Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Calabria RELAZIONE DI SINTESI SULL’ATTIVITA’ DEGLI ENTI STRUMENTALI DELLA REGIONE CALABRIA -Biennio 2004/2005 MAGISTRATO RELATORE CONSIGLIERE GIUSEPPE GINESTRA Adunanza del 24 novembre 2006 1 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Magistrato relatore: Consigliere Giuseppe GINESTRA Funzionari: Rag.Michele PAPANDREA e D.ssa Stefania BONAIUTO 2 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 INDICE I. PARTE GENERALE pag. 1. Premessa 2 2. Quadro generale 7 II. PARTE SPECIALE AFOR 13 ATERP 32 ARDIS 53 ARPACAL 67 ARSSA 82 AZIENDA CALABRIA LAVORO 87 AZIENDE DI PROMOZIONE TURISTICA 3 89 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 III. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 90 ENTI STRUMENTALI SECONDO REFERTO I PARTE GENERALE 1. Premessa introduttiva 1.1. Sull’attività degli Enti “strumentali” della Regione Calabria, questa Sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha avviato, nell’anno 2004, una specifica indagine, le cui primigenie risultanze hanno dato luogo, com’è noto, ad un primo referto parziale, reso pubblico nell’Adunanza del 13 maggio 20051. La notevole ampiezza e la considerevole consistenza della materia interessata dall’indagine, nonché l’articolato quanto complesso quadro delle problematiche fin dall’inizio emerse politico/istituzionale (e sul che hanno punto, subito rivelatosi, prodotto il all’evidenza, risveglio un del importante dibattito “nervo scoperto” dell’Ente Regione), avevano indotto la Sezione a preannunciare, fin dalla citata Adunanza, la necessità della prosecuzione e completamento dell’indagine medesima, che è stata inserita, infatti, nell’ambito del programma di controllo per l’anno 2006 2 e che, alfine, con il presente secondo referto, giunge all’approdo finale. Ciò premesso, in questa prima parte introduttiva va sottolineato un significativo dato positivo, cioè il fatto che finalmente la Regione abbia, per così dire, “battuto un colpo”, mostrando di avere avviato l’inizio di un percorso che si spera (e 1 2 V. Deliberazione n. 10 in pari data. V. Deliberazione n. 27/05 del 25 novembre 2005. 4 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 la Sezione vigilerà in tal senso) virtuoso (quanto - devesi peraltro annotaredoveroso per dettato normativo : v. “le misure conseguenziali” prescritte dall’art. 3, sesto comma, della legge 14 gennaio 1994, n. 20), in correlazione sia alle pregresse osservazioni, sia a quelle rassegnate già in itinere (cioè nel corso stesso della presente istruttoria svolta “sul campo” da questo Giudice3) nonché, infine, a quelle conclusive e di cui melius nelle considerazioni riassuntive del presente referto. Invero, con la recente legge regionale 21 agosto, n.74, avente ad oggetto il “provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario” (ovvero il collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2006, ai sensi dell’art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002), è stato, tra l’altro, disposto (art. 26) che per consentire la riorganizzazione secondo criteri di efficienza, razionalità e trasparenza degli Enti, la Giunta regionale, in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 54, comma 2, dello Statuto regionale, debba predisporre, assieme ad uno specifico piano di razionalizzazione delle partecipazioni della Regione medesima in enti e società, una proposta di riforma complessiva degli enti strumentali e delle società partecipate, con particolare riferimento ad AFOR, ARSSA, ATERP e FINCALABRA S.p.A. Infine, nella seduta del 21 settembre 2006, il Consiglio Regionale5 ha approvato l’Aggiornamento del Programma di governo presentato dal Presidente della Giunta Regionale, ai sensi del combinato disposto degli artt. 16, comma 2, lettera a) e 33, comma 4, dello Statuto regionale. Il documento dell’Esecutivo regionale contiene alcuni specifici punti programmatici concernenti il “destino delle società regionali o partecipate e degli enti strumentali”, inseriti in un testuale quadro di riferimento basato sugli elementi di informazione e di analisi forniti con la citata prima Relazione in subjecta materia. Infatti, siccome accennato, già in tale occasione la Sezione aveva fatto presente come, proprio dalla constatazione della pregnanza economica, finanziaria e occupazionale assunta dagli Enti dipendenti dalla Regione (Enti strumentali latu sensu, Aziende, Agenzie, ect., e correlata galassia delle partecipazioni societarie varie), fosse scaturita la decisione di svolgere un monitoraggio, dapprima 3 L’istruttoria di questa seconda tranche (non meno complessa e laboriosa della precedente) non solo si è avvalsa, ai fini del referto finale, della notevole mole di atti e documenti vari (bilanci preventivi, rendiconti, relazioni, provvedimenti, etc.) acquisiti e presso l’Amministrazione regionale e presso ciascuno degli Enti interessati, ma si è snodata, nel corso dell’anno corrente, attraverso lo svolgimento di n. 35 audizioni, nel cui ambito sono stati sentiti gli Assessori regionali al ramo e i relativi Direttori generali dei Dipartimenti competenti, tutti gli Organi deliberativi, amministrativi e di controllo (interno) di ciascun Ente, nonché, si è avvalsa, infine, dei dati raccolti mediante specifici questionari appositamente predisposti dalla Sezione per ciascuno degli enti monitorati. In data 23 maggio 2006, si è pure svolta un’audizione generale, iniziativa (concordata con il Segretario Generale della Giunta regionale), che ha consentito di fare un primo punto generale della situazione, ma, soprattutto, rappresentato un utile momento di confronto, esemplificativo di un modus operandi in funzione collaborativa cui sarebbe opportuno ricorrere in via metodologica anche in futuro. 4 Pubblicata sul BUR (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) del 28 agosto 2006 (Supplemento Straordinario n.3 al n. 15 del 16 agosto 2006). 5 Con Deliberazione n.89 in pari data, VIII Legislatura, 23^ seduta (Estratto del processo verbale). 5 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 limitatamente al triennio 2001-2003 e ora aggiornato fino al 2005, mirato allo scopo di comprendere l’utilità effettiva dell’operato degli enti in rassegna e, dunque, la permanenza o meno delle ragioni giustificatrici della loro stessa sussistenza: in altre parole, le ragioni della “attualità” o meno degli organismi in esame (o in ogni caso della loro vigente conformazione strutturale), nel più ampio panorama istituzionale dell’Ente Regione e alla luce del contesto socioeconomico di riferimento (la realtà calabrese). Ragioni e valutazioni da consegnare, quindi, alla Regione medesima come elementi obiettivi di proficua riflessione, avuto riguardo al principio del buon andamento dell’azione amministrativa, sancito dall’art. 97 della Carta costituzionale e cui ogni gestore pubblico ha l’obbligo di conformarsi. Più precisamente, ai fini dell’esercizio della funzione legislativa e di controllo politico spettante all’Assemblea elettiva regionale, gli elementi di giudizio e valutazione forniti dalla Sezione regionale costituiscono – nello svolgimento del controllo sulla gestione delle pubbliche amministrazioni operanti nell’ambito del territorio regionale (spettante esclusivamente alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti: art. 7, commi 7 ss. legge n. 131 del 2003) - un fattivo (se doverosamente e adeguatamente recepito) contributo all’elaborazione di linee programmatiche e di indirizzo, nonchè, sul piano delle scelte operative (gestionali) proprie dell’Esecutivo regionale, alla ponderata individuazione delle modalità di attuazione delle politiche pubbliche regionali nella materia. In un siffatto contesto, si inserisce, dunque, il dato positivo costituito dall’avvio del processo di riforma degli enti de quibus e che va letto, altresì, come significativa esemplificazione della ratio della funzione di controllo sulla gestione esercitato in chiave collaborativa da questa Corte territoriale. Ed è esattamente in tal senso, alfine, che l’evoluzione sul campo per ben due anni della presente indagine (e con riferimento ad un significativo arco temporale, il quinquennio 2001-2005, con punte di aggiornamento anche all’anno in corso) ha consentito di poter registrare i segnali di una fattiva collaborazione Sezione di controllo/Giunta regionale/Enti monitorati, foriera, è l’auspicio, di proficui sviluppi ulteriori sul piano dei rapporti prefigurati dal legislatore e di cui, analiticamente, alla più volte citata legge n.131/2003. 1.2. Com’è noto, gli “enti pubblici strumentali” sono, da tempo, sia a livello nazionale che periferico, al centro di analisi e dibattiti per il loro ruolo nel processo di modernizzazione e miglioramento gestionale del sistema pubblico e, in particolare, di quello delle autonomie territoriali. I cosiddetti “Enti strumentali regionali”, in alcuni casi costituiti nella forma giuridica di Enti pubblici (Aziende, Agenzie,etc.) e, in altri, società a partecipazione 6 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 maggioritaria pubblica, costituiscono dei veri e propri "bracci operativi" (strumenti di azione) dell’Ente Regione. Nello specifico della Regione Calabria, le forme giuridiche e le modalità gestionali finora utilizzate, rispettivamente, per la costituzione e il funzionamento degli organismi in parola, non hanno comportato, però, né il conseguimento di congrui livelli di autonomia e flessibilità tali da consentire il raggiungimento di risultati di gestione positivi (e dare ragione, così, del giustificato ricorso ad essi quali strumenti operativi snelli e idonei a favorire il processo di miglioramento del sistema pubblico), né, per altro paradossale verso, il rafforzamento degli strumenti di programmazione, indirizzo e controllo che sono propri della Regione. Una solida ed efficiente governance non è necessaria soltanto al singolo organismo strumentale, ma all’intero sistema (governance di gruppo). Allo stato, l’annotazione critica principale concerne la carenza di una politica di programmazione, sia complessiva sia riferita ai singoli enti (in disparte alcune importanti recenti iniziative di settore -su cui infra- che fanno ben sperare circa l’inizio di una corretta inversione di tendenza), laddove, di converso, si deve registrare la costante negativa degli interventi “tampone”, insomma della politica dell’emergenza. Inconsistente permane la struttura di programmazione regionale, sia in termini di risorse umane impegnate sia con riguardo ad apparati normativi e procedurali e a sedi certe di riferimento. E ciò assume valenza particolare in una regione come la Calabria dove la formazione della decisione è parcellizzata in una miriade di istituzioni, enti ed organizzazioni non sempre coordinati tra loro e, soprattutto, privi di un solido quadro strategico generale di riferimento che possa consentire, attraverso una costante azione di monitoraggio, di intervenire tempestivamente con gli eventuali correttivi necessari, mirati all’individuazione ed eliminazione di inefficienze e sprechi di varia natura. Insufficiente si manifesta, evidentemente, anche l’esercizio delle funzioni di vigilanza/controllo sui singoli organismi, compreso il potere-dovere di sindacato intestato al massimo organo deliberativo, il Consiglio regionale, avuto riguardo, volendo fornire un indicativo e concreto esempio, all’esigenza di assicurare il tempestivo ed efficace esame dei bilanci/rendiconti degli enti cui pure tante risorse del bilancio regionale (ma non solo) sono invero destinate. 1.3. A questo punto, riassuntivamente, emerge: - in primo luogo, la necessità dell’adozione di linee programmatiche che supportino la oculata individuazione delle risorse finanziarie necessarie per il 7 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 funzionamento degli enti ed una più opportuna articolazione delle relative fonti di reperimento (verifica della capacità/possibilità di autofinanziamento, ad es.) ; - inoltre, l’urgenza di colmare il deficit di conoscenza (attraverso la circolarità della comunicazione interistituzionale, ad es.) al fine di acquisire adeguata consapevolezza in ordine alla spendita, in un quadro certo di legalità e trasparenza, delle risorse finanziarie medesime nel rispetto dell’essenziale principio costituzionale del buon andamento e dei suoi canoni applicativi (economicità, efficacia, efficienza)6. Ed è solo mettendo a sistema funzioni e risorse di tutte le varie tipologie di autonomie strutturali e funzionali (presenti e in fieri) che, invero, si potranno perseguire risultati positivi di rilievo e, infine, si potrà conseguentemente tentare di pervenire all’obiettivo, assoluto e prevalente, di coniugare qualità dei servizi e ottimizzazione della spesa. Ed è altrettanto chiaro come solo dopo che saranno state esattamente individuate le criticità attuali si potrà utilmente procedere a: 1. definire principi e regole di buona governance degli enti regionali e cui quelli già esistenti e ancora mantenuti dovrebbero immediatamente allinearsi; 2. orientare l’Amministrazione regionale nella scelta dell’assetto giuridico, strutturale e funzionale ottimale per gli organismi di futura costituzione, evidenziandone specificità, vantaggi e limiti; 3. definire alfine il rapporto tra la Regione e gli organismi strumentali vari interessati, attraverso l’adozione anche per via regolamentare di uno schema di disciplinare base. Si tratta di un processo che dovrà passare attraverso la revisione ed armonica implementazione dei seguenti elementi strutturali e di funzionamento: leggi istitutive razionalizzazione e regolamenti dell’impianto applicativi: normativo attraverso rinnovazione un’analisi e degli impatti del nuovo Statuto e delle principali norme regionali; struttura strategiche organizzativa e dei e procedimenti: programmi operativi integrazione degli enti; delle raccordo linee tra programmazione finanziaria e programmazione strategica; adeguamento ai principi e sistemi contabili della Regione; 6 Com’è noto, suol dirsi efficienza il rapporto tra il risultato dell'azione organizzativa (output) e la quantità di risorse impiegate (input) per conseguirlo; efficacia il rapporto tra ciò che si è effettivamente realizzato e ciò che si sarebbe dovuto realizzare (in base ad un piano, un programma, alle istanze dell’utenza, ect..); infine, l’economicità è quel requisito che connota il comportamento (l’azione) tendente al massimo risultato entro i limiti di una data disponibilità di mezzi. 8 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 sistemi di gestione: passaggio dalle logiche di finanziamento/contributo alle logiche di budget e connessi meccanismi di premialità; sistemi di controllo: attivazione del sistema integrato dei controlli interni e, in particolare, del controllo di gestione e di quello strategico, per verificare la congruità dell’azione amministrativa (assolutamente inadeguati i risultati prodotti finora dai vari “Nuclei di valutazione”, laddove istituiti); ottimizzazione delle risorse impiegate anche con tempestivi interventi di correzione in itinere del rapporto tra costi e risultati; adozione di una direttiva regionale per la valutazione del management pubblico7. 2. QUADRO GENERALE L’indagine complessiva ha mirato alla conoscenza dell’attività che la Regione Calabria ha svolto a mezzo (e nei confronti) dei seguenti Enti strumentali: l’AFOR – forestazione- l’ARSSA - settore agricolo-, l’ARPACAL - settore ambientale-, le Aziende di promozione turistica (APT) -settore turistico-, le ATERP - settore dell’edilizia residenziale pubblica-, , le Aziende per il Diritto allo studio – ARDIS settore scolastico superiore, e, infine, l’Azienda Calabria Lavoro – settore dell’occupazione. La Regione ha sostenuto pagamenti8, nel corso del biennio 2004-2005, per oltre 417 milioni di euro complessivi (215 Meuro nel 2004 - 212 Meuro nel 2005),9 corrispondenti al 4,78% per il 2004 e al 4,865 % per il 2005 delle proprie spese (pagamenti totali) per fare fronte alla gestione dei soli Enti strumentali (tabella seguente). ENTI ANNO 2005 ANNO 2004 ARSSA 1,02% 1,08% ARDIS 0,09% 0,29% AFOR 3,37% 3,13% 7 Con l'espressione "public manager" si suole indicare il modello emergente (ma che stenta ancora ad “emergere” purtroppo) di un dirigente pubblico chiamato ad operare e ad essere valutato secondo logiche e parametri non più soltanto legali e/o burocratici, ma anche (e soprattutto) di efficienza-efficaciaeconomicità (v. nota che precede). Ovviamente, va tenuta presente la non sovrapponibilità completa con il management privato che svolge un'attività esclusivamente governata dall'economia di mercato, mentre quello pubblico conduce un'attività pur sempre regolata e finalizzata al perseguimento dell'interesse pubblico. 8 I dati utilizzati sono quelli comunicati con nota n 2383 del 26 maggio 2006 dal Dipartimento economia della Regione Calabria. Nel corso del precedente triennio 2001-2003 la Regione aveva destinato, in termini di impegni, oltre 619 milioni di euro complessivi (159 Meuro nel 2001 - 214 Meuro nel 2002 e 246 Meuro nel 2003), devolvendo, in media, circa il 4,4% annuo delle proprie spese (impegni) per la gestione degli Enti strumentali monitorati. 9 9 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ATERP 0,04% 0,01% ARPACAL 0,24% 0,23% APT CZ AZIENDA CALABRIA LAVORO 0,02% 0,03% 0,02% 0,02% Si rileva che tali trasferimenti presentano un trend che peraltro si manifesta costante nell’arco di tutto l’ultimo quinquennio, attestandosi, mediamente, su valori pari al 4,8% degli impegni di spesa regionale complessivi. Questi dati, tuttavia, diventano maggiormente significativi ove si consideri che oltre il 58,8 % delle risorse del bilancio della Regione Calabria è mediamente assorbito dalla sanità (il 55,3% nel corso del 2004 e il 62,3% nel 2005), cosicché l’ incidenza dei pagamenti relativi agli enti strumentali sulla porzione di bilancio non vincolata strettamente alla copertura delle spese su menzionate raggiunge il valore dell’8% nel corso del 2004 e del 7,5% nel corso del 2005. A tale proposito, deve sottolinearsi che le differenze di valore relativo rispetto ai precedenti periodi monitorati sono da imputarsi al sempre maggior peso assunto dagli esborsi per la sanità. Ritenendo, inoltre, che le erogazioni a favore degli Enti strumentali, ossia degli enti che operano per lo sviluppo economico, che promuovono l’istruzione, la formazione e il lavoro, rappresentano un investimento per la realtà calabrese, si è ritenuto utile effettuare una comparazione tra i conferimenti complessivi agli enti strumentali e le spese complessive (pagamenti) in conto capitale effettuate dalla Regione. Da questa seconda analisi emerge che l’incidenza sul bilancio regionale delle somme trasferite agli Enti in termini di pagamenti, in linea con il trend evidenziato nella precedente relazione, è di rilevante entità, ed è pari al 23% nel 2004 e al 26% nell’esercizio 2005. Ove le valutazioni vengano effettuate tenendo presente la destinazione ulteriore dei trasferimenti ricevuti dagli Enti, si può precisare che, ad esempio, i trasferimenti alle ARDIS sono generalmente costituiti da concessione di contributi erogati per la borse di studio e per prestiti d’onore, e quindi costituiscono trasferimenti di parte corrente. Di fatto, meno del 20% dei trasferimenti effettuati dalla Regione Calabria ai propri Enti strumentali sono relativi a spese in conto capitale, e la maggior parte dei trasferimenti in conto capitale sono stati destinati all’ARPACAL ( meglio nella Parte Speciale del referto). Invece, l’analisi condotta con riferimento al complesso delle somme erogate dalla Regione, a prescindere dalla distinzione tra spesa corrente e 10 spesa in conto Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 capitale, ha consentito di verificare una diversa distribuzione (articolazione) tra i vari Enti ( Aziende e/o Agenzie). E’ emerso, infatti (v. grafici seguenti), che gran parte dei trasferimenti è assorbito dall’Azienda forestale regionale AFOR (mediamente nel biennio il 67,4% dei trasferimenti regionali), seguita dall’ Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura –ARSSA- (mediamente il 22%circa) e dall’ARPACAL (mediamente il 4,8%), mentre i trasferimenti erogati alle ARDIS (sempre in termini di pagamenti) hanno subito una drastica riduzione. Difatti, nel corso del 2004 la Regione aveva destinato alle ARDIS il 6,1% dei trasferimenti globalmente effettuati ai propri enti strumentali, mentre nel corso del 2005 l’Amministrazione regionale ne ha erogato unicamente il 3,8%. PAGAMENTI EFETTUATI DALLA REGIONE CALABRIA AGLI ENTI STRUMENTALI - ANNO 2004ARSSA 0,4% 4,8% 0,6% ARDIS 22,5% AFOR 0,2% ATERP ARPACAL 6,1% APT CZ 65,5% AZIENDA CALABRIA LAVORO 11 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 PAGAMENTI EFETTUATI DALLA REGIONE CALABRIA AGLI ENTI STRUMENTALI - ANNO 2005- ARSSA 0,3% 4,9% 0,4% ARDIS 21,1% 0,3% AFOR ATERP ARPACAL 3,8% APT CZ 69,3% AZIENDA CALABRIA LAVORO Come già detto, oltre il 67% dei trasferimenti risulta effettuato in favore dell’AFOR che, com’è noto, è l’Azienda regionale di maggiori dimensioni, mentre oltre il 21,8% annuo viene assorbito dall’ARSSA che, sempre dopo l’AFOR, è l’agenzia regionale con il numero maggiore di addetti. Si rileva, infine che gli altri enti (agenzie, aziende), complessivamente non raggiungono l’1% delle somme totali erogate dalla Regione. 2. LE ENTRATE DEGLI ENTI STRUMENTALI (SEGUE) Prima di affrontare l’aspetto complessivo della gestione dei singoli enti strumentali, si fornisce una panoramica di alcuni aspetti significativi dell’attività finanziaria di tutti gli enti monitorati. Il punto di partenza ha riguardato la provenienza delle entrate anche per comprendere l’eventuale grado di autonomia finanziaria dell’ente nei confronti della Regione Calabria (tabella in appendice). Dall’analisi delle entrate è emerso che i finanziamenti regionali presentano un andamento medio costante e rivestono un’importanza vitale per il raggiungimento degli scopi degli Enti. Invero, l’autonomia dell’ente strumentale rispetto ai finanziamenti regionali è, in genere, estremamente esigua ed è spesso collegata alla contestuale presenza di ulteriori finanziamenti non regionali ( statali, europei, etc) nonchè alla capacità dell’Ente di attivare propri canali di entrata . A titolo esemplificativo, possono considerarsi le ARDIS (di Catanzaro e di Reggio Calabria), l’86% delle entrate delle quali è di mera di provenienza regionale, così come per l’AFOR e l’ARSSA le cui entrate mediamente sono costituite nella percentuale, rispettivamente, del 76% e dell’68%, da trasferimenti regionali. 12 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Infine, un discorso a parte merita la situazione delle ATERP che, viceversa, sono destinatarie di somme assolutamente irrisorie da parte della Regione e che riescono ad attuare lo scopo sociale grazie ai finanziamenti statali ( mediamente pari a oltre il 45% delle entrate accertate) e alle risorse derivanti dalla gestione ordinaria. 3. LE SPESE Premesso che la struttura delle spese sostenute dai singoli Enti sarà esaminata nei successivi capitoli, nella presente sezione sono trattate unicamente le spese del personale e quelle sostenute per gli Organi statutari (Consiglio di amministrazione e Collegio dei Revisori). Tale scelta deriva dalla necessità di individuare la quota spesa dagli Enti per il sostentamento dalla struttura organizzativa e di paragonarla a quella inerente la gestione vera e propria e quindi alle spese fondamentali per il raggiungimento dello scopo istitutivo. Si deve specificare, inoltre, che tale analisi comparativa tiene conto unicamente delle risultanze globali dell’esercizio finanziario 2004, in quanto non tutti gli Enti hanno approvato il rendiconto per l’esercizio 2005, cosicché non è possibile effettuare disamine comparative globali omogenee. Le risultanze specifiche attinenti all’esercizio 2005 saranno esaminate, poi, nel corso della trattazione dei singoli Enti. composizione delle spese- impegni 2004 100% 80% 60% TOTALE IMPEGNI IMPEGNI PERSONALE IMPEGNI ORGANI 40% 20% AR D IS AR CZ D I AZ S R C C AL L AR AV PA C AL AF O R AP T C Z AP T C S AP T R C AP T VV AP T KR AT ER P C AT ER Z P C AT S ER P R AT C ER P VV AT ER P KR AR SS A* 0% 13 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Fonte : Elaborazione della Corte dei Conti su dati da Rendiconti e relazioni dei revisori degli Enti strumentali - Dall’ulteriore esame svolto (v. tabelle relative esempio, che i pagamenti inerenti il in appendice) è emerso, ad personale proprio dell’ARSSA ( non anche Ex Esac) sono lievemente aumentati nel corso del biennio 2004-2005, così come ha subito un incremento di oltre un punto percentuale l’incidenza degli impegni per le spese del personale sul totale delle spese impegnate dall’Agenzia ( sempre al netto delle partite di giro). Se a tale dato si aggiunge il costo del personale che opera presso l’ESAC, il valore cambia attestandosi a circa il 70% delle spese. E’ necessario fornire tale doppia indicazione in quanto i valori indicati non sono omogenei. Difatti, l’ex ESAC utilizza il sistema della contabilità economica cosicché i valori attengono ai costi, mentre l’ARSSA utilizza unicamente la contabilità finanziaria dalla quale si desumono solo gli impegni e i pagamenti. Quanto all’ ARPACAL, si rileva che gli impegni per il personale hanno subito un incremento medio del 2% nel corso del triennio 2003/2005, mentre quelli relativi all’ ARDIS di Catanzaro sono aumentati di oltre il 3% nell’arco del biennio 2003-2004 e quelli dell’ARDIS di Reggio Calabria, infine, sono quasi raddoppiati nell’ambito del medesimo arco temporale10. ----- 10 Al riguardo, si annota che l’ARDIS di Reggio Calabria ha comunicato (nota prot. n.2497 del 15 corrente mese) che la lievitazione della spesa è dipesa dall’incremento delle somme erogate nell’anno 2004 per le indennità relative a n. 5 P.O.(Posizione Organizzativa), al cui conferimento l’ente reggino si è determinato in assenza di figure dirigenziali e a fronte dell’adozione della pianta organica (approvata nel 2004 e modificata con DGR n.110 del 27.02.2005). 14 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 PARTE SPECIALE 1. L’ Azienda Forestale della Regione Calabria (AFOR) 1.1. Breve Excursus storico-giuridico La problematica della forestazione in Calabria - la cui realtà boschiva è attualmente stimata in 480.511 Ha11 - presenta le connotazioni più evidenti di un grave e generalizzato rischio idro-geologico specialmente a partire dal secondo dopoguerra, in conseguenza della dissennata opera di indiscriminati tagli dei boschi effettuata per esigenze belliche. I primi sommari interventi, effettuati dalla CASMEZ (Cassa per il Mezzogiorno) per porre rimedio a tale situazione, risalgono agli inizi degli anni ’50, ma non sono risolutivi, in quanto diretti alla semplice ricostituzione del manto vegetale e, pertanto, non frenano i fenomeni alluvionali, che, infatti, continueranno a verificarsi provocando ingenti disastri e l’abbandono di diversi centri urbani situati lungo le pendici montane. Nel 1955, viene varata la c.d. Legge speciale Calabria (legge 26 novembre 1955, n. 1177) con cui si autorizza, nel rispetto della vigente legislazione forestale, 11 Di cui oltre due terzi (66,8%) in montagna, il 31% in zona collinare e il 2,2% in pianura (Fonte: Assessorato Regionale all’agricoltura, foreste e forestazione, Schema del Programma autosostenibile di sviluppo del settore forestale, elaborato dal Comitato tecnico Scientifico e dal Gruppo di Pilotaggio istituiti con Delibera di Giunta Regionale n. 747 dell’8 agosto 2005). 15 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 l’adozione di un piano organico di opere straordinarie per la sistemazione idraulicoforestale, per la sistemazione dei corsi d'acqua e dei bacini montani, per la stabilità delle pendici e per la bonifica montana e valliva. 12 L’art.12 della Legge Speciale prevede l’affidamento dell’esecuzione delle opere alla Cassa per il Mezzogiorno, al Corpo Forestale dello Stato e all'Opera valorizzazione Sila (OVS) ed autorizza, altresì, interventi sul territorio anche da parte dei Consorzi di bonifica e di irrigazione. Ad un certo punto, però, per porre un freno all’enorme dilatazione della spesa (a metà degli anni ‘70 la manodopera bracciantile arrivò a sfiorare le 30.000 unità circa) derivante in parte dall’esigenza di eseguire opere di carattere infrastrutturale, interviene la legge n. 442 del 1984 (di conversione del decreto-legge 15 giugno 1984, n. 233), recante norme sull'impiego di lavoratori idraulico-forestali nella regione Calabria. Con tale norma si impose il blocco delle assunzioni e il “congelamento” delle giornate lavorative per addetto, stabilendo (art.2) che nel caso in cui fossero occorse temporanee esigenze di intensificazione delle attività relative alla silvicoltura, alla prevenzione e agli interventi antincendio e di protezione civile, alla tutela del patrimonio forestale, alla difesa del suolo, alla sistemazione idraulico-forestale e delle connesse infrastrutture civili, la regione Calabria, i Consorzi e gli altri enti regionali avrebbero potuto assumere esclusivamente lavoratori che nell'anno precedente avessero prestato alle loro dipendenze attività lavorativa per almeno cinquantuno giornate e che, in ogni caso, il contratto di lavoro non potesse avere durata superiore al numero di giornate prestate nell'anno precedente. E si giunge, così, alla tuttora vigente13 legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 (Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria), contenente la disciplina degli interventi in materia di forestazione e gestione delle foreste regionali, ed avente i seguenti obiettivi (art.1, comma 1): migliorare le funzioni produttive e sociali dei boschi esistenti; concorrere: o alla tutela dell'ambiente ed alla difesa idrogeologica del territorio; 12 La legislazione forestale, il cui corpo principale è ancora rappresentato dal r.d. 30 dicembre 1923 n. 3267, è prevalentemente orientata alla tutela del bosco come fattore di salvaguardia del suolo, onde evitare che il terreno possa subire denudazioni e perdere la stabilità, alterando il regime delle acque. Solo la legislazione regionale più recente ha inteso disciplinare anche l'attività di silvicoltura accentuando gli aspetti di conservazione del bosco, mediante l'assoggettamento di tutti i terreni boscati (e non solo di quelli vincolati ex r.d. n. 3627 del 1923citato) alle prescrizioni di massima e di polizia forestale, e l'adozione di norme dirette ad impedire la distruzione del patrimonio arboreo (ad es. vietando il taglio a raso delle piante d'alto fusto, imponendo nella ceduazione il rilascio di un certo numero di “matricine”, dilatando i turni di taglio e così via). 