dell’Impero Ottomano I Turchi sono a alle porte di Vienna FISSA IL CONCETTO Nel 1481, alla morte del suo fondatore, Maometto II il Conquistatore, l’Impero Ottomano aveva già saldamente messo un piede in Europa: sull’onda della caduta di Bisanzio, infatti, la penisola balcanica, salvo alcuni possedimenti di Venezia, era finita nelle mani dei Turchi. I successori ampliarono le conquiste in Asia, in Egitto e in Africa. La direttrice di marcia verso l’Europa fu ripresa da Solimano I il Magnifico, grande avversario di Carlo V: nel 1526 egli entrava nella pianura ungherese, alla testa di 100.000 uomini. Il papa lanciò un appello a tutti i principi cristiani, ma non trovò alleati: non aderirono infatti né Francesco I, re di Francia, né l’imperatore Carlo V, che, pur essendo direttamente interessato dall’attacco trovò l’opposizione dei principi protestanti. Il re ungherese, lasciato solo, nella battaglia di Mohàcs fu sopraffatto e perse la vita. Tutto il mondo danubiano era perduto e le truppe turche giunsero quasi a Vienna (1529), dove furono infine arginate dagli Asburgo. Nel Mediterraneo furono invece Veneziani e Spagnoli a sostenere l’urto degli Ottomani, mentre la Francia, nel 1535, stringeva con Solimano un patto commerciale che nascondeva una vera alleanza politica. La Francia cattolica, dunque, con una politica imprevedibile e apparentemente incomprensibile, strinse un patto con gli “eretici”, i Musulmani. Freddamente, si ragionava sulla base dei rapporti di potenza: l’Impero era il nemico e i Turchi potevano diventare preziosi alleati. La Francia si allea con i Turchi per cercare di sconfiggere l’Impero. L’espansione dell’Impero Ottomano sotto Solimano il Magnifico. Vienna C (1529) arpazi Buda Venezia Mohàcs 1526 Bosnia Belgrado Serbia Biserta 1574 Lepanto 1571 Khanato di Crimea Kaffa 1475 Cauca Mar Nero Costantinopoli 1453 so Mar Caspio Trebisonda 1461 Rodi Siria Creta 1522 Malta Cipro 1516 Mar Mediterraneo Baghdad (1534) Iraq Egitto 1517 Espansione ottomana Prima di Solimano I il Magnifico Solimano I, detto il Magnifico, in un dipinto del XVI secolo. 62 62 PA R T E 1 1520-66 (Solimano I il Magnifico) Massima estensione Stati vassalli Battaglie Mar Rosso Gidda La Mecca Sawakin Massaua Aden Nella battaglia di Lepanto la flotta turca è distrutta Mentre veniva attaccata l’isola veneziana di Cipro e Malta era eroicamente difesa da La Valette (al cui nome è titolata l’attuale capitale), papa Pio V invitava le potenze cristiane a una nuova Lega Santa, a cui aderirono Spagna, Venezia, Genova e il Ducato di Savoia. La flotta, forte soprattutto delle potenti galeazze venete, affrontò quella turca nelle acque di Lepanto, il 7 ottobre del 1571. Fu una battaglia estremamente violenta, alla fine della quale la flotta turca fu distrutta. Tuttavia si trattò di una vittoria non decisiva: Venezia infatti era interessata ai mercati orientali e accettò la perdita di Cipro in cambio di una pace con i Turchi, che avrebbe garantito i suoi commerci. 6 LL’economia nell’Europa del Cinquecento Si compie una rivoluzione economica S Nel corso dell’ultima parte del ’400 e nel ’500, insieme con la rivoluzione religiosa e culturale, si compì una vera e propria rivoluzione economica, che stravolse i sistemi medievali della produzione e della distribuzione dei guadagni. Infatti, proprio con il Rinascimento, secondo alcuni storici, nacque il capitalismo. Si rafforzò progressivamente in Europa la figura del mercante-imprenditore, che non solo organizzava i propri commerci, ma possedeva anche i macchinari necessari per produrre i manufatti. Portando avanti due attività, egli aumentava quindi il proprio profitto, che investiva in commerci sempre più ampi e che richiedevano a volte l’impegno di grossi capitali, ma molto remunerativi. In una situazione di questo genere, le banche assunsero dimensioni e importanza enormi, anche perché diventarono indispensabili nel sostenere le guerre di conquista dei sovrani, che si rivolgevano a loro, dipendendo spesso dai loro prestiti. F I S S A L A DATA B Battaglia li di L Lepanto: 1571 1571. la Lega Santa sconfigge i Turchi. GLOSSARIO Galeazza Nave da guerra a remi e a vela, agile e veloce, usata dal Medioevo fino al XVIII secolo. Capitalismo Sistema economico, che si basa sull’accumulo di capitali (soldi) da parte di privati, i quali poi li investono in attività produttive. Una nave della Compagnia delle Indie orientali in un dipinto del sec. XVII. C o n f l i t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i