il punto di Dario Lamanna Economia: il rapporto di Banca Italia boccia la Calabria, al 198° posto tra le 208 aree europee esaminate. Non serve piangersi addosso e continuare con annunci: urge un concreto ricambio della classe dirigente per ripartire La sensazione era giusta ma i dati, probabilmente, vanno al di là di qualsiasi previsione negativa. I dati sono quelli contenuti nel rapporto di Banca Italia sull’economia in Calabria nel 2007, presentati qualche settimana fa al campus dell’Università “Magna Graecia”. Numeri che bocciano senza appello ogni settore produttivo regionale, eccezion fatta per quello delle costruzioni, ma trattandosi di grandi lavori le ricadute sul territorio sono poco significative. In effetti, fa rabbrividire quel 198° posto – su 208 aree dell’Unione – per quanto concerne il Pil pro capite, con una perdita di sei posizioni. Un vero disastro se ci si limitasse a leggere freddamente il lungo elenco che ci colloca in fondo alla graduatoria: il credito al consumo erogato dalle banche e dalle società finanziarie ha rallentato e il tasso di crescita rispetto al 2006 si è dimezzato; l’occupazione in regione è diminuita del 2 per cento; i laureati che hanno cancellato la propria residenza anagrafica dalla Calabria, trasferendosi in un’altra regione italiana, hanno rappresentato l’11,8% del flusso migratorio in uscita. Potrei continuare la lista delle negatività ma mi fermo qui, perché mi sembra più utile cercare di trovare anche del buono in questa regione obiettivamente in ritardo ma, altrettanto obiettivamente, capace di accelerare se ci fosse una effettiva volontà comune di cambiare le cose. Non mancano esempi di eccellenza riconosciuti anche all’estero. Vantiamo imprenditori seri che si sono costruiti una straordinaria fama; abbiamo università dotate di menti brillanti, capaci di formare al meglio le nuove generazioni; abbiamo ricchezze naturalistiche, culturali e architettoniche. E allora torniamo sempre a chiederci perché di anno in anno mentre gli altri, un tempo ancora più indietro di noi escono dall’emergenza, la Calabria peggiora. Perché nonostante aiuti anche consistenti di natura economica pianificati in sede Europea, non si vedono benefici ed i nostri parametri rimangono sempre uguali. Perché i principi e le linee programmatiche sbandierate in ogni sede istituzionale si scontrano con una realtà del tutto diversa. 44 Confindustria Catanzaro Informa “ Non bisogna demoralizzarsi Che nessuno abbia la bacchetta magica è cosa certa. Però credo che se davvero il meglio che c’è in questa terra fosse stato chiamato dalla politica ad amministrare, oggi forse quel rapporto di Banca Italia sarebbe differente. Gira e rigira torniamo sempre lì, alla politica. Però attenzione: non sia un alibi. Ognuno ha il dovere di costruire un pezzettino della nuova Calabria, ognuno per le proprie competenze. Senza vittimismo, per carità, senza piangersi addosso. Anzi direi che la condizione di arretratezza potrebbe forse essere, paradossalmente, un punto di forza se si riuscisse a far capire ai giovani, sostenendoli, che possono sviluppare attività economiche e imprenditoriali in molti settori ancora inesplorati, valorizzando segmenti innovativi nell’apparato industriale, in quello delle tecnolo- leggendo i numeri impietosi. Piuttosto dovrebbe farlo quella classe dirigente che negli anni non ha cambiato nulla. Ecco perché da tempo sosteniamo la tesi di un forte ricambio generazionale. gie informatiche, solo per citare alcuni comparti. Dunque non bisogna demoralizzarsi leggendo i numeri impietosi. Piuttosto ” dovrebbe farlo quella classe dirigente che negli anni non ha cambiato nulla. Ecco perché da tempo sosteniamo la tesi di un forte ricambio generazionale. E che sia arrivato il momento di concretizzarlo appare evidente e non più rinviabile. Si avrà il coraggio di farlo? I segnali recenti, a dire il vero, non incoraggerebbero più di tanto ma non si può e non si deve mollare per non tradire le aspettative dei tanti calabresi onesti che quotidianamente fanno il proprio dovere. Confindustria Catanzaro Informa 45