13 Nel testo coordinato con le modifiche e le integrazioni di cui alle successive leggi regionali sulla materia: 22 settembre 1998, n. 10, 19 marzo 1999, n. 4, 24 maggio 1999, n. 14, 13 settembre 1999, n. 27, 28 agosto 2000, n. 14, 2 maggio 2001, n. 7, 26 giugno 2003, n. 8 e 14 luglio 2003, n. 10. 16 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 alla valorizzazione delle attività agro-silvo-pastorali e turistiche nelle aree o interne collinari e montane; al miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza delle popolazioni o interessate. Fatti salvi gli ambiti di competenza riconosciuti agli enti locali, le finalità anzidette devono essere perseguite nel quadro della programmazione regionale e degli indirizzi stabiliti in materia dalla legislazione nazionale e comunitaria. E per conseguire gli obiettivi di cui sopra vengono individuati dalla legge i seguenti settori di intervento: assetto idro-geologico del territorio; assetto forestale con opere di rimboschimento e di miglioramento dei boschi esistenti e delle aree pascolative; opere infrastrutturali di limitata entità interconnesse agli interventi di cui ai punti precedenti o dirette comunque a migliorare la sistemazione idraulico agraria dei bacini versanti. Per la realizzazione degli interventi, la Regione Calabria ha il compito di elaborare un apposito programma regionale, di durata non superiore ai cinque anni, che, una volta approvato dal Consiglio regionale, si aggiorna per scorrimento e si attua con piani annuali, attraverso specifici progetti esecutivi. I piani annuali di attuazione devono essere predisposti direttamente dall'AFOR (l'Azienda Forestale della Regione Calabria istituita dall’art. 9 della stessa legge) ed approvati dalla Giunta regionale, sentite le Province territorialmente interessate. Gli interventi, da effettuarsi prioritariamente con l'impiego degli operai idraulico-forestali di cui alla legge n. 442/84 (v. oltre), sono eseguiti in economia col metodo dell'Amministrazione diretta : a) dall'A.FO.R. - su tutto il territorio appartenente al patrimonio indisponibile regionale; b) dagli Enti di cui alla L.R. 10 marzo 1988, n. 5 (Consorzi di bonifica14), quando gli interventi ricadono sul territorio di appartenenza dei comprensori di bonifica integrale15; c) dalle Comunità Montane nei territori di loro pertinenza e non compresi in quelli di cui alle precedenti lettere a) e b). Gli interventi per i quali invece sia previsto il ricorso ad appalto sono affidati dalla Regione, sulla base della medesima articolazione di competenze e distribuzione territoriale di sui sopra. 14 I Consorzi di bonifica sono persone giuridiche pubbliche a struttura associativa, ai sensi dell'articolo 862 del codice civile, rientranti tra gli Enti pubblici economici (v. art. 15 della legge regionale 23/7/2003 n.11 recante disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale ed il nuovo ordinamento dei Consorzi di bonifica). 15 Anche se la legge regionale n.5/88 citata nel testo è stata abrogata dalla l. r. n. 11/2003 menzionata nella nota che precede, tuttavia inalterato è rimasto il riparto di competenze che qui interessa. 17 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Quanto precede, almeno, sulla scorta del dettato normativo, poiché, nella realtà, l’AFOR interviene ancora su tutte le aree di competenza degli ex Uffici Legge Speciale, coincidenti in pratica con i distretti del Corpo Forestale dello Stato16. Infine, la legge regionale n. 34/02, concernente il riordino delle funzioni amministrative regionali e locali, prevede che sono riservate alla regione le competenze esercitate dal Corpo forestale dello Stato, salvo quelle necessarie all’esercizio delle funzioni di competenza statale (art. 67, comma 1, lett. b). 2. STRUTTURA E GESTIONE DELL’AFOR 2.1. Organi e compiti L'Azienda Forestale della Regione Calabria è munita di personalità giuridica ed ha sede nel capoluogo della Regione (art.9 l. r. n. 20/92 cit.). Nell'ambito delle direttive programmatiche del Consiglio regionale, all’AFOR risulta affidato (art.10) il compito di: a) elaborare i programmi annuali ed eseguire gli interventi di competenza; b) contribuire alla difesa del suolo ed alla valorizzazione del territorio sul quale ricadono i beni affidati alla sua gestione; c) conservare e migliorare il patrimonio forestale della Regione; d) promuovere e partecipare alle attività di ricerca e di sperimentazione nel campo delle foreste e del relativo ambiente, nonché della tecnologia del legno, attuate da Istituti o Enti specializzati. Sono organi dell'Azienda: a) il Presidente; b) il Consiglio di Amministrazione; c) il Collegio dei revisori dei conti (art. 13). Il Presidente viene eletto dal Consiglio regionale. Il Consiglio di Amministrazione (che dura in carica cinque anni) è composto dal Presidente e da cinque membri di cui tre eletti dal Consiglio regionale, uno designato dall'unione regionale delle Bonifiche ed uno designato dalla Delegazione regionale dell’UNCEM. La Giunta regionale e l’Assessorato regionale alla Forestazione sono titolari di potere ispettivo per accertare il regolare funzionamento dell’Azienda. Il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda può essere sciolto per gravi violazioni di leggi statali o regionali o dei regolamenti dell’Azienda, con decreto del Presidente della Giunta regionale previa deliberazione del Consiglio regionale. Inoltre, in caso di persistente inattività o inefficienza, il Consiglio può essere sciolto, sempre previa deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Forestazione. 16 Relazione del Dirigente Generale del Dipartimento n.6 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Forestazione datata 28.04.2006. 18 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Il Collegio dei revisori dei conti (art.19 ) è composto di tre membri effettivi e di 2 supplenti, eletti dal Consiglio regionale e di cui uno effettivo ed uno supplente eletti dalla minoranza. Esso esercita il controllo sulla gestione contabile e finanziaria dell'Azienda e redige una relazione annuale che viene allegata al rendiconto consuntivo, finanziario, patrimoniale ed economico. Infine, il Collegio dei revisori dei conti esercita la funzione di vigilanza sulla gestione finanziaria dell'Azienda, riferendo annualmente su di essa alla Giunta regionale; redige relazioni sul bilancio di previsione, sul rendiconto generale e sui risultati di gestione. 2.2. Il Personale L’AFOR si articola in Servizi provinciali ed in Uffici sub provinciali, il cui personale amministrativo ammonta (dati 2005) a n. 180 unità, distribuite secondo la tabella riportata in Appendice. Il personale di cantiere preposto all'esecuzione degli interventi è quello degli operai idraulico forestali (O.I.F.) a tempo determinato e a tempo indeterminato di cui al D.L. 15.06.1984, n. 233, convertito nella legge 04.08.1984 n. 442, utilizzato dagli uffici regionali della forestazione, dai Consorzi di Bonifica e dall'ex ESAC (già O.V.S. e poi ARSSA) per l'esecuzione degli interventi di settore. Attualmente, l’attività di forestazione è gestita da 9 Consorzi di bonifica (di cui 3 raggruppamenti) e dall’AFOR che ha anche assorbito l‘attività dell’ex ESAC e degli uffici regionali della Legge speciale Calabria. Il numero complessivo degli operai addetti (dati al 31.12.2005) è di 10.261 unità così suddivise: - Personale AFOR n. 6.499 (di cui n. 65 a tempo determinato) - Personale Consorzi di bonifica n. 3.761 (di cui n. 25 a tempo determinato). La Pianta Organica, ancorché adottata dall’Azienda fin dal 30 marzo 2001 (deliberazione n. 207), non risulta ancora approvata dal Consiglio Regionale, mentre è stato approvato il Piano Triennale del Fabbisogno con l’ultima modifica intervenuta in data 3.11.2004. 3. Programma Regionale e Piani annuali L’ultimo strumento programmatorio, relativo al triennio 2003-2005, adottato dalla Giunta Regionale in data 21.10.2002, non risulta ancora approvato dal Consiglio regionale e costituisce peraltro reiterazione di altri programmi pluriennali anch’essi non approvati. 19 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Allo stato, risulta predisposto, ma non ancora deliberato, il già richiamato17 schema di Programma autosostenibile di sviluppo del settore forestale, sulla scorta del quale, a sua volta, dovrebbe poi essere adottato il nuovo Programma pluriennale. Nelle more, la Giunta Regionale ha proceduto (con deliberazione n. 19 del 16.01.2006) all’approvazione di un c.d. “Piano Ponte”, predisposto dall’Azienda, avente lo scopo di poter proseguire negli interventi sul territorio senza soluzioni di continuità, e garantire, così, il mantenimento della manodopera e l’erogazione dei relativi salari. 4. I BILANCI Il documento di programmazione annuale ed il bilancio di previsione dell'Azienda devono essere presentati alla Giunta regionale entro il 31 agosto dell'anno precedente a cui si riferiscono. Il bilancio preventivo è allegato a quello della Regione ed è sottoposto contestualmente a quello all'approvazione del Consiglio regionale. Il rendiconto generale (Bilancio Consuntivo) deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello cui si riferisce e da questa trasmesso al Consiglio regionale che lo esamina insieme con il rendiconto generale della Regione. Situazione attuale dei Bilanci Il bilancio di previsione per l’esercizio 2005 è stato adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’Afor con deliberazione n. 179 del 07.11.2005 ed approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 59 del 22.12.2005. Il bilancio di previsione del 2006 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione ma è stato deliberato solo ai fini dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio.Soltanto in data 19 agosto 200618 il Consiglio di Amministrazione dell’Afor ha approvato il bilancio di previsione definitivo 2006, e lo ha rimesso alla Giunta Regionale per gli atti di sua competenza. Avuto riguardo al quinquennio di riferimento, i Bilanci consuntivi annuali risultano tutti deliberati dall’Azienda, ma non sono stati ancora approvati dal Consiglio Regionale. Da parte sua, Il Collegio dei Revisori dell’AFOR, in ordine al Consuntivo concernente l’esercizio 2002, ha relazionato positivamente circa il conto finanziario ed espresso riserve sul conto economico e patrimoniale. 17 18 Vedi precedente nota n.1. Come comunicato dall’Azienda con nota prot. n.797 del 15.11.2006. 20 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Ha invece espresso parere negativo in ordine ai conti consuntivi di ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 (gli ultimi due peraltro adottati dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda, con notevole ritardo, in data 9.08.2006, con un unico atto deliberativo, n.197 in pari data). Le principali osservazioni del Collegio dei revisori (organo peraltro allo stato in regime di prorogatio di fatto19) si possono così sintetizzare : “I residui passivi comunicati dalle sedi periferiche scaturiscono esclusivamente dai rapporti finanziari tra la sede centrale e le sedi periferiche ma non rappresentano i rapporti tra le sedi periferiche ed i terzi. Il meccanismo definito come “verbale di chiusura” non equivale a rendicontazione in quanto non indica e non certifica le somme realmente spese a fronte dei trasferimenti dalla sede centrale a quelle periferiche e da per scontato che tutto ciò che viene trasferito viene speso nell’esercizio di competenza. Non esiste quadratura del rendiconto che sintetizzi rapporti finanziari esclusivamente tra la sede centrale e le sedi periferiche e non dell’intero Ente nei confronti dei terzi”. Anche in relazione a tali aspetti, il precedente Consiglio di Amministrazione aveva dato incarico ad una società di revisione esterna di effettuare una “due diligence” per l’anno 2004 e che peraltro ha rassegnato osservazioni e conclusioni non dissimili anche per il rendiconto 2005. Occorre dare atto, a questo punto, che è stato dato l’avvio ad riorganizzazione dei sistemi di gestione di finanza delegata, intanto, provvisoria chiusura, decisa dall’attuale Consiglio di amministrazione, una con la dei conti correnti intestati alle sedi periferiche (v. infra). 19 Il Collegio dei Revisori dell’AFOR è scaduto il 13 aprile 2006. Il mancato rinnovo, a tuttoggi, di tale organo di controllo interno, previsto dalla legge istitutiva come organismo costitutivo obbligatorio (essenziale) dell’Azienda (art.19 della L.R. n. 20/1992), costituisce una palese inosservanza di legge che non può continuare ad essere “sanata” dal regime di proroga di fatto e ad nutum in cui praticamente si è trovato ad operare finora il Collegio scaduto. Per altro ipotetico verso, anche l’eventualmente ritenuta applicabilità alla fattispecie de qua delle disposizioni di cui alla L.R. n. 39 del 4.08.1995 (“Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale”) che espressamente limitano il regime della prorogatio degli organi amministrativi in genere ad un massimo di 45 giorni dalla scadenza (art.6, comma 1), non farebbe altro che aggravare, da un lato, la problematica, intanto sotto il profilo della correttezza e del buon andamento di cui all’art.97 Cost., di una gestione dell’Azienda che fosse portata avanti in assenza del principale ed essenziale Organo interno di vigilanza e controllo previsto dalla legge istitutiva, e poi, dall’altro, le conseguenze derivanti dalla violazione dell’obbligo del Consiglio Regionale consistente nella (tempestiva) nomina del nuovo Collegio dei Revisori dell’AFOR, ai sensi dell’art. 19 L.R. n.20/1992 cit.;). E senza considerare, inoltre, le eventuali ulteriori implicanze di cui all’art. 7 della L.R. n. 39/95 cit., laddove è stabilito che rispondono dei danni determinati dalla decadenza degli organi amministrativi i soggetti che vi abbiano dato causa e quanti non hanno esercitato i poteri sostitutivi previsti dalla medesima legge. Infine, per concludere, la mancanza di un Collegio dei Revisori rileva peraltro anche sotto altri e distinti aspetti che investono direttamente questa Sezione della Corte dei conti nell’esercizio delle sue funzioni in sede di controllo sulla gestione. Infatti, dovendosi considerare anche il necessitato nesso funzionale Corte dei conti/Organi di controllo interno, dalla mancata costituzione di un Collegio dei Revisori operativo e legittimamente funzionante, discenderebbe l’ulteriore illegittima conseguenza consistente nell’impedimento (ovvero nell’ostacolo) all’esercizio di un potere/dovere altrui, ovverosia a quel potere/dovere proprio della Corte dei conti nello svolgimento del controllo sulla gestione delle pubbliche amministrazioni e sul funzionamento dei relativi controlli interni (art. 3, commi 4 ss. legge n. 20/94 e succ. modif. e integraz.;art.7, commi 7 ss. legge n.131/03). - 21 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Ciò premesso, dai dati raccolti e dalle risposte inserite nei questionari elaborati dalla Sezione emerge una situazione variegata in quanto: - i bilanci (di previsione annuale e rendiconto generale) dell’Ente formalmente sono redatti in conformità alla struttura e all’articolazione dei corrispondenti documenti della Regione; - il conto generale del patrimonio è redatto in conformità della LR 8/2002; - non è stata attivata ancora la contabilità economico-patrimoniale con un sistema parallelo di rilevazione rispetto allo standard regionale. -non sono state disposte specifiche elaborazioni per la ricostruzione dei flussi finanziari territoriali al fine del “consolidamento dei conti pubblici” (art. 57, comma 2, LR 8/2002) -non viene effettuata una rilevazione dei dati contabili sulla base delle scritture patrimoniali. 5. PATTO DI STABILITA’ L’Azienda è tenuta al rispetto del patto di stabilità previsto dall’art. 2 ter della LR 8/2003 e dall’art. 7 LR finanziaria 2005. La Sezione ha predisposto una apposita scheda che, compilata dall’Ente, ha permesso di verificare che, per quanto riguarda il 2003 ed il 2004, sono stati rispettati i parametri del patto di stabilità, contenendo adeguatamente le relative spese correnti. 6. LE ENTRATE L'Amministrazione regionale concorre nelle spese di impianto e di gestione dell'A.fo.r. erogando un contributo ordinario annuo a carico del proprio bilancio. L'Azienda realizza i propri compiti e provvede alla gestione del personale mediante le seguenti entrate: - aliquota spese generali sull'esecuzione degli interventi affidati alla A.fo.r. da erogarsi da parte della Regione Calabria nella misura fissa del 7 per cento (prima dell’11% e ridotta al 6% a decorrere dal 2007); - contributi e straordinari ordinari della Regione; - eventuali contributi dello Stato; eventuali contributi degli Enti Locali; - introiti a qualunque titolo derivanti dalla gestione dell'Azienda. Premesso che in Appendice è riportata una tabella con tutte le entrate divise per titoli, qui si annotano le seguenti risultanze: –gli accertamenti sulle previsioni si aggirano intorno al 90,1% negli anni presi in esame; 22 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 -le riscossioni in conto competenza sono stati, media il 83,08% degli accertamenti; -l’ indice di scostamento dei residui attivi, in corso d’esercizio, con riferimento ai soli trasferimenti della Regione, presenta un andamento molto oscillante nel periodo monitorato che va dal –21% dell’anno 2002 al +34% del 2004. Negli anni 2003 e 2004 si registrano residui attivi da esercizio di competenza per oltre, rispettivamente, 20 milioni e 26 milioni di euro. GRADO DI DIPENDENZA Nelle tabelle riportate in Appendice sono evidenziati (dati da c/consuntivo), i trasferimenti della Regione rispetto alle entrate totali, sia in termini di accertamenti che di riscossioni, sia in c/competenza che in c/residui. In particolare, si può osservare che nei cinque anni presi in esame, mediamente, i trasferimenti regionali costituiscono, rispetto alle entrate totali, il 73% in termini di accertamenti e l’ 81% in termini di riscossioni. CANONI DI CONCESSIONE Dalla tabella in Appendice risulta che gli accertamenti per canoni di concessione costituiscono appena lo 0,07% circa sono delle entrate totali dell’Afor. Per quanto riguarda la vendita di prodotti, legnami ed altro, si segnala che in media nei cinque anni le entrate rappresentano solo lo 0,28% delle entrate totali. 7. LE SPESE In Appendice è riportata una tabella, elaborata dalla Sezione, con tutte le entrate divise per titoli, da cui si evince che gli impegni totali sono aumentati del 3% nel 2002 , dell’ 1% nel 2003 , del 24% nel 2004 e del 8% nel 2005. La capacita di pagamento rispetto agli impegni e mediamente pari al 71 % nei cinque anni. 8. L’ATTIVITÀ 8.1. Interventi realizzati Siccome già accennato, l’attività dell’AFOR si svolge essenzialmente sui due seguenti fronti principali: a) interventi di tipo manutentivo concernenti l’assetto idrogeologico del territorio (correzione dei corsi d'acqua e rinsaldamento delle sponde, interventi a carattere integrativo e complementare per la sistemazione dei bacini, ecc) e l’assetto forestale (rimboschimento, di ricostituzione dei boschi degradati, di miglioramento dei boschi esistenti e delle aree pascolative, ecc.); b) opere infrastrutturali interconnesse agli interventi anzidetti e idonee a favorire lo sviluppo delle aree interne e rendere più redditizia la produzione forestale) nonché intese a migliorare la sistemazione idraulico agraria dei bacini versanti (costruzione di 23 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 laghetti collinari e la sistemazione delle condotte di adduzione principali, razionalizzazione dei piccoli sistemi irrigui esistenti nelle aree interne, ecc.). Ciò premesso, risulta che gli interventi finora realizzati sono stati, pressoché totalmente, di carattere manutentivo, mentre, sul fronte delle opere infrastrutturali, gli interventi sono stati di modesto rilievo, ad eccezione degli interventi finalizzati alla prevenzione e alla lotta agli incendi nei boschi (come le fasce tagliafuoco e altro). La modestia complessiva degli interventi infrastrutturali sembra sia dovuta, innanzitutto, alla insufficienza dei fondi per l’acquisto dei materiali necessari, e, poi, al calo della resa produttiva degli operai la cui età anagrafica è nella media piuttosto avanzata.20 Ad ogni buon conto, in termini numerici di spesa, nel corso dei cinque anni, la spesa per il settore foreste (gestione e manutenzione delle foreste esistenti) è drasticamente diminuita (in particolare -50% nel 2003 e -44% nel 2004) passando dai 12 mln di euro del 2001 ai 4 mln di euro del 2005. E’ invece aumentata la spesa per la forestazione (il rimboschimento di terreni anche privati) che è aumentata del 12% nel 2003, del 5% nel 2004 e del 9% nel 2005. Si è passati, in quest’ultimo settore, da una spesa di 122 mln di euro del 2001 ad una di 171 mln di euro nel 2005. Tali numeri dimostrano che gli interventi affidati all’AFOR si orientano sempre di più verso la creazione di nuove foreste. 8.2. L’Inventario Forestale Nonostante sia stata avviata fin dal 2001 la procedura di conferimento dell’incarico per la redazione del progetto generale dell’Inventario Forestale, solo nel 2005 è stato provveduto all’ approvazione e contestuale impegno della spesa necessaria per la sua realizzazione. Peraltro, la concreta fase formativa, avviata pure nel 2005, ha già subito un’interruzione, per effetto di intervenute difficoltà procedurali nella liquidazione delle prime (due) fatture emesse dalla società consortile affidataria del servizio di rielaborazione del progetto generale.21 Attualmente, la situazione è ferma, pertanto, alla fase primaria, propedeutica alla effettiva realizzazione delle fasi successive del progetto esecutivo (costruzione rete inventariale, fotointerpretazione, campionamenti vari di controllo, sino a giungere alfine alla Carta forestale della Calabria). 20 Relazione prec. nota n. 6. Con decreto dirigenziale del 2001 è stato conferito incarico per la redazione del progetto generale ad un professionista che ha consegnato l’elaborato al Dipartimento Agricoltura nel luglio 2002. Il progetto è stato poi rielaborato e reso esecutivo da parte dell’Unità di gestione PSM “Villa Margherita” e quindi, con decreto del Dirigente generale pro-tempore, nel 2005 è stato provveduto all’approvazione e contestuale impegno della spesa necessaria per la sua realizzazione. Successivamente, il Dipartimento ha individuato, quale soggetto realizzatore del progetto Task in outsourcing, la Società consortile “Brutium Service” di Lamezia Terme. 21 24 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 E’ auspicabile che non si tratti dell’ennesimo intoppo destinato ad appesantire il tavolo del contenzioso pubblico ed impedire (o comunque prolungare sine die) il raggiungimento di un così importante risultato. 9. I Regolamenti interni e la gestione dei lavori 9.1. Allo stato, l’AFOR dispone dei seguenti Regolamenti interni: Regolamento lavori, forniture e servizi da effettuarsi in economia e in amministrazione diretta; Regolamento fondo economato; Regolamento per il decentramento amministrativo; Regolamento per la separazione delle funzioni di indirizzo e controllo politico amministrativo da quelle di gestione amministrativa; Regolamento Nucleo di valutazione. L’Azienda, però, è ancora sprovvista del regolamento costituente presupposto essenziale del licere agere di ogni pubblica amministrazione, cioè del Regolamento di contabilità ed amministrazione. La mancata adozione di tale indispensabile strumento, che serve a disciplinare innanzitutto l’attività di spesa dell’amministrazione, concorrendo a mantenerla entro i canoni della correttezza e del buon andamento, ha comportato finora varie e notevoli disfunzioni, le quali, aggravate anche dalla mancanza di un sistema di contabilità economica-patrimoniale parallelo allo standard regionale, hanno (giustamente) indotto, tra l’altro, il Collegio dei revisori dell’AFOR alla formulazione di “Parere Negativo” ai Consuntivi del 2003, del 2004 e, infine, del 2005. In proposito, bisogna tuttavia dare atto al Consiglio di amministrazione dell’AFOR di avere in corso di avanzata preparazione il Regolamento anzidetto e se ne auspica la sollecita e completa definizione formale ai fini dell’ immediata entrata in vigore e, quindi, dell’urgente applicazione all’intero sistema aziendale e relativo modus operandi. 9.2. Il (mal) funzionamento del sistema decentrato di spesa. Quanto precede, circa l’assoluta urgenza dell’adozione e applicazione rigorosa e puntuale di un organico Regolamento di contabilità ed amministrazione, assume assoluto rilievo, avuto riguardo, in particolare, alla notevole problematica derivante dallo storico “scollamento” intervenuto tra la sede centrale di Catanzaro e quelle periferiche e concernente, in primo luogo, l’esigenza fondamentale di una corretta tenuta della contabilità ed il rigoroso rispetto delle procedure di spesa e dell’obbligo di precisa effettiva rendicontazione da parte dei centri periferici (Servizi Provinciali e Uffici sub provinciali), al fine di riportali e mantenerli sotto costante vigilanza e controllo da parte dei competenti Organi istituzionali e amministrativi dell’Azienda. 25 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Il ricorso per legge al preponderante sistema dell’amministrazione diretta per l’esecuzione dei lavori e la distribuzione dei seimila e cinquecento operai forestali in centinaia di cantieri dislocati su tutto il territorio regionale interessato hanno fornito la ragione storica e fondamento logico all’articolazione attraverso uffici periferici, provinciali e sub provinciali e della connessa autonomia operativa, teoricamente idonea ad un’efficace conduzione dei lavori stessi. Tale autonomia operativa, inoltre, ha trovato risalente riscontro di carattere contabile nell’apertura, presso ciascuna delle sedi periferiche, di appositi conti correnti bancari, su cui sono confluiti, in anticipazione da parte della Regione, cospicui accreditamenti (anche dell’ordine di diverse decine di miliardi di lire l’anno), in ordine ai quali vi era autorizzazione di traenza nei confronti di funzionari regionali incaricati della gestione così sub delegata. Sennonché, tale sistema decentrato - che pure aveva, si ripete, una sua plausibile logica di carattere operativo in quanto consentiva l’erogazione relativamente snella e spedita delle somme di spesa maturate per il pagamento mensile dei salari e oneri connessi degli operai idraulico-forestali e delle forniture necessarie all’esecuzione dei lavori in amministrazione diretta- ad un certo punto, benché riconfermato con apposita deliberazione di Giunta Regionale n. 685 del 20.02.1995 22 -, entrò in verosimilmente, da un lato, crisi, stratificatisi nel tempo gli effetti negativi, perché i conti correnti de quibus restavano ancora distinti dal conto di tesoreria unica proprio dell’Azienda, nonché, dall’altro, per il ricorso ad una metodologia di gestione delle somme, come sopra decentrata, non sempre rispettosa delle norme di contabilità pubblica, ivi compreso l’assolvimento di un corretto obbligo di rendicontazione e del conseguente puntuale esercizio del potere/dovere di controllo ( di legittimità e di merito) ai vari livelli competenti, infra ed extra aziendali. Le osservazioni che precedono emergono e trovano conferma anche nella relazione conclusiva di un apposito accertamento “due diligence”, affidato ad una società del settore dal precedente Consiglio di Amministrazione (e portato a conclusione in data 24.05.2006), in correlazione anche al parere negativo sui conti consuntivi degli ultimi tre anni e connessi rilievi espressi da parte del Collegio dei revisori dell’AFOR. Peraltro, tutta la problematica in discorso è alla genesi (o quanto meno è tra le principali cause) di varie questioni, tra cui l’attendibilità dell’accertamento della spesa effettiva dell’Ente strumentale e, quindi, inficiante l’attendibilità degli stessi bilanci preventivi e consuntivi dell’Azienda, in correlazione anche al subdolo e sommerso fenomeno dei c.d. debiti fuori bilancio, nonchè al numero spropositato di vertenze con il personale e pignoramenti vari (infra). 22 Relazione Presidente AFOR del 22.02.2006, 26 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Anche al riguardo, bisogna comunque dare atto agli organi di vertice dell’Azienda di aver posto in essere, sollecitati anche da una rinnovata opera di vigilanza avviata dalla dirigenza del Dipartimento Agricoltura e Foreste, alcune misure urgenti, drastiche ma necessarie, come, ad esempio, la chiusura, sul finire del 2005, dei conti correnti prima intestati ai singoli responsabili dei Servizi Provinciali e il conseguente rientro a livello centrale del potere di liquidazione della spesa, nonché, infine, di aver iniziato ad affrontare concretamente pure l’altro grave problema sopra accennato e costituito dalla necessità di emersione e di accertamento dei debiti fuori bilancio e del loro riesame, partita per partita, da parte del Consiglio di amministrazione, ai fini del relativo legittimo riconoscimento/pagamento o meno (v. punto seguente). 10. Debiti fuori bilancio e partite sospese 10.1. Secondo una stima di larga massima, approssimata per difetto, i debiti fuori bilancio ammonterebbero (il condizionale è d’obbligo per quanto già detto circa le difficoltà di emersione ed accertamento del fenomeno) a oltre 35 milioni di euro complessivi alla data del 31.12.2005, in correlazione anche al cumularsi degli effetti di Pianificazioni Quantitative (PQ) sottostimate. Più in particolare, per quello che è stato possibile accertare con sufficiente precisione nel senso di partite analiticamente (una per una) compiutamente individuate23, risulterebbe che le partite sospese sono per l’anno 2004 di euro 2.164.297,37 e per il 2005 di euro 5.343.544,87. A tali somme vanno aggiunte quelle relative agli intervenuti pignoramenti (soprattutto derivanti da contenzioso con gli OIF e che , in quanto non riconosciuti in sede di rendicontazione da parte della Regione, formano debiti fuori bilancio), ammontanti, rispettivamente, ad euro 2.628.326,00 per l’anno 2004 e ad euro 5.349.016,70 per il 2005. 10.2. Il Contenzioso Anche il contenzioso a carico dell’Azienda costituisce un fenomeno particolarmente rilevante e preoccupante a causa, soprattutto, dei numerosi giudizi promossi dagli operai idraulico forestali in relazione, essenzialmente, alla tardiva applicazione di istituti economici contrattuali (pagamento festività pregresse, indennità chilometrica, retribuzione mansioni superiori, presunto erronea liquidazione T.F.R. anni pregressi, etc.), nonché, ma in termini residuali, al mancato pagamento di fatture, richieste di interessi una tantum e pretese varie ancora. 23 Deliberazioni CdA AFOR del 27.04.2006 e correlati pareri del Collegio dei revisori del 25.04.2006. 