n e l ’5 0 0 Unità 3 63 Si sviluppa il ccommercio sulle grandi distanze Il capitalismo si sviluppò anche grazie all’incremento del commercio a grandi distanze, al lusso delle corti rinascimentali (che richiedevano sempre più beni di consumo) e al crescere delle popolazioni urbane (che facevano lievitare la domanda di prodotti). Esso, soprattutto, ricevette grande impulso dall’apertura delle vie mercantili attraverso l’Oceano Atlantico (atlantizzazione), dove si spostò l’asse commerciale, non più incentrato sul Mediterraneo; non a caso, alla fine del XVI secolo, Venezia iniziò un lentissimo declino, mentre Lisbona divenne il principale mercato delle spezie. Ricevettero grande impulso tutti i porti atlantici, come Siviglia (dove giungevano dalle Americhe grandi quantità di metalli preziosi), Anversa e, più tardi, Amsterdam e Londra. Il rialzo dei pr prezzi produce serie conseguenze GLOSSARIO Inflazione Rialzo dei prezzi e, di conseguenza, diminuzione del potere d’acquisto del denaro. CAUSA Nel Cinquecento, dunque, l’economia europea sembrava in ripresa: aumentarono sia la produzione agricola sia quella artigianale e manifatturiera, che cominciò a essere svolta non più solo in casa, ma in piccole fabbriche dotate di semplici macchine. Tuttavia, contemporaneamente, si ebbe anche un rialzo dei prezzi, che ebbe serie conseguenze. Le cause sono diverse e complesse: > la costante crescita demografica determinò l’aumento della domanda di prodotti alimentari e di consumo in genere (per cui, se la domanda supera l’offerta, i prezzi salgono); > l’arrivo dalle Americhe di ingenti quantità d’oro e d’argento provocò la svalutazione della moneta presente che, valendo di meno, determinò l’aumento dei prezzi, ovvero l’inflazione. EFFETTO Aumenta l’importanza del mercante-imprenditore Aumento dell’importanza delle banche Crescita della popolazione nelle città Lusso delle corti Crescita di commerci a grandi distanze NASCE IL CAPITALISMO Flotta di caracche portoghesi risale il Tago diretta a Lisbona. Dipinto del XVI secolo. 64 6 4 I N I Z I A L’ E TÀ M O D E R N A La proprietà terriera t riacquista valore Con la perdita di valore della moneta, i proprietari terrieri rischiavano la rovina, poiché ricevevano, per il pagamento degli affitti dei terreni, canoni fissi divenuti inadeguati. Essi, pertanto, ottennero l’applicazione dei diritti feudali, che ufficialmente non erano mai stati aboliti, e pretesero di legare i canoni all’andamento dei prezzi. Ma questo mise in ginocchio i contadini; d’altra parte tutti i ceti che vivevano di redditi fissi in genere furono penalizzati, poiché i salari non riuscivano a stare al passo con l’aumento dei prezzi. La proprietà terriera riacquistò dunque valore, soprattutto verso la fine del secolo, in quanto unico bene non esposto ai pericoli dell’inflazione. In questo modo aumentò ovunque lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza, sempre più a favore dei grandi proprietari e dei ricchi borghesi, mentre più della metà delle tasse erano pagate dai soli contadini. CAUSA EFFETTO La moneta perde valore a causa dell’aumento della quantità di oro e argento disponibile Inflazione Le persone con un reddito fisso diventano più povere, sono colpiti soprattutto i contadini In Inghilterra si rafforzano i ceti intermedi L’eccezione positiva, in Europa occidentale, fu rappresentata dall’Inghilterra dove, nel XVI secolo, si rafforzò o si formò una classe media fra la grande nobiltà e il popolo: i più intraprendenti e capaci tra i piccoli proprietari e fra i nobili meno ricchi riuscirono a trarre vantaggio dalla ridistribuzione che lo Stato fece delle proprietà ecclesiastiche cattoliche (attuata dopo la Riforma), dalla crisi di alcuni aristocratici incapaci di controllare le proprie spese e dall’indebitamento di piccoli proprietari terrieri poco avveduti. Il Cinquecento, dunque, nonostante i grandi progressi economici fatti registrare, si chiuse con alcune “ombre”, che preannunciavano la crisi che avrebbe investito molta parte dell’Europa nel secolo successivo. Le nozze dei contadini di Pieter Bruegel il Vecchio (1565-68). Il mercato sulla piazza principale di Anversa, dedicato in parte al commercio di vesti e tessuti. Anversa divenne, nella prima metà del XV secolo, la prima piazza commerciale d’Europa. Decadde però abbastanza rapidamente e già alla fine del XVI secolo i suoi abitanti si erano ridotti a meno di un terzo rispetto al periodo di maggiore fortuna. 65