27 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Nel quinquennio di riferimento le controversie (la quasi totalità con decreti ingiuntivi e ricorso) ammontano al numero di ben 13.151 azioni giudiziali in corso, con una media di oltre n. 2.600 l’anno. Solo nel 2005, per problematiche pregresse, sono stati instaurati contro l’AFOR n. 2932 giudizi. Inoltre, sempre nel 2005, sono stati ben 2.117 gli atti esecutivi che hanno portato al pignoramento presso terzi della complessiva somma di euro 5.349.016,70 sopra già riferita. Come ben si vede, trattasi di somme prodotte da una miriade di provvedimenti giudiziali di minuto importo singolo, ma che generano, altresì, rilevanti spese legali a carico dell’Azienda, come, ad esempio, quelle per il pagamento di professionisti esterni (gli addetti all’Ufficio Legale dell’Ente sono due), che ammontano a 40.000 euro circa solo per il 2005 (non è stato possibile acquisire il dato degli anni precedenti). Secondo quanto riferito dal Dirigente Generale del Dipartimento dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Forestazione, l’intervenuta adozione di una dettagliata contrattazione integrativa regionale, frutto di costanti relazioni sindacali, avrebbe consentito già una sensibile riduzione del contenzioso in essere. 10.3. Stabilizzazione O.I.F. In ordine alla stabilizzazione degli operai idraulico forestali, risulta che la stessa consegue da un’intesa raggiunta con le Organizzazioni Sindacali di categoria in data 24 novembre 2003, sancita in un verbale laddove è stabilito che “a partire dal giorno 1 gennaio 2004, sarà realizzato il tempo indeterminato per tutti gli O.T.D.” e con minimo di n. 282 giornate lavorative annuali. Più precisamente, la trasformazione del rapporto ha riguardato gli operai che nel corso del 2003 avessero effettuato giornate lavorative, tranne coloro che volontariamente avessero optato per lo svolgimento dello stesso numero di giornate effettuate nel 2003 e comprese tra le 156 e le 179, in quanto la trasformazione a tempo indeterminato interveniva automaticamente con il raggiungimento di n. 181 giornate lavorative annue. Nel 2004, a fronte di n. 11.388 unità in servizio, soltanto 149 hanno scelto di rimanere a tempo determinato, sicché a fine 2004 risultavano stabilizzati complessivamente n. 11.239 operai. Nel corso del 2004, pertanto, la stabilizzazione è intervenuta per un numero complessivo di n.6.811 lavoratori della forestazione, così suddivisi: - n. 4.146 operai dell’AFOR; - n. 2.665 dei Consorzi di Bonifica. 28 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Alla data del 31 dicembre 2005, come già riportato più sopra, il numero complessivo degli operai addetti è di 10.261 unità, di cui Personale AFOR n. 6.499, Personale Consorzi di bonifica n. 3.761. 10.4. Indennità chilometrica OIF L’indennità chilometrica viene corrisposta, così come disposto dal contratto integrativo di lavoro, allorquando l’Ente datore di lavoro non metta a disposizione del lavoratore i mezzi di trasporto, per gli spostamenti dal luogo di residenza al posto di cantiere. Notevoli risultano gli sforzi recentemente sostenuti dall’Amministrazione dell’AFOR e dal Dipartimento regionale competente per tenere sotto controllo tale voce di spesa, che ha un’incidenza non trascurabile sul costo complessivo del trattamento economico degli operai e, quindi, sulle risorse finanziarie dell’Azienda. La problematica affrontata coinvolge vari aspetti24, relativi, da un lato, alla necessità di una corretta e costante vigilanza sulla legittima ed effettiva spettanza dell’indennità in questione (ad es. il vero luogo di residenza ed il reale percorso effettuato per gli spostamenti), dall’altro, la individuazione di misure alternative più razionali ed economiche, come, ad esempio, la messa a disposizione da parte dell’Ente di mezzi di trasporto collettivi. Infine, si ritiene che possa contribuire in senso favorevole al superamento della problematica in questione una disposizione specifica inserita nella già citata legge regionale n. 7/2006 (di approvazione del collegato all’assestamento di bilancio per il 2006), laddove è previsto (art. 28, comma 8) che il compenso a titolo di spese generali riconosciuto all’AFOR, ai Consorzi di Bonifica e alle Comunità Montane25 è aumentato di un punto percentuale nel caso in cui il costo sostenuto per la corresponsione dell’indennità chilometrica agli operai idraulico forestali sia minore del dieci per cento di quella corrisposta nello stesso periodo del precedente anno (al netto della percentuale di incremento o decremento annuo del costo del carburante). 10.5. Trattamento di fine rapporto (TFR) degli Operai Idraulico Forestali (O.I.F.). Il primo dato emergente in proposito è che fino al 29 luglio1994, data in cui il (primo) Commissario straordinario dell’epoca delibera il primo bilancio dell’Azienda per il medesimo anno in corso, la Regione non aveva (come non ha ancora) 24 Peraltro, anche il rimborso chilometrico risulta tra le questioni che hanno dato luogo a contenzioso di vario genere. 25 Trattasi del compenso corrisposto dalla Regione agli enti anzidetti, a titolo di spese generali, per gli interventi di cui all’art.12 della legge regionale n. 20 del 1992 e determinato, per il 2007, nella misura, relativamente ai prime due enti, non superiore al 6% del relativo costo (art.28, comma 6, del sopra citato collegato). 29 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 provveduto all’accantonamento delle somme relative al TFR per i lavoratori degli ex Uffici Legge Speciale (poi Uffici Provinciali Forestali) transitati alle dipendenze dell’AFOR. L’onere finanziario anzidetto, ammontante all’importo presunto di 32 milioni di euro circa, costituisce un credito dell’Azienda nei confronti della Regione, in quanto anteriormente alla data di cui sopra i lavoratori de quibus dipendevano direttamente dall’Ente Regione. La medesima questione è insorta anche per quei i lavoratori che, a seguito della dismissione dell’attività di forestazione da parte dell’ARSSA (già ESAC e ancor prima OVS) ai sensi della legge regionale 14.12.1993, n.15, di istituzione appunto dell' Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura, sono stati trasferiti all’AFOR, una volta subentrata quest’ultima nello svolgimento dell’attività anzidetta. La spettanza del relativo accantonamento, del presunto importo complessivo di euro 16 milioni, è, però, attualmente oggetto ancora di una vertenza giudiziaria tra l’Azienda forestale e l’Agenzia per l’Agricoltura, sicché, nelle more, il competente Dipartimento regionale ha chiesto all’AFOR, al fine di evitare aggravi di spesa a seguito di eventuali controversie con i dipendenti a mano a mano aventi diritto alla liquidazione del TFR, di provvedere all’anticipazione delle somme relative al trattamento maturato ma non accantonato o, comunque, non trasferito dall’ARSSA all’AFOR. Quanto sopra costituisce indubbio esempio di cattivo andamento della gestione della cosa pubblica, comportante un potenziale ma sicuramente prevedibile danno erariale - essendo entrambi i contendenti organismi pubblici e addirittura enti strumentali della stessa Regione – presuntivamente da quantificarsi, al momento conclusivo della vertenza in corso, perlomeno, nella misura delle spese di causa e legali, degli interessi di mora e degli ulteriori oneri accessori che, difatti, saranno fatti gravare su quale che sia ente strumentale risulti alfine soccombente. La Sezione, allo stato, non può che prendere atto del fatto che l’AFOR non riesce, ormai da tanti anni, a recuperare i crediti vantati relativamente agli accantonamenti anzidetti e che, tuttavia, rimangono iscritti come residui attivi nel bilancio dell’Azienda, per un importo di 42 milioni di euro circa (capitolo di entrata 2001112). La stessa somma risulta anche come residuo passivo al capitolo di uscita 3121212. La circostanza in questione, unitamente peraltro a quella delle partite sospese (v.sopra) non appare certamente ininfluente ai fini della verifica dell’ (effettivo) equilibrio di bilancio dell’ente, sia a preventivo che a consuntivo e, di converso, del del deteriore fenomeno dei debiti fuori bilancio, ciò che investe, al dunque, obbligo 30 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 dei rispetto dei principi di veridicità e attendibilità che devono contraddistinguere tutti i bilanci delle Amministrazioni pubbliche, ivi compresa ovviamente l’AFOR. Inoltre, ancora sul TFR, la Sezione rileva come non siano state adeguatamente riscontrate (mediante cioè l’adozione delle effettive e concrete misure necessarie) le pur reiterate osservazioni in passato avanzate dal Collegio dei revisori e consistenti, in particolare, nell’invito a procedere alla rivalutazione per legge degli accantonamenti, nonché all’opportuno investimento delle somme -allo stato giacenti sul c/c speciale aperto presso la filiale CARIME di Catanzaro per un importo, al 31.12.2005, di euro 12.313.631,18- in forme tali che, garantendo ovviamente la sorte capitale, siano in grado altresì di restituire un congruo rendimento. Di contro, sembra emergere un utilizzo improprio degli accantonamenti TFR, talora fungendo essi come una sorta di riserva di liquidità cui attingere (alla stregua di una anticipazione di cassa) per potere corrispondere le paghe degli OIF negli ultimi mesi dell’anno, cioè allorquando viene concretamente all’evidenza l’insufficienza degli stanziamenti di bilancio come iscritti e accertati in entrata, rispetto alle voci di spesa previste all’inizio dell’anno, nei competenti capitoli di uscita, in misura del tutto sottostimata. E’ evidente il duplice profilo negativo scaturente da quanto precede: da un lato, la sottrazione, sia pure temporanea, alle legittime opportunità di proficuo investimento degli accantonamenti medesimi, dall’altro, il rischio (non solo teorico come dimostra la vicenda della controversia tra i due enti strumentali sopra accennata) di ritrovarsi l’Azienda nella condizione di non poter fare fronte alle necessità della legittima destinazione (l’esborso) del TFR maturato dagli aventi diritto. I vertici dell’AFOR, in sede di controdeduzioni, hanno “contestato” la fondatezza del dato fattuale e delle correlate perplessità in ordine al punto in discussione:la Sezione non può che riservarsi ulteriori accertamenti e le opportune iniziative di propria competenza. 11. I Controlli Interni Attualmente, la situazione dei controlli interni è la seguente: - non è stato adottato il controllo di gestione e non è stato ancora definito il progetto del sistema di controllo, né sono state individuate le unità responsabili della gestione del controllo medesimo; - non esiste uno strumento informatico che supporti il controllo di gestione; - non sono stati costituiti uffici preposti all’attività di controllo strategico; 31 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 - è stato costituito invece il nucleo di valutazione della dirigenza e approvato il relativo regolamento di funzionamento. Tale nucleo ha iniziato ad operare in data 1/9/2004 ma non risulta effettuata alcuna valutazione di sintesi dei dirigenti ai fini dell’erogazione delle indennità di risultato e i dirigenti non hanno ricevuto l’indennità di risultato neanche per l’anno 2004. Ciò premesso, risulta meritevole di positiva annotazione il fatto che il CdA dell’Azienda, in data 11 luglio 2006, abbia approvato un articolato documento in cui viene prospettata una nuova struttura organizzativa dell’AFOR. Il documento prelude al regolamento funzionale dell’Azienda e alla relativa dotazione organica. La ipotizzata struttura organizzativa prevede la istituzione, presso la Sede Centrale, di sei Servizi: - Servizio Forestazione e Conservazione del Suolo; - Servizio Foreste; Servizio Affari Generali; - Servizio Ragioneria e Bilancio; - Servizio Legale e Gestione delle Risorse Umane; - Servizio Controllo di Gestione. La istituzione, in particolare, di quest’ultimo servizio, risponde, esplicitamente, alle sollecitazione avanzate in sede istruttoria da questa Sezione e prevede lo svolgimento di un apposito Controllo Tecnico ed Amministrativo sulla gestione dei lavori da parte dei primi due Servizi sopra citati, nonché sulla gestione delle aziende faunistiche e dei vivai. 12. Il “Fondo Sollievo” Nello stato previsionale dell’esercizio 2006 risulta iscritta la somma di € 18.000.000,00 (capitolo di entrata 21010008 - risorse autonome- capitolo di spesa 31010111 di pari importo) destinata alla realizzazione del programma regionale di valorizzazione, salvaguardia, manutenzione, ripristino e recupero dei territori montani di cui all’art. 1 della legge regionale 2.03.2005, n. 8 (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2005). Trattasi del finanziamento (oltre alla somma di € 14.611.702,80 rinveniente dal Consuntivo AFOR 2005 –residui passivi), della società consortile denominata FONDO SOLLIEVO, partecipata pressoché interamente dall’AFOR, preposta alla realizzazione dei programmi regionali di cui sopra nell’ambito degli enti locali (7 Comuni ed una Comunità Montana) meglio specificati ai commi 4 e 5 dell’art. 1 della legge regionale dianzi pure citata. Ciò premesso, la Sezione conviene sulla necessità, evidenziata dal Collegio dei revisori dell’AFOR nella propria Relazione al Bilancio preventivo dell’AFOR per l’esercizio 2006, di portare all’opportuna e debita conoscenza sia del Consiglio di 32 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Amministrazione dell’AFOR sia dei competenti Organismi di controllo, tutta la relativa documentazione necessaria allo svolgimento delle verifiche sulla gestione della partecipata. - Per ovvie ragioni, lo stesso è a dirsi, inoltre, per quanto concerne la verifica dell’andamento del progetto “Puliamo la Calabria”, iscritto anch’esso tra gli stanziamenti dei bilanci dell’AFOR. 13. PATRIMONIO – BENI L’AFOR provvede all’amministrazione dei seguenti beni affidati dalla Regione: - foreste, terreni, fabbricati ed impianti esistenti nel territorio regionale, già facenti parte del demanio forestale dello Stato o compresi nel patrimonio dell’azienda di Stato per le foreste demaniali o comunque da essa amministrati e trasferiti alla Regione in attuazione dell’art. 11 della legge 281/1970; - foreste e terreni suscettibili di coltura forestale che in qualsiasi modo perverranno alla Regione. Il patrimonio dell’Azienda è costituito anche da beni mobili compresi quelli esistenti presso le foreste, i fabbricati e gli impianti di cui ai punti precedenti. I boschi ed i terreni che a qualsiasi titolo perverranno all’Azienda entrano a far parte del patrimonio indisponibile della Regione. - L’AFOR partecipa al 30%, valore € 309.737,07, al capitale della Società Centro Agroalimentare Calabria Spa. E’ stato chiesto all’Azienda di fornire i dati relativi al patrimonio gestito in termini di terreni, fabbricati ecc., nonché la ubicazione di tale patrimonio per singole province ed il valore di tale patrimonio. L’AFOR non ha prodotto i dati complessivi così come richiesti, ma ha prodotto solo dati parziali e più precisamente ha comunicato (peraltro soltanto con nota del 15 corrente) che gestisce, al 31.12.2005, un patrimonio di n. 53.360 ettari di terreni e n. 187 fabbricati. VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO FORESTALE, AMMINISTRAZIONE DEI BENI AFFIDATI DALLA REGIONE L’Azienda, come già ricordato, svolge una duplice attività: -esecuzione degli interventi funzionali alla difesa ed alla salvaguardia del suolo, secondo le linee dettate dal Programma triennale di forestazione e dal Piano Attuativo annuale sia su terreni privati detenuti in occupazione temporanea e sia su terreni demaniali; amministrazione dei beni di proprietà della regione. Il demanio regionale è costituito da circa 54.000 ettari di terreno a prevalente destinazione forestale nonché dai fabbricati e relative pertinenze ivi 33 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 insistenti. L’Azienda denuncia di non aver mai ricevuto dalla Regione Calabria fondi da destinare specificamente alla valorizzazione del patrimonio regionale e che, finora, ha destinato a tale fine gran parte del proprio (presunto) avanzo netto di amministrazione. 14. Costituzione Aziende produttive (artT. 30 e 31 l. istitutiva) L’ A.FO.R., per le finalità e nei limiti di cui all’ art. 31, può costituire: a) Aziende per la utilizzazione del legno di prima lavorazione; b) altre Aziende di trasformazione dei prodotti di bosco. Per la gestione delle Aziende di cui all'art. 30 devono essere utilizzati lavoratori forestali. Le eventuali Aziende costituite potranno essere concesse per tre anni rinnovabili in gestione a cooperative di operai forestali di età compresa tra i 21 e i 40 anni, a condizione che gli stessi siano esclusi dagli elenchi anagrafici di settore alla fine del primo triennio di concessione e che siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge. L’AFOR, appositamente interpellata, ha comunicato che non ha sinora costituito Aziende produttive ex art. 30. ----- LE ATERP CALABRESI 1. PREMESSA. CENNI STORICI E QUADRO NORMATIVO. La legislazione specifica sull’edilizia residenziale pubblica e la conseguente costruzione di alloggi destinati alle famiglie in condizioni economiche modeste hanno avuto in Italia una lunga tradizione che, partendo dall’inizio del XIX secolo si è sviluppata, successivamente, in tre grandi fasi. Infatti, gli Istituti Autonomi per le Case Popolari (IACP, oggi ATERP nella Regione Calabria), originano dalla legge n. 251 del 31.5.1903 (legge Luzzatti) che è la prima legge promulgata in Italia per favorire la costruzione di case popolari. Il provvedimento si inseriva nel quadro di una politica sociale che, avendo di mira “il bene casa", diffuse in Italia forme nuove di enti economici e l'intervento dello Stato a beneficio dei ceti popolari. Alla prima delle tre fasi ulteriori appartengono i provvedimenti legislativi succedutisi dal primo dopoguerra al 1971, tutti basati sul quadro giuridico introdotto dal Testo Unico sull'Edilizia Popolare ed Economica del 1938 (R.D. 28 aprile 1938, n.1165). In particolare, le scelte legislative del periodo 1947-1954, che traggono origine dalla necessità della ricostruzione postbellica (fra le principali leggi relative al settore vi è la cosiddetta legge Tupini n.408 del 2.7.1949) costituiscono una svolta 34 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 determinante per gli I.A.C.P., in quanto essi non agiscono più esclusivamente per conto proprio (e qualche volta per conto e in accordo con i Comuni), ma diventano strumenti di esecuzione e di gestione per conto terzi (Stato, Ina-Casa, Gescal). La seconda fase (1971-1995) è caratterizzata dalla legge quadro sulla casa n.865 del 22 ottobre 1971, istitutiva degli IACP come unici referenti dello Stato in materia di edilizia residenziale pubblica e dalle leggi n.10 del 28 gennaio 1977 sul regime dei suoli, n.513 dell'8 agosto 1977 sulla vendita degli alloggi e n.457 del 5 agosto 1978 (piano decennale per l'edilizia). Con la testè citata legge n.865/71 venne introdotto il principio di una programmazione unitaria di tutti gli interventi di edilizia residenziale pubblica e si operò la riorganizzazione degli organi e degli enti preposti a tale scopo, provvedendo all'eliminazione di tutti gli enti pubblici operanti nel settore con la sola eccezione degli IACP, di fatto trasformati da Enti Pubblici Economici ad Enti Pubblici non economici con prevalenza, pertanto, dell'attività pubblico-assistenziale. La legge istituì, altresì, un nuovo organo centrale, il CER (Comitato per l'Edilizia Residenziale) per la distribuzione dei fondi previsti in esecuzione dei programmi pubblici di edilizia residenziale alle singole Regioni, alle quali veniva affidata la localizzazione degli interventi e la loro attuazione mediante la scelta dei soggetti esecutori pubblici (IACP) e privati (cooperative edilizie). Ancora nella seconda fase, notevole è l'importanza della legge n.457/78 che ha previsto un piano decennale di edilizia residenziale riguardante: - gli interventi di edilizia sovvenzionata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio degli enti pubblici; - gli interventi di edilizia convenzionata e agevolata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio esistente; - l'acquisizione e l'urbanizzazione di aree destinate agli insediamenti residenziali. Tutto ciò permise un intensificarsi dell'attività costruttiva, alla quale si unì anche quella del recupero, novità assoluta per gli Istituti. Infine, negli anni Novanta, le Regioni vengono chiamate a svolgere funzioni di programmazione e di controllo (Dlgs n.112/98). In particolare, le Regioni devono provvedere: ad individuare il fabbisogno abitativo nel territorio regionale; alla determinazione delle linee di intervento e degli obiettivi nel settore; alla formazione di programmi quadriennali e progetti biennali di intervento per l’utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili; a ripartire gli interventi per ambiti territoriali; ad individuare i soggetti incaricati della realizzazione dei programmi edilizi; all’ attività di controllo. 1.2. Ed è in un siffatto contesto che si giunge, quindi, alla promulgazione della (tuttora vigente) legge della Regione Calabria 3 agosto 1996, n. 27, 35 con la Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 quale si delibera la trasformazione degli IACP in Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP), definite come “enti pubblici dotati di personalità giuridica e di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile” (art.6, co. 2). Lo stesso articolo di legge prevede che “successivamente all’entrata in vigore della legge quadro di riassetto degli IACP, con legge regionale le ATERP saranno trasformate in enti pubblici economici dotati di autonomia patrimoniale e imprenditoriale”. Tale previsione legislativa non è stata attuata. Risulta, invece, elaborata, di recente, da parte dell’Assessorato regionale ai Lavori pubblici competente per materia, un’articolata e diversa proposta di riforma che prevede, nel più ampio contesto di un quadro programmatorio (finalmente organico e finalizzato alla definizione di articolate linee di “politica abitativa” anche in Calabria), la trasformazioni delle attuali ATERP in ARES (Aziende per la Residenza e i Servizi), laddove il cambio di denominazione non è solo nominalistico, in quanto si stabilisce che “Le ARES sono enti pubblici non economici e non dipendenti dalla Regione, che esercita il controllo su di essi nelle forme previste dagli articoli 56 e 57” di cui alla stessa proposta. 2. Premesso quanto precede, appare opportuno, a questo punto, sia pure brevemente e nei limiti che sono propri di questa sede, sciogliere, de jure condito, la riserva formulata dalla Sezione in occasione del primo referto in ordine alla natura istituzionale delle attuali ATERP. In proposito, la problematica nasce dai rapporti storicamente non facili tra le Aziende de quibus e l’Ente Regione e, più precisamente, dal fatto se leprime siano da considerarsi “enti strumentali” della seconda. In sede istruttoria, quasi tutte le ATERP hanno espresso perplessità al riguardo, derivanti, principalmente, dalla circostanza per cui i loro bilanci non vengono allegati al bilancio regionale nonché dal fatto che non ricevono fondi dalla Regione, se non in quote limitate, ma prevalentemente dallo Stato (tuttora fondi CIPE residui). E’ stato possibile rilevare che tale questione ha ingenerato confusione e fraintendimenti nell’applicazione di alcune delle norme regionali che, nel corso degli anni, hanno previsto una serie di adempimenti di cui sono destinatari, genericamente, gli “enti strumentali”. Naturalmente, la soluzione concreta e definitiva, è d’uopo precisarlo, è di stretta competenza degli organi della Regione preposti al controllo e vigilanza sulle Aterp o, meglio ancora, in ultima ed esaustiva analisi non può che essere demandata, in via di interpretazione autentica o in sede di riforma, più propriamente al legislatore regionale. 36 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Allo stato attuale, possono, comunque, in proposito, formularsi alcune considerazioni di carattere generale. Le attuali ATERP sono, ovviamente, enti pubblici, trovandosi in una chiara relazione di diretta dipendenza con la Regione, ravvisabile sia nella fase genetica della costituzione, sia nella fase dello svolgimento dell'attività (approvazione degli atti fondamentali, dei bilanci, vigilanza e controllo da parte dell’Ente Regione). Se si ha riguardo, poi, alla specificità della relazione che lega le ATERP alla Regione, esse possono anche essere definite enti strumentali, nel senso che si trovano in un rapporto di servizio con la Regione tale da agire quale amministrazione indiretta del massimo Ente pubblico territoriale. In altri termini, l'attività svolta dalle ATERP avrebbe potuto essere affidata ad organi propri della Regione, ma, per ragioni di snellezza operativa, è stato creato un ente pubblico distinto, sia pure in posizione di strumentalità. Tale dipendenza, siccome già anticipato, si riscontra nella ingerenza più o meno estesa che la Regione esercita non solo nel momento genetico della costituzione ma, altresì, in quello funzionale dell’attività delle ATERP, attraverso l’esame e l’approvazione degli atti fondamentali, del bilancio preventivo e del rendiconto, l’esercizio dei poteri di vigilanza e di controllo, ecc. L’attività delle ATERP, insomma, è disciplinata, coordinata e controllata dall'Ente Regione, talché il mero discrimine derivante dalla individuazione delle fonti di finanziamento (autofinanziamento da entrate proprie e/o risorse esogene che siano) non sembra decisivo, in quanto il vero elemento discretivo appare quello della appartenenza della funzione dalle ATERP svolta, cioè, della individuazione del soggetto dell’ordinamento che di tale funzione sia titolare. Orbene, tutta la problematica della individuazione dei soggetti pubblici competenti e della ripartizione tra di essi dei compiti di intervento (insomma il riparto di attribuzioni tra le componenti della Repubblica di cui all’art.114 Cost.) deve essere (ri)esaminata, anche in materia di edilizia residenziale pubblica, alla luce della modifica del titolo V della Costituzione di cui alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Nel nuovo assetto26, né la materia dell’edilizia né quella dell’urbanistica risultano espressamente menzionate, mentre si individua, tra le materie soggette a legislazione concorrente, quella relativa (genericamente) al “Governo del Territorio”. A questo punto, se si deve partire, in ossequio al principio della tassatività, dalla constatazione che l’edilizia non è menzionata tra le materie espressamente 26 In particolare, quanto all’esercizio della potestà legislativa, l’art.117 Cost. individua tre diversi ambiti: - quello esclusivo dello Stato, ove si esercita pienamente la funzione legislativa statale, con possibilità di delega alle Regioni della sola potestà regolamentare; - quello concorrente tra Stato e Regioni, ove le potestà legislativa e regolamentare spettano alle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservati alla legislazione statale; - quello esclusivo delle Regioni, in ogni materia non rientrante espressamente nei primi due ambiti anzidetti. 37 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 riservate allo Stato, né tra quelle soggette a potestà legislativa concorrente, ne discende, allora, ch’essa è compresa tra quelle rientranti, in via residuale appunto, nell’ambito della potestà legislativa esclusiva delle Regioni. Ove, invece, si volesse seguire l’indirizzo che riconduce l’edilizia nell’alveo della azione di “governo del territorio”, essa dovrebbe rientrare nella potestà legislativa concorrente, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservati sempre alla legislazione dello Stato. Ad ogni modo e per concludere sul punto, entrambe le ipotesi anzidette, come si può vedere, sembrano in ogni caso confermare o, comunque, non contraddicono l’assunto iniziale circa la natura di enti strumentali della Regione rivestita dalle ATERP, in un rapporto di servizio con la Regione medesima tale da poterle configurare, come già accennato, quali soggetti di amministrazione indiretta del massimo Ente pubblico territoriale. 3. COMPITI, FINALITA’ E FUNZIONI. Con riguardo all'oggetto dell'attività svolta, allo stato attuale le ATERP della Regione Calabria sono da annoverare nell’ambito degli enti pubblici non economici, in quanto caratterizzate dallo svolgimento sussidiario di attività economica rispetto ai fini istituzionali di natura pubblicistica, laddove gli enti pubblici economici sono invece connotati dallo svolgimento esclusivo (o perlomeno prevalente) di attività economica, che, pur se ovviamente strumentale rispetto al perseguimento del pubblico interesse, ha prevalentemente ad oggetto l'esercizio di una impresa, diretta a conseguire un profitto o quanto meno a coprire i costi. A differenza degli enti pubblici economici, titolari di imprese di diritto comune e operanti istituzionalmente in vista della remunerazione delle prestazioni rese e della destinazione dei prodotti per il mercato, le ATERP non producono per il libero mercato, così come non sono libere nella scelta dei destinatari delle prestazioni dei servizi e dei beni prodotti, e neppure di stabilire la misura delle remunerazioni delle prestazioni rese ai beneficiari. L'attività delle ATERP è incentrata esclusivamente nel settore dell'edilizia sociale sovvenzionata attraverso la provvista dell'alloggio (in proprietà o in locazione) ai lavoratori e alle famiglie meno abbienti, secondo i limiti fissati dalla legge.27 27 Appare utile riportare almeno in nota il significato (il contenuto) delle definizioni correnti in materia. Edilizia sovvenzionata L'edilizia sovvenzionata è costruita a totale carico dello Stato attraverso le Regioni e gli enti locali. Si realizza mediante interventi diretti del Comune o delle Aziende territoriali per l'edilizia residenziale. In sostanza si tratta di alloggi meglio conosciuti come Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) o case popolari. Le aree individuate vengono acquistate da parte del Comune mediante l'esproprio (legge n. 865/1971, art. 35 e successive modifiche). È anche possibile attuare interventi di edilizia sovvenzionata al di fuori del Peep, ove questo non sia stato ancora approvato, ma nell'ambito delle aree residenziali previste nel Prg. 38 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 - Come già detto, le ATERP sono state istituite con la legge regionale n. 27/1996 e sono in tutto cinque, una per ciascun territorio provinciale. Il bilancio di previsione ed il conto consuntivo sono redatti, secondo quanto prescritto dall’art. 19 della legge istitutiva, in conformità ai principi della legislazione statale e regionale in materia e sulla base dello schema di bilancio tipo approvato con il decreto interministeriale 10/10/1986, n. 3440. In allegato al bilancio consuntivo, le ATERP devono fornire dettagliati elementi informativi sui costi delle attività espletate e dei servizi prestati e sui corrispettivi introitati. Le ATERP inviano annualmente alla Giunta regionale (per il successivo inoltro al Consiglio regionale): una relazione sull'attuazione dei programmi di ERP e delle attività svolte e una copia del Bilancio preventivo e consuntivo. La Giunta regionale, sulla base degli indirizzi formulati dal Consiglio regionale, esercita la vigilanza sull'amministrazione delle ATERP e può disporre ispezioni e verifiche. Sono atti soggetti all'approvazione della Giunta regionale le deliberazioni riguardanti lo Statuto della Azienda, il Regolamento del personale e la pianta organica, il Bilancio previsionale ed il Conto Consuntivo. Il decentramento amministrativo. La Legge regionale n. 34/02, recante il riordino delle funzioni amministrative regionali e locali, alla sezione I si occupa di Edilizia Residenziale Pubblica, prefigurando le funzioni riservate alla Regione (art. 64) e quelle da attribuire alle Province (art. 65) e ai Comuni (art. 66). Alla Regione sono riservate le funzioni concernenti: a) le iniziative di coordinamento con i Comuni e le Province per la realizzazione dei programmi di ERP; b) la disciplina, la distribuzione e il trasferimento alle Province delle risorse In quest'ultimo caso, è prevista l'assegnazione alle Ater solo del diritto di superficie (legge n. 865/1971, art. 51 e successive modificazioni). Edilizia convenzionata L'edilizia convenzionata, viene attuata da operatori privati (imprese di costruzione, cooperative) che si convenzionano col Comune accordandosi soprattutto sul prezzo di cessione degli alloggi da realizzare. È principalmente presente nell'ambito delle lottizzazioni private, in cui i soggetti che realizzano le abitazioni devono spesso sopportare anche gli oneri economici per le opere di urbanizzazione necessarie. Edilizia agevolata Lo Stato interviene favorendo la costruzione di alloggi da destinare a prima abitazione, attraverso la erogazione di contributi destinati alle singole famiglie, in misura proporzionale al reddito, in conto interessi e a fondo perduto. In pratica viene concesso alle famiglie che acquistano la prima casa un mutuo agevolato facendo si che una quota degli interessi siano a carico dello Stato. In questo tipo di intervento sono le imprese di costruzione a richiedere direttamente i finanziamenti alle Regioni o agli enti locali. È possibile rivolgersi ai comuni per avere informazioni sui programmi ammessi ai finanziamenti agevolati (servizio espropri e Peep del Comune). 39 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 finanziarie destinati al settore; c) la verifica ed efficienza dei programmi e la utilizzazione delle risorse finanziarie; d) l’elaborazione degli indirizzi per l’assegnazione degli alloggi; e) la determinazione dei canoni. Alle Province sono attribuite le funzioni concernenti: il rilevamento del fabbisogno abitativo in collaborazione con i Comuni; l’individuazione delle tipologie di interventi idonei a soddisfare i fabbisogni rilevanti; la localizzazione degli interventi; l’individuazione dei soggetti attuatori; ecc. Ai Comuni sono attribuite le funzioni relative all’assegnazione degli alloggi e all’accertamento dei requisiti soggettivi ed oggettivi per l’accesso ai finanziamenti. In ordine al decentramento amministrativo, così come previsto dalla predetta legge n.34, sono stati finora adottati dall‘Ente Regione due provvedimenti: con delibera di Giunta Regionale n.943/2005, è stato disposto, in via temporanea, il conferimento della delega di funzioni amministrative alle Province; con successivo decreto attuativo (n. 20394 del 14/12/2005 ) del Dirigente Generale del Dipartimento LL.PP., è stato disposto il trasferimento alle Province di tutta una serie di funzioni e compiti amministrativi in materia di ERP, dal 1.1.2006. Tuttavia, in effetti, il processo di decentramento è ancora sulla carta, essenzialmente per la difficoltà di trasferire, in uno alle funzioni, anche gli strumenti e i mezzi (in primis il personale e le correlate provviste finanziarie). 4. IL CAMPO D’AZIONE DELL’ATERP L’ATERP deve provvedere: a) ad attuare interventi di edilizia residenziale sovvenzionata, agevolata e convenzionata diretti alla costruzione di nuove abitazioni e relative pertinenze e attrezzature residenziali ed extra residenziali; all'acquisto e al recupero di abitazioni e immobili degradati, nonché agli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria, infrastrutture e servizi, di riqualificazione urbana ed ambientale; ad istruire, tenere e aggiornare l'anagrafe provinciale degli assegnatari degli alloggi di ERP, ecc.; b) a progettare programmi integrati e programmi di recupero urbano e/o attuare opere di edilizia e di urbanizzazione per conto di enti pubblici o di privati; c) a svolgere attività per nuove costruzioni e/o per il recupero del patrimonio immobiliare esistente, collegate a programmi di edilizia residenziale pubblica; d) a gestire il patrimonio proprio e quello ad essa affidato da altri enti pubblici, nonché a svolgere ogni altra attività di edilizia residenziale pubblica rientrante nei fini istituzionali e conforme alla normativa statale e regionale; e) a stipulare convenzioni con gli Enti locali e con altri operatori per la progettazione e/o l'esecuzione delle azioni 40 consentite ai sensi delle lettere Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 precedenti, nonché accordi di programma con operatori e soggetti istituzionali, europei, nazionali e territoriali; f) a svolgere attività di consulenza ed assistenza tecnica, studio, ricerca e sperimentazione a favore di operatori pubblici e privati; g) a intervenire, con fini calmieratori, sul mercato edilizio, realizzando abitazioni per locarle o venderle a prezzi economicamente competitivi, secondo i prezzi praticati nell’ ambito dell'edilizia residenziale pubblica; h) a formulare proposte sulle localizzazioni degli interventi di edilizia residenziale pubblica e sui programmi di riqualificazione urbana; La Regione, dal canto suo, deve assicurare il concreto svolgimento delle attività e delle funzioni sopra elencate, prioritariamente attraverso la programmazione ordinaria delle risorse di ERP, ed inoltre con l'assegnazione di ulteriori finanziamenti comunque programmati o disponibili, nonché mediante ogni iniziativa diretta a rendere effettiva l'attività di agenzia tecnica di supporto agli Enti locali e territoriali, anche per compensare la differenza tra tariffe agevolate, in favore dell'utenza a basso reddito, e prezzi di mercato. 5. STRUTTURA E ORGANI In base all’art. 9 della legge regionale istitutiva, ciascuna Azienda Territoriale di Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) costituisce una struttura organizzativa articolata in: un settore amministrativo: un settore tecnico; servizi ed uffici. Sono Organi dell’ATERP: a) il direttore generale; b) il collegio dei revisori dei conti. Le funzioni di direzione generale e di coordinamento di ciascuna ATERP sono svolte dal Direttore generale, che viene nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale adottato su proposta dell’Assessore ai Lavori pubblici. Il Direttore Generale è coadiuvato dal direttore amministrativo e dal direttore tecnico i quali forniscono pareri obbligatori sugli atti relativi alle rispettive competenze. Attualmente, a capo (di ciascuna) delle cinque Aterp risultano insediati dei “Commissari straordinari” con i poteri che la legge attribuisce ai Direttori Generali. 41 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Tale situazione dura fin dal 2001, anno in cui i Direttori generali sono stati dichiarati decaduti con Delibera della Giunta Regionale per gravi inefficienze e si è proceduto alla nomina del Commissari in quanto non si era ancora provveduto alla formazione dell’elenco degli aspiranti a Direttore Generale. L’anomalia peculiare della situazione anzidetta è sottolineata anche dal fatto che un organo monocratico, il commissario straordinario, sostituisce un altro organo monocratico, il direttore generale. COLLEGIO DEL REVISORI Il Collegio dei Revisori dei Conti di ciascuna ATERP è composto di tre esperti in materia di amministrazione e contabilità, iscritti nel registro dei revisori contabili e residenti nella Provincia ove ha sede l'Azienda. I collegi dei revisori delle cinque Aterp risultano tutti regolarmente costituiti. Al Collegio compete, in via primaria, la funzione di controllo generale di legittimità e di merito su tutti gli atti che implicano impegni finanziari di bilancio, nonché il controllo sulla regolarità contabile e fiscale e la vigilanza sulla gestione economico finanziaria dell'Ente. Il Collegio è altresì tenuto ad attestare la rispondenza del rendiconto consuntivo alle risultanze della gestione. Nel corso dei cinque anni, si rileva un notevole cambio di composizione dei Collegi stessi. All’Aterp di Catanzaro si sono alternati n. 6 collegi, n. 4 nell’Aterp di Cosenza così come in quella di Reggio Calabria. E’ stato chiesto di comunicare se il Collegio dei revisori, a termini dell’art. 15 co. 5 della legge istitutiva, avesse riferito alla Giunta Regionale in merito a eventuali gravi irregolarità nella gestione dell'Ente. Soltanto il Collegio dei revisori dell’Aterp di Vibo Valentia ha segnalato di avere fatto, nel mese di ottobre del 2005, una comunicazione per non meglio definite “carenze ed inadeguatezze amministrative” varie. Infine, presso ciascuna ATERP è costituito un Comitato Tecnico che esprime parere obbligatorio sugli atti tecnici ed economici relativi agli interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata o agevolata realizzati dai Comuni;circa la congruità economica dei programmi di intervento di edilizia sovvenzionata ,ecc. GLI ATTI FONDAMENTALI La legge istitutiva prevede atti che possono definirsi fondamentali per il funzionamento dell’Azienda e che sono soggetti all'approvazione della Giunta regionale. Essi sono: lo Statuto (art. 8), il Regolamento del personale e la pianta 42 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 organica, il Bilancio previsionale ed il Conto Consuntivo (art. 20, comma 3). Attualmente risultano adottati ed approvati tutti gli Statuti. . 6. I CONTROLLI INTERNI Non risulta che le Aterp abbiano istituito il controllo di gestione, ad eccezione di quella di Crotone che lo ha attivato nel 2002. Il controllo interno di regolarità amministrativa e contabile viene svolto dal Collegio dei revisori e, per quanto di spettanza, dal Direttore Amministrativo. Le Aterp non hanno istituito neanche il controllo strategico, mentre, conformandosi ad un orientamento di autoreferenzialità purtroppo largamente diffuso28 , hanno costituito soltanto il Nucleo di valutazione dei dirigenti. Trattasi di carenze a livello sistemico e strutturale che impediscono qualsiasi seria possibilità di tutelare effettivamente l’obiettivo della buona governance delle Aziende di che trattasi. 8. PERSONALE IN SERVIZIO Al 31.12.2005, il personale complessivamente ATERP ammonta a n. 245 unità, in servizio presso le cinque di cui 20 dirigenti, n.184 tra funzionari ed impiegati a tempo indeterminato e n. 41 unità a tempo determinato. Nel corso del 2005 sono state assunte in totale n. 44 unità di personale (5 tra funzionari e impiegati a tempo indeterminato e n. 39 a tempo determinato o a progetto). Sempre in totale, nel corso dei cinque anni sono state assunte, tra personale a tempo determinato e indeterminato, n. 73 unità di personale. Nel 2005, l’ATERP di COSENZA ha assunto n. 21 unità di personale “a tempo determinato fuori dotazione organica”e l’ATERP di VIBO VELENTIA n. 18 “collaboratori a progetto” a tempo determinato; l’ATERP di REGGIO CALABRIA n. 5 unità di personale, mediante la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Si sono registrate altalenanti variazioni nell’ATERP di CROTONE, laddove si è passati da n. 8 dirigenti nel 2002 a n. 2 dirigenti nel 2003 e nel 2004 e infine a n. 4 dirigenti nel 2005. Nel complesso, il personale effettivamente in servizio presso l’ATERP di Crotone è diminuito da un totale di 48 unità nel 2002 ad un totale di 12 unità nel 2003. L’Azienda anzidetta, nel 2003, ha dovuto procedere, al licenziamento di un certo numero di unità personale, assunte illegittimamente nel 2002. 28 Sul punto, cfr. Sez. controllo Calabria, Relazione su Il funzionamento dei controlli interni con riferimento ad un campione di dieci Comuni della Regione Calabria, Adunanza del 19 gennaio 2006. 43 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 L’art. 34 comma 1 della legge 289/2002 obbliga le Amministrazioni pubbliche ad effettuare la rideterminazione delle dotazioni organiche. Hanno ottemperato a tale obbligo di legge le ATERP di Catanzaro, di Cosenza, di Reggio Calabria e di Crotone. Non risulta che vi abbia ottemperato l’ATERP di VIBO VALENTIA. - Nel quadriennio 2001-2004 (i dati del 2005 non risultano ancora disponibili per mancata approvazione del consuntivo), la spesa media sostenuta dalle cinque ATERP per il trattamento economico del personale e i compensi agli organi si attesta intorno al12% delle uscite totali. Tale incidenza è passata dal 10% del 2001 al 13% del 2004 (per ogni singola Aterp si rinvia all’apposita tabella in appendice). 9. FONTI DI FINANZIAMENTO. BILANCI. ENTRATE. SPESE. Le fonti principali di finanziamento delle ATERP sono costituite da: - i rimborsi per spese tecniche e generali relative ai programmi di edilizia residenziale pubblica, nella misura stabilita dalla Giunta Regionale; -una quota dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, quale rimborso spese generale di amministrazione e di manutenzione, secondo i criteri e le modalità stabilite dalla normativa vigente; - i proventi dell’alienazione del patrimonio immobiliare nel rispetto delle disposizioni di leggi nazionali e regionali vigenti; - gli ulteriori proventi derivanti dalle attività varie previste dall’art. 7 della legge istitutiva. BILANCI PREVENTIVI E CONTI CONSUNTIVI Tali essenziali documenti contabili vengono redatti in conformità ai principi della legislazione statale e regionale e sulla base dello schema di bilancio tipo approvato con il D.I. n. 3440/86. In allegato al bilancio Consuntivo, le ATERP devono fornire dettagliati elementi informativi concernenti i costi delle attività espletate e dei servizi prestati e i corrispettivi introitati, specificando in particolare: -la quota dei costi generali non ripartibili; - la differenza, per i servizi espletati dietro corrispettivo, tra il prezzo di mercato e le tariffe agevolate in concreto applicate,ecc. Allo stato non risultano approvati i conti consuntivi relativi al 2005 delle ATERP di Cosenza e Reggio Calabria. Per quanto riguarda il bilancio di Previsione per l’esercizio 2006, risulta che le Aterp hanno approvato e trasmesso alla Regione i relativi bilanci. La Giunta regionale ha proceduto ad approvarli limitatamente ai tre dodicesimi dell’esercizio provvisorio (31 marzo 2006). 44 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Risulta anche che le Aterp, nelle more, hanno inteso come assentiti i bilanci per decorso del tempo a disposizione della Regione ed hanno proceduto a darvi applicazione. ENTRATE E TRASFERIMENTI Nei quattro anni presi in esame, le entrate complessive di tutte le Aterp ammontano a oltre 439 milioni di euro. La maggior parte delle entrate sono state riscosse dalle Aterp di Cosenza e Reggio Calabria con una media, sul totale, rispettivamente, del 36% e del 35%, seguono Catanzaro con 17,9% ed infine, con il 4,9% ciascuna, Crotone e Vibo Valentia. Più precisamente, per quanto riguarda le entrate in conto capitale, le ATERP risultano sorrette principalmente da finanziamenti statali. Irrisori sono i trasferimenti regionali. Non risultano, negli anni esaminati, trasferimenti da parte delle Province o dei Comuni o di altri enti pubblici o privati.29 - Nella tabella che segue si espongono, per ciascun esercizio e per ogni singola Azienda, i dati relativi ai (soli) trasferimenti (in termini di entrate accertate). I dati sono stati estratti dalla Sezione dai conti consuntivi approvati dalle singole ATERP nel quadriennio 2001-2004. 29 Sul piano delle risorse, in particolare per quanto riguarda la ERP sovvenzionata, quella cioè gestita dalle ATERP, la Regione non ha assunto alcuna disposizione legislativa in merito al finanziamento del settore. Gli unici proventi che si stanno utilizzando sono quelli derivanti dalla vendita di alloggi popolari ex art. 14 legge 560 del 1983. 45 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ATERP - TRASFERIMENTI DA REGIONE E STATO ANNO trasferimenti Regione % su totale accertamenti ATERP CZ ATERP CS ATERP RC ATERP VV ATERP KR trasferimenti Stato % su totale accertamenti 2001 0,00 0,0 7.279.348,34 15,2 2002 0,00 0,0 11.890.482,44 23,7 2003 0 0,0 13.474.458,90 23,8 2004 0 0,0 4.861.624,62 11,1 2001 60.023,81 72,9 10.775.513,33 22,5 2002 43.163,54 21,4 11.585.616,02 23,1 2003 43.163,54 100,0 14.371.839,41 25,4 2004 43.163,54 0,0 13.403.703,00 30,7 2001 0 0,0 20.133.781,31 42,0 2002 0 0,0 22.849.553,11 45,6 2003 0 0,0 22.659.830,51 40,0 2004 0 0,0 20.315.796,67 46,5 2001 0 0,0 1.248.271,10 2,6 2002 158.720,00 78,6 3.768.839,62 7,5 2003 0 0,0 5.367.327,20 9,5 2004 0 0,0 2.915.403,81 6,7 2001 22.351,94 27,1 8.511.634,34 17,8 2002 0 0,0 0 0,0 2003 0 0,0 787.730,47 1,4 2004 0 0,0 2.158.815,69 4,9 2001 82.375,75 100,0 47.948.548,43 100,0 2002 201.883,54 100,0 50.094.491,19 100,0 2003 43.163,54 100,0 56.661.186,49 100,0 2004 43.163,54 0,0 43.655.343,79 100,0 TOTALI compl.vi 370.586,37 media 18,5 25,4 43,5 6,6 6,0 100,0 198.359.569,90 Come ben si vede, l’Aterp di Reggio Calabria ha beneficiato della maggior parte dei trasferimenti statali (ammontanti ad oltre 198 milioni di euro complessivamente), con una media nel quadriennio del 43,5% sul totale di essi, seguono l’Aterp di Cosenza con una media del 25,4% e di Catanzaro con il 18,5%. Le Aziende di Vibo e Crotone chiudono la graduatoria con una media del 6% circa ciascuna. Nella ulteriore tabella che segue si espongono nuovamente i trasferimenti regionali e statali ma con riferimento alle entrate totali. 46 dati dei Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ATERP - TRASFERIMENTI DA REGIONE E STATO RISPETTO ALLE ENTRATE TOTALI ENTRATE TOTALI DA C/CONSUNT ANNO trasferimenti da Regione accertamenti (3) accertamenti (1) ATERP CZ ATERP CS ATERP RC ATERP VV ATERP KR trasferimenti da Stato accertam (4) %4/1 media %3/1 2001 17.064.747,26 0,00 7.279.348,34 42,66 0,00 2002 24.010.273,85 0,00 11.890.482,44 49,52 0,00 2003 23.958.343,93 0 13.474.458,90 56,24 2004 13.325.211,16 0 4.861.624,62 36,48 2001 36.481.569,60 60.023,81 10.775.513,33 29,54 0,16 2002 34.711.457,83 43.163,54 11.585.616,02 33,38 0,12 2003 36.451.746,95 43.163,54 14.371.839,41 39,43 2004 53.530.241,43 43.163,54 13.403.703,00 25,04 2001 30.608.700,19 0 20.133.781,31 65,78 0,00 2002 40.424.981,11 0 22.849.553,11 56,52 0,00 2003 45.314.403,60 0 22.659.830,51 50,01 2004 41.107.752,64 0 20.315.796,67 49,42 2001 2.811.504,40 0 1.248.271,10 44,40 0,00 2002 6.065.296,87 158.720,00 3.768.839,62 62,14 2,62 2003 7.454.410,91 0 5.367.327,20 72,00 2004 5.733.078,86 0 2.915.403,81 50,85 2001 10.072.502,16 22.351,94 8.511.634,34 84,50 0,22 2002 1.931.292,31 0 0 0,00 0,00 2003 3.646.221,80 0 787.730,47 21,60 2004 5.016.765,55 0 2.158.815,69 43,03 0,00 46,23 0,00 0,12 31,85 0,08 0,00 55,43 0,00 0,00 57,35 0,00 0,00 37,28 0,00 2001 97.039.023,61 82.375,75 47.948.548,43 49,41 0,08 2002 107.143.301,97 201.883,54 50.094.491,19 46,75 0,19 2003 116.825.127,19 43.163,54 56.661.186,49 48,50 2004 118.713.049,64 43.163,54 43.655.343,79 36,77 TOTALI GENERA LI 439.720.502,41 370.586,37 198.359.569,90 0,04 45,36 45,1 0,04 0,08 Dalla tabella si evince anche il grado di dipendenza delle Aziende rispetto ai trasferimenti statali. In media, nei quattro anni, le Aterp hanno ricevuto dallo Stato il 45% delle entrate. Con delle punte del 57% e 55% per le Aterp di Vibo e Reggio, del 46% per quella di Catanzaro e del 37% e 31% per le restanti Crotone e Cosenza. USCITE Nella apposita tabella in Appendice sono analiticamente riportano le uscite totali in termini di impegni negli anni presi in esame e che ammontano complessivamente ad euro 431.542.069,00. Così come per le entrate, anche per le uscite oltre i due terzi della somma complessiva è da attribuire alle Aterp di Reggio e Cosenza, rispettivamente, con il 36% ed il 33% in media nei quattro anni considerati (2001-2004). 47 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 SPESE PER CONSULENZE Le spese per consulenze, studi e ricerca, secondo i dati che è stato possibile acquisire, ammonterebbero nel periodo di riferimento complessivamente 1.658.889,20.Il condizionale è d’obbligo stante una certa “altalena” ad euro tra i dati acquisiti presso gli enti nella fase istruttoria e quelli forniti da taluno degli enti in sede di controdeduzione.La Sezione si riserva ulteriori iniziative ai fini della relazione integrale definitiva, avuto riguardo anche al rispetto delle prescrizioni limitative in materia dettate dalle leggi n. 168 del 2004 (art.1, comma 8) e n.311 del 2004 . 10. PATRIMONIO IMMOBILIARE Il lavoro di indagine e ricerca svolto dalla Sezione, al fine di “fotografare” il complessivo patrimonio immobiliare delle ATERP calabresi e la relativa gestione, può essere considerato veramente notevole e senza precedenti. Infatti, i risultati conseguiti hanno consentito di quantificare il numero complessivo degli alloggi, il loro presuntivo valore, nonché di procedere alla relativa catagolazione per ubicazione, dimensione, classificazione catastale. Sono stati rilevati anche il dato della vetustà degli alloggi in relazione all’epoca di costruzione e, nei limiti del possibile, gli interventi di manutenzione effettuati negli ultimi dieci anni. Infine, è stata analizzata l’attività di gestione degli alloggi: vendita alloggi e destinazione dei ricavi realizzati; gestione dei canoni (entrate, morosità); alloggi inoccupati e alloggi occupati abusivamente; interventi di ristrutturazione; realizzazione di nuove costruzioni e quant’altro. I vari dati specifici relativi a quanto sopra sono esposti nelle numerose tabelle esposte di seguito od anche in Appendice. 10.1. Numero alloggi, valore, vetustà, ubicazione, dimensione, classificazione catastale . Nella tabella seguente sono riportati i dati relativi al numero degli alloggi di proprietà delle ATERP, il loro valore ed il numero degli alloggi acquisiti dallo Stato. 48 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 1 patrimonio - numero alloggi, valore aterp alloggi di proprietà dell'ATERP 2005 e % sul totale valore al 31.12.05 e % sul totale valore medio singoli alloggi numero alloggi acquisiti dallo Stato 1.077 %scost. 01/05 2001 2002 2003 2004 cz 5.849 5.801 6.535 6.479 7.506 24 28 143.983.012 25 19.182 cs 8.247 8.396 8.458 8.599 11.208 35 36 188.151.938 33 16.787 2.704 rc 8.654 8.549 8.570 8.565 8.513 27 -2 184.797.267 32 21.708 2.474 vv 1.274 1.290 1.527 1.810 2.019 6 58 41.037.301 7 20.326 329 kr 1.590 1.590 1.614 2.424 2.387 8 50 19.355.237 3 8.109 273 tot 25.614 25.626 26.704 27.877 100 23 577.324.755 100 18.251 6.857 31.633 Come ben si vede, il totale complessivo degli alloggi di proprietà delle ATERP, al 31.12.05, è di n. 31.633. Il valore di tale patrimonio è di oltre 577 milioni di euro. Oltre un terzo degli alloggi è di proprietà della sola Aterp di Cosenza. Il valore medio dei singoli alloggi è di poco più di 17 mila euro per alloggio, con valori di punta che vanno dai 21 mila euro di Reggio ai 20 mila di Vibo Valentia ed ai 19 mila di Catanzaro, per scendere ai 16 mila di Cosenza e infine agli 8 mila di Crotone. 10.2. Nella tabella n.2 che segue è rappresentato il patrimonio di proprietà delle Aterp in relazione alla stato di vetustà ed agli interventi di manutenzione e ristrutturazione. 2 patrimonio - vetustà e interventi Aterp n. alloggi di proprietà vetustà e interventi di risanamento e ristrutturazione 2005 ante 01/01/1981 % sul tot Interventi dal 1981al 1990 % sul tot interventi succc al 1991 % sul tot cz 7.506 4.693 63 1.832 24 1.316 18 cs 11.208 5.510 49 2.188 20 3.510 31 rc 8.513 4.244 50 0 4.474 52 vv 2.019 309 15 828 41 380 19 kr 2.387 943 39 637 27 817 34 tot 31.633 15.699 50 5.485 17 10.497 33 media 6.327 3.140 43 1.097 22 2.099 31 Dalla tabella che precede emerge che gli alloggi di proprietà delle ATERP sono stati costruiti, in media, per il 43% prima del 1981, il 22% negli anni ’80 e il 31% dopo il 1991. Ovviamente l’effettivo dato complessivo degli interventi in relazione alla vetustà emerge solo sommando i dati relativi agli interventi eventualmente ancora in corso. 49 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 10.3. Patrimonio in relazione alla dimensione degli alloggi La stragrande maggioranza degli alloggi di proprietà delle Aterp ha una superficie tra i 45 e i 95 mq (82% del totale), raggiunge il 100% l’Aterp di Cosenza. Per quanto riguarda la ubicazione degli alloggi nei Peep, la sola Aterp di Catanzaro è stata in grado di fornire il dato (65% di alloggi di proprietà ubicati nel Peep). 10.4. Classificazione catastale degli alloggi Il 55% degli alloggi di proprietà delle Aterp è catalogato in fascia A3 ed il restante 45% in fascia A4. (v. in Appendice Tab.4 Patrimonio - ubicazione dimensione e classificazione catastale). 10.5. Vendita alloggi e ricavi effettuati negli anni dal 1994 al 2005. La Sezione, al fine di avere una visione quanto più completa dell’attività gestionale svolta dalle 5 ATERP calabresi, ha inteso acquisire pure i dati concernenti l’attività di alienazione degli immobili di proprietà degli enti relativamente agli ultimi 12 anni, la destinazione del ricavato delle vendite, e, inoltre, con distinto riferimento alle vendite intervenute ai sensi della legge n. 560 del 1993 (contenente le norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica dirette, tra l’altro, a favorire l’acquisto da parte degli assegnatari o dei loro familiari conducenti alloggi a titolo di locazione da oltre un quinquennio ed in regola con il pagamento dei canoni- al fenomeno della morosità peraltro è dedicato un apposito paragrafo - v. avanti) e le vendite effettuate invece ai sensi di altre e differenti disposizioni normative. - Dalla lettura dei dati più salienti (riportati nella tabella in Appendice) emerge che negli anni dal 1994 al 2005 le Aterp hanno venduto in totale n. 3.144 alloggi con un ricavo complessivo di oltre 36 milioni di euro. Di tali alloggi n. 790 sono stati venduti concedendo apposita rateizzazione. L’Aterp di Catanzaro ha venduto più di mille alloggi ex legge 560 per oltre 15 milioni di euro complessivi, e l’Aterp di Reggio n. 618 alloggi per oltre 7 milioni di euro. L’Aterp di Cosenza ha venduto n. 267 alloggi in base a leggi diverse dalla n.560/93. Per gli alloggi alienati in contanti (n.2354), il ricavo medio per alloggio venduto in base alla legge 560/93 si attesta sui 15 mila euro e ai 13 mila euro per quelli venduti in base a leggi diverse. 10.6. Destinazione dei ricavi (rinvio). 50 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Stante anche qui una certa “altalena” dei dati, la Sezione si riserva alla medesima stregua di quanto già annotato in ordine alle Spese per consulenze. 11. GESTIONE ALLOGGI Totale complessivo alloggi gestiti Nella apposita tabella riportata in Appendice, riferita al quinquennio 20012005, sono evidenziati sia gli alloggi di proprietà delle Aterp, sia quelli di proprietà di altri enti ma gestiti dalle stesse Aterp. Dalla lettura dei dati emerge che, nel corso degli anni, gli alloggi di proprietà di altri enti gestiti dalle ATERP sono andati diminuendo, essendo passati dagli oltre 15 mila del 2001 ai quasi 9 mila del 2005, e ciò perché le ATERP hanno acquisito il patrimonio di altri enti, Stato e Comuni. Al 2005, solo le Aterp di Vibo Valentia (797), Crotone (743) e Reggio Calabria (ben 7.455) gestiscono ancora alloggi di altri Enti, Stato e Comuni. Il dato di Reggio Calabria si discosta notevolmente dalla media generale ed è comunque alquanto rilevante, specie ove si tenga conto che il numero di alloggi di proprietà dell’Azienda medesima ammonta a 8.513 unità, per un totale complessivo di alloggi gestiti dall’ATERP in questione pari a 15.968 unità. Infine, si può anche annotare che gli edifici (“le palazzine”) dove materialmente sono insediati i singoli alloggi, tenuto in debito conto che l’Aterp di Reggio Calabria non dispone del dato, ammontano a poco più di 4.500. 11.2. Gestione amministrativo/contabile e contrattuale degli alloggi locati Tutte le ATERP provvedono a predisporre e sottoscrivere i contratti di locazione, a consegnare gli alloggi, ad effettuare la gestione amministrativa e contabile della locazione, alla gestione della manutenzione ordinaria, alla consegna/restituzione degli alloggi. L’ATERP di Cosenza non ha predisposto alcun servizio per l’incasso del canone di locazione. Infine, soltanto l’Aterp di Catanzaro provvede ad anticipare le spese per i servizi comuni ma anche a rendicontare le spese. 11.3. ENTRATE CANONE Le entrate per canoni di ERP ed altro, nei cinque anni presi in considerazione, superano i 19 milioni di euro complessivamente. Tutte le ATERP hanno avuto un andamento medio oscillante, passando, rispetto all’anno immediatamente precedente, da un meno 6% nel 2002 ad un + 4% nel 2003, ad un +88% nel 2004, per infine scendere ad un -50% nel 2005. Negli anni dal 2001 al 2004 nell’Aterp di Catanzaro i canoni sono sempre diminuiti (-19% in media).Non è stato possibile acquisire il dato relativo al 2005. 51 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Il canone mensile medio è molto vario per le singole Aterp e va dai 38 euro dell’Aterp di Crotone ad un massimo di 71 euro per l’ATERP di Cosenza. Il canone minimo varia da poco più di 5 euro delle ATERP di Catanzaro, Cosenza e Reggio C., ad un massimo di poco più di 12 euro dell’Aterp di Vibo Valentia. I criteri per la quantificazione del canone minimo sono quelli stabilità dalla l.r. n. 21/96 e dalle delibere CIPE. I presupposti per l’applicazione del canone minimo sono quelli del reddito familiare non superiore alla pensione INPS minima. 11.5. Gestione del patrimonio – LA SITUAZIONE DI MOROSITÀ - Tenuto in debito conto che per le ATERP di Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro la conoscenza dei dati concernenti le situazioni di morosità nella riscossione dei canoni si è dovuta fermare al 31/12/2004, non essendo stato possibile acquisire il dato relativo all’anno 2005, il totale complessivo (tutte e cinque le Aterp) dello stato di morosità ammonta ad oltre 96 milioni di euro. Con una media per singola ATERP di oltre 19 milioni di euro. Il “grosso” della morosità (46%) è in capo all’Aterp di Cosenza con oltre 44 milioni di euro di canoni non riscossi. Nel corso degli anni dal 2001 al 2005 la media della morosità è sempre andata aumentando con una punta di +53% nel 2004. Anche il rapporto percentuale tra la morosità ed il gettito per canone annuo è molto elevato, avendo raggiunto una media del 42% nel quinquennio. Com’è possibile constatare compiutamente dalla lettura dei dati di cui alla tabella n. 6 riportata in Appendice, l’ATERP di Catanzaro presenta, nel quinquennio, una media di morosità del 59%, con punte del 63% sia nel 2002 che nel 2004. L’Aterp di Crotone presenta, sempre nel quinquennio di riferimento, una media del 33%, con punte, rispettivamente, del 55% e addirittura del 68% negli anni 2003 e 2004. Ciò premesso, poiché la legge regionale 8/2005, ha previsto, all’art. 11, la possibilità di accesso ad un condono per il recupero delle morosità pregresse, la Sezione ha tentato di capire se ed in quali eventuali termini (somme recuperate, accordi stipulati, oppure contenzioso avviato, ecc.) sia stata utilizzata la legge. I risultati conseguiti consentono di riferire che l’ATERP di Crotone ha incassato la somma di 2.351.091,34 euro, nel mentre le ATERP di Catanzaro e Reggio oltre un milione di euro ciascuna (rispettivamente, 1.069.000,00 e 1.363.270,14). Appena di 46.881,58 euro l’incasso di Vibo Valentia, che, comunque, ha avviato n. 132 pratiche di recuperi rateizzati. 52 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Invece, l’ATERP di Cosenza ha stipulato solo accordi (n. 134) con una parte degli assegnatari morosi ed invitato “un altro centinaio” circa di utenti a fornire “chiarimenti sulla documentazione inviata” ai fini della domanda di rateizzazione.Sempre secondo le indicazioni fornite in limine dall’ATERP di Cosenza, i piani di rientro sottoscritti a marzo 2005 ammonterebbero a 365 per un totale di euro 1.338.603,48. Complessivamente le ATERP hanno avviato, nei cinque anni in esame, in totale n. 69.404 procedimenti (infra ed extra giudiziari) per il recupero delle situazioni di morosità. Di tali procedimenti, 40 mila circa hanno riguardato l’Aterp di Cosenza, nel mentre l’Aterp di Catanzaro, a fronte di una morosità di oltre 12 milioni di euro in totale e di una percentuale media del 59%, ha intentato, nel quinquennio, circa 4 mila procedimenti per recuperare le somme ad essa dovute dagli assegnatari morosi. Non sono emersi canoni prescritti nel periodo 2001/2005. 11.6. Gestione patrimonio - Attività di assegnazione alloggi Sono i Comuni che provvedono all’assegnazione degli alloggi. La normativa fondamentale in base alla quale avvengono le assegnazioni è la Lr n. 32/96. Non è stato possibile ottenere un quadro complessivo degli alloggi messi a concorso ed assegnati negli anni in questione. Tenendo conto che l’Aterp di Reggio Calabria, inspiegabilmente, non fornisce alcun dato in proposito, risulta che negli anni dal 2001 al 2005 sono stati assegnati n. 1.461 alloggi dei quali n. 502 amministrati dall’Aterp di Catanzaro, n. 679 da quella di Cosenza, n. 192 da quella di Vibo Valentia e n. 88 di Crotone (ma solo per il 2003-2005 in quanto l’Aterp di Crotone non dispone del dato per gli anni 2001/2002). 11.7. Gestione patrimonio - Alloggi non occupati In totale, al 31.12.2005, sono n. 811 gli alloggi gestiti dalle Aterp che non risultano occupati. L’Aterp di Catanzaro ne ha 234, e quella di Cosenza e Crotone n. 182 ciascuna, Vibo Valentia n. 115 e infine Reggio Calabria n. 98. Rispetto al totale alloggi gestiti, risulta non occupato il 2%. L’Azienda di Crotone presenta la percentuale più alta (6%). Sono 122 gli alloggi sono stati dichiarati inabitabili e 201 quelli in attesa di assegnazione, nel mentre sono addirittura n.465 quelli non occupati per motivi vari o comunque non specificati. 53 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 11.8. Gestione patrimonio - Alloggi occupati da non aventi titolo e procedimenti avviati. Gli alloggi occupati da non aventi titolo al 31.12.2005 sono, in totale, oltre 6 mila (per la precisione, n. 6270- v. tabella n.11 che segue), corrispondente ad una media del 15% degli alloggi complessivamente gestiti dalle ATERP. La stragrande maggioranza degli alloggi occupati senza titolo risulta “in capo” all’ATERP di Reggio Calabria, con oltre 4 mila alloggi. La maggiore incidenza percentuale relativa è sempre quella dell’ATERP di Reggio C. (più del 26%), seguita dall’ATERP di Crotone con più del 20% e da quella di Catanzaro con più del 10%. L’aspetto più negativamente significativo è che la stragrande maggioranza degli alloggi illegittimamente occupati è per assenza originaria del titolo, 5.854 alloggi su 6270. A fronte di tali cifre ben pochi risultano i procedimenti instaurati per risolvere il problema. Sono solo 1.000 circa i procedimenti avviati e appena 156 i procedimenti conclusi positivamente (in pratica solo il 14% dei procedimenti avviati si conclude positivamente). Sono n.779 le situazioni interessate da sanatoria, di cui 728 riguardanti l’ATERP di Crotone. 11.9. Risanamento/ristrutturazione. Manutenzione. - Gli alloggi interessati da risanamento e ristrutturazione dal 2001 al 2005 sono stati in totale quasi 15 mila (per la precisione n.14.977).30 Di questi, il 56% concerne alloggi ricadenti nell’ambito territoriale dell’Aterp di Reggio Calabria, il 15% in quello di Cosenza, il 13% Vibo Valentia, il 12% Crotone, appena il 4% per quanto riguarda l’Aterp di Catanzaro. La percentuale media di alloggi interessati da risanamento e ristrutturazione, sempre nel quinquennio, è del 37%. Mentre per l’Aterp di Vibo Valentia questa percentuale è del 70% e per l’Aterp di Crotone del 57%ee per l’Aterp di Reggio del 52%, solo l’8% degli alloggi gestiti dall’Aterp di Catanzaro sono stati interessati dagli interventi di che trattasi. Le risorse utilizzate (spesa sostenuta) per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi in gestione nel quinquennio ammontano complessivamente a oltre 51 milioni di euro. L’Aterp di Vibo però non fornisce il dato. Le Aterp hanno utilizzato oltre 37 milioni di euro di provenienza regionale (meglio: di provenienza statale ridistribuiti dalla Regione) ed oltre 14 milioni di euro di fondi propri. 30 Occorre però tener presente che l’Aterp di Crotone non dispone del dato relativamente agli anni 2001/2002. 54 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 L’importo medio di spesa, raffrontata al totale degli alloggi gestiti, è, per ogni singolo alloggio (media teorica), di circa 2000 euro nel quinquennio, di cui 500 euro da entrate proprie e 1.500 euro provenienti da risorse esogene. 12. INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE (dal 1.1.1998 al 30.6.2004) Per effettuare interventi di nuova costruzione alle ATERP sono stati assegnati fondi per oltre 95 milioni di euro complessivi e, precisamente, euro 95.465.093,11, così suddivisi: Catanzaro 29.450.193,52; Cosenza 20.079.844,24; Reggio C. 27.895.215,83; Vibo V. 16.800.342,96; Crotone 1.239.496,56. I tempi medi di realizzazione delle costruzioni31 risultano di 25 mesi, con punte di 37 mesi per l’ATERP di Cosenza. Nel periodo di riferimento, gli interventi di nuova costruzione previsti ammontavano a n. 184 interventi, per un totale di 2.443 alloggi. Il 95% di tali interventi è stato poi effettivamente avviato per un totale n. 2348 alloggi (n.174 interventi). Si segnala che, in particolare, è nell’Aterp di Vibo Valentia che si registrano i n.10 interventi che non sono stati avviati ancorché previsti. Infine, gli interventi ultimati nel periodo di riferimento sono stati n.138 per un totale di n. 1775 alloggi. Infine, in ordine agli interventi non ultimati al 30.6.2004, si rileva che il tempo medio trascorso dall’inizio dei lavori è di 39 mesi, con punte di 47 e 48 mesi per le ATERP , rispettivamente, di Cosenza e Catanzaro.--- 31 Le ATERP di Vibo Valentia e Crotone però non forniscono il dato. 55 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ARDIS (Agenzie regionali per il diritto allo studio) 1. Le Agenzie regionali per il diritto allo studio, istituite presso ciascuna Università avente sede nella Regione, ad eccezione dell’Università della Calabria (Rende/Cosenza), sono previste dalla legge regionale n. 34 del 10.12.2001 (art.4, comma 2). Sulla base di tale norma, la Giunta regionale, con propria delibera n. 72 del 29 gennaio 2002, ha costituito le ARDIS di Reggio Calabria e di Catanzaro, disponendo che le stesse dovessero “subentrare a tutti gli effetti nei rapporti attivi e passivi dell'Ente per il diritto allo studio universitario, EDIS, di cui alla legge regionale n. 32/84 afferenti a ciascun Ente”32. Il legislatore regionale, in armonia con i principi costituzionali e con quelli dettati dalla normativa statale (Legge n. 390/91) ha poi affidato alle proprie Agenzie, in qualità di enti strumentali, l’attuazione del diritto allo studio universitario. La realizzazione di tale diritto, sempre ai sensi della normativa regionale, passa attraverso l’erogazione di una serie di servizi e benefici agli studenti, quali le borse di studio, gli alloggi, la ristorazione, i trasporti, l’informazione e l’orientamento al lavoro, i prestiti d'onore, i servizi culturali, librari ed editoriali, i viaggi di studio e di ricerca, gli interscambi culturali con Università italiane e straniere, l’assistenza sanitaria e di medicina preventiva, gli interventi a favore di studenti portatori di handicap, nonché ogni altro intervento ritenuto utile e coerente con la normativa e la programmazione regionale. RUOLO DELLA REGIONE Dall’analisi raggiungimento della degli normativa obiettivi in questione, politici in tema emerge di nettamente istruzione che il universitaria è strategicamente legato all’azione di programmazione e controllo posta in essere dall’Amministrazione regionale. Difatti, l’articolo 24 della L.R. n. 34/2001 cit. disciplina l’attività di programmazione regionale e che consiste, sostanzialmente, nella formulazione, da parte della Giunta regionale, del Piano triennale degli interventi regionali per l'attuazione del diritto allo studio. Il Piano triennale, acquisito il parere dei Comitato Universitario Regionale di cui al D.P.R. n. 25 del 27/01/98 art. 3, deve essere approvato dal Consiglio regionale unitamente al bilancio pluriennale cui è riferito. Il Piano triennale indirizza l’azione amministrativa delle Agenzie, indicando gli obiettivi generali e le priorità a cui fare riferimento nell'attuazione degli interventi, i criteri generali per l'assegnazione dei benefici ai destinatari e per la determinazione del merito nonché delle tariffe e delle 32 Articolo 29 della Legge Regionale n. 34/2001 cit. 56 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 fasce di reddito. Inoltre, con il Piano devono essere individuate le risorse finanziarie per far fronte agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi distinguendo le spese di gestione e di investimento, nonché definiti gli indirizzi generali, anche per la programmazione degli interventi attuati direttamente dalla Regione e in concorso con le Università. Ove si consideri che l’articolo 24, comma 1, punto 3, della legge regionale più volte citata33, indica i criteri cui deve attenersi la Giunta Regionale al fine di assegnare a ciascuna Agenzia o Università convenzionata una quota delle risorse, emerge evidente il ruolo strategico rivestito da tale documento. Infine, è previsto che la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla Pubblica Istruzione, oltre all’espletamento di attività promozionali e di tipo informativo-statistico, provveda anche alla definizione di un rapporto annuale sullo stato di attuazione del diritto allo studio universitario, sull'offerta formativa a livello universitario, sulle scelte degli studenti che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria superiore, sui livelli di profitto degli universitari iscritti alle facoltà, ai corsi di laurea e diploma delle università della Regione. In merito all’attività di controllo, il Legislatore regionale ha previsto sia un controllo di tipo gestionale, attraverso la verifica dei risultati della gestione delle Agenzie - da parte delle Giunta regionale- e il successivo invio annuale al Consiglio regionale della relazione del Consiglio dei revisori delle A.R.DI.S. corredata dalle proprie osservazioni, sia contabile attraverso l’approvazione dei bilanci annuali (Preventivo e Rendiconti). L’articolo 14 della L.R. n.34/2001 cit. prevede un’articolata attività di vigilanza e controllo, attraverso l’approvazione dello Statuto, del Regolamento di amministrazione e contabilità, del regolamento interno e della dotazione organica del personale. Infine, è affidato alla Giunta l’esercizio delle funzioni sostitutive qualora gli amministratori dell’Agenzia rifiutino o ritardino il compimento di atti resi obbligatori da disposizioni di legge e di regolamento. Di fatto, non risulta che la Regione abbia predisposto, nel periodo monitorato, alcun Piano triennale, per cui dalla mancata osservazione del dettato normativo in proposito discende anche il mancato svolgimento di alcun ruolo da parte del Consiglio regionale stesso. Dall’esame istruttorio non emergono incisive azioni di programmazione e coordinamento dell’attività delle Agenzie regionali, che, tra l’altro,offrono servizi non omogenei. L’unica attività di maggiore valenza si rinviene nel riparto dei fondi, che, 33 Il quale così dispone “Nella programmazione degli interventi, a ciascuna Agenzia o Università convenzionata è di norma assegnata una quota di risorse calcolata in funzione del numero degli studenti iscritti nell'Università di riferimento, dalla qualità e quantità dei servizi erogati, dalle esigenze dei singoli Atenei, in relazione all'organizzazione della didattica dei vari corsi di laurea”. 57 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 tra l’altro, è avvenuta finora in assenza di criteri predeterminati o comunque ben esplicitati. Non vengono indicati, ad esempio, quali siano i parametri attraverso cui si valuta la “qualità e quantità dei servizi erogati” o il peso assunto nella ripartizione dei fondi dalle “esigenze dei singoli Atenei, oppure il parametro che permette di effettuare una suddivisione “in base all'organizzazione della didattica dei vari corsi di laurea”, etc. Per quanto concerne il merito della vigilanza posta in essere dalla Regione nei confronti delle Agenzie, è emerso che il Dipartimento competente ha emanato una nota ( N. 275/DG del 19/07/2005) con cui ha fornito le proprie direttive in ordine al rispetto delle prescrizioni contabili previste dalla legge di contabilità regionale. In particolare, da tale attività di vigilanza è scaturito lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell’ARDIS di Catanzaro. In tema di controllo e approvazione dei bilanci preventivi e dei rendiconti, si possono ripetere le medesime osservazioni sollevate per altri Enti strumentali, circa i ritardi con cui vengono approvati dalla Regione i suddetti atti contabili fondamentali e le conseguenze negative del pedissequo conseguente ricorso all’esercizio provvisorio. 2. STRUTTURA E GESTIONE DELL’ARDIS DI CATANZARO ORGANI Ai sensi dell’articolo 5 della legge Regionale n.34/2001, gli Organi delle Agenzie per il diritto allo studio universitario sono costituiti dal Presidente, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio dei Revisori. Il Consiglio di Amministrazione, a sua volta, nominato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, è composto dal Presidente, da un rappresentante dell'Università designato dal Rettore tra il personale docente, d’intesa con l’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica, da uno studente eletto tra quelli che sono il regola con il corso di studi o fuori corso da non più di un anno e da due rappresentanti della Regione, designati dal Consiglio regionale. Dalla data dell’istituzione, o meglio, dal 1 febbraio 2002 (D.P.G.R n. 35) l’Agenzia è stata amministrata da un Commissario straordinario, e solo alla data del 12 marzo 2005 (con D.P.G.R. n. 26) sono stati nominati i membri del Consiglio di Amministrazione, mentre il 26 maggio 2004 (con D.P.G.R. n. 87) è stato nominato il Presidente del Consiglio di Amministrazione. 58 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Tale Consiglio ha operato sino alla data del 27 dicembre 2005, cioè sino a quando la Regione, a seguito della verifica di funzionalità di cui si è riferito più sopra, con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 317 ha sciolto il Consiglio di Amministrazione medesimo e ha nominato un Commissario straordinario. Al riguardo, senza ovviamente entrare nel merito, va unicamente segnalato che la legittimità delle ragioni sottostanti al commissariamento sono tutt’ora al vaglio delle varie magistrature competenti. Infine, nel corso dell’istruttoria, in data 26 giugno c.a. l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha attivato la procedura per la nomina dei rappresentanti della Regione all’interno del Consiglio di Amministrazione di entrambe le Agenzie Regionali. Si ritiene che la normalizzazione attraverso la ricostituzione degli organi ordinari si renda assolutamente necessaria, tanto più che alla luce delle specifiche risultanze istruttorie, emerge un certo disorientamento subito dall’ARDIS di Catanzaro, seguito anche da rimostranze da parte dei fruitori dei servizi dell’Agenzia. Infatti, frequenti sono state (o almeno tali sono apparse sugli organi di stampa) le lagnanze degli studenti dell’Università della “Magna Graecia” relativamente alle problematiche sull’erogazione delle borse di studio, tra cui il ridotto numero delle stesse rispetto all’esercizio precedente. L’attuale Collegio dei revisori è stato nominato, con i poteri sostitutivi, dal Presidente del Consiglio regionale (Decreto n. 27 del 12 marzo 2004) e dovrebbero rimanere in carica sino alla durata del Consiglio di Amministrazione. Il Collegio dei revisori de quo ha puntualmente e con competenza collaborato con questa Corte, fornendo tempestivamente tutti i supporti documentali e i chiarimenti richiesti. IL PERSONALE E LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA L’ARDIS di Catanzaro opera sulla base di una dotazione organica approvata dalla Giunta Regionale con delibera n. 775 del 06/08/2002, sebbene sin dall’inizio si sia trovata in una situazione di sott’organico. Inizialmente la Regione ha assegnato al proprio ente strumentale 6 dipendenti34. Successivamente (deliberazione n.57 del 06/08/2003), l’allora Commissario straordinario ha recepito l’accordo del tavolo di conciliazione effettuato tra i Sindacati, l’ISEF, la Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro e l’ARDIS di Catanzaro, al fine di far transitare 15 dipendenti a tempo determinato e in posizione di part- time presso l’ente. Solo in data 22 luglio 2005, la Regione (decreto n. 338 dell’11/03/2005 del Dirigente generale vicario del Dipartimento del personale) ha assegnato all’ARDIS 17 dipendenti. 34 Tali dipendenti sono stati assegnati in virtù di una convenzione, a suo tempo stipulata dall’EDIS Calabria con l’ISEF di Catanzaro. 59 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Sostanzialmente, sino al 2005 l’Agenzia ha operato con un organico di 23 unità e in assenza di Dirigenti. Per sopperire alla carenza di organico, il Commissario ancora precedente aveva bandito 15 concorsi che sono stati avviati dal CDA nel corso del 2005. In merito, va precisato che sono stati conclusi solo due concorsi. Gli altri concorsi sono stati sospesi in quanto oggetto di alcune delle censure che hanno portato al Commissariamento attuale dell’ARDIS. Inoltre, l’ente è carente, oltre che delle figure dirigenziali, a seguito del commissariamento anche della figura del Direttore. Inizialmente e considerata l’urgenza di far fronte a improrogabili esigenze dell’Ente, è stato nominato dal Commissario straordinario un dirigente della Regione Calabria al fine di svolgere i compiti di Direttore. Quest’ultimo, con proprio decreto datato 30/12/2005, ha nominato un Responsabile dell’Ufficio ragioneria dell’ARDIS, allo scopo di poter provvedere all’erogazione nei termini delle borse di studio. Successivamente, a causa delle dimissioni del precedente Dirigente regionale dalle funzioni di Direttore dell’ARDIS di Catanzaro, il Commissario con delibera dell’08/02/2006 ha nominato un nuovo Direttore dell’ARDIS con incarico temporaneo fino al 30 giugno 200635. Da quanto sopra emerge, ad oltre cinque anni dall’istituzione dell’ARDIS di Catanzaro, una struttura disorganica e poco stabile e che, specularmente, sembra palesare anche i limiti che l’Amministrazione regionale stessa incontra nella gestione dell’Ente strumentale. Quest’ ultimo, infatti, e ma, in ultima analisi, i fruitori dei servizi (gli studenti) non possono che ovviamente risentire delle difficoltà organizzative e gestionali derivanti da gestioni straordinarie e temporanee. SERVIZI OFFERTI In merito ai servizi offerti dall’ARDIS di Catanzaro, notevole importanza riveste l’erogazione di borse di studio agli studenti. Queste, assegnate sulla base di criteri meritocratici e reddituali, per come indicati dalla normativa nazionale (DPCM del 09/04/2001), assorbono infatti una cospicua porzione delle risorse dell’Agenzia, ove si consideri che nel 2003 gli impegni per l’assegnazione delle borse di studio sono stati pari al oltre il 38% delle spese totalmente impegnate dall’Ente, mentre nell’anno 2004 si sono attestate intorno al 69% del medesimo totale. 35 Secondo quanto comunicato dall’Ardis di Catanzaro con nota prot. n. 6951 del 14.11.2006. 60 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Tuttavia, dalle risultanze istruttorie non emerge un dato univoco circa l’effettivo numero di borse si studio erogate. La Regione, infatti, ha comunicato che il numero delle borse di studio nel corso del triennio in esame è variato da 1.172 nell’anno accademico 2002/2003 a 2.102 nell’anno accademico 2003/2005, sino ad attestarsi al n. di 2115 per l’anno accademico 2004/2005;il precedente Presidente del CDA dell’ARDIS, invece, aveva comunicato che nel corso dell’anno accademico 2003/2004 erano state assegnate 2.200 borse di studio, mentre nei precedenti anni accademici il numero sarebbe stato pari a circa 600. Indipendentemente dalla discordanze numeriche, che sottendono tuttavia una certa confusione, comunque può rilevarsi positivamente come il numero dei fruitori delle borse di studio sia andato aumentando e, in particolare, come durante la pregressa gestione ordinaria il numero delle borse di studio assegnate sia stato pari a quello degli idonei e come, infine, nel medesimo arco temporale sia stata anche percepita la premialità da parte del MIUR. A tale ultimo riguardo, si sottolinea che la Regione non ha comunicato alcun dato circa il raggiungimento della premialità per l’anno accademico 2005/2006 e il numero di borse di studio relative all’anno accademico in questione. Quest’ultimo dato, invece, è stata fornito direttamente dall’ARDIS che ha comunicato che, nell’anno accademico 2005/2006, il numero delle borse di studio si è nettamente ridotto ed è stato pari a n. 643 di cui solo 110 da erogarsi subito e n. 533 per gli anni successivi. Tale situazione è probabilmente da addebitarsi al sono state accreditate in data 27 dicembre fatto le somme spettanti 2005, ossia alla data del commissariamento, sicché le borse di studio sono state erogate solo parzialmente. Il Collegio dei revisori ha chiesto chiarimenti in merito ai criteri seguiti ai fini del pagamento delle borse.36 SERVIZIO DI MENSA Attualmente non esiste una mensa per gli studenti ma vengono erogati agli aventi diritto dei pasti a tariffa agevolata, in base alla fascia di appartenenza. Nel corso del triennio 2003/2005 è stato mediamente impegnato l’11,5% delle spese. Nel corso dell’esercizio 2004, gli studenti sono stati forniti di una tessera magnetica con apposita foto identificativa del titolare, mentre gli esercenti convenzionati sono stati dotati di lettore ottico “ POS”. In tal modo, tramite un 36 Contrastanti e alquanto diversi dati relativamente alle borse di studio erogate nell’anno acc. 2005/2006 dall’Ardis di Catanzaro sono invece comunicati con la recentissima lettera del 15 novembre corrente citata nella nota che precede. A questo punto, alla Sezione non resta altro che riservarsi di svolgere ulteriori ed autonomi accertamenti al riguardo, i cui esiti saranno rassegnati in sede di relazione definitiva. 61 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 collegamento con i terminali dell’Ente, è attuabile anche un controllo in tempo reale circa il corretto utilizzo delle “CARD”. A tale proposito, si rileva non tanto la corretta iniziativa adottata dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente, quanto l’assenza di meccanismi di controllo protratta sino ad allora. In base ai dati forniti dalla Regione Calabria, le risorse impegnate per il servizio ristorazione sono 2002/2005, a oltre mediamente pari, nel corso degli anni accademici € 780.000 ( € 757.046 nel corso dell’anno accademico 2002/2003, € 733.054 nel corso dell’anno accademico 2003/2004, 850.000 nel corso dell’anno accademico 2004/2005). Tuttavia non è possibile valutare l’efficienza e l’efficacia del servizio in quanto non pare sia stato mai rilevato il grado di soddisfazione dell’utenza ( customer satisfaction). SERVIZIO ALLOGGI In merito agli alloggi si rileva che l’Agenzia non possiede ancora strutture proprie, cosicché, al fine di provvedere agli alloggi per n. 168 studenti, vengono assunti in locazione alcuni immobili. In base alle informazioni fornite dalla Regione, il costo medio che l’Agenzia ha sostenuto , nel corso del triennio in esame, per ciascun utente cui eroga tale servizio, è pari a circa 450 euro mensili. Non sono state fornite informazioni circa il grado di evasione delle domande relative agli alloggi, né si rileva che l’Agenzia abbia provveduto a monitorare il grado di soddisfazione dell’Utenza. Costruzione delle residenze universitarie L’Agenzia dispone in bilancio, per la realizzazione delle residenze universitarie, della somma di € 5.383.304, ma tali fondi sono rimasti sino ad oggi inutilizzati. La situazione è complessa ed origina dalla delibera CIPE 16/03/1994 che prevede l’assegnazione di risorse per “ Costruzione, ampliamento e ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione di strutture destinate ad alloggi per studenti universitari; inoltre è prevista l’assegnazione di risorse per “ la risoluzione di problemi abitativi di particolari categorie sociali, tra cui gli studenti”. A seguito di ciò è intervenuta la Regione Calabria con la Delibera n. 3169 del 12/06/1996 avente ad oggetto “ interventi per alloggi per gli studenti universitari” nell’ambito del Programma regionale di edilizia residenziale pubblica. Con tale delibera, è stato disposto un intervento su Catanzaro, da attuarsi ad opera dell’allora IACP (oggi ATERP) di CATANZARO, per la costruzione di nuovi alloggi (n.200) per 62 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 studenti - da attuarsi su un’area richiedente una variazione dello strumento urbanistico-, grazie ad un finanziamento di £ 10.000.000.000 (ora € 5.164.568, 9) Inoltre, sempre con la summenzionata delibera, veniva previsto un intervento su Catanzaro da attuarsi ad opera dall’EDIS Calabria, attinente alla costruzione di nuovi alloggi, con un finanziamento di £ 5.687.260.000 ( ora € 2.937.224,66). Successivamente, il Presidente della Regione, stante l’inerzia dell’EDIS CALABRIA e dell’ATERP di Catanzaro, ha nominato due commissari ad acta, uno per ciascun ente, rispettivamente con i con decreti nn. 449 e 452 del 09/07/1997. I Commissari avrebbero dovuto adottare i provvedimenti necessari per rimuovere i motivi ostativi che avevano determinato il mancato avvio dell’intervento di edilizia sovvenzionata. Di seguito a ciò, il Consiglio comunale di Catanzaro, con delibera del n. 113 del 1997 relativa all’approvazione dell’inserimento dell’intervento di costruzione di alloggi per studenti nell’ambito del progetto “ Città universitaria”, individuava l’ubicazione complessiva dell’area nell’agro di Germaneto, precisando che l’esatta perimetrazione sarebbe stata effettuata in sede di approvazione del progetto esecutivo. In tale area, difatti, l’Università, nell’ambito del progetto citato e nella visione più ampia di realizzazione di un CAMPUS, aveva proposto l’ampliamento dell’area universitaria al fine di costruire residenze studentesche per circa 1000 posti letto. Successivamente, la Regione Calabria disponeva un’ulteriore assegnazione di fondi a favore dell’EDIS per la costruzione di alloggi, per un importo pari a £ 2.800.000.000, cosicché il finanziamento totale a favore dell’EDIS diveniva pari a £, 8.487.260.000 ( ora € 4.383.303). Di seguito ad una richiesta ulteriore ancora del Direttore dell’ARDIS di Catanzaro (nota n. 232 del 27/09/2002), la Regione Calabria ha concesso, con Decreto di impegno di spesa n. 6169 del 22/12/2003, il finanziamento di € 1.000.000,00. La concessione di tale importo (che si somma alla somma disponibile presso l’ARDIS di € 4.383.304) all’ottenimento di un cofinanziamento statale è risultata funzionale al 50% ( legge 388/00), per realizzare un programma d’intervento per la realizzazione di 1.000 posti alloggio per studenti universitari e 120 posti per docenti universitari. Giunti a questo punto, non è stato possibile ricostruire gli accadimenti avvenuti tra il 17/03/1998, data dell’ultima nota del Comune di Catanzaro e il 23/09/2002 (data della nota dell’allora direttore dell’ARDIS), al fine di accertare con precisione le motivazioni ostative alla realizzazione dei progetti (da parte del commissario dell’ARDIS e del commissario dall’ATERP) sino all’insediamento del precedente Consiglio di Amministrazione dell’ARDIS. 63 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Invero, tale organo aveva dato impulso alla ripresa delle attività, che, tuttavia, si sono arenate, a quanto è stato possibile sapere, anche a causa di una non chiara ripartizione delle particelle catastali tra l’Università della Magna Grecia e l’ARDIS su cui edificare gli alloggi, nonché per la mancata realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali di urbanizzazione da parte del Comune di Catanzaro. Il Commissario straordinario dell’ARDIS ha comunicato che nella prima decade di marzo c.a. si è tenuto un incontro con i soggetti interessati alla costruzione degli alloggi (ARDIS di Catanzaro, ATERP, Università e Comune di Catanzaro) ma, ad oggi, nulla è stato ulteriormente comunicato in merito all’esito di tale incontro. SERVIZI CULTURALI L’ARDIS di Catanzaro, infine, eroga servizi culturali agli studenti, ma l’incidenza economica e conseguentemente il volume di tali servizi risultano del tutto esigui, incidendo mediamente per circa il 4,5 % sul totale delle spese totali impegnate. 3. STRUTTURA E GESTIONE DELL’ARDIS DI REGGIO CALABRIA ORGANI Come già detto in precedenza, ai sensi dell’articolo 5 della legge Regionale 34/2001 gli Organi delle Agenzie per il diritto allo studio universitario sono costituiti dal Presidente, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio dei Revisori. Il Consiglio di Amministrazione dell'A.R.DI.S., a sua volta, nominato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, è composto dal Presidente, da un rappresentante dell'Università designato dal Rettore tra il personale docente, d’intesa con l’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica, da uno studente eletto tra quelli che sono il regola con il corso di studi o fuori corso da non più di un anno e da due rappresentanti della Regione, designati dal Consiglio regionale. Anche l’ARDIS di Reggio Calabria, il cui Statuto è stato approvato, con la Delibera dalla Giunta regionale n. 249, solo in data il 26/04/04, è retta da un Organo straordinario. Infatti, dalla data dell’istituzione, o meglio dal 1 febbraio 2002 (D.P.G.R n. 36), l’Agenzia è stata amministrata da un Commissario straordinario, e solo alla data dell’8 marzo 2005, Decreto n. il Presidente della Giunta Regionale con il 64 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 47/05, ha provveduto a nominare i membri del Consiglio di Amministrazione e il Presidente. Tuttavia, Il TAR Calabria -sezione staccata di Reggio Calabria ha disposto l’annullamento del D.P.G.R. n. 47 citato e di tutti gli atti adottati nell’ambito del procedimento di costituzione del Consiglio di Amministrazione dell’ARDIS di Reggio Calabria. Cosicché, il precedente Commissario straordinario è rientrato nelle funzioni in data 24 giugno 2005. La Regione Calabria ha comunicato che in data 4 agosto 2005 ha provveduto ad attivare le procedure per il rinnovo degli Organi. In corso di istruttoria, il 26 giugno c.a. l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha attivato la procedura per la nomina dei rappresentanti della Regione all’interno del Consiglio di Amministrazione di entrambe le Agenzie Regionali37, ma, ad oggi, neppure la situazione di tale Ente è stata normalizzata. COLLEGIO DEI REVISORI L’attuale Collegio dei revisori, così come accaduto per l’ARDIS di Catanzaro, non è stato nominato dal Consiglio regionale, bensì dal Presidente del Consiglio regionale con Decreto n. 27 del 12 marzo 2004 e dovrebbe rimanere in carica sino alla durata del Consiglio di Amministrazione. IL PERSONALE E LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA L’ARDIS di Reggio Calabria ha una dotazione organica di 57 dipendenti, esclusa la Dirigenza, approvata dalla Giunta Regionale con la Delibera n. 110 del 27/02/2005, sebbene sin dall’inizio utilizzi solo 27 dipendenti, suddivisi in 4 servizi. I SERVIZI OFFERTI L’espletamento dei servizi erogati dall’Agenzia regionale per il diritto allo studio è garantita soprattutto dalle risorse derivanti dal trasferimento regionale della percentuale del Fondo Ministeriale (suddiviso percentualmente tra le Università calabresi), dal gettito della Tassa regionale per il diritto allo Studio (a partire dal 2005) e infine dall’eventuale quota del Fondo integrativo corrisposta a titolo di premialità in ragione del rispetto di determinate scadenze (DPCM 9 aprile 2001, art. 1). Anche per l’ARDIS di Reggio Calabria, così come gia rilevato per quella di Catanzaro, notevole importanza riveste l’erogazione di borse di studio agli studenti. 37 Cfr. con la Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del 26/06/2006 n. 16, pubblicato su l BUR Calabria del 12/07/2006 Supplemento straordinario n. 2 al B.U.R –Parti I e II dell’01/07/2006 65 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Queste, infatti, assorbono una cospicua porzione delle risorse dell’Agenzia, ove si consideri che nel triennio in esame gli impegni per l’assegnazione delle borse di studio sono stati pari al oltre il 50% delle spese totalmente impegnate dall’Ente e il cui numero è mediamente pari a 1.676 borse di studio. Dall’esame della tabella in appendice, emerge che il numero di borse erogate nel triennio di riferimento dall’ARDIS di Reggio Calabria è più elevato rispetto a quello relativo all’Agenzia di Catanzaro nel corso dell’anno accademico 2002/2003, mentre è nettamente inferiore per gli anni accademici successivi, sebbene sia che per il 2003 che per il 2004 l’Agenzia abbia comunicato di aver erogato le borse di studio a tutti gli idonei. SERVIZIO MENSA Attualmente non esiste una mensa per gli studenti ma viene fornito, attraverso imprese convenzionate, un servizio ristorazione. Tale servizio è rimasto sospeso a partire dal luglio 2002, e per l’anno accademico 2002/2003 l’Agenzia ha integrato le borse di studio con un contributo mensa. Emerge, inoltre, che nell’anno in cui sono state integrate le borse di studio con il contributo per la mensa, le spese relative a tale servizio sono state di importo pari al doppio ( € 1.015.988,51) rispetto agli anni successivi in cui tale pratica è cessata. ALLOGGI In merito agli alloggi si rileva che l’Agenzia non possiede strutture proprie, cosicché, al fine di provvedere agli alloggi per 108 studenti, sono stati assunti in locazione alcuni immobili. In base alle informazioni fornite dalla Regione il costo medio che l’Agenzia sostiene, con riferimento al triennio in esame, per ciascun utente cui eroga tale servizio, comprensivo delle spese di manutenzione e di portierato è pari a circa 530 euro mensili. Non sono state fornite informazioni circa il grado di evasione delle domande relative agli alloggi, né si rileva che l’Agenzia abbia provveduto a rilevare il grado di soddisfazione dell’Utenza. Costruzione residenze universitarie Si ritiene di riportare sinteticamente nel presente referto quanto accertato in sede istruttoria in ordine alla vicenda dell’appalto dei lavori di costruzione delle residenze universitarie da parte dell’ARDIS di Reggio Calabria, a ulteriore esemplificazione dei risultati positivi che possono conseguire, già in itinere (cioè già in sede istruttoria), dall’attività di controllo sulla gestione svolto in chiave collaborativa dalla Sezione regionale di controllo. 66 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 A seguito della concessione di apposito finanziamento pari a 20 miliardi di lire, finalizzato alla costruzione di residenze universitarie e relativi servizi, l’allora EDIS di Reggio Calabria stipulava un accordo di programma ad hoc con l’Università degli studi di Reggio Calabria. L’accordo prevedeva un apposito concorso di progettazione ai fini dell’elaborazione del progetto preliminare di costruzione degli alloggi. All’esito del concorso, in data 21.11.1997, l’apposita Commissione di appalto sceglieva il progetto vincitore ed il Commissario dell’EDIS (oggi ARDIS), conseguentemente, procedeva alla sua approvazione. Sulla base delle risultanze delle campagne tecniche di indagine, e dei conseguenti relativi adattamenti, veniva consegnato il progetto definitivo esecutivo che veniva assentito con parere favorevole dall’apposito CTO (Comitato Tecnico Operativo costituito con funzioni di vigilanza) in data 12.05.1999 (nelle more, al fine di accelerare la procedura, si era proceduto, fin dal 23.11.1998, ad avviare le formalità di gara) 38. Conseguentemente, il Commissario dell’EDIS approvava il progetto esecutivo ed il bando di gara per l’aggiudicazione dei lavori di costruzione relativi. All’esito della procedura di gara, il Commissario, in data 30.07.1999, procedeva all’aggiudicazione definitiva dei lavori in favore della ditta vincitrice, la quale provvedeva alla formale immissione in possesso. A causa, però, della accertata indisponibilità della intera area, si rendeva necessario procedere ad una consegna parziale ed in data 11.01.2000 i lavori di cantieramento venivano avviati. In data 4 maggio 2000 veniva concesso un affidamento in subappalto per un primo stralcio. Sennonché, appena nel successivo mese di giugno 2000, l’impresa aggiudicataria medesima avviava un contraddittorio tendente all’aggiornamento ed integrazione degli elaborati strutturali che sfociava, nel mese di gennaio del 2002, nell’unilaterale e definitivo fermo dei lavori da parte dell’ impresa (nel frattempo, secondo quanto comunicato dal Responsabile del procedimento -cfr. relazione citata in nota - risultava tuttavia quasi totalmente realizzata la struttura dei n. 4 edifici costituenti le residenze). Successivamente, espletati ulteriori accertamenti tecnici, in data 9 settembre 2003, il Commissario dell’ARDIS procedeva alla risoluzione del contratto in danno dell’impresa aggiudicataria di che trattasi, con avvio di contenzioso in sede civile tuttora in corso. Si giunge così, alfine, all’attualità e, quindi, si entra nell’ambito dei risvolti positivi dell’attività istruttoria espletata nel corso della presente indagine da questa 38 Cfr. Relazione datata 24.04.2006 del Responsabile del procedimento. 67 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Sezione, che ha subito sollecitato, all’evidenza trovando piena corrispondenza presso l’ente controllato, una pronta definizione delle procedure occorrenti per la ripresa dei lavori, attraverso un riappalto (ovviamente in danno dell’impresa già aggiudicataria) diretto al completamento dell’opera. Ed infatti, il Commissario dell’ARDIS di Reggio Calabria, con recente nota del 20.10.2006, facendo seguito alle precedenti comunicazioni intercorse con la Sezione in merito all’oggetto, ha comunicato che la Giunta Regionale, con determinazione pubblicata sul B.U.R. Calabria in data 16.08.2006, ha concesso uno stanziamento integrativo di 2.000.000,00 di euro (assegnando all’ente strumentale un tempo di mesi sei per la predisposizione del progetto di riappalto), precisando, altresì, l’intervenuto intensificarsi delle iniziative procedurali occorrenti allo scopo. SERVIZIO EDITORIALE L’ARDIS di Reggio Calabria è proprietaria della testata della Rivista scientifica denominata “Controspazio”.Tale rivista, prettamente relativa ad argomenti di studio della Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, è offerta gratuitamente agli studenti beneficiari di borse di studio, mentre agli altri è fornita ad un costo di sei euro a copia. A fronte di entrate che sono mediamente pari ad appena euro 390,00 circa, l’ARDIS di Reggio Calabria sostiene spese pari a circa € 195.000,00, con una copertura quindi assolutamente irrisoria (lo 0,3% medio). Tuttavia, in corso di istruttoria è stato comunicato che, proprio per ottemperare a quanto sopra rilevato e che è stato oggetto di ripetute osservazioni da parte del Collegio dei revisori, è in atto una nuova impostazione del servizio legata all’eventualità che l’Università anzidetta assuma direttamente a proprio carico le spese relative. ATTIVITA’ CULTURALI E TEATRALI L’ARDIS di Reggio Calabria è particolarmente attiva nel settore culturale e teatrale. Ogni anno, infatti, l’Agenzia programma un’apprezzata stagione teatrale a favore di studenti e di altri utenti, così come anche manifestazioni e spettacoli di vario genere ( Jazz, cinema), laboratori sperimentali, etc. L’Agenzia ha ideato anche una rassegna di spettacolo sperimentale in collaborazione con altre Associazioni. Le spese sostenute per tale servizio sono mediamente pari a circa 250 mila euro per ciascun anno, mentre le entrate, 68 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 aumentate nel corso dell’anno 2004 ( € 32.172), coprono mediamente non più del 7% delle spese sostenute dall’Agenzia. --- 4. Volendo ora rassegnare soltanto una brevissima constatazione conclusiva, si rileva, a titolo emblematico, l’anomalia di una situazione che vede in Calabria l’evidente quanto del tutto oggettiva disparità di trattamento, in relazione ai servizi che sono stati oggetto del presente referto, di fatto esistente tra gli studenti delle Università di Catanzaro e di Reggio Calabria, da un lato, e quelli dell’Università della Calabria con sede ad Arcavacata di Rende, dall’altro. La circostanza per cui l’Ente erogatore dei medesimi servizi per conto dell’Università della Calabria, in virtù di una originaria speciale autonomia di quest’ultima, sia rimasto e costituisca sostanzialmente un “braccio “ operativo dell’Università medesima, infatti, pare essere all’origine della differenza di che trattasi, in termini di un palmare quanto naturale divario di capacità finanziarie ed operative che si riverberano, ovviamente, in una corrispondente diversità di risultati sull’utenza finale. Appare necessario, pertanto, che la Regione, in sede di riforma, effettui una profonda riflessione per decidere, al dunque, se potenziare adeguatamente i suoi due enti strumentali, e non solo sotto il profilo finanziario, essendo stata rilevata già la carenza di attività programmatoria in materia, ovvero se eventualmente avanzare un diverso e ulteriore progetto, d’intesa con l’intero sistema universitario calabrese, che risulti comunque mirato alla perequazione distributiva in favore degli studenti quale che sia l’Università calabrese cui risultino iscritti.--- 69 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ARPACAL AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE DELLA CALABRIA L’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria – A.R.P.A.Cal. è stata istituita con la legge regionale 3 agosto 1999 n. 20, a seguito di diversi interventi nazionali in materia ambientale e soprattutto in virtù della Legge 21 gennaio 1994, n. 61 (che ha convertito il Decreto – Legge 469/1993). Il legislatore statale, dettando disposizioni urgenti sulla riorganizzazione dei controlli ambientali, ha definito le attività tecnico scientifiche per la protezione dell’ambiente, ma, contestualmente, ha anche previsto l’istituzione di un’Agenzia nazionale finalizzata alla protezione ambientale e di Agenzie Regionali aventi il medesimo scopo. Più precisamente, l’articolo 3 del Decreto legge 469/93 stabiliva che le regioni e province autonome con proprie leggi dovessero istituire, rispettivamente, Agenzie regionali e provinciali per lo svolgimento delle attività di interesse regionale di natura ambientale, e delle ulteriori attività tecniche di prevenzione, di vigilanza e di controllo ambientale, eventualmente individuate dalle regioni (e dalle province autonome di Trento e di Bolzano). Non senza qualche ritardo, con la legge regionale 3/8/1999, n. 20 la Regione Calabria ha disposto la costituzione della propria Agenzia regionale per la protezione ambientale, individuandola, ai sensi dell’articolo 6, come “ ente strumentale della regione Calabria preposto all'esercizio delle funzioni tecnico-operative per la prevenzione, protezione e controllo ambientale, nonché all'erogazione di prestazioni analitiche di rilievo sia ambientale sia sanitario, ivi incluso attività di studi, ricerche e di verifiche tecnico-impiantistiche”. A tal fine, l’Agenzia è dotata di personalità giuridica pubblica e di autonomia, contabile e tecnica. Con la normativa regionale sono stati disciplinati il funzionamento e il riordino delle strutture preposte ai controlli ambientali, le modalità di coordinamento dell'ARPACAL con la Regione, le Province, i Comuni, le Comunità Montane, e, infine, con il Sistema Sanitario Regionale. Di fatto, la strutturazione del nuovo Ente sub regionale, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria- ARPACAL-, è stata avviata nel corso dell’anno 2003, sulla base di determinazioni assunte nell’esercizio precedente (D.G.R 137 del 11/09/2002 e 226 del 30/12/2002), mentre, a seguito di convenzione tra Regione e ARPACAL, solo nel luglio del 2004 è stata avviato il processo teso a dotare di infrastrutture l’Agenzia.39 39 Cfr. Piano delle attività annualità 2005 – allegato al bilancio di previsione 2005 dell’ARPACAL- pag.2. 70 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 FINALITA’ E ATTIVITA’ La legge istitutiva assegna all'ARPACAL notevoli e ampi compiti finalizzati alla tutela, al controllo e al recupero dell'ambiente, alla prevenzione e promozione della salute collettiva, all’utilizzo integrato e coordinato delle risorse, all’individuazione e rimozione dei fattori di rischio per l'uomo, per la fauna, per la flora e per l'ambiente fisico in generale. Nello specifico, l'ARPACAL, oltre a svolgere le attività e i compiti di interesse regionale di cui all'art. 1 del DL n. 496/1993 cit., effettua di attività di accertamento tecnico e controllo, di campionamento e misurazione, di analisi di laboratorio, e valutazioni, di rilascio di documentazioni tecniche connesse all’esercizio delle funzioni di protezione ambientale. Ancora, tra i compiti assegnati dalla legge istitutiva all’ Ente strumentale regionale, vi è pure quello di fornire il necessario supporto tecnico-scientifico alla Regione, alle Province, ai Comuni ed alle altre amministrazioni pubbliche, finalizzato all'elaborazione di atti di pianificazione e programmazione e di interventi destinati alla tutela ed al recupero dell'ambiente. Inoltre, sono previste funzioni di consulenza alla Regione e agli Enti locali per le valutazioni di impatto ambientale, per il controllo di gestione delle infrastrutture ambientali, per la promozione delle ricerche e della diffusione di tecnologie ecologicamente compatibili, di prodotti e sistemi di produzione a ridotto impatto ambientale. L’Arpacal può anche realizzare specifiche campagne di controllo ambientale ed elaborare proposte nell'ambito delle rispettive competenze della Regione, delle Province e dei Comuni, -di cui agli artt. 19-21 decreto legislativo 22/97-, all'uopo promuovendo apposite Conferenze di servizi, nonché - ove l'apporto venga richiesto – può rendere pareri su specifiche materie. L’Ente, infine, può procedere all’elaborazione di dati ed informazioni di interesse ambientale finalizzati alla prevenzione, anche mediante programmi di divulgazione e formazione tecnico-scientifica, nonché fornire il necessario supporto alla redazione di periodiche relazioni sullo stato dell'ambiente della Calabria, realizzando, anche in collaborazione con altri organismi ed istituti operanti nel settore, iniziative di ricerca applicata sui fenomeni dell'inquinamento e della meteoclimatologia, sulle condizioni generali dell'ambiente e di rischio per l'ambiente e per i cittadini, sulla forma di tutela degli ecosistemi. Altro fondamentale ruolo, assegnato dalla legge istitutiva all’ARPACAL, si rinviene nella possibilità di garantire l'esecuzione delle attività analitiche e l'erogazione di ogni altra prestazione in materia di prevenzione e di controllo ambientale richiesta dalle Amministrazioni pubbliche per lo svolgimento dei rispettivi compiti istituzionali, collaborando con i competenti organi per l'individuazione delle discariche abusive esistenti nel territorio 71 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 regionale ed effettuando l'attività di supporto tecnico-scientifico agli organi preposti alla valutazione ed alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti connessi ad attività produttive. Anche i controlli ambientali delle attività connesse all'uso pacifico dell'energia nucleare e in materia di protezione delle radiazioni fanno capo all’Agenzia, così come lo svolgimento delle attività finalizzate a fornire previsioni, informazioni ed elaborazione meteoclimatiche e radarmeteorologiche, di attività di studio, ricerca e controllo dell'ambiente marino e costiero e di ecogestione (sperimentazioni) sia a livello impiantistico che organizzativo e, infine, attività di formazione. Di fatto, dalla data dell’istituzione dell’Agenzia ad oggi le attività espletate dall’ARPACAL sono risultate notevolmente inferiori rispetto a quanto più sopra descritto, in virtù di diversi e complessi fattori di carattere organizzativo ed economico (v. meglio in seguito). Inoltre, non risultano svolte attività di consulenza, di studio e di reperimento di risorse all’esterno. Consistenza e andamento delle attività realizzate dall’ARPACAL nel corso del triennio 2003/2005, per come comunicato dall’Agenzia stessa, sono riassunte nella tabella seguente: ATTIVITA’ ESPLETATA ANNO 2003 ANNO 2004 Attività analitica sulla matrice delle acque N. 84.069 n. 87.530 Attività analitica sulla matrice dell’aria n. 123 Attività analitica sulla matrice delle droghe-alimenti n. 2285 Attività analitica sulla matrice suolo – rifiuti n. 174 n. 140 n. 2.350 ANNO 2005 n. 90.088 n. 150 n. 2.650 n. 230 n. 297 Attività svolte nel Settore impiantistico n. 3566 n. 4.150 n. 4.837 Attività svolte dal Settore Fisico Ambientale n. 925 n. 1.125 n. 1.390 n. 932 n. 561 n. 80 Attività di controllo alimentare in mense ( n.campioni) Attività di monitoraggio ( n. campioni esaminati) n. 209 n. 195 n. 167 Attività di supporto n. 9153 n. 8564 n. 9408 Ciò premesso, si deve tuttavia positivamente rilevare che l’Arpacal ha anche avviato la realizzazione, attraverso il sistema dell’Agenzia nazionale, di percorsi di formazione atti alla riqualificazione e valorizzazione delle risorse umane. Inoltre in sinergia con il Sistema delle Agenzie Ambientali, sono stati attivati diversi progetti mirati al rafforzamento della rete dei laboratori delle Agenzie, nonché attività di partenariato relativamente ad una serie di progetti in convenzione con altre ARPA regionali (ad esempio con l’Arpa Marche, Con l’Arpa Puglia e con l’Arpa Emilia, l’Arpa Liguria, l’Arpa Toscana, etc.) 72 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Dall’analisi dei dati contabili dell’Agenzia e dalle altre informazioni acquisite emerge che, ancora nel corso del 2005, le risorse utilizzate dall’ARPACAL per svolgere le specifiche funzioni sono estremamente esigue. Appare manifesto il ruolo ancora marginale dei tre dipartimenti provinciali funzionanti (Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza), con le conseguenti ovvie limitazioni in termini di attività svolte, derivanti anche dalla mancata attivazione, (almeno sino a novembre 2006), del Dipartimento di Crotone. Per quanto concerne, invece, il Dipartimento di Vibo Valentia va rilevato che è stato reso operante in data 06 novembre 2006. Non tutti i centri operativi, funzionali e di eccellenza sono stati resi operativi, quali, ad esempio, il centro funzionale e epidemiologico ambientale, il centro funzionale e strategico oceanografico e di monitoraggio Marino-Biota, il centro funzionale di eccellenza di cartografia tematica, il centro di eccellenza climatico ambientale e il centro di eccellenza Cirma. Infine, lascia perplessi la constatazione che un Ente di carattere scientifico impegni, nel 2005, unicamente lo 0,26% delle proprie spese in ricerca scientifica e che le attività di monitoraggio, analisi e controllo dell’ambiente incidano sul bilancio dell’Agenzia solo per il 2,3%. Va però sottolineato, anche al riguardo, come siano assolutamente esigue le risorse destinate a tale attività istituzionale dell’Agenzia e come ulteriori conseguenze negative siano correlabili (pur nella positiva valutazione del rinnovato modus operandi dell’attuale Dirigenza) sia ai frequenti cambi del vertice politico amministrativo, sia alla scarsa manovrabilità del bilancio, quasi completamente “ingessato” dalle spese per il personale ( mediamente il 70%) e di funzionamento40 ( nel 2005 pari al 26,9% degli impegni totali). In sede di controdeduzioni, il Commissario straordinario ha fatto rilevare che nel corso del 2006 l’attività di studio e ricerca presenta indubbiamente una maggiore dinamicità grazie all’avvio di una serie di progetti. Tra questi, il “Progetto Carta della Natura” che mira ( in collaborazione con le Arpa di altre Regioni) alla realizzazione della Carta della Natura di alcune aree campioni rappresentative della Calabria e di altre delle cinque regioni. Inoltre, il “Piano di Azione Locale per la Lotta alla Siccità e alla Desertificazione”, così come il progetto “Bioindicatori e biomarker “teso a valutare eventuali alterazioni su strutture e/o funzioni biologiche presenti negli organismi marini, provenienti da diverse zone delle coste della regione Calabria. Sono in fase di svolgimento, infine, altre ricerche mirate all’effettuazione di indagini specifiche come quelle sull’inquinamento da amianto e sulla contaminazione da metalli pesanti. 40 Per spese di funzionamento si intendono le spese per fitto locali, per manutenzione e riparazione,per pulizia, per illuminazione, spese telefoniche, spese postali, spese per registrazione atti, per il miglioramento della sicurezza sul lavoro, etc. 73 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ARTICOLAZIONE E ORGANI Ai sensi dell’art.9 della legge n.20/1999, gli Organi dell’Agenzia sono costituiti da un Comitato regionale di indirizzo, dal Direttore Generale e dal Collegio dei revisori. Il Comitato regionale di indirizzo, organo di indirizzo, di consulenza, di coordinamento e di verifica dei risultati dell'attività dell'ARPACAL, é nominato dal Presidente della Giunta regionale, previa conforme deliberazione della Giunta stessa. Ha una composizione di matrice politica e sociale, dura in carica per un periodo coincidente con la legislatura regionale, ed è composto dal Presidente della Giunta regionale, o da un suo delegato, che lo presiede, dall’Assessore all'Ambiente, dall'Assessore alla Sanità, dall'Assessore all'Industria, da un rispettivamente, dell'UPI regionale, dell'ANCI regionale e rappresentante, delle associazioni ambientaliste, dal Presidente dell'UNCEM Calabria e, infine, da n. 4 rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali Nazionali. Di fatto, tale Organo, che si è insediato solo a dicembre del 2005, finora non ha inciso in alcun modo sull’operato dell’Agenzia stessa. Il Direttore Generale, legato all’Agenzia da contratto di diritto privato di durata quinquennale, è nominato, a seguito di avviso pubblico, dal Presidente della Giunta regionale, previa delibera della Giunta stessa. E' scelto tra persone laureate in possesso di comprovate competenze ed esperienze dirigenziali in organizzazioni complesse del settore, maturate per un periodo superiore al quinquennio. Il Direttore Generale ha la rappresentanza legale dell'Agenzia, esercita tutti i poteri di gestione e di direzione,tra cui la direzione, l'indirizzo ed il coordinamento delle strutture centrali e di quelle periferiche e la relativa assegnazione di dotazioni finanziarie e strumentali, la predisposizione del bilancio di previsione del conto consuntivo, l'approvazione dei programmi annuali e pluriennali di intervento proposti dalle strutture centrali, la gestione del patrimonio e del personale dell'ARPACAL. Al Direttore generale fa capo, inoltre, la verifica dei livelli di qualità dei servizi, l’ispezione e il controllo interno, da svolgersi attraverso il ricorso ad un apposito Nucleo di valutazione. L’attività svolta e i risultati conseguiti sono oggetto di una relazione che viene trasmessa alla Giunta regionale e da questa, infine, al Consiglio regionale per le eventuali determinazioni. 74 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Dal Direttore generale dipendono la nomina del Direttore scientifico e quella del Direttore amministrativo. Tra le vicende più travagliate e probabilmente più lontane dal concetto di amministrazione pubblica efficiente ed efficace, va annoverata la “frenetica” successione, nel quinquennio monitorato, di diversi Direttori Generali alla guida dell’Agenzia regionale. Il Collegio dei revisori, che ai sensi dell’articolo 12 della L.R. 20/99 cit. dura in carica tre anni , è composto di tre membri scelti tra gli iscritti al registro dei Revisori Contabili. I componenti del Collegio sono designati dal Presidente della Giunta regionale su proposta dell'Assessore all'ambiente, mentre sono nominati dal Direttore Generale con specifico provvedimento. Le principali funzioni di tale Collegio sono individuabili nell’esercizio della vigilanza sulla regolarità contabile e finanziaria dell'ARPACAL e nell’attestazione, con apposito atto, della corrispondenza del conto consuntivo alle risultanze della gestione. Inoltre, i revisori dei conti hanno, anche disgiuntamente, diritto di accesso agli atti e documenti dell'ARPACAL. 41 LE FUNZIONI DELLA REGIONE Ai sensi della Legge istitutiva dell’ARPACAl e del successivo Regolamento, al Presidente della Regione Calabria, al Consiglio regionale, alla Giunta e all’Assessorato all’ambiente spettano programmazione, importanti coordinamento competenze e vigilanza in tema degli di interventi pianificazione, di protezione ambientale. Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, emana le norme per la gestione economico-funzionale e patrimoniale dell’ARPACAL. La Giunta Regionale, acquisito il parere del Comitato regionale di indirizzo, approva il bilancio e definisce le forme di collaborazione ed interazione tra ARPACAL ed Assessorato all’ ambiente. Svolge anche attività di vigilanza e controllo sia in merito al controllo preventivo dei bilanci, del programma annuale di attività, del regolamento di funzionamento e della dotazione organica. Compito del Presidente della Giunta Regionale, è quello di designare i componenti del Collegio dei revisori e di nominare gli organi statutari dell’Agenzia, su proposta dell’Assessore all’ambiente. 41 L’attuale Collegio dei revisori è stato nominato con Decreto del Commissario straordinario n. 328 del 06 giugno 2006. 75 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Dalle risultanze istruttorie emerge che la Giunta Regionale ha debitamente approvato il Regolamento dell’ ARPACAL42, autorizzato l’acquisizione della gestione dei beni immobili, nominato i componenti del Comitato d’indirizzo, la annuale sull’attività dell’Ente, i c/consuntivi 2001 e 2002 ed relazione ha proceduto all’assegnazione del personale e dei beni. Il Presidente della Giunta Regionale, infine, ha adottato il decreto di trasferimento del personale e dei beni dalle Aziende Sanitarie all’Arpacal e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Regione ed all’Agenzia Regionale. Invece, nessuna attività, ad oggi, è stata posta in essere dal Consiglio regionale nei confronti dell'Agenzia de qua. LA STRUTTURA Per come previsto dalla legge istitutiva (art.17 L.R. 20/99), l’ARPACAL si articola attraverso una struttura centrale e cinque dipartimenti provinciali. I dipartimenti provinciali mirano a realizzare i programmi di competenza attraverso i servizi territoriali ed i dipartimenti tecnici. L’articolazione territoriale, che riproduce, nelle diramazioni finali, gli ambiti territoriali delle ASL, permette alla struttura centrale dell’Agenzia di svolgere le attività connesse alla programmazione e progettazione, alla gestione del personale, del bilancio, del patrimonio, alla formazione, nonché ad ogni altra attività di carattere unitario. I singoli dipartimenti provinciali e le loro articolazioni possono essere incaricati di svolgere determinati compiti a livello interprovinciale o regionale. Sempre ai sensi della legge istitutiva, le funzioni svolte dai Presidi Multizonali di Prevenzione delle Unità Sanitarie Locali sono state unitamente al personale, nonché ai trasferite all’ARPACAL, beni mobili ed immobili ad essi afferenti. Conseguentemente, l’articolazione attuale prevede una Direzione generale (con l’area innovazione e aggiornamento supportata da quattro organi di staff), una direzione Amministrativa e una Direzione tecnico scientifica. Infine, i cinque Dipartimenti provinciali sono composti di un Settore amministrativo e di un Settore tecnico. Dalle risultanze istruttorie emerge che la (ri)strutturazione non è stata agevole. Difatti, sono state incontrate difficoltà al momento dei passaggi delle funzioni e delle strutture da parte di altre Amministrazioni. Inoltre, allorquando si è proceduto all’effettivo trasferimento del personale e dei beni mobili ed immobili dalle ASL (aprile 2003), è risultato che molti tra i laboratori trasferiti erano dotati di 42 Il regolamento dell’ARPACAL è stato approvato con Decreto Commissariale n. 75 del 09/04/2002 (seduta del Comitato di indirizzo del 220/04/2002 e delibera di Giunta Regionale n. 370 del 14/05/2002 di modifica al testo di Regolamento approvato con Delibera di G.R. n. 1176 del 27/12/2001). 76 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 strutture precarie ed inadeguate,così come molte attrezzature erano obsolete e, infine, il personale esiguo. Va segnalato che il processo attraverso il quale l’Agenzia regionale sta tentando di assumere una propria fisionomia e autonomia strutturale lentamente: i Dipartimenti storici di Cosenza, Catanzaro , procede Reggio Calabria e Vibo Valentia (avviato solo nel novembre 2006) gestiscono infatti strutture e laboratori ancora del tutto inadeguati, mentre il dipartimento provinciale di Crotone non è stato neppure attivato. Inoltre, nonostante fossero stati redatti da tempo i verbali di ricognizione dello stato Reggio degli immobili tra le Aziende Sanitarie storiche (Catanzaro, Cosenza e Calabria) e l’Arpacal, solo in data 30/01/2006, quando l’istruttoria dell’indagine de qua era già in corso, è stato disposto, sulla base di apposite delibere della Giunta regionale43, il trasferimento degli immobili appartenenti agli ex PP.MM.PP dalle Aziende Sanitarie su menzionate all’Arpacal. Le accennate problematiche di funzionamento trovano conferma anche nelle difficoltà che ancora l’Agenzia sta affrontando, ad oltre cinque anni dalla sua istituzione, nel tentativo di dotarsi di strumentazioni adeguate, soprattutto attingendo alle risorse del Programma Operativo Regionale. Tuttavia, anche a riguardo, il Commissario dell’Agenzia ha precisato che “L’Agenzia, facendo un importante sforzo organizzativo, è riuscita a mantenere fede agli impegni assunti in riferimento alla possibilità di attingere alle risorse del Programma Operativo Regionale” mercè l’attivazione di bandi che ” sommati a quelli pubblicati ed esperiti nel 2005, hanno permesso di dotare i dipartimenti provinciali Arpacal di strumentazioni scientifiche tra le più all’avanguardia nello scenario nazionale; l’apertura ufficiale del Dipartimento di Vibo Valentia – come già accennato – ne è la dimostrazione.” Infine, la collocazione istituzionale dell’ARPACAL ha subito alternate variazioni:con delibera n. 965 del 21 ottobre 2002, la Giunta Regionale aveva disposto il trasferimento all’Agenzia delle strutture, dei servizi, delle funzioni e del personale, dell’Ufficio Idrografico e Mareografico Compartimentale di Catanzaro, invece, con successiva delibera di Giunta (n. 974 del 22 novembre 2005) la delibera predetta è stata revocata, disponendosi il (ri) trasferimento dall’ARPACAL alla Regione Calabria (Settore Protezione civile) del personale, del Know-How, di tutti i beni mobili e immobili dell’Ufficio Idrografico e Mareografico Compartimentale di Catanzaro. 43 Le Delibere di G.R sono le seguenti: n. 30 del 30/01/2006, n. 59 del 30/01/2006 e la n. 60 del 30/01/2006. 77 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 PERSONALE Il Regolamento e la Pianta organica, predisposti dall’Agenzia , con il parere positivo del Comitato d'indirizzo, sono stati approvati dalla Giunta regionale con delibera n. 370 del maggio 2002. L’Agenzia, ai sensi della propria legge istitutiva (art. 25 ,comma 1) avrebbe dovuto acquisire l’intera dotazione organica degli ex-PMP (nonché le risorse per fra fronte alla retribuzione di detto personale). Tale dotazione, definita a seguito della delibera del Consiglio regionale n. 497 del 18 ottobre 198944, prevedeva la presenza di 414 unità. Ad oggi, sono state trasferite solo 135 unità presenti presso le ASL alla data del 1 aprile 2003, mentre non sono state trasferite le risorse economiche corrispondenti al costo dei 279 posti ex PMP non coperti. La dotazione organica dell'ARPACal risulta pari a 567 unità + 20 unità previste per l'ex Ufficio Compartimentale Idrografico e Mareografico, per complessive 587 unità45. Con D.G.R n. 596 del 02 settembre 2004, la Regione ha preso atto del Piano triennale Assunzioni dell'Arpacal, volto a reclutare le unità di personale mancante rispetto a quello previsto dal fabbisogno. Gli indirizzi per le assunzioni, invece, sono stati deliberati solo con con D.G.R. n° 1051 del 22 dicembre 2004. Il Piano Triennale Assunzioni 2004/2006, diviso in tre annualità, prevede il reclutamento delle 435 unità occorrenti al completamento della dotazione organica dell'Arpacal. Con la legge regionale n° 13 del 17/08/2005 (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005) l'Agenzia è stata autorizzata a procedere alle assunzioni del personale (con una prima tranche pari a 185 unità), secondo i criteri stabiliti dalla citata deliberazione della Giunta regionale n° 1051 del 22 dicembre 2004. Tali assunzioni sono attualmente in fase di espletamento. Sino al 2005, l’ARPACAL ha operato con 135 unità di personale trasferite dagli ex PMP della Calabria nel corso del 2003 (DPGR n. 137 dell’’11/09/2002 e DPGR n. 226 del 30/12/2002) e con 8 unità di personale trasferite dall’ Ex Idrografico e Mareografico ( DRG n. 965 del 22/11/2005). In seguito alla revoca del trasferimento 44 Tale delibera definì ed approvò le Piante Organiche degli ex P.M.P delle AA.SS di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, per complessive 414 unità. La stessa delibera stabilì che il costo di tale personale dovesse gravare sulla quota corrente del fondo Sanitario Nazionale assegnato alle U.S.L della Regione, oggi "Fabbisogno Sanitario Regionale, rimesso alla Regione dallo Stato" ai sensi dell'Ari. 51 della L. 23 dicembre 78 n. 833. 45 La struttura organizzativa, varata infatti con il Regolamento ARPACal approvato con delibera della Giunta Regionale n° 370 del 14 maggio 2002, aggiornata dal modello funzionale approvato in sede di concertazione sindacale, prevede: Dirczione Centrale (composta da tre direzioni - Generale, Amministrativa e Tecnico Scientifica -costituita da 10 Settori - 3 amministrativi e 7 tecnici); Cinque Dipartimenti Provinciali ( Dipartimento di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Vibo e Crotone costituiti da 10 Settori, 5 amministrativi e 5 tecnici); eventuali Centri Funzionali Strategici (equiparati a Settori) 78 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 dell’ ex Idrografico e Mareografico e alla normativa sull’esodo del personale regionale nonché al normale andamento dei collocamenti a riposo, la consistenza del personale, alla data dell’1/01/2006, è di 101 dipendenti. Tra questi si contano 19 dirigenti e 82 unità di personale di comparto. Le spese impegnate per il personale, tranne che nell’esercizio 2002, in cui la struttura era in fase embrionale, presentano un andamento costante e sono mediamente pari ad euro 8.011.675, sebbene incidano sulle spese complessivamente impegnate dall’ARPACAL in misura differente. Infatti, a parte il valore percentuale afferente all’esercizio 2002 (43% degli impegni totali) laddove, come testè precisato, l’attività era ancora in fase di avvio, le spese per il personale incidono per il 75,1% nel corso del 2003,per il 29% nel 2004 e infine per il 70% nell’esercizio finanziario 2005. Il valore anomalo dell’esercizio 2004 è dovuto ad un elevato importo di impegni totali (che riducono, quindi, l’incidenza percentuale) derivanti dall’utilizzo di risorse del Programma Operativo Regionale (POR). SITUAZIONE CONTABILE Prima di descrivere nello specifico la situazione contabile dell’ARPACAL, vanno evidenziati i notevoli ritardi registrati nella fase di approvazione dei bilanci preventivi e dei rendiconti dell’Agenzia. Infatti,si è rilevato che sebbene la predisposizione dei bilanci preventivi 2003, 2004 e 2005 non sempre sia stata tempestiva, la Regione ha approvato i bilanci di previsione 2003 e 2004 quando la gestione prevista volgeva ormai al termine, ossia in data, rispettivamente, 29 dicembre 2003 e 15 novembre 2004. Il Consiglio regionale, poi, ha approvato il bilancio di previsione 2005 allorquando la gestione preventiva era già abbondantemente terminata, in data 14 febbraio 2006. Infine, sebbene l’ARPACAL abbia approvato il bilancio di previsione 2006 in data 28 dicembre 2005, la Regione non l’ha ancora approvato. Uguale disattenzione emerge in fase di approvazione dei rendiconti relativi agli esercizi 2003, 2004 e 2005 dell’ARPACAL, e ancorché ove si consideri che, sebbene non sempre nei termini, deliberati dagli Organi ad oggi detti rendiconti non risultano ancora approvati dai competenti Organi regionali. ACQUISIZIONE DELLE RISORSE Appare di palmare evidenza efficacemente i compiti assegnati necessita di notevoli risorse. che l’ARPACAL, dalla normativa statale per poter svolgere e da quella regionale, A tal fine, la norma statale ha previsto che le Arpa ottengano una quota del fondo che dallo stesso Servizio Sanitario Nazionale giungealle 79 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Regioni. In linea con quanto prescritto dalla normativa, con il DPGR n. 137 del 11 settembre 2002 è stato disposto che, annualmente, venga attribuito all’ARPACAL l'1% del "Fabbisogno Sanitario Regionale rimesso alla Regione dallo Stato dell'Art. 51 ai della L. 23 dicembre 78 n. 833, da adeguare annualmente". Inoltre, l’Arpacal, come già detto, sensi 46 potrebbe incamerare risorse proprie attraverso l’erogazione dei Servizi cui è preposta. Tuttavia, dall’esame della documentazione contabile, emerge che la sopravvivenza dell’Ente è legata strettamente ai trasferimenti che l’Agenzia riceve dalla Regione, dallo Stato e da altri enti ( grafici in appendice). Ed infatti, il grado di dipendenza dalla Regione è elevatissimo ove si consideri che oltre il 92% dei trasferimenti in conto corrente viene ricevuto appunto dalla Regione Calabria. Va comunque fatto presente che dall’esame comparato dei dati contabili del triennio 2003/2005, emergono segnali positivi, ove si consideri che mentre nell’esercizio 2003 solo il 4,7% delle entrate accertate dall’ARPACAL proveniva dall’erogazione di servizi, nel corso del 2005 tale valore si è duplicato ( circa il 10%). Va rilevato, infine, che circa la metà delle entrate in conto capitale deriva da trasferimenti in conto capitale. Ciò è dovuto ala partecipazione dell’ARPACAL ai trasferimenti relativi alla misura 1.9 del Programma operativo regionale ( POR Calabria 2000/2006). Composizione delle entrate nell'esercizio finanziario 2003 ( dati al netto delle partite di giro ) 0% 0% Incidenza delle ent rat e derivanti da t rasf eriment i corrent i dello Stat o, della Regione e di altri Enti pubblici Incidenza delle ent rat e ext ra t ributarie 5% Incidenza delle ent rat e derivanti da alienazioni, da t rasf eriment i di capit ale e da riscossione di credit i Incidenza delle ent rat e derivanti da accensione di prest iti 95% 46 Ai sensi dell'Articolo 25 comma L della L.R. 20/99 istitutiva dell’Arpacal (La Regione, con apposito atto, assegna la quota percentuale in base ai parametri di cui all'art. 23 lett. B del Fondo sanitario regionale di cui agli artt. 2, lett. n) e 23, lett. b) così da far fronte agli oneri derivanti dal numero dei posti delle dotazioni dei Presìdi multizonali di prevenzione e dei servizi delle A.S.L. trasferiti all'ARPACAL, alle relative spese per beni e servizi, nonché ai livelli delle prestazioni tecnico - laboratoristiche erogate). 80 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Composizione delle entrate nel corso dell'esercizio 2005 ( Dati al netto delle partite di giro) 0% 0% 10% Incidenza delle entrate derivanti da trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici Incidenza delle entrate extra tributarie Incidenza delle entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti Incidenza delle entrate derivanti da accensione di prestiti 90% SITUAZIONE DELLE SPESE Prima di descrivere la situazione delle spese dell’ARPACAL, si deve premettere che l’analisi comparativa delle stesse viene effettuato solo per il triennio 2002/2004, mentre verranno fornite le informazioni non comparate dei dati contabili dell’esercizio finanziario 2005, in quanto nel corso di tale esercizio l’Agenzia ha ottemperato alle disposizioni della vigente normativa regionale (L.R.8/2002), modificando lo schema di bilancio precedentemente utilizzato e adottando quello in essere presso la Regione Calabria. Pertanto, e ove a ciò si aggiunga che non è stata ancora attivata la contabilità economica e quindi la contabilità analitica per centri di costo, ben si comprende come risulterebbe, prima che difficoltoso, del tutto incongruo procedere alla comparazione di dati suddivisi in base a criteri differenti. Ciò precisato, si rileva che le spese sostenute dall’ARPACAL nel corso del periodo 2002/2005 presentano un andamento mutevole in quanto correlato all’avvio dell’attività istituzionale dell’Ente stesso. Infatti, mentre nel corso del 2002 e del 2003, le spese correnti inserite nel titolo I (servizi generali) incidono, rispettivamente, per l’82,43% ed il 94,5% sul totale delle spese impegnate in ciascuno dei due esercizi, nel corso dell’esercizio 2004 invece la composizione delle spese presenta un andamento diverso in quanto gli impegni di parte corrente sono pari solo al 43,33% del totale delle spese impegnate (sempre al netto delle partite di giro), per ritornare infine, nell’anno 2005 le spese derivanti dai ritornano ad essere pari al 91,8%. Invero, la differenza emersa nell’anno 2004 rispetto agli altri esercizi è imputabile alla gestione degli interventi derivanti dal Piano Operativo regionale ( POR 2000/2006- misura 1.9), che, nel 2004, presenta impegni pari a €13.758.69,11 (oltre il 51% degli impegni totali al netto delle partite di giro). Infine, dall’esame delle spese effettuate dall’Agenzia nel corso del 2005 emerge che gli impegni attinenti al 81 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Programma operativo regionale si sono ridotti in percentuale assolutamente esigua, mentre i pagamenti ad esso afferenti sono stati pari ad oltre il 20% dei pagamenti totali. Composizione delle spese -Anno 2002-( al netto delle partite di giro) 10% Incidenza delle spese correnti sul totale delle spese Incidenza delle spese in conto capitale sul totale delle spese 8% Incidenza delle spese per rimborso prestiti sul totale delle spese 82% Composizione delle spese -Esercizio 2003- ( al net t o d el le p ar t i t e d i g i r o ) 4% Incidenza delle spese co rrenti sul to tale delle spese 2% Incidenza delle spese in co nto capitale sul to tale delle spese Incidenza delle spese per rimbo rso prestiti sul to tale delle spese 94% Composizione delle spese - Esercizio Incidenza delle 2004- ( al net t o d ell e p ar t i t e d i g i r o ) spese co rrenti sul to tale delle spese 0,4% 43,3% Incidenza delle spese in co nto capitale sul to tale delle spese Incidenza delle spese per rimbo rso prestiti sul to tale delle spese 56,3% 82 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Dall’esame del rendiconto relativo all’esercizio 2005 si evince come le spese sostenute dai singoli Dipartimenti siano assolutamente esigue, ldal momento che le spese dipartimentali che presentano la maggiore incidenza sono quelle sostenute da Catanzaro e sono pari allo 0,56% ( Reggio Calabria allo 0,2% e Cosenza allo 0,4%). Considerato che le aree di spesa dei singoli dipartimenti attengono all’attività ordinaria dell’ARPACAL, ossia sono relativi agli impegni per monitoraggi e censimenti di radiazione, dell’acqua, dell’aria del suolo e dei rifiuti, nonché alle spese per servizi laboratoristici e per servizi territoriali, ne discende che l’autonomia funzionale dei Dipartimenti, come già detto, è invero molto limitata e, dunque, che l’operatività degli stessi è parziale. Peraltro, i Dipartimenti di Vibo Valentia e Crotone non hanno svolto alcuna attività. Verificato che l’Ente, nel corso degli esercizi 2003, 2004 e 2005 ha sempre presentato un avanzo di amministrazione 47 , si rileva comunque una scarsa elasticità del bilancio, la cui “manovra” è quasi completamente assorbita dalle spese per il personale e di funzionamento. A titolo di esempio, si consideri che nel corso del 2005 gli impegni per spese di funzionamento sono stati pari al 26,9% e che le spese per il personale hanno comportato impegni per un importo superiore al 70% degli impegni totali (sempre al netto delle partite di giro), lasciando così una manovrabilità degli impegni derivanti da spese non obbligatorie e rigide assolutamente irrisoria. IL CONTO DEL PATRIMONIO La consistenza dei valori attivi e passivi dell’Agenzia sono rappresentati nel conto del Patrimonio, che costituisce parte integrante del rendiconto dell’Ente. L’ARPACAL ha inviato il Conto del patrimonio, come parte integrante del rendiconto, solo per gli esercizi 2002, 2003 e 2004. La consistenza del patrimonio è indicata nella tabella riassuntiva (v. pagina seguente), ma va rilevato che le relazioni che corredano il conto del patrimonio non sempre appaiono esaustive. Anche dall’esame dei dati del patrimonio emerge una composizione che conferma la dipendenza dell’Ente da soggetti esterni. Infatti, prendendo ad esempio l’ultima composizione patrimoniale fornita, è possibile rilevare assunto ( 52%) il notevole peso dai conferimenti che costituiscono i contributi in conto capitale erogati da soggetti pubblici, mentre è praticamente risibile il peso assunto dalle 47 L’avanzo di amministrazione assume i seguenti valori: nell’anno 2003 è pari a € 4.559.314,99, nell’anno 2004 è pari a € 6.692.731,01, nell’anno 2005 è pari a € 10.760.578,48. 83 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 immobilizzazioni materiali. Tali immobilizzazioni, che potrebbero essere fonte di reddito o, quantomeno, potrebbero evitare costi per fitto locali, sono pari al solo 1,9% delle attività totali. Infine, per concludere, la Sezione sottolinea l’esigenza di vagliare l’esigibilità dei crediti, considerato il notevole peso (70% dell’attivo) da essi assunto. ATTIVO 31/12/2002 31/12/2003 31/12/2004 8.980,40 24.906,78 75.646,21 337.845,20 449.172,93 0,00 0,00 362.751,98 524.819,14 Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni 376.630,13 materiali Immobilizzazioni finanziarie Totale immobilizzazioni 385.610,53 Rimanenze Crediti 165.326,61 1.396.621,96 19.097.000,70 991.516,82 7.483.305,74 7.503.321,25 1.156.843,43 8.879.927,70 27.125.141,09 Totale attivo 1.542.453,96 9.242.679,68 27.125.141,09 Conti d'ordine 123.487,61 387.192,02 15.143.830,88 562.623,12 4.931.052,16 8.051.018,18 21.638,00 14.318.429,01 4.042.989,52 4.755.693,00 4.042.989,52 4.755.693,00 247.000,00 0,00 Altre attività finanziarie Disponibiltà liquide Totale circolante attivo Ratei e risconti PASSIVO Patrimonio netto Conferimenti debiti Totale debiti 979.830,84 979.830,84 Ratei e risconti Totale passivo 1.542.453,96 9.242.679,68 27.125.140,19 Conti d'ordine 123.487,61 387.192,02 15.143.830,88 84 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 ARSSA Per quanto concerne ogni informazione di carattere generale ed un più compiuto discorso sull’ARSSA, si deve rimandare a quanto indicato nella precedente relazione di questa Corte. Le pagine seguenti, infatti, si riferiscono soltanto agli aggiornamenti di maggior rilievo che hanno interessato l’ Ente in questione. COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI STATUTARI Rispetto alla situazione rappresentata nella precedente relazione si è rilevato, in primo luogo, che l’Agenzia opera con Organi statutari completamente rinnovati, a seguito della legge regionale sul c.d. spoil system (cfr. Decreto n. 20 del 18/09/2005 del Presidente del Consiglio regionale). L’ARSSA, che in ciò costituisce un’eccezione, ha potuto operare sin dal primo momento con l’ Organo di amministrazione ordinaria. Allo stato, però, il Consiglio di Amministrazione opera con un consigliere in meno, in quanto non è stato ancora nominato il sostituito di un consigliere dimissionario. ATTIVITÀ SVOLTA Dalle risultanze istruttorie e dalle audizioni con gli Organi apicali dell’ARSSA è emersa una volontà di rinnovamento, che, però, allo stato dei fatti, presenta notevoli rallentamenti nella sua effettiva realizzazione. Al momento, il Consiglio di Amministrazione risulta aver operato soprattutto in direzione della riorganizzazione della struttura e della programmazione dell’ attività. Infatti, il CDA ha approvato il piano Triennale dei Servizi di sviluppo agricolo 2006/200848, ha predisposto un documento programmatico delle attività dell’ARSSA, ha variato la struttura organizzativa e la dotazione organica dell’Ente49, e, infine, disposto la nomina di un’apposita Commissione per la stima degli Immobili dell’ARSSA. 50 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E LA DOTAZIONE ORGANICA Come accennato, il Consiglio di Amministrazione, con delibera n. 32/C del 28/03/2006, ha modificato la struttura organizzativa dell’Agenzia, abrogando le deliberazioni precedenti. 48 49 50 Delibera n. 181/C del 19/12/2005 del Consiglio di Amministrazione Delibere 32/c e 33/C del 28 marzo 2006 del Consiglio di Amministrazione Delibera 12/C del 24/01/2006 del Consiglio di Amministrazione 85 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 La struttura attuale risulta così composta: - cinque settori (13 i precedenti), 19 servizi, 70 Uffici centrali, 105 Uffici territoriali, tra cui sono da comprendersi 15 CSD, 24 CEDA, dipendenti dai 10 CeSa, oltre a due POLI. A seguito di tali variazioni, con deliberazione n. 33/C del 28/03/2006, il Consiglio di Amministrazione ha ridefinito la Dotazione Organica dell’ARSSA, modificando all’uopo la precedente delibera 224/C/04. Nelle more dell’approvazione della Deliberazione 33/c, tuttavia, è intervenuta la legge regionale 2 marzo 2005, n. 8- recante norme di carattere ordinamentale e finanziario- volta ad incentivare l’esodo dei dipendenti regionali. Alla luce di ciò, sono stati collocati a riposo qualifica dirigenziale e 38 dipendenti, di cui 19 con 17 di qualifiche diverse, cosicché su 349 unità lavorative, rimangono in servizio 23 dirigenti (tra cui il Direttore Generare). L’organico precedente (delibera 244/C/04) prevedeva n. 657 dipendenti, comprensivo di n. 53 divulgatori agricoli, assunti a decorrere dal 01/04/2005. Sulla scorta delle nuove esigenze, è stata rimodulata la dotazione organica, nel numero complessivo di n. 599 unità, oltre al Direttore Generale. Tali unità sono state così suddivise: 150 dipendenti presso i 70 Uffici centrali, 216 dipendenti (di cui 120 divulgatori, 48 dipendenti amministrativi e 48 dipendenti ausiliari) presso i 24 CEDA, infine 120 dipendenti presso i 10 CESA, 10 dipendenti presso le 5 Unità operative, e 69 dipendenti presso i 16 CSD. Oltre a ciò, sono previsti 34 dirigenti (più il Direttore Generale). Sempre con la delibera in esame, sono state previste le modalità di copertura della Dotazione organica attraverso:- la stabilizzazione del personale dell’EX ESAC impresa e dei Centri Sperimentali Dimostrativi – 250 unità - ; apposite procedure concorsuali per la parte restante. Infine, sono stati deliberati (delibera 34/C) i criteri per il conferimento degli incarichi dirigenziali. Dall’esame della relazione del Consiglio di amministrazione, allegata al rendiconto 2005, approvato dall’Agenzia con delibera n. 41/c del 29/03/06, risulta che l’organico di ruolo dell’ARSSA è aumentato complessivamente di n. 9 unità passando dalla consistenza di 340 unità di personale al 31/12/2003 a 349 unità alla data del 31/12/2004. Inoltre, l’ARSSA si avvale, per il suo normale funzionamento, di dipendenti dell’ex Esac . Questi ultimi operano anche presso i centri sperimentali, laboratori analisi, impianti irrigui e acquedotti, cosicché il personale complessivo, per come si legge nella relazione del Collegio dei revisori, ha assunto nell’ultimo triennio la seguente consistenza: n. 1206 unità nel 2003, n. 1175 unità nel 2004 e n. 1223 unità nel 2005. 86 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 SITUAZIONE AMMINISTRATIVO- CONTABILE Prima di procedere ad una breve analisi sulla composizione delle entrate e delle spese dell’ARSSA, occorre evidenziare che le informazioni e risultanze di gestione attuali non si discostano in modo significativo da quanto già indicato nella precedente relazione, anche perché le criticità ivi già evidenziate non hanno ancora trovato soluzione. Infatti, come confermato anche dalla relazione del Collegio dei revisori, permane l’assenza del sistema integrato dei controlli interni, insieme ad una diffusa carenza di carattere organizzativo-amministrativo. Inoltre, si palesano nuove ulteriori problematiche. Il Collegio dei revisori ha rilevato irregolarità contabili relative a debiti fuori bilancio nei confronti dell’ex Esac impresa. Quest’ultima vantava nei confronti dell’ARSSA crediti pari a € 4.406.096,87 per il periodo compreso dal 2001 al 2005, costituiti da pagamenti dovuti per salari accessori dei dipendenti dell’ex Esac impresa operanti presso l’ARSSA, per un condono fiscale e per un pignoramento (Agrimed). Nel bilancio dell’ARSSA, invece, sono state allocate unicamente le somme dovute per il pignoramento AGRIMED, mentre i rimanenti importi (€ 2.347.926,38) sono stati indicati come debiti fuori bilancio e riconosciuti come tali con Delibera del Presidente del Consiglio di amministrazione n. 3 del 24/003/2006. Inoltre, l’Organo di revisione, nella relazione al rendiconto 2005 , ha rilevato discordanze tra due estratti conto presso la Banca Carime (Tesoriera) e i saldi risultanti dalle scritture dell’ Ente. LE ENTRATE, LE SPESE E I RESIDUI Le entrate dell’ARSSA sono sostanzialmente costituite dai trasferimenti regionali e dai ricavi derivanti dall’alienazione di beni patrimoniali. Negli esercizi 2002 e 2003, le entrate dell’Agenzia ( al netto delle contabilità speciali -che incidono partitamente per il 17% e per il 22%), risultano costituite, rispettivamente, nella misura del 69,22 e del 68,62 per cento, da trasferimenti regionali in conto corrente, da percentuali irrisorie (inferiori all’1%) per trasferimenti statali e comunitari, da rendite patrimoniali e entrate diverse che rappresentano per il 2002 il 3,7% e nel 2003 il 3,4%, e da alienazione di beni patrimoniali (nel 2002 pair all’8,9% e nel 2003 al 4, 4%), oltre a ulteriori residuali importi irrilevanti. Nel corso dell’esercizio 2004, le entrate di provenienza registrano un incremento, regionale hanno in quanto sono state trasferite anche somme in conto capitale. Cosicché, nel corso dell’anno in questione, i trasferimenti regionali hanno 87 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 costituito il 76,34% delle entrate totali, le rendite patrimoniali e le entrate diverse il 4% e le alienazioni di beni patrimoniali il 3% ( oltre al 15 % da contabilità speciali). Nell’anno 2005, la composizione delle entrate non ha subito notevoli variazioni, in quanto il 76% delle entrate accertate risulta essere costituito dai trasferimenti regionali, il 2,8% da rendite patrimoniali, il 3% da entrate per alienazione di beni patrimoniali e il 3% e da rimborso crediti e recuperi vari (oltre al 19 % circa da contabilità speciali). Per quanto concerne le spese, non può che ribadirsi, come già rilevato nella precedente relazione, che le spese globalmente sostenute dall’ARSSA per tutto il personale (sia dell’ARSSA sia dell’ex Esac) “ingessano” notevolmente il bilancio, costituendo nel solo 2005 circa il 70% della totalità delle somme impegnate. Ad ogni modo, le spese correnti dell’ARSSA, dal 2003 al 2005, presentano un trend in lieve diminuzione (circa 2,85% in meno), sebbene il costo per il personale, per come indicato nella relazione del Collegio dei revisori, presenti un andamento crescente (incremento di circa il 3,12%). L’’andamento complessivamente decrescente deriva, quindi, dalla riduzione operata sulle spese operative. Emerge, invece, un rallentamento della riscossione dei residui, laddove si consideri che nel triennio 2003/2005 l’Agenzia è riuscita a riscuotere mediamente il 38,6% dei residui iniziali (il 44% nel 2003, il 39% nel 2004 e il 33% nel 2005). Ciò significa che potrebbero verificarsi serie difficoltà nella riscossione del restante 62% circa, a causa dell’epoca di formazione di tali residui. La considerazione è avvalorata dalle perplessità che il Collegio dei revisori ha avanzato in sede di approvazione del rendiconto sull’esigibilità dei crediti in questione, invitando l’Amministrazione ad un’opera di revisione degli stessi. Per quanto concerne, invece, il pagamento dei residui passivi si rileva che, mediamente, nel triennio 2003/2005, è stato pagato circa il 60% dei residui passivi iniziali. Infatti, sia nel corso del 2003 che del 2004 l’Agenzia ha pagato il 70% dei residui passivi iniziali, mentre nel corso del 2005 tale percentuale si attesta intorno al 39%. Infine, e non per ordine di importanza, si rileva che la perdita d’esercizio ex ESAC presenta un andamento sempre crescente. Infatti, nel 2003 era pari a 12.780.510,85, nel 2004 a € 13.0473.930,77, e nel 2005 si è attestata sul valore di € 13.461.073,54. PARTECIPAZIONI DELL’ENTE In base alla deliberazione 94/C/05 del 29 aprile 2006 , il Consiglio di Amministrazione dell’ARSSA, in ottemperanza al divieto di partecipazione a società di capitali, consorzi o fondazioni, dettato dal legislatore regionale ai propri enti strumentali, ha disposto il trasferimento delle quote alla Regione Calabria. 88 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 CONCLUSIONE Così come per l’AFOR, anche per l’ARSSA appare indispensabile l’urgente elaborazione ed attuazione di un progetto di riforma che liberi l’ Agenzia dai pesi del passato e consenta quindi al nuovo ente di concentrare le proprie funzioni e risorse sui temi più strettamente di competenza, quali i “Servizi di sviluppo agricolo” che costituiscono l’aspetto innovativo e al contempo determinante per giustificare l’esistenza stessa dell’Agenzia.51 Il passivo ereditario dell’ex ESAC è senza dubbio una vera e propria “palla al piede” ed assai pesante , per cui, fino a quando non sarà possibile disfarsene, essa continuerà a condizionare il buon andamento gestionale dell’ARSSA. Riconversione e snellimento sono le precondizioni essenziali perché qualsiasi progetto di riforma dell’Agenzia, destinata essa che sia a restare autonomo ente strumentale ovvero, in ipotesi, a convergere, in uno all’AFOR, nel più ampio sistema agricolo/forestale, non risulti votato all’ennesimo fallimento. --- 51 Tali Servizi si articolano per come segue (art. 2 della L.R. 19/99): o ricerca applicata di interesse regionale e Sperimentazione; o divulgazione agricola; o formazione ed aggiornamento professionale; o servizi tecnici di supporto diretti a promuovere lo sviluppo socio-economico all'interno delle aree rurali, elevare le potenzialità delle imprese agricole, favorire la crescita e la formazione delle nuove professionalità, migliorare la qualità della vita mediante l'acquisizione e la divulgazione delle conoscenze in campo scientifico, tecnico, economico, socioeconomico e legislativo. 89 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 AZIENDA CALABRIA LAVORO Anche per l’’Azienda Calabra Lavoro, si deve rimandare a quanto indicato nella precedente relazione di questa Corte. Dall’esame delle risultanze istruttorie attuali, emerge, comunque, che l’Azienda Calabria lavoro ha variato gli assetti organizzativi e gestionali nel corso degli anni 2005 e 2006. Un primo e fondamentale cambiamento è dato dal Commissariamento dell’Azienda avvenuto nel 2005. Infatti, a seguito della legge regionale n. 12/2005 è stato dichiarato decaduto il precedente Direttore Generale e, con DPGR n. 240 del 07/10/2005, è stato nominato l’Organo Commissariale (meglio due Commissari, con attribuzione a ciascuno di essi della metà del compenso spettante ad un unico Commissario). Successivamente, con due delibere di Giunta Regionale, n. 34 del 16/01/2006 e n.137 del 27/02/2006, sono stati concessi 45 giorni di proroga, prima, e 90 giorni di proroga dopo, ma ad uno solo dei due Commissari. In data 19 giugno c.a. la gestione Commissariale è terminata, in quanto con Decreto n. 161 il Presidente della Regione ha nominato come Direttore Generale il Commissario unico precedente. ATTIVITA’ SVOLTA Nella precedente relazione, dopo aver evidenziato che il legislatore regionale aveva considerato l’Agenzia come il braccio duttile dell’Amministrazione regionale in termini di politiche del lavoro affidandole un ruolo di rilievo, si lamentava tuttavia l’inutilità di un Ente che, di fatto, non riusciva raggiungere i propri obiettivi. Oggi, si registra una inversione di rotta. Infatti, tra le varie attività poste in essere si rileva l’affidamento, da parte della Regione Calabria, delle attività di monitoraggio sulle misure FSE Asse III Risorse Umane, annualità 2003/2004 (POR) e la stipula di apposita Convenzione relativa all’affidamento delle attività di Monitoraggio sulle misure FSE. Inoltre, ha ricevuto un notevole impulso l’attività derivante dal processo di sostegno e sviluppo per le piccole e medie imprese, per come previsto dalla legge n. 266/97, sebbene non ancora pienamente operativa, in quanto tuttora carente delle autorizzazioni ministeriali. Si deve evidenziare che parte dell’ attività posta in essere dall’attuale vertice dell’ente è stata necessariamente indirizzata alla risoluzione di problematiche pregresse, anche di carattere legale, che, peraltro, imbrigliano ancora la normale gestione dell’azienda stessa. Comunque, è 90 stata attuata la riorganizzazione Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 dell’ufficio, nonché posta in essere la ricognizione delle gestioni passate, mercè l’adeguamento e la presentazione dei necessari documenti contabili. Si è potuto pure rilevare che è stata avviata la programmazione delle attività istituzionali, ossia la costituzione e regolamentazione degli Osservatori sul lavoro minorile, sul lavoro femminile, sul lavoro sommerso e sull’igiene e sicurezza sul lavoro ed altro ancora. SITUAZIONE DEL PERSONALE Allo stato attuale, ancora carente risulta la situazione del personale. Infatti, non sono state completate le procedure per l’immissione in organico dei soggetti aventi diritto, così come previsto dall’art. 26, lett. a,b e c, della Legge Regionale n. 5/2001. FUNZIONAMENTO E BILANCI Anche per tale Ente strumentale, per l’esercizio 2006 non è stato approvato il Bilancio di previsione, ma è stato concesso l’esercizio provvisorio “ sino alla data di approvazione, e non oltre il 31/03/2006”. Discorso a parte merita la situazione attinente al bilancio di previsione 2005. Infatti, tale documento contabile è stato presentato in ritardo dall’Azienda ed è stato anche parzialmente revocato (il Dipartimento Economia, con propria nota del 12/04/05 prot. n.1008, ha chiesto al Dipartimento Lavoro la parziale revoca del Bilancio suddetto, invitando l’Azienda ad astenersi da qualunque atto di gestione illegittima del medesimo Bilancio per l’esercizio finanziario 2005). A questo punto, in conclusione, può dirsi, sinteticamente, che le variazioni che hanno interessato l’Azienda nel suo complesso sono tali da preludere ad una normalizzazione, forse anche in tempi non eccessivamente lunghi, della gestione dell’Ente strumentale in questione.--- 91 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 APT (AZIENDE DI PROMOZIONE TURISTICA) Le Aziende di promozione turistica (A.P.T.) vennero istituite con la legge regionale n. 13 del 18 marzo 1985 (in ottemperanza della legge n. 217 del 17/05/1983 - Legge quadro per il turismo). Di esse si è già detto in occasione del primo referto ed in questa sede la Sezione torna ad occuparsene soltanto per aggiornare brevemente la situazione, riferendo che, a termine dell’art. 11, comma 4 della legge regionale 11 gennaio 2006, n.1, di modifica dell’art. 54 della legge regionale n. 34/02, le funzioni ed i compiti amministrativi esercitati dalle A.P.T. , ai sensi dell’art. 5 della legge regionale n. 13 del 1985 sopra citata, sono stati attribuiti alle Province e la data di estinzione degli enti è stata fissata al 31 marzo 2006. Poiché anteriormente all’entrata in vigore della l. r. n. 1/2006, le cinque A.P.T. della Calabria erano state tutte commissariate (Deliberazione di Giunta Regionale n. 714 in data 8.08.2005), secondo quanto sancito dalla medesima norma di legge in questione, a decorrere dalla data del conferimento, i commissari delle A.P.T. in carica sono stati investiti della funzione di liquidatori degli enti stessi. Infine, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 310 in data 02.05.2006, i Commissari Liquidatori delle predette Aziende sono stati autorizzati, anche oltre il termine del 31.03.2006, al proseguimento di tutte le operazioni residuali conseguenti all’estinzione degli enti in questione. Più precisamente, il termine anzidetto è stato portato fino a n. 30 giorni decorrenti dall’approvazione dei Bilanci di previsione delle aziende, per il periodo 1.01.2006-31.03.2006, da parte del Consiglio regionale. E’ emerso, infatti, che, nel periodo compreso tra la data del 20 febbraio e quella del 27 marzo 2006, pur essendo stati i bilanci in questione approvati dalla Giunta Regionale, a tale essenziale adempimento non ha ottemperato il Consiglio Regionale, a ciò competente ai sensi della l. r. n. 8/2002, come modificata dalla l. r. n. 7/2004.--- 92 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 III CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 1. CRITICITÀ ATTUALI E PECULIARITÀ IDENTIFICATIVE DEL RAPPORTO REGIONE-ENTI 1.1. L’analisi (sia pur sommaria) fin qui svolta, circa le caratteristiche ed il funzionamento degli enti (agenzie, aziende, ect.) operanti nella (per la) Regione Calabria, ha permesso di fare emergere taluni degli aspetti di maggiore criticità del sistema e, quindi, consente ora di svolgere brevi generali considerazioni riassuntive, nonché di carattere propositivo, di seguito sinteticamente rassegnate. Intanto, per ciò che riguarda l’esercizio dei poteri di nomina e l’attività di controllo degli organi di governance degli enti, può certamente parlarsi dell’esistenza di un’adeguata disciplina sul piano dei principi, siccome definita nell’ambito della recente Carta statutaria regionale, laddove, sul piano della regolamentazione attuativa, diversi sono i punti, invece, ancora lasciati scoperti ovvero incompiuti dal legislatore regionale ordinario. Sulla base delle norme del nuovo Statuto regionale, infatti, sugli enti, le aziende e società regionali, la Regione ha determinati poteri di nomina ed esercita il potere di indirizzo e di controllo, anche (recte: non solo) attraverso l’esame e l’approvazione dei loro atti fondamentali. In particolare, il Consiglio regionale: delibera le nomine che sono attribuite espressamente alla sua competenza dalle leggi ed esprime il proprio parere sulle nomine di competenza della Giunta, nei casi e nelle forme previste dalla legge regionale (art.16, lett. h); nomina i rappresentanti della Regione sia negli enti ed aziende consortili che nelle imprese a partecipazione regionale ove previsto da espresse disposizioni di legge (art.54, co.5, lett. a); approva i bilanci e i programmi generali di sviluppo e di riordino, nonché quelli che prevedono nuovi investimenti e revisioni tariffarie, relativi ad enti ed aziende regionali (art. 54 cit., lett. b); valuta la rispondenza dei risultati agli obiettivi, accertando la conformità al programma, ai piani regionali ed ai principi di buon andamento dell’attività amministrativa svolta dagli uffici della Regione, degli enti e delle aziende da essa dipendenti (art.16 cit., lett. i). 93 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Sempre l’art. 54 citato, infine, stabilisce che: Il bilancio degli enti ed aziende dipendenti dalla Regione deve essere presentato al Consiglio prima che inizi la discussione del bilancio regionale (comma 8); Con il bilancio regionale sono approvati gli stanziamenti relativi ai bilanci degli enti e delle aziende dipendenti, i quali vengono ratificati nei termini e nelle forme previste dalla legge regionale (comma 9); I consuntivi degli enti e aziende dipendenti dalla Regione sono allegati al rendiconto generale della Regione (comma 10). 1.2. Ciò premesso, rilevanti elementi di criticità emergono ove si consideri l’assenza di una compiuta disciplina attuativa dei principi statutari (e, in particolare, per quanto ora interessa, dei “Princìpi dell’attività amministrativa regionale” sanciti dall’art. 49 dello Statuto52), che debitamente tenga conto : - da un lato, delle preesistenti norme ordinarie vigenti sulla materia e che non sempre risultano coerenti ed armonizzate coi principi in parola; - dall’altro, ed è forse il punto di maggiore rilievo, della necessità di adottare un adeguato schema che regolamenti il rapporto tra la Regione e gli Enti. Se si prescinde dall’aspetto strettamente legato ai finanziamenti degli organismi in esame, si deve difatti registrare la mancanza di un’armonica e completa disciplina organica che regolamenti il rapporto in questione. Allo stato, esso è limitato esclusivamente al contenuto puramente finanziario, in sede di definizione dei trasferimenti necessari allo svolgimento delle funzioni intestate agli organismi stessi (discorso Aterp a parte sul piano delle entrate). I trasferimenti sono, com’è noto, determinati sulla base della manovra finanziaria regionale che è, perciò, comprensiva anche dei trasferimenti agli organismi strumentali. 52 L’art. 49 cit. così recita: “1. L'attività amministrativa della Regione è informata ai princìpi del buon andamento e dell’imparzialità, della semplificazione e della pubblicità delle procedure e degli atti amministrativi, della partecipazione degli interessati alle fasi istruttorie e decisorie del procedimento, nonché della consensualità dell’azione amministrativa, nel rispetto dei princìpi stabiliti dalle leggi dello Stato e dalla normativa comunitaria. 2. La Regione predispone con legge gli strumenti e le procedure idonei ad operare il controllo sulla legittimità, sull’efficienza e l’efficacia dell’attività amministrativa della Regione, degli enti e delle aziende da essa dipendenti e sulla gestione del bilancio e del patrimonio. 3. La legge regionale stabilisce i princìpi relativi all’organizzazione amministrativa regionale in modo da assicurarne funzionalità, efficienza, efficacia ed economicità nell’acquisizione ed utilizzazione delle risorse, nel rispetto dei princìpi di professionalità 1 e di responsabilità, anche ai fini della determinazione della dotazione organica nei ruoli, distinti, del Consiglio e della Giunta regionale”. 94 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Sennonché, anche la stessa definizione dei trasferimenti, e vieppiù, come già accennato, nella persistente assenza di un coerente disegno strategico complessivo di politica economica regionale, inevitabilmente risulta essere dipendente, pressoché esclusivamente, dalle incontrollabili quanto variabili evenienze delle contingenze e accidentalità del momento, quali: l’incapacità e/o impossibilità di autofinanziamento da parte degli enti interessati; di contro, la variabile forza, per così dire, “contrattuale” del singolo ente; la necessità di tamponare “buchi” di bilancio costituenti il risultato di stratificazioni e sedimentazioni storiche a loro volta progressivamente alimentate dalle cicliche emergenze di settore (AFOR docet); il problema (dei problemi: AFOR docet ancora) del mantenimento dei livelli occupazionali e, quindi, del livello minimale dei servizi essenziali (ciò che infine, come ben si sa, determina le classiche voci che “ingessano” i bilanci degli enti pubblici); e altro ancora. Orbene, l’evidente debolezza derivante dalla già rilevata mancanza di una regolamentazione organica del rapporto Regione/Enti, inevitabilmente, rende difficile e complessa l’attività di vigilanza e controllo e, quindi, vanifica la stessa capacità di valutazione dell’operato degli enti. In assenza di regolamentazione, infatti, non vi sono parametri di riferimento certi ai quali ancorare una qualsiasi attività di valutazione. Invece, com’è ovvio, è solo attraverso un’adeguata razionalizzazione del rapporto in questione che si può (si deve) pervenire alla fissazione di parametri oggettivi in base ai quali svolgere il processo di valutazione degli organismi de quibus, anche al fine, certamente non secondario, di portare il sindacato sulle (e quindi l’operato delle) amministrazioni dall’attuale sfera formale degli atti/adempimenti a quella sostanziale e concreta dei risultati (amministrazione performance oriented), con il correlato effetto d’innalzamento del livello di produttività ed autosufficienza degli organismi stessi. E’ solo il sindacato sui risultati che può realisticamente costringere a orientare i processi decisionali in direzione dell’efficienza e qualità dei servizi, contribuendo così anche al miglioramento dell’equilibrio economico degli enti, con l’ulteriore (e di certo non trascurabile) beneficio di portare la manovra finanziaria annuale della Regione a muoversi nell’ambito di una visione strategica di insieme e a tentare di uscire quindi dalle antiche secche della politica dell’emergenza. 2. RAPPORTO REGIONE/ENTI: LE “LEVE“ PER LA GOVERNANCE 2.1. Pur nel rispetto dell’autonomia gestionale degli organismi strumentali, occorre dunque, anche sulla scorta, occorrendo, di esemplificazioni e spunti derivanti dall’esperienza riformatrice di altre (ancorché non molte) realtà istituzionali, che la 95 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Regione Calabria al più presto elabori e codifichi l’attivazione di opportune “leve per la governance” degli organismi strumentali. Ed il “progetto di massima” di un tale processo di riforma non può che svilupparsi attraverso necessitate essenziali tappe: 1. Ricognizione e analisi preliminare delle strutture esistenti. 2. Analisi settoriale degli individuati enti strumentali. 3. Elaborazione di indirizzi e modelli ottimali di gestione. 4. Elaborazione delle relative linee guida. 5. Attivazione di un sistema incrociato dei controlli. Quanto ai primi due punti, essi richiedono che la “radiografia” degli enti attuali permetta di constatare, in via di urgenza, se le funzioni così accertate siano rimaste aderenti agli scopi istituzionali ovvero se, nel tempo, si siano di fatto orientate verso obiettivi/interessi non previsti ab origine. Ciò che, se da un lato può consentire di diagnosticare lo stato di salute o di malattia di ciascun ente, certamente contribuirà, dall’altro, a portare alla luce eventuali duplicazioni e sovrapposizioni di funzioni e attività fra enti diversi. Quest’ultimo aspetto, peraltro, serve anche a verificare se il rapporto di strumentalità degli stessi enti (rispetto all'esercizio delle competenze e delle politiche della Regione) sia stato rispettato, oppure se – in assenza di un’adeguata attività strategica, funzionale alle oggettive esigenze dell’unitarietà di indirizzo richiesta da determinate materie o settori strategici di intervento, nonché del puntuale esercizio del potere/dovere di vigilanza e controllo- si sia realizzato, nel frattempo, qualche caso di “debordamento”, attraverso, ad esempio, orientamenti e decisioni dei vari Consigli di Amministrazione (o Commissari straordinari) che abbiano portato ad indebita riconduzione interna interessi istituzionali non propri, ovvero sovraordinati (in quanto ad es. di portata generale). Inoltre, occorrerà pervenire alla congrua definizione di linee guida che, in quanto consistenti in una serie di osservazioni e indirizzi per il superamento delle criticità evidenziate nel corso dell’analisi preliminare, possano contribuire alla definizione di un modello operativo ottimale. Più precisamente, tenendo conto delle diverse forme giuridiche e funzioni assunte dagli organismi strumentali, gli indirizzi forniti dalle linee guida dovrebbero consentire di: o Integrare il ciclo di programmazione di ciascun soggetto all’interno della programmazione strategica della Regione; 96 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 o Elaborare un ciclo di pianificazione delle attività degli enti, a sua volta integrato con il servizio di vigilanza sugli obiettivi strategici e operativi degli enti medesimi, anche attraverso l’instaurazione di un processo di definizione negoziata degli obiettivi; o Definire conseguentemente un modello integrato di programmazione delle strategie e degli obiettivi operativi degli enti, anche in relazione alle modifiche dello Statuto regionale e delle leggi istitutive; o Attivare un sistema di controllo di gestione che non preveda solo un mero servizio di vigilanza sugli obiettivi finanziari degli enti. Ed è quest’ultimo, naturalmente, un nodo cruciale con riferimento al controllo sulla gestione affidato a questa Corte. Infine, occorre identificare modalità di interazione per la gestione da parte dei diversi soggetti coinvolti (Organi degli enti, Assessorati, singoli centri di imputazione e di responsabilità), in funzione di: Garantire l’esigenza di un dialogo costante tra i soggetti decisionali che partecipano all’attuazione dei programmi, attraverso il mantenimento della circolarità dei flussi informativi necessari per la definizione di misure attuative coerenti, poggiate sulla reale conoscenza degli andamenti del contesto di riferimento; Favorire il processo di accountability delle azioni intraprese; Conseguentemente, adottare idonei modelli organizzativi e procedurali nonchè sistemi di rilevazione informatizzati standard che, pur nell’ovvio necessario rispetto dell’autonomia e delle specificità di ciascun ente, risultino basati su di uno schema comune. 2.2. – Riprendendo in concreto il discorso di partenza, è possibile rilevare che la necessità di procedere ad un’articolata ma coerente regolamentazione dei rapporti tra la Regione e gli organismi all’esame emerge rafforzata anche dalle disposizioni contenute nel nuovo Statuto regionale. Il nuovo Titolo IX dello Statuto (Attività Economiche Regionali e Soggetti Privati) è dedicato, infatti, alla disciplina degli enti strumentali e delle aziende private dipendenti dalla Regione. L’articolo 54 più volte già citato (rubricato : Soggetti privati, enti, aziende e imprese regionali) testualmente stabilisce (comma 2) che “la Regione promuove la programmata dismissione delle forme gestionali di tipo pubblico e orienta i suoi interventi alle sole funzioni di indirizzo generale, alla determinazione degli standard ed alla garanzia del corretto funzionamento dei servizi”. 97 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 Risulta evidente, dunque, che la dismissione delle forme dirette di gestione di tipo pubblico e la garanzia di standard adeguati nella erogazione dei servizi potrà essere assicurata solo attraverso una puntuale regolamentazione dei rapporti tra la Regione, in quanto soggetto che svolge funzioni di programmazione, indirizzo e controllo, e i soggetti “strumentali” cui è appunto demandata la gestione dei servizi medesimi. Tutto ciò necessita d’essere accompagnato, ovviamente, da un riassetto uniforme e coerente del quadro strutturale ed organizzativo proprio degli enti stessi, nell’ambito di un disegno più generale di riordinamento normativo che tenga conto, infine, anche della necessità dell’effettiva applicazione del principio di separazione tra le funzioni d’indirizzo politico e quelle amministrative. Ed è proprio a quest’ultimo proposito che riemerge nuovamente la già accennata esigenza di introdurre e definire il grado di “accountability” nei rapporti in questione, intendendosi con tale termine quel dovere finalizzato a stabilire, anche in punto di responsabilità, le relazioni esistenti tra programmazione, decisione, azione e controllo, e, quindi, l’obbligo finale di rendere conto del proprio operato (<<responsabilizzazione rispetto al risultato>>) da parte del soggetto agente (l’organismo strumentale) nei confronti di quello affidante (la Regione)53. Nell’ottica anzidetta s’introduce, perciò, anche l’urgenza di aggiornare e migliorare il contenuto di quei fondamentali strumenti di informazione che sono rappresentati dai rendiconti/bilanci e di cui si dovrebbe fare carico, in primo luogo, la Giunta regionale, favorendo, ad esempio, l’adozione di uno schema di rendiconto e dei relativi documenti di accompagnamento che risultino adottabili, perlomeno quali modelli standard basilari, da tutti gli organismi strumentali interessati, ovviamente tenendo nella giusta considerazione le differenze di natura e struttura che possono esistere nell’ambito della vasta gamma di organismi dipendenti dalla Regione. Un modello minimale standard di bilancio consentirebbe di migliorare il grado di chiarezza e rappresentazione veritiera e corretta dei bilanci stessi e quindi di 53 Il tema dell’accountability si ricollega necessariamente all’istituto della responsabilità dirigenziale, formalmente nell’ordinamento già inserito, addirittura, fin dal 1972 (D.P.R. n. 748), epperò rimasto completamente inattuato. A tale lacuna avrebbero voluto porre rimedio, dapprima , il D.L.vo n. 29 del 1993, e, poi, sotto il profilo dell’evoluzione propria della normativa in materia di controlli indotta dal passaggio concettuale da un’amministrazione “per atti” ad una “di risultati” (con il connesso corollario dell’autoresponsabilità dell’amministrazione), il D.L.vo n. 286/99, ma, da un lato, la mancanza dell’esplicita individuazione dei comportamenti rilevanti ai fini di tale forma di responsabilità e, dall’altro, l'affidamento (mal)riposto nell'iniziativa delle singole amministrazioni, circa l'istituzione e l’effettivo funzionamento delle strutture di controllo interno, non hanno consentito, ancora ad oggi, di far sortire esito alcuno, perlomeno a livello territoriale. Resta, pertanto, tuttora irrisolto il tema dell’indispensabile collegamento della responsabilità dirigenziale con il raggiungimento dei risultati (performance oriented), per cui, fino a quando non si provvederà concretamente al riguardo, non si potrà riconoscere alla burocrazia dirigenziale pubblica un effettivo ruolo di management pubblico, deputato ad operare secondo i già ricordati criteri attuativi dell’art. 97 Cost. nello svolgimento di competenze affidate in via esclusiva. 98 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 garantire la preliminare verifica dell’utilizzo trasparente e corretto delle risorse acquisite. L’istanza della trasparenza nella gestione delle risorse costituisce, naturalmente, un’esigenza propria anche di quei soggetti, come ad esempio le ATERP, che non dipendono, in massima parte, dai trasferimenti regionali, bensì ancora e soprattutto da quelli statali residui. Non può dubitarsi, del resto, che l’obbligo del dare conto della spendita del pubblico denaro sia relativo a tutti gli enti-soggetti-organismi comunque (in qualsiasi modo) dipendenti dalla Regione e che l’adozione, per quanto possibile e necessario, di modelli e procedure standard si manifesti senz’altro funzionale a facilitare l’attività di vigilanza e di controllo, e, pertanto, il confronto e la valutazione, attività che, diversamente, risulterebbero frustrate in assenza di un contenuto informativo minimo definito e uniforme. Ciò premesso, gli aspetti salienti del rilievo giuridico del risultato, sul piano dell’azione e dell’organizzazione amministrativa, possono essere così riepilogati: Principio di separazione tra gli atti di indirizzo (organi di governo) ed atti di gestione (dirigenti) (D.L.vo n. 29/93 e succ. modif.); Responsabilità dirigenziale per il conseguimento del risultato; Sistema integrato dei controlli interni (strategico e di gestione) (D.L.vo n. 286/99); Sistema degli strumenti di verifica della c.d. customer satisfaction (Carte dei servizi;Ufficio Relazioni con il pubblico,ect.); Sistema di raccordo (last but not least) con l’Organo di controllo esterno (Sezione Regionale di controllo della Corte di conti) idoneo ad assicurare un maggiore grado non solo di interazione funzionale con il Collegio dei Revisori, ma, per quanto possibile ed auspicabile, anche di autonomia con riferimento al metodo di nomina dei componenti dell’Organo di controllo interno in questione. 2.3. Giunti sinteticamente, strumentali alfine ribadire della a che Regione questo la punto, si può, per concludere riconversione/riorganizzazione costituisce non solo essenziale degli molto organismi condizione di razionalizzazione del sistema, bensì, se non soprattutto, indispensabile rimedio alle rilevanti diseconomie gravanti sull'erario regionale in conseguenza, tra l’altro, di talune presenze dell'Ente Regione medesimo nell’ambito della produzione e offerta di determinati beni e servizi prettamente “mercantili”54, vuoi 54 per mezzo degli enti La necessità di alleggerire gli enti pubblici in generale da diretti compiti e interventi sul piano della "offerta di mercato" è basata sul presupposto che tali compiti siano strutturalmente e funzionalmente impropri rispetto alle concrete possibilità e capacità operative della pubblica amministrazione. 99 Sezione Regionale di Controllo della Corte dei conti per la Calabria – Relazione di sintesi sugli Enti Strumentali della Regione Calabria Adunanza del 24 novembre 2006 stessi vuoi attraverso non remunerative sue partecipazioni dirette o indirette al capitale di varie società per azioni (sul punto v. melius primo Referto). Occorrerà procedere, pertanto, al riordino, trasformazione, accorpamento ed eventuale scioglimento degli organismi in parola, mantenendo in capo agli stessi le sole funzioni pubbliche che non possano eventualmente essere più efficacemente (e più economicamente) svolte o attraverso la loro (ri)assunzione diretta da parte dell'Amministrazione regionale, o con trasferimenti al sistema delle autonomie locali o mediante concessione a soggetti terzi, o ancora, infine, mediante il ricorso a strumenti di diritto privato (ad es. eventuali oculate forme di "project financing")55. Ma il tutto, ovviamente, nel rispetto (e nei limiti) del principio di sussidiarietà (verticale ed orizzontale) di cui all’art. 118 della Costituzione e di solidarietà ex art. 119, comma 5 Cost., opportunamente peraltro richiamati dall’art. 54 dello stesso Statuto regionale, il quale, al primo comma, testualmente stabilisce che la Regione riconosce, garantisce e favorisce l’intervento delle autonomie locali, sociali e funzionali e dei soggetti privati nella promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale del proprio territorio, nel rispetto del principio di sussidiarietà e di solidarietà. Si tratta, come ben si vede, di una tematica fondamentale rispetto a qualsiasi base programmatica e nel cui contesto s’inserisce, con un ruolo di sindacato propositivo e di garanzia, la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti. 3. Infine, per veramente concludere, questo Giudice, in funzione di quanto precede e con riguardo alle più avanzate ed articolate forme di rapporti tra Sezione regionale di controllo e Amministrazioni pubbliche controllate prefigurate dall’art. 7, commi 7 ss, della legge n. 131/2003 cit., può rimarcare come la Corte sia naturalmente disponibile ad ogni ulteriore contributo che possa rendersi necessario, sia ad istanza dell’Amministrazione regionale medesima56, sia, occorrendo, di propria legittima iniziativa, nell’ambito delle competenze ad essa riservate dalla normativa testè citata e, in particolare, per come all’inizio già accennato, in ordine anche alla verifica delle misure conseguenziali effettivamente prese dall’Amministrazione, ai sensi dell’art. 3, comma 6, della legge n. 20/1994 pure già citata. 55 Trattasi di un sistema articolato di modello operativo ormai consolidato a livello comunitario, sulla linea di un processo generale volto a posizionare gli strumenti di soddisfacimento degli interessi di rilievo pubblico, in applicazione del cosiddetto principio di sussidiarietà (infra nel testo), al livello minimo consentito dalla natura degli stessi interessi. 56 In particolare, il comma 8 prevede che “Le Regioni possono richiedere ulteriori forme di collaborazione alle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti ai fini della regolare gestione finanziaria e dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa , nonché pareri in materia di contabilità pubblica”